Skip to main content
Racconti Erotici Etero

Il bagno del treno

By 7 Luglio 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Nello scompartimento del treno, seduto di fronte a me, c’è l’uomo che da anni domina la mia mente e il mio corpo. Sono settimane che non ci vediamo e la conversazione è banale e inutile come è sempre stata, il nostro modo di comunicare è diverso, fatto di sguardi e gesti nascosti.

Il suo guardarmi è un invito a lasciar correre il pensiero che ha un solo fine e si traduce sempre nella stessa immagine: noi due nudi a scopare.

Mi sorride, con gli occhi percorre il mio corpo e parla con i miei centri chimici , mi vuole e per me esiste solo quello. La sua mano sfiora la mia gamba, è il segnale per la mia pelle di rispondere. Sa che sono sempre pronta, a sua disposizione, non c’è luogo, ora, situazione, che mi possano impedire di dirgli sì.

Si alza, dice vicino al mio orecchio ‘Vado in bagno’. Rimango sola per un momento a fissare la sua schiena carica di tutti gli orgasmi già provati e di quelli solo promessi.

Mi alzo anche io, incurante di ciò che c’è intorno e lo raggiungo. Mi prende per il braccio e mi spinge in quel cesso, stretto e maleodorante. Mi bacia con una forza che conosco bene, mi plasmo contro di lui, aderisco alle sue esigenze sapendo che oltre non otterrò nulla, mi accontento del suo desiderio.

In quello spazio minuscolo sento che il suo cazzo cresce contro di me, slaccio i suoi pantaloni, lo tocco delicatamente come fosse oro. Mi spinge verso il basso poggiando la mano sulle mie spalle, obbedisco al tocco, scendo con le gambe su quel pavimento lurido, ma non importa è il suo cazzo nella mia bocca ad essere centrale in questo momento. Lo lecco e lo faccio entrare senza toccarlo, mi tengo in equilibrio avvolgendo le mani alle sue gambe come un’ancora in un mare liquido. Arriva fino in gola, sento che cresce sempre di più ed è sempre più duro, stà godendo e questo mi rende felice.

Mi alza, le sue mani sotto la mia maglia spremono i miei seni, strizzano i capezzoli duri e gonfi di voglia. Mi gira, metto le mani sul lavandino, la mia gonna è larga facilita l’accesso, ride quando sente quanto sono bagnata. Spalma gli umori su tutto ciò che vuole, sposta l’intimo, un suo dito si fa strada nel buco più stretto, il suo cazzo dentro la mia fica, sono piena, questo treno corre fino in cielo.

Mi tiene bloccata con il suo corpo, entra e esce da me provocando terremoti nei miei muscoli. Lecco un suo dito, mi tappa la bocca, per non farmi urlare mentre godo.

Mentre il treno rallenta per entrare in stazione viene dentro di me. A malincuore ci stacchiamo, sistemiamo i vestiti spiegazzati, usciamo seguiti da sguardi curiosi di giovani universitari e sguardi invidiosi di vecchie signore.

Il treno, contenitore delle nostre voglie, arriva al binario. Scendiamo, ci salutiamo con due amichevoli baci sulle guance, mi dice: ‘E’ sempre un piacere incontrarti’, rispondo ‘Anche per me’.

Ora la giornata può cominciare.

Leave a Reply