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Il cavaliere senza nome

By 22 Marzo 2017Dicembre 16th, 2019No Comments

Diciamo che i teatri e le opere liriche non sono realmente come chi non le conosce le crede, sono sempre tragedie, ma nel loro corso affrontano anche temi piuttosto comuni come la prostituzione e l’amore. Ma ciò che non &egrave realmente come sembra sono i teatri e la gente che li frequenta, diciamo che quando sei appena ventenne e ti trovi sola in un palchetto non &egrave mai il massimo, non sai mai chi potresti avere in parte, non puoi parlare perché disturberesti lo spettacolo, non puoi protestare, ma potresti anche trovare delle persone interessanti e intriganti, successe a luglio fu allora che lo incontrai. Ero in un teatro di Bologna, quando nel mio stesso palchetto entrò un uomo sui cinquanta, sul momento non ci feci caso, ma quando cominciò a parlarmi mi sconvolse il cervello e l’anima, aveva una voce baritonale, che mi faceva esaltare, come tutti si stupì di vedere una ragazza giovane a vedere la traviata, e così cominciammo a parlare, molto velocemente prendemmo confidenza e all’ inizio dell’opera aveva già spostato la sua seggiola più vicino alla mia e mi stava tenendo una mano delicata sulla spalla e continuava a parlare sottovoce, con la scusa che non riuscivo a sentirlo mi avvicinai con il capo a lui penso che lesse nei miei occhi il desiderio che avevo leggermente avvicinò le sue labbra carnose al mio collo e cominciò a baciarmi delicato poi mi morse il lobo avevo paura che qualcuno ci vedesse, ma allo stesso tempo la stessa ragione mi eccitava ma tutti erano rapiti dallo spettacolo negai lentamente con il capo, mentre portai una mano sulla patta dei suoi pantaloni e cominciai a muoverla delicatamente sopra la stoffa molto leggera, devo dire che vedere un uomo in smoking accendeva violentemente il mio desiderio e quei pantaloni neri così attillati sul cavallo mi stavano facendo impazzire, ma sapevo che non saremmo giunti a niente con molte probabilità, ma tentai comunque di slacciargli i pantaloni lui mi rimproverò sottovoce tra il contrariato e il divertito > ma quando si rese conto che non stavo scherzando si tolse la giacca e lentamente cominciò a parlarmi > non gli lasciai finire la frase e mi inginocchiai a terra, lui immediatamente mi coprì la testa con la giacca, appena riuscii a liberare la sua massa di carne turgida dai pantaloni e dai boxer mi apparve davanti agli occhi un pene fantastico già al limite della sopportazione, non riuscivo a vedere molto bene, sentivo le note del Maestro Verdi giungermi alle orecchie mentre l’odore pungente e acre del mio cavaliere senza nome mi stava stuzzicando le narici, appena gli leccai il glande rabbrividì, così posi una mano alla base della sua meravigliosa asta e tentai di infilarmelo in bocca, non era lunghissimo, ma era largo, aveva una circonferenza davvero anormale, lo sentii premere le mani al di sopra della giacca come per mettermelo più a fondo nella gola, ma gli misi le mani sulle ginocchia opponendomi e lui capendo smise, cominciai a leccarlo lungo tutta l’asta e i testicoli e cominciai a succhiarglieli leggermente poi ritornai al suo glande lo sentivo pulsare e capii che era vicino all’orgasmo, così cercai di mettermelo il più possibile in bocca lo sentii gemere sommessamente e improvvisamente sentii una scarica densa e calda in bocca e istintivamente ingoiai, appena mi risedetti lui mi strinse la mano, i suoi occhi neri brillavano e sussurrò delle parole tremanti > in quel momento suonò l’intervallo e mentre tutti uscivano per i dieci minuti d’intervallo noi rimanemmo seduti in religioso silenzio, lui si stava sistemando i pantaloni, e finì appena in tempo, infatti entrò una coppia’i soliti ritardatari del secondo atto, e noi non potemmo concludere il nostro piacevole incontro. Appena l’opera finì lui mi chiese di andare a casa sua, ma io negai > rimase assai deluso, ma la mattina dopo dovevo svegliarmi presto e non potevo permettermi di ritardare di nuovo al lavoro. La mattina dopo quando andai nel negozio me lo trovai innanzi, non so come avesse fatto, ma per tutta mattina ebbi quell’uomo fantastico con il fiato sul collo, nella pausa mensa mi prese per mano e mi trascinò nella sua auto e appena giungemmo in un posto riparato da sguardi troppo indiscreti mi baciò e lentamente cominciò a insinuare una mano al di sotto della mia camicetta e cominciò a punzecchiare e stimolare i miei capezzoli già turgidi per l’eccitazione, lo guardavo impegnarsi, mentre fra i gemiti lo supplicavo > ma lui mi ignorava e lentamente mi slacciò il tubino e pose una mano sul mio sesso bagnato fradicio di desiderio, mentre le sue labbra delicate cominciarono a succhiare i miei capezzoli, non avevo mai raggiunto un orgasmo in così poco tempo, appena capì il mio godimento, si allontanò da me e mi sorrise >. Quando scesi dall’auto ero ancora barcollante e scossa per quell’incontro imprevisto ed eccitante, non vedevo l’ora di rivederlo quella sera e speravo che questa volte fosse quella buona lo desideravo come non era mai successo. Alle sette trepidante uscii dal negozio e me lo trovai innanzi uno splendente sconosciuto del quale ancora non sapevo il nome e non me ne importava niente di saperlo, volevo solo quello che lui teneva fra le gambe, appena entrammo nel ascensore cominciò a baciarmi ardentemente, prima insinuava la sua lingua nella mia bocca, ma non appena tentavo di ricambiare lui si allontanava e io lo osservavo incuriosita, appeno mi avvicinavo lui si allontanava, si stava facendo desiderare, in un impeto di desiderio mi aggrappai disperatamente alle sue spalle e lui rise, finalmente arrivammo al suo piano e uscimmo dall’assessore, mi stava tenendo in braccio e già aveva le mani sui miei glutei, appena entrammo, non arrivò nemmeno in camera, mi aveva depositato con le natiche appoggiate a un mobile dell’entrata, capivo dalla sua agitazione che non ero solo io a essere eccitata, mi spogliò frenetico, sembrava incontenibile, non aspettò nemmeno di slacciare tutti i bottoni della camicia la sfilò e la gettò a terra, con mio grande piacere vidi che non era depilato e questo mi eccitò ancora di più, non so come e quando, la mia gonna era sparita e io era in balia delle sue mani e delle sue labbra che ardentemente stavano percorrendo tutto il mio corpo, poi si inginocchiò e cominciò a lambire la mia femminilità in modo sapiente, stimolando il clitoride con la punta della lingua e dandomi dei brividi d’eccitazione pazzeschi, continuò finché non raggiunsi l’orgasmo, e nel farlo gli strinsi le mani nei corti capelli neri, poi si risollevò guardandomi negli occhi, non so da dove l’avesse preso, ma fra le mani aveva un profilattico, e senza alcun esitazione se lo mise, poi appoggiò le sue mani brucianti sulle mie cosce e avvicinò il suo largo pene a me, cominciai a muovere il bacino per aiutarlo a penetrarmi, ma lui rimaneva fermo con il glande appoggiato alle piccole labbra ma non accennava a penetrarmi, mi aggrappai disperatamente alle sue spalle e facendo leva su quelle tentai di impalarmi da sola e più mi vedeva smaniare e più pareva divertito > parve soddisfatto dalle mie suppliche e con un colpo di reni entrò in me, non fece alcuna fatica, bagnata come ero per l’eccitazione e per la sua saliva. Appena mi fu dentro avvampai di calore, sentivo le gote ardere, mentre le sue mani sui miei fianchi cominciavano a farmi male, infatti mi aveva afferrato saldamente per impedire che potessi in qualche modo sottrarmi a lui, continuava a muoversi con un ritmo costantemente veloce, che mi stava facendo delirare le mie unghie affondavano sempre di più nella pelle morbida delle sue spalle, avevo gli occhi quasi chiusi, ma improvvisamente lui mise le mani sul mio viso > aprii con molta fatica gli occhi e lo guardai, il suo viso era rosso per lo sforzo e stava sudando, Rivoli di sudore gli bagnavano tutto il corpo, gemetti in preda ad un altro orgasmo e lui affondando, completamente dentro di me si bloccò ed emise un gemito, poi sollevandomi di peso mi portò in bagno, mentre io ero avvinghiata a lui come un polpo, avevo le gambe intorno alla sua vita, le mani dietro alla sua nuca e continuavo a baciarlo, per ringraziarlo di quella fantastica ora post-lavorativa. Insieme facemmo una doccia e poi preparammo la cena, ogni scusa era buona perché lui sfregasse il suo sesso su di me. Alla fine della serata ci salutammo con la promessa di rivederci, a volte ci incontriamo ancora a teatro oppure passa in negozio a trovarmi, ora ho scoperto il suo nome, si chiama Edgardo.

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