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Il compleanno della vicina di casa 18enne

By 28 Settembre 2020No Comments

Vivo in un condominio anonimo, nella periferia di una normale città italiana, ho 34 anni, un buon lavoro, esco spesso con amici e rimorchio ragazze che porto nel mio appartamento per nottate di sesso.

La mia vita scorreva regolare quando un giorno sentii un frastuono fortissimo nel pianerottolo del condominio in cui vivevo, non capivo cosa fosse ma c’era confusione. Aperta la porta ho subito capito che l’appartamento accanto al mio era stato finalmente venduto ad una nuova famiglia: stavano facendo il trasloco proprio in quei giorni.

Vidi subito che si trattava di una coppia sulla 50ina ed il capo famiglia venne calorosamente a presentarsi. Era un signore simpatico ed allegro che si è subito scusato per il rumore che avrebbero fatto nei giorni successivi.

Gli dissi: “Non c’è problema. Fate pure. Sono spesso fuori per lavoro, quindi non mi darete fastidio.”

E lui: “Grazie mille! Ci impegneremo a fare poco rumore… ah ecco.. le presento mia moglie.”

Arrivò anche la signora, ben tenuta, molto sportiva e sorridente e si presentò anche lei.

Erano molto cordiali e simpatici, probabilmente erano sollevati dal fatto che il vicino era un ragazzo giovane e non la classica coppia di anziani rompi scatole!

Intanto che gli addetti al trasloco portavano i mobili dal furgone al pianerottolo, dalle scale notai che stava salendo una ragazza con un paio di scatoloni ripieni di chissà cosa ed arrivo lì vicino a noi sull’uscio dove stavamo chiacchierando.

Il signore disse “… ed ecco mia figlia Nicole!”

Lei sorrise, appoggiò gli scatoloni a terra e mi salutò stringendo la mano: “Ciao, sono Nicole! Tu sei il nuovo vicino?”

Era una ragazzina molto carina, le davo sui 17 anni, alta 165, molto in forma, sicuramente faceva qualche sport, occhi verdissimi e capelli castano chiaro che aveva raccolto con un mollettone per evitare di sporcarseli troppo durante quelle giornate intense di trasloco. Aveva un jeans attillatissimo ed una magliettina con un nodo in vita che metteva in evidenza il piccolo seno, al massimo una seconda.

Le dissi: “Oh yes, dovremmo sopportarci a vicenda, ma sono un tipo tranquillo” e scoppiammo a ridere tutti insieme.

La ragazza commentò con “Finalmente un vicino di casa simpatico, papà! Non come quei due vecchi del condominio dove eravamo prima!”

Spigliata la ragazza, pensai.

Parlammo del più e del meno per qualche minuto e poi salutai i nuovi vicini lasciandoli tornare al trasloco e nel mentre Nicole si girò e si piegò a 90 gradi per riprendere in mano i due scatoloni che aveva lasciato a terra.

“Wow che culo! La perfezione!” pensai tra me e me, lei sicuramente se ne accorse perché rimasi a fissarlo imbambolato per qualche secondo di troppo e, sculettando, entrò in casa.

Chiusi la porta e pensai: “Ma cosa vai a pensare! E’ una ragazzina!” e tornai alla mia vita di sempre.

Dopo qualche settimana la ragazza venne a suonare alla mia porta, era di sera intorno alle 20:30.

Aprì e la vidi, sempre sorridente, stavolta era vestita con un pantaloncino striminzito aderente e una magliettina:

“Ciao, venerdì faccio 18 anni! Farò una festa qui da me e vorrei invitarti, così beviamo qualcosa e balliamo un po’. I miei genitori andranno via per il weekend e non si sentono tranquilli a lasciarmi da sola in mezzo ai miei amici ubriachi, allora gli ho proposto di invitare anche te, visto che si fidano e gli stai simpatico! Ti va?” Disse tutto di un fiato e mi guardò con quegli occhioni verdi ed un musetto da bimba al quale era impossibile dire di no.

Feci un sorriso e le dissi: “Ahaha, mi vuoi usare come tuo garante durante la festa? Ahaha” Sinceramente non avevo alcuna voglia di passare una serata in mezzo a dei ragazzini 18enni sbronzi, avrei preferito fare altro.

E lei: “Siii, sarebbe bellissimo! Dai, ti diverti, ci sono anche le mie amiche che sono tutte molto carine e poi è il mio 18esimo e ci sono io!!” Lo disse aprendo le braccia quasi come a volersi offrire, ma lo fece con una naturalezza e sensualità allucinanti, proprio una ragazzina. Mi stava simpatica quella ragazza, oltre che essere veramente una figa.

Io, capendo la situazione, ho voluto provocarla un po’: “E cosa avrei in cambio io? Tutta la notte a controllare un branco di ragazzini ubriachi invece che andare a divertirmi come si deve… cosa me ne viene? Sentiamo!”

E lei: “Io uso te come garante per la festa dei miei 18 e… tu… potrai usare me come vuoi…” lo disse scandendo bene le parole e guardandomi dritto negli occhi, quasi con senso di sfida, ma sempre con uno sguardo da cerbiattina.

La ragazzina ci sapeva fare. Volevo stare al gioco, questa ultima frase prometteva decisamente bene.

Sono sempre stato un tipo molto passionale, avevo avuto diverse storie lunghe con ragazze, una convivenza andata male, ma il meglio lo davo con il rimorchio serale nei locali o discoteche. Sono un bel ragazzo: 180, moro, bel fisico, occhi scuri, spalle larghe, un bel cazzo largo e nodoso.. insomma non mi era difficile rimorchiare le ragazze. Il mio target erano le 27/30 enni, secondo me l’età perfetta per una donna. La giusta esperienza, la giusta malizia e soprattutto la voglia di divertirsi e basta, senza altre complicazioni. Le ragazze che portavo a casa dopo una serata mi piaceva scoparle con una certa violenza e loro non aspettavano altro di andare con un uomo che le sbattesse per bene, a volte anche senza il minimo rispetto, puro sfogo sessuale. Le sbattevo contro la porta, le prendevo per il collo, qualcuna la schiaffeggiavo e poi le scopavo di cattiveria sul letto, sul divano, in piedi per la casa, a terra… insomma mi piaceva dominarle, usarle, andandoci giù pesante senza alcun limite. Ed ho sempre avuto la fortuna di portarmi a letto proprio quel tipo di ragazze un po’ insicure che fingono sicurezza magari con un bel vestito, o un bel paio di scarpe col tacco, ma che in realtà hanno una voglia repressa di cazzo che le riconosci al volo lontano un chilometro. E loro apprezzavano i miei trattamenti, eccome se apprezzavano. Avevo un discreto giro di “fidelizzate”, di solito erano fidanzate con qualcuno di estremamente noioso oppur erano single in fase divertimento. Dopo una prima notte di passione, la maggior parte delle ragazze voleva che le scopassi ancora. Mi faceva ridere perché spesso mi arrivavano messaggi a tarda notte in cui mi dicevano “Il coglione ora dorme, mi ha scopato 10 min e neanche sono venuta. Quando ci vediamo?” e questi messaggi erano quasi sempre accompagnati da tette, culi e fighe varie. E alcune, quelle più interessanti, le rivedevo e le scopavo con ancora più passione della volta precedente. Ecco, quello era il mio target. Forse era anche la mia missione. Chissà.

Immagino che Nicole avesse intuito qualcosa, perché avevo la mia camera da letto che confinava con la sua: gli urli delle ragazze che mi portavo a casa, gli schiaffi che davo e tutto il resto si facevano sentire bene.

Il fatto che abbia scandito le parole “e tu potrai usare me come vuoi…” mi fecero immediatamente venire il cazzo di marmo, soprattutto dette da una ragazzina che di lì a poco avrebbe compiuto 18 anni.

La cosa mi stava interessando parecchio e allora voletti stare al gioco e dissi “Va bene, ci sto! Verrò alla festa!”

Lei subito fece un sorriso e urlo “Siii, graziee!!” e mi si lanciò addosso abbracciandomi e baciandomi sulle guance. Facendo così si avvicinò col bacino e sicuramente percepì il cazzo di marmo che avevo nei pantaloni della tuta. “Non te ne pentirai” mi disse prima di tornarsene in casa sua.

Chiusi la porta e subito inizai a fantasticare su cosa avrei potuto fare con quel bel bocconcino, ma mi rendevo anche conto che era appena maggiorenne, una ragazzina di primo pelo, sicuramente con zero esperienza,… quindi boh.. ho pensato, vabbè vediamo che succede..

Arrivò la fatidica serata della festa, l’appuntamento era alle 22:00 a casa sua per iniziare a bere per poi arrivare a mezzanotte quando lei avrebbe stappato una bottiglia per i suoi 18 anni.

Mi ero preparato al solito: pantaloni scuri, camicia bianca, due spruzzate di profumo 1 Million ed andai a suonare al campanello dell’appartamento accanto al mio.

Si sentiva già da tempo musica che proveniva dall’interno, sicuramente i ragazzini già erano in festa dal tardo pomeriggio.

Venne ad aprirmi lei, Nicole, e rimasi di stucco, quasi a bocca aperta: aveva una minigonna che definire gonna è troppo, praticamente lunga 10 cm, nera e sopra una camicetta bianca aderentissima con una scollatura notevole, non portava reggiseno. D’altronde a 18 anni se non ti stanno su le tette… Aveva i capelli lunghi e lisci, almeno fino a metà schiena ed era truccata benissimo, con i suoi occhioni verdi che splendevano sul quel bel viso. Era su dei tacchi altissimi neri, credo almeno 12 cm o forse anche qualcosa di più, arrivava quasi ad essere alta come me.

“Che schianto!” dissi sorridendo e lei mi lancio le braccia al collo ed io la presi per i fianchi per stringerla a me. Mi baciò sulle guance più volte mentre mi odorava il collo ed i capelli, mi diceva all’orecchio: “Finalmente sei venuto! Non vedevo l’ora di averti qui!” Era certamente un po’ brilla, lo sentivo dal suo alito, e non voleva staccarsi da me, continuava ad odorarmi e baciarmi sul collo e guance, mentre era praticamente incollata a me e si muoveva un po’.

I suoi amici di la erano già tutti ubriachi e si persero la scena, ma sicuramente si sarebbero divertiti: quella micro-gonna che aveva addosso Nicole chissà dove le era arrivata visto che continuava a strusciarsi addosso, probabilmente era con mezzo culo di fuori. La tentazione di far scendere la mano dai fianchi al culo era enorme, avevo il cazzo già in tiro nel sentire quel bel corpo fresco avvinghiato al mio, ma ho cercato di non perdere il controllo.

Si staccò, mi prese per mano e mi portò di la, voleva presentarmi le sue amiche. Erano tutte ragazzine appena maggiorenni o lo sarebbero diventate di lì a poco.

“Lui è Alex, il mio vicino di casa, quello di cui vi ho parlato tanto…”

Io pensai: “In che senso? Perché delle ragazzine sconosciute parlavano su di me?.. Mah..”

Conobbi le sue amiche, tutte belle ragazze: alcune more, altre castane, parecchie biondine. Chiaramente si erano messe tutte in tiro per la serata: minigonne, vestitini microscopici, magliette e camicette trasparenti, tacchi altissimi. Insomma, era sicuramente un bel vedere.

Mentre le salutavo, vedevo che le altre se la sghignazzavano con Nicole… chissà cosa aveva in mente quella ragazza… sembrava quasi che erano venute per vedere me più che per festeggiare il compleanno di Nicole. Ero al centro dell’attenzione. Ero ovviamente fuori luogo, ma mi piaceva essere in compagnia di quelle ragazze.

I ragazzi intanto facevano casino, chi metteva musica in consolle, chi stappava birre e chi faceva cocktail in un angolo bar della casa.

La situazione era allegra, niente di pericoloso: normale festa tra ragazzi che bevono un po’ e fanno casino. Tutto qua.

Nicole intanto era andata a prendere da bere e mi porse un calice di qualcosa, probabilmente un vino che qualcuno dei ragazzi aveva comprato in qualche discount nel pomeriggio, una schifezza di vino. Ma per non offendere buttai giù il calice e anche Nicole fece lo stesso.

Poi mi guardò con quello sguardo da cerbiattina, mi si avvicinò e, sempre strusciandosi sensualmente,  inizio a ballare davanti a me, mi prendeva per le mani e voleva che ballassi con lei. Era allegra, sorrideva, ma i suoi sguardi erano da ragazza vogliosa. Lei continuava a ballare e mi fissava, si avvicinava, si girava di schiena e mi sculettava con quella microgonna davanti agli occhi. Lo faceva apposta, voleva farla salire su per farmi vedere sotto ed io volevo vedere fin dove era disposta a spingersi!

Si avvicinava ancora, mi guardava, mi baciava sulle guance e appoggiava il suo bacino al mio cazzo, voleva sentirlo ed io ero in tiro. Le piaceva provocarmi, perché sapeva che ero un uomo. Un qualsiasi altro ragazzino le avrebbe già messo la mano sul culo e la lingua in bocca da tempo. Era una sfida con me. Voleva vedere se resistevo alle sue provocazioni.

Ballava e la gonna andava su, aveva un culo fantastico, piccolo, alto, e sicuramente sodo come la pietra. Voleva farsi guardare e desiderare. La cosa andò avanti ancora un po’, poi venne una sua amica dicendo che mancavano 5 minuti a mezzanotte.

Era una sorta di capodanno questo 18esimo, pensai tra me e me.

Lei si staccò, andò di la, si abbassò la musica e festeggiò aprendo una bottiglia di spumante. Brindisi, auguri e via a ballare nuovamente con musica sempre più alta e ragazzi sempre più ubriachi.

Dopo una ventina di minuti Nicole tornò da me, sbandava un po’ per l’alcol, ma si reggeva ancora in piedi. Mi prese per mano e mi portò in altra stanza e già lì la situazione iniziava a farsi interessante.

Ma la vedevo che era un po’ più seria di prima, meno giocosa.

Andammo in camera sua, mi fece entrare e lei chiuse la porta dietro di se, pensavo volesse dirmi qualcosa di serio o importante, magari su qualche danno che i suoi amici avevano fatto in casa e che voleva nascondere ai genitori.

Eravamo in piedi in camera sua, lei con le spalle alla porta della sua camera da letto, che era ancora quella di una ragazzina, con i cuscini a forma di cuore e personaggi a me sconosciuti sulle pareti, forse qualche trapper o rapper attuale.

Mi disse: “Grazie per essere qui! Mi ha fatto piacere usarti come controllore e garante della serata, ti stai divertendo?”

Io dissi: “Si, dai, è una bella festa. Tu sei bellissima ed i tuoi amici ed amiche sono simpatici. Dovevi dirmi qualcosa per cui siamo venuti qui?”

E lei: “Si, ti avevo fatto una promessa l’altro giorno, ti ricordi?. Io usavo te e tu usavi me”.

Io: “Esatto…”

Lei: “Sai che la tua camera è proprio qui accanto alla mia? Si sente tutto quello che fai di sera…”

Io stavo per giustificarmi chiedendo scusa per il casino che facevo di la con le ragazze che mi scopavo ma lei mi anticipò dicendo: “Voglio che mi usi come fai con loro!”

Io: “Come scusa? Cosa vorresti?” Non credevo a quello che stavo sentendo.

E lei: “Si, voglio che mi prendi e mi scopi forte come fai con tutte le ragazze che porti a casa, che mi usi, che ti sfoghi su di me, voglio che mi fai urlare di piacere come loro quando sono in camera tua.”

Io avevo il cazzo di marmo, una ragazzina del genere l’avrei fatta urlare ed avere orgasmi a ripetizione. Già pregustavo la cosa e il porco che è in me pensava alle varie cose da combinarle.

Mi avvicinai a lei, ero a pochi cm dal suo viso, sentivo il suo odore e lei sentiva il mio.

Lei mi prese una mano e me la portò al suo collo e disse: “Si, stringimi e usami.” Mentre mi guardava con fare di sfida.

Non ci ho visto più, ero arrapato, lei mi stava facendo ribolirre il sangue.

Ho stretto la mano attorno al collo, lei invece di lamentarsi ha fatto un “Ahhh” di piacere e si mordeva il labbro.

Io: “E questo che vuoi?”

Lei: “Si, sfogati su di me, usami!”

Non ha fatto in tempo a finire la parola che le avevo tirato uno schiaffetto sulla guancia sinistra e lei sempre un “Ahh” di piacere.

Continuo a stringere il collo e le pianto la lingua in bocca, la sento calda, vogliosa e reattiva. Mi vuole e mi vuole come maschio, vuole sentirsi presa come femmina.

La giro con la faccia contro la porta della sua cameretta, le prendo le braccia e gliele incrocio dietro alla schiena, mentre con una mano continuo a stringerla sul collo. Sento il suo odore, emana voglia da tutti i pori. Le faccio sentire il cazzo duro contro il suo culo e lei spinge indietro e si struscia come una cagnetta in calore. Sollevo quei pochissimi cm di gonna e vedo che porta un micro perizoma praticamente infilato in mezzo a quelle chiappe perfette.

Le tiro uno schiaffo sul culo, lei ancora: “Ahhhh.. siii”. E poi un altro. Lei era eccitatissima dalla situazione, io ancora di più probabilmente, perché era inaspettata.

Il trattamento che di solito riservo alle 30enni, questa volta lo stavo facendo su una ragazzina che aveva compiuto 18anni pochi minuti prima. Le apro la camicetta e stringo quei seni perfetti. Si, è una seconda, ma è sodissima e sul suo fisico magro sono tette da campionato. Poi torno giù, mi abbasso un po’, scosto il perizoma, le apro le chiappe sode e le do una slinguata al suo buchino posteriore.

La sento fremere, le piace il trattamento, è quello che vuole.

Ha un culetto fantastico, starei ore a leccarlo e continuo a farlo. Lei si spinge indietro, vuole che vada dentro, che la faccia vibrare, la sento, è caldissima e vogliosa. Vado ancora più sotto con la lingua, vado verso la fighetta, chiaramente completamente rasata come quella di una bimba, strettissima e bagnata all’inverosimile. La lecco, la slappo per bene, è buonissima, sa di miele. Mi piace alternare dolcezza a cattiveria e ogni tanto le do uno schiaffone sul culo. Lei vibra, continuo a leccare figa e culo per qualche minuto. La sento inarcarsi, tremare e mi viene in bocca. Urla il suo piacere contro la porta della sua cameretta mentre un maschio di 34 anni le fa provare probabilmente uno degli orgasmi più intensi della sua vita. Trema. E’ calda. La faccio riprendere un attimo, la giro con la schiena sulla porta, ha lo sguardo sconvolto, mi guarda sensuale e sorride. Io sono eccitato come non mai.

Mi guarda negli occhi e mi dice ancora “Usami, sfogati su di me”.

Ora la prendo con decisione per il collo, la stringo, questa volta sono senza freni, le tolgo l’aria dalla gola.

“Ragazzina, stai attenta a quello che dici!”

E lei, sfrontata, mi fa la linguaccia, come a dire “vediamo se hai il coraggio”.

Le tiro uno schiaffo più forte, lei ansima.

Le sfilo la camicetta ormai aperta e la lascio con le tette all’aria.

La prendo per il collo e la faccio andare giù, accovacciata con la schiena alla porta.

La tengo per le mani e per le braccia contro la porta mentre mi slaccio i pantaloni.

Lei provoca. Mentre è giù accovacciata apre la bocca e tira fuori la lingua e mentre lo fa mi guarda supplicante dal basso verso l’altro e scandisce: “Usami” e torna ad aprire la bocca e tirare fuori la lingua.

Apro la patta, mi faccio scendere i boxer e con il cazzo durissimo le entro direttamente in gola, con cattiveria, rabbia, passione.

“Ecco cosa volevi” le dico mentre le affondo il cazzo in gola.

Lei strabuzza gli occhi, cosa si pensava la ragazzina? Di provocare un uomo o un ragazzino compagno di scuola?

Il mio cazzo è durissimo, largo, imponente, la sua boccuccia è piccolina, deve sforzarsi di farlo entrare tutto. Lo tiro un po’ fuori per farle prendere fiato, lei mi guarda, ha già i fili di saliva che le colano sul seno e mi fa: “Ancora”.

Non ci vedo più, le lascio le braccia che ancora avevo ben salde in alto sopra di lei, la prendo per la testa e glielo affondo ancora in gola, in profondità ed inizio a scoparla con rabbia.

Mentre lo faccio la insulto, le dico che quelle come lei vanno trattate così, vanno usate, vanno scopate in gola che è solo quello che si meritano. Sono cattivo, rabbioso, continuo ad andare su e giù. Tratto la sua bocca e la sua gola come se fossero una figa. Mi sfogo. Lei sbava, le cola il trucco, ha difficoltà a respirare, ma non da cenni di cedimento.

Ogni tanto mi guarda in alto, vede la rabbia con la quale la sto scopando, mi eccita ancora di più, quegli occhioni verdi sono fantastici e vederla così mi fa impazzire.

Pensare che lei abbia architettato tutto mi fa eccitare ancora di più. Chissà quanti ditalini si sarà fatta immaginando le porcate che facevo di la con le ragazze che mi portavo a casa, chissà quanti orgasmi avrà avuto sentendo gli schiaffi sul culo e gli urli delle ragazze,… è proprio una bella porcella!

Continuo a darle il ritmo prendendola per la testa, le tiro un po’ i capelli, sbava molto, saliva sul viso, saliva sul cazzo, saliva su di lei.

Lei è rimasta solo in tacchi, minigonna tirata su e perizoma spostato a sinistra, la sua figa brilla, sarà eccitatissima. Immagino il suo cervello che sensazioni possa darle: lei, appena maggiorenne, lì accovacciata nella sua cameretta che si fa scopare la gola dal suo vicino di casa senza il benchè minimo rispetto. Solo una gola da scopare, questo è. E questa cosa la eccita da morire.

Mentre continuo ad andare su e giù con la sua testa, ormai è una scopata in gola che va avanti da almeno un quarto d’ora, sento un telefono squillare. Cazzo, è il mio. Ce l’ho nei pantaloni.

Lo prendo, è strano che qualcuno chiami a quest ora di notte, forse è un’emergenza.

Mentre prendo il telefono per vedere chi fosse, mi stacco dalla bocca di Nicole in modo da farle prendere aria.

Prendo il telefono e vedo “Carlo vicino di casa”, una chiamata di suo padre. In un nanosecondo ho pensato: “Ecco, ha scoperto tutto ed ora viene ad uccidermi” Poi ho razionalizzato. Lui e la moglie sono fuori città, ne ho avuto conferma da Nicole prima quando eravamo alla festa, quindi è impossibile che fosse qui.

Resto bloccato a guardare il telefono che squilla, ma in pochi secondi mi viene una delle mie idee da porco quale sono e faccio un sorrisino sotto ai baffi.

Giro e abbasso il telefono verso Nicole in modo che possa vedere chi sta chiamando sul telefono, lei guarda e sorride, è piena di saliva e bava ovunque, è sempre lì accovacciata, apre la bocca e tira fuori la lingua.

Che troia penso! Altro che le 30enni, il futuro sono queste ragazzine!

Rispondo al telefono in piedi, davanti a Nicole, che è lì a bocca aperta: “Pronto, Carlo?”

Lui: “Ciao, scusa l’ora ma ti chiamo per sapere se va tutto bene con la festa di Nicole”

Io: “Si, Carlo, tutto benissimo, i ragazzi hanno bevuto un po’ ma non hanno esagerato, la casa è perfetta e non è ancora arrivata la polizia” e ci facciamo una risata al telefono.

Intanto Nicole mi guarda con i suoi occhioni e mi sussurra “Scopami la bocca”. Troia, sei solo una troia!

Le tiro uno schiaffo sul viso, il padre sente il rumore, ma non capisce, pensa ai rumori della festa.

Chiede: “Tutto ok, quindi?”

Prendo Nicole per i capelli e gli ficco il cazzo più a fondo che posso, la voglio soffocare. Vado giù, cazzo, le arrivo alle tonsille! Troia!

Sta per soffocare, lo tiro fuori e torno a scoparla in gola, il rumore è forte, la saliva, la bava, si sente che ci sto andando giù pesante.

Io al telefono col padre: “Si, benissimo, il rumore che senti sono solo i ragazzi che stanno aprendo delle bottiglie”

Lui: “Ah, ottimo. Divertitevi allora. Nicole sta bene?”

Volevo dirgli che la sua adorata figlia, la sua bambina, alla quale fino a poco tempo fa le cambiava il pannolino è ora una troia della peggiore specie che si sta facendo scopare con cattiveria la gola in ginocchio nella sua cameretta, ma ho preferito essere più diplomatico dicendo “Si, tutto bene, si è divertita molto per il suo compleanno! A domani!”

Lui: “Grazie ancora per tutto. A domani!”

Ho messo giù il telefono ed ho detto ad alta voce tra me e me ma volevo che sentisse bene anche Nicole: “Domani tua figlia la trovi con la figa sfasciata ed il culo rotto.”

Le ho tolto il cazzo dalla bocca, l’ho presa per i capelli tirandole la testa all’indietro, lei ha sorriso, aveva capito che sarebbe stata una nottata senza alcun limite ed era quello che voleva. Le ho detto che era solo una troia che doveva essere usata e le ho sputato in faccia, umiliandola. Lei era eccitatissima, ogni tanto scendeva con la mano a toccarsi il clitoride.

Lei: “Siii, è quello che volevo.”

Io avevo il cazzo durissimo, tutta questa situazione mi stava eccitando oltre ogni altra vicenda, ero in piedi davanti a lei, mi segavo il cazzo davanti al suo viso.

La tenevo per i capelli e mi segavo, lei allungava la lingua per volermi leccare le palle, la facevo fare, ma ora avevo solo un obiettivo: sborrare.

La sua lingua sulle palle vedevo che stava andando sempre più giù, allora capii subito le sue intenzioni, la presi per i capelli, la guardai e le dissi: “Vuoi essere usata come si deve, troia? Bene. Leccami il buco del culo!”

Lei sorrise, ormai faceva tutto quello che volessi, era eccitata come non mai e pronta ad ogni mio desiderio.

Mi girai di schiena verso di lei e mi piegai in avanti, lei apri il mio culo con le mani e con quella linguetta adolescenziale inizio a lapparmi il buco del culo.

Mammamia che brivido!

Continuava a leccare, mi spingeva la lingua dentro, era proprio vogliosa.

Io nel frattempo mi segavo e la insultavo: “Sei solo una troia. Tuo padre lo sa che ti fai scopare la gola e lecchi il buco del culo ai maschi?”

E lei continuava a leccare, me lo aveva completamente bagnato con tutta la saliva che aveva.

Io stavo impazzendo ed ero vicinissimo a venire. Mi segavo in maniera furiosa e rabbiosa.

Le dicevo: “Le troie come te sai dove vanno sborrate?”

E lei staccandosi dal mio buco, con la voce più ingenua di questo mondo: “No, dove? Dimmi” e tornava ad infilarmi la punta della sua linguetta nel culo.

Io, ormai ero a limite: “Le troie come te vanno sborrate in faccia. E’ quello che ti meriti”

E lei: “Siii, che bello!”

Basta. Ero finto, non potevo resistere un secondo di più con quel trattamento.

Mi giro davanti a lei, lei apre la bocca e tira fuori la lingua e con una mano mi massaggia le palle in maniera leggera, le sfiora solo.

Poi con l’indice della mano destra va sotto le palle ed arriva al buco del culo e mi infila una falange dentro. Ormai era ben lubrificato dalla sua saliva, quel gesto è stato il colpo di grazia definitivo.

Uno schizzo violentissimo parte dal mio cazzo e le finisce tutto in faccia, la sporca dai capelli fino al mento, poi altri getti forti, potenti, cattivi, rabbiosi, ne ho contati almeno 10, gli ultimi via via meno potenti.

Mai avuto un orgasmo del genere, così intenso e con così forza! Ho schizzato fuori anche l’anima.

Lei è completamente imbrattata di sborra, ne ha ovunque, schizzi sui capelli, sugli occhi, sulla fronte, mento, guance e ovviamente anche in bocca e lingua. Non ce la fa neanche ad aprire gli occhi per quanta sborra ha addosso.

E’ bellissima.

Io sono ancora lì che tremo per il fortissimo orgasmo e lei mi prende il bocca il cazzo e lo pulisce completamente, ingoiando tutta la sborra che aveva in bocca e sulla lingua.

Poi sorride soddisfatta.

Io sono incredulo.

Sono svuotato, una ragazzina appena maggiorenne mi ha distrutto.

Lei ha ancora gli occhi chiusi dalla sborrata e mi dice: “Wow! Ma quanto hai sborrato?”

Io non riuscivo a parlare, ma vedevo la sborra che iniziava a colarle addosso, filamenti bianchi sul suo seno, altre gocce che finivano sulle sue cosce, schizzi anche a terra proprio davanti a lei.

Mi avvicino, la prendo per i capelli, lei forse pensava che le volessi dire qualcosa di carino, invece le dico: “Pulisci a terra, troia” e la indirizzo verso la macchia biancastra sul pavimento della sua cameretta. Lei, ancora impossibilitata ad aprire gli occhi per la sborrata, si fa guidare da me che la spingo a terra, come una cagna, come una troia, e da brava lecca tutta la sborra da terra, la succhia rumorosamente, vuole farmi sentire quanto è troia e quanto è pronta ad essere usata per tutta la notte.

E questa è un’altra storia.

Se ti piace il racconto scrivimi su posix1001@gmail.com

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