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Racconti Erotici Etero

Il compleanno

By 8 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

In questi giorni compirò gli anni. Come sempre, intorno ai quaranta, si cominciano a tracciare bilanci. Non è un gran periodo per me: sono preso da troppe preoccupazioni e non ho un rapporto che mi soddisfa.
Decido, come per il mio compleanno di regalarmi una crociera dall’altra parte del mondo, dove adesso c’è il caldo. Decido di andarci comunque, anche se non dovessi trovare una compagnia femminile adatta; cosa che puntualmente accade. Benissimo andrò da solo, d’altra parte non è la prima volta che giro il mondo da solo trovando via via i miei compagni
di viaggio. Certo una crociera può essere una noia mortale, ma è un rischio che voglio correre. I primi due giorni in assoluto relax, mi consentono, godendomi il sole, di guardarmi intorno. Ci sono alcune persone interessanti, ma sembrano tutte già accoppiate, come questi due ragazzi di fronte a me che ridono spesso e che si scattano foto di continuo. Lei è davvero molto bella con un costume da bagno che a stento riesce a contenere il suo seno e che mostra un corpo ben fatto.
Poi, quando sono vicini a me, lei mi si avvicina e con una voce gentile mi chiede se posso scattare una foto ad entrambi. Molto volentieri mi presto a questa operazione. Loro assumono una posa buffa e divertente.
Sono davvero due bei tipi, mi sono simpatici. So quanto sia difficile, quando si è in viaggio in coppia, avere foto con tutt’e due presenti.
Di solito uno scatta e l’altro sta in posa, oppure ci si scatta foto con il “selfie”, ma i risultati non sono sempre all’altezza delle aspettative.. Dico a loro, quindi, di approfittare per farsi scattare altre foto. Poi ci presentiamo, lei si chiama Giuliana e, scherzando, mi dico disponibile a far loro da fotografo ufficiale anche in futuro a prezzo modico. Lei ride leggera, mi piace proprio. Poi a guardarla meglio, riuscendo ad andare oltre gli occhi magnetici ed il seno che immagino meraviglioso, mi accorgo che è davvero una favola. Andiamo al bar e chiacchieriamo a lungo. Dopo un po’, dal momento che sono solo, mi invitano a cenare con loro quella sera.
Accetto volentieri. Decido di aver preso troppo sole e, dopo esserci dati appuntamento per cena, rientro in stanza. Anche Giuliana va via, mentre il marito rimane a prendere ancora un po’ di sole. Un riposino, una doccia rigeneratrice e sono pronto per cena. Arrivo in sala, loro non sono ancora arrivati e sorseggio, quindi, un aperitivo. Dopo qualche minuto eccoli. Le persone in crociere hanno particolari abitudini: si sta tutto il giorno in costume da bagno, ci si incontra in costume, ci si conosce in costume e poi la sera ci si veste eleganti; ma quella che ho davanti ai miei occhi è una visione suprema e supera ogni mia immaginazione. Giuliana è semplicemente splendida! La sua toilette mi lascia esterrefatto: ha i capelli raccolti, indossa un abito da sera nero e lungo, senza maniche e scollato, il tutto su due tacchi alti, ma non eccessivi. Resto senza parole, balbetto qualche complimento e subito mi sento inadeguato nel mio abbigliamento sportivo. Per fortuna Il marito indossa un vestito elegante ma casual.
Superato il mio impaccio iniziale, la serata scorre leggera e
divertente. Parliamo del mio compleanno e di come abbia deciso di festeggiarlo con questa crociera. Loro mi raccontano un po’ della loro vita. Io, per quanto provi a fare l’indifferente, non ho occhi che per Giuliana. Tutto mi attira di lei, non solo la generosa scollatura che, ogni qualvolta lei si china in avanti, mi lascia intravedere il suo seno, ma il suo viso dolce, le sue espressioni, il suo profumo. Certo siamo strani, la sua scollatura, per quanto generosa, non mi lascia vedere più di quanto non abbia già visto nel pomeriggio con lei in
costume da bagno, ma è la situazione ad essere diversa: adesso la immagino senza reggiseno e fantastico di potervi infilare la mano. Dopo cena si balla: non è proprio il mio forte. Li guardo ballare e i movimenti di Giuliana mi eccitano ancora di più. Poi insistono perché balli anch’io e mi lascio trascinare in un lento. La stringo fra le mie braccia. Finalmente! Chiudo gli occhi e mi lascio andare: la mia eccitazione trova il culmine, anche perché stringendola ho avuto la conferma di quanto avevo immaginato: è decisamente senza reggiseno!.
Sento anche i suoi capezzoli da sotto la camicetta! Dovrei scostarmi prima che lei si accorga di quanto sono eccitato ma Giuliana non fa una piega, allora mi appoggio ancora con più intenzione. Poi il momento magico finisce con la fine del ballo. Terminiamo la serata ritirandoci nella nostre stanze. L’indomani mattina ci troviamo ancorati nel porto di una città: è prevista un’escursione per visitare il luogo; siamo già d’accordo per andarci insieme, ma a colazione il marito mi informa di
non sentirsi bene: sicuramente ha preso troppo sole ieri. Deve
assolutamente stare a riposo. Mi prega quindi di accompagnare Giuliana nell’escursione, poi ci saremmo rivisti tutti insieme la sera a cena.

Non posso fare a meno di esultare violentemente dentro di me.
Giuliana è vestita con una ampia gonna sul ginocchio ed una camicetta di jeans aderente.
Scesi a terra, seguiamo come tante formichine la guida che ci porta in giro. La cosa non mi piace e anche Giuliana sembra insofferente ad essere considerata una formica, quindi decidiamo di allontanarci da soli: forse non vedremo tutti i monumenti, ma vedremo quello che pare a noi. Giriamo in lungo e in largo, poi mi sembra quasi naturale e spontaneo prenderle la mano. Lei non si sottrae e, quindi continuiamo
il nostro giro con quel contatto che già mi fa sentire in paradiso.
Andiamo a pranzo in una trattoria; io mi siedo vicino a lei sempre mano nella mano, poi porto la sua mano sulla bocca e la bacio ripetutamente, infine mi avvicino alle sue labbra e la bacio. Un bacio lungo e dolce che solo il cameriere, venuto per le ordinazioni, riesce ad interrompere. Durante il pranzo, la mia mano si ferma timorosa sulla sua gamba, liscia e vellutata contemporaneamente. Provo a guardare la sua reazione. Lei capisce i miei timori, mi sorride, si avvicina e mi bacia, posando contemporaneamente la sua mano sui miei pantaloni e
cercando dall’esterno il mio uccello non ancora al massimo: “Cos’è ieri sera ti piacevo di più?” mi dice ridendo.
Coperto dalla tovaglia, faccio allora salire la mia mano fino alle
mutandine che scosto; finalmente accarezzo la peluria che circonda il paradiso, poi con la mano cerco la porta e con un dito entro, trovandola già bagnata. Vorrei prenderla lì subito, ma lei, più saggia di me, mi riporta alla realtà: qualcuno già ci guarda. Pago il conto e scappiamo via cercando un vicolo non frequentato, ma è un rischio non conoscendo le regole di quel Paese: se ci vedesse qualcuno potremmo passare dei guai. Ci baciamo comunque ed io, malgrado la sua opposizione, riesco a sbottonare un po’ la sua camicetta, incontrando subito le sue tette, poiché non porta reggiseno. Io ho già perso la
testa e sarei pronto a tutto, ma ancora una volta è lei a fare la
saggia: “No, non si può e poi io sono preoccupata per mio marito, vieni torniamo sulla nave.” Gelato da queste parole provo ad oppormi, ma Giuliana sembra irremovibile, dicendo, giustamente, che è troppo pericoloso.
Tutto mogio la seguo sul taxi che ci condurrà a bordo e lei, forse per consolarmi, fa scivolare sulle nostre gambe uno scialle che ha comperato al mercatino, poi infila una mano, tira giù la zip dei miei pantaloni e prende a massaggiarmi l’uccello.
A questo punto al culmine dell’eccitazione, visto che è ancora presto, le propongo di ritornare alla trattoria di prima: ho visto che ha delle stanzette e potremmo starcene un po’ per i fatti nostri, senza destare scandalo, tanto lì non ci conosce nessuno. Adesso è lei ad essere titubante. Insisto e, infine, lei decide di seguirmi.
Giunti alla trattoria, riusciamo a farci capire e, senza troppe
domande, ci consegnano la chiave di una stanza. Saliti su non le do neanche il tempo di posare la borsa.
La stringo subito a me, forse anche con troppo impeto. Ci baciamo questa volta senza timori; poi le sbottono deciso la camicetta ed ammiro il suo seno che avevo a lungo immaginato. Mi ci avvento baciandolo e tormentandole un capezzolo. Poi mi inginocchio e le slaccio la gonna che dolcemente scivola ai suoi piedi. Infine le sfilo le mutandine.
Ora lei è davanti a me, completamente nuda ed è uno spettacolo che non potrò mai più dimenticare.
Lei è sempre in piedi con le braccia distese, a gambe leggermente divaricate e sembra godersi tutte quelle attenzioni, con me in ginocchio davanti a lei. Poi le allargo un po’ le gambe, ed infilo la lingua nel paradiso. Lei adesso si scuote e sembra godere. Poi mi fa alzare, e inizia a togliermi gli abiti da dosso. Adesso che sono nudo anch’io, prende il mio uccello in mano e riprende ciò che aveva dovuto interrompere in taxi. Poi si inginocchia e prende il mio uccello in bocca. Sono fortemente eccitato e dopo poco sento che potrei già
venire, ma lei se ne accorge e con bravura riesce ad evitare che ciò avvenga. Sono in estasi e sono completamente in balia sua. Poi mi scosto e, mentre lei è sempre inginocchiata, le vado dietro. Le osservo il culo che è uno spettacolo unico. Lo adoro! Il suo meraviglioso culo mi attira come il cioccolato, così vi affondo la mia faccia sopra ed infilo un dito nel buchetto. Giuliana ha un sussulto.
Continuo. Poi, spinto da un’idea irresistibile, avvicino l’uccello al
suo buchetto, quindi lo allargo con le mani e provo a far scivolare il mio uccello dentro. Giuliana sembra opporsi, ma io provo a continuare.
A questo punto Giuliana si rilassa, si posiziona meglio e lascia che il mio uccello entri nel suo culo. Adesso, superate le resistenze iniziali, Giuliana adesso sembra molto eccitata da questo gioco e, infatti, viene dopo poco, quasi gridando. Poi mi dice che può bastare ed io vengo via da quella meraviglia. Giuliana, forse stanca, si sdraia sulla schiena. Così io entro dentro il suo paradiso. Dopo pochi colpi sento che lei sta venendo di nuovo ed allora accelero, venendo insieme
a Giuliana. Poi lei mi fa “Buon compleanno. Spero che il regalo ti sia piaciuto.”
“Non ne ho mai ricevuti di migliori – rispondo io – il problema è che, dopo averti conosciuto, non potrà più essere come prima per me, ti voglio ancora, ti voglio più di prima”.
Quando abbiamo la forza di riprenderci ci accorgiamo di aver fatto tardi, per cui di corsa con il taxi rientriamo.
Le chiedo un altro regalo di compleanno e lei, dopo aver pensato un attimo, si sfila con decisione gli slip e me li consegna.
” Così penserai un po’ a me.”
La corsa per fortuna dura poco.
Arrivati sotto la nave, Giuliana infila un piede sulla ripida scaletta che porta a bordo, ma il tacco si incastra. Alcuni marinai si avvicinano per portare aiuto e così si accorgono dello spettacolo di Giuliana senza mutandine. Nessuno sembra avere fretta tutti intenti come sono a godersi quell’inatteso spettacolo. Poi, finalmente uno sale deciso verso di lei, si mette ad armeggiare con il tacco e nel frattempo non si perde la meraviglia della sua passera così vicina, profumata e allettante.
Saliti a bordo Giuliana mi invita a seguirla nella stanza per
controllare come sta il marito, ma io declino l’invito, preferendo
andare nella mia stanza e le do appuntamento per la cena. Dopo la doccia, Giuliana mi telefona pregandomi di raggiungerla nella sua stanza. Preoccupato che il marito avesse capito qualcosa, mi precipito.
Mi apre Giuliana che mi informa che il marito deve scendere a terra, in quanto non potrà continuare il viaggio (non è nulla di grave, ma deve riposare), ma assolutamente vuole che lei, invece, lo continui.
Naturalmente lei si oppone con tutte le forze, ma lui è
irremovibile “tanto poi – dice – la nave fra una settimana ripasserà e io risalirò a bordo, è inutile rovinarsi la vacanza in due, divertiti tu, almeno”. Poi rivolto a me “Te la affido, mi raccomando, trattamela bene e fa’ che si diverta.”
Più tardi il medico di bordo ci conferma che la situazione è
assolutamente tranquilla e che è solo a scopo precauzionale che viene fatto scendere, non c’è nulla, quindi, per cui preoccuparsi, sarà trattato, a spese dell’organizzazione, come un pascià in una clinica di lusso.
Rinfrancati, ripensiamo al lato piacevole di quel brutto
imprevisto: “se esiste il fato – dico – ha deciso di darci una mano; adesso tuo marito ti ha affidato a me ed io, come ho promesso, devo fare in modo che tu ti diverta: vedrai passeremo il più bel capodanno della nostra vita!”

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