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Il controllo dei requisiti…

By 6 Luglio 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Sonya andò in America perchè era stanca del sesso che faceva in Italia. Non che i ragazzi che aveva avuto non fossero bravi, ma lei voleva qualcosa di più. Godeva ad essere sottomessa e umiliata, voleva che la riprendessero mentre si faceva umiliare, adorava sentirsi chiamata troia, essere legata e trattata come un oggetto.
Ma non poteva farlo in Italia, aveva paura di essere riconosciuta, di rimetterci la faccia… perciò era andata in Sud America.

Aveva trovato rapidamente un gruppo di uomini che facessero al caso suo, su un sito, e una volta lasciato il suo recapito.
Una volta arrivata all’ Hotel Plassa non aveva neanche disfatto le valige, si era fatta una doccia depilandosi completamente, come era stata invitata a fare dall’uomo con cui aveva parlato al telefono. Lui sembrava essere un addetto all’organizazione, le aveva anche dato delle indicazioni su come vestirsi -nulla di stravagante, calze autoreggenti, tacchi alti una mini attillatissima che lasciava intravedere il suo bel culo rotondo, stretto in un minuscolo perizoma. Sopra una camicetta leggera, e dei copricapezzoli neri al posto del reggiseno.
Un uomo, che diceva di chiamarsi ‘Patrick’ venne a prenderla in auto appena fuori dall’Hotel.
-Miss Sonya?
Chiese, spogliandola con gli occhi.
-Sono io. Ho seguito tutte le indicazioni
rispose, con lo sguardo basso per l’imbarazzo.
-Sono Patrick, l’autista del club. Sono qui per portarla alla nostra sede… ma prima dovremmo fare un controllo. Devo assicurarmi che lei possegga tutti i requisiti richiesti.
Sonya era stupita, non le avevano detto che ci sarebbe stato un controllo.. ma non poteva tirarsi indietro.
-Na…naturalmente…
-Bene. Ritorni nella sua camera, prego… Io e i miei colleghi arriveremo in un attimo.
Colleghi??
Sonya iniziava ad essere agitata, ma comunque tornò in camera e si sedette sul letto, badando di lasciare la porta aperta.
Pochi minuti dopo entrà Patrick accompagnato da due uomini: erano entrambi alti quanto lui, ma l’uomo alla sua destra, un afroamericano, aveva le spalle larghe almeno il doppio.
L’uomo alla sua sinistra, invece, era piuttosto esile, più anziano dei primi due -doveva avere almeno quarantacinque anni-. Poco curato, con i capelli lunghi e una barba incolta.. a Sonya non piaceva per nulla. In più aveva in mano una piccola telecamera.
-Prego- disse Patrick, mentre l’afroamericano si sedeva sul letto
-Si sieda e apra le gambe.
Sonya si sedette, ma poi esitò. Era stato molto facile guardare video e fantasticare, ma ora che si trovava davanti quei tre uomini non riusciva ad eseguire gli ordini facilmente come immaginava.
Prima che potesse riprendersi da quei pensieri si sentì afferrare per le braccia e trascinare al centro del letto: il nero la tirò addosso a sé e le aprì le gambe con forza.
L’uomo più anziano accese la telecamera e iniziò a filmare, mentre Patrick si chinava e le scostava il tanga.
Passò un dito, facendolo scorrere dal clitoride fino all’ano, poi iniziò a far pressione fra le labbra finchè queste non si schiusero. L’indice e il medio penetrarono nella sua vagina già bagnata.
-E’ eccitata?
Chiese, impassibile come sempre.
Sonya era sull’orlo delle lacrime, ma annuì.
-Molto bene. Si tolga la camicetta, si volti e faccia un pompino a Lucas mentre io controllo la dilatazione del suo sfintere.
Adesso tremava come una foglia, ma obbedì: si voltò, si mise in ginocchio sul letto e si trovò davanti il cazzo del nero, pieno di venature.. era davvero grosso, sembrava pulsare.
Aprì la bocca e iniziò a leccargli il cazzo, mentre il terzo uomo le riprendeva il viso.
-Alza gli occhi bambolina… fai la tua migliore faccia da cagna, dai… spompinalo per bene mentre guardi la telecamera.
Sonya guardò l’obiettivo, ma in quel momento una mano sulla sua testa la spinse giù facendo affondare tutto il cazzo fino in gola.
-Hahahaha! Hai visto che ragazzina? Oddio, ha anche le lacrime agli occhi.. più veloce, troietta!
Urlò Lucas mentre, tenendole i capelli muoveva la sua testa facendo affondare il suo grosso cazzo nella sua boccuccia.
D’un tratto Sonya semtì il tocco di Patrick che si faceva più forte, finchè il suo sfintere non si dilatò.. il culetto iniziò a bruciarle mentre l’uomo infilava lentamente il pollice nel suo culo.
-Hai mai fatto sesso anale?
La bocca di Sonya adesso era occupata anche dal cazzo del cameraman, adesso i due si alternavano mentre la prendevano a schiaffi
-La puttanella fa segno di no…
Sonya riuscì a liberare la sua bocca, aveva il viso coperto di saliva e sborra.
-No… lì sono vergine, però ogni tanto ci metto un dito dentro mentre mi masturbo, ma solo quello
ansimò.
-Bene… sarà un piacere sfondarlo!
Rise il nero. Sonya si trattenne a stento dal piangere
-No.. per favore, questo cazzo è troppo grosso!
-Tranquilla, cagnetta!
Esclamò Carl, il cameraman
-Il tuo buco stretto ce lo riserviamo per quando arriviamo al club!
-Adesso basta, ragazzi, abbiamo già controllato. Vai a lavarti, rivestiti e poi raggiungici in macchina.

Rapidamente se ne andarono, e Sonya rimase sola sul letto coperto da sperma. Raccolse i cuoi vestiti, fece una seconda doccia e si rivestì.
Una volta uscita fuori entrò nella grande auto rossa che la aspettava lì fuori.
I tre uomini, impassibili la aspettavano, e appena lei fu salita la macchina partì… Il viaggio in auto non durò molto. Dopo quello che le era successo in albergo, Sonya aveva paura che i due uomini che la strongevano fra loro le mettessero improvvisamente le mani fra le gambe e ricominciassero a fotterla. Le venivano brividi freddi solo a pensarci…era stato così facile in chat, ma ora… ora..!
Ma i due uomini non fecero nulla, si limitarono a stare lì nei loro eleganti completi. Solo Carl, il più vecchio, ogni tanto si girava e le lanciava laidi sguardi dal sedile davanti.
Sonya avrebbe voluto prenderlo a schiaffi, le faceva schifo l’idea che un vecchio si eccitasse e ci provasse con una ragazza tanto più giovane eppure, in chat, aveva dichiarato che essere sbattuta da uomini più anziani di lei -meglio se brutti e maniaci- era fra i suoi desideri.
D’un tratto Lucas si mosse e lei ebbe un sussulto, strinse le gambe e chiuse gli occhi, per paura di sentire il suo grosso dito entrarle nella fighetta ancora sconvolta, ma l’uomo stava semplicemente abbassando il finestrino. Quando Sonya rilassò i muscoli delle gambe l’aria condizionata si insinuò fra esse e lei si rese conto di essersi oscenamente bagnata al pensiero di quello che i due avrebbero potuto farle… e più Carl la guardava, più lei si arrabbiava, più la sua vagina sgocciolava umori.
Fu presa da una nuova paura: che avrebbero detto quando lei si sarebbe alzata? Accorgendosi del lago che stava lasciando sul sedile l’avrebbero punita… forse sculacciandola? Oppure mettendole qualcosa di grosso nel culo, ecco, l’avrebbero obbligata a sedersi sul cambio dell’auto… ecco perchè non l’avevano aperta prima! A quei pensieri la ragazza arrossì nuovamente.
Ma quando la macchina si fermò davanti ad un bel villino nel quartiere bene della città, non accadde nulla. Scesero tutti e quattro dalla macchina, e si avviarono in silenzio verso la porta. Venne ad aprire un uomo con una bella vestaglia vinaccia, che salutò gli altri tre con un cenno gentile e poi strinse la mano a Sonya, non prima però di averla squadrata senza pudore.
-Lieto di conoscerla, sono Mathias O’Leandes. Per lei, Signor Mathias, o Miste Mathias, come preferisce. Mi perdoni se la guardo così ma sa… deformazione professionale…
Gli altri tre accennarono un sorriso, Sonya non capì la battuta.
La fecero entrare nella bella casa, arredata senza sfarso ma con molto gusto, giunsero davanti ad una porta chiusa.
-Signorina, devo chiederle nuovamente se lei è del tutto consenziente ed è sicura di quello che vuole fare.

Chiese, serio l’ultimo arrivato
-Si…si, certo- rispose Sonya con voce incerta – ma ho già firmato i moduli on-line..eccoli, li ho qui..- aggiunse, porgendoli all’uomo.
-Capisco, però sarebbe gentile ripetere questo davanti alla telecamera?
La ragazza obbedì.
Bene.. adesso possiamo farla entrare.

Si ritrovarono in questo salottino, c’era una sedia al centro davanti alla quale era collocato un grosso divano in pelle marrone, sul quale erano seduti uomini di tutte le età… grassi, magli, eleganti, Sonya ne individuò un paio molto attraenti, ma vide anche un uomo molto, molto vecchio e dimesso al punto da sembrare quasi un barbone. Dietro al divano, su un treppiede, era sistemata una videocamera.
Erano una dozzina, aspettavano qualcosa, e quando il gruppetto entrò tutti gli occhi furono puntati su Sonya, sulle sue gambe, cercarono di entrare con lo sguardo nella scollatura, sotto la mini.. lei abbassò lo sguardo, ma stavolta non avrebbe pianto.
-Adesso- disse Mathias, mentre si sedeva su una poltrona -Le verranno poste alcune domande… si sieda sulla sedia, risponda guardando la telecamera… ignori i signori qui presenti- aggiunse quando qualcuno, dal divano urlò -Facci vedere la fregna!!! Togliti il reggiseno, troia!- tra le risate d’approvazione degli altri.
Sonya eseguì arrossendo. Si sedette, fissò la telecamera.
-Bene…allora, quanti anni ha, Sonya?
-Ne ho ventuno
-Cazzo! Così giovane e vuole già farsi sfondare il suo culo!!
-Sentirai che mazze, ragazzina!!
Mathias ignorò i commenti degli uomini… Sonya intuì che erano soci paganti del club.
-Perchè è qui? Cosa cerca esattamente?
-Io…vorrei, ecco, esperienze sessuali diverse.
-Sia più chiara.
Sonya abbassò lo sguardo
-Vorrei essere sottomessa.. umiliata.
-Alzi gli occhi e lo ripeta ad alta voce!
la ragazza guardò la telecamera
-Voglio essere sottomessa e umiliata da uomini, donne, di qualsiasi età ed estrazione sociale!
-Oh, ma come parla bene.. secondo me lecca cazzi ancora meglio!
-Molto bene. Adesso, entriamo nello specifico dell’umiliazione. Inizi ad elencare i suoi desideri… e apra un po’ le gambe, per la telecamera.
-Ecco… io vorrei, mi piacerebbe essere legata e maltrattata. Mi piace…
la voce sembrava non voler uscire, anche perchè diversi fra gli uomini sel’erano tirato fuori e iniziavano a menarselo mentre la fissavano con sorrisi lascivi
-Mi piace quando mi trattano come un oggetto e come una cagna… voglio che mi facciano guaire, che mi mettano al guinzaglio…vorrei
-Vorresti tre cazzi nel culo tutti insieme, vero troia???
La ragazza li ignorò, ma Mathias le ordinò di rispondere.
-Si. (dal divano si levarono urla e risate) Voglio essere toccata da più uomini…da tanti uomini, tutto insieme, voglio sentirmi il loro giocattolino sfruttato fino alla fine…. vorrei sempre essere sporca di sperma e abbandonata per terra quando sono stufi di me. Mi piace quando sento tante mani che mi assalgono e che… che mi toccano la cosina e… e poi trovarmi tanti cazzi tutti attorno, doverli soddisfare tutti.
Concluse, tremante.
-Apri di più le gambe, puttana!!! Vogliamo che il video sia il meglio!
-Esegua, Sonya. E si sbottoni la camicetta.
La ragazza ci mise un po’, le mani le tremavano… sentì lo zoom della telecamera e sperò che non si vedesse che si stava bagnando, nonostante la paura e l’umiliazione.
-Molto bene. Adesso continui , riferisca dell’ “en plein” di cui ci ha parlato.
-Ecco.. io riesco a venire solo se ciuccio qualcosa… in bocca mi piacciono i cazzi pieni di venature.
-Allora il mio lo adorerai! non vedo l’ora di sfondarti!
urlò un ciccione sui 60 anni
Sonya ebbe un’ispirazione
-Mi piacciono anche se…se hanno un cattivo odore, mi piace che mi obblighino a ciucciarli comunque. Mi fa sentire come una vera puttana.. E allora… allora, vorrei che qualcuno mi premesse la testa sul suo cazzo mentre mi fottono la passerina…e mi piacerebbe avere qualcuno dietro che mi sfonda il culo.
Adesso si sentiva il volto in fiamme, ma continuava a guardare l’obiettivo
-Mi piace avere tutti i buchi tappati…
Fischi dalla platea. Un ragazzino che non doveva avere più di diciotto anni prese un fazzoletto e si coprì il cazzo.. stava sborrando
-Bene, Sonya. Ama il bondage?
-Si, mi fa sentire una vera schiava… mi piace anche che mi si punisca con sculacciate e… e che mi si obblighi a comportarmi come una vera cagnolina
-Bene, allora ti faremo fottere dal mio pastore tedesco, cagna!!
Sonya era sull’orlo delle lacrime, ma stavolta continuò a guardare la telecamera.
-Adesso.. ci parli dei liquidi.
-Mi piace essere bagnata, anche solo di acqua prima del rapporto…soprattutto se sono legata..per essere umiliata al massimo.
-Se vuoi ti riempio quelle tettone di sborra!!! Troia!
-Si, mi piacerebbe moltissimo
la sua voce tremava, ma era sempre più bagnata.
-Adoro essere coperta di sperma, mi piace quando mi vengono in bocca in tanti e quando mi cola dalla… ecco, da tutti e due i buchini.
-E il pissing?
-Mi piace anche quello… vorrei…
-Alzi gli occhi, divarichi le gambe per far vedere all’obiettivo quanto si sta bagnango.
Sonia aprì le gambe, tenendosele con le mani, partirono ululati dalla platea quandosi vide il lago che c’era.
Piangendo, dichiarò
-Vorrei che mi pisciassero addosso per umiliarmi al massimo…. e che..
-Basta così. Non ci rovini l’attesa. Chi non è ancora venuto?
L’uomo del pastore tedesco, un uomo pompatissimo con un ridicolo taglio a spazzola alzò la mano per primo.
-Bene, Sonya, avvicinati a lui, inginocchiati e prendiglielo tutto in bocca. Chi vuole può fare foto e video.
La ragazza si avviò con passo tremante verso l’uomo, quando fu abbastanza vicina questi le afferrò la camicetta e la tirò giù in ginocchio. Molti bottoni schizzarono per la stanza, mentre con l’altra mano il pompato le premeva la testa sul suo cazzo
-E ora succhia!! Così tutto in bocca, voglio che arrivi a leccarmi le palle!
Sonya leccava il pene non molto lungo ma abbastanza largo per riempirle la bocca, il rossetto sbavava sul glande ogni volta che andava su.
Sentì che diverse mani la spingevano, affondandole il viso nel pube dell’uomo, tirò fuori la lingua a stento e gli leccò le palle depilatissime mentre il cazzo le riempiva la bocca del tutto. La saliva le scorreva anche fra le tette, mentre tornava su per leccare bene la cappella sentì lo scatto delle macchine fotografiche e il flash dei cellulari, ma continuò a leccare e a bagnarsi tra le cosce…
Lui le afferrò i capelli e la allontanò, mentre un copioso schizzo di sperma le ricopriva il viso, scorreva sulle guance
-Apri la bocca troia, adesso arriva il mio!
Sonya si trovò costretta in ginocchio, con la bocca aperta, mentre da altri quattro, cinque, sei cazzi partivano schizzi si sborra che cercavano di centrarle la bocca.

La ragazza nello specchio aveva la faccia piena di sperma, il trucco sfatto e la frangetta impiastrata. Sonya sentiva ancora il sapore del seme di tutti quegli uomini..si passò una mano sulla faccia per raccogliere le ultime gocce di sborra e portarle avidamente alla bocca, si ciucciava le dita per sentirne a fondo il sapore…e sentirsi ancora più una sporca cagna..
Si sarebbe masturbata, ma le avevano imposto una mutandina di ferro, una specie di cintura di castità.Volevano che l’orgasmo le fosse negato, perchè, aveva detto Mathias mentre la accompagnava in bagno, era importante che lei si sentisse davvero la loro schiavetta…

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