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Racconti Erotici Etero

Il dentista gioie e dolori

By 10 Ottobre 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Dal dentista ci andavo sempre due volte l’anno per la solita pulizia e ogni volta che vedevo Sonia la dottoressa, mi sentivo fremere. Quarantasette anni, ben portati, sposata ma divisa, due figlie che però vivevano fuori casa, rossa di capelli, 1,70 di altezza per circa 65 Kg. di peso, bellissime gambe, portamento altero, bel corpicino sorretto da magnifiche gambe, uno stupendo seno che era sicuramente una buona 4 misura, sempre allegra e pronta alle battute, sia con uomini che con donne.
Non riuscivo ad entrare in contatto con lei, dato che ci vedevamo 2 volte all’anno, non si trovava il tempo per allungare il discorso, oltretutto parlava solo lei, visto che la mia bocca era impegnata dalle sue mani per la pulizia. So che abitava a Milano ma non sapevo dove, solo una volta la vidi che camminava in centro a Milano ma io ero sul tram, scesi subito alla fermata successiva, tornai indietro ma della mia dottoressa più nulla, svanita nel nulla.
Succedeva spesso quando rientravo dalla seduta della pulizia che lungo tutto il tragitto del tram pensassi a lei, per poi una volta arrivata a casa tutti questi sogni si tramutavano in stupendi ditalini, non riuscivo a resistere, risentivo le sue mani sul mio viso, risentivo il suo profumo e finiva sempre alla stessa maniera, sdraiata sul divano a masturbarmi, persino quando ero con il mio amore (che sapeva tutto quello che provavo per Sonia) bastava che lui nominasse il suo nome e io mi eccitavo come se lei fosse stata lì con noi.
Ricordo una volta, ero la sua ultima paziente, mi disse, visto che pioveva, se l’aspettavo si sarebbe cambiata e mi avrebbe accompagnato a casa, non volevo disturbarla ma insistette tanto che accettai. Mi aveva fatto accomodare in anticamera e ‘
– si accomodi signora, il tempo di cambiarmi e poi la accompagno, così facciamo quattro chiacchiere
– faccia con comodo dottoressa, tanto non ho premura.
Si diresse nello spogliatoio lasciando la porta aperta tanto, disse, siamo tra donne, si tolse il camice restando in mutandine, ero seduta perché le gambe non mi avrebbero sorretto.
Durante il tragitto verso casa parlò sempre lei, io ero come inebetita, i miei occhi erano fissi sulla sua chioma rossa e sulla minigonna, riuscii a malapena a ringraziarla del passaggio e arrivederci alla prossima pulizia.
Ricordo che quella volta non riuscii nemmeno a masturbarmi tanta era la voglia ma più tanta era l’arrabbiatura con me stessa per non essere riuscita a parlare e magari sentire come la pensava in merito alla mia idea.
Più volte mi sono scoperta che passavo dal suo studio sperando magari di vederla e poterle parlare ma non ebbi mai la fortuna.
Un giorno mi capitò di conoscere una signora che le assomigliava (era venuta da me in ufficio per propormi del materiale nuovo) e visto che il suo ufficio era vicino al mio ci capitò di andare a mangiare un panino assieme e con il tempo si instaurò una buona amicizia, venni a scoprire che avevamo la stessa età e che anche lei non andava più d’accordo con il marito, unica differenza che non avevano figli.
Venne il giorno che dovevo fare la visita per la pulizia, mi decisi a mettere la minigonna, così quando sarei stata sul lettino forse mi avrebbe guardata con occhi diversi e forse sarebbe stata la volta buona per parlare di qualcosa di diverso, oltre ai denti. Arrivai in anticipo, così che ebbi modo di calmarmi e quando toccò il mio turno entrai nel suo studio e mi fece accomodare sul lettino.
– buongiorno carissima, come va tutto bene?
– Grazie dottoressa, anche lei?
– Dove andiamo, dopo la pulizia, forse a ballare?
Ebbi un tuffo al cuore non riuscivo a capire se scherzava o faceva sul serio.
– No, devo far compere per mia figlia.
– Scherzavo, però le sta veramente bene la minigonna, visto che ha delle belle gambe.
Così dicendo mi mise una mano sulle ginocchia e mi sentii svenire.
Poi prese il solito panno e mi coprì per evitare di sporcarmi e iniziò il lavoro, cercavo di fare caso se lavorava come sempre oppure se ‘
– veramente belle gambe signora, non guardo mai le donne ma questa volta non ho potuto farne a meno.
Era un soliloquio in quanto io non potevo parlare, potevo solo fare cenno con la testa o con gli occhi, cominciavo a sognare. Mi accorsi che più volte si soffermava con il braccio sul mio seno, poi quando ebbe finito dopo avermi ripulita prese il panno e inavvertitamente alzò anche un lembo della minigonna.
– mi scusi signora non volevo
– non importa dottoressa non &egrave niente.
Questa volta ero io in vantaggio perché ero calma mentre lei divenne rossa come i suoi capelli, già stavo pregustando un proseguo di colloquio e chissa forse?. Nulla mi salutò un po’ imbarazzata dandomi appuntamento alla prossima pulizia. Avrei dovuto sognare ad occhi aperti per altri sei mesi.
Quando arrivai a casa ero uno straccio, possibile che con tutta la lingua che ho non riesco a parlare con lei di altro se non di denti; domani mi sarei confidata con la mia amica Serena, le avrei raccontato tutto visto che anche lei mi aveva confidato cose particolari e scottanti.
Mi svestii e preparai la cena e nello stesso momento cercavo di mettere a fuoco il discorso che avrei fatto domani.
La serata continuò come al solito, mia figlia appena ebbe finito di mangiare scappò dal suo bello, mentre mio marito, come al solito si accomodava in poltrona a leggere il giornale e vedere la TV.
Come al solito, non sarebbe passato molto tempo, e poi si sarebbe addormentato, avevo perso la voglia anche di svegliarlo tanto non serviva perché avrebbe aperto gli occhi per 10 minuti e poi sarebbe sprofondato nel suo sonno. Incurante di tutto finii di riassettare poi andai in bagno e mi cambiai mettendomi qualcosa di leggero e comodo, presi un libro e andai in sala sedendomi comodamente sul divano, tutto per me.
Malgrado il libro mi interessasse, leggevo senza concentrarmi tre pagine poi tornavo indietro perché non avevo capito niente, decisamente non era serata per la lettura, la mia testa vagava su altri problemi.
Lui si alzò dicendomi che andava a letto perché era stanco e l’indomani avrebbe dovuto alzarsi presto, forse senza la sua presenza avrei risolto il mio problema, sarei riuscita a trovare il modo di impostare il discorso che avrei fatto a Serena.
Posai il libro, presi il telecomando e cercai qualche programma leggere che mi avrebbe permesso di vedere la TV senza troppo impegno e fu così perché in pochissimo tempo mi venne l’ispirazione, avevo trovato il modo come iniziare il discorso.
Mi alzai per bere, mi era venuta voglia di una pizza, passando davanti alla camera vidi che la luce era spenta e lui dormiva saporitamente, presi la birra in salotto, abbassai le luci e dopo essermi sdraiata sul divano iniziai a cambiare i canali alla ricerca di qualcosa di bello, certo avrei voluto vedere un bel filmino porno, ma non ne avevo, mi fermai su un programma di canzoni.
Durante una pausa uscirono i programmi delle serata e vidi che dopo le canzoni vi era un film, ottimo, dal titolo ‘ti amerò sempre’ mi sembrava indicato per la serata, leggero , sdolcinato e senza impegno. Decisi di alzarmi per andare in bagno, così mi sarei preparata perla notte in modo da non dover perdere tempo dopo la fine del film.
Tornai proprio nel momento che scorrevano i nomi dei partecipanti, mi rimisi tutta sdraiata pronta a gustarmi un mare di sdolcinature ma dalle prime inquadrature non sembrava così sdolcinato, anzi sembrava pieno di pepe, anzi peperoncino rosso, praticamente era una storia d’amore fra due amiche che si conoscevano sin da quando erano ragazzine con tutti i problemi annessi e connessi, con le loro prime volte, di tutto, compreso i conflitti con l’altro sesso sino a sfociare al rifiuto del maschio e quindi al loro rapporto lesbico.
Naturalmente si vedeva del nudo, molto casto, ma sufficiente per mettermi addosso una voglia terribile. Il giorno dopo incontrai Serena, durante la pausa pranzo le spiegai apertamente il problema e mentre mi addentravo sempre più al problema vedevo che la cosa le interessava.
– scusa Rossana, ma non ti &egrave mai capitato di desiderare una donna?
– No, non mi &egrave mai capitato, certo la guardo ma senza pensare di desiderarla
– Quindi mi stai dicendo che non hai mai provato?
– Sì, qualche volta con le mie amiche quando andavo a scuola, ci toccavamo, ci guardavamo, ma niente di più.
– ma allora cosa ti &egrave successo per cambiare idea o pensare di volere provare.
– Non te lo so dire, voglio dire non &egrave rifiuto al maschio, anzi, ma un desiderio di provare
– Ho capito, ma ci deve essere stato qualcosa che ti ha fatto venire il desiderio
– La storia &egrave un po’ lunga, tutto parte dalla mia dentista, una meravigliosa donna circa la nostra età, un bel corpicino e ‘
Qui cercai di spiegare, al meglio, la situazione: cosa provavo, cosa sentivo, quello che pensavo di lei, cercai, sin altre parole di darle un quadro più completo possibile in modo che potesse capire ed aiutarmi.
– vedi Rossana, a mio parere stai passando da un desiderio di provare a una voglia di farlo, probabilmente ti sono venuti in mente i giochino che facevi con le tue amichette.
– credo che tu abbia ragione, perché quando sono con Aldo (lei sapeva tutta la mia situazione familiare disastrosa e del mio amante) nel motel mentre facciamo i nostri giochini, il televisore &egrave acceso e trasmette film porno che mi eccitano meravigliosamente, ma quando vedo un rapporto lesbico devo farmi forza per non godere subito, mi bastano poche immagini per partire.
– Scusa ma ti ricordi sino a dove ti eri spinta con le tue amichette?
– Sino a prima di iniziare la cura dal dentista avevo dei ricordi, ma abbastanza offuscati, forse li ritenevo dei giochi naturali fra adolescenti.
– Forse lo pensavi, ma ora che ti sei accorta di desiderare la tua dottoressa sicuramente il tuo cervello &egrave andato a scavare fra i ricordi e ti saranno rifioriti gesti e parole che avevi messo in un angolo.
– Ricordo perfettamente un pomeriggio con la mia amica Carla, a quell’epoca avevamo 17 anni, quindi già formate. Eravamo sole a casa sua in quanto figlia unica e i genitori lavoravano, smettemmo di studiare e lei volle spiegarmi cosa le era successo alcuni giorni prima con una sua amica molto più grande 24/25 anni, lei stava dando ripetizioni di inglese, erano fianco a fianco. Carla aveva una minigonna (erano le prime che uscivano) molto corta mentre la sua amica al contrario l’aveva lunga sino alle caviglie, aveva notato che lei mentre spiegava la lezione aveva gli occhi incollati alle sue gambe e la cosa non la disturbava, anzi le piaceva e ‘
– Sai Carla che hai delle bellissime gambe
– Anche tu, certo oggi non si vedono ma le avevo notate altre volte
– Se vuoi ci togliamo le gonne andiamo in camera davanti allo specchio e vediamo che le ha più belle, tanto siamo sole e nessuno ci vede.
Fu così che andammo, ritrovandoci in mutandine ad ammirarci, le sue erano bianche con tanto pizzo e si vedeva un folto bosco nero, mentre le mie erano rosa e non si vedeva quasi niente anche perché non avevo molti peli.
Poi lei si avvicinò e mi mise una mano sulla passerina dicendomi ‘.
– avrai anche pochi peli ma la passerina &egrave molto gonfia, non dirmi che hai già provato la gioia del cazzo
– no, sono ancora vergine
– alla tua età non senti il desiderio di provarlo?
– Certo, ma ho paura
– E quando sei nel tuo lettino, tutta sola cosa fai?
Avendo con lei una buona confidenza non ebbi problemi a parlare.
Ultimamente mi capita di sdraiarmi, inizio a leggere un libro per poi finire che mi ritrovo senza mutandine, mi metto a pancia in giù, chiudo gli occhi e lascio che la mia mano vada a finire sulla passerina, mi tocco, dapprima con calma per poi accelerare e godo addormentandomi con il dito dentro.
– non hai mai provato a metterti, tutta nuda, davanti allo specchio e accarezzarti il seno per poi farti un ditalino?
– No non lo ho mai provato
– Ti piacerebbe provarlo?
– Non lo so, non saprei come iniziare
– Se vuoi te lo insegno
– Volentieri, tanto siamo fra donne.
– Allora, adesso tu stai ferma e faccio tutto io.
Rimasi in piedi davanti allo specchio mentre lei iniziava a spogliarsi rimanendo in poco tempo tutta nuda, ricordo che la guardavo con piacere e che sentivo un gran calore, poi lei mi venne dietro e mi sfilò il maglioncino, il reggiseno e infine anche le mutandine,, appoggiò il suo corpo contro la mia schiena, facendomi sentire il suo seno turgido, il calore aumentava e la voglia pure, mi fece aprire le cosce (vedevo la mia passerina con occhi vogliosi) poi mise le sua mani sul mio seno e lo accarezzò lentamente, brividi meravigliosi mi percorsero la schiena, mi sentivo tutta bagnata, volevo affondare il dito per mettere termine a questo supplizio, ma non avevo il coraggio.
La sua lingua stava percorrendo il bordo dell’orecchio facendomi aumentare la voglia, se continuava così avrei goduto senza toccarmi, poi il tormento aumentò perché prese a titillarmi i capezzoli.
– ora sei pronta, viene sdraiati sul letto e lascia fare tutto a me.
Ricordo, come se fosse ora, che mi aiutò a sdraiarmi, mi aprì le cosce e posò la mano sulla passerina ero tutta bagnata e non aspettavo altro che mi infilasse il suo dito, invece mi baciò sulla bocca e venni, non avevo mai provato una gioia così immensa, mi sembrava di essere sulle nuvole, mi abbandonai alle sue mani che stavano entrando dentro il mio corpo e in poco tempo ebbi un altro orgasmo, poi prese la mia mano posandola sulla sua figa e senza sapere cosa facevo entrai in lei e feci quello che solitamente faccio da sola e ella mi regalò gridolini e frasi di incitamento.
– ti prego non fermarti, ora sono io che non resisto, veloce, più veloce, sto godendo.
Diede un colpo di reni e le mie dita affondarono nel suo corpo facendola venire, era bellissimo avere un corpo di una donna tra le tue mani e sentire che lei dipende da te, puoi farla godere o soffrire più a lungo.
Ricordo che dopo essersi ripresa mi fece allargare di nuovo le cosce, chiusi gli occhi aspettando il suo dito, ma la sorpresa fu grande quando sentii i suoi capelli che sfioravano le cosce, aprii gli occhi appena in tempo per vedere la sua testa sparire e sentire la sua lingua che mi leccava, quella fu la prima volta che qualcuno mi faceva provare questo stupendo giochino, credo che non abbia impiegato più di un minuto e venni gridando tutta la mia gioia.
– tesoro la prossima volta che ci vediamo ti insegnerò come fare a durare più a lungo possibile e se lo vorrai mi leccherai la figa.
– Non ho mai provato, non so se mi piacerà, che sapore ha?
Mise due dita nella sua passerina, le tolse e me le infilò in bocca.
– succhia tesoro, senti che buon sapore.
Leccai avidamente era dolcissimo eccitante mi sentivo pronta, volevo provare subito. La feci sdraiare, le aprii le cosce e senza sospettare il suo consenso affondai la mia bocca e leccai, leccai, forse ero maldestra, ma la mia voglia ebbe il sopravvento sulla sua esistenza, perché mi sentii le sue mani sulla testa che la schiacciavano contro la figa, non persi nemmeno una goccia di quel nettare. Quella fu la prima e l’unica volta che feci all’amore con una donna, tranne nei sogni che perseguitavano dandomi la voglia di masturbarmi nel suo ricordo.
– vedi, disse Serena, che avevi un ricordo netto forse lo avevi nascosto per paura o per vergogna di aver fatto una cosa non normale, ma da come me lo hai raccontato, potrei scommettere che in questo momento sei tutta bagnata.
– &egrave vero Serena, come hai fatto a capirlo?
– Semplice, lo si vede dagli occhi, dalla lingua che continui a passarti sulle labbra come per risentire il sapore
– Ma allora vuoi dire che sto diventando lesbica?
– No tesoro stai entrando nel mondo di chi sa e vuole godere con tutto il corpo non importa se di donna o di uomo
– Scusa, allora vuoi dirmi che hai avuto anche tu questa esperienza?
– Certo, non disdegno un bel cazzo che ti entra dentro, ma l’amore tra due donne &egrave ancora più dolce, meno violento, anche se non mi dispiace quando un uomo mi mette alla pecorina e mi prende con forza sia davanti che nel culo, ma le mani delle donne sanno essere più dolci, ti fanno volare alto, molto in alto.
– Ti prego Serena, cambiamo discorso, sono veramente tutta bagnata, non vorrei macchiarmi la gonna.
– Perché cosa credi che io sia asciutta, perché dobbiamo tornare al lavoro altrimenti ti avrei chiesto di andare a casa mia e ci saremmo divertite.
– Se vuoi posso telefonare in ufficio e dico che non mi sento bene, se anche tu puoi?
Dieci minuti dopo eravamo sulla sua auto dirette a casa sua, fu un pomeriggio stupendo, lo facemmo in tutte le maniere, conosceva un sacco di pose che non a avevo mai provato, mi presentò una serie di vibratori che entravano da tutti i miei buchini e dai suoi non so quanti orgasmi avemmo, so però che a un certo punto le chiesi di fermarsi non avevo più ossigeno nei polmoni. Da quella volta nacque una grande amicizia, ci vedevamo tutti i gironi a pranzo e almeno 2/3 volte al mese o casa sua e a casa mia e ogni volta sperimentavamo nuove posizioni.
Ora ero veramente pronta per tentare l’attacco alla mia dottoressa. Un sabato mattina, mentre ero sola in casa arrivò la telefonata che aspettavo con ansia.
– buongiorno Rossana (era la prima volta che mi chiamava per nome) sono Sonia, la dentista.
– Buongiorno dottoressa, non l’avevo riconosciuta
– La prego non mi chiami dottoressa, sono Sonia.
– Buongiorno Sonia come sta?
– Bene Rossana grazie, le telefonavo per fissare la visita per la pulizia della sua bocca, pensavo a giovedì prossimo verso le 15, oppure venerdì verso le 17.00
– Se per Lei va bene preferisco venerdì, così anche se faccio tardi il giorno dopo &egrave sabato e non si lavora
– Per me va benissimo perché &egrave l’ultima cliente della giornata.
– Posso calcolare lo stesso tempo dell’ultima volta?
– No, sarà più lunga perché dobbiamo fare la pulizie generale
– Va bene Sonia ci vediamo venerdì
– Benissimo Rossana l’aspetto.
Appena ebbi chiuso la comunicazione dovetti sedermi perché avevo le gambe che mi tremavano, non si sembrava vero l’avrei rivista fra pochi gironi e quello che più mi attraeva era il dialogo che avevo avuto con Sonia, non credevo a quanto ci eravamo detto, mi sembrava impossibile di aver avuto un colloquio così interessante e a mio parere anche intrigante o almeno era quello che io avevo capito.
Appena mi fui ripresa telefonai a Serena per dirle la novità, volevo avere un suo parere.
– ciao Serena, tutto bene?
– Ciao Rossana, sì tutto bene, come mai mi hai chiamata &egrave scoppiata la guerra o hai vinto al lotto?
– Nessuna delle due cose, mi ha telefonato la mia dottoressa e dal dialogo che abbiamo avuto mi sembra che anche lei &egrave interessata a me, non vorrei sognare a occhi aperti ma voglio sperare che sia così
– Vuoi dire che ti ha detto che le farebbe piacere provarci?
– No, ma prima mi ha dato un appuntamento alle 15.00 e poi mi ha chiesto se andava meglio il giorno dopo ma alle 17.00 così sarei stata l’ultima paziente e poteva fare un lavoro più accurato senza problemi di tempo.
– Allora tesoro ti conviene metterti la minigonna e visto che fa caldo io non mi metterei neppure le mutandine, così avrai modo di farti vedere e capirai dalla sua reazione cosa si era prefissa di fare con te, se &egrave come penso la scioccherai e dovrà scoprirsi così capirai e avrai tempo di adeguarti alla situazione e potrai condurre il gioco come vorrai.
– Ma sai che ora, dopo aver parlato con te mi sono tranquillizzata, mi sento meglio, mi sembra di essere più calma.
– Tesoro vorrei che non ti dimenticassi che poi mi dovrai raccontare tutto
– Stai tranquilla, ci prenderemo mezza giornata di festa per noi
– Ciao Rossana a presto
– Ciao Serena, un bacio alla tua passerina
Mancavano ancora due giorni all’appuntamento e la temperatura cominciava a salire, cercavo di pensare a cosa avrei fatto e cosa ci saremmo dette, e quale reazione avrei avuto.
Alla sera del giovedì, dopo aver mangiato andai in salotto con mio marito a vedere la TV, poi verso le 11 lui si alzò per andare a dormire, attesi che lui finisse di lavarsi e poi andai in bagno e riempii la vasca, volevo prepararmi per bene a questo incontro, se poi non fosse successo niente pazienza avrei ritentato.
Ricordandomi di quello che mi diceva Aldo, ovvero che la passerina era più bella e interessante tutta liscia, mi rasai per bene e misi pure la crema per far sparire tutti i peli, alla fine del lavoro rimasi sbalordita era veramente intrigante, se mi fosse capitata di trovarne una uguale ci avrei perso delle ore a leccarla fino a farla diventare rossa.
Quando andai a letto presi il mio libro e lessi per un po’, la mia testa era altrove, allora decisi di spegnere la luce e dormire.
Al mattino quando mi alzai, i miei erano già usciti e io mi ero dimenticata di avvisarli che sarei tornata tardi, lasciai loro un biglietto dicendo dove ero, poi sicuramente li avrei sentiti per telefono.
Mi vestii come Serena mi aveva consigliata e uscii allegramente. Arrivata in ufficio mi ricordai come era vestita e cercai di prestare molta attenzione nei movimenti onde evitare qualche malignità, mi vidi a pranzo con Serena, e guarda caso era più nervosa di me.
Mangiammo con appetito poi un buon caff&egrave e iniziammo a parlare di tutto tranne di quello che sarebbe successo questa sera, poi di colpo abbandonò il dialogo e facendosi seria mi disse.
– non so cosa riuscirai a fare o a capire cosa fare, ma una cosa &egrave certa, vorrei essere io al tuo posto
– ma Serena, non mi hai detto che avresti provato anche tu?
– No Rossana non &egrave che io desideri provare quello che tu vuoi, &egrave che io ho già provato tanto tempo fa e ora mi &egrave tornata la voglia
– Perché non me lo hai mai detto forse ‘.
– Certo forse avremmo potuto farlo io e te, ma non avevo il coraggio, così come tu non l’hai avuto con la tua dottoressa.
Riguardammo negli occhi e scoppiammo a ridere eravamo tanto vicine e avremmo potuto farlo da molto tempo.
– vedi Rossana non posso e non voglio essere lesbica ma ogni tanto qualche peccatuccio, quando capita l’occasione, lo faccio, con te oltre al peccatuccio sarebbe stato stupendo visto che la pensiamo allo stesso modo.
Mi sfilai il piede dalla scarpa, lo appoggiai sulle sue ginocchia, lei ebbe un sussulto e mi guardò, io senza parlare le feci capire che doveva aprire le cosce, cosa che fece e quindi mi ci infilai e lei chiuse subito imprigionandomi.
– avevo paura a sbilanciarmi, ma ora non ci sono più problemi, troveremo il tempo per passare un pomeriggio in dolce compagnia
– certo Serena, ricordati solamente che sono totalmente inesperta e quindi mi dovrai insegnare tutto.
– Ma come farai questa sera, nel caso si facesse avanti la tua bella dottoressa?
– Non lo so, ma non avrò sicuramente vergogna a confermarle che non mi &egrave mai capitato, spero che capirà
– Sicuramente, non avere paura, se &egrave una cosa che desideri, vedrai che tutto ti verrà spontaneo.

Aprì le cosce, mi liberò il piede e ci alzammo per pagare e rientrare in ufficio, la salutai dandole appuntamento per l’indomani mattina, così le avrei spiegato tutto. Prima di uscire dall’ufficio andai in bagno per darmi una rinfrescata, poi sistemai la scrivania e uscii e visto che mancava poco alle 17 accellerai il passo.
– buonasera signora Rossana
– buonasera signorina, va tutto bene? La dottoressa &egrave già arrivata?
– No, non &egrave ancora arrivata, anzi mi ha telefonato dicendomi che tarderà circa mezzora e la prega di aspettarla.
– Allora vado a bermi un caff&egrave, così telefono a casa avvisando che tarderò.
– Come vuole signora
Uscii dallo studio e una volta arrivata in strada chiamai casa, così avrei avvertito del disguido e avrei aumentato il ritardo, così, se anche facevo tardi non avrei avuto problemi.
Camminai lentamente guardandomi in giro, forse aveva ragione Aldo, bastava guardare in viso, le gente e riuscivi a capire chi era, cosa voleva ecc. ecc.
Mi soffermai su un negozio di intimo, aveva esposto dei magnifici capi per donna, entrai, chiesi di provare delle mutandine con relativo reggiseno, la signorina mi fece accomodare in camerino per provarle, mi aiutò a togliermi il maglione, la camicetta e il reggiseno, provai quello nuovo e ebbi la soddisfazione che mi stava bene, soprattutto perché la commessa s’era adoperata per sistemarlo bene, anche se mi aveva fatto venire i brividi con le sue mani sul seno, o forse ero totalmente eccitata che qualsiasi cosa o persona che avesse toccato il mio corpo mi avrebbe dato i brividi.
Quando in ginocchio mi sfilò la minigonna il mio cuore smise di battere perché mi ricordai che ero senza mutandine.
La ragazza sfilò la gonna e la mia passerina bella depilata le capitò davanti ai suoi occhi che si dilatarono rimanendo con la gonna nelle mani.
– I miei complimenti signora &egrave bellissima, mi ha dato un’idea, visto che al mio fidanzato piacerebbe. Senza perdermi d’animo mi infilai le mutandine e mi ammirai.
– Perfetto signorina mi piacciono, lo compero.
– Mi aiutò a sfilarmele, rimanendo ancora una volta a ammirarmela.
– Baeto lui che questa sera si troverà la sorpresa
– Non sempre può essere un lui, alcune volte può essere anche una lei.
– Ha ragione signora non si può mai dire.
Fu così che mi accorsi che la commessa era diventata tutta rossa in viso e la lingua scorreva sulle sue labbra.
Mi rivestii, andai alla cassa e pagai.
Arrivata allo studio, mi dissero che la dottoressa non era ancora arrivata, ma che mancava poco, così mi sedetti, aprii il sacchetto per ammirare il mio acquisto, e fu così che mi ritrovai in mano un biglietto con un nome ‘Paola’, un numero di telefono e una scritta ‘non avevo mai visto una passerina tutta depilata, puoi insegnarmi come si fa’ attendo una tua chiamata. Se già ero eccitata, questa scoperta aumentò la mia voglia e cominciai a pensare come e quando avrei potuto chiamarla.
Ma i miei pensieri furono interrotti dall’arrivo di Sonia, pardon della dottoressa.
– buonasera signora, mi scusi del ritardo ma purtroppo ho avuto problemi familiari
– non si preoccupi, dottoressa, spero che non sia niente di grave
– no, fortunatamente nulla di grave, prego si accomodi.
Tolsi il soprabito mettendo in mostra una minigonna da brivido che enfatizzava due stupende gambe, e guarda caso dopo aver messo il grembiule non lo allacciò.
– vedo che abbiamo avuto la stessa idea, meno male che almeno non &egrave dello stesso colore (avevamo tutte e due la minigonna).
Mi mise il grembiulino di plastica sul petto in modo di non sporcarmi, mi accarezzò il visto, facendomi accelerare i battiti del cuore e ‘.
– allora come va, tutto bene?
Accese il riflettore, e fece scendere la poltrona sedendosi sul suo sgabello e il cuore ricominciò a correre, praticamente i miei occhi erano all’altezza delle sue gambe e potevo vedere benissimo le sue mutandine bianche di pizzo, si piegò in avanti verso la mia bocca mettendomi in mostra il suo balconcino prosperoso, con relativo reggiseno uguale alle mutandine e iniziò la pulizia della mia bocca.
Tutto quello che mi disse durante il lavoro erano solamente gli spostamenti che dovevo fare per rendergli il lavoro più facile.
Uno squillo del telefono
– mi scusi signora
– pronto, dimmi Carla (era la signora che riceveva i clienti)
– va bene Carla, se non vi sono più pazienti può andare, chiuda pure la porta tanto ho le chiavi, anzi spenga pure il computer tanto non mi serve.
Dopo poco tempo sentii il rumore della porta e il rumore delle chiavi che chiudevano, ora eravamo sole ma non avevo il coraggio di fare la prima mossa prese un altro grembiulino e lo posò sulla mia pancia e vi pose anche alcuni attrezzi che servivano per la pulizia.
– signora ora giri il viso tutto dalla mia parte così potrò pulire i denti in fondo.
Feci quello che mi aveva chiesto e nello stesso momento lei aprì di più le cosce dandomi la possibilità di vedere meglio il fondo e nello stesso momento nel prendere lo scovolino che aveva depositato sul mio ventre, si attardò con la mano tutta larga sul mio monte di Venere, facendomi impazzire e chiusi gli occhi assaporando un gran caldo.
– le ho fatto male signora?
Non potendo parlare, perché avevo il tubo aspira saliva in bocca, feci cenno di no sperando che cambiasse lo scovolino così avrebbe appoggiato ancora la mano. Ma così non fu.
– ora signora si sciacqui bene, mentre io trasferisco tutti i dati nel computer, poi controlliamo che tutto vada bene e inizieremo l’ultima parte e poi saremo libere di scambiarci quattro chiacchiere.
Il mio cuore riprese a battere forte, mi sentivo leggera e la testa mi girava.
– Dottoressa, mi dovrà scusare, ma mi sento la testa leggera lei si alzò di scatto e mi prese il polso.
– Niente di male signora &egrave normale rimanga ferma in questa posizione, le sposto l’inclinazione del lettino e vedrà che passerà subito.
Praticamente mi ritrovai con le gambe verso l’alto e la testa verso il basso, la gonna era scivolata mettendo in mostra ancora di più le gambe, ricordandomi che ero senza mutandine e cercai di coprirmi meglio.
– lasci fare signora, tanto siamo fra donne e nello studio non c’&egrave più nessuno, poi un bel paio di gambe si guardano volentieri.
Chiusi gli occhi, mi sentivo un fuoco tra le cosce, lei si avvicinò, mi posò una mano sulla coscia e accarezzandomi mi chiese se stava passando, le feci cenno di sì, ma senza aprire gli occhi, poi la sua mano iniziò a salire verso il mio paradiso, trattenni il respiro per la semplice ragione che mi tornò in mente che ero senza mutandine, e non avrei saputo cosa dire.
Aprii gli occhi, la guardai e
– sto meglio, dottoressa, forse sarebbe meglio che mi metta in piedi così che mi passa del tutto.
– No carissima, lei non si muova da questa posizione perché &egrave l’unica sistema per far affluire il sangue alla testa, e poi non c’&egrave premura non ho più nessun paziente anzi, intanto che lei si riprende, io mi cambio così possiamo fare quattro passi all’aria fresca e sarei più tranquilla sulla sua salute.

Ero arrabbiata con me stessa, avevo avuto un’occasione stupenda per rimanere sola con lei e la stavo sciupando, mentre pensavo a tutto questo, lei incurante della mia presenza si era tolto il camice rimanendo con la minigonna e il reggiseno.
– visto che fuori &egrave brutto quasi quasi mi metto i pantaloni visto che ne tengo un paio per le emergenze, cosa ne pensa signora?
– Penso che abbia ragione
Senza nessun problema lasciò cadere a terra la gonna mettendo in mostra le sue belle mutandine, che avevo intravisto, mi sentivo tutta bagnata e chiusi gli occhi per poter godere meglio la situazione poi sentii la sua mano che prendeva il mio polso per sentire i battiti.
Aprii gli occhi, avevo deciso che mi sarei alzata, non potevo continuare questo gioco, ma la sorpresa fu enorme nel trovarmi il suo inguine a un passo dal mio viso.
– ora richiuda gli occhi, lasci le mani sul lettino, io mi metterò visino alla sua testa e le farò un massaggio alle tempie, poi al collo, ai fianchi sino a finire sulle gambe e se dopo questo massaggio mi sarò accorta che tutto andrà bene, allora potremo rivestirci e usciremo.
Mossi la testa in segno di assenso, cercando di deglutire e chiusi gli occhi sognando le sua mani sul mio corpo.
Sentivo le sue dita, che mi stavano massaggiando le tempie, poi il lobo delle orecchie, poi il collo e il mento, poi si soffermarono sulle braccia, sentivo i brividi che partivano come fulmini per andare a scaricarsi dentro la mia passerina.
Ma il peggio doveva ancora venire, perché ora le mani stavano massaggiando i miei fianchi e un profumo di figa stava allietando le mie narici.
Aprii gli occhi e mi ritrovai la sua passerina a pochissima distanza dalla mia bocca, logico perché se le sue mani erano arrivate sui miei fianchi, voleva dire che si era distesa e quindi o smetteva e si spostava oppure fra poco mi sarei trovata la figa sul mio viso. Un lampo arrivò al mio cervello, aprii le cosce, così avrebbe visto che ero senza mutandine posai le mie mani sulle natiche e la tirai verso di me.
Una reazione a catena si scatenò, lei mi allargò le labbra e affondò la lingua nelle figa mentre io spostai le mutandine cercando di leccargliela, cosa che non riuscì in quanto erano strette
– non smettere, ti prego, strappale, rompile ma non fermarti.
Senza attendere altro strappai le mutandine che essendo di cotone cedettero e la sua stupenda passerina mi sorrise.
Non appena la mia lingua entrò, lei mi cadde addosso godendo, ma riuscendo a non fermare la sua lingua e quindi anch’io le regalai uno stupendo orgasmo.
Restammo sdraiate per un po’ di tempo, dandomi così la possibilità di ammirare anche un bellissimo orifizio, poi lei si alzò mettendo la poltrona in orizzontale.
– Rossana &egrave stato bellissimo, sai quanto volte ho sognato questo momento e quanto volte ho concluso il sogno masturbandomi.
– Vale anche per me la stessa cosa, sai quanto volte, sola nel letto sussurravo il tuo nome ‘Sonia’ (era la priva volta che dicevo il suo nome senza ‘dottoressa’) e lasciavo che la fantasia corresse e che le mie mani scivolassero sulle mie labbra già umide e affondassero dentro lentamente per poi aumentare sino a godere ripetendo continuamente il tuo nome.
– &egrave meraviglioso quello che dici, vuoi che andiamo di là sul divano così saremo più comode?
– No, ho un desiderio che mi fa impazzire e vorrei riuscire a esaudirlo.
– Dimmi, farò tutto quello che vuoi, qualsiasi cosa
– Ora mi alzo, mi spoglio completamente, e anche tu farai la stessa cosa, poi torno sulla poltrona l’abbasserai più di prima, in modo che abbia la testa tutta in basso e i piedi verso l’alto, poi tu ti metterai con le gambe aperte al massimo sopra il mio viso e ti abbasserai molto lentamente verso la mia bocca in modo che possa vedere la tua figa che si avvicina sino a quando potrò entrare con la lingua dentro il tuo corpo.
– Rossana &egrave meraviglioso, non avrei mai pensato che una poltrona potesse diventare un oggetto di goduria, solo al pensiero mi sento tutta bagnata.
– Perfetto così potrò succhiare il tuo nettare.
In un attimo ci togliemmo tutto quel poco che ci era rimasto, mise un asciugamano da bagno sulla poltrona (così non avrei sentito il freddo della plastica) e mi aiutò a sdraiarmi.
– Rossana sei bellissima, apri bene le cosce così ti potrò ammirare. Aprii lentamente le gambe accarezzandomi la passerina, ero tutto un fuoco, avrei voluto infilarmi un dito e stringere le cosce, ma non lo feci, volevo che Sonia si eccitasse al massimo
– Credo che la prossima volta ci troveremo a casa mia, così oltre ad avere una discreta attrezzatura per divertirci mi dovrai depilare, voglio che sia come la tua.
Pigiò il bottone e la poltrona iniziò a muoversi sino a raggiungere la posizione che volevo, avanzò verso il mio viso iniziando a scendere, il profumo si faceva sempre più intenso, poi aprì con le mani le grandi labbra, mettendo in mostra una clitoride magnifica e pronta per essere succhiata.
– lecca amore lecca, non farmi soffrire ti prego.
Appoggiai le mani sulle sue natiche e le allargai mettendo in mostra uno stupendo orifizio, trascurai volutamente la figa e leccai il culo.
– Rossana sei una porca, no lì non voglio, leccami la figa
Come se non avessi sentito continuai nel mio intento volevo vedere cosa succedeva, probabilmente non lo aveva mai provato. Ti prego Rossana fermati, leccami la figa.
Come mai se non lo voleva, continuava a dimenarsi mentre con una mano si stava masturbando e con l’altra si strizzava un capezzolo, le aprii più possibile l’ano e affondai la lingua fin dove potevo.
– Rossana, basta, sei una porca, che bello &egrave meraviglioso non ti fermare
Tolsi la lingua, puntai il dito che senza fatica entrò sino in fondo iniziando a muoverlo avanti e indietro spostai la sua mano dalla figa e iniziai a leccargliela, aveva un sapore dolcissimo.
– Rossana, non fermarti sto godendo sei una troia mi stai inculando &egrave bellissimo, amore vengo, vengo. Fu così che crollò sopra il mio corpo, lasciandomi in bella vista il suo stupendo culo, che sembrava che mi sorridesse, tolsi lentamente il dito e lo leccai, aveva lo stesso sapore della sua figa.
Uno squillo di telefono ci riportò alla realtà
– ciao amore, tutto bene?
Non riuscivo a capire chi fosse
– No, fra poco arrivo, ho avuto un intervento molto faticoso, ma sono soddisfatta perché &egrave riuscito benissimo, non preoccuparti fra mezzora arrivo.
– Era mio marito
– Non sapevo che eri sposata
– Sì da molti anni, tutto tranquillo anzi, fin troppo tranquillo non mi ricordo più quando ho goduto come questa sera e soprattutto per la prima volta con una meravigliosa donna.

Ci abbracciammo in silenzio mentre le nostre lingue si incontravano in un meraviglioso bacio.
Dopo esserci rivestite, uscimmo ci fermammo al bar per brindare a questo dolcissimo incontro, naturalmente riuscimmo anche a entrare nelle proprie sfere personali, io le raccontai dei miei problemi di casa di mia figlia e soprattutto della situazione con mio marito, devo dire che da un po’ di tempo, ogni volta che riesco a parlarne con qualcuno che sappia ascoltarmi, dopo mi sento meglio mi sembra che diventino sempre meno importanti e più sopportabili forse anche perché l’altra persona mi racconta dei suoi problemi e facendo i debiti paragoni mi accorgo che si può vivere, basta prendere la situazione per mano e dirottarla verso un’ansa di un fiume e lasciarla depositare, questo non vuol dire dimenticare ma solamente diminuire la potenza iniziale e ridurla di molto.
Uscimmo da bar e volle a tutti i costi accompagnarmi a casa con la sua auto, così riuscimmo a parlare ancora e venni a sapere che non ha figli e che il marito &egrave molto impegnato e spesse volte rimane fuori casa per diversi giorni.
Alla prima occasione che mio marito sta fuori per qualche giorno ti telefono così potremo organizzare un pomeriggio tutto per noi così avremo più tempo e spazio.
– va benissimo, però sappi che il mio sogno proibito, finalmente si &egrave concretizzato e sono felicissima, qualsiasi cosa tu mi chiedessi in questo momento lo farei
– scusa, ma quale era il tuo sogno proibito
– se te lo dico non ci crederesti
– perché non dovrei crederci, visto che probabilmente io sono parte di quel sogno
– certo, tu sei una parte del sogno
– anche tu eri un sogno per me
– vedi Sonia, tu mi sei piaciuta subito alla prima volta che ti ho vista e quando sdraiavo sulla tua poltrona, iniziavo a sognare e bagnarmi
– giuro che non ti capisco, spiegati meglio
– quando io entravo nel tuo studio, non sentivo più niente, tranne la tua voce e le tua mani e questo mi metteva una voglia pazzesca, ma il massimo del brivido lo provavo quando mi facevi muovere sulla poltrona, chiudevo gli occhi e sognavo di essere presa da te su quella poltrona e ti assicuro che ogni seduta era un orgasmo stupendo, quando scendevo dalla poltrona mi controllavo se si vedeva qualcosa perché ero sempre bagnata, come del resto lo sono adesso anche senza che tu mi tocchi.
– Quindi, quando mi hai detto cosa dovevo fare e la posizione della poltrona &egrave stato quello il momento che hai coronato il tuo sogno.
– Certo ti sembrerà strano, ma era un tormento: tu con il camice sempre generosamente aperto e la tua poltrona che mi faceva sognare, eravate diventati un incubo, quando rientravo a casa mi sembrava di essere uno zombi, fortunatamente a quell’ora non vi era nessuno e quindi riuscivo a rimettermi a posto e tornare normale, ma questo avveniva dopo che mi ero masturbata, l’orgasmo riusciva a riportar la calma.
– Mi ero accorta che mi guardavi con insistenza e la cosa mi piaceva e devo confessarti che anch’io dopo che eri uscita, andavo in bagno a masturbarmi quindi, come vedi, lo volevamo tutte e due e finalmente siamo riuscite nel nostro sogno segreto.
Arrivati davanti a casa mia, ci siamo salutate dandoci un appuntamento fra tre giorni, ma non nel suo studio ma al bar durante l’ora del pranzo.
Entrai in casa e come fanno i bambini quando tornano da scuola, buttai la borsa sul letto, andai in bagno a fare la pipì, poi andai in cucina, mi preparai un panino con il prosciutto, avevo una fame terribile.
Mentre mi rivestivo rividi tutta la scena e brividi di gioia percorsero la mia schiena, tornai in bagno per lavarmi e me l’ammirai: era proprio bella e contenta, sembrava che mi sorridesse, sicuramente era contenta, sapeva che quella di oggi era la prima di altre volte.
Dopo aver calmierato il mio stomaco, preparai la tavola, restando come ero, ovvero mutandine e reggiseno tanto non vi era nessuno in casa e la cosa mi piaceva, certo che se in quel momento fosse entrato Aldo (il mio focoso amante) la cosa sarebbe stata molto diversa (era solo un sogno perché mai e poi mai sarebbe potuto venire, in quanto ci eravamo prefissi totale libertà ma mai nelle proprie abitazioni) mi avrebbe presa alle spalle, le mani sul seno e la sua lingua sul collo, lui sa che questo &egrave la chiave dell’apertura immediata della cassaforte, avrei allargato le cosce per poter sentire le sue dita entrare e uscire dalle due entrate, ma purtroppo era solo un sogno tranne che la mia passerina, che non era un sogno aveva iniziato a bagnarsi e reclamava attenzioni. Come un automa andai verso il frigorifero aprii e un bel cetriolo nodoso mi sorrise, lui non aveva bisogno di essere eccitato, era già pronto all’uso lo presi in mano, lo strofinai contro i capezzoli che divennero subito duri per poi scendere verso la mia affamata passerina e affondandolo sino in fondo.
Chiusi gli occhi ripensando e rivedendo tutto quello che avevamo fatto io e Sonia e senza accorgermene accellerai il movimento della mia mano e nel momento che l’orgasmo arrivò affondai tutta la lunghezza del cetriolo nella mia capiente passerina, godendo meravigliosamente.
Mi sembrava di essere leggera, camminavo fra le nuvole, era una sensazione meravigliosa, sognavo di essere tra le braccia di Aldo, ma sentivo anche il corpo di Sonia e le loro lingue stavano succhiando le mie orecchie per poi mordermi il collo, sentivo qualcosa dentro di me che si muoveva, un gran caldo mi stava avvolgendo ma un trillo di campanello mi portò immediatamente alla realtà, fortunatamente mi ripresi subito realizzando che stavo sognando ma che in realtà il campanello di casa suonavo e che io ero in vestaglia senza mutandine e con il cetriolo dentro la mia passerina, in un lampo lo tolsi buttandolo nella spazzatura e chiudendomi la vestaglia andai ad aprire la porta.
– ma dove eri finita mamma? Mi stavo preoccupando
– Tesoro ero in bagno e non ho sentito subito
– Mamma stai bene? Sei tutta rossa
– Certo che sto bene, sono rossa perché ho appena fatto la doccia e visto che avevo freddo ho usato l’acqua bollente. Tornai in cucina per preparare la cena, dimenticandomi tutto quello che stavo facendo e quello che avevo fatto con Sonia.
La serata proseguì normalmente come sempre, con mia figlia che leggeva, io che guardavo la TV e mio marito che sfogliava distrattamente il giornale.
Avrei tanto voluto poter parlare, di qualsiasi cosa, discutere, sapere cosa avevamo fatto durante la giornata e spiegargli cosa avevo fatto io, ma purtroppo non era possibile, da molto tempo in casa ognuno entrava e usciva come se fosse un delizioso albergo senza preoccuparsi di nulla, fortunatamente avevo i miei sogni che mi aiutavano a sorridere e la mia realtà fatta da un amante che adoro e che mi adora, una vita sessuale completa e piena, nemmeno i primi tempi del matrimonio erano stati così intensi e meravigliosi, quindi malgrado la non bella situazione familiare ero contenta, avrei voluto che fosse già mattino così avrei potuto spiegare ad All tutto quello che mi era successo dal dentista, lo avrei stuzzicato e incuriosito e magari gli sarebbe accesa la lampadina delle sue idee.
Andai a letto, senza preoccuparmi di nessuno, presi un libro e cercai di leggere ma non riuscivo a concentrarmi, la mia mente era altrove, stavo pensando quale sviluppo avrebbe avuto il mio incontro con Sonia, e cosa mi avrebbe detto All dopo che gli avrei spiegato tutto per filo e per segno, ma la stanchezza e la gioia della giornata ebbe il suo effetto, deposi il libro sul comodino, spensi la luce e mi addormentai. Quando mi risvegliai al mattino l’unica compagnia presente in casa era il micio che stava annusandomi per poi accomodarsi al mio fianco, lo accarezzai, lui si allungò tutto e decisamente la cosa le piaceva.
Non avevo nessuna voglia di alzarmi, guardai l’orologio e decisi di concedermi un’altra mezzora di dolce far niente, la mia mente però non dormiva, anzi era molto attiva, pensai a come fare per rivedere Sonia, naturalmente non nello studio, pensai a come sarebbe stato bello se ci fosse stato anche All, ma non sapevo se la cosa potesse piacere anche a lei e nel caso fosse stato possibile cosa avrei fatto dato che non mi era mai capitato una cosa del genere, con All ne avevamo parlato molto e fantasticato ma non si era mai presentata l’occasione, forse era arrivato il momento di pensarci, tutto questo ragionamento ebbe l’effetto di svegliarmi dal torpore e mi alzai dal letto.
Andai in bagno per prepararmi, decisi che sarei andata al bar per fare colazione, ai miei piedi avevo sempre il mio gatto da guardia, continuava a seguirmi, poverino mi ero dimenticata che forse aveva fame, andai in cucina, preparai la sua ciotola e la posi per terra, volle essere accarezzato ancora un po’ e poi si buttò sul piatto iniziando a mangiare. Lo lasciai tranquillo e tornai in bagno per finire quello che avevo sospeso, poi mentre mi vestivo cominciai a pensare dove avrei dovuto andare, mi ricordai dell’assicurazione, poi dovevo andare in posta per ritirare un pacco, avei dovuto fare la spesa e soprattutto era il giorno che mi sarei vista con Aldo, quindi avrei potuto spiegargli cosa mi era successo e capire cosa ne pensava e magari avrei potuto dirgli cosa pensavo di fare con Sonia e chiedergli il parere sulla mia pensata di poterlo fare in tre, naturalmente, anche senza toccarmi, solo all’idea di poter coronare il nostro anzi il mio sogno mi sentii le gambe molli e la passerina tutta bagnata.
Ritornai in bagno per lavarmi di nuovo (questa volta usai acqua fredda in modo di calmare e bollori) e poi mi vestii.
La gioia che avevo provato all’idea di organizzare l’incontro tre con Sonia e l’aria frizzante della nuova giornata, mi misero di buonumore, mi sembrava che forse era una bella giornata e sicuramente mi avrebbe regalato molte sorprese.
Guardai l’orologio. Erano le 10, sicuramente Sonia era già arrivata nel suo studio, quindi decisi di chiamarla.
– Pronto, &egrave lo studio dentistico?
– Si signora, con chi vuole parlare? O deve prenotare la visita?
– Avevo bisogno della Dottoressa Sonia
– Un attimo, prego
– Solita musichetta di attesa, devo dire che sceglievano sempre dei bei brani, poi il click di aggancio
– Pronto, buongiorno sono Sonia
– Ciao tesoro, sono Rossana, come stai?
– Ciao amore come stai?
– La voce era cambiata nettamente, da professionale ad amichevole, dolcissima, quasi sensuale
– Tutto bene grazie, scusa se ti disturbo ti ho chiamata per vedere se potevamo incontrarci oggi durante la pausa pranzo?
– Nessun problema, non ho molto tempo, perché alle 14.00 ho un’operazione molto lunga e sono anche preoccupata in quanto la persona &egrave molto difficile, ma credo che scambiando quattro parole con te mi farà bene; allora ci troviamo sotto il tuo studio per le 12.30
– O.K. ti saluto, anzi se la vedi o se la senti mi saluti la tua sorellina
– La sento &egrave già umida te la saluterò

Guardai l’orologio erano le 12.10 mi incamminai verso lo studio cercando di trovare le parole adatte per convincerla ad un incontro a tre, non la conoscevo bene, non sapevo cosa ne pensasse degli uomini, sapevo che era sposata senza figli ma divisa, decisi che avrei tentato di entrare in argomento prendendolo alla larga, tanto sapevo che All sarebbe stato all’altezza della situazione in quanto aveva già avuto una esperienza.
Sono sotto il portone e sto pensando come iniziare quando una mano si appoggia alla mia spalla.
– ciao bellissima, come sei elegante
Mi volto di scatto era lei Sonia che mi sorrideva
– ciao Sonia come stai? Tutto bene?
– Sì grazie, mi ha fatto piacere che mi hai chiamata, vieni andiamo a prendere la mia auto.
– Non serve l’auto, andiamo al bar qui all’angolo
– No, andiamo in un altro bar che conosco dove fanno dei tramezzini stupendi
– Come vuoi, sono d’accordo.
Rientrammo nel suo portone e scendemmo nel sotterraneo, non vi erano parcheggi ma solo box, un colpo al telecomando e una saracinesca si mise in moto mettendo in mostra una bella auto familiare.
– vieni tesoro accomodati.
Aprii la portiera e mi sedetti, così pure lei
– sorpresa, non andiamo al bar, ma restiamo qui così possiamo parlare con calma e senza occhi indiscreti, ti piace?
– Certo Sonia, non mi aspettavo questa sorpresa certamente molto gradita
Un colpo al telecomando e la saracinesca si chiuse, mentre un brivido di piacere percosse la mia schiena.
Non appena fu tutto chiuso, lei si girò verso di me e prendendomi il viso fra e mani adagiò le sue labbra sulle mie, che si schiusero per ospitare la sua lingua affamata. Sentivo il sangue andarmi alla testa, mi abbandonai tra le sue braccia e lasciai che la sua mano si intrufolasse tra le mie cosce.
Ero eccitatissima, avrebbe potuto farmi fare qualsiasi cosa, mi fece allargare le cosce e il suo dito iniziò a cercare l’entrata della passerina cercai di agevolare il percorso e poco dopo lo sentii entrare dentro di me, mentre la sua bocca era sempre incollata alla mia.
Poi si staccò per posarsi sull’orecchio e tra un colpo di lingua, un morso sul collo e tante parole dolci e oscene mi fece godere immensamente . Chiusi le cosce trattenendo quel piccolo falletto dentro la passerina, voltandomi piano piano verso di lei.
Azionò il pulsante e lo schienale si abbassò, le alzai la gonna e la sorpresa fu immensa, era già pronta, la porca era arrivata senza mutandine. Senza abbandonare il suo dito, mi misi in ginocchio sul sedile e inclinai il mio viso fra quelle stupende cosce che allargai per poter affondare la lingua sulla figa.
Sonia cominciò a muovere il suo bacino come se fosse stata penetrata da un nodoso bastone e riprese a muovere il dito nella mia passerina: mugolava di piacere e quando mi accorsi che stava venendo con un colpo secco affondai il mio dito nel suo culo facendola esplodere in un meraviglioso orgasmo.
Restammo in quella posizione per diverso tempo poi tornammo a sederci e senza staccare le nostre mani iniziammo a parlare liberamente fu a quel punto che decisi di parlargli della mia idea.
Mi avvicinai alla sua bocca e la baciai, mentre una mano prese il suo stupendo seno cominciando a titillare il capezzolo, il respiro si stava facendo sempre più forte, capivo che avevo rimesso in moto il suo desiderio di godere, ma fu proprio questo a farmi fermare.
– Rossana ti prego non fermarti, voglio godere
– No, Sonia devo dirti una cosa importante poi ‘
– Farò tutto quello che vuoi, qualsiasi cosa mi chiedi lo farò, ma non fermarti
– Ti piacerebbe se fossimo in tre?
Sbarrò gli occhi, cercava di capire ma non riusciva.
– cosa vuoi dire in tre, io, te e chi altro?
– Io te e All
– Ma amore non lo conosco, non so, devo pensarci, &egrave tanto che non frequento più gli uomini
– Sonia, All &egrave dolcissimo, ti può far impazzire anche senza penetrarti, ha due mani che sanno farti vibrare tutto il corpo e una lingua che non conosce sosta.
– Vorresti dire che lasceresti lui a giocare con me e tu rimarresti ferma a guardarci?
La cosa cominciava ad eccitarla, buon segno
– no assolutamente saremmo in due a torturare il tuo stupendo corpo, poi potreste essere tu e lui a torturare il mio, oppure noi due a farlo impazzire.
Il respiro stava tornando ad essere veloce, la sua mano era scesa tra le cosce, affondai l’attacco.
– Vedi, ora tu stai cercando di masturbarti perché &egrave tornata la voglia, prova a pensare se tutte e due fossimo in ginocchio sul letto ed All in mezzo a guardarci mentre ci siamo masturbando e nel momento che stiamo per venire si spostiamo sul suo viso, così mentre noi ci baciano la sua lingua può leccare le nostre fighe.
Fu in quel momento preciso che raggiunse un orgasmo arrivato più dal sogno di quella posizione che dal suo dito che entrava ed usciva dal dolce nido.
Le tolsi il dito e lo portai alla bocca succhiando e poi la baciai teneramente.
Un trillo del telefonino ci svegliò, risposte dicendo che sarebbe rientrata fra 15/20 minuti poi mi guardò e sorridendomi mi disse
– va bene Rossana, mi hai convinta, organizza tutto per settimana prossima.
Scese dall’auto, si infilò le mutandine, si ricompose e tornammo verso il suo studio ci salutammo con l’impegno che ci saremmo risentite all’indomani.
Guardai l’orologio e visto che era presto decisi di andare verso la metropolitano così non avrei preso due mezzi, mentre camminavo pensavo cosa potesse passare nelle mente di Sonia, forse, data la sua professionalità sarebbe riuscita a concentrarsi sul suo lavoro e poi in un momento di calma avrebbe ripensato a quanto le avevo proposto, certamente non sarei stata io a riprendere il discorso, doveva assolutamente essere lei cos’ mi avrebbe fatto capire che se anche non aveva ancora deciso nulla, era comunque interessata alla proposta.
La cosa mi stava eccitando, se fossi stata a casa mi sarei sdraiata sul divano e ‘. Ma purtroppo ero per strada.
Arrivai alla fermata della metro, presi il biglietto e il giornale, così avrei letto e distolto il pensiero, ma alcune riviste in bella mostra, riaccesero la voglia, pagai e andai verso la fermata.
Probabilmente il metrò era in ritardo perché la banchina era piena di gente, trovai un angolino diedi una sguardo in giro, visi anonimi ed impazienti al mio fianco una coppia molto giovane, mano nella mano, stavano beandosi nei loro sguardi, una signora con il carrello della spesa, meglio stare alla larga altrimenti addio calze, più in là un ragazzino sui 16/17 anni, molto carino leggeva un giornale molto importante, forse voleva darsi delle arie.
Finalmente il metrò arriva, le porte si aprono, la folla si sposta per far defluire e subito dopo si richiude e tutti spingono per entrare, riesco ad infilarmi in fondo alla carrozza, le porte si chiudono e il mio pensiero torna a quello che &egrave successo oggi con Sonia e solo al pensiero mi vengono brividi di piacere al punto tale che sento la mia passerina che si sta bagnando.
Altra fermata, altra folla che sale e spinge, mi trovo un angolo e spostandomi rivedo il ragazzino che però data la situazione non sta leggendo (&egrave proprio carino peccato che &egrave troppo giovane) mi giro per potermi sostenere e così facendo gli volto le spalle, peccato ma meglio così.
Visto che il tragitto sarà lungo spero che si svuoti così potrò sedermi, ma sembra che ne scendano tanti ma ne salgano ancora di più, praticamente potrei non attaccarmi alla piantana perché non potrei cadere. Questo contatto con le persone non mi dà fastidio; sento il seno prosperoso di una signora che si appoggia al mio braccio.
– mi scusi signora ma non posso muovermi
– di nulla signora non possiamo fare altrimenti
La guardo, &egrave molto carica, certo quel seno mi accende molte fantasie ma ‘dietro di me una mano mi sta accarezzando il sedere, sto ferma voglio capire se &egrave stato un movimento strano o voluto, mi giro lentamente per vedere chi &egrave, incrocio gli occhi del ragazzino che diventa subito rosso con un peperone, lo guardo negli occhi e girandomi gli sorrido.
Il metrò sta entrando nella prossima stazione, frena e il corpo del ragazzino si appoggia contro di me, non sento più la sua mano ma bensì un duro bastone contro le mie natiche, non mi sposto voglio capire cosa vuole fare.
Il metro riparte e quel bastone rimane incollato al mio sedere, non devo cedere alla voglia &egrave troppo giovane, ma ora anche la mano sta tentando di alzarmi la gonna, decido di aspettare per capire bene ma anche il seno della signora mi sta facendo venire voglia, allargo lentamente le gambe e subito la mano prosegue nel mio solco trovando il lembo delle mutandine, sento il suo alito bollente sul collo, cerco di restar immobile, la sua mano ha trovato quello che cercava, sono talmente bagnata che il dito mi entra facilmente iniziando a muoversi, spingo il mio culetto indietro e sento il suo cazzo duro, &egrave una situazione incredibile ma meravigliosa sto per godere senza sapere chi &egrave che mi regala questo stupendo orgasmo, stringo le maniglia a cui sono aggrappata e mi lascio prendere dalla mia voglia e godo. Godere in silenzio e senza farsi capire da nessuno, il suo dito sta uscendo dal mio corpo, peccato avrei goduto ancora poi ‘
– domani stessa ora, stessa fermata
La sua voce era arrivata finalmente, giovane, molto giovane, calda, sensuale, mi voltai per dirgli che domani non potevo, sparito, era già sceso, vidi solo la corporatura e come era vestito, sembrava veramente giovanissimo l’abbigliamento era decisamente elegante.
Sto camminando lentamente verso casa cercando di mettere al suo posto ogni cosa che avevo fatto in questa giornata, con Sonia, oltre a quello che avevamo fatto, forse si sarebbe aperto un discorso a tre, mi sembrava stupita, titubante, ma l’idea non l’aveva scartata anzi forse l’aveva eccitata ma non sapeva cosa fare decisi che l’avrei richiamata nel tardo pomeriggio, con il ragazzino era stata una cosa incredibile a livello che se la raccontavo a qualcuno, forse non mi avrebbero creduto, se almeno mi avesse lasciato un numero di telefono lo avrei contattato ma non lo avevo e domani non potevo assolutamente essere all’appuntamento. Quello che mi aveva fatto era stato meraviglioso, lo avrei provato di nuovo anche subito.
Senza rendermene conto mi ritrovai davanti a casa, aprii la porta e dopo essermi tolta la gonna e la camicetta andai in cucina per farmi un bel caff&egrave, ne avevo proprio bisogno, ma non feci in tempo perché il telefono squillò
– ciao Rossana
– era Sonia, un tuffo al cuore e un gran desiderio
– pronto Rossana, sono io, sono Sonia
– ciao scusami non pensavo che mi telefonassi , mi hai preso di sorpresa, sono appena rientrata, mi stavo spogliando per poi farmi un caff&egrave, come stai tutto bene?
– Tutto bene tesoro, avevo voglia di parlare con te, sono sola nel mio studio e il prossimo cliente mi ha telefonato che arriva in ritardo
– Sono proprio contenta della telefonata, avevo voglia di parlare con te, pensa che quando ci siamo lasciate ho camminato un po’ perché volevo rivivere quello che era successo tra noi, &egrave stata una cosa meravigliosa, oltre che intrigante.
– Anche per me amore, solo a pensarci mi viene una voglia pazzesca, se tu fossi qui con me, ti butterei sulla scrivania e ‘.
– Ti prego fermati, ho già la temperatura alta, anche perché dopo che ti ho lasciata mi &egrave successa una cosa incredibile e visto che hai tempo te la racconto.
– Fu così che iniziai a raccontarle quello che era avvenuto in metropolitana e mentre le descrivevo per bene il tutto sentivo che mi stavo bagnando, e decisamente anche a lei stava facendo effetto perché ogni tanto sentivo dei sospiri.
– Scusa Rossana, ma come era?
– Era giovanissimo credo non più di 15/16 anni, carino
– Ma il cazzo come era?
– Amore io non l’ho visto, ho solo sentito il suo turgore contro il mio culetto
– Ma &egrave troppo giovane &egrave un bambino
– Non so, forse il viso era giovanissimo, ma tutto il resto e da come si &egrave comportato forse era più grande di quello che ti ha detto.
– Quindi domani lo rivedi
– Ma Sonia, non posso, e mi dispiace
– Quando lo rivedrai?
– Non lo so, proverò alla stessa ora dopodomani
– Forse hai ragione, la tua proposta di farlo in tre comincia ad interessarmi, certo con te e con All sarebbe bello mi sentirei sicura, dal momento che lui ha molta fantasia, ma non mi dispiacerebbe anche con il tuo amante sconosciuto.
– Sento che ti ho fatto venire voglia
– Certo amore, ma ci pensi, metterlo in mezzo a noi due e insegnargli tutto quello che sappiamo, vederlo muoversi goffamente ed annaspare alla ricerca della figa e farlo soffrire.
– Ti prego Sonia basta così, non riesco a resistere, devo assolutamente masturbarmi
– Vale anche per me, perché non lo facciamo ora assieme per telefono
– Non lo hai mai fatto?
– No amore, ma c’&egrave sempre una prima volta
– Ti assicuro che &egrave meraviglioso, io e ALL lo facciamo, lui si ferma in qualche posto nascosto mi chiama e io metto il telefono in viva voce, mi sdraio sul letto e godiamo assieme come pazzi.
– Allora perché non insegni anche a me?

La telefonata fu molto lunga, tra sospiri languidi e sogni riuscimmo ad arrivare ad un orgasmo simultaneo e per alcuni minuti il silenzio fu rotto solo dal nostro ansimare.
– Rossana &egrave stato meraviglioso, non avevo mai provato nulla di simile
– Ti assicuro che questo &egrave niente a quello che ti faremo provare io e All, se decidessi di accettare la proposta
– Lasciami un po’ di tempo, voglio pensarci, se guardo alla voglia lo farei domani ma ‘
– Non preoccuparti, io non ti dirò più niente, saprò aspettare, ora ti lascio ci sentiamo a presto.
– Ciao Rossana, grazie di tutto e un bacione alla tua figa.
Ripensando a tutto quello che mi era successo, decisi di farmi una bella doccia e mettermi una bella vestaglia, così avrei potuto preparare la cena e magari avrei avanzato un po’ di tempo per scrivere ad ALL e spiegargli tutto quello che mi era accaduto.
Dopo cena, mia figlia, uscì per andare con il suo bello, mentre io e mio marito avremmo passato la solita serata noiosa, senza dialogo, guardando qualche stupido programma in televisione.
Ricordavo quando da ragazza aspettavo il mercoledì per uscire con il mio bello, per poi andare al cinema a limonare, qualche bacio, la sua mano che si infilava sotto la mia gonna (portavo sempre gonne larghe cosi’ eravamo più comodi e pratici) a cercare la passerina sempre pronta per un veloce ditalino, poi il ritorno a casa cercando qualche angolino buio per un ultimo bacio, i bottoni dei pantaloni che si slacciavano, il cazzo che usciva voglioso e una sega veloce per poi riprendere la via di casa, un ultimo saluto e via a casa, dove mio padre brontolava sempre perché ero arrivata troppo tardi, la mamma che mi diceva di andare a lavarmi e poi a nanna.
Quello era il momento più atteso, una volta sotto le coperte (sempre con il pigiama) prendevo un libro e cominciavo a leggere (ero una divoratrice di libri di avventura, non di certo avventure erotiche perché al tempo erano un tabù, anche se a dire il vero ero riuscita a trovarne uno che tenevo in un luogo segreto, ovvero dietro il mio armadio).
– spegni la luce e dormi che domani devi andare a scuola
Era mia madre come sempre, era anche il segnale che aspettavo, ovvero, sarebbe passato circa 10 minuti poi la luce della sua camera di sarebbe spenta e quindi anch’io l’avrei spenta, poi nel silenzio totale e con cadenza regolare il loro letto iniziava a cigolare (loro erano convinti che io dormivo e che quindi fossero liberi di amarsi), sussurri, sospiri e tanto altro per un tempo lungo.
Era il momento ideale per alzarsi, spostare in silenzio l’armadio, prendere il libro, spogliarmi per rimanere nuda, infilarmi sotto le coperte e grazie alla luce che proveniva dal lampione della strada cominciare a leggere. Con una mano tenevo il libro mentre l’altra iniziava ad esplorare il mio corpo e alle mie orecchie arrivava la voce della mamma che incitava il papà a spingere sempre più a fondo oppure gli diceva fermati non voglio godere subito e altre frasi che non facevano altro che aumentare la curiosità e il mio desiderio.
A quel punto ero eccitatissima, lasciavo il libro e le mie mani avevano il via libera, mi strizzavo i capezzoli, mi accarezzavo la passerina e quando ero al colmo della voglia mi giravo a pancia in giù e dopo essermi infilata il dito nella figa mimavo un amplesso riuscendo a cavalcare il dito come se fosse stato il cazzo del mio bello ma stando attenta in quanto a quel tempo ero ancora vergine, per finire di godere affondando il viso nel cuscino per non farmi sentire dai miei.
Poi il silenzio totale avvolgeva la casa, tutti dormivano, l’appuntamento era fra 2-3 giorni come sempre.
Dopo quello che era successo oggi avevo una gran voglia di godere, dissi a mio marito che sarei andata a dormire, lui mi rispose che voleva vedere un po’ di sport e poi sarebbe venuto a letto. Questo voleva dire almeno fra un’ora, tempo sufficiente per prepararmi per la notte, andare sotto le coperte e senza leggere nessun libro erotico mi sarei masturbata pensando a quello che avevo provato sulla metropolitana, cosa che naturalmente feci con estrema soddisfazione.
Al mattino dopo, quando mi svegliai, ero già sola perché i miei erano usciti per recarsi al lavoro, rimasi ancora un po’ nel letto, stavo bene ma avrei voluto avere qualcuno a fianco, mi sentivo molto languida, in altre parole ero ancora sotto l’influsso di quello che mi era capitato ieri.
Uno squillo del telefono mi obbligò a tornare con i piedi per terra, era mia figlia che mi avvisava di essersi dimentica un indirizzo di una sua amica, mi alzai per cercarlo e dopo averlo trovato la richiamai dandole quello che le serviva.
Avevo bisogno di due cose urgenti, ovvero un buon caff&egrave e mettermi al computer per raccontare la mia storia di ieri ad ALL, cosa che feci con gioia, poi mi preparai per uscire perché avevo molte commissioni da fare, mentalmente stavo cercando come fare a spostare qualche impegno per potermi trovare all’ora di ieri alla fermata della metropolitana, ma con tutti gli sforzi possibili non trovai la soluzione. Peccato volevo proprio controllare se lui era presente, vedere meglio il suo viso, come era fatto, ma con tutta la buona volontà non riuscivo a far combaciare i miei impegni con quell’appuntamento inaspettato, decisi che sarei andata il giorno dopo chissà forse ‘
La giornata passò velocemente avevo diversi impegni, alcune compere, la sarta e altro a mezzogiorno decisi di non andare a casa e telefonai a Sonia per chiederle se voleva mangiare un panino con me, così avremmo potuto parlare anche del mio amico misterioso, avuta risposta affermativa ci demmo appuntamento per le 13.30 al bar sotto il suo studio.
Visto che erano le 12.30 mi incamminai verso il bar, guardavo le vetrine ma era come se non le vedessi, ero assorta nei miei pensieri , poi una luce diversa dalle altre mi colpì, era la vetrina di un sexy shop.
Incuriosita entrai. Ambiente medio alto ben disposto i prodotti erano allineati sui banchi in modo da poter essere esaminati, quello che più mi colpì era la biancheria intima, tutta questa mercanzie esposta mi fece venire una voglia tremenda, ma visto che non avevo il tempo necessario decisi di uscire, sarei tornata un’altra volta, ma con più tempo.
La visita di questo negozio mi aveva messo addosso un certo appetito, chissà che Sonia aveva un po’ di tempo per ‘
Stavo andando verso l’appuntamento lentamente ma ero sola con le mie idee e le mie voglie, ero circondata da altre persone, ma era come se fossi stata sola, vedevo solo la strada e sentivo solo i battiti del mio cuore, pensavo come sarebbe stato bello se anche ALL fosse qui con me, avremmo visitato meglio il sexy shop e magari acquistato qualche giochino interessante, gli avrei fatto conoscere Sonia e magari avremmo potuto organizzare un incontro a tre.
– a cosa stai pensando visto che non ti sei accorta di essere arrivata davanti al bar?
Era Sonia che mi parlava, ero arrivata all’appuntamento e non mi ero accorta che lei era lì ad aspettarmi.
– ciao Sonia, scusami non ti avevo vista
– ma a cosa stavi pensando, problemi in famiglia?
– No assolutamente, stavo pensando a noi due e alla possibilità di un incontro a tre.
– Amore, lo desidero anch’io, ma non sono pronta, mi eccita l’idea ma ‘
– Non voglio assolutamente farti cambiare idea, sei tu che lo devi decidere, e lo devi fare solo se sei convinta, perché solo in quel momento sarai pronta a fare e ad accettare qualsiasi situazione.
– Questo vuol dire che tu sei un’esperta di questi giochi a tre
– Assolutamente no, sarebbe la prima volta anche per me, &egrave da molto tempo che lo sogno, ma non saprei nemmeno come iniziare
– Questo vuol dire che dovremmo affidarci alle nostre improvvisazioni
– Certo anche se ALL, che ha già provato questo giochino, mi assicura che basta desiderarlo e tutto viene come se lo avessi sempre fatto.
– Basta non parliamone più altrimenti ‘.
– Viene andiamo a mangiare un boccone
La presi sottobraccio dirigendomi verso il bar, dove un angolino molto riservato ci stava aspettando, dopo l’ordinazione e qualche domanda frettolosa sul lavoro e sulla casa, Sonia volle tornare al discorso che avevamo fatto poco prima
– vedi Rossana, capita anche a me quando guardo film in cui si può vedere anche se molto soft, l’amore gay sia di uomini che di donne e devo confessarti che mentre due uomini mi generano una sensazione di dolcezza, per come si amavano, come si comportano, come si parlano al contrario se vedo due donne sento un senso di disagio, di fastidio, non sono attratta e come sai mi piace tantissimo ma farlo tra noi due e con un uomo assieme non so, non se sono sicura.
– Sei sicura che sia disagio, fastidio oppure una reazione al fatto che vorresti essere tu al loro posto ma non hai il coraggio di ammetterlo o peggio ancora la paura di ammettere che tutto sommato vorresti almeno provarlo.
La guardai diritta negli occhi e notai che forse avevo centrato il problema, le sue mani erano nervose spostava il bicchiere continuamente, fu in quel momento che decisi di darle tregua.
– ascolta tesoro, non possiamo fare 2 cose assieme quindi ora mangiamo e poi ne riparliamo.
– Ottima idea tesoro, anche perché ho una fame da lupo.
Durante il frugale pranzo riuscimmo a non stare zitte, parlammo di tutto, la casa, i figli, i mariti ecc.ecc. ma nessuna delle due sfiorò il problema che era dentro i nostri cervelli.
Sonia riuscì persino a spiegarmi un intervento piuttosto difficile che aveva fatto in mattinata, era talmente brava che malgrado la mia ignoranza nel campo, riuscì a coinvolgermi al punto tale che mi sembrò di aver operato io e non lei
Rossana ci beviamo un caff&egrave perché si &egrave fatto tardi e ho una paziente tra mezzora.
– OK Sonia
Cercai di trattenere la voglia di riprendere il discorso che avevamo sospeso, ma non volevo essere io a iniziare, volevo che fosse lei, ma probabilmente anche lei faceva lo stesso ragionamento, e così in silenzio arrivammo davanti al suo studio.
Ci salutammo con l’impegno di sentirci presto.
Ero contenta di averla vista, ma ero anche arrabbiata perché non ero riuscita a convincerla, forse se All era con noi lui l’avrebbe convinta e fu pensando a lui che mi venne in mente la sua solita frase ‘mai dire mai’, ma anche mai prendere di petto una situazione difficile e bisogna studiare l’avversario, capire come impostare il problema, capire il suo lato positivo e il suo punto debole e poi affondare il colpo.
Il sorriso mi tornò subito, dovevo saper attendere con calma senza più introdurre il discorso, sicuramente si sarebbe fatta viva lei, e quello era il momento giusto per condurre le danze a mio piacimento.
Camminavo lentamente, non avevo premura, mi divertivo guardare le persone, cercavo di capire come erano, che lavoro facevano, a cosa stavano pensando, vidi una signora, sposata che sembrava che aspettasse il tram, ma osservando come fumava e come si muoveva, sembrava preoccupata, di certo non aspettava il marito, allora perché si comportava in quel modo aspirava la sigaretta poi buttava fuori il fumo come in treno in corso e continuava a guardarsi in giro, forse aspettava una persona particolare e magari era in ritardo.
Decisi di fermarmi a vedere come finiva, a quel punto ero sicura che aspettasse un uomo e forse il suo amante, forse era la prima volta forse era ‘.
Aprì la borsetta, tolse gli occhiali e dopo averli puliti li indossò (con gli occhiali scuri era tutto più intrigante) riaprì la borsetta e tolse una caramella, la scartò e la mise in bocca (erano due bellissime labbra carnose, sarebbero state la felicità di un pene in erezione pronto a farsi spompinare) chiuse la borsetta, la spostò sulla mano destra mentre la sinistra entrò nella tasca del pantalone muovendosi come se cercasse qualcosa.
La sua ansia aumentava, le sue gambe non riuscivano a stare ferme, e la sua mano si muoveva nella tasca dei pantaloni.
Decisi di guardare solo la sua mano, non potevo sbagliarmi, la signora pensando, giustamente, che nessuno potesse osservarla o meglio che nessuno l’avrebbe guardata in modo così particolare si stava accarezzando l’inguine e anche se il pantalone era largo, bastava osservare il lento movimento del polso per capire cosa stava facendo.
A questo punto pensai che dovesse avere un’incontro amoroso e quel ritardo non faceva altro che farle aumentare il desiderio, la cosa mi eccitava in modo particolare e a questo punto decisi di non muovermi, volevo e dovevo capire chi aspettava..La signora ebbe un momentaneo sbandamento, come se le fosse girata la testa o un mancamento, ma ero sicura che il tutto era dovuto a un orgasmo particolarmente atteso ed intrigante, si appoggiò al palo della fermata del tram accavallò le gambe stringendosi su se stessa. Sentivo il mio desiderio aumentare, ma io non avevo i pantaloni e quindi dovetti controllarmi. Lei era sempre appoggiata al palo, le gambe erano tornate in posizione normale, mi avvicinai, volevo vederla meglio, ero curiosa di vedere chi era il fortunato, anche perché ora che le ero vicino devo ammettere che era molto carina, ero persino tentata di chiederle l’indicazione di una strada o qualsiasi altra cosa pur di sentire la sua voce. Come al solito o sono un fulmine a prendere una decisione, qualunque essa sia, oppure ci penso e ci ripenso sino a quando prendo la decisione, ma quasi sempre &egrave una decisione passata in quanto il momento &egrave cambiato.
E così fu questa volta , perché la signora venne raggiunta da una signora, circa 40 anni, molto elegante vidi che si salutavano come due vecchie amiche, tutte le mie fantasia andarono in fumo.
Si presero sottobraccio e si diressero verso il parcheggio, forse avevano parcheggiata l’auto e per non destare sospetti si erano dati appuntamento alla fermata del tram, la mia fantasia era tornata ad immaginare) e quel punto decisi di seguirle senza farmi vedere, la cosa non si presentò difficile, in quanto le due sembravano estraniate da quello che le circondava.
Giunte davanti a una piccola e vecchia cinquecento, la prima signora (quella che aspettava) aprì la borsetta prese le chiavi e aprì l’auto, si sedettero, iniziando a parlare (non riuscivo a capire cosa si dicessero) ma dopo qualche minuto di conversazione i loro visi si stavano avvicinando per un piccolo bacio sulle guance (mi sembrò del tutto normale, per due amiche che si incontrano) ma dopo essersi allontanate, con uno scatto repentino le loro bocche si unirono in un bacio che non aveva nulla di casto, anche perché non fu per nulla corto.
La cosa mi aveva eccitata non poco, ero curiosa volevo vedere cosa avrebbe fatto, cercai di avvicinarmi all’auto la superai e nel farlo gettai uno sguardo al suo interno, le due erano sempre incollate con le bocche e le mani di una si era già intrufolata sotto la gonna dell’altra, proseguii e fatti ancora pochi passi mi fermai girandomi e fu in quel momento che il mio sguardo si incrociò con una delle due, mi sorrise, toccò il braccio dell’amica, accese il motore e regalandomi un bacio simbolico se ne andarono.
Rimasi ferma per qualche minuto, pensavo a quanto avevo visto, sentivo il desiderio di essere al loro posto ma sentivo soprattutto due cose, la prima che le mie mutandine erano bagnate e la secondo che dovevo chiamare Sonia per dirle ciò che avevo visto.
Tornai sui miei passi, presi il tram per andare a casa mentre nella mia mente scorreva tutta la scena a cui avevo assistito.
Lo squillo del mio telefonino mi riportò alla realtà
– pronto
– pronto ciao Rossana sono Sonia
– ciao Sonia come stai?
– Tutto bene, avevo voglia di parlare con te , visto che ho 10 minuti di tempo
– Io invece sono appena arrivata e mi sto preparando un buon caff&egrave perché ne ho assoluto bisogno
– Amore non stai bene?
– No, no sto benissimo, solo che dopo averti lasciata mi sono avviata verso la fermata del tram e ho assistito a una scenetta meravigliosa che però mi ha turbata, in senso positivo, naturalmente
– Cosa hai visto di così eccitante?
– Non posso spiegartelo per telefono sarebbe troppo lungo e ti farei perdere troppo tempo, la prossima volta che ci vediamo ti racconterò tutto per filo e per segno
– Dimmi almeno di cosa si tratta
– Ti posso solo dire che la scena era tra due donne
– Vuoi dire che facevano quello che abbiamo fatto anche noi
– Certamente proprio quello, ma detto così sembra banale dovrei spiegarti tutto per bene e ci vorrebbe troppo tempo
– OK, hai ragione
– Ma non mi ha ancora detto perché mi hai chiamata
– Sei seduta?
– Certo, ti ho detto che stavo preparandomi a bere il caff&egrave
– Bene allora ti comunico che ho deciso di fare quello che tu desideri tanto
– Vuoi dire che sei d’accordo di farlo in tre?
– Certo, ma con una piccola variante, per la prima volta lo faremo con quel ragazzino che hai incontrato in tram, così se tutto non dovesse funzionare bene ho il tempo per imparare a farlo poi con chi tu desideri tanto
– Vuoi dire che devo trovare quel ragazzo
– Certo, so che non &egrave facile, ma sono le cose difficili e più desiderate che ti fanno raggiungere la vetta della gioia immensa, e poi se tutto sarà andato bene organizziamo un incontro, a casa mia, con te e ALL.
– Amore , sei meravigliosa, mi hai regalato una gioia immensa, stai tranquilla lo troverò, a costo di andate tutti i giorni alla fermata del tram, spero solo che non sia minorenne, sembrava tanto giovane.
– Non ti preoccupare se per caso lo &egrave troveremo la soluzione
– Bene, da questo momento mi metto in caccia, io e te non ci sentiremo più sino a quando non avrò trovato il nostro uomo.
Dopo aver chiuso la comunicazione, e visto che il caff&egrave si era raffreddato andai in cucina a prepararmene un altro, avevo la testa che sembrava impazzita, cercavo di trovare la soluzione per incontra il ragazzo, ma più ci pensavo e meno riuscivo a coordinare le idee.
Decisi di non farmi il caff&egrave, ma di buttarmi sotto la doccia bollente, forse mi avrebbe rigenerato, almeno una linea di condotta appropriata al caso.
Tutto inutile, perché una volta sotto la doccia, l’unica idea che mi venne fu quella di masturbarmi più volte con sommo piacere.
Un trillo del telefono mi fece smettere, a malincuore mi buttai la vestaglia sulle spalle e andai a rispondere
– pronto chi parla?
– Ciao amore, come stai? Cosa stavi facendo? Per impiegare così tanto tempo per rispondere?
Guardai l’orologio della cucina era presto, come mai ALL mi telefonava a quell’ora?
– ma dove sei finita? Stavi dormendo?
– No amore. Ero sotto la doccia e non ha sentito subito lo squillo
– Non hai sentito, oppure eri impegnata in cose più interessanti?
– E’ vero amore mi stavo masturbando, non riuscivo più a resistere, stavo ripensando a quello che mi hai chiesto e sotto l’effetto della doccia la mia voglia &egrave aumentata e non ho saputo resistere.
– Visto che ho un po’ di tempo libero, perché non mi racconti quello che hai visto alla fermata del tram.
– Sonia &egrave troppo lungo per telefono, e poi quando te lo dirò voglio esserti vicina, voglio sentire le tue voglie aumentare e poi ‘
– OK sono d’accordo, vai a finire di lavarti, se puoi fattene una per me, ci sentiamo domani.
Sonia era meravigliosa, sapeva attendere allo specchio, la mia mano scorreva lentamente dal seno all’inguine, ma stranamente non avevo più voglia, nella testa ero ritornato il pensiero di come fare per incontrare il ragazzo.
Cercai di ritornare al giorno che lo avevo incontrato. Da dove era arrivato? Mi ricordavo che vicino alla fermata vi era un bar, forse era uscito da lì, forse era solito fermarsi al bar per prendere un caff&egrave, o per prendere il biglietto, cercai di rammentare che ora erano, forse qualcosa stava uscendo dalla nebbia, stavo riuscendo a ricostruire quello che era avvenuto quel girono.
Decisi di finire la doccia, e visto l’ora pensai che se era solito prendere il tram a quella ora per andare al lavoro forse sarebbe ritornato alla fine della giornata , sempre pensando che potesse essere un impiegato, avrebbe potuto uscire verso le 18.00, quindi se io fossi alla fermata verso quell’ora forse ‘.
Guardai l’orologio, OK tutto giusto erano quasi le 16.00, quindi ero perfettamente in tempo per rivestirmi e andare alla fermata nella speranza di poterlo incontrare. Il telefono suonò. Era mio marito che mi avvertiva che sarebbe arrivato tardi, non prima delle 20, gli risposi di non preoccuparsi, tanto dovevo uscire anch’io e non sarei rientrata prima delle 19/19.30
Chiusi la comunicazione, perfetto mia figlia non rientrava perché era fuori con il suo bello, lui tornava tardi, io avevo tutto il tempo di fare quello che avevo deciso.
Mi misi un vestitino senza problemi, gonna corta maglioncino, un tocco di trucco al viso ed ero pronta.
Mi misi in cammino lentamente, mi guardavo in giro, forse nelle speranza di poterlo incontrare ma sapevo che non era possibile, ma il nostro motto mai dire mai mi aiutava a sperare.
Camminavo lentamente, guardando il viso delle persone che incontravo, cercavo di capire cosa pensavano, cosa facevano ecc. ecc. era uno dei tanti giochino che mi aveva descritto ALL e mi piaceva farlo mi aiutava ad essere più serena, in quanto notavo che alcuni miei problemi che prima mi sembravano grandi, dopo aver visto tutti quei visi, alcuni allegri, altri pensierosi o corrucciati, i miei problemi diventavano piccoli piccoli e quindi risolvibili.
Arrivai alla fermata del tram che mancavano 5 minuti alle 18.00, mi guardai attorno ma non vidi alcuno, lasciai passare diversi tram ma del mio uomo neppure l’ombra. Certo, non avevo la presunzione di incontrarlo subito anche perché non sapevo che orari faceva e soprattutto non sapevo neppure se lo avevo incontrato per caso o se invece era abituato a prendere quel tram.
Dopo aver passato circa un’ora ad aspettare, forse un fantasma, mi decisi a far rientro a casa, avrei ritentato domani mattina, forse sarei stata più fortunata.
La città si stava illuminando per la serata e io rientravo a casa senza troppa gioia, non tanto perché non avevo rivisto l’uomo, ma perché avrei passato un’altra serata insignificante solito dialogo, che poi non era un dialogo ma il solito mio monologo.
– com’&egrave andata oggi?
– Sì tutto bene
– Qualche problema sul lavoro?
– No, tutto come solito.
E via di questo passo, sempre così tutte le sere, e questo era il dialogo con mio marito, ma ancora peggio con mia figlia sempre nervosa, sempre con la luna, appena finito di mangiare mi aiutava a ripulire con risposte a monosillabi per poi uscire con il suo bello oppure andava in camera sue per dialogare con il PC.
Quella sera ero più nervosa del solito, forse mi mancava il mio incontro con ALL oppure il non incontro con l’uomo misterioso, ma sta di fatto che non riuscivo a concentrarmi sul film che stavo vedendo.
Mio marito si alzò e con un grugnito mi disse che andava a dormire, finalmente ero libera di stendermi sul divano e forse dopo aver scanalato, avrei trovato qualcosa di mio interesse.
Mentre, automaticamente, scanalavo ripensai alla richiesta di Sonia, solo al pensiero mi vennero i brividi, anzi le ansie e le paure, e se per farmi eccitare avesse detto quello che voleva fare, ma tanto sapevo che le probabilità erano quasi nulle, non impossibile ma mi sembrava una persona che volesse scherzare su questi argomenti.
Il dubbio era forte ma la mia determinazione a trovare quello che cercavo era più forte del dubbio e l’aiuto a non pensarci più (almeno per questa sera) mi venne dal video, un canale stava trasmettendo un film decisamente os&egrave, senza far vedere molto era talmente esplicito che mi stavo eccitando.
Mi alzai, abbassai le luci, andai in camera da letto per accertarmi che lui dormisse, e visto che era partito tornai in sala, potevo rimanere tranquilla almeno per un’ora prima dal ritorno di mia figlia.
Le immagini stavano facendo volare la mia fantasia e la voglia cresceva sempre di più, lasciai che le mia mani cercassero quello che volevano, la vestaglia si aprì, scostai le mutandine e la mia passerina tutta bagnata accolse con grande voracità il suono delle mie dita.
Avendo abbassato il volume, il rumore più forte era il mio respiro e le labbra delle passerina, cercai di entrare più a fondo possibile, sentivo il desiderio della lingua di ALL, ma potevo solo sognarla, decisi di togliermi le mutandine così avrei potuto pasticciare il culetto e anche la passerina sul video, la ragazza di era appoggiata al tavolo in cucina e il suo bello dopo averle alzato la gonna, mettendo in mostra un bellissimo culetto, con un colpo ben assestato affondò il suo pene nel culo della ragazza (naturalmente non si vedeva quasi niente ma era girato tanto bene che l’immaginazione superava la realtà). A quella vista così interessante, divaricai completamente le gambe affondando le mie dita sia davanti che dietro e uno stupendo orgasmo mi prese per mano conducendomi in paradiso.
Certo se ci fosse stato ALL, questo era il momento che avrebbe continuato senza mai fermarsi e io gli avrei regalato altri orgasmi senza smettere, ma non era così.
Rimasi in quella posizione per un tempo che mi sembrò infinito, sino a quando il rumore della chiave nella porta mi risvegliò, mi ricomposi, cambiai canale e mia figlia entrò in sala.
– ciao mamma, come mai sei ancora alzata?
– Non avevo sonno e poi questo programma sui viaggi nel mondo mi affascina, dove siete stati?
– Siamo andati al cinema, poi ci siamo fermati al bar per bere una birra
– Tutto bene allora?
– Certo, ora vado a letto perché domani mattina mi devo alzare presto.
– Finisco di vedere questo programma poi vado a letto anch’io
– Buonanotte mamma
– Buonanotte Stella

Stava diventando grande, era finito il tempo in cui mi chiedeva consigli, forse era arrivato il tempo che dovevo essere io a chiederglieli. Ritornai sul canale che stavo vedendo prima, ma l’atmosfera era cambiata, non ero più tranquilla, anche se la voglia era ancora presente l’atmosfera era cambiata e fu così che decisi di andare a letto, spensi la TV, andai in bagno e poi senza leggere mi addormentai.
Non so quanto tempo passò, ma dei rumori strani mi svegliarono, rimasi con le orecchie tese per capire da dove provenivano, ma non riuscivo ad individuare da dove provenissero, mi alzai, andai in cucina, pensando al gatto, ma non era lui perché stava dormendo, tornai verso la camera passando davanti alla cameretta di Stella.
La sorprese fu grande, la lampadina sul comodino era accesa, lei era nuda, sdraiata sul letto con le gambe aperte, le sue mani stavano esplorando il corpo, si stava masturbando, mi veniva voglia di entrare e stringerla forte al mio petto, era bellissima, stava proprio diventando grande, le mandai un bacio e tornai a letto, mi addormentai subito.
Quando mi risvegliai i miei erano già usciti, ero di nuovo sola, anzi no vi era lui che reclamava il cibo, povero piccolo mi stavo dimenticando.
Mentre mi stavo facendo un buon caff&egrave mi venne in mente quello che avevo visto nella notte e fui presa dalla voglia di chiederle, quando fosse tornata a casa, come andava con il suo uomo, ma non sapevo come iniziare il discorso, decisi di ripensarci nel pomeriggio, ora avevo altre incombenze più importanti.
Mi ricordai del problema della ricerca del ragazzo, guardai l’orologio e mi accorsi che se facevo presto sarei riuscita ad arrivare alla fermata del tram in tempo per sperare di vederlo.
In pochissimi minuti fui pronta ed uscì. Guardai l’orologio mancavano 10 minuti alle 18.00 forse era la sera buona. Accellerai il passo, senza dimenticarmi di guardarmi in giro mi sembrava di essere tornata al tempo della scuola, quando facevo la posta ad un ragazzo, della mia età, ma con la differenza che io studiavo mentre lui andava già a lavorare. Ricordo che mi facevo trovare alla fermata, poi appena o vedevo cercavo di fare in modo che si accorgesse di me.
Ricordo quella sera, di autunno, una serata da lupi, pioveva a dirotto e io mi ero dimenticata di prendere l’ombrello e fu la serata che finalmente lui si accorse della mia presenza e mi chiese se poteva accompagnarmi così non mi sarei bagnata.
Naturalmente non dissi di no, avevo il cuore in gola e l’emozione mi stava facendo tremare le gambe, ma fu anche la sera che ebbi il coraggio di chiedergli se prendeva sempre quel pullman e ricordo che disse di sì e che se volevo potevamo rivederci domani alla stessa ora, ma non ricordo come gli ho risposto perché ero frastornata, ma ricordo benissimo che lo vidi la sera dopo e che mi chiese se potevano vederci sabato pomeriggio per fare una passeggiata in bicicletta, e che naturalmente gli dissi sì.
Franco si fece trovare puntuale alle 14.00, alla fermata dell’autobus, dove c’eravano incontrati, mi chiese se volevo andare verso la città (a quell’epoca abitavo in un piccolo paese poco fuori Milano) o se preferivo andare verso il fiume, decidemmo di andare verso il fiume anche se la giornata non prometteva niente di buono ma l’età giovane ci aveva ispirato di continuare la gita ma il temporale ci mise lo zampino perché iniziò a piovere, Franco mi disse di non preoccuparmi perché poco più avanti vi era un vecchio casello e si saremmo fermati in attesa che smettesse.
Mettemmo le biciclette aggrappate contro il casello che con il suo tettuccio riparò la bici e noi entrammo, era bellissimo, nella mia gioia mista ad incoscienza mi sembrò un castello, Franco accostò la porta mi prese per mano e ci affacciammo alla finestra (certo paragonare a un castello un piccolo casello ferroviario, oggi sarebbe da ricovero alla neuro, ma alla luce dei 13 anni che avevamo &egrave del tutto giustificato) malgrado la pioggia e l’umido che vi era dentro al mio castello sentivo un gran caldo dentro di me.
A quell’epoca avevo già imparato i piccoli segreti e le grandi gioie che mi poteva dare il mio corpo, quindi sentivo la voglia che mi stava prendendo (conoscevo bene il mio corpo e quello della mi amica del cuore ma non avevo mai visto dal vivo il pisellino, lo sognavo e lo desideravo ma non sapevo cosa e come usarlo).
Mentre guardavamo la pioggia, il desiderio che mi baciasse era immenso ma non volevo essere io a prendere l’iniziativa (ricordo la prima volta che io e la mi amica del cuore ci siamo baciate, non sapevamo come tenere la testa, ma malgrado l’inesperienza fu bellissimo, soprattutto quando le nostre lingue iniziarono a duettare mentre le mani cercavano di alzare le gonne e a accarezzare i nostri fiorellini umidi e vogliosi, ricordo che eravamo a casa mia sole in quanto mia madre era uscita per una visita ad una zia ricoverata in ospedale, dopo diversi baci e tentativi di entrare nelle passerine decidemmo di spogliarci e metterci sul mio lettino riuscendo a gioire dei nostri corpi affamati).
Tutti questi ricordi non facevano altro che farmi venire una gran voglia, sentivo le mutandine umide mentre una mano si appoggiò sulle mie spalle. Franco era dietro di me, le gambe iniziarono a diventale molli, aspettavo con ansia che si appoggiasse a me, desideravo sentirlo, chiusi gli occhi e finalmente si avvicinò.
Le sua mani mi stavano accarezzando il collo, sentivo il suo fiato caldo vicino alle orecchie, cercai di aiutarlo e spinsi il mio culetto contro al suo corpo. Fu come un fulmine, il suo cazzo durissimo stava spingendo contro il mio culetto, era la prima volta che provavo questa sensazione, era stupenda, ma non sapevo cosa fare (ne avevamo parlato centinaia di volte con la mia amica, ma un conto &egrave parlarne e un conto averlo dal vivo).
Lasciai che le sue mani scendessero lentamente sul mio corpo, mi prese i seni stringendomeli, mi girava la testa, mentre con una mano cercavo di sorreggermi l’altra scivolò dietro e trovò subito quello che cercava una sensazione stupenda, quell’asta durissima mi stava eccitando magnificamente, la sua lingua mi stava solleticando il collo,, ero partita, ero pronta a tutto (ma a quell’età cosa vuol dire tutto).
Decisi di prendere l’iniziativa, mi girai le buttai le braccia al collo e lo baciai, fu stupendo il caldo della bocca, la lingua che cercava la mia e quel bastone che premeva contro il mio ventre mi stava facendo arrivare un orgasmo.
Ma quello fu tutto, probabilmente venne anche lui ma non lo seppi mai, m fu veramente tutto perché non ci vedemmo più in quanto la sua famiglia si trasferì poco dopo.
Ma quanto tempo avevo passato con i miei sogni, un colpo di clacson mi riportò alla realtà, guardai l’orologio erano passate da poco le 9.00 ma di lui niente, nemmeno l’ombra, non dovevo e non volevo perdere le speranze, attesi un’altra mezzora e poi tornai a casa, avrei tentato nuovamente questo sera e poi domani e poi dopodomani, sicuramente non avrei perso le speranze, desideravo troppo quell’incontro a tre ma soprattutto era l’altro incontro che mi dava la forza di non perdere le speranze.
Quando tornai a casa telefonai subito a Sonia per dirle che anche oggi tutto negativo.
– amore, nell’attesa, perché non ci vediamo?
– Quando vuoi tesoro, non ho problemi.
– Se vuoi domani, da mezzogiorno alle 15 sono sola in studio perché la mia collega ha preso un permesso, telefona fra un’ora prendi un appuntamento per una visita di controllo, dille che sei già d’accordo con me e che arriverai verso le 12.30 così la segretaria a quell’ora &egrave già uscita e noi saremo libere.
– Perfetto mi metterò qualcosa di molto intrigante
– Bene e io preparerò qualche giochino nuovo così ci divertiamo
– Perfetto in questo modo avrei avuto il tempo per andare alla fermata del tram in mattinata sperando di poter avere più fortuna degli altri giorni.
– Arrivata a casa trovai la chiamata di mio marito che mi avvisava che sarebbe tornato prima del solito, naturalmente non mi preoccupai in quanto avevo tutta la mattinata libera e un po’ del pomeriggio, decisi di uscire di nuovo per fare la spese, poi rientrando mi sarei fermata al mio abituale negozio di intimo, volevo trovare qualcosa di interessante per l’incontro con Sonia,, volevo qualcosa di veramente interessante dovevo lasciarla a bocca aperta, così avrei potuto condurrre io la danza.
Preparai la lista della spesa, decidendo però che sarei andata per primo nel negozio di intimo e poi il resto, così avrei avuto le mani libere e soprattutto potevo scegliere con comodo. Sistemai la cucina, in modo che rientrando non avrei perso tempo per il pranzo, mi sarei comprata qualcosa di pronto e non avrei cucinato, mi tolsi i pantaloni, mettendomi una gonna, mi feci un caff&egrave e poi uscii.
Stavo pensando al ragazzo, per cui stavo facendo la spola, quasi non ricordavo il viso, anche perché, in viso, lo vidi solo all’ultimo momento, ovvero quando mi diede l’appuntamento ricordavo invece molto bene la maestria delle sua mani e solo a pensarsi sentìì un dolce brivido percorrermi la schiena.
– buongiorno signora, come sta?
Era la padrona di Intimo Donna una graziosa signora di mezza età minuta ma con tutte le curve al suo giusto posto, tante volte avevo fatto un pensierino su di lei, ma non avevo mai avuto il coraggio di aprirmi.
– buongiorno signora Carla, tutto bene
– tutto bene, di lavoro un po’ meno, faccio fatica a vendere, se la crisi ha colpito anche i miei articoli vuol dire che veramente siamo quasi arrivati al fondo
– purtroppo diventa tutto molto difficile, ma non dobbiamo disperare, anzi bisogna darsi da fere per migliorare il servizio e la qualità
– ha proprio ragione signora, mi dica in cosa posso essere utile?
– Stavo cercando un intimo molto sexy anzi direi molto os&egrave, il colore naturalmente nero.
– Le faccio vedere un modellino che mi &egrave appena arrivato, non sono sicura che possa andare bene per il mio negozio mi sembra più adatto ad un sexy shop.
– va benissimo, non mi faccio problemi
– guardi che però &egrave stato fatto alla vecchia maniera
– vuol dire reggiseno mutandine, reggicalze ‘
– esatto, quando me lo hanno proposto sono rimasta un po’ dubbiosa, ma poi ho pensato che sarebbe piaciuto anche a me e quindi ho deciso di prenderlo però ho solo una misura, per lei va bene, e solo in verde malva, ma non si preoccupi, se le va bene a
– vado subito a prenderlo
La signora Brunella (questo era il suo nome) andò nel retro e dopo pochi secondi tornò con il capo tanto decantato, aprì la confezione e stese sul banco il tutto con una cura come se fosse un oggetto di alta oreficeria, sembrava volesse vestire una persona.
– i miei complimenti signora, Brunella &egrave veramente stupenda
– ma non mi chiami signora, siamo quasi coetanee
– va bene Brunella, &egrave molto sexy, anzi direi molto os&egrave
Reggiseno con pizzo leggero e con fori in modo che i capezzoli uscivano, mutandine con spacco anteriore e posteriore, reggicalze con listino che copriva sia la passerina che il culetto ma con un automatico che ne pernetteva la sua esclusione in un momento successivo
– la vedo molto titubante, non le piace?
– No al contrario, &egrave stupendo, nero poi deve essere uno schianto
– Lo provi Rossana vedrà che le starà bene
Era la prima volta che mi chiamava per nome, la cosa mi fece molto piacere, anzi a dire il vero mi fece arrivare un certo brivido
– OK Brunella lo provo, posso portarlo a casa? Così lo posso provare con comodo
– Come vuole Rossana, visto che il negozio &egrave vuoto abbiamo tutto il tempo di controllare se tutto va bene
– OK Brunella se per lei non &egrave disturbo, lo preferisco così ho anche il suo parere, ma sono quasi le 12.30 e lei deve chiudere
– Non ci sono problemi Rossana tanto io non vado a casa, mangiare qui o a casa non cambia tanto sono sola soletta.
Andai in camerino, mi spogliai e iniziai a provarmi il tutto
– Rossana, mi scusi le porto anche un paio di calze così l’effetto sarà completo.
Aprì la porta del camerino per quel tanto che serviva a far passare la sua mano con le calze e poi richiusi.
Iniziai ad indossare le mutandine avendo cura che lo spacco rimanesse ben aperto, poi agganciai il bandellino e la passerina sparì dalla mia vista, agganciai il reggicalze e mi infilai le calze per ultimo misi il reggiseno e l’effetto fu completo anche perché i capezzoli erano diventati di marmo, decisamente mi stavo eccitando.
– tutto bene Rossana, ha bisogno?
– Non Brunella, ho quasi finito
– Faccia con comodo, tanto io chiudo così non ci possono distrurbare.
Mi stavo ammirando, sicuramente avrei stupito Sonia, l’avrei lasciata a bocca aperta ma avrei anche stupito ALL.
– posso entrare Rossana?
Senza risponderle aprii la porta e due occhini iniziarono a scrutarmi
– sono senza parole &egrave uno schianto, mi sembra che anche la misura sia giusta per lei
Ero frastornata, non sapevo cosa dire, il complimento mi era piaciuto, vedevo come mi guardava e capivo che non era solo interesse per vendermelo, ma anche io la stavo guardando e non mi ero mai accorta che era veramente carina.
– le sembra che la misura sia giusta?
– Mi sembra di sì, cosa ne pensa lei?
– Per me stringerei un po’ la circonferenza del reggiseno
– Non diventa troppo stretto?
– No Rossana, lei non ha il seno abbondante come il mio e quindi dobbiamo riempire tutta la coppa e poi, così facendo facciamo uscire di più i capezzoli.
– Mi scusi, ma che tipo di camicetta dovrò usare, perché così si vede tutto, mi basta un po’ di freddo e mi diventano duri
– Non si preoccupi, basta usare in questo caso dei maglioncini vorrei tanto averli io così, invece il seno &egrave una bella misura che i capezzoli sono sempre molli.
Avrei voluto chiedergli di farmeli vedere, ma non ne ebbi il coraggio
– si giri Rossana, così le sistemo la misura come dico io poi se non le piace facciamo sempre in tempo a ritornare indietro.
Mi fece girare, così avrei visto bene la modifica guardandomi allo specchio, lo slacciò, fece scorrere il gancio e lo richiuse cercando di sistemare il seno nella sua coppa, così facendo i capezzoli, anche per l’azione delle sue mani divennero duri, sembravano la punta di una montagna, l’aureola divenne rossa e una strana voglia mi percosse il corpo.
– vedere Rossana che avevo ragione, guardi, non sono stupendi e così facendo fece aderire il suo corpo al mio mentre le sue dita stavano stringendo i miei capezzoli, facendomi male ma anche un senso di dominio sul mio corpo, pensavo che volesse continuare, anzi speravo che continuasse, ma invece tolse le dita e pose le mani sui miei fianchi scendendo lentamente sui glutei.
– Spostò il bindello, cercando di coprire meglio il culetto, poi mi fece girare, sistemò lo stesso anche davanti e indietreggiò
– Ribadisco il concetto &egrave uno schianto, le piace?
– Sì Brunella mi piace, unica modifica lo voglio nero
– Vuol vedere che effetto fa senza il bindello?
Rimasi con un attimo di esitazione, forse lo desideravo, forse no, non sapevo cosa fare
– signora Rossana non ci sono problemi siamo tra donne
– va bene provi
Mi fece girare, sganciò il velcro dalla parte posteriore poi passò davanti si abbassò (una volta tolto, il bindello la passerina sarebbe stata davanti ai suoi occhini) e strappò il velcro anche davanti, avevo le gambe che mi tremavano
– meraviglioso signora Rossana, stupenda, si guardi allo specchio
Aveva ragione, mi stava proprio bene, era veramente eccitante il borso del foro rimaneva proprio attorno alla passerina e stringendo metteva in evidenza le grandi labbra anzi, per dire la verità le gonfiavano ancora di più.
– non sapevo che si depilasse, &egrave bellissima, come ci si sente?
– Non &egrave molto tempo che lo faccio, i primi tempi non ero molto convinta ma ora lo faccio ogni due o tre giorni
– Non le fa male quando si depila?
– No Brunella perché facendolo spesso non fa a tempo a crescere molto, quindi basta una passata ed &egrave subito fatto, pensare che prima avevo un folto bosco, ma non lo rimpiango, mi creda &egrave meraviglioso.
– Ci ho pensato anch’io molte volte ma ho paura di farmi male e quindi ho sempre rinunciato
– Ma sa quanto &egrave comodo? Pensi solamente a quando abbiamo il ciclo
– Vorrà dire che se mi decido, le chiederò istruzioni su come farlo
– Volentieri Brunella, quando vuole
– Si abbasso di nuovo, facendomi aprire le gambe e passò una mano sulla mia pelle vellutata, provocandomi una sensazione meravigliosa
– OK mi piace Brunella, mi cambio però lo voglio nero
Si alzò, il viso un po’ intristito, uscì e io mi spogliai di nuovo per poi rimettermi il vecchio intimo che certamente non faceva la stessa figura, tornai nel negozio posando sul bancone il tutto.
– Brunella quanto torno?
– Penso un paio di giorni, se mi dà il numero di telefono l’avviso, così non le faccio perdere tempo.
Le diedi il numero e la salutai, era proprio carica non ci avevo mai fatto caso, non mi sarebbe dispiaciuto provare ‘.
Mentre camminavo verso la fermata del tram, pensai che sarebbe stato bello averla con noi, cio&egrave tra me e Sonia, però non sapevo cosa ne pensasse lei, non tanto Per Sonia che sicuramente sarebbe stata contenta, ma soprattutto per Brunella, certo se penso a come si muoveva attorno al mio corpo, a come posava le sue mani, con quale delicatezza quasi a sfiorarmi., forse ‘
Arrivata alla fermata, scacciai questi pensieri e mi concentrai alla mia ricerca, le persone che vedevo erano tante ma di quella che cercavo neppure l’ombra, ma stranamente non ero dispiaciuta oggi, forse stavo pensando troppo a Brunella vuoi dire che ‘.
Sospesi la ricerca a tornai verso casa, ricordai che avevo lasciato tutto in disordine, mi fermai a comperare dei fiori e il giornale e con calma andai a casa.
Il piccolino mi accolse con grandi miagolii, poverino non aveva più nulla da mangiare, la ciotola era vuota scodinzolando mi portò in cucina, era troppo bello, lo presi in braccio accarezzandolo e andai a prendere il cibo
Il telefono suonò, posi a terra il gattino re risposti
– pronto chi parla?
– Signora Rossana, buongiorno, sono Brunella, ho telefonato al mio fornitore e mi ha garantito che me lo consegna domani in mattinata, quindi se vuole venire verso le 12.30, prima della chiusura possiamo provarlo senza avere nessuno tra i piedi, cosa ne pensa?
– Va benissimo Brunella, ci vediamo domani, grazie
Chiusi la comunicazione e tornai alle mie faccende, certo non sarebbe stato proprio male averla come amica ma ‘vedremo diamo tempo al tempo.
Telefonai ad ALL mettendo al corrente di tutto, ricevendo la sua approvazione e gioia, anzi mi esortò a continuare a cercare di capire se era possibile o no, ma senza lasciare niente di intentato, decisi così che all’indomani le avrei chiesto se voleva che la depilassi io, cosi’ le facevo vedere bene come si faceva a magari mi sarei attardata attorno alla passerina in modo di capire quale erano i suoi desideri, avrei portato con me l’attrezzatura ma soprattutto la crema, in modo che avrei avuto la possibilità di avere un contatto diretto con le nostre pelli.
Dovetti smettere di pensare a tutto questo perché mi stavo eccitando troppo e visto quello che mi era prefissata di fare, non potevo trovare il tempo per sollazzarmi.
La giornata fu veramente piena ma di tanto in tanto la voglia ritornava, solo al pensiero di questa eventuale nuova esperienza mi sentivo ribollire il sangue.
Alla sera, come al solito, sentii ALL, era allegro e contento di tutto quello che mi stava accadendo, lo avevamo cercato e sognato tutti e due, quanto volte mentre eravamo nel nostro motel e mi coccolava, mi sussurrava nell’orecchio quanto sarebbe stato bello farlo in tre, magari mentre lui mi baciava e mi strizzava i capezzoli qualcuna era già sulla mia focosa passerina, intenta e leccarmela e ogni volta che questo sogno si insinuava nella mia mente, il sangue ribolliva e gli orgasmi si susseguivano.
Poi il buio, arrivava lui, mio marito, sempre con muso lungo, ma come ho fatto a sposarlo,. Cosa pensavo quando gli dissi che era d’accordo ma forse se non incontravo ALL non lo avrei mai capito, poi arrivava mia figlia, anche lei non brillava, era pari con il suo uomo taciturno e maledettamente possessivo, era peggiorata, ma come si suol dire ‘ognuno pianga il suo male’.
Solito pranzo, poche parole, poi la solita TV con relativo abbocco e finalmente il mio lettuccio dove potevo essere sola con me stessa, potevo pensare a tutto senza essere disturbata, potevo organizzare qualsiasi cosa, ne ero padrona, operaia, amministratrice, potevo disporre tutte le pedine come volevo, ma come sempre dopo tanto pensare il sonno ebbe la meglio e mi addormentai.
Al mattino come sempre, quando mi risvegliai ero sola anzi il mio amico a quattro zampe mi faceva compagnia, mi stiracchiai, cercai di mettere in ordine la mia tabellina, dovevo organizzarmi in modo da non perdere niente.
Sistemai la casa e me stessa per prima cosa poi preparai il cibo al gattone e poi sarei andata in comune per delle pratiche urgenti, così sarei arrivata da Brunella verso le 12.30, ora di chiusura del negozio, avremmo avuto 2/3 ore di tranquillità, quindi il tempo necessario per iniziare un buon rapporto, capire cosa poter fare, ed eventualmente organizzare prossimi incontri però non volevo illudermi non volevo anticipare ma soprattutto voler poter condurre il gioco con la mira finale di un finale a tre sia tre donne oppure meglio ancora con due donne e ALL al centro dell’attenzione, alle regia generale.
– pronto Sig.ra Rossana?
– Buongiorno sono io
– Sig.ra Rossana sono Brunella ci vediamo verso mezzogiorno?
– Certo Brunella sto uscendo devo fare 2/3 cose urgenti ma penso di essere da lei verso le 12.30, &egrave troppo tardi?
– No assolutamente, va benissimo così chiudo il negozio e nessuno ci disturba
– Perfetto ci vediamo più tardi, arrivederci.

Se il buongiorno si vede dal mattino, questo mi sembrava volesse essere un buon inizio, e se non mi sbagliavo le prospettive mi sembravano buone.
Preparai quello che mi poteva servire, nel caso che Brunella avesse deciso di depilarsi, presi gli incartamenti per il comune e ‘
– pronto ciao Rossana
– era mio marito
– dimmi hai bisogno
– sì, dovresti mentre vai in comune passare dal negozio degli elettrodomestici e ritirare il mio rasoio che ho lasciato da riparare
– scusa ma non puoi andarci tu questa sera quando rientri?
– No, ho molto arretrato e quindi non so se riesco ad essere a casa prima della chiusura del negozio.

La voglia di mandarlo a quel paese era forte ma per il quieto vivere gli risposi di non preoccuparsi
– in mattinata non riesco, ma nel pomeriggio passerò io
– ciao grazie
– prego

Ricontrollai tutto quello che mi serviva ed uscii.
Riuscii a fare tutto in mattinata e puntuale arrivai da Brunella che erano da poco passate le 12.
– buongiorno signora Rossana, servo la signora e poi sono da lei.
– Non si preoccupi, aspetto
Brunella si avvicinò e sottovoce mi disse
– Rossana, guardi questa signora, si sussurra che le piacciano le donne, anzi ancora di più le signorine.
Non avendo occhio per cose, malgrado la osservassi bene, non riuscivo a capire da cosa provenivano certe voci.
Stava scegliendo un completo che dalle misure erano sicuramente per sua figlia con un’età tra i 13 e 15 anni, molto bello, ottima scelta.
La signora si fece confezionare il tutto come pacco regalo pagò e salutò.
Una volta uscita la signora, Brunella andò a chiudere il negozio, spense le luci e abbassò le tende sulle vetrine, poi venne verso di me e prendendomi alla sprovvista mi abbracciò come se fossimo amiche da sempre, stampandomi un bacio sulla guancia.
– Rossana, venga, le faccio vedere il suo completino, spero che tutto vada bene.
– Brunella non lo provo, tanto &egrave la stessa misura, &egrave cambiato solo il colore quindi’.
La poverina ci rimase male, forse sperava di rivedermi, non volevo che si offendesse e quindi ..
– Brunella se vuole lo provo, ma onestamente mi sembra inutile, perché non prova lei? Così vediamo come le sta.
Il suo viso prese colore, anzi diventò rosso, mi guardò e prendendo il tutto si avvicinò verso il camerino.
– Rossana, sia gentile, guardi sul bancone, vicino alla cassa, dentro la scatola prenda un reggiseno della 4′ perché questo non mi entra per niente.

Aveva ragione non mi ricordavo che il mio era una 2′, presi il reggiseno e lo portai, facendolo passare dall’alto.
– grazie Rossana, un attimo ancora e sono pronta. Nell’attesa mi stavo guardando in giro, era proprio carino come negozio, ben arredato con la moquette a pelo alto, ben tenuto, chissà se la signora Brunella era sposata, non mi ricordavo di averle visto la vera., ma questo non vuol dire niente, era molto carina e dolce e per niente male, anzi.
– signora Rossana, come mi sta?
Rimasi a bocca aperta, due gambe meravigliose, un meraviglioso culetto niente cuscinetti sui fianchi e uno stupendo seno con dei capezzoli duri ed enormi, dovetti deglutire, prima di parlare
– Brunella, mi creda, &egrave uno schianto, farebbe girare la testa a molti uomini
– Grazie Rossana, mi sa che me ne faccio arrivare uno anche per me però lo prendo verde acqua o rosso
– Sicuramente il colore ha la sua importanza, ma con quel corpicino, il colore passa in ultimo ordine.
Guardavo con occhi vogliosi, sia il ponticello di Venere che sembrava più una collina tanto era gonfio, e sia il seno bello pieno e sodo e con quei capezzoli tutti da leccare e mordere.
Per non sembrare interessata al suo corpicino, le girai attorno confermandole che le donava, il modellino metteva in risalto tutto quello che conteneva, mi avvicinai fissandole il seno.
Brunella, io farei uscire di più i capezzoli, con una camicetta di seta, ma non trasparente, sarebbero favolosi
– Rossana ho già provato ma non ci riesco, perché non me lo fa lei?
– Non vorrei farle del male
– Non si preoccupi, appena sento dolore l’avverto
Posi la mano su quel seno, stringendolo delicatamente, mentre con le dita dell’altra strinsi e tirai il capezzoli, che uscì prepotentemente mettendo in risalto ancora di più l’aureola.
Un leggero respiro uscì dalla sua bocca, con la stessa tecnica di prima presi anche l’altro seno e la visione finale fu meravigliosa.
– Brunella si giri verso lo specchio e mi dica cosa le sembra.
Si girò lentamente, mettendo il suo culetto a pochi centimetri dal mio ventre, mi sembrava di sentire il caldo del suo corpo e una voglia di metterle le mani sul seno e stringerla a me mi percorse la mente (anche se ora ero sicura che non avrebbe detto di no, anzi, non volevo iniziare io) ma non feci nulla, lei si stava ammirando.
– ha ragione Rossana mi piaccio proprio tanto.
Si accomodò, ancora meglio, la coppa del reggiseno, poi mise le mani dietro cercando le mie, e quando le trovò le alzò portandole sul seno.
Ora non potevo più resistere il suo corpo appoggiato al mio, strinsi i capezzoli e lei si adagiò contro il mio corpo appoggiando la testa sulla mia spalla; il viso si girò verso il mio e le due bocche si unirono in un dolce e languido bacio.
– grazie Rossana, era tanto che lo desideravo, ma non avevo il coraggio, sei stata tu a farmi capire che dovevo osare.
– Avevo le gambe molli, sentivo il fuoco tra le cosce volevo spogliarla e baciarla su tutto il corpo, volevo sentire le sue labbra e la lingua sulla mia passerottina affamata, ma non volevo correre, il tempo non ci mancava.
Brunella si girò e senza staccare la sua bocca dalla mia iniziò ad aprirmi la cerniera della gonna, che cadde a i miei piedi, poi aprì la camicetta che andò subito assieme alla gonna, slaccio il reggiseno, la sua bocca avida e vogliosa si impossesso dei miei capezzoli succhiandoli, mentre le mani andarono al centro del mio fuoco, mi divaricò la gambe iniziando a accarezzarmi la passerina e qui cedetti di schianto finendo a terra sulle moquette, mi tolse le mutandine ed affondò la sua lingua facendomi partire.
Sentivo che non sarei stata capace di resistere, cercai di inarcare la schiena, in modo che la figa si aprisse sempre di più e dopo averle preso la testa e tenendola premuta sulla passerina, le scaricai sulla bocca un tenerissimo orgasmo.
Lasciai che la lingua ripulisse la mia passerina dopo ci che la feci sdraiare per poi stenderla sul mio corpo
Ci guardammo negli occhi, scoppiando in una sonora risata.
– Rossana non ti puoi immaginare quanto volte mi sono masturbata, pensando a te.
– Dovremo recuperare il tempo perso? Sei d’accordo?
– Certo, ora che abbiamo rotto il ghiaccio, non ci sono problemi, possiamo rivederci quando vogliamo.
– Ora però dobbiamo fare quella cosa che desideri e poi se ci avanzerà del tempo continueremo da dove si siamo fermate. Mi portò in bagno, mise un asciugamano sul coperchio del water e dopo essersi tolta tutto si sedette, io aprii la borsa togliendo tutto il necessario.
– Brunella io sono pronta, sei sempre d’accordo?
– Certo Rossana, lo desidero con tutto il mio cuore.
Le posi le mani sul seno (non mi ero accorta quanto era duro, pensavo che era il reggiseno che lo rendeva così sodo, invece era proprio così di natura) Le diedi un bacio ed iniziai.
– Tesoro dovresti allungarti più possibile, appoggia la schiena al muro e apri più che puoi le cosce, la passerina non si poteva vedere, era nascosta in quel folto bosco, mi inginocchiai davanti a quella dolce visione, presi le forbici e lentamente iniziai a potare la siepe.

Mano a mano che mi avvicinavo alla passerina, sentivo la voglia salire, ma cercai di non farmi capire.
– Rossana, ti prego fermati, non resisto più, toccami voglio godere.
Le mie mani si aprirono la strada e ben presto le labbra rosa mi sorrisero, affondai il dito e la porcona ebbe un orgasmo, imprigionandomi il dito.
Lasciai che si calmasse, poi tolsi il dito mettendomelo in bocca, volevo conoscere il suo sapore, ripresi le forbici e continuai il lavoro,, imperterrita come se nulla fosse successo.
– scusami Rossana, non sono riuscita a resistere, era da troppo tempo che lei, la passerina, conosceva solo le mia mani, quando sei entrata non ho pensato altro che a godere.
– Visto che ora ti sei calmata guardati come sei bella e non ho ancora finito (presi lo specchio e le feci vedere il mio lavoro) ora taglierò ancora un po’ e poi passerò alla schiuma e al rasoio.
– Non mi farai male vero?
– Non preoccuparti, non sentirai niente
Si sdraio di nuovo aprendo le cosce più possibile era veramente bella, volevo farla ancora più bella e desiderabile e fu in quel momento mi venne in mente il mio primo taglio.
Presi il pennello e cosparsi di schiuma tutta la zona poi delicatamente iniziai il lavoro con il rasoio sentivo la mia fighetta che pulsava dalla voglia, ma dovevo farla tacere, era necessaria tutta la mia concentrazione, con un primo passaggio tagliai tutto, lasciando una leggera striscia che partiva dalla clitoride ed andava verso l’alto.
Poi cosparsi di nuovo la zona di schiuma, Brunella aveva chiuso gli occhi e dal modo in cui respirava le stavano tornando le voglie, il rasoio, questa volta corse leggero e veloce come una farfalla, lasciando la striscia a unica difesa di quello stupendo gioiello, ripassai un’ultima volta e il lavoro era quasi finito.
– sei stupenda tesoro, ora ti metto la crema e poi sarai pronta.
Con la crema massaggiai tutta la parte rasata che tornò al suo colore naturale, le mie esperte mani stavano facendo impazzire Brunella.
– ti prego fermati un momento sto per venire ancora, dammi un attimo di tregua
Allora alzati e vai allo specchio e dimmi come ti sembra, poi iniziamo con la crema.
Brunetta si alzò, andò davanti allo specchio e il suo stupore fu grande, continuata a guardarsi, si lisciava quella striscia di peli, aprì le cosce per meglio ammirare il lavoro, poi si girò verso di me e senza parlare mi strinse forte affondando la sua lingua nella mia bocca.
Presa, così alla sprovvista, rimasi allibita non mi aspettavo questa reazione, ma la sua lingua mi risvegliò dallo stupore e ricambiai con sommo piacere.
Senza staccarci la spinsi sul divanetto di prima, obbligandola a sdraiarsi.
– Ora fai la brava, finisco con la crema poi se avremo tempo ci dedicheremo a qualche giochino, dalla tua reazione mi sembra che ti sia piaciuto.
– Moltissimo, &egrave meravigliosa, quasi invidio chi me la leccherà, scusa anche la tua &egrave così
– No, la mia ora &egrave tutta depilata, ma la prima volta era come la tua, non aver premura tienila così per un po’, poi dopo, se ti piacerà togliamo tutto, adesso girati a pancia in giù e apri le cosce.
Devo dire che aveva un gran bel culo, bello sodo tutto da morsicare, o farlo diventare rosso con il frustino per poi passarle la lingua.
Ubbidiente al mio ordine spalancò le cosce, mettendo in mostra uno stupendo buchino rosa, era evidente che non era mai stato usato, era ancora vergine. Presi la crema e iniziai a spalmarla sull’interno dell’inguine, cercando di coinvolgere le grandi labbra per poi lentamente avvicinarmi al buco vergine, passai le dita sull’orifizio, che ebbe una reazione normale stringendosi.
– Rossana, non toccarmi il culo, non ho mai voluto che nessuno lo toccasse, non mi piace, mi dà fastidio se vuoi toccami la passerina che ha tanta fame.
– Sei sicura di non voler provare, ti assicuro che &egrave meraviglioso.
Così dicendo mi ero di nuovo avvicinata stavo passando la crema attorno al culetto
– ti prego Rossana, non farlo, ho paura
– Brunetta, fidati, lascia fare a me, se sentirai male mi fermerò
Forse il ghiaccio era rotto, vedevo che spingeva la passerina contro il lettino, quindi voleva dire che aveva una gran voglia.
Con le mani divaricai i glutei mettendo a nudo il buchetto, scesi verso di lui e iniziai a leccarlo, a ogni colpi di lingua che le davo, vedevo che si apriva, i muscoli si erano allentati, ripresi a massaggiarlo con la crema.
– come va Brunella?
– Non pensavo che fosse così bello
– Questo me lo ha insegnato All, ovvero ‘mai dire mai’
– Prima conosciamo noi, poi me lo presenterai
– Certo tesoro
Le accarezzai la schiena, provocandogli dei sussulti poi una mano andò verso il collo, mentre l’altra ritornò, con tanta crema, al culo, senza forzare troppo cercai di allargarlo, la porcona era pronta, era tutto morbido, spostai la mano dal collo al viso, poi arrivata alle labbra le passai il dito quando, avidamente le aprii per succhiarmelo, con un colpo deciso affondai l’altro dito nel culo fino in fondo.
Strinse i denti attorno al mio dito, e quello fu il segnale che potevo pompare, il dito entrava e usciva lentamente, il suo bacino iniziò a muoversi come se volesse scopare, i denti si allentarono la lingua leccava il dito come se fosse un cazzo e dalla bocca uscivano mugolii di piacere.
Ora era nelle mie mani, potevo fare quello che volevo ma man ebbi il tempo.
– Rossana, vai più forte, mettilo dentro tutto, hoh che bello, non fermarti, spingi, spingi sto godendo. Vidi la sua mano comparire da sotto il ventre e sparire nella figa e dopo pochi secondi le cosce si chiusero,, imprigionandomi dentro di lei mentre dalla sua bocca uscivano parolacce incredibili che mi eccitavano ancora di più.
Non ricordo quanto tempo &egrave passato, le mie dita erano ancora imprigionate dentro di lei e la mia voglia si stava facendo sentire.
Un trillo del telefono ci riportò alla realtà, Brunella si alzò e andò a rispondere, era una cliente, si capiva da come rispondeva, mentre lei imperterrita nella sua nudità continuava la telefonata, io la stavo ammirando era veramente carina, niente di eccezionale ed appariscente ma molto dolce.
La telefonata terminò e lei mi regalò una magnifico sorriso
– Rossana, grazie, mi hai fatto conoscere una cosa nuova che mai e poi mai mi sarei aspettata di fare, avevi ragione &egrave stato stupendo
– anch’io non lo avevo mai fatto, e anche se a dire il vero qualche pensiero lo avevo fatto, così quando All me lo ha proposto non ho detto subito di sì ma gli avevo promesso che ci avrei pensato, e dal quel giorno, ogni volta che mi lavavo provavo con le mie dita per capire cosa si provava, da lì a provare il brivido di una candela o di una carota il passo fu breve e quando, durante uno dei nostri pomeriggi al motel, lui provò a solleticarmi, lasciai che mi scaldasse per bene, poi lo invitai a entrare, ti posso assicurare che quel giorno riuscì a godere più volte.
– deve essere bello ad avere un amante dolce
– Quando ti sentirai pronta non farai altro che dirmelo e ti prometto che ti metteremo in mezzo e sino a quando non ci implorerai di smettere non ci fermeremo.
Vista l’ora ci rivestimmo, dandoci appuntamento verso il fine settimana sempre alla stessa ora.
Quando uscii dal negozio dove aver guardato l’ora decisi che avrei potuto andare verso la fermata del tram, nel caso il ragazzo fosse tornato a casa per pranzo, magari ‘
Camminavo velocemente, la voglia di vederlo era tanta, ma anche la voglia di godere era tanta, avevo dato tutto a Brunella senza pensare a me e ora volevo qualcosa anche per me.
Arrivata alla fermata i miei occhi iniziarono a scrutare nella spasmodica attesa di rivederlo, ammesso che mi ricordassi bene il suo viso, anche perché era un viso abbastanza normale e purtroppo erano passate quasi 2 settimane, lasciai passare 4/5 tram ma del mio misterioso e agognato uomo nessuna traccia, guardai l’ora e mi accorsi che erano quasi le 14 quindi ammesso e non concesso che lavorasse in un ufficio ora era troppo tardi, poi pensai che forse poteva iniziare alle 14.30 e quindi decisi di restare ancora per qualche minuto.
La mia vista era diventata acuta riuscivo a catturare un immagine e seguirla da molto lontano, ma il nulla era l’unico risultato.
– Buongirono signora come sta?
Un tuffo al cuore, le gambe mi tremavano, la voce era la sua, non potevo sbagliarmi, mi girai (era dietro di me) e uno stupendo sorriso mi accolse.
– buongiorno anche a te come stai?
– Tutto sommato bene, ho avuto l’influenza, ma ora sto recupererando (ecco perché non riuscivo a vederlo) e lei come va? Come mai da queste parti
– Sono andata a trovare una mia cara amica e ora torno a casa
– Avevo sperato di vederla il giorno dopo del nostro incontro
– Ti avevo detto che non sapevo se potevo venire, non sono libera come te
– Ha ragione ma io lo avevo sperato ugualmente
– Vai al lavoro, a che ora inizi?
– Ho un orario flessibile, posso iniziare dalle 14 alle 15
– Bello così non devi correre in caso di ritardo dei mezzi
– &egrave vero, possiamo rivederci?
Mi aspettavo la domanda ma non sapevo quando me l’avrebbe fatta
– se mi dai il numero del telefonino ti chiamo e ci mettiamo d’accordo
– certo signora, anzi le do il mio bigliettino da visita.
– Benissimo a patto che tu non mi dia del lei, mi fai sentire più vecchia
– D’accordo io sono Aldo
Un tuffo al cuore, impossibile, anzi incredibile
– bellissimo nome mi piace, io sono Rossana, ora però ti devo lasciare altrimenti faccio tardi
– va bene, aspetto la sua telefonata, scusa la tua telefonata
– se riesco ti chiamo dopo le 18
– d’accordo aspetto la tua telefonata
Ci scambiammo i saluti, io presi un altro tram così non avrei avuto la possibilità di restargli vicino perché non so se sarei riuscita a trattenermi, avevo una voglia pazzesca.
Arrivata a casa non aspettai nemmeno un secondo mi diressi in camera, aprì il mio nascondiglio segreto e recuperai il mio lui (il mio adorato vibratore) mi denudai e dopo essermi sdraiata presi il telefono per chiamare Sonia,, dovevo darle la notizie ma non volevo far perdere tempo alla passerina.
Feci il numero di Sonia, ma venne l’infermiera dicendomi che la dottoressa era uscita e che sarebbe tornata dopo le 16 le dissi di lasciarle un biglietto e che ci saremmo sentite appena possibile.
Allentai la tensione, chiusi gli occhi, allargai le gambe e il mio compagno entro tutto sino in fondo accesi la massimo la vibrazione e iniziai il viaggio di piacere.
Decisamente ero tesa perché dopo aver goduto mi addormentai di colpo, dimenticandomi dentro il mio gioiello, fu il telefono a svegliarmi e a riportarmi sulla terra.
– ciao Rossana mi hanno detto che mi cercavi
– ciao Sonia, come stai? Tutto bene?
– Tutto OK tesoro
– Sei seduta?
– Si sono appena rientrata e stavo preparando delle ricette mediche
– Bene, apri le orecchie, colpo grosso.
– Hai vinto alla lotteria, se sono tanti ricordati di me?
– Hai sbagliato verbo, non devi dire ‘cosa hai vinto’ ma bensì ‘cosa abbiamo vinto’
– Vuoi dire che abbiamo vinto qualcosa io e te insieme?
– Certo tesoro, la mia tenacia &egrave stata premiata, oggi ho rivisto il famoso ragazzino e guarda caso si chiama ‘Aldo’
– Non dirmi che sei riuscita a vederlo
– Più che vederlo, ci siamo incontrati, mi ha dato il suo biglietto da visita, gli ho detto che lo avrei richiamato cos’ potrò vederlo e capire cosa poter fare.
– Avresti intenzione di vederlo e magari fare ..
– Calma, cominciamo a sentirlo, poi vedremo, la voglia &egrave tanta, ma mi sembra molto giovane.
– Quanti anni potrebbe avere?
– Non penso più di 18/19, anche se a guardarlo bene ne dimostra di più
– Perché non prepari un incontro con lui, magari in un bar, poi guarda caso, capito dentro anch’io così me lo presenti, oppure entro e senza riconoscerci io lo guardo senza essere vista
– Potrebbe essere una buona idea, però preferisco la prima soluzione, così potrai conoscerlo meglio e ti potrai fare un’opinione di lui, e soprattutto se potrà andare bene per tutte e due.
– Sono felicissima, cerca di avere un appuntamento presto e soprattutto tieni conto che settimana prossima mio marito &egrave via per tutta la settimana, quindi possiamo andare a casa mia.
– D’accordo tesoro ora ti lascio, devo preparare dei documenti per domani e poi non vorrei che lui chiamasse.
– Ciao Rossana ci sentiamo presto
Ero agitata, avrei desiderato chiamarlo, ma non mi sembrava giusto, decisi di telefonare ad ALL per dirgli la novità, mi misi sul divano e lo chiamai, ma la voce metallica della segreteria mi avvertiva che era assente, non riuscivo a concentrarmi, avevo una voglia disperata, mi sentivo calda, languida, sarei stata pronta a tutto.
Mi alzai, decisi di farmi una doccia fredda, forse mi sarei calmata, certo se tutto quello che desideravo si fosse avverato sarebbe stato meraviglioso, avrei fatto una esperienza nuova, essere in due donne con un solo uomo e questo già mi faceva impazzire, ma pensando che la prossima volta saremmo state sempre noi due donne ma l’uomo questa volta sarebbe stato ALL.
La doccia non produsse nessun effetto calmante, anzi ero più eccitata di prima, forse, se fossi riuscita a parlare con ALL mi sarei calmata, ripresi il telefono e ritentai.
– pronto ciao amore, come mai mi chiami a quest’ora, cosa &egrave successo?
– Tesoro non &egrave successo nulla di grave, ma di meraviglioso
– Bene, allora raccontami, ma devi essere breve perché ho una persona che mi sta aspettando.
– Sarò brevissima, ti ricordi di quel ragazzo che avevo incontrato in tram? Bene, oggi l’ho rivisto, e ci siamo dati un appuntamento per i prossimi giorni
– Sono contento, certo mi sarebbe piaciuto di più se incontravi una donna, ma sarà per un’altra volta.
– E qui sta il bello, ricordi che Sonia, la dentista, si era detta pronta a farlo con noi due, ma che voleva prima provarlo con uno sconosciuto?
– Certo che mi ricordo, come posso dimenticarmela, mi hai descritto il suo corpo perfettamente, che solo al pensiero mi vengono i brividi di piacere
– Bravo, ora si dà il caso che il ragazzo mi ha chiesto di rivederlo e non di certo di sfuggita e io gli ho risposto di sì ma solo a patto che con me ci sarebbe stata anche una mia amica, lui &egrave rimasto un po’ perplesso ma poi dopo che gli ho spiegato cosa avremmo potuto fare si &egrave detto contento di provare questa situazione, ma che non era sicuro di poter essere all’altezza della situazione.
– Sono sicuro che non ti sono mancati i motivi per farlo interessare alla situazione e questo quando avverrebbe?
– Se tutto va bene settimana prossima a casa di Sonia, in quanto suo marito &egrave via per lavoro tutta la settimana e visto che una sua collaboratrice rientra dalle ferie, lei si trova a avere del tempo libero.
– Vedo che ti sei preparata una bella giornata di incontro culturale, due maestre per un allievo
– Può essere, ma potrebbe essere anche un maestro per due allieve, comunque sia sono pronta, ma mi farebbe piacere sapere il tuo parere
– Amore, lo sai come la penso, sono completamente d’accordo con la tua idea, anche se quel giorno avrei voluto essere io al suo posto
– Tesoro non preoccuparti, tutto questo &egrave fatto per convincere Sonia a unirsi a noi due, e visto che lei &egrave d’accordo ma vuole prima avere una prova, mi &egrave sembrato che potesse essere una buona occasione
– Sono d’accordo, voglio un racconto completo di tutto quello che farete
– Certo amore, tutto e nei minimi dettagli, anzi se Sonia metterà in atto anche l’idea di filmare l’incontro avrai la possibilità di renderti conto di tutto.
– Ciao amore, ora ti lascio ci sentiamo questa sera e ti aggiornerò sulla organizzazione
Tutta questa telefonata mi aveva messa in uno stato di eccitazione incredibile, stavo gustando la scena che sarebbe avvenuta, pensavo alla prossima volta con ALL, sentivo un calore salirmi dalla punta dei piedi, chiusi gli occhi e lasciai che le mie mani trovassero quello che volevano e mi abbandonai dolcemente al pio piacere solitario.
Quante volte avevo sognato questa situazione, ma anche quanto volte avevo dovuto mettere nel assetto il mio sogno, perché con mio marito non si sarebbe potuto realizzarsi, purtroppo mi ero accorta troppo tardi della grande differenza fra i nostri caratteri, forse all’inizio lo amavo, forse lo avevo sposato pensando che poi sarei riuscita a cambiarlo, forse lo avevo fatto per uscire di casa ed essere libera di poter decidere da sola, senza dover attendere il benestare dei miei, forse, forse, basta forse la certezza era arrivata dopo aver incontrato ALL ma poi era tornato il buio quando lui si era dovuto trasferire in un’altra città e lo avevo perso, ma decisamente il destino era segnato e dopo diversi anni ci siamo rivisti e amati con una più grande intensità, e in quel momento ALL era riuscito a togliere il coperchio della pentola e lasciare che tutto il mio io sopito potesse uscire ed esplodere, ora ero pronta a tutto quello che inconsciamente avevo sempre sognato ma mai realizzato.
Il suono del telefono mi risvegliò, facendomi rientrare sulla terra, era mia figlia che mi avvertiva che sarebbe tornata più tardi, avrebbe incontrato il suo bello, le disse di non preoccuparsi che noi avremmo cenato e che le avrei lasciato in caldo la cena.
Mi ricomposi cercando di darmi un tono, ma il mio cervello era fermo, stava realizzando tutto quello che sarebbe avvenuto fra qualche giorno, avrei voluto che fosse domani ma purtroppo non lo era, anzi non sapevo ancora quando, decisi allora di uscire così mi sarei svegliata, la cena era pronta avevo un po’ di tempo prima che mio marito tornasse, un po’ di caos mi avrebbe aiutata a togliermi dalla testa tutto e sarei stata meglio.
Camminavo lentamente, mi lasciavo cullare dal rumore della città, lasciavo che i miei occhi vagassero su tutto, vedevo con piacere le persone che si muovevano come formiche cercavo di capire, dai loro volti, che lavoro facevano, se erano contenti o preoccupati, era un gioco che mi piaceva, mi aiutava a distendere i nervi, mi soffermai davanti ad una vetrina di intimo, non avevo bisogno di nulla ma un completino di aveva attratta facendomi ricordare de prossimo incontro, sarebbe stato interessante farsi spogliare da quattro mani avide e vogliose e rimanere con questo completino che copriva bene ma che lasciava fantasticare la fantasia.
Esitai, un ragazzo giovane e un po’ effeminato mi venne incontro chiedendomi se poteva essere utile.

Certo che mi può essere utile, ho visto in vetrina un capo che mi piace, ma volevo sapere se era possibile averlo in nero
– Che misura porta signora?
– Seconda grazie
– vado a prenderlo, torno subito
Carino il ragazzo, molto curato, ben vestito, pantaloni attillati che gli disegnavano perfettamente le forme, non era il mio tipo ma ‘dopo poco tornò, stese sul tavolo il tutto avendo cura di evidenziarmi la qualità del tessuto e la lavorazione molto particolare, effettivamente era un po’ caro ma la sua bellezza mi convinse all’acquisto, ricompose il tutto nella scatola, fece un pacchetto delizioso, notai le sue mani, molto curate, si muovevano come se stessero toccando le corde di un’arpa, non mi sarebbe dispiaciuto vederle in azione su di un corpo, sicuramente sarebbero state bravissime, avrebbero trovato tutti i punti caldi e portato in paradiso la persona.
Pagai e dopo aver salutato il ragazzo, ricevendo i complimenti per l’acquisto che avevo fatto, uscii immergendomi nuovamente nella folla ‘guardai l’orologio e mi accorsi che era tardi, mi affrettai perché non volevo che mio marito rientrasse prima di me, non potevo e non volevo che generasse qualche brutta situazione.
Naturalmente arrivai a casa prima della mia tribù e visto che a questo punto non avevo più problemi decisi che mi sarei provato il nuovo acquisto, andai in bagno mi spogliai e feci una salubre doccia, poi dopo essermi asciugata mi feci il solito massaggio rassodante cercando di non toccare le parti più delicate, visto che si erano assopite.
Aprii il pacco, ammirai il contenuto e lo indossai, non dovrei dirlo ma lo spettacolo era sicuramente molto bello, credo che farà colpo su Sonia, visto che lei &egrave una patita dell’intimo spinto.
Il suono del citofono mi avvisò dell’arrivo di uno dei due, mi infilai una vestaglia e andai in cucina, così non avrei destato sospetti strani, mentre camminavo sentivo lo stringhino del tanga che mi sollecitata l’entrata di servizio provocandomi un dolce piacere.
Suonarono alla porta, andai ad aprire e mia figlia entrò e stranamente era allegra (capita al massimo 1 o 2 volte al mese) mi guardò e poi sorridendo mi chiese se ero appena rientrata.
– certo sono andata a fare compere e visto che era un po’ tardi, non mi sono cambiata.
– Mamma questa sera esco andiamo al cinema con amici, lascia pure sul mio tavolo quello che devo stirare, lo farò domani sera, ma se ti serve qualcosa, visto che sono in anticipo, lo faccio subito
– No, va pure non mi serve niente, di così urgente
Da come ha parlato avevo capito che gli amici erano una scusa e il cinema pure sicuramente qualche amico le aveva prestato la casa e quindi si sarebbero rifugiati por poter rimanere soli in intimità. Le prima volte che avvenivano questo cose, ero combattuta se chiederle di stare attenta o se stare zitta e la seconda versione vinse anche perché, a onor del vero, &egrave stata lei a confessarmi della sua prima volta e questo mi aveva fatto piacere, a quell’epoca avevamo un meraviglioso dialogo, ci dicevamo tutto, avevamo una confidenza meravigliosa al punto tale che mi chiedeva come fare o se avevo qualche suggerimento, poi un bel giorno si lasciarono, non ho mai capito sé saputo il motivo ma la cosa mi &egrave spiaciuta molto, era un bel ragazzo, dolce, carino, servizievole, pazienza quello che ancora più mi spiace che l’altro che ha preso il suo posto &egrave totalmente al contrario.
Altro suono del citofono mi avvertì che era in arrivo mio marito, la sera era calata sia fuori che dentro, sarei rinata l’indomani mattina quando avrei sentito ALL era come se mi arrivasse un lampo di luce, una scarica di corrente che rialimentavano le batterie, mi tornava il sorriso e la voglia di vivere.
Come fai a non aver voglia di vivere quando sei vicina ad un vulcano, a una persona che sprizza vitalità da ogni millimetro delle pelle, ti senti coinvolta completamente, si fa molta fatica a rientrare nel grigiore della propria vita e pensando a tutto questo la calma mi avvolse e mi addormentai.
Quando mi risvegliai al mattino la prima cosa che feci fu quello di chiamarlo per raccontargli la serata . Attesi il solito orario e poi lo chiamai, avevo assoluto bisogno di confidarmi ma soprattutto avevo bisogni dei suoi consigli per organizzare l’incontro che avrebbe potuto cambiare molte cose.
ALL non rispondeva, quindi voleva dire che era impegnato, cercai di pensare a quello che dovevo fare, guardai l’orologio e visto che erano le 9.30 decisi di chiamare Aldo, feci il numero e la sua voce calda mi avvolse.
– ciao Aldo sono Rossana
– buongiorno signora come sta?
– Ma non eravamo d’accordo che ci davamo del tu
– Scusami hai ragione, come stai? Quando ci possiamo vedere?
– Tutto bene grazie, questa settimana non posso, ma penso che per martedì prossimo potremmo vederci sempre che tu possa essere libero
– Certo che posso essere libero, dove potremo vederci?
– Se tutto va bene, una mia carissima amica mi lascerebbe il suo appartamento, anche perché lei lavora e il marito &egrave via per tutta la settimana
– Bellissimo potremmo essere soli e ‘.. piano, non correre, ci potremo vedere e poi il resto lo decideremo
– Non volevo correre ma ‘
– Ho capito, ma lasciamo che il tutto avvenga con calma altrimenti si perde il meglio
– Hai ragione, vedrò di calmarmi, ma credimi &egrave la prima volta che mi capita questa situazione e ho paura, non so se potrò essere all’altezza della situazione
– Non preoccuparti, vedrai che tutto andrà bene, ora ti lascio perché devo andare a far compere, ti chiamerò io appena avrò novità.

Lo lasciai a malincuore, ma dovevo tenere le fila dell’incontro, non era all’altezza di organizzare l’incontro, troppo giovane, telefonai a Sonia che mi diede il via libera per martedì prossimo verso le 14.
Dovevo assolutamente parlare con All, ero tranquilla ma solo in apparenza, avevo bisogno della sua esperienza, fortunatamente al primo tentativo riuscii a parlare con lui e in pochi secondi ero tornata calma, tutto mi sembrava sistemato, non vedevo più problemi. Passai un sabato e una domenica in tensione, avevo una voglia incredibile, ma la paura era ancora più incredibile, non avevo chi abitualmente coordinava il gioco, per calmarmi decisi di telefonare a Sonia, il telefono era libero ma nessuno rispondeva, strano mi aveva detto che non sarebbe uscita perché avrebbe dovuto preparare la valigia per il viaggio del marito.
Decisi di leggere qualche libro che mi calmasse, mio marito era in salotto a vedere la TV, presi il libro e mi accomodai in poltrona immergendomi nella lettura, le pagine avanzavano ma se devo dire che capivo cosa leggevo avrei detto una bugia: la mia mente era occupata altrove, avevo assoluto bisogno di parlare con ALL, dovevo sfogarmi e avere un suo parere, ma non potevo fare niente sino a domani mattina e senza accorgermene mi addormentai.
Quando mi risvegliai erano passate diverse ore, fuori il buio era calato, guardai l’orologio e vidi che erano passate le 20, dovevo preparare la cena, mio marito era sempre davanti alla TV ma non guardava perché anche lui si era addormentato, con tante cose belle che si potevano fare, avevamo buttato delle ore che non sarebbero più tornate ma visto che i nostri rapporti erano da molto tempo di pura convivenza, non avevo sciupato nulla.
Andai in cucina per preparare la cena, il telefono squillò
– pronto
– ciao Rossana ho visto che mi hai chiamata, ci sono novità?
– volevo passare da te domani mattina, ho un dente che mi fa impazzire.
– Non sei sola in casa, tuo marito?
– Esatto quindi verso che ora posso venire?
– Quando vuoi e visto che sono sola ti aspetterò a braccia aperte, anzi a gambe aperte
– Ho capito ci vorranno un paio d’ore, si va bene non ho problemi
– Così tanto tempo non posso ma una cosa veloce riusciamo a farla, spero che mi porti anche qualche novità del nostro ragazzino
– Certamente, sarò da te verso le 9.30 grazie e scusa il disturbo
– Sei una meravigliosa porca
– Anche tu grazie
La telefonata ebbe l’effetto di ridarmi la carica, se fosse stata qui l’avrei distrutta, sentivo la passerina che reclamava, ma non era il momento e nemmeno il luogo, doveva soffrire e aspettare.
Dopo questa telefonata la serata mi si prospettava migliore, sarei sicuramente riuscita a leggere con più attenzione il libro, oppure avrei visto un bel film .
All’indomani,, appena i miei furono usciti di casa mi precipitai al telefono, dovevo assolutamente dare la notizia dell’incontro a All, ma non lo trovai e per la prima volta lasciai un messaggio in segreteria poi mi preparai per l’incontro con Sonia.
Durante il tragitto tentai di nuovo di parlare con ALL ma purtroppo niente.
Suonai alla porta dello studio dentistico e una meravigliosa e raggiante Sonia mi apri, mi fece entrare, chiuse la porta a chiave e ci abbracciamo in silenzio.
I nostri visi erano un corpo unico, le mani erano libere di muoversi mentre le nostre bocche si unirono in un dolcissimo bacio
– allora Sonia sei contenta?
Certo amore, non vedo l’ora di poterlo fare. Visto che abbiamo poco tempo, cerchiamo di stabilire come fare. Ho già pensato a tutto, ti dò le chiavi dello studio tu entri con lui e ti dirigi nel mio ufficio così abbiamo la scrivania, il tappeto, il divano e anche la TV con il videoregistratore, poi tu inizi fai tutto quello che vuoi, naturalmente io sono già qui, sono nascosta a un certo punto entro e vi trovo in atteggiamento inequivocabile, faccio finta di stupirmi, tu ti scusi di non avermi avvertita, lui sicuramente diventerà rosso come un peperone e io ti chiederò di presentarmelo, il resto vedrai che verrà da solo, cosa ne spensi?
– mi sembra che puoi cambiare mestiere, potresti fare la regista di un film
– sono contenta che ti piaccia, vieni domani un bacio non abbiamo molto tempo
Naturalmente oltre al bacio anche le nostre passerine si divertirono ma molto velocemente
– ciao Sonia a domani, ricordati che se l’esperimento sarà positivo il prossimo incontro sarà con All
– ogni promessa &egrave debito se tutto va bene fra 10 giorni quando mio marito ripartirà, ripeteremo l’esperimento e questa volta con All.
Ci salutammo, mi diressi in strada, dovevo far compere per la casa, poi avrei visto Aldo verso le 14.30 per concordare l’ora dell’appuntamento e infine sarei andata a casa.
Certo, sarebbe stato un bel colpo vedere entrare Sonia in ufficio mentre noi due eravamo in posizione equivoca, ottima idea mi piaceva, anzi mi eccitava molto.
Alla sera a casa soliti musi lunghi, compreso il mio con l’unica differenza che il mio era di facciata perché tutto l’interno era allegro e pronto all’esperimento.
L’appuntamento con Aldo era per lunedì pomeriggio alle 14.30 solito posto, ovvero alla fermata del tram, ma come avrei fatto a far passare il tempo avevo tutto sabato, tutto domenica e la mezza giornata di lunedì, &egrave vero che una parte l’avrei occupata con le normali attività delle casa ma il resto decisi che avrei riordinato il contenuto del PC. Era tempo che continuavo a ripetermi che avrei dovuto sistemare il tutto, forse questa sarebbe stata la volta buona.
La domenica il tempo passò ancora più veloce perché venne e farmi visita una mia lontana cugina Teresa che non vedevo da molto tempo, dopo i primi saluti e convenevoli e visto che la TV trasmetteva una partita decidemmo di andare in cucina così non avremmo disturbato mio marito e noi avremmo potuto parlare liberamente.
Qualche ricordo dei tempi passati e poi le domande sempre più intime e fu così che scoprii che si era divisa dal marito e che viveva sola, l’unico figlio studiava a Roma e veniva a casa una volta al mese, lei non lavorava più, ovvero si era trovata un lavoro che poteva fare a casa visto che la casa era sua, l’ex marito le passava una discreta somma, quella che prendeva dal lavoro andava per i suoi capricci e per qualche viaggio durante l’anno.
E tu, con tuo marito, come va?
– sempre peggio, non ho voluto seguire il tuo esempio e ho fatto male.
– sapessi come si sta bene da sole, se ho voglia mangio in casa altrimenti vado al ristorante, posso guardare la TV oppure all’ultimo minuto decido di andare al cinema, se mi capita l’occasione sono libera di portare a casa chi voglio, sia esso un amico che un’amica, anzi sai cosa facciamo, organizzo una serata fra amiche, lui lo lasci a casa, così possiamo parlare liberamente, ti faccio conoscere Sandra una rossa tutto fuoco con lei non puoi annoiarti &egrave meravigliosa.
Certo solo la parola rossa mi aveva accesa, ma non avevo capito che tipo di amicizia intendeva, ma non intendevo assolutamente approfondire, ci sarebbe stato il tempo per capire.
– perfetto se vuoi organizzare settimana prossima per venerdì a me andrebbe bene, lui si ferma come al solito a bere un aperitivo con un suo collega e quando torna non ha fame, mia figlia esce con il suo bello, quindi visto che ognuno fa i propri affari sarebbe ora che anch’io pensi un po’ a me stessa.
Non credevo che sarei riuscita a prendere questa decisione ma visto come vanno le cose.
– perfetto domani chiamo Sandra e organizzo una bella cenetta tra noi tre, prima che mi dimentichi ti avviso che lei &egrave singola per scelta, ha avuto una brutta esperienza, quando aveva 24/25 anni e da quella volta con gli uomini ha chiuso e visto come si comporta decisamente non ne soffre, anzi!!
– non ti preoccupare non chiederò nulla e se le affronterà il problema lascerò che parli tu
– ora ti lascio perché devo fare una sosta da mia mamma, anzi le dirò che ci siamo incontrate, chissà come sarà contenta.
Si alzò, andò a salutare mio marito poi dopo un bacio sulle guance ci salutammo con l’impegno che si saremmo sentite per confermare quando ci saremmo viste . Guardai l’orologio e vista l’ora decisi di farmi una bella doccia così poi avrei potuto mettermi comoda sul divano a leggere un bel libro.
Solita serata noiosa, la TV non trasmettevano niente di bello e io, malgrado gli sforzi, non riuscivo a concentrarmi sul libro, il pensiero era fisso sull’incontro di domani con il ragazzino, mi immaginavo cosa avremmo potuto fare, alla sua sorpresa, quando Sonia sarebbe apparsa. Certo che questa situazione l’avevo sempre immaginata e sognata con All ma dovevo pur provare per capire e soprattutto avevo il suo via libera, anzi a dire il vero era stato lui a spingermi alla prova. Decisi di smettere si sognare e di andare a dormire, così mi sarei calmata.
Mi alzai, diedi la buonanotte a mio marito e mi coricai, ripresi il libro ma dopo 4-5 pagine sentii il desiderio di dormire, posai il libro sul comodino e mi addormentai.
Il mattina successivo quando mi svegliai ero già sola, i miei erano andati al lavoro mi alzai feci colazione, telefonai a Sonia per sapere se tutto andava bene, avuto conferma, ci salutammo mi vestii in fretta per andare a fare la spesa, cercavo di non pensare a quanto sarebbe successo fra qualche ora, ma facevo fatica, troppo era il desiderio.
Tornata a casa sistemai le compere e poi decisi che mi sarei sistemata per la festa, aprii il comodino segreto e prelevai i miei attrezzi, i vestiti sul letto e nuda andai in bagno.
Questa volta volevo vedere bene cosa facevo e quindi misi uno specchio sul bordo del bidet poi mi sedetti a gambe larghe e mi lavai per bene con l’acqua bollente poi presi il pennello e dopo averlo insaponato lo passai sulla mia passerottina, presi il rasoio e mi depilai completamente.
Lo specchio stava riflettendo una montagna di schiusa che piano piano spariva lasciando in bella vista una meravigliosa bocca color rosa, sembrava la figa di una bambina, non vi era traccia di pelo, lavai tutto per bene e poi passai la crema. Le mie mani si attardavano attorno al bottoncino procurandomi dei meraviglioso brividi, dovetti alzarmi per smettere altrimenti non mi sarei più fermata.
Il trillo del telefono mi aiutò a smettere a quest’ora non poteva essere che lui All
– ciao amore come stai?
Ciao tesoro, tutto bene, sono tesa come una corda di violino non mi sembra vero, avrei voluto farlo con te, almeno per la prima volta.
Non preoccuparti vedrai ti verrà come se tu lo avessi fatto da sempre, ricordati quello che ti ho detto, non devi pensare a cosa dovrai fare, lasciati guidare dalle te e dalle altre voglie, fai tutto ciò che ti passa per la mente nulla escluso e, se ci riesci, pensa che la prossima volta ci sarò anch’io.
– grazie amore, sei riuscito a rimettere in calma tutto il mio corpo, soprattutto la testa.
– bene, brava ora finisci quello che devi fare e poi vai, mi raccomando salutami tanto Sonia, anche se non la conosco e dille che questa volta potete essere Voi due a condurre le danze, ma la prossima volta sarò io il direttore dell’orchestra e la musica sarà sicuramente diversa.
– spero che sia il più presto possibile, ciao amore ci sentiamo alla solita ora questa sera.
– certo, un bacione e divertiti
Guardai l’orologio, ero perfettamente in orario, sistemai tutto per bene, chiusi la casa ed uscii.
Mi sembrava di essere una ragazzina al suo primo incontro, avevo le gambe molli, dovevo assolutamente fare come mi aveva detto All, cercai di riportarmi in calma, dovevo bere un caff&egrave, ne avevo un assoluto bisogno.
Il tempo non mi mancava, quindi potevo sorseggiarlo seduta al tavolino, guardavo la gente che passava cercando di capire cosa faceva, dove andava, era un gioco che mi aveva insegnato All, lui diceva che serviva a distogliere il proprio pensiero da un punto preciso e lasciare che volasse libero senza una meta precisa.
La calma era rientrata nel mio corpo, mi sentivo pronta, determinata, sapevo cosa dovevo e volevo fare, ero io che dovevo avere le redini, dovevo assolutamente far capire ai miei due compagni chi comandava, solo così avrei raggiunto lo scopo finale che mi ero prefissata.
Guardai l’orologio, mancava mezzora all’appuntamento con il ragazzino, mi alzai andai alla cassa a pagare
– arrivederci signora, buona giornata
– grazie buona giornata anche a lei
Non mi ero mai accorta che era così carina, decisi che sarei tornata più spesso chissa? Non si può mai sapere.
Mi fermai un po’ prima del punto di incontro, volevo vedere come si comportava, cosa avrebbe fatto.
Eccolo, &egrave arrivato, si guarda in giro sta scrutando da che parte arriverò, non mi ha vista, cammina velocemente avanti e indietro, deciso di aspettare ancora un po’, lascio che la sua tensione aumenti, vedo la sua mano sparire in tasca, buon segno sicuramente si starà toccando, concentro il mio sguardo sui pantaloni, avevo ragione si sta toccando; il ragazzo &egrave pronto la sua tensione sta aumentando, buon segno vuol dire che tutta la sua mente &egrave concentrata su quello che potrà succedere, decido di entrare in azione, giro l’angolo, voglio arrivare alle spalle, voglio sentirlo sussultare quando gli metterò una mano sulla spalla, voglio vedere il suo viso passare dallo stupore alla gioia dell’incontro, voglio assolutamente che capisca chi deve comandare, voglio dare la calma e la sicurezza, solo così tutto potrà andare liscio, una persona nervosa e tesa &egrave imprevedibile e io non voglio assolutamente rovinare il risultato finale di questo incontro così voluto e desiderato, voglio che lui senta la sua prima volta, ma non voglio che possa pensare che lo &egrave anche per me, deve lasciarsi guidare da una mano esperta, anche se la mia esperienza &egrave solo di facciata, anzi fatta solo di sogni ma &egrave tanta la voglia e tanto che ne parlo con All che mi sembra di essere una perfetta esperta.
– ciao Aldo, &egrave tanto che aspetti?
Si &egrave voltato di scatto, mi sembrava un semaforo, ha cambiato di colore in pochi secondi passando dal rosso al bianco spaventato.
– ciao signora, come stai?
– Tutto bene, vedo con piacere che sei proprio elegante
– Mi sembrava un’occasione giusta
A che ora devi tornare in ufficio?
– ho preso una giornata di ferie
– bene allora andiamo, mi raccomando io vado avanti tu mi segui, una volta entrati nella casa, ti potrebbe fermare la portiera, tu devi dirgli che vai allo studio del dentista e poi mi segui sino all’ascensore
– ho capito non temere, farò tutto quello che mi dici
– bravo, non te ne pentirai
Dalla fermata del bus alla casa di Sonia ci volevano dieci minuti, avrei avuto il tempo di mettermi in calma, mentre camminavo sentivo il rumore dei suoi passi, la cosa mi metteva allegria, il peggio &egrave che sentivo il suo sguardo sul mio culetto e questo oltre all’allegria mi eccitava il desiderio di essere accarezzata, oltre con lo sguardo anche con le mani, mi stava facendo inumidire le mutandine.
Entrai nel portone di Sonia, salutando la portiera (un donnone di circa 45 anni con un culo immenso e con due tette che se mi metteva la testa in mezzo sarebbe riuscita a soffocarmi) sentii che chiese a Aldo dove andava e la sua risposta senza alcun tentennamento. Mi avvicinai all’ascensore premendo il bottone di chiamata. Aldo si avvicinò, ma nello stesso momento la portiera gli disse di salire con me e che sarei andata anch’io dal dentista.
Avevo una voglia di scoppiare a ridere, ma riuscii a trattenermi, le porte si aprirono entrai e lui mi seguì, passato il primo piano, e quindi fuori dalla portata delle portiera mi avvicinai a lui e prendendogli il viso tra le mani lo baciai delicatamente.
La brusca fermata dell’ascensore mi disse che eravamo arrivati, andai verso la porta dello studio, suonai per sicurezza e poi aprii con le chiavi feci entrare anche Aldo, richiusi e due mani possenti mi abbracciarono, mi voltai e una bocca dolcissima si incollò alla mia, la sua lingua si stava facendo strada, stava dialogando con la mia mentre il membro diventato di marmo premeva contro il mio ventre, lo baciai con tutto l’ardore possibile ma quando sentii le sua mani scendere verso il mio inguine mi staccai.
– ora tesoro dovrai fare tutto quello che ti ordino, non potrai mai prendere l’iniziativa, ma solo ubbidire ai miei comandi, se ubbidirai non ti pentirai altrimenti ti farò uscire immediatamente e non mi rivedrai più.
– Aldo divenne rosso come un peperone, abbassò lo sguardo e dopo avermi chiesto scusa mi diede un bacio sulla guancia.
– Avevo vinto era nelle mie mani, anzi nelle nostre mani.
– Ora io mi siedo nella poltrona e tu davanti a me ti spoglierai lentamente, non dovrai parlare ma solo accennare con la testa a ogni mio comando.
Mi accomodai sulla poltrona con le gambe divaricate provocando una sguardo lacerante a Aldo.
– togliti le scarpe
– ora la camicia
– ora i calzini
– ora i pantaloni
– ora la canottiera
Il rigonfiamento dentro le sue mutandine era diventato piuttosto voluminoso e questo mi stava provocando una voglia immensa.
– ora rimani fermo e guarda, ti avverto non dovrai muoverti e non dovrai toccarti, un cenno della testa mi avvertì che avevo capito.
Mi alzi e lentamente iniziai a spogliarmi, la sua fronte si stava bagnando di sudore mentre la mia passerina si stava bagnando dei miei umori, tornai sulla poltrona mi allungai divaricando le cosce, spostai le mutandine iniziando a sditallinarmi. I suo occhi sembravano impazziti, il respiro si stava facendo difficoltoso, la sua mano corse verso il cazzo e se lo prese in mano. Mi bloccai subito, scattai in piedi e guardandolo negli occhi:
– ora dovrai essere punito non hai ubbidito ai miei ordini, mettiti in ginocchio.
– Ubbidiente come un cagnolino eseguì, io andai dietro, gli abbassai le mutande con un righello preso sulla scrivania di Sonia e cominciai a picchiarlo, non emise neppure un gemito.
Le sue natiche erano diventate rosse le accarezzai soffermandomi sul buco del culetto, inumidii un dito e iniziai ad affondarlo (decisamente gli piaceva) perché il cazzo che era diventato molle, ritornò duro come prima.
– rimani dove sei e guarda
Mi alzi, tolsi il reggiseno e le mutandine, mi infilai un dito nella figa e poi succhiai, il ragazzo strava scoppiando, era arrivata l’ora giusta. Mi distesi sul tappeto aprii le cosce più che potevo
– ora vieni qui da me deve lavarmi con la tua lingua ma guai a te se mi farai godere
Un altro cenno delle testa e la sua lingua iniziò a torturarmi, cercai di aprire la figa con le mie mani, per poter sentire quella lingua meravigliosa dentro di me, stavo per godere, ma il piccolo si accorse e smise subito.
– bravo sei stato bravissimo, avrai un premio
Alla parola premio (parola chiave concordata con Sonia) lei comparve
– Rossana cosa stai facendo?
Il piccolo era diventato tutto rosso e d’incanto anche tutto floscio
– Sonia scusami non ho fatto a tempo ad avvertirti
– Tesoro bastava un colpo di telefono
– Hai ragione purtroppo mi sono dimenticata
– Ascolta io vado in studio vedi di risistemarti poi ci vediamo e mi presenterai il signore
In tutto questo tempo Aldo era rimasto come e dove era andai verso di lui lo strinsi al mio petto dandogli un bacio casto sulle labbra.
– non preoccuparti, sembra ma non &egrave cattiva, vedrai fra poco tornerà e faremo pace.
– Sì, forse hai ragione ma come facciamo a riprendere da dove ci siamo fermati, potrebbe tornare ancora
– Facciamo una cosa, ora tu rimani qui, anzi togliti le mutande, io vado di là da Sonia, so come fare per farle passere il tutto, tu nel frattempo cerca di riportarlo all’erezione che avevi prima, così quando torno mi potrai prendere come più ti piace, farò tutto quello che vuoi, però devo rientrare e vedere il cazzo pronto all’uso.

Senza dire niente, si tolse le mutande lo prese in mano e cominciò a masturbarsi e già le prime reazioni si fecero vedere.
Uscii e andai da Sonia.
Brava vedo che sei già pronta
Rossana &egrave magnifico, peccato che &egrave troppo giovane, non so se sarà all’altezza.
– non preoccuparti, gli ho raccontato che venivo da te per fare pace a patto che lui sia pronto per quando ritorno
– cosa ha detto?
– Niente, si &egrave tolto le mutande e ha iniziato a menarselo per farlo diventare bello duro come prima
– Dai tesoro andiamo di la nello stanzino, così possiamo vedere cosa fa
Andammo nello stanzino, Sonia spostò il quadro e una finestrella ci permetteva di vedere tutto senza essere viste.
Aldo era in piedi e si guardava in giro, il cazzo era magnificamente pronto all’uso, mi spostai per far posto A Sonia
– Rossana che cazzo stupendo
– Ora guarda e lascia fare a me
Le allargai le gambe, spostai il lembo delle mutandine, le infilai il dito nel culo cominciando a pompare mentre con l’altra meno mi impossessai di un capezzolo stringendolo forte.
– Rossana sei una magnifica porca, non fermarti, continua sto venendo
Tolsi il dito per infilarci il ditone e l’altro lo misi nella figa
Rossana spingi forte sto venendo, si più forte, ancora, ancora ..
Bastatono pochi colpi e la porcellina venne bagnandomi tutta.
Senza togliere le dita cominciai a baciarla sul collo mordendogli le orecchie
Rossana sono pronta ancora
– no amore adesso io vado di là, mi sdraierò sul tappeto aprirò le gambe e me la farò leccare, tu aspetterai un po’ poi quando ti farò segno entrerai senza farti sentire gli arriverai alle spalle, gli infilerai un dito nel culo e con l’altra mano prenderai possesso di quella meravigliosa asta.
– Sei una meravigliosa porca, corri non farmi aspettare troppo

Andai di là cercando di mettermi bene in vista, mi sdraiai e feci mettere Aldo in ginocchio così quando si sarebbe abbassato per leccarmela il suo culo sarebbe rimasto in alto e ben aperto così avrebbe ospitato il dito senza problemi.
– vieni Aldo leccamela tutta
– ma se entra la tua amica cosa facciamo?
– Non preoccuparti se entra, questa volta la buttiamo a terra e fa facciamo morire
– Non so se sarò capace, non mi &egrave mai capitato
– Non preoccuparti, ci sono io ora lecca, lecca non resisto
Il piccolo si chinò, mi infilò un dito e inizio a leccare, sapevo che Sonia si stava sicuramente masturbando e era proprio quello che voleva, doveva entrare assatanata così si sarebbe lasciata fare tutto quello che volevo. Stavo per godere, gli feci cenno, così mentre lei arrivata io riuscii a godere.
Mentre premevo la testa di Aldo contro la figa, Sonia entrò e fu subito dietro di lui, si mise il dito in bocca, mi guardò le sorrisi e con un colpo secco lo introdusse tutto, la sua lingua smise di leccare, le shiacciai più forte la testa.
– porco lecca, non fermarti altrimenti sarai punito
Il dito di Sonia stava facendo l’effetto che volevo, stava leccando più forte di prima segno che gli piaceva, stavo venendo ancora, ma non volevo lui doveva soffrire prima di godere, spinsi via la testa, rimase con gli occhi sbarrati, feci cenno a Sonia di sdraiarsi sopra di me, cosa che fece immediatamente.
– Aldo rimettiti in ginocchio ora avrai due fighe da leccare e dovrai riuscire a farci godere assieme
– Ma io sto scoppiando, non resisto,, voglio godere
– Resisti ancora sarà ancora più bello, ti prometto una cosa stupenda
Allettato dalla promessa si buttò sulle nostre fighe e con la lingua e le dita ci portò in paradiso e riuscimmo a godere assieme.
Il silenzio era rotto solo dal nostro ansimare era stato sublime, meritava qualcosa di speciale, ma non riuscivo a trovare quello che volevo, poi mi ricordai della cintura speciale che Sonia usò con me, le chiesi di andarla a prendere, senza però farsi accorgere da Aldo, mentre io lo avrei intrattenuto in modo di aumentare la sua voglia.
Quando Sonia ricomparve, con l’oggetto desiderato, mi rivolsi a Aldo..
– tesoro ora ti dovrai sdraiare, Sonia e io te lo leccheremo in modo di farlo diventare di marmo, poi lei si metterà sopra di te e farà sparire il tuo pistolone dentro la sua figona.
– Fate quello che volete, ma fatemi godere, non resisto.
– Si sdraiò e cominciammo a slinguarlo e succhiarlo quando mi accorsi che eravamo in pericolo feci cenno a Sonia di smettere.
– Ora amore vai sopra di lui e impalati da sola voglio che ti entri tutto, sino in fondo
Ubbidiente Sonia si mise a cavalcioni sopra di lui e inizio a scendere facendo sparire quel meraviglioso cazzo nel suo corpo, le andai di dietro facendola piegare in avanti.
– ora amore bacialo, al resto ci penso io.
Mi allacciai la cintura con il fallo di gomma nera, lo bagnai e mi presentai davanti al suo culetto.
– Rossana cosa fai &egrave troppo grosso mi farai male
– Sonia non ti preoccupare, tu devi solo pensare a godere, vedrai che sarà meraviglioso.
Aldo che aveva capito cosa volevo fare, aumentò la violenza dei suoi colpi, mentre io stavo mettendo la crema sia sulla verga sia nel culetto di Sonia, mi avvicinai e iniziai a farlo entrare.
– fermati Rossana mi fai male, fermati di prego mi stai rompendo
Incurante delle sue lamentele, le appoggiai due sonore sberle sulle natiche e con un colpo risoluto affondai la verga sino in fondo. Sonia grido con tutto il fiato che le era rimasto ma nello stesso momento iniziò a cavalcare Aldo che estasiato da quello che succedeva aumentò la sua forza e voglia di godere.
– Rossana spingi più forte, sfondami, che bello, spingi
– Sonia ora fermati e ascolta quello che devi fare
Malgrado la voglia di godere che aveva, capii che doveva fermarsi
– siete due porconi, mi state rompendo ma &egrave troppo bello, ti prego Rossana, dimmi cosa devo fare non riesco a rimanere ferma.
– Lo so che stai soffrendo ma &egrave proprio per questo che ti ho fermata, ora tu non dovrai più muoverti, ci penseremo io e Aldo a pomparti per bene
Sonia si abbassò sul viso di Aldo affondando la sua lingua nella bocca del piccolo, mentre io, rimanendo dietro di lei le accarezzavo le natiche e appena lei cercava di muoversi io le appioppavo delle sonore sberle su quel stupendo culo che si stava facendo sempre più rosso.
Feci cenno ad Aldo che iniziò a pompare e nello stesso momento iniziai a assaggiare a quel culetto tutta la lunghezza del mio fallo.
Sonia abbandonò la bocca di Aldo, aveva assoluto bisogno di respirare, ma soprattutto doveva gridare la sua gioia
– siete meravigliosi, non ho mai provato una gioia così grande, spingi fino in fondo Aldo, Rossana spingi anche tu, più forte di prego, non riesco più a trattenermi, sto godendo.
– Malgrado la gioia di aver inculato Sonia e di averla sottomessa ai miei piaceri, ora stavo entrando in crisi anch’io, volevo sentire il cazzo di Aldo dentro di me. Decisi che la porcona doveva godere, la presi per i fianchi e con dei colpi ben assestati la feci gridare sino a vederla sfinita sdraiarsi su Aldo.
I nostri corpi erano scossi da piacevoli tremiti, i loro erano tremiti di gioia per aver goduto, i miei erano invece di desiderio, volevo essere presa immediatamente, ma mi rendevo conto che Aldo, benché giovane, non poteva essere pronto il suo guerriero era a completo riposo ero abituata a quello di All che era sempre pronto bastavano pochi minuti di sosta per poi poter riprendere.
Avevo troppa voglia, non potevo aspettare, Sonia mi guardò e sorrise
– vieni amore voglio sentire la tua lingua sulla passerina devo assolutamente ringraziarti per quello che mi hai fatto provare. MI avvicinai alla sua bocca e ci baciammo, questo naturalmente infuocò di più il mio corpo, scesi verso il suo seno iniziando a leccarlo e a mordere i capezzoli, la stessa cosa la stavo facendo lei con il mio seno, le nostre temperature si stavano innalzando come se avessimo appena iniziato, scesi lentamente verso il suo ombelico (sapevo che era molto sensibile) iniziando a baciarlo e poi a leccarlo, le sue cosce si aprirono la passerina affamata e in attesa mi sorrise, sapeva che fra poco mi sarei tuffata, ma sapevo anche che quando la mia lingua sarebbe entrata un’altra lingua si sarebbe divertita con la mia passerina.
– Le allargai le cosce le aprii il più possibile le grandi labbra e mi tuffai, attratta da quel colore rosa e dal suo clitoride eretto pronto a essere succhiato, Sonia stava facendo la stessa cosa su di me, con la differenza che lei poteva giocare anche con il mio culetto e in effetti dopo poco sentii il suo dito che si stava facendo strada.
In quel momento così delicato mi ricordai di Aldo chissà se alla vista di quello che ci stavamo facendo il suo guerriero avrebbe avuto una reazione positiva. Non feci nemmeno in tempo a finire il pensiero che il dito di Sonia uscì dal mio culetto, peccato stavo per venire, ma come si suo dire ‘non tutti i mali vengono per nuocere alcune volte ” infatti il mio culetto percepì un dito strano che bussava per entrare, Sonia mi allargò le natiche e il cazzo di Aldo lentamente ma inesorabilmente entrò dentro, un attimo di sosta poi iniziò a muoversi il suo ventre picchiava con forza contro il culo ogni colpo che ricevevo era una gioia ma anche una supplizio, cercai di resistere volevo durare più a lungo possibile, volevo che fosse Sonia a crollare per prima, quando sentii la sua lingua aumentare la velocità capii che stava venendo mollai i freni, Aldo stava pompando magnificamente, capii che anche lui sarebbe crollato spinsi il culo contro di lui e mi abbandonai ad un orgasmo meraviglioso.
Sonia mi chiuse le cosce, imprigionandomi e obbligandomi a succhiare il suo nettare mentre il cazzo di Aldo uscito dal culo fini in bocca a Sonia che decisamente riuscii e estrarre ancora qualche goccia di sperma.
Eravamo tutte e tre sdraiati sul tappeto, solo i respiri rompevano il silenzio, probabilmente ognuno di noi si strava godendo la sua parte, io stavo sognando cosa sarebbe avvento se ci fosse stato All al posto di Aldo sicuramente ci avrebbe portate a molti più orgasmi ma soprattutto avrebbe preso in mano la direzione delle operazioni, ci avrebbe sottomesse a tutte le sue fantasie facendoci credere che eravamo noi a decidere mentre invece era lui la mente operativa, però devo essere onesta, essendo la prima volta non era andata male, anzi il piccolo aveva reagito bene.
Un colpo di tosse ci portò alla realtà, aprii gli occhi e tre corpi nudi e bagnati di sudore si stavano guardando
– scusate ma io purtroppo devo andare, altrimenti arrivo tardi al lavoro
– ma certo non preoccuparti, vai pure tanto la strada la conosci
– sì ha ragione Sonia vai pure, magari ci sentiamo chissà forse?
– Grazie di tutto, se potremo vederci, vedrò di prendere più tempo.
Dopo essersi vestito si avvicinò a noi due dandoci un bacio sulla guancia e uscii
– cosa ne pensi Sonia?
– Avevi ragione &egrave stato bello, avrei voluto continuare ancora ma pazienza sarà per la prossima volta
– Amore, basta che tu decida e quello che hai provato oggi non sarà nulla al confronto. All &egrave insaziabile ti garantisco che saremo noi a dire basta.
– La voglia &egrave tanta ma la curiosità &egrave maggiore . Mi prese per mano e mi portò in bagno.
– Ora fai la brava bambina, devo lavarti, siediti sul bidet
Eseguii quello che mi aveva detto, mi venne dietro la schiena e scendendo lentamente mi massaggiò il collo, giocherello con i capezzoli sino a raggiungere la passerina e con tutta la sua dolcezza mi lavò. Era meraviglioso le sue mano, anzi le sue dita mi sfioravano, sembravano la mani di un pianista, mi faceva vibrare tutte le mie corde, non potevo resistere mi appoggiai al suo corpo lasciando che l’orgasmo arrivasse lentamente lentamente sino ad esplodere.
Era di una gentilezza, dolcezza meravigliosa mi stavo affezionando, la costrinsi ad abbassarsi e la baciai con tutta la gioia possibile, non era un bacio normale, era veramente un bacio da innamorato le nostre mani non vagavano sui copri in cerca di godimento, ma si cercavano solamente per esprimere ancora meglio la gioia di questa intimità, non ricordo quanto tempo rimanemmo in quella posizione, ma ricordo benissimo l’infinità di baci che ci scambiammo.
Non stavo diventando lesbica, ma cominciavo a capire cosa si potesse provare, dovevo assolutamente parlarne con All, mi avrebbe sicuramente capita e consigliata non lo avrei mai perso, ma non volevo assolutamente perdere Sonia.
Con All eravamo rimasti d’accordo che ci saremmo sentiti per poter organizzare il sognato incontro con Sonia, non mi sembrava vero, quanto tempo era passato da quando avevamo iniziato a sognare un incontro a tre, quanti sogni, quante fantasie, ora finalmente eravamo arrivati al traguardo, certo il merito di tutto era suo la prova definitiva che tutto sarebbe andato bene era mio, io avevo organizzato con Sonia e il ragazzino, ero sicura che tutto sarebbe andato bene ma non sapevo come mi sarei comportato, cosa avrei fatto senza la sua presenza.
Con lui non avevo problemi, sapevo come muovermi,, cosa fare, cosa fargli o farmi fare, potevano essere al buio, bendati e in silenzio assoluto, che avrei potuto indovinare dove era, cosa faceva, mi bastava sentire il suo respiro e capivo esattamente cosa sarebbe successo di lì a poco, credo proprio che Sonia sarebbe stato contenta di quell’incontro
Dovevo chiamarlo immediatamente, ero in ritardo al nostro appuntamento telefonico.
– pronto ciao All sono io mi richiami?
– Chiudi, ti chiamo subito
Chiusi il telefonino, restando in attesa della sua chiamata
– pronto ciao, come stai? Tutto bene?
– Certo amore, tutto bene e a te come &egrave andata la giornata?
– Direi veramente bene, ma non parliamo di lavoro cerchiamo di parlare della nuova organizzazione
– Amore, non mi sembra vero, ho paura che sia solo un sogno
– Stai tranquilla, questa &egrave la volta buona, non &egrave un sogno
– All come pensi di organizzare l’incontro?
– Non preoccuparti, lascia fare a me, tu devi solamente preoccuparti di chiamare Sonia e darle appuntamento nel suo studio, poi arrivo io, suono il citofono, Voi mi aprite e il gioco inizia
– Ho capito, ma noi due come ci dobbiamo farci trovare?
– Sicuramente vestite, ma già un po’ accaldate, in modo che io entrando possa chiederVi se avete caldo
– E noi ti rispondiamo che &egrave vero, anzi per confermarti che non &egrave una bugia mi tolgo la camicetta, lei mi guarderà allibita ma la sua voglia inizierà ad aumentare.
– Io resterò in silenzio, ma il mio sguardo verso i vostri corpi sarà una conferma, poi tu ti avvicinerai a Sonia, la prenderai per mano e le farai capire, senza parlare, che anche lei deve togliersi la camicetta, poi tutto si svolgerà come noi vogliamo
– Amore fermati, ti prego, non resisto, sono tutta bagnata
– Calmati, devi resistere
Ci salutammo, dandoci appuntamento per domani al solito posto, avremmo definito gli ultimi particolari.
Andai a casa, e pur sapendo cosa mi sarei trovata, ero ugualmente allegra, pensavo di essere in ritardo, ma mi sbagliavo, la casa era vuota, a quell’ora avrebbero dovuto essere in casa tutti e due, non diedi penso alla cosa e mi cambiai.
Le mie mani si attardavano attorno al mio corpo voglioso, ma senza entrare nel vivo della situazione: dovevo stare calma non dovevo assolutamente farmi prendere dalle mie voglie.
Il trillo del campanello mi riportò alla triste, ma vera realtà, mia figlia era arrivata con il suo viso da funerale di 1′ classe quanto avrei voluto poterle dire cosa mi stava succedendo, non tanto di farlo in due o in tre, ma che ero finalmente innamorata e che non aspettavo altro delle telefonata giornaliere di All, ma ripensandoci, sapevo che non avrei mai potuto avere il coraggio di ammettere che il mio matrimonio era fallito, o almeno che era in crisi.
– pronto, chi parla?
– Ciao Rossana sono Sonia
– Come stai, sei pronta?
– Certo che sono pronta, anzi, ti assicuro che &egrave la prima volta che desidero con tutto il mio corpo di ripetere l’esperienza che abbiamo avuto
– Guarda che sarà diverso, da quello che provato con il ragazzo
– Cosa vuoi dire?
– Semplice, All ha un carattere forte, &egrave abitutato a dominare la scena ma anche ad essere dolce sino a farti implorare di fare quello che tu mai avresti pensato di fare.
– Vuoi dire che All riesce a capire quello che vorrei fare?
– Certo, anzi, ti previene e tu sarai contenta di ubbidire ai suoi ordini, pensando di fare quello che vuoi, ma in effetti non farai altro che fare quello che lui vorrà.
– Tesoro, devo dirti una cosa che non ho mai detto a nessuno, ovvero che desidero essere dominata, desidero essere schiavizzata, voglio assolutamente provare a strisciare verso lui o verso te implorando di potervi baciare o leccare
– Sonia non avrei mai pensato che avevi un segreto così importante
– Rossana, ma ti rendi conto cosa vuol dire, implorare tuo marito di prenderti e farti godere e lui girarsi dall’altra parte perché ha sonno, oppure mentre tu stai tranquillamente leggendo sentirti allargare le gambe ed entrare il suo sesso dentro e senza aspettare scaricarti il suo seme per poi girarsi dall’altra parte e dormire, senza pensare che tu hai appena iniziato a desiderarlo, ma che non ti rimane altro che masturbarti per calmarti.
– E tu pensi che io non sappia quello che si possa provare quello che mi dici, ti sbagli, solo che io ho già superato quello stadio, oggi spero solo che mio marito mantenga o peggiori il suo standard ovvero una volta al mese e il tutto finisce in 2-3 minuti non faccio a tempo sentirlo avvicinare e sempre da dietro sfilarmi le mutandine, infilarmi, solo come un cane sa fare quattro colpi poi il silenzio, rimane dentro per pochissimo tempo poi si alza va a lavarsi torna a letto e senza neppure augurarmi la buona notte si gira e si addormenta, poi mi alzo io vado in bagno e cerco di lavarmi meglio che posso, mi sento sporca non posso più sopportare che mi usi per i suoi capricci, non pensa minimamente a me, ma in fondo meglio così, non sopporterei più che mi baciasse o peggio ancora che volesse fare dei preliminari. Come vedi ti capisco benissimo e forse anche per questo ti voglio bene e non sarò assolutamente gelosa quando lo farai con All, anzi sarò felice e orgogliosa che tu possa provare e comprendere la grande differenza fra i nostri mariti e lui.
– Fortunatamente tutti questi discorsi potemmo farli liberamente in quanto mia figlia entrò si cambio e con un ciao mamma esco , torno verso le otto.
– Rossana, tu credi al destino?
– Certo Sonia, ci credo con tutto il mio corpo, così come ho imparato da All a dire mai dire mai, mai avrei pensato di tradire mio marito, mai avrei pensato di fare l’amore con una donna, mai avrei pensato di rivedere All dopo che lui andò via da Milano per lavoro, mai avrei pensato di fare l’amore in tre, ma soprattutto mai avrei pensato di desiderarlo fare con tutto il mio corpo.
– Rossana, ti voglio bene, sono contenta di poterti avere come amica, come confidente, come amante e fra poco di poter dividere le gioie che il tuo uomo ti sa dare.
– Grazie di tutto quello che hai detto, vedrai che sapremo farti raggiungere le vette più alte dell’eros, non riuscirai più a fermarti, ti chiedo solo una cosa, fammi sempre partecipe dei tuoi orgasmi così come io farò con te.
– Ora basta, ti prego sono tutta un fuoco, non resisto più
– Tesoro fai quello che ti ho proposto tanto tempo fa
– Non mi ricordo cosa mi avevi chiesto
– Se vuoi te lo ripeto, sei pronta ad ubbidirmi
– Certo Rossana dimmi cosa devo fare
– Sei vestita?
– Certo tesoro
– Bene, ora senza lasciare il telefono, ti spoglierai tutta senza toccarti
Sentivo solo il suo respiro e qualche sospiro
Rossana sono nuda, ora cosa vuoi che faccia?
Siediti sulle sedia e apri le cosce
Fatto, sono tutta bagnata
Ora dovrai accarezzarti dove vuoi ma guai a te se godi, ora tocca a me spogliarmi
Sentivo il suo respiro farsi sempre più affannoso
– Sonia sono nuda anch’io, pensa se avessimo il videotelefono.
– Amore, non resisto
– Ascoltami, devi fare tutto quello che ti dico e che farò anch’io
– Presto amore
– Mettiti un dito in bocca e poi accarezzati i capezzoli
– Meravigliosa, sei stupenda
– Non godere, aspettiamo, ora scendi con la mano e accarezzati il ventre, non chiudere le cosce altrimenti godi
– Sei una porca stavo venendo
– Devi ubbidire, ora allarga più che puoi le cosce, fai scorrere il tuo dito sulla passerina, scendi più sotto e infilatelo nel culo.
– I suoi mugolii di piacere si stavano facendo sempre più forti, volevo farla morire, ma anch’io non riuscivo più a resistere.
– Ci siamo Sonia, esci dal culetto e affonda tutte le dita che puoi nella figa, non ti servirà muoverti, avremo un orgasmo assieme sei pronta?
– Sono pronta amore
– Le nostre grida di gioia esplosero nello stesso momento
– Troia cosa mi hai fatto fare
– Puttana ti ho fatto fare quello che tu avevi sempre desiderato
– E’ vero, hai ragioni &egrave stato sublime
– La prossima volta ti affonderò tutta la mia mano nella passerina e capirai cosa ti sei persa sino a questo momento, ora vai a lavarti fatti un bel caff&egrave e quando sarai ritornata sulle terra ci sentiremo, anzi, visto che devo sentire All per altre cose, cosa gli dico?
– Sono pronta, voglio assolutamente provare, voglio conoscerlo, voglio essere tra le vostre braccia.
– Bene, allora ci risentiamo domani in mattinata
– Perfetto, non dimenticarti che mio marito &egrave via per tutta la settimana e io non posso assentarmi dallo studio mercoledì prossimo, gli altri giorni ho solo sedute di igiene e alcuni interventi che possono essere fatti anche dai miei colleghi.
– Quindi se organizzo per lunedì nel pomeriggio ti potrebbe andare bene?
– Va benissimo, al mattino organizzo il lavoro al pomeriggio verso le 14 sarò pronta, anzi perché non vieni da me verso le 12 ci facciamo qualcosa di leggero ma buono, magari con un buon vinello.
– Ottima idea tesoro a patto però che ci limitiamo a parlare e magiare dobbiamo esser pronte e in forma.
– Benissimo amore ci sentiamo domani mattina per la conferma

Dopo averla salutata andai in bagno a sistemarmi, guardai l’orologio e mi accorsi che era un po’ tardi, decisi di preparare una cena veloce e leggera, non avevo voglia di pensare, il mio cervello stava già pensando a tutto quello che sarebbe avvenuto, ero sicura che tutto sarebbe andato bene, ma avevo paura che Sonia si facesse prendere dalla paura o peggio ancora dalla voglia di strafare e conoscendo bene All, sarebbe stato un disastro.
Cercavo di immaginare l’incontro tra Sonia e All, senz’altro vorrà metterla a suo agio, senza accelerare senza scendere a dialoghi intimi o peggio ancora con doppi sensi, sapevo che le avrebbe teso la rete tutt’intorno in modo che sarebbe stata lei a chiederle di aprirla e a quel punto il gioco era fatto All poteva condurre il gioco a suo piacimento.
Tutti questi pensieri mi portarono a non accorgermi che era passato tanto tempo, guardai l’orologio era tardi fra non molto i miei sarebbero tornati, mi avviai verso la cucina pensando cosa preparare, a dire il vero, avevo fame ma non avevo voglia di lavorare, avrei voluto essere sola e potermi soddisfare ma ‘
Il suono del citofono mi riportò alla realtà
– mamma non vengo a casa siamo invitati da amici, non aspettarmi tornerò un po’ tardi
– va bene, passa una bella serata ciao
– anche tu mamma ciao
Come avrei potuto passare una bella serata, fra poco sarebbe arrivato mio marito, solito grugno, silenzio assoluto durante la cene (doveva sentire le novità alla TV) poi lui seduto in poltrona, io sul divano, massimo mezzora (tranne quando vi era lo sport) poi la testa si inclinava e gli occhi si chiudevano. Era il momento che tornavo a prendere il possesso del telecomando ero libera di scorazzare per l’etere a cercare qualcosa di interessante, magari qualche film un po’ intrigante che avrei potuto vedere in tutta tranquillità, visto che fra non molto lui si sarebbe svegliato e dopo uno striminzito ‘buonanotte’ si sarebbe alzato per andare a dormire.
Non riuscivo a concentrarmi sul film, avevo davanti agli occhi cosa sarebbe successo domani, sentivo i brividi di piacere su tutto il corpo, lasciai che le mie mani vagassero alla ricerca del piacere solitario, la gonna si alzò e la mano si infilò sotto le mutandine, ero bollente feci scorrere le dita sulle labbra e pizzicai il clitoride, un colpo di tosse mi fece trasalire, tutto tornò al suo posto, la gonna scese a coprire il mio desiderio, attesi qualche minuto per capire se si fosse alzato, abbassai tutto il volume della TV per poter ascoltare meglio, ma l’unico suono che mi pervenne era il suo respiro pesante segno che si era addormentato in pieno.
Finalmente ero libera di dare sfogo ai miei desideri e alle mie voglie, lasciai il volume molto basso, spensi le luci (mi bastava la luce del video), la strada la conoscevo a memoria.
Lentamente mi sfilai le mutandine, allargai le cosce e le mie dita tornarono a giocare con la passerina, chiusi gli occhi pensando che All fosse lì in ginocchio davanti a me, e solo al pensiero di quello che mi avrebbe fatto mi accorsi che stavo venendo, volevo divertirmi e soffrire, non volevo godere subito quindi cercai di far sparire dalla mente All o almeno se non lui ma la sua lingua le sue mani.
Lasciai le mani sulla passerina e mi concentrai sul video, ma anche lui mi stava rovinando perché stavano trasmettendo una magnifica scena d’amore senza essere pornografica le scene erano molto chiare, la passerina reclamava più attenzioni e io stavo perdendo la voglia di lottare contro il tempo.
Mi allungai sul divano e diedi libero sfogo alle mie voglie e di lì a poco la conclusione inevitabile mi raggiunse oscurando il mio cervello ma portandomi ad un’estasi meravigliosa.
Rimasi immobile per molto tempo, le mie mani erano sempre al suo posto, mi stavo assopendo, a quanto sarebbe stato meraviglioso se mi fossi addormentata tra le braccia di All, ma non era così, benché non ne avessi voglia, mi alzai per prepararmi ad andare a letto, forse era meglio, dovevo riposare, dovevo rilassarmi, domani era prevista una giornata stupenda, non so se tutto andrà bene, ma avendo a fianco All ero sicura che non avrei sbagliato.
Malgrado la buona volontà, il sonno non arrivava, ero troppo tesa, non potevo continuare a pensare, dovevo fare qualcosa, cosa non so ma sicuramente non avrei potuto continuare così.
Mi alzai, le gambe mi tremavano, il desiderio che prima si era calmato ora stava diventando fortissimo ma non volevo cedere, dovevo resistere, ritornai sul divano accesi la televisione, apparve un programma inerente ai viaggi nel monto, ottimo mi dissi, e così fu, riuscii a calmarmi, la mia attenzione fu attratta da stupendi panorami, la calma mi stava ritornando, finalmente qualcosa era riuscito a farmi cancellare i miei desideri. Non ricordo quanto tempo passai davanti al video, ma ricordo benissimo che la prima avvisaglia di sonno non mi presero impreparata, e quindi decisi di ritornare a letto. Fu il sole che entrando in camera mi svegliò, forse avevo bisogno di riposare, la tensione e le novità degli ultimi giorni mi avevano messo quasi in ginocchio, ora mi sentivo benissimo, mi guardai in giro, tutto era al suo posto, guardai l’orologio e sbarrai gli occhi era quasi mezzogiorno (non avevo neppure sentito mio marito alzarsi). Di colpo fui in piedi, la luce intermittente della segreteria telefonica mi avvisò che qualcuno aveva lasciato un messaggio.
Era All che mi avvisava che era partito urgentemente con un cliente e che sarebbe tornato sabato sera e visto che non avremmo potuto vederci venerdì pomeriggio, come al solito, si era tenuto lunedì tutto libero al mattino, sarebbe rimasto in ufficio a sistemare le urgenze mentre al pomeriggio se ero d’accordo, saremmo andati nel nostro nido così avremmo potuto collaudare il nuovo vibratore, quello per la doppia penetrazione. Perfetto lui era libero lunedì pomeriggio, Sonia anche lei, era sicuramente un segno del destino e in aggiunta mi aveva comperato quello che sognavo.
– ciao Sonia, come stai?
– Tutto bene Rossana, hai parlato con All?
– Non ho parlato in quanto mi ha lasciato un messaggio &egrave via per lavoro e torna sabato e che lunedì pomeriggio avremmo potuto vederci
– Quindi lui non sa niente di quello che avevamo pensato di fare?
– Certo, non sa nulla e non gli dico nulla, lunedì mattina lo chiamo e gli dico di venirmi a prendere da te in quanto avevo bisogno di una seduta di pulizia e che verso le 14 sarò pronta, basta che citofonava al tuo studio così lo avrei presentato a te e poi saremmo stati liberi per tutto il pomeriggio.
– Sei una meravigliosa porca, solo all’idea mi sto eccitando, anzi a dire il vero avevo già una voglia tremenda, ora con questo notizia, la voglia &egrave aumentata
– Non dirlo a me, pensa che mi ha detto di essere riuscito a trovare un nuovo giochino
– Cosa ha trovato?
– Non te lo dico, sarà una sorpresa
– Sei proprio una porcona
– Vedrai che tutto andrà bene, riusciremo a farti godere come non mai
– Amore sono tutta bagnata, non riesco a stare ferma
– Anch’io tesoro, anzi ora ti lascio e vado in cucina devo trovare qualcosa per ‘
– Ciao tesoro, ci sentiamo questa sera.
– Rifletto, tutto sembrava ingranare al meglio, conoscendo Sonia ero sicura che in questo momento si starà masturbando come una pazza, All non sapeva niente dell’incontro e non gli avrei detto nulla, ero eccitatissima ma dovevo star calma (tutto quello che avevo detto prima era voluto solo per far salire la temperatura a Sonia, volevo che si struggesse dalla voglia, volevo che arrivasse all’appuntamento senza più nessuna difesa, doveva essere pronta a tutto, doveva essere una perfetta schiava e ubbidire a ogni comando o desiderio) certo non era facile star calme, anche perché avevo davanti sabato e domenica e quindi non ero libera di telefonare ad All o nel caso ne avessi avuto voglia di masturbarmi liberamente, ma pensando a quello che sarebbe avvenuto lunedì, una piccola astinenza mi avrebbe fatto bene, anzi avrebbe aumentato il desiderio.
– Il sabato tra le faccende domestiche e una visita a una mia parente passò velocemente e la mia testa non ebbe il tempo di pensare all’incontro, la domenica invece fu più dura, non riuscivo a leggere, non riuscivo a vedere la TV, la mia mente era sempre sulla scena, sarei riuscita, sarei stata all’altezza, non ero capace di darmi una risposta, ma dovevo darmi una calmata assolutamente, non potevo permettermi il lusso di dare adito a qualcuno di chiedermi se avevo qualcosa, dovevo continuare a mantenermi presente nella casa con la mente, mentre il mio corpo era già a domani.
– Finalmente venne la sera, sicuramente il tempo mi sarebbe passato più velocemente, la squadra del mio cuore giocava e quindi ero sicura che per 2 ore la mia mente sarebbe stata concentrata sulla partita.
– Ho sbagliato tutto, neppure la partita riuscì ad offuscare il mio pensiero, cercavo di muovermi di essere più naturale possibile non potevo permettermi nessun tipo di errore, poi finalmente il goal e come per un incontro pensai solo alla partita, e fu una delle poche volte che andai a letto assieme a mio marito e il sonno mi prese immediatamente, con mia grossa fortuna.
– Ciao io esco ci sentiamo verso mezzogiorno
– Va bene, ciao, ricordati che alle 14 ho un appuntamento con il dentista
– Sì mi ricordo, anzi, guarda che farò tardi perché mi fermo a prendere l’aperitivo con un mio collega
– OK ciao
Mia figlia era già uscita, finalmente ero sola e potevo pensare liberamente, lasciai che le mia mani andassero a cercare la passerina, allargai le gambe e le dita vagavano dolcemente senza una meta precisa, poi si diressero per cercare il culetto era bollente, le girai attorno senza tentare di entrare, lo sentivo umido e pronto. Mi piace molto quando All mi allarga e mi infila le sue dita, poi quando sente che &egrave bello dilatato esce e si ripresenta con il vibratore, lo appoggia al buco e io spingo indietro così che mi penetro da sola, &egrave un momento meraviglioso.
Quando invece sono sola penso molto di più alla passerina o al seno, mi eccita moltissimo stringermi il capezzolo con le dita, dapprima &egrave dolore ma poi si trasforma in gioia immensa e finisco che con l’altra mano mi masturbo.
Ero talmente eccitata e vogliosa che non mi accorsi che erano già le 10, mi alzai di scatto, dovevo andare a far la spesa perché al pomeriggio non sapevo a che ora sarei tornata, ma sicuramente non avrei avuto in mente cosa comperare.
– ciao amore, tutto bene, nessun problema
– ciao All, dove sei?
– Sono a Bergamo, ma non preoccuparti sarò puntuale max le 14..30 suonerò il citofono
– Benissimo iosarò da lei verso le 13.45, così quando arriverai avrò finito la seduta di pulizia.
– Allora proseguo, mi raccomando non cominciate senza di me
– Non te lo posso promettere, ma vedrò di fare come vuoi tu.
Ci salutammo, ridandoci appuntamento al pomeriggio, tornai lentamente verso casa, mentre nella mente mi scorrevano le scene che sarebbero avvenute.
Entrai in casa, deposi i pacchetti sul tavolo, uno sguardo all’orologio mi assicurò che ero perfettamente in orario, dovevo solamente sistemare la spesa e poi sarei stata tutta per me e per quello che sarebbe avvenuto tra poche ore.
Quante volte avevamo parlato io e All, quanto volte avevamo sognato e desiderato questo tipo di incontro, fortunatamente conoscevo bene anche Sonia, e quindi dal punto di vista di cosa fare o come iniziare non vi erano problemi, ma vi era sempre tensione della prima volta con la presenza di All.
– ciao passerotto, sei ancora a casa?
– Ciao Sonia, arrivo subito, il tempo di sistemare la spesa e cambiarmi e sono da te
– Sono talmente tesa che ho dovuto far fare la seduta di igiene alla mia cliente da una delle mia collaboratrici.
– Non credere che io sia meno di te, pensa che avevo la lista di cosa dovevo comperare e ora che ho aperto i sacchetti mi sono accorta che ho comperato di tutto tranne quello che mi serviva
– Guarda che ti ricevo con il camice bianco
– Certo tesoro, sarai più affascinante
– Se la cosa ti può interessate sono senza reggiseno e senza mutandine ma il camice &egrave tutto chiuso sino al collo.
– Allora sei proprio porca, così mi fai venire più voglia
– &egrave quello che voglio, anzi, perché non ti metti la gonna corta, senza metterti le mutandine
– Per la gonna sono d’accordo per il resto non posso ho una sorpresa per te
– Cosa ti metti?
– Se te lo dico, che sorpresa &egrave?
– Pensa che la mia collaboratrice &egrave di la con una signora sui 45 anni rossa di capelli e per niente male devo farci un pensierino, non mi dispiacerebbe un bel giro a tre, ma di solo donne.
– Io sarò porca, ma tu mi stai battendo, mi dice queste cose sapendo che ho una predilezione per le rosse?
– Certo che lo so, &egrave proprio per questo, volevo stuzzicarti
– Basta ora ti lascio, fra mezzora sarò da te
– Benissimo, a quell’ora sarò sola e in attesa del nostro All, se serve possiamo scaldare i motori
– Non credo che serva ciao
– Ciao a presto
Non pensavo di riuscire a avere questo tipo di dialogo con una donna, ma decisamente ci siamo trovate subito bene, forse avevamo le stesse idee, gli stessi desideri, ma forse non eravamo pronte al grande passo, &egrave bastata qualche parola, qualche accenno, qualche occhiata eloquente e forse anche una piccola attrazione.
Sistemai tutto quello che avevo comperato, andai in bagno mi cambiai misi la mia piccola sorpresa che doveva far restare a bocca aperta i miei due amanti, un piccolo tocco di profumo nel punto giusto, uno sguardo allo specchio, un grosso sorriso di approvazione, mi accinsi ad uscire.
Mi sembrava di essere come al primo incontro con un probabile spasimante, anzi a un dolce incontro pieno di speranze.
Arrivai davanti al portone di Sonia senza rendermi conto, avevo fatto tutta la strada da sola in mezzo a tanta gente ma ero da sola con me stessa, non vedevo nessuno e non sentivo nessuno, unico rumore il mio cuore che batteva all’impazzata, ero arrivata a quello che avevamo desiderato, io e All, con tutto il nostro cuore, era arrivato finalmente il momento sognato, dovevo solo mantenere la calma e gioire per tutto quello che sarebbe successo.
Certo avevo già fatto la prova in tre, ma non era certo la stessa cosa fatto con All.
– ciao Sonia, mi apri?
– Ciao tesoro entra
Solito ascensore, solito piano,, il terzo, solito campanello e solito sorriso di Sonia che mi abbraccia con tanto ardore.
Entriamo, mi prende le mani, mi fa girare, silenzio assoluto poi
– amore sei una meraviglia, al tuo fianco sembro una normalissima infermiera
– ma nessuno sa che tipo di infermiera tu sia, per me sei stupenda, dolcissima, potresti entrare nella mia bocca e senza anestesia farmi tutto quello che vuoi, solo che guardi i tuoi occhi mi sento il fuoco dentro il mio corpo e ‘
Non mi fece proseguire, incollò la sua bocca alla mia e un lungo bacio ci tenne unite.
Sentivo il suo seno che premeva, le sua mani stavano schiacciando il mio culetto contro il suo ventre, potevo sentire il caldo del suo corpo, mi ricordai della sorpresa che avevo indossato, ma cercai di fare in modo che lei non lo scoprisse, lasciai che le mie mani scendessero verso il suo paradiso, slacciai alcuni bottoni del camice e incontrai il suo ciuffetto tutto bagnato, era il segnale, ma questa volta dovevo resistere, non dovevo farmi coinvolgere, dovevo e volevo lasciare a All la prima entrata, sarebbe stato il mio regalo.
– non stai bene?
– Perché mi fai questa domanda Sonia?
– Semplice solitamente a questo punto eri già dentro di me
– Lo so Sonia, ma voglio portarti in paradiso lentamente, voglio che tu possa gioire con All
– Voglio assolutamente vederlo questo uomo così fortunato di averti come amante
– Non manca molto a capirai il perché della mia devozione nei suoi riguardi e viceversa
– Allora visto il tuo ardore e il tuo desiderio di farmi soffrire, ti accontento, farò tutto quello che vuoi, anzi tutto quello che vorrete
– Bene, visto che non manca molto all’arrivo dei All, perché non ci facciamo un bel caff&egrave?
– Certo amore subito
La vidi sparire, verso la cucina, sculettando in modo meraviglioso e fu quello il momento che fui certa della riuscita.
Stavamo gustandoci il caff&egrave mentre i nostro occhi avidi stavano scrutando i corpi che fra poco sarebbero stati pronti alla guerra dei sensi, il silenzio era immenso ma fu rotto dal trillo del campanello
– pronto
– Buongiorno dottoressa sono All, disturbo?
– No assolutamente, ho appena finito con Rossana e stavamo gustandoci un caff&egrave
– Perfetto, posso averne uno anch’io?
– Certo, salga, terzo piano, la porta di fronte all’ascensore
– Rossana &egrave arrivato il tuo amore, vai ad aprire la porta mentre io preparo il caff&egrave anche a lui.
Mi alzai andai verso la porta, attesi il rumore dell’Ascensore ed aprii la porta.
Ciao, come stai?
Entra, voglio presentarti Sonia, scusa la dottoressa Sonia
Come per incanto nello splendore del suo camice bianco lei comparve, rubandomi la scena
– piacere sono Sonia
– piacere sono All, finalmente vedo il perché Rossana parla sempre di lei
– grazie del complimento, ma anche lei non scherza
– prego il suo caff&egrave, altrimenti si raffredda
– grazie, molto gentile
Ci sedemmo uno di fronte all’altro, cercai di temere le gambe strette mentre Sonia senza malizia si sedette lasciando intravedere un folto ed incolto boschetto.
Il pomo di Adamo di All reagì a quella vista e la cosa mi fece immenso piacere, gioivo attraverso i suoi occhi vogliosi, ma sapevo che il tutto era dedicato a me. Mi avvicinai a Sonia, lasciai che la mia gamba aderisse alla sua, sentivo il caldo che passava dal mio al suo corpo.
All senza toglierci gli occhi si stava gustando il caff&egrave, solitamente trangugiava in pochi secondi, questa volta sembrava non finire mai.
Mi alzai, andai verso di lui, gli presi la tazza e la posai sul tavolino, allargai le gambe, la gonna salì vertiginosamente, mi sedetti sulle sue gambe e lo baciai.
Sentivo la passerina tutta bagnata, sapevo che fra poco la sua mano sarebbe comparsa fra le mie cosce, ero pronta, la aspettavo. Mentre le nostre lingue si stavano intrecciando, sentii due mani che frugavano sul mio seno, ma non potevano essere di All in quanto erano ancora attorno alla mia vita. Il profumo di Sonia mi arrivò come un fulmine alle mie narici, il gioco aveva inizio, a chi toccava per primo?
Non avevo dubbi, Sonia si stacco da me e lentamente si slacciò i bottoni, lasciando cadere a terra il camice, la sua figura, la sua nudità riempiva la stanza, ero consapevole della sua bellezza ma ero consapevole anche della gioa di All nei miei confronti. Lo stavo guardando e gioivo, i suoi occhi erano tutt’uno con quel corpo meraviglioso, vedevo la sua voglia aumentare, ma vedevo la stessa cosa anche sul viso di Sonia, dovevo prendere l’iniziativa altrimenti quei due si beavano ma non concludevano nulla. Mi alzai, cercando di rubare la scena, senza disturbare il loro silenzio iniziai un lento spogliarello rimanendo solamente con le mutandine mi stavo accarezzando il seno, sentivo la voglia aumentare, mi stavo sciogliendo, anzi mi stavo bagnando. Sonia finalmente si accorse dei miei movimenti staccò gli occhi da All e si avvicinò, sentii le sue mani sul mio corpo, le vibrazioni si fecero sempre più intense, le presi i capezzoli stringendoli sino a vedere una smorfia sul suo bel viso, le sua mani iniziarono a vagare sul mio corpo, sino a quando raggiunto i paradiso i suoi occhi si sbarrarono
– Rossana &egrave meraviglioso, non avevo mai provato nulla di simile
Mi fece allargare le gambe e finalmente scoprì che le mutandine avevano uno spacco aperto proprio in corrispondenza della passerina, mi allargò ancora di più le cosce e mi penetrò, pensavo di svenire, mi attaccai a lei lasciando che le sue dita mi frugassero, non riuscii a resistere e venni tra le sue braccia nello stesso istante che un altro dito mi stava entrando nel culetto.
Era All che alle mie spalle aveva scelto il tempo esatto, come sempre sapeva rimanere fermo e in silenzio, per poi comparire e finire la preda. Ma il porcone non aveva capito quanto forza può scaturire dall’unione di due donne, guardai Sonia e senza parlare bloccammo All, buttandolo sul tappeto, quattro mani impiegarono pochissimi secondi per rendere quel corpo alla merc&egrave dei nostri desideri. Dopo averlo denudato mi lasciai scivolare sul suo viso sentendo subito la sua lingua leccare i miei umori, mentre Sonia, senza non poca fatica si stava impalando ci trovammo cos’ una di fronte all’altra i visi cianotici, le nostre mani si unirono, i visi si stavano avvicinando le bocche si cercavano e il triangoli finalmente si chiuse, ognuno di noi aveva le mani o dentro il corpo qualcosa dell’altro, e l’orgasmo ci raggiunse senza che nessuno di noi facesse niente per fermarlo. Lentamente ci trovammo tutti e tre legati in un unico abbraccio, lenti e inesorabili minuti stavano passando. Presi per mano Sonia facendola alzare sino a sentire il rumore del cazzo che usciva dal suo corpo,, la feci distendere sul tappeto le allargai le cosce e tuffai la lingua per lavarla, mentre All stava facendo inoltrare il cazzo nella sua bocca. Il rumore di quella bocca che avidamente stava succhiando il cazzo aumentò la sua voglia, così, senza smettere di leccare la figa si Sonia lasciai che la mia mano arrivasse al mio fuoco iniziando un meraviglioso ditalino.
Finalmente i nostri tre corpi ebbero la loto gioia ma sicuramente non erano stanchi, la lotta era appena iniziata.
Sonia si avvicinò e dopo aver provato l’ebrezza di infilarmi il dito, senza togliermi le mutandine me le sfilò iniziando un lento ma inesorabile lavaggio con la sua lingua la posizione che aveva preso era sicuramente un invito per All, lo vidi alzarsi in piedi, infilarsi un grosso vibratore, nel cui interno fece sparire il cazzo per poi inginocchiarsi dietro a Sonia, bagnò il dito con la saliva iniziando a penetrare Sonia, che si dimenava ansiosa. Ma la porca non sapeva cosa l’aspettava, io e All ci guardammo negli occhi e sorridendo gli diedi il mio assenso, tolse il dito dalla figa facendolo sparire nel culo la lingua di sonia ebbe un attimo di esitazione ma poi riprese a leccarmi con più ardore, il momento era giunto. All si mise in posizione e dopo aver lubrificato per bene il vibratore, con un colpo secco lo fece sparire nel culo di Sonia. Un grido atroce usciì dalle sua labbra mentre una smorfia di dolore comparve nel suo bel viso, ma dopo pochissimi istanti il suo grido di dolore si tramutò in una implorazione perentoria
– All, non fermarti, ti prego spingilo tutto fino in fondo, Rossana &egrave meraviglioso
Sonia era davanti a me con la bocca aperta non riusciva più a muoversi, sentivo la voglia aumentare ma non volevo rompere quell’incantesimo a ogni colpo di All, il suo seno si alzava imperioso, presi i suoi capezzoli strizzandoli mentre All si stava impossessando della sua figa e io non riuscendo a resistere mi stavo masturbando.
Un grido, imperioso, ci fece capire che Sonia aveva raggiunto il suo massimo a cadde sopra il mio corpo senza darmi il tempo di venire.
Il suo viso era sopra la mia passerina, sentivo il suo respiro bollente, All si era sdraiato vicino a me e mi stava succhiando il seno, Sonia benché avesse ancora il vibratore nel suo corpo non dava segni di vita, ma la mia voglia aumentava e cos’ come ero non avevo la possibilità di farmi toccare né tantomeno di toccarmi.
Allungai la mano e presi possesso del suo cazzo cercando di fargli capire in che situazione ero, smise di leccarmi e con un ampio sorriso mi fece cenno di tacere.
Andò vicino a Sonia e con una lentezza esasperante la spostò dal mio corpo, la mise a pancia in su, senza che lei aprisse gli occhi ma la sua bocca stava esternando tutta la gioia che aveva provato.
– All sei stato stupendo, non avevo mai provato tanto dolore ma anche tanta gioia
– Sono contento, ma sei solo all’inizio, ora rimani così come ti ho messa, lascia i tuoi occhini chiusi e non aprire bocca
– Certo amore, farò tutto quello che vuoi, ma non sento Rossana, dove &egrave finita?
– Non ti preoccupare, tesoro, sono qui e ti sto ammirando e anche invidiando
– Vienimi vicina, che io possa toccarti
– Stai ferma ubbidisci, fai quello che ti dice All, fra poco proverai quello che mai hai provato
– Vi prego non lasciatemi così, ho troppa voglia, All toglimi il vibratore, mi brucia
– No, non ti tolgo niente, devi imparare a soffrire e vedrai che il dolore diventerà una gioia anzi un godimento estremo
– Ma io ho voglia di sentire qualcosa anche davanti, lascia che mi masturbi
– Assolutamente no, devi stare ferma, non ti pentirai.

All mi fece un cenno e io mi misi in ginocchio andando lentamente verso la bocca di Sonia mentre lui stava allargando le cosce di Sonia, che naturalmente gradì molto al punto tale che cercava di inarcare la schiena per andare incontro a qualcosa che la penetrasse.
Arrivata sulla sua bocca iniziai a leccarle le labbra e lei, come un passerotto in attesa di cibo aprì la bocca, ma gli ordini di All erano di portarla alla massima esasperazione solo così avrebbe fatto tutto quello che volevamo, abbandonai le sue labbra e scesi verso il seno cercando di leccarla tutta, due magnifici capezzoli in tensione mi stavano aspettando, ma anche i miei erano in attesa spasmodica di sollievo e nello stesso istante che iniziai a schiacciarne uno anche il mio ricevette la visita di una lingua bollente
– Rossana non fermarti troppo, devi proseguire verso il suo paradiso
– Brava vieni sono pronta, voglio godere, All avevi ragione il vibratore mi sta facendo impazzire non brucia più sto godendo
– Attenta Sonia non puoi godere, devi aspettare il mio ordine ora ti legheremo braccia e gambe alla sedia e potrai vedere come ci divertiremo e tu no potrai fare niente, solo guardare così soffrirai sino a implorare anche un semplice ditalino, che naturalmente non potrai farti e nemmeno ti faremo.
– All non posso resistere, ti prego.
Poverina non sapeva chi era All, dolce, anzi dolcissimo ma inflessibile, doveva solo avere pazienza e tutte le sofferenze si sarebbero tramutate in una gioia immensa, avrebbe goduto come non mai si sarebbe potuto aspettare, non conosceva ancora quale era la vetta del piacere.
Senza ascoltare le sue lamentele, la prendemmo per la braccia, dirigendoci verso la sedia
– fermi, mi sta uscendo il vibratore
– Rossana tienilo fermo, non farlo uscire
La posammo delicatamente sulla sedia
– Ho! Che bello, lo sento tutto fino in fondo, spero di riuscire a non godere, posso muovermi un po’, così il vibratore mi farà eccitare ancora di più
– Fai quello che vuoi, basta che non godi, non barare mai , ti guarderò sempre e se sbagli ..
La legammo per bene, con tutta la sua buona volontà, non avrebbe potuto muoversi, il gioco era fatto, ora iniziava il suo calvario, uno sguardo di All mi fece capire che potevo iniziare.
Andai davanti a lei, aprii le gambe e mimai un ditalino, infilandomi il dito nella passerina per poi toglierlo e farle credere che lo avrei messo tra le sue labbra, lei aprii la bocca, pronta a succhiare il mio nettare, ma non era lei la prescelta bensi la mia bocca, poi All mi venne dietro e mi prese i capezzoli strizzandomeli mentre io muovevo il culo contro il suo cazzo.
Sonia aveva gli occhi sbarrati, la sua lingua continuava a passare sulle labbra, cercava di muoversi e spingere il culo sulla sedia per sentire meglio il vibratore la mia mani si avvicinarono al suo seno, era stupendo, duro con i capezzoli eretti e pronti per essere succhiati, le accarezzai delicatamente le poppe, la sentii fremere
– amore &egrave meraviglioso, quello che state facendo &egrave inebriante, sento la figa scoppiare, sono tutta bagnata, vi prego slegatemi, voglio giocare con voi, vi prego non resisto.
– No Sonia, devi resistere e soffrire, vedrai che quando ci dedicheremo a te sari contenta, anzi ci chiederai di smettere.
All sapeva come convincere una persona, era sicuramente un dono della natura, riusciva a portare in calma anche un mare in burrasca (si fa per dire)
Sonia si calmò, si potevano vedere le contrazioni della sua passerina, i capezzoli erano diventati viola, le cosce tentavano di chiudersi,m ma la corda non lo permetteva. All, spinto da un piccolo rimorso o da un ultimo atto da carnefice, mi guardò negli occhi e mi fece cenno di avvicinarmi a lei. Ci trovammo al suo fianco, le nostri mani iniziarono a scendere per poi fermarsi sui seni, leggere carezze alle poppe che provocarono sussulti e mugolii per poi scendere verso il ventre e l’inguine mentre le nostre bocche si impadronivano di quei piccoli capezzoli pronti per essere tormentati.
Sonia aveva pensato che era arrivato il suo momento ma si sbagliava completamente. Il suo ansimare ci stava facendo capire che la porcina pensava di riuscire a godere e fu in quel momento che smettemmo
– non potete fermarvi, non resisto, vi prego
– Sonia devi resistere
– Ora carissima dottoressa avrà il privilegio di vedere un meraviglioso pompino
Mi sedetti sulle sue gambe, All venne avanti, mi abbassai e iniziai a leccargli il cazzo sino a farlo sparire tutto in bocca, lui mi prese la testa e iniziò a pompare come se fosse nelle figa, poi di colpo si fermò, si spostò in modo che anche Sonia potesse vederlo bene e iniziò a masturbarsi.
– Rossana, &egrave meraviglioso, non avevo mai visto un uomo a masturbarsi, mi alzai andando al fianco di All , aprii le cosce e lentamente lasciai che le mie mani cercassero la passerina.
– – Siete due maiali, non potete farmi soffrire così, slegatemi subito
– No, tesoro non &egrave ancora arrivato il momento, devi avere pazienza, devi imparare a dominarti.
– Non sono capace, Vi prego fatemi tutto quello che volete sono pronta
– Non sei ancora pronta, Rossana mettiti in ginocchio davanti a lei e aspetta il mio ordine
Ubbidii e dopo essermi inginocchiata lui spinse il mio viso vicino alla figa di Sonia, il suo profumo raggiunse le mie narici, non potevo leccarla dovevo aspettare l’ordine
All passò sopra la mia testa mettendosi in piedi alla sedia, il cazzo stava andando verso la bocca di Sonia.
– viene All sono pronta
– ora dovrai leccarlo delicatamente
– Io voglio succhiarlo
– No, tu devi solo leccarlo, ti dirò io quando vorrò farmelo succhiare, Rossana ora vai devi leccarla lentamente, non devi farla godere, dovrà farlo da sola
– All come faccio se ho le mani legate
– Stai buona vedrai che ci riuscirai, ora apri la bocca e succhialo.
– Rossana aprigli la figa e inizia a leccargliela, ricordati che non devi farla godere
Sonia non poteva parlare la sua bocca era piena, poi All le prese la testa e fece anche con lei quello che mi aveva fatto prima. I miei occhi non smettevano di controllare se era arrivato il momento, la lingua correva su tutta la lunghezza della sua passerina che si apriva per essere penetrata.
– All ci siamo &egrave pronta
– Succhia porcona, non fermarti, Rossana sto venendo e senza che io la toccassi Sonia ebbe un fremito, stava godendo da sola senza che nessuno toccasse il suo corpo.
Furono attimi interminabili, il silenzio ci aveva avvolto, rotto solo dai nostri respiri affannosi, i nostri visi erano luminosi
– Rossana &egrave stato meraviglioso, sono venuta nello stesso momento che All godeva e nessuna mi ha toccata
All scese dalla sedia con il suo cazzo a riposo mentre una gocciolina faceva capolino sulla punta venne vicino a me e con un colpo di lingua mi impadronii di quel nettare
– Rossana slegala
Andai vicino a Sonia, le diedi un bacio sulla bocca e iniziai a slegarla
– avevate ragione &egrave stato tremendo mi avete fatto soffrire ma la gioia finale &egrave stata sublime, sono pronta, farò tutto quello che vorrete
– brava vedo che hai capito ora andiamo in bagno dobbiamo pulirci bene.
Gli occhi di Sonia si illuminarono sapevo che amava essere lavata, la feci piegare , gli aprii le cosce e lentamente tolsi il vibratore dal suo culetto.
Piano Rossana, mi brucia. Poi ci riunimmo in un unico abbraccio. Un trillo di telefono ruppe l’incantesimo
– pronto, buongiorno signora, il suo appuntamento &egrave confermato per domani, no signora oggi proprio non posso, non si preoccupi, l’aspetto, arrivederci.
– oggi sono troppo occupata, non vi sembra?
– Certo amore, la nostra operazione &egrave appena iniziata, &egrave vero All?
– Certo abbiamo appena iniziato cosa ne pensi Sonia? Oppure sei stanca?
– No, tesori io non sono stanca, avrei solo bisogno di fare pipi e darmi una rinfrescata
– Benissimo allora andiamo tutti in bagno
– Ma veramente abbiamo solo un bagno
– Meglio, così staremo tutti assieme
Sonia mi guardò incredula, non sapeva cosa dirmi e non sapeva cosa fare, All capì la situazione, le andò alle spalle e le appioppò una sonora sberla sulle chiappe facendola trasalire
– ora tesoro andiamo in bagno e farai quello che ti dico io fidati, per ora hai da lamentarti?
– No All, sino a questo momento tutto &egrave andato magnificamente bene, mi avete fatto provare cose magnifiche, ma non sono abituata ad andare in bagno con altre persone.
– Vedrai che riuscirai a superare l’ostacolo altrimenti ‘..
Quelle parola ebbe il suo effetto, mi venne vicina dandomi un bacio sulla guancia e prendendomi la mano ci dirigemmo verso il bagno, seguite da All.
Bagno di tipo padronale, bellissima vasca, specchi ampi (sapendo cosa voleva dire il gioco degli specchi, cominciavo a capire le intenzioni di All)
– Rossana mettiti sul bidet, tu Sonia ora deve lavarla bene, ma senza farla godere
– Scusa All, ma io dovrei fare la pipì
– Lo so amore, devi resistere, prima devi lavare Rossana, fidati, ti prometto cose meravigliose.
– Vieni Rossana che ti lavo il culetto e la passerina.
– Mi sedetti avendo cura di allargare le gambe al massimo
– Bisogna che impari a depilarmi anch’io, &egrave stupendo passarti la mano sulla passerina, la prossima volta che ci riuniremo sarà compito tuo.
All mi lanciò un’occhiata tramite lo specchio, capii subito cosa voleva, chiusi gli occhi e lasciai defluire il mio bollente getto sulle mani di Sonia che ebbe un attimo di esitazione, poi mi abbracciò.
– Rossana &egrave meraviglioso non avevo mai provato, All sei magnifico.
– Poi mi lavò per bene, cercando di indugiare un po’ troppo sui miei buchini, All se ne accorse e le appioppò due sonore sberle sulle natiche.
– Scusatemi, la tentazione &egrave troppo forte
– Lo so, ma devi saper aspettare
Finii di lavarmi e asciugarmi e mi rimisi in piedi (certo quelle carezze con le sue mani mi avevano fatto venire una pazza voglia).
All la prese per mano, la fece sedere al mio posto mentre io mi mettevo dietro a lei prendendole in mano le stupende tettine, le strizzai i capezzoli facendole sbloccare la vescica che si aprì con una getto enorme che bagnò le mani di All.
– tu credi di aver finito ma ora vedrai cosa ti faccio. Le infilò un dito nel culo e un altro imperioso getto uscì dalla sua passerina
– siete meravigliosi
– ora ti lavo e ti asciugo e assieme a Rossana andrete dentro la vasca
Cominciava ad ubbidire, senza aprire bocca, mi prese la mano ed entrammo assieme
– Sonia ora apri bene le gambe come faccio io
– Brave le mie troiane, arrivo a spegnere il fuoco che sentite fra le vostre cosce.
Entrò anche lui nella vasca, prese in mano il cazzo e diresse un potente getto contro le nostre fighe, ero sudato al massimo, mi girai verso Sonia e la baciai
– brava Rossana tempismo perfetto
– All, posso chiederti un favore?
– Certo, cosa vuoi?
– Mi piacerebbe che mi baciassi, ma non vorrei ingelosire Rossana
– Tesoro il nostro rapporto, tra me ed All, &egrave limpido e aperto siamo liberi totalmente, l’importante &egrave di non dire bugie, mi spiego meglio, se uno di noi dovesse o volesse provare una emozione, &egrave libero di fare tutto quello che vuole, poi quando ci vediamo ci raccontiamo l’avventura anche nei minimi particolari, senza nessuna forma di gelosia, l’amore che ci unisce va oltre un eventuale curiosità di tipo sessuale
– Quindi vorresti dire che posso baciarlo
– Certo Sonia, anzi te lo metto fra le braccia, mentre io sarò lieta di guardarvi, il tuo, in questo momento non &egrave amore ma una curiosità.
Senza continuare si diresse verso All, si abbracciarono e le loro lingue entrarono in azione, vedevo le loro mani che cercavano il corpo dell’altro, andai vicino e accarezzai quei corpi, ero felice, mi misi dietro a Sonia e feci scivolare una mano sul suo seno, mentre l’altra scese ad incontrare i loro sessi infuocati. Poi lei si girò abbandonando la bocca di All e cercò la mia che naturalmente era pronta. Sentivo la figa che pulsava aveva bisogno di attenzioni particolari.
Sonia, visto che hai detto che ti piacerebbe avere la passerina bella liscia, vuoi che io e Rossana ti prepariamo?
Fatemi vedere se mio marito ha lasciato la crema da barba e il rasoio.
Aprii l’armadietto e il necessario era lì pronto all’uso.
– mi avere convinta sono pronta, dove ci mettiamo?
– Visto che esiste questo magnifico tappeto, direi di metterci qui, però stenderei un telo, non si può mai sapere.
Tutto era pronto, soprattutto Sonia, i suoi occhi facevano trasparire una voglia pazza, sembrava dovesse partecipare a un’orgia decisamente lo desiderava veramente.
Si sdraiò, aprì le cosce, Rossana la insaponò lentamente sembrava che stesse godendo, anzi l’operazione che per lei era normale, fatta su Sonia l’eccitava, la sua mano accarezzava l’inguine meravigliosamente sino a quando tutto fu coperto.
Presi il rasoio e iniziai il lavoro e in pochissimo tempo tutto era liscio, come quello di una bambina, il ponticello si presentava bello, pieno, e roseo, le labbra che sotto il pelo non si vedevano bene, ora erano immense e il clitoride si ergeva per essere succhiato.
– Rossana prendi uno specchio e fai vedere alla signora la sua nuova passerina.
– Dopo aver preso lo specchio mi avvicinai a Sonia e tenendole le gambe ferme lo avvicinai in modo che potesse ammirare quanto era meravigliosa.
Rimase a bocca aperta non riusciva a pronunciare parola le sue mani continuavano ad accarezzare il ponticello
– ora tesoro devi farti un regalo, noi rimaniamo a guardarti e tu ti dovrai masturbare, puoi farlo come più ti piace, noi aspettiamo con ansia e con gioia la tua esplosione.
Si mise le dita in bocca per poi poter entrare più facilmente, ma fu un lavoro inutile in quanto era già bagnata si infilò due dita sino in fondo per poi toglierle e succhiare il dolce nettare, non fece in tempo a reintrodurre le dita che già esplodeva in un dolcissimo orgasmo coinvolgendo anche noi.
Lasciammo che riprendesse il fiato prima di passare a quello che avevamo pensato e sognato io e Rossana
– credo che sia stato il più bel ditalino che mi sia fatta e a questo punto sono pronta, fatemi quello che volete, ma per favore fatemi godere. Fece per rialzarsi ma la fermammo subito
– non ti muovere, ora ti legheremo ancora e ti benderemo, poi la tua figa sarà riempita da qualcosa di veramente caldo e grosso.
Dopo averla preparata per bene, All si mise in ginocchio vicino alla sua testa, così nel caso dovesse gridare le avrebbe messo il cazzo in bocca e impegnandosi a succhiare io potevo proseguire nel completamento del nostro sogno.
Mi inginocchiai davanti a quella bocca famelica e iniziai a esplorare la capacità di riempimento della figa prima un dito, poi due, poi tre, poi quattro, lei si dimenava sempre più forte, questo voleva dire che le piaceva e che potevo continuare.
– Rossana &egrave meraviglioso, spingi, spingi, più forte All era al massimo dell’eccitazione, io senza toccarmi e senza dire niente ero già venuta, si prese il cazzo in mano iniziando un bel solitario.
A questo punto scambiai un occhiata con All e misi in atto il piano finale.
– Sonia, ora tolgo tutto quello che ti ho messo dentro, perché voglio leccartela, così ti faccio venire più voglia, ma devi promettermi di non godere, e io ti assicuro un finale meraviglioso.
– ti prometto tutto quello che vuoi, ma ti prego, non fermarti. Le misi un cuscino sotto il suo magnifico culetto e iniziai a leccargliela, senza dimenticarmi di passare la lingua anche sul culetto, nel frattempo All senza farsi notare mi aveva passato la crema da mettermi sulla mano in modo di poterla fare scivolare dentro, All mise il cazzo vicino alla bocca di Sonia che aveva così iniziato a succhiarglielo.
La mano era tutta coperta di crema, iniziai a solleticarle le labbra e poi il clitoride, il suo bacino si proiettava sempre più in avanti per farsi infilare, ma la porcina non sapeva cosa l’aspetteva. Mi abbassai, per poter leccargliela, e nel contempo le infilai un dito nel culo, spalancò la bocca, lasciando per un attimo il cazzo.
– Rossana &egrave meraviglioso, continua ti prego, non fermarti non potevo risponderle, avevo la bocca occupata, ma non la mente, e volevo assolutamente che implorasse di essere sfondata, volevo assolutamente farla soffrire, dovevo portarla al punto giusto, ma senza farla godere.
– All mi lanciò un occhiata, era arrivato il momento, le prese la testa, le aprì la bocca e lasciò che il cazzo trovasse il suo giusto posto, poi venne verso di me e mi baciò per poi scendere verso la figa di Sonia.
– Le divaricò le cosce, le apriì la figa iniziando a leccargliela tutta, mentre con la mani la aprì, la sua lingua abbandonò la figa per concentrarsi sul clitoride, Sonia cercava di dimenarsi ma All non lo permetteva cercò di mettere più saliva possibile e in quel momento la mia mano iniziò la lenta ma inesorabile entrata.
Cercava di dilatarla più possibile, le dita erano già entrate, pompai diverse volte, per farmi strada e quando mi accorsi che la figa era tutta aperta spinsi decisamente senza fermarmi, lei iniziò a mugulare, non so se di piacere o di dolore, ma il gioco era iniziato e non potevo ne volevo fermarmi e mentre All succhiava il clitoride, io iniziai l’ultima parte e la mano sparì tutta dentro quella meravigliosa caverna.
Non ebbi nemmeno il tempo di muovermi che lei aprendo la bocca gridò.
– porca cosa hai messo dentro, &egrave stupendo, spingi, spingi, dai muoviti, &egrave meraviglioso, sto godendo non riesco a fermarmi.
A questo punto All completò il gioco e le mise un dito nel culo e l’esplosione ebbe il suo culmine.
Gridava come non mai, si agitava, decisamente non aveva capito cosa aveva dentro ma sicuramente le stavo procurando un orgasmo mai provato.
Tutta la mia mano, sino al polso, era dentro il corpo di Sonia, io ero in uno stato incredibile desideravo che qualcuno mi facesse godere, ma mi rendevo conto che tutti e tre avevamo bisogno di riprendere il fiato. La mano di Sonia scese verso il suo inguine e incontrò il mio polso e la sua mente realizzò quello che era avvenuto.
– Rossana sei stata meravigliosa, come hai fatto a mettermi dentro tutta la mano?
– Tesoro la mia mano &egrave piccolina, ma forse il problema &egrave che hai una figa immensa e capiente.
Un attimo di smarrimento per la mia affermazione e poi scoppiammo a ridere tutti e tre, ma la mano era ancora dentro e non le dispiaceva.
– Sonia, ora devi aiutarmi, forse ti farò male ma devi soffrire, brava così allarga le cosce, ora spingi.
La mia mano stava uscendo da quella caverna senza troppa fatica sino a chiudere con il classico rumore dello stappo di una bottiglia pregiata.
Sonia restò immobile, in quella posa oscena ma veramente eccitante, solo a vedere quella bocca aperta e pronta ad essere infilata di nuovo, mi venivano i brividi, sentivo la voglia prendermi il basso ventre, avrei voluto provare anch’io quella gioia, ma la paura mi bloccava e non riuscivo a muovermi i miei occhi erano incollati su quelle cosce aperte su quel seno che si abbassava e si alzava ancora sotto la tensione di quell’orgasmo, su quel viso gioioso e soddisfatto, fu lei che senza aprire gli occhi cercò la mai mano, fu lei che se la portò sulla passerina, e per sempre lei che ‘.
– Rossana girati e rimettila dentro, così io avrò la tua figa sulla bocca e ti farò sentire quanto stia godendo.
– Le andai sopra nella classica posizione del 69, le sue mani raggiunsero subito il centro del mio piacere, mi allargò le lebbra e iniziò a leccarmi, mentre io cercavo di farmi strada per infilarla di nuovo, era talmente larga e pronta che la mia mano entrò senza fatica e per tutta risposta la sua lingua mi faceva capire quanto le piaceva.
La mia mente era talmente presa a quella situazione, che io mi ero dimenticata di All, ma non lui, perché ora sentivo due lingue che mi stavano leccando contemporaneamente culo e figa. Chiusi gli occhi e lasciai che l’onda del piacere mi prendesse per mano e venni senza dimenticarmi di far godere anche Sonia e abbandonandomi sopra il suo corpo.
I nostri corpi erano scossi da continui tremiti come se il piacere dovesse tornare, in questo momento qualsiasi persona avrebbe potuto farmi fare qualsiasi cosa, avrei ubbidito senza reclamare.
Ragazze, cosa ne dite se ci facciamo una bella doccia magari vi ritorna un po’ di forza e di voglia.
Fu come la campanella che ti chiama per entrare in classe, scattammo in piedi, senza parlare, lo prendemmo per mano avviandoci verso la doccia, naturalmente eravamo molto stretti, male non faceva
– Rossana perché non mi lavi, anzi facciamolo assieme
– Benissimo tesoro
– Sapete cosa dovete fare? Cercate di coprirvi il corpo di tanta schiuma e poi ci penserò io a sciacquarvi
– Perfetto amore, però tu devi stare ferma non puoi toccarci
All si spostò, cercando di lasciarci più spazio possibile e noi iniziammo ad insaponarci e in breve tempo eravamo bianchissime, ma eravamo anche più arrapate. Prima di risciacquarci mi avvicinai a Sonia e la strinsi contro il mio corpo, le nostre bocche si avvicinarono e si unirono in un dolcissimo bacio. Credo di poter affermare che fu un vero bacio d’amore, naturalmente anche eccitante, ma soprattutto di amore. Forse mi stavo proprio innamorando di Sonia, la cosa mi stupiva, non ero mai stata attratta dalle donne, era stato All ad iniziare a farmi desiderare incontri a tre e la cosa mi piacque molto, ma mai avrei pensato di innamorarmi, probabilmente complice di tutto era il carattere dolce e la calma che mi arrivava da lei.
Come diceva All, il suo carattere e i suoi gusti erano molto simili al mio, ma la sua calma era quella che mi aveva colpito in senso positivo, quando sono fra le sua braccia mi sento sicura, la mia frenesia sparisce e mi lascio cullare e guidare con gioia.
Naturalmente niente a che vedere con la gioia e la scarica di adrenalina che mi provoca il contatto di un uomo, o peggio ancora quello che provo con All, questo per far comprendere al lettore o meglio ancora alle lettrici quali sono le mie pulsioni naturali.
Due braccia mi circondarono e la lingua di All iniziò a tormentarmi il collo, la lingua di Sonia stava frugando ogni angolo della mia bocca e la passerina iniziò a darmi dolcissime fitte provocandomi un’ondata di piacere.
All mi staccò da lei e la sua bocca prese il posto della mia, era meraviglioso vedere colui che ami fra le braccia di un’altra, non avrei mai pensato che questo di potesse provocare gioia, sapevo benissimo quanto mi amasse e sapevo meglio ancora che mi stava dolcemente provocando, ma sapevo ancora meglio cosa stava passando per la testa anzi per il corpo di Sonia.
Mi misi dietro di lei, una mano poteva sentire le meravigliose natiche di All e l’altra si insinuò tra le cosce di Sonia obbligandola a aprirle, potevo sentire la sua figa bagnata e anche il cazzo di All. decisi che li avrei tormentati.
Sonia si staccò dalla bocca di All
– no tesoro non devi staccarti, continuate a baciarvi, al resto penso io
All riprese la posizione e io mettendo sul fianco dei due li obbligai a aprire più possibile le cosce, la mia mano preso il cazzo dirigendolo verso la figa, facendolo scivolare sulla passerina, i primi segnali del piacere sti stavano evidenziando. Sonia iniziò a mugulare il bacino per poter sentire meglio il piacere che le stava provocando il cazzo con l’altra mano stavo accarezzando il collo e poi la schiena di Sonia, ma sapevo benissimo che questo era solo un passaggio lento, la destinazione era un’altra. La voglia e il desiderio mi stavano salendo, la meta era vicina, il solco della natiche mi provocò una meravigliosa fitta al basso ventre, arrivai alla figa di Sonia, la usai per inumidirmi il dito, poi mi spostai e lo feci sparire nel suo culo procurandogli un movimento in avanti a tutto beneficio della figa che pot&egrave sentire ancora meglio il pulsare del cazzo.
Lo spazio in cui eravamo iniziò a diventare troppo stretto, avevamo bisogni di più spazio, tolsi il dito e appioppai due sonori ceffoni sulle loro natiche, che ebbero l’effetto di farli staccare e farmi guardare
– ora tesori, mettiamoci più comodi
– Rossana sei una porca stavo godendo
– Lo so, avevo sentito che eri vicina e proprio per questo ti ho tolto il dito, dovrai soffrire ancora un po’ prima di avere la tua gioia.
All che conosceva benissimo il mio piano mi sorrise e prendendomi per mano mi portò nello studio di Sonia facendomi accomodare sulla poltrona del lavoro
– Sonia portala in orizzontale e tu Rossana apri le gambe e lasciale cadere a lato.
– Rossana hai una figa stupenda, se tutta da leccare
– Brava Sonia, hai capito benissimo cosa devi fare
I miei sensi erano tesissimi, sapevo benissimo cosa sarebbe avvenuto, ne avevamo parlato e sognato molte volte io e All e proprio per questo che sentivo il desiderio salire al massimo.
– Sonia ora scendi e falla soffrire, attenta non deve godere, se sbagli sarai punita, ti legheremo e sarai costretta a vedere tutto ciò che faremo, ma non avrai nessuna possibilità di toccarti né tanto meno essere toccata.
– non preoccuparti All, so esattamente come far soffrire questa porcina
– brava, mi fa piacere che hai capito dove vogliamo arrivare. Vidi le sua mani posarsi sulle mie gambe cercando per quanto fosse ancora possibile d i aprirle, mi rendevo conto che ero in una posizione oscena, ma era quella che avevo sempre sognato.
La sua testa stava scendendo lentamente verso il mio paradiso, aspettavo con ansia il contatto con la sua lingua All si stava avvicinando alle sue magnifiche natiche, masturbandosi, la lingua si posò tra le mie cosce e il gioco ebbe inizio.
La voglia di chiudere gli occhi per poter godere ancora meglio era molta ma non potevo ne tanto meno volevo perdermi questa bellissima scena, quanto volta la avevo sognato e desiderato, quanti ditalini avevo speso, con somma gioia e goduria, ora arrivava la realtà.
– Sonia falla soffrire, allargale le labbra, leccala, succhiala voglio sentirla implorare di farla godere, e tu ogni volta che lo chiederà, ti rialzerai e ti masturberai ma senza godere.
Mentre le diceva tutto questo le sua mani aprivano le natiche e lasciava che il pene si avvicinasse al buco del culetto e ogni contatto, la sua lingua accelerava facendomi volare nel paradiso dei sogni.
Ero allo stremo delle forze ma anche loro non stavano meglio, All cominciava a premere sempre più il cazzo contro il culo di Sonia e lei spingeva indietro per assaporare il beneficio, poi il grido liberatorio di All.
– Sonia fermati, tienile aperta le figa e come il entrerò nel tuo culo, tuffati e falla godere.
– Allargò per bene le natiche e con un colpo deciso la penetrò, il rumore delle sue palle contro le natiche mi mandavano in delirio e facevano crollare la mia resistenza, ero arrivata al capolinea mi lasciai andare a un grido liberatorio, seguito dallo stesso dei miei compagni di giochi.
– Il suo viso di era adagiato sul mio ventre, la visione era stupenda, i suoi occhi mi fissavano e mi sorridevano le sue mani aggrappate al mio seno giocavano con i capezzoli mentre All sempre dentro di lei le accarezzava il suo stupendo culo.
Quello era il momento magico, dove il corpo desiderava riprendere la calma e la mente vagava liberamente senza una meta precisa.
Quanto tempo era passato da quando io e All avevamo iniziato a sognare questo tipo di incontro, quanto volte, mentre facevamo all’amore avevamo iniziato a pensare se sarebbe stato possibile o meglio ancora se sarebbe stato bello e tutte le volte finivamo di parlarne ad alta voce eccitandoci maggiormente e finendo per godere pensando veramente che la prossima volta sarebbe successo veramente.
Un rumore meraviglioso, il classico tappo che esce dalla bottiglia mi costrinse ad aprire gli occhi che incrociarono quelli di All che sorridente era uscito dal culo di Sonia si teneva in mano il cazzo in completo stato di riposo.
Propongo un meritato, ma corto, riposto magari con un bollente caff&egrave, disse All, sono d’accordo rispose Sonia, alzandosi dal mio corpo e mostrando il suo stupendo seno con i capezzoli irti e pronti per essere tormentati, era bellissimo vedere i due in piedi davanti a me, che per tutta risposta risposi
– sono perfettamente d’accordo con Voi , con la differenza che non ho nessuna intenzione di muovermi da qui andate pure di là preparate il caff&egrave e quando &egrave pronto da perfetti servitori me lo portate, attenti però, dovete fare soli il caff&egrave non altre cose.
Mi guardarono con un sorriso che non prometteva niente di buono, ero sicuro che non avrebbero penso tempo nell’attesa del caff&egrave, ma la cosa non mi dispiaceva, anzi mi stava eccitando, li vidi prendersi per mano e sparire, accavallai le gambe stringendomi in una dolce posa che mi permetteva di trattenere tutto il caldo e tutto quello che avevo provato, sentivo la voglia tornarmi, ma la voglia di chiudere gli occhi e ripensare a tutto ebbe il sopravvento. Quanto tempo era passato, probabilmente mi ero assopita, ero sola, i miei compagni dove erano finiti? Il silenzio era completo, si sentiva solo il rumore dell’aria condizionata, il mio corpo ritornò di colpo presente, scesi dalla poltrona cercando di capire dove erano finiti, le gambe,costrette a quella bellissima posizione erano dure e stentavano a prendere posizione, ma la mente era in perfetto stato di lavoro.
– Sonia, All dove siete?
Silenzio nessuna risposta, mi mossi lentamente, cercando di ascoltare eventuali rumori, in corridoio nessuno, nell’altra stanza nessuno, in bagno nessuno dove erano finiti? Un rumore di sospiri mi raggiunse e mi lasciai guidare dal mio orecchio.
In fondo al corridoio, vidi una porta a vetri, era chiusa ma si vedeva che dentro vi era una luce accesa, mi avvicinai lentamente, i rumori si facevano sempre più chiari e le ombre, che prima erano sfuocate, ora cominciavano a essere più nitide, avrei voluto entrare e partecipare al gioco, ma decisi che sarei rimasta fuori, volevo sentire cosa facevano, speravo di riuscire a vederli all’opera e magari entrare in silenzio nel momento più bello. Mi rannicchiai nell’angolo,, dove loro non avrebbero potuto vedermi, cercai di aprire la porta così avrei visto meglio, e la cosa mi riuscì, senza che loro si accorgessero di nulla e la scena che si presentò ai miei occhi era sublime.
All era sdraiato su una panca imbottita con le gambe divaricate, Sonia in ginocchio davanti a lui con il cazzo in mano intenta a leccarlo, le labbra si spostarono verso una cappella violacea iniziando a leccarlo tutto intorno poi lo prese in bocca piano piano sino s farlo sparire tutto, la mani di All si posero sulla testa facendola capire che doveva muoversi, lei capì al volo cosa voleva, e si rialzo, senza farlo uscire dalla sua bocca, posò le sue mani sui fianchi di All iniziando così uno stupendo pompino.
La visione era bellissima ma quel meraviglioso bastone entrava e usciva continuamente, una mano di Sonia si stacco dalle gambe prendendo possesso delle palle per poi scivolare lentamente nell’incavo delle natiche.
A questo punto sapevo esattamente cosa sarebbe avvenuto e in effetti non sbagliavo, All spinse in alto il bacino e Sonia le infilò un dito nel culo accelerando il movimento della sua bocca assetata di sperma, ma sapevo anche che All non lo avrebbe fatto,, voleva qualcosa di più forte.
La mia mano scese verso la passerina, pronta a entrare in azione, non volevo farmi trovare impreparata e come pensavo il gioco ebbe inizio.
– Sonia fermati altrimenti scoppio, brava sei proprio una porca ubbidiente, ora girati e scendi lentamente verso il mio ‘., aprite le natiche con le mani e lascia che il cazzo possa presentarsi sulla porta del tuo culo, quando lo sentirai bussare dovrai lasciarti andare lentamente. Senza parlare Sonia ubbidii ciecamente con l’unica variante che mi mise le dita in bocca per recuperare saliva per lubrificare il suo culo.
Poi lentamente si impalò tenendo la bocca aperta, arrivata in fondo all’asta rimase ferma, sembrava volesse godere di quel palo finito tutto nel culo, fu All che la distolse piacevolmente prendendogli i capezzoli, lei inizio a muoversi e a implorare, si capiva che stava godendo, le mani di All abbandonarono i capezzoli per prendere tutte le coppe attirando quel stupendo corpo sopra di lui.
Sonia capì subito cosa voleva e agevolò la mossa scendendo lentamente quello che si presentò ai miei occhi era sublime, il cazzo era sparito tutto, le palle gonfie erano pronte per essere leccate e la figa di Sonia era tutta aperta con un piccolo cazzino irto e duro, era arrivato il momento di entrare in azione.
Aprii la porta lentamente, si inginocchiò davanti a quello spettacolo della natura e iniziai e leccargli la figa.
– All &egrave meraviglioso
– Anche per me Sonia, sento il tuo culo bollente
– All per me &egrave ancora più bello perché il nostro amore &egrave davanti alla mia passerina e mi sta leccando
– Rossana ci hai trovato nel momento più bello, sapevo che saresti arrivata, lecca, lecca, non fermarti.
Era meraviglioso, non sapevo dove iniziare, ero attratta dal cazzo che entrava ed usciva dal culo, dalla figa aperta in attesa di qualcosa che potesse darle sollievo, Sonia si portò le mani sulle labbra e le allungò per invitarmi, le mani di All stavano tormentando i suoi capezzoli, volevo iniziare ma lo spettacolo era troppo bello, un film porno di diretta.
– Rossana, ti prego leccala, non resisto.
Avvicinai la bocca a quel corpo pronto a tutto, iniziai a baciarle il ventre passando la lingua sull’ombelico, i suoi nervi si tesero, la sua mano iniziò a pizzicare il clitoride, mentre io risalivo verso il seno. All mi sorrise e strinse forte le cappe facendo indurire i capezzoli che presi in bocca, poi passai al collo, non prima di aver dato un fuggevole bacio ad All poi ritornai sui miei passi soffermandomi sulla bocca di Sonia che riempii con la lingua, ripercorsi la strada lentamente, All si era fermato, non pompava più, probabilmente era pronto per l’esplosione ma voleva ritardarla più possibile.
Arrivata al centro del vulcano, iniziai a leccare palle e il fondo dell’asta, quel poco che rimaneva fuori dal culo, poi finalmente affondai la lingua nella sua figa e una mano mi prese la testa e mi schiacciò contro, donandomi il suo stupendo orgasmo, seguito immediatamente da quello di All, lasciai che i due si riprendessero, volevo metterli al tappeto contemporaneamente.
Misi le mani sotto le natiche di Sonia e alzai il suo corpo per quel tanto da permettere al cazzo di uscire, mi eccita prendere il bocca il cazzo quando &egrave molle, mi eccita potergli ridare vita con la mia lingua e decisamente All aveva ancora molto voglia perché in pochi colpi il bastone riprese la sua forza.
– Sonia apri bene la figa, hai una visita
Le sua mani ubbidirono e il cazzo di All entrò senza nessuna fatica, iniziando a pompare, magnifico, la visione era stupenda e la mia lingua prese subito a leccare l’asta e la figa contemporaneamente, non trascuravo niente, e quei due porconi erano di nuovo pronti.
Al grido liberatorio di Sonia il cazzo uscì dalla figa e mi impossessai immediatamente, facendo sparire in bocca dove esplose riempiendomi, non ne persi neppure una goccia era meraviglioso, li avevo stesi completamente, non avevano pìù nessuna reazione erano arrivati al capolinea, le loro braccia penzolavano come se non fossero parte di quei corpi, il respiro si stava facendo regolare, ora era il mio che stava accelerando, ero pronta, avevo bisogno assoluto di attenzioni, anzi forse più di attenzione, avevo bisogno di mani o altro sul mio corpo.
Tutto fu inutile, dovevo rinunciare, dovevo abbandonare le mie speranze, sarà stata per la prossima volta.
Sonia, fu la prima a riprendersi, si alzò mi prese fra le braccia baciandomi intensamente, era veramente un bacio languido e pieno di amore, poi mano nella mano ci dirigemmo verso la cucina, seguite da All che decisamente era quello meno stanco, in quanto il suo fratellino sembrava riprendere fiato.
Sonia, da brava padrona di casa, preparò il caff&egrave, era bellissima vederla tutta nuda, si muoveva come se nulla fosse ora potevo ammirarla senza secondi fini, era veramente carina, decisamente desiderabile, mi venne in mente la prima volta che la vidi, dovetti attendere 2 settimane per avere l’appuntamento, e malgrado il dolore che avevo seppi soffrire, in quanto la mia amica, che mi aveva dato l’indirizzo, mi aveva anche detto che era meravigliosa e soprattutto aveva una mano delicatissima, quando finalmente potei conoscerla ebbi la prova che doveva essere dolcissima.
Trattava tutti come se li avesse sempre conosciuti, per ogni cliente aveva molto riguardo, desiderava sapere dove abitavi, se eri sola o se avevi una famiglia, poi dopo aver scritto le risposte alla sue domande, ti face va accomodare, senza mai smettere di parlare, forse era un sistema per toglierti la paura. E, in effetti era vero perché tu eri impegnata a rispondere e tranne alcuna persone che non potevano in quanto il dolore era veramente forte, le altre si trovavano con la bocca aperta e lei stava già operando.
Ricordo il brivido che mi provocò quando depose sul mio petto gli attrezzi per la pulizia e inavvertitamente sfiorò il capezzolo (avevo messo, visto che faceva ancora caldo) una camicetta trasparente e sotto ero senza reggiseno)
– mi scusi signora
– di nulla dottoressa
Ricordo anche che il suo viso che diventò rosso e gli occhi fissi sulla scollatura, la pulizia durò circa 1 ora e finito il tutto mi pulì il viso, ma mai e poi mai avrei pensato che potessimo diventare così amiche intime.
Ogni volta che andavo lei trovava la scusa per sfiorarmi la mano e io naturalmente non facevo nulla per evitarlo, anzi mi stupivo quando questo non succedeva e cercavo sempre di trovare la soluzione di trovarmi sulla sua strada.
Ma quello che più ricordo era come mi trovavo quando tornavo a casa, ero sempre sudata e tesa e le mie mutandine era inesorabilmente bagnate ma non mi era mai passato per la mente di poter fare quello che oggi faccio con lei, ma decisamente ero già pronta, ci volle All a farmi scoprire quello che era dentro di me, ci volle lui a farmi uscire allo scoperto e a non vergognarmi di quello che desideravo, ma che non avevo il coraggio di ammettere.
Ora ero davanti a lei e All con in mano la tazza del caff&egrave, come se fossimo al bar, con l’unica differenza che eravamo tutte e tre nudi.
– ragazze, posso sapere se siete contente?
– Certo All, devo ammettere che Rossana aveva ragione, sei veramente stupendo mi hai portato a fare tutto quello che volevi, come se fossi io a deciderlo.
– Guarda che io non ho fatto nulla, ho solo lasciato libero sfogo alle tue voglie che guarda caso erano uguali alle mie e a quello di Rossana
– Per me non ci sono parole, credo di conoscervi bene tutti e due e sono sicura che questa non &egrave che la prima volta di tante, anzi tantissime altre volte.
– All fu il primo a rivestirsi e uscire, non prima di averci baciate, noi due invece avevamo tutto il resto del pomeriggio da poter rimanere assieme.
– -Rossana cosa ne dici se ci prepariamo e andiamo a zonzo per la citta?
– Perfetto, l’idea mi piace, forza sistemiamo tutto.
Per la verità avevo la gambe molli, ma forse uscendo mi sarei ripresa, in fondo non ero mai andata per negozi con Sonia a parte le volte che ci siamo incontrate per dare libero sfogo alle nostre voglie, lei, per me era per sempre rimasta la mia dentista, carina, gentile, affascinante , sempre presente nei miei sogni erotici, ma nulla più.
Uscendo Sonia si fermò dal portiere per avvisarlo che lo studio oggi era chiuso.
Mi sembra impossibile sei riuscita a farmi venire voglia di passeggiare per la città, non ricordo più quando &egrave stata l’ultima volta, bisogna che ci accordiamo per uscire in libertà, io e te, almeno 2-3 volte al mese.
Lo sai che io non ho problemi, con All ci vediamo tutte le volte possibili, ma il tempo di uscire con te lo troverò sempre.
Fu così che una grande amicizia iniziò portandoci a altre bellissime giornate e stupende situazioni.

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