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Il Diario di una Zia (4)

By 12 Giugno 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

A volte nella nostra vita, capitano cose sconvolgenti, cose che si potrebbero definire stupefacenti. E’ una sensazione magica provare questo tipo di emozioni, una sensazione che trascende il nostro modo di percepire il piacere com’era fino a quando non abbiamo provato determinate emozioni. Quali sono i nostri limiti? Fino a dove possiamo spingerci nel nostro edonistico mondo? Fino a dove ci &egrave lecito poterlo fare? Quando provi determinate emozioni, all’inizio non ci credi, non sembra reale, sembra essere solo un’illusione, un sogno ad occhi aperti pronto a svanire da un momento all’altro e talvolta, qualcosa ci riporta proprio alla realtà. Questo era successo con mio nipote, quella notizia ci aveva riportato tristemente alla realtà. La sua partenza a fine estate. Quando ci rendiamo conto di avere un piacere tanto immenso e un tempo non infinito per goderne, finiamo per voler sfruttare gli ultimi fugaci attimi il più possibile, per questo motivo, mi ero fortunatamente potuta permettere di prendermi un paio di settimane di ferie da dedicare a me, o meglio, a Carlo. Mi ero ormai convinta di voler fare con lui qualsiasi cosa avessimo voluto, senza porci alcun freno, per questo organizzai una serata speciale. Ancora non sapeva della mia iniziativa di prendermi delle ferie e tantomeno di quello che stavo serbando per lui. Era uscito con gli amici quella sera e non sapeva che al suo ritorno, lo avrei fatto impazzire più del solito. Avevo comprato un body rosso Katiusa ( cercate su internet se non lo conoscete). E’ come un body semi-trasparente, che lascia intravedere i seni non solo risaltandone l’abbondanza, ma anche il solco tra di essi. Posizionai candele ovunque in casa e spensi la luce quando lo sentii entrare dalla porta. Mi trovò lì, sul divano, che lo attendevo. Inutile dire come la sua reazione fu più che eccitata. Mi saltò addosso facendomi complimenti, baciandomi e palpandomi. Non mi diede il tempo nemmeno di qualche preliminare, si spogliò e mi infilò il suo palo dritto nella mia fica bagnata. Non mi aveva mai scopato con tanta foga, ero investita dalla sua forza e giovinezza come non mai. Il suo cazzo continuava ad entrare e uscire affondando nella mia tenera carne. Le sue mani scivolavano tra le mie curve percorrendo ogni centimetro della mia belle, le sue labbra e la sua lingua invece tormentavano il mio collo. Io non potevo fare altro che spingerlo con foga verso di me, cingendolo con le gambe su quel divano. Non sono la tipa che parla durante il sesso, o che gode in modo particolarmente rumoroso, ma quella volta lo feci senza mezze misure. Lo desideravo in maniera ossessiva, volevo il suo cazzo martellante, desideravo quel giovane uomo dentro di me. Furono attimi interminabili che mi regalarono svariati orgasmi fino a quando anche lui non fu esausto. Poi, espresse il suo piccolo desiderio di venirmi sul viso. Era veramente eccitatissimo, quindi lo assecondai con piacere. Mi inginocchiai di fronte a mio nipote, puntò il suo pene turgido verso di me e lo afferrai con la mano masturbandolo. Entrambi avevamo un sorriso di complicità dipinto sui nostri volti, come se quel che stavamo facendo fosse una cosa del tutto nostra, intima e sensuale. Lo adoravo quando faceva quel sorriso, mi ripagava di tutto dandomi una soddisfazione immensa. Continuai a muovere la mano destra intorno la sua asta fino a quando degli schizzi caldi, densi e biancastri bagnarono completamente il mio viso. Era bellissimo. Avevo un occhio socchiuso e la sborra mi calava dal lato della bocca. Mi pulì superficialmente il viso con la sua maglietta senza staccare lo sguardo da lui, né la mano dal suo pene. Ci dirigemmo verso la camera da letto e ci sistemammo sul letto. Nudi uno al fianco dell’altra continuammo a masturbarci delicatamente e dolcemente, entrambi consapevoli di quei ultimi attimi insieme.
‘Zia’ voglio prendermi il tuo culo.’ Disse senza esitare.
Rimasi qualche secondo pensierosa poi, investita da quella voglia di provare decisi di accettare, ormai ci eravamo spinti così oltre i confini che non vale più la pena resistere.
‘Va bene amore, ma dovrai avere pazienza, &egrave molto che nessuno entra più lì dentro.’ Finita la frase, mi chinai sul suo cazzo ancora semiduro e lo presi in bocca. Comincia a lubrificare il suo cazzo per favorire la prossima penetrazione. Carlo mi incoraggiò dicendomi che non mi avrebbe mai fatto del male e di stare tranquilla mentre insalivavo la sua asta. Mi posizionai successivamente a pecorina, classica posizione e la più comoda secondo me, aspettando il suo arrivo che riapriva un vecchio capitolo della mia vita sessuale rimasto abbandonato. Percepii nitidamente la sua cappella poggiarsi sul mio buco ristretto e cominciare a fare pressione con leggerezza. Sentivo il suo fallo entrare dentro il mio culo, centimetro per centimetro, sondandolo, perlustrando quella profonda voragine, come se fosse un lontano cratere di uno sconosciuto pianeta nello spazio e il suo cazzo fosse un temerario esploratore. Non trattenevo qualche smorfia di dolore e qualche grido che cessarono dopo pochi minuti nei quali mio nipote si dedicò a rendere agibile nuovamente il mio culo. Sentivo le sue mani che separavano le mie natiche palpandole e stringendole bramose del mio corpo. Piano piano il ritmo cominciò ad aumentare, martellante regalandomi come un sollievo. Ero lì, a pecorina, con mio nipote che mi stava scopando nel culo mettendoci via via sempre più foga e passione. Sentivo il suo cazzo entrare completamente per poi uscire e ripercorrere il buco con più vigore. Carlo si piegò sulla mia schiena e mentre mi inculava, afferrò i miei seni per stringerli con foga mentre le sue labbra percorrevano le mie spalle sussurrandomi parole sconce.
‘Zia , sei la mia troia! Sei la mia troia! Lasciati scopare per bene’ da brava!’
Non mi aveva mai parlato così, ma ero come estasiata che non seppi bene cosa rispondere. Lasciai passare qualche secondo per poi replicare tra un gemito e l’altro.
‘Ti piace’? Eh? Incularti la tua zietta’ Sì, sì, continua, continua amore mio.’
Notai subito come gli piaceva essere incoraggiato, per questo continuai.
‘Dai che la zia ne ha bisogno’ ne vuole tanto, fammi godere dai Carlo, fammi godere!’
Forse non se ne rese conto nemmeno lui, ma in men che non si dica, altri fiotti di caldo sperma eruttarono prepotentemente inondando dall’interno il mio culo. In quel momento si tirò su dando gli ultimi colpi ben assestati e afferrando con entrambe le braccia le mie cosce spingendole verso di sé. Mi sfilai e lo abbracciai portandolo delicatamente sul letto. Eravamo entrambi sfiniti. Faccia a faccia, con i miei seni che premevano sul suo petto, la sborra ancora calda che usciva dal buco del mio fondoschiena e le sue labbra che assaporavano il mio collo, raggiunsi l’orgasmo semplicemente con un paio dei suoi sapienti tocchi al mio sensibile clitoride.

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