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Racconti Erotici Etero

Il figlio della padrona 2a parte

By 24 Gennaio 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Raggiunsi la camera a fatica. Le diverse penetrazioni mi avevano sfinita. Sentivo la vagina e il retto bruciare.
Cercai di riprendermi per non allarmare la ragazza che custodiva mia figlia. Fortunatamente non mi guardò nemmeno: aveva fretta di andarsene.
Mi sedetti in poltrona e presi la testa fra le mani: cosa potevo fare per uscire dall’incubo?
Scartai tutte le ipotesi. L’ultima foto scattata non mi lasciava scampo.
Pensai con terrore che era solo lunedì. E quei tre erano insaziabili.
Il pensiero si fermò sul momento che avevo avuto un orgasmo, nonostante subissi quei rapporti.
Certo con mio marito non avevo mai provato nulla del genere!
Era stato molto frettoloso le prime tre volte che mi aveva penetrata e, una volta rimasta incinta, avevo colto la palla al balzo per non averne più.
E il giorno dopo che cosa mi avrebbero fatto? Cosa potevo fare? Niente!
Pensai di fingere di essere malata o meglio ancora, di avere le mestruazioni. Sì, poteva essere la soluzione giusta!
Gli assorbenti li avevo, mi occorreva del sangue.
Uscii, andai in una macelleria e mi feci dare un pezzo di carne al sangue.
Tornai in pensione e lo nascosi nel bagno.
Il giorno dopo, la sorella di Marco bussò alla porta.
– Mio fratello ha detto che anche oggi ha bisogno –
Raccontai una bugia.
– Pensavo di fare tutto ieri e invece debbo tornarci oggi, ti dispiace? –
– Si figuri signora, mi diverto molto con sua figlia, è così carina! Vada pure tranquilla! –
Prima di uscire andai in bagno, feci cadere sull’assorbente più sangue che potei, poi, con un certo disgusto me lo misi fra le gambe.
L’osservai: era proprio sangue fresco e avrebbe sicuramente ingannato i ragazzi.
Poi il sabato sarebbe arrivato mio marito e me ne sarei finalmente andata!
Bussai alla camera 26 più tranquilla.
Venne ad aprire Marco.
Mi accorsi subito che il ragazzo aveva gli occhi umidi, come se avesse pianto. Aveva anche alcuni lividi in faccia.
Entrai nella stanza pronta a recitare la commedia; gli altri due ragazzi però non c’erano.
Rimasi un attimo disorientata e guardai Marco.
Il ragazzo si gettò ai miei piedi piangendo e stringendomi le gambe, poi, si rialzò, mi prese per le mani e fra le lacrime cominciò a parlare.
– Bella signora, scusami! perdonami ti prego, per quello che è successo ieri! Non volevo! Credimi! Mi hanno costretto! mi hanno minacciato! Io volevo averti solo per me! da quando ti ho vista non vivo più. Per me è stato come toccare il cielo con un dito quando ti ho avuto, ma poi, quando ti ho visto nelle mani di quegli altri, mi è sembrato di impazzire. Guarda! ieri sera ho fatto a pugni per te. Vedi? ma sono riuscito a convincerli a non venire. Questi sono i negativi delle foto che ti ho fatto, ti giuro che non ne ho altri, ti prego perdonami! –
Ero stupefatta: non mi sarei mai immaginata che gli avvenimenti avessero preso una piega simile.
Mi sentii sollevata e guardai il giovane.
Per la prima volta lo osservavo da vicino e mi sorpresi vedendolo così bello. Nonostante la giovane età aveva un fisico atletico e si poteva dire veramente un gran bel ragazzo.
Mi spaventai: cosa mi succedeva? Marco, intanto mi guardava fisso aspettando che dicessi qualcosa.
– Ti ringrazio – dissi confusa – sei stato molto gentile! –
Non riuscivo a continuare.
Guardavo il ragazzo e sentivo uno strano malessere dentro di me.
Ripensai al momento in cui mi aveva penetrata e mi aveva procurato l’orgasmo e senza pensarci gli misi una mano nei capelli.
– Grazie, sei un caro ragazzo! non hai bisogno di una come me. Sei bello e chissà a quante ragazze farai girare la testa! – mi fermai mordendomi le labbra. Marco alzò gli occhi.
– Le ragazze non m’interessano. Io penso solo a te, mi fai impazzire! –
– Ma io sono sposata! – risposi angosciata.
Marco intuì che forse c’era uno spiraglio.
I suoi occhi lampeggiarono. Mi prese per le spalle.
– Ti prego! ti chiedo solo un’ora, un’ora d’amore, poi non mi vedrai più! Mi sono battuto per te, mi devi qualcosa in cambio! –
Si avvicinò e mi baciò teneramente.
Cercai di sfuggire ma uno strano torpore m’invase.
Un desiderio struggente stava impadronendosi di me. Quel ragazzo era veramente molto bello e voleva me, solo me!
Mentre pensavo questo, sentii le sue mani accarezzarmi il seno.
Non riuscivo a fermarlo.
Vidi che Marco ora mi apriva la camicetta scoprendo il seno abbondante dove affondò la testa.
Presa dalla passione lo accarezzai nei capelli.
Lui alzò il viso che era rigato dalle lacrime e mi baciò nuovamente.
Poi senza staccare le labbra mi tolse la camicetta e mi slacciò il reggiseno.
Le mammelle non più trattenute esplosero fuori.
Marco si tolse la maglietta e a torace nudo, le strinse a sé.
Il contatto con la pelle vellutata del torace m’inebriò.
– Marco, pensaci, sono sposata – ma mi accorsi di averlo detto senza convinzione.
– Spogliati ! ti prego spogliati ! – sussurrò.
In preda ai sensi lasciai cadere la gonna.
Marco mise una mano fra le mie gambe ed avvertì un gonfiore.
Sorpreso guardò, scostò le mutande e vide l’assorbente macchiato di sangue.        – Ma tu hai le tue cose? – mormorò sconsolato.
Sorrisi.
– No! Non è niente! Avevo pensato di fingere di avere le mestruazioni per farvi desistere ma ora…-
Sentii avvampare il viso mentre continuavo.
– …ma ora ti voglio! –
Marco trasalì.
– Davvero? Dici sul serio? –
– Sì! prendimi! –
Marco si tolse i pantaloni e le mutande poi mi distese sul letto.
– Ti prego, non farmi male! – dissi tendendogli le braccia.
Marco affondò la testa nel mio sesso.
Trovò il clitoride e cominciò a stimolarlo mentre con due dita risaliva la vagina fin dove poteva.
Aprii al massimo le gambe prendendo fra le mani la testa del giovane.
– Così mi fai provare piacere – mormorai.
Marco continuò senza rispondere.
Sentii l’orgasmo montare.
Strinsi le gambe attorno al giovane.
– Sì così, continua. Come mi fai provare piacere! sei bravissimo! –
M’inserì tre dita nella vagina continuando a leccarmi il clitoride.
M’inarcai nella tensione del godimento, poi fui squassata da contrazioni in tutto il corpo ed infine caddi inerte sul letto.
Marco intanto mi baciava in tutto il corpo. Cercavo di fermarlo ma inutilmente.
Mi venne sopra e sentii il suo membro rigido.
Lo presi fra le mani e cominciai a stimolarlo.
– Aspetta, fammi vedere prima il tuo sedere, ti voglio avere! –
Mi voltai-
– Mi raccomando! sii delicato.!-
Marco cominciò a baciarmi sulle natiche e a solleticare il buco.
La sua mano intanto era tornata sul buco, spargendo della crema.
Appoggiò il pene e spinse.
Fu un attimo: così lubrificato entrò quasi tutto.
Sentii Marco emettere un sospiro di godimento e cominciare a muoversi. Avvertii nuove sensazioni piacevoli e mi mossi per accogliere meglio il membro. Man mano che Marco continuava, le sensazioni piacevoli aumentavano.
Poi le sue mani esplorarono nuovamente la vagina e il clitoride. I due movimenti moltiplicarono le sensazioni erotiche.
Stavo avendo un nuovo orgasmo, ma questa volta più violento.
La stimolazione del pene nelle viscere e quella sulla vagina si sommarono e finalmente con un grido venni, bagnandogli le mani col mio umore.
Lui accelerò i movimenti e un fiotto caldo di sperma si sparse nel mio intestino, traboccando fuori.
Marco si accasciò su di me sfinito.
Rimanemmo così per alcuni minuti, poi mi fece voltare. Ero sudata e rossa in viso.
Mi guardò.
– Sei meravigliosa! Ti è piaciuto ? – chiese.
Sorrisi e lo baciai: ero stremata ma appagata.
Non avevo mai goduto tanto in vita mia.
Lo guardai sfinita e languida,
– Domani mi vorrai? –
Lui sgranò gli occhi dalla gioia e mi abbracciò.
Mise una mano nel mio sesso, traboccante d’umore.
– Non vedo l’ora! non vedo l’ora! –
Il giorno dopo mi presentai davanti alla camera 26 con spirito molto diverso dal precedente.
Ringraziai mentalmente la padrona della pensione per avere messo al mondo Marco e per avergli dato più sorelle..
Infatti, quella volta era venuta la sorella minore che aveva quattordici anni ma che era molto in gamba.
Bussai alla porta con trepidazione.
La porta si aprì e comparve Marco a torace nudo: era bellissimo!
Mi guardò poi assumendo un’aria spaurita.
– Bella signora, non le manca niente? 
– Mi hai per caso ripreso il portafogli?-
– No, ma come faccio per farmi vedere le tue belle tette? –
Sorrisi.
– Ma ti piacciono tanto? –
– Da impazzire! vieni qua –
Mi avvicinai e Marco mi baciò, poi guardò nella scollatura.
– Sei senza reggiseno! Brava, apri un po’ la camicia –
Sorridendo mi slacciai i bottoni facendo emergere i globi del seno.
– Come sono bianchi! – mormorò – non mi stanco di toccarli ! –
Cominciò a morderli e a leccare i capezzoli che si stavano indurendo.
Chiusi gli occhi.
– Marco, pensa che potrei essere tua madre… –
– Magari! – rispose – così ti avrei a disposizione sempre! –
– Sei proprio pazzerello! –
Si staccò da me.
– Adesso vai nel bagno e ti togli le mutande –
Lo guardai meravigliata.
– Perché? –
– Fai come ti dico! –
Andai e ritornai. Marco si era seduto.
– Ora vieni vicino e tirati su lentamente la gonna –
Mi avvicinai e sollevai la gonna scoprendo il triangolo peloso fra le cosce.
– Ora girati – disse. 
Mi voltai mostrandogli il sedere.
Marco si alzò, mi fece girare e cominciò a carezzare il sesso baciandomi.
– Ti voglio prendere così! –
Mi mossi alle carezze del giovane.
Marco si chinò e cominciò a leccarmi le grandi labbra con la lingua.
– Marco – sospirai – così in piedi? –
Continuò a leccarmi introducendo diverse dita nella vagina.
Mi divincolavo con leggeri gemiti.
Mi mise una mano dietro inserendo un dito nell’ano, mentre continuava a penetrarmi con le dita e a leccare il clitoride.
Con gli occhi chiusi assaporavo il piacere che mi procurava.
– Marco non riesco a resistere in piedi! ti prego! –
Imperterrito continuò nei suoi movimenti mentre mi divincolavo in preda al piacere.
– Marco tesoro, mi fai morire! –
Lui continuò mentre sentivo che l’orgasmo arrivava.
Ebbi dei movimenti convulsi e il mio corpo cominciò a tremare.
– Basta ti prego! non resisto! –
Ma Marco continuava.
Cercai di fermarlo con le mani ma inutilmente.
– Ora basta Marco, mi dà fastidio! –
Finalmente si fermò e mi baciò a lungo.
– Marco ti prego! lasciami sedere! mi stai sfinendo! –
Mi lasciò sdraiare.
– Vieni qua! – dissi accaldata. con gli occhi lucidi – fammi vedere il tuo gioiello! –
Si tolse i pantaloni mostrando il pene indurito.
– Sai, che per la tua età sei proprio dotato! –
– Ne hai visti molti? –
– Perché mi dici questo? –
– Scherzavo bella signora, scherzavo. Dimmi tuo marito l’ha come il mio? –            – Che discorsi sono questi?-
– Ti prego dimmelo!-
Sospirai.
– Purtroppo no! purtroppo no! –
– E come fai allora? –
– Faccio senza, mio giovane amico… –
– Anche ora? –
– Adesso no… ma cosa mi fai dire? –
– Mi è piaciuto quando mi hai detto prendimi 
– Smettila! –
– Dimmelo di nuovo! –
– Ma dai! mi vergogno! –
– Dimmi prendimi, mettimelo dentro –
– Marco! –
– Dimmelo! –
– Marco, prendimi! Mettimelo dentro! –
– Adesso! –  
– Adesso –
– Ne hai voglia? –
– Si, Marco ne ho voglia! contento? –
Marco mi mise una mano fra i peli umidi.
– Sei eccitata vero? Ripeti mettimelo dentro tutto –
– Mettimelo dentro tutto, ti prego! –
Marco mi carezzò le grandi labbra e poi m’inserì piano la testa del pene.  Lo abbracciai spingendo il bacino per farlo penetrare di più.
Lui portò una mano sul clitoride stimolandolo e cominciò a muoversi.
Chiusi gli occhi.
– Mi fai provare più piacere così – sussurrai muovendomi.
Intanto  lui si muoveva lentamente, cercando di raggiungere la massima penetrazione, procurandomi nuove sensazioni piacevoli.
La stimolazione del clitoride aveva aumentato la mia sensibilità ed ora ero in preda ad una tensione mai provata.
Sentivo il mio corpo spingere per ricevere meglio quel pene che mi procurava tanto piacere.
Il movimento lento e ritmico mi stava assorbendo tutte le forze.
Lui  continuava nella sua penetrazione ritmica, alternando movimenti leggermente più veloci ad altri più lenti. Era un amante straordinario!
Io lo assecondavo con movimenti laterali del bacino: sentivo i testicoli sbattere contro il mio sesso.
– Marco! –  mormorai con la voce rotta dalla passione – non mi toccare più col dito! mi fai venire! –
Smise e si concentrò sul movimento del pene. Il tempo passava e il piacere aumentava.
Mi sentivo al culmine della gioia. Quel membro che scorreva dentro di me mi stava portando all’estasi.
Sentii che l’orgasmo stava salendo dall’interno.
Cercai di dominarlo per farlo durare ancora più a lungo, ancora più a lungo. Ora il livello del piacere era quasi insostenibile. Aprii la bocca ed emisi un rauco grido
Sentii Marco gridare eccitato.
– Prova a resistere un poco, ti prego, sento di stare per venire anch’io –
Mi concentrai nello sforzo di dominare l’orgasmo, ma facevo fatica.
– Ecco! Ecco! ci sono! lasciati andare!-
Mi abbandonai all’onda del piacere. Fui travolta e il mio corpo squassato; spinsi più che potei il bacino contro Marco, mentre la mia vagina tracimava l’umore e ricevetti il fiotto caldo del suo sperma.
Cademmo ansanti e sudati sul letto.
L’ultima cosa che pensai fu che se fossi rimasta incinta c’era sempre mio marito.

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