Skip to main content
Racconti Erotici EteroTrio

Il gioco perverso di Eva – cap. 2 La benda

By 26 Marzo 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Per tutta la giornata e durante la notte Eva non fa altro che pensare a come sia possibile che la violenza subita da quell’uomo nell’ascensore  possa averle  procurato un tale piacere.

Sì, è vero, si è spaventata a morte all’inizio, ma poi l’adrenalina stessa generata da quella paura è diventata un potente afrodisiaco,  sentirsi prendere con la forza in quel modo l’ha eccitata,  la brutalità dei gesti di quel muratore, l’averla trattata come una puttana, come un oggetto, l’ha fatta godere di un piacere intenso, perverso e mai provato prima.

Lui le ha detto che sarebbe tornato il giorno dopo, con un collega, a mezzogiorno, e nella mente di Eva i pensieri si accavallano e si susseguono in una corsa senza fine:

“ ovviamente non mi farò trovare in casa, non può ricattarmi in alcun modo … ma se dovesse davvero vendicarsi? E se, non trovandomi, mi seguisse e mi assalisse fuori di casa? Se mi picchiasse per non aver ubbidito???” .

Ma si rende conto che solo una parte di queste paure è vera,  molte sono scuse che cerca di darsi per non mancare ad un nuovo incontro selvaggio, violento: la sua libido in realtà vuole provare ancora quelle sensazioni potenti e già solo immaginare cosa lui potrà farle e come la tratterà la fa bagnare senza nemmeno bisogno di toccarsi.

La mattina dopo si sveglia e si mette a sistemare casa nel tentativo di non pensare, di non dover prendere quella decisione: restare o uscire, non farsi trovare?

Arrivano le 12 senza nemmeno che Eva se ne accorga, è ancora semi-svestita, indossa solo il perizoma e sopra una sottoveste leggera di seta, con le spalline sottili, che le arriva poco sotto il sedere, lasciando scoperte le lunghe gambe tornite e abbronzate, niente reggiseno, le tette sode puntano in alto i capezzoli, evidenti sotto la stoffa.

Suona il campanello, la ragazza ha un sussulto: “eccolo, è lui! E ora che faccio?”. Si avvicina allo spioncino per controllare ed eccolo lì, il volto dalla grossa mascella squadrata, quegli occhi di ghiaccio, le spalle muscolose… per fortuna è solo, non c’è nessun altro accanto a lui.

“apri, troia, o mi metto ad urlare a tutto il palazzo come ti sei fatta sfondare ieri nell’ascensore! Tanto lo so che ne vuoi ancora, quindi non farla tanto lunga e aprimi questa cazzo di porta!”

Eva si decide, gira la chiave nella toppa, uno, due scatti, non fa a tempo ad aprire che viene spinta indietro dall’uomo, che la strattona per un braccio e avanza dentro casa in cerca della camera da letto.

“lo sapevo che non vedevi l’ora di assaggiare di nuovo il mio cazzone, guarda come ti sei fatta trovare, già pronta per essere scopata, non ti è bastato ieri, eh? Vedrai che oggi rimarrai soddisfatta, da quanto cazzo prenderai.. eccoci  qua, finalmente, oggi mi sbatto quel gran pezzo di fica che sei sopra questo bel lettone, ma prima ti devo sistemare, oggi ho voglia di fare qualche giochetto, ok troia?” e così dicendo la spinge sul letto, dalla cintura da lavoro slega due cordini e le lega i polsi ai due angoli del letto, con due lacci abbastanza lunghi così che possa comunque muovere un pò le braccia.

Eva è ammutolita, non sa cosa dire né cosa fare, di nuovo si sente spaventata e allo stesso tempo eccitata, e questo miscuglio di emozioni contrastanti le piace. Poi però l’uomo si slaccia la bandana che porta legata al collo, si avvicina al volto di lei e le benda gli occhi, legandogliela stretta dietro la testa.

“fermo, che fai, mi hai già legata, perché mi vuoi anche bendare?!” prova a reclamare lei.

“zitta puttana, oggi mi va di bendarti e tu ti farai scopare così, ok? E fossi in te non urlerei troppo, non vorrai far sapere a tutto il palazzo che giochetti perversi  fai mentre scopi, vero? Adesso apri bene le gambe che iniziamo a divertirci…” e, dopo averle sollevato la sottoveste, con uno strattone le strappa il perizoma di dosso.

Eva non vede  niente, ma sente le mani forti di lui prenderla per le caviglie e aprirle le gambe, la sua lingua risalire su per una gamba, arrivare lentamente all’interno coscia, si rende conto che, senza l’uso della vista, gli altri sensi sono amplificati, la sua pelle sembra diventata più sensibile del solito, ancora lui non è arrivato a leccarle le grandi labbra che lei è già fradicia, quando poi la lingua  si insinua finalmente dentro la sua fica non resiste più e inizia a mugolare di piacere.

“ti piace, troia, farti leccare la fica, eh?” e mentre continua a farla scorrere sul suo clitoride e dentro e fuori di lei, allunga le mani verso l’alto, fino ad arrivare ai suoi seni rotondi, sodi, li prende nelle mani, li strizza, passa le dita sui capezzoli, li strofina finchè non diventano duri come chiodi, Eva si divincola in preda al godimento e alla voglia ormai prepotente di cazzo, ma all’improvviso sente sparirle di dosso sia le mani che la lingua dell’uomo.

Pochi secondi di trepida attesa e poi… “aaaah!!!”: un dolore che si trasforma quasi subito in piacere, da quello che sente capisce che lui deve averle infilato, senza tanti preamboli, tre dita nella fica, quelle grosse dita nodose che già ieri l’avevano rovistata con brutalità, e le sta muovendo di nuovo con foga dentro di lei, le sente affondare dentro fino alle nocche della mano, ma la voglia ormai è tale che, invece di reclamare, la ragazza esclama :

“dai ti prego, dammi il tuo cazzo! Voglio il tuo cazzone!!!”

“ah sì, bella troia che non sei altro, vuoi il mio cazzo, eh? Ok, tieni!”.

Eva sente uscire le dita dalla sua fica, poi il letto cigola sotto il peso dell’uomo, che si è messo carponi sopra di lei fino a sbatterle l’uccello in faccia, nella posizione adatta per un bel 69.

“tieni lecca, succhiami bene il cazzo fino in fondo, mentre continuo a leccarti questa bella fighetta tutta depilata” e le preme il cazzo sulla bocca.

Lei allora inizia a leccargli le palle, le prende in bocca entrambe succhiandole, poi fa scorrere la lingua lungo l’asta,  le sue labbra sono adesso sulla  grossa cappella, che preme contro di esse fino a sfondarle, così che Eva si ritrova in un attimo tutto quel grosso cazzo in bocca fino in fondo, e inizia a succhiarlo con voglia, passando la lingua su e giù mentre le sue labbra carnose lo avvolgono e lo risucchiano dentro e fuori.

“succhia, succhia, brava la mia pompinara, che labbra da pompini che c’hai, dai che  mi fai godere!”.

Poi lo sente alzarsi, girarsi e mettersi a cavalcioni su di lei, le strizza le tette con le mani e vi strofina  l’uccello nel mezzo, ogni tanto Eva lo sente di nuovo penetrare brutalmente la sua bocca, gliela sfonda a colpi di cazzo ancora un po’, poi la sensazione del membro duro che le schiaffeggia la faccia,  e il non sapere cosa e quando arriveranno queste sensazioni, dove e come sbatterà il suo uccello su di lei, la eccita come non mai. Adesso il cazzo di lui è di nuovo avvolto dai seni gonfi di lei, le sue grandi mani glieli strizzano fino a farle quasi male, ci strofina dentro il cazzo con forza, è completamente avvolto, l’asta scorre su e giù in mezzo a quelle tette sode come il marmo, finchè dopo poco i getti caldi dello sperma la schizzano sul seno, sul collo, sulla faccia.

“leccalo troia, leccati bene la faccia, che tra poco riprendiamo!” le ordina l’uomo, dopodiché si alza ed Eva sente i suoi passi allontanarsi lungo il corridoio.

Eva non fa a tempo nemmeno a pensare a dove possa essere andato e a fare cosa, che sente di nuovo i passi riavvicinarsi, ma stavolta non sembrano solo quelli del muratore, sembrano di più, allora capisce:

“cazzo, se l’è portato davvero il collega!!!” e realizzarlo non sa se le procura più paura od eccitamento.

In uno strano silenzio, la ragazza sente due mani ruvide scorrerle sulle gambe, risalire fino alla fica, una si ferma lì ed inizia ad accarezzarla mentre l’altra sale fino a prenderle un seno e strizzarlo con forza. Poi sente uno strattone alla spalla, subito dopo all’altra, capisce che le hanno strappato le spalline sottili della sottoveste, le mani che le accarezzavano le gambe adesso tirano giù la stoffa, lasciando la donna completamente nuda.

Un attimo dopo, altre due mani le piegano la testa di lato e le avvicinano la bocca ad un pene largo e completamente duro, che però ha un odore diverso da quello sentito prima…Eva si rende conto che stavolta a reclamare il pompino non è il muratore dagli occhi di ghiaccio, ma quello che lui stesso ieri aveva chiamato “il mio collega Alì”, quindi sicuramente un ragazzo di colore. Cerca di opporre resistenza, ma lui le preme il cazzo contro la bocca fino a sfondarla  e inizia a scopargliela con foga senza preoccuparsi dei sussulti della ragazza, che sta quasi soffocando, tanto è lungo l’uccello che si ritrova in gola.

Eva capisce che ormai è inutile farsi scrupoli e opporre resistenza, in fondo la cosa le sta piacendo e parecchio, quindi comincia a collaborare anche col nuovo arrivato, col braccio destro riesce ad arrivare al suo inguine, gli prende in mano le palle, le solleva, le accarezza,  mentre asseconda con la bocca i colpi di bacino che le pompano quell’arnese fino in gola, si aiuta con la mano stringendolo e facendola scorrere su e giù lungo l’asta insieme alle labbra, che lo avvolgono, lo succhiano, si attardano sulla cappella su cui la lingua gioca un po’.

Poi incuriosita allunga la mano sulla pancia dell’uomo, fin dove le permette di arrivare il laccio che la tiene legata al letto, le dita di lei scorrono su un addome piatto, scolpito, sotto i suoi polpastrelli Eva sente il rilievo di muscoli ben disegnati, il pensiero di avere tra le mani un giovane stallone di colore, evidentemente in forma, la eccita ancora di più, la mano si sposta di lato fino a tastare un culetto ritto e sodo, una delle dita si avvicina furtiva al buchetto, lo massaggia e i gemiti del ragazzo  si fanno più forti.

Ad un tratto Eva si sente sollevare di peso,le corde che le legano i polsi si intrecciano,  viene rovesciata a pancia in giù, mentre sotto di lei sente scorrere lo stesso giovane corpo che stava accarezzando fino ad un attimo prima, due mani la afferrano dietro i ginocchi, le piegano le gambe fino a farla mettere seduta sopra il lungo cazzone che ha appena succhiato, una mano guida la cappella fino alla sua fica e la fa entrare con forza,  di colpo.

“o cazzo sììììì!!! Sì, sfondami la fica con questo cazzone lungo, dammelo, dammelo tutto fino in fondo, sìììì” urla Eva, mentre sente accanto a sé la voce del muratore bianco esclamare: “l’avevo detto che oltre ad essere un gran bel pezzo di fica, era  pure parecchio maiala!!!” e così dicendo le prende una mano e la porta sul suo cazzo, che ormai è quasi duro come prima, e inizia a farla scorrere su e giù facendoselo segare finchè l’erezione non è di nuovo completa.

È la prima volta che Eva si trova con due uomini contemporaneamente, la cosa non le dispiace affatto, anzi,  mentre cavalca con foga il lungo cazzo nero che le sta sfondando la fica, sapere di avere un altro uccello a disposizione aumenta la sua libido, la sua voglia di cazzo, di essere riempita, e se l’avvicina alla bocca per succhiarglielo di nuovo. Lui la lascia fare per un po’, ma dopo poco si stacca, Eva non capisce, quando ecco di nuovo il cazzo sulle sue labbra, dentro la sua bocca, che pompa con foga fino ad arrivarle in gola… ma c’è qualcosa che non va, di nuovo un odore e un sapore diversi, non può essere, Alì è ancora sotto di lei, la sta ancora scopando con vigore, ma questo che ha in bocca adesso non è l’uccello del muratore bianco, è ancora più grosso, per riuscire a prenderlo tutto in bocca si sta quasi slogando la mascella…

La ragazza non fa a tempo a fare due più due, quando sente una larga cappella bagnata premerle  contro lo sfintere e, incurante del suo primo istinto di resistenza, sfondarle il culo con forza e iniziare a scoparglielo a ritmo alternato del cazzo che già si ritrova nella fica.

Eva urla, urla di dolore, non ha mai provato prima una doppia penetrazione e non credeva certo che la prima volta sarebbe stata con due cazzi così grossi, ma l’uccello che la sta inculando deve essere stato ben lubrificato, perché vinta la prima resistenza dello sfintere, adesso il dolore è diventato un doppio godimento, anche se ancora in preda allo shock di aver scoperto di essere scopata da ben tre uomini contemporaneamente.

Sente due mani sfilarle la bandana dagli occhi e finalmente vede: un ragazzino di colore, magrolino, ricciolino,  che avrà sì e no vent’anni, le sta infilando con foga l’uccello in bocca , mentre guarda rapito la scena dei suoi due amici che si stanno scopando questa gran fica contemporaneamente.

Eva ritrae la bocca dal suo cazzo, volta la testa e vede sotto di lei quello che deve essere Alì, un bel ragazzo muscoloso, coi capelli rasati corti,  sulla trentina, che la tiene per i fianchi e assesta dei colpi vigorosi  per spingerle il lungo cazzone più a fondo che può nella sua fica. Non riesce a voltarsi abbastanza per vedere il terzo muratore, ma sente tutto il suo peso premere sul suo fondoschiena, i colpi del suo bacino che la inculano con forza, e poi eccola, la sua voce:

 “Sorpresa!!! Pensavi avessi portato solo Alì con me, vero? Ma sei troppo troia per accontentarti di due cazzi soli, così ho portato anche Jamal, per riempirti per bene ogni buco, quindi adesso prendi questo cazzone nel culo e continua a succhiare quello del nostro amichetto, che poverino si è segato fino ad ora mentre ti guardava succhiare quello di Alì!”

Eva ormai ha perso ogni ritegno, si rende conto di godere davvero come una troia in mezzo a questi tre uomini che la bramano, la riempiono coi loro cazzi, la scopano in ogni modo possibile, le sensazioni che sta provando sono incredibili, sente dentro di sé i due grossi uccelli che si sfregano quasi tra loro, che pompano dentro di lei con vigore, il clitoride che struscia sull’addome scolpito del ragazzo nero, il culo sbattuto dai colpi del muratore bianco, tutto il suo corpo circondato, accarezzato, riempito da questi tre stalloni che la fanno sentire davvero troia, maiala, ma proprio così amplificano ancora di più il godimento che sta provando.

Eva sente montare un orgasmo indescrivibile, potente,  anche lei asseconda i movimenti dei due uccelli che le sfondano contemporaneamente fica e culo, le mani di Alì le strizzano con forza i seni, quelle del muratore bianco le allargano le chiappe per affondare meglio il suo uccello fino in fondo ai suoi intestini, quelle di Jamal le premono la testa sul cazzo che lei gli sta succhiando con voglia, la tengono per i capelli scuotendo la sua testolina su e giù, eccolo, lo sente, cazzo quanto sta godendo, non può urlare perché ha la bocca piena del grosso uccello nero, ma mugola di piacere mentre continua a succhiare, le scosse dell’orgasmo la scuotono dalla punta dei piedi fino al cervello, facendo contrarre ogni muscolo del suo corpo,  avvolgere e stringere ancora di più dentro di sé i due cazzi avvolti dalla sua fica e dal suo culo.

I tre uomini si accorgono di quanto stanno facendo godere la donna, accelerano i colpi, pompano con ancora più forza,  fino a che la sborra calda di Jamal non inonda la gola di Eva, lei ingoia e poi gli lecca l’uccello  per ripulirlo per bene di ogni schizzo.

Dopo poco anche gli altri due uomini le sborrano dentro, inondandole fica e culo, dopodiché la slegano, la fanno mettere seduta sul bordo del letto e, in piedi di fronte a lei si fanno pulire per bene anche i loro uccelli, che lei lecca vogliosa con la  lingua ancora  gocciolante di sperma.

“brava bella maiala, brava, per oggi può bastare, che dobbiamo tornare a lavoro, te l’avevo detto che oggi ne avresti preso a sufficienza, di cazzo, eh??? Ma scommetto che ancora non ti è bastato… tranquilla, torneremo, del resto anche Alì e Jamal vogliono sfondarti quel bel culo che ti ritrovi, se lo sono meritato, no?”.

E col suo solito sguardo di ghiaccio  se ne va,  seguito dai due colleghi che invece sorridono soddisfatti e beati.

Leave a Reply