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Racconti Erotici Etero

Il marchio del peccato

By 10 Gennaio 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

E’ davvero sottile quel segno sulla mia spalla sinistra, una piccola macchia sulla pelle per chi la guardi. Chi ci farebbe mai caso, chi potrebbe mai pensare che, invece, per me ha un grande significato.
E’ il marchio del mio peccato, la prova che quel giorno di giugno sono stata fra le tue braccia, ho divorato le tue labbra e tu mi hai portato via l’anima.
Hai aperto la porta senza mai smettere di guardarmi, siamo entrati nella stanza e le mie labbra erano già incollate alle tue.
Avevo il cuore che esplodeva nel mio petto, che violento mi ricordava che ero viva, che non stavo sognando.
Mi hai attratta a te, ci siamo abbracciati continuando a baciarci, il mio seno prosperoso adagiato al tuo petto.
“Mordimi” ce lo siamo sussurrati nell’orecchio ad un istante di distanza l’uno dall’altra.
Quella parola, quel nostro segreto, la molla che fa scattare il mondo, che lo fa girare più velocemente.
Ci siamo spogliati, non solo dei vestiti, delle nostre vite, di tutto.
Avevi da fare una cosa che assolutamente non potevi rimandare. Non te l’avrei mai impedito, ma certo non potevo rimanere con le mani in mano e così fra loro ci ho messo il tuo cazzo portandolo alla bocca, adesso che ero inginocchiata in mezzo alle tue gambe.
Ti guardavo, cercavo di trovare la distrazione nei tuoi occhi, e intanto leccavo lentamente, dolcemente. Ricordo la tua mano posarsi sulla mia testa, carezzarmi i capelli mentre te lo riprendevo di nuovo in bocca.
Ti sei sbrigato a finire, la voglia ormai ti possedeva.
Quel letto ad una piazza, perfetto per adolescenziali e clandestini amori, sicuramente piccolo per noi, ma infinito come il mare in quel momento.
Ci siamo baciati di nuovo, a lungo, accarezzandoci. Di nuovo mi sono avventata sul centro del tuo piacere. Che buon profumo aveva! Ne ero inebriata, non pensavo a nient’altro che a darti piacere succhiandolo. Mi hai preso le gambe, trascinandomi verso il tuo viso.
Ho sentito la tua lingua nella mia fessura già madida di umori, la sentivo fare su e giù e poi le tue dita, e di nuovo la lingua.
Ero totalmente perduta, al punto che non capivo più cosa avevo nella figa e cosa nel culo, se era la tua lingua che mi faceva godere nel buchetto o se era una delle tue lunghe dita.
Avevo il tuo cazzo in bocca, lo succhiavo e lo leccavo con forza, indugiando nei punti che i tuoi sospiri mi dicevano essere i più graditi. Devo essere stata davvero brava, perch&egrave mi hai bloccata “E’ una sensazione troppo forte” ed io, falsamente innocente a dirti “Ma io non ho fatto niente…”.
Abbiamo cambiato posizione, ti ho confessato che non avevo mai fatto un 69, che tu eri stato il primo. Mi hai baciata con una dolcezza che non dimenticherò mai, sei sprofondato in me, mentre io chiudevo gli occhi, persa di te.
Ero già venuta diverse volte grazie alla tua bocca, ora toccava a te venire e dopo poco &egrave successo, lasciandoti stanco poggiarti su di me.
Ti sei alzato per andare in bagno ed io, troppo spostata sul bordo del letto, sono caduta sbattendo la spalla sullo spigolo del comodino. Abbiamo iniziato a ridere (anche se mi vergognavo da morire!!!), ti sei preoccupato di quel piccolo taglietto che c’era sulla mia spalla. Ti ho detto di non preoccuparti e ti ho baciato ancora, tornando a letto.
Siamo rimasti a lungo abbracciati, io che continuavo a percorrere il tuo corpo con l’indice, che ti accarezzavo quella piccola ruga sulla fronte.
Non so quanto tempo sia passato, il tempo non aveva significato per me in quel momento, vedevo solo che fuori dalla finestra c’era ancora il sole, che il momento in cui avrei dovuto lasciarti era ancora lontano.
Abbiamo ripreso a baciarci, a giocare con i nostri corpi, ti sei nutrito del mio seno, dei miei capezzoli, le tue dita sono scivolate di nuovo dentro di me “Dammi tutta la tua mano” ti ho sussurrato. Ti sei inginocchiato sul letto ed io ho spalancato le porte del mio piacere per te, per la tua mano che &egrave scivolata dentro di me.
Ho goduto quasi fino alla follia, ho capito il senso delle tue parole di prima, ti ho pregato di fermarti e poi ricominciare.
Ti sei steso di nuovo al mio fianco “Girati” mi hai detto, e non appena hai avuto la visione della mia schiena, mi hai penetrato di nuovo la figa, con energia.
“Mordimi, mordimi” ti ho detto, ed &egrave stato di nuovo come scatenare tutte le forze dell’inferno. Hai aumentato il ritmo, ti sentivo dentro di me con insistenza, mi pareva quasi che toccassi punti inesplorati. Abbiamo goduto praticamente insieme, &egrave stato incredibile.

Le quattro e mezza, quello stesso, solito orario, che doveva mettere fine a quell’incontro.

E di nuovo ci siamo baciati per tutti i minuti che mancavano al fatidico momento.

Mi basta sfiorare quel segno sulla spalla, i brividi tornano come se li stessi vivendo ora.

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