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Racconti Erotici Etero

Il massaggio

By 18 Maggio 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Marina di Pinarello, Corsica
Luglio, 9 anni fa

Me ne stavo immobile a godermi un bel sole quando arrivò un ragazzo prestante sulla trentina con borsone, t-shirt e pantaloncini col logo del residence, ci salutò cordiale scambiando un cenno d’intesa con la mia amica.
Cogliendomi di sorpresa Pamela mi disse:
– Dany, con la tintarella oggi c’è in omaggio un bel massaggio, perciò rilassati e non far storie, tanto puoi abbronzarti lo stesso! Ah, lui è Jean-Luc.
Feci finta di protestare, sorrisi al ragazzo facendogli un cenno di saluto e mi rilassai sull’asciugamano col mento sulle mani sovrapposte, occhiali da sole e un bel cappello di paglia a tesa larga con fiocco rosso intorno. Indossavo il bikini azzurro e come mio solito l’avevo slacciato per evitare gli odiosi segni dell’abbronzatura. Pammy intanto se ne stava seduta all’ombra sulla sediolina a (far finta di) leggere un romanzo di Patricia Cornwell, ma sapevo benissimo che stava solo prendendo posizione per godersi tutta la scena.
Sentii trafficare Jean-Luc col borsone immaginando quel che faceva dai rumori e all’improvviso percepii i palmi carichi di crema sui miei piedi. Sgranai gli occhi protetta dagli occhiali mentre cominciava un lento massaggio, restai un po’ tesa qualche secondo, poi pian piano mi lasciai andare sul telo posando una guancia sulle mani e facendo in modo di tener d’occhio Pammy.
Le sue mani si occupavano della pianta dei miei piedi, le sentii sciogliere i muscoletti lentamente. Poi con sinuosità si occupò delle dita, prendendosene meticolosamente cura. Pian piano risalì lungo le gambe appena divaricate, sciogliendo i polpacci. Mi arrivò il profumo della crema che stava usando, delicato e fresco, e presi nota mentalmente di ricordarmi di chiedergli quale stesse usando. Diedi un’occhiata a Pamela e notai che dietro i suoi occhiali mi stava osservando curiosa.
Sorrisi tra me e me pensando:
– Ma guarda che mi combina questa!
Le mani erano ormai giunte sulle cosce trasmettendomi una languida sensazione che lenta si propagava verso l’alto. Forse sarà stata una mia impressione ma mi convinsi che indugiava parecchio sugli inguini, non che mi dispiacesse, però era come se cercasse di trasmettermi un messaggio.
Con le ginocchia si spostava sulla mia destra sinché cominciò a massaggiarmi la schiena e le spalle e lo stato di relax lentamente mutò in qualcos’altro. Quando le sue dita cominciarono a far su e giù lungo la spina dorsale percepii chiaramente il calore propagarsi intorno al bacino ed intuii che se la cosa fosse durata ancora a lungo avrei avuto qualche problema a nascondere le mie reazioni. A quel punto mi disse in un italiano dal chiaro accento francese:
– Ora può pure girarsi, signora.
Venni colta alla sprovvista realizzando di avere il reggiseno slacciato, tergiversai poi notai il sorrisetto che campeggiava sul viso all’ombra e mi dissi:
– Ah sì? Sta’ un po’ a vedere!
Mi girai fingendo cautela tenendo le mani sulle coppe libere del reggiseno, consapevole che né le prime né le seconde stavano coprendo granché. Mi sdraiai lentamente sul telo, mi controllai sfuggevolmente notando il capezzolo destro esposto a lato della mano, lo coprii con studiata lentezza e mi misi comoda con le coppe a coprire il seno disordinatamente così da celare solo aureole e capezzoli. Sistemai il cappello, sorrisi maliziosamente a Pamela e restai in attesa.
Feci caso solo a quel punto che il ragazzo aveva la t-shirt completamente sudata, stava con le ginocchia sulla sabbia a lato del mio telo, lo osservai versare altra crema tra le sue ampie mani, quindi gli chiesi:
-Gradisci qualcosa di fresco? Pammy ha una piccola borsa frigo lì.
Lui accettò volentieri una lattina di té freddo al limone e mentre sorseggiava aggiunsi:
– Non occorre che subisci ancora il supplizio della maglietta, levala pure, tanto non diciamo nulla se non stai con la divisa del residence.
Non se lo fece ripetere e con rapidi gesti la t-shirt rossa col logo finì nel borsone rivelando il torace completamente imperlato di sudore. Sentii qualcosa reagire alla vista, cercai di rilassarmi ed eccolo che facendo piccoli movimenti sulle ginocchia si chinò nuovamente cominciando a massaggiarmi il collo. Le mani risultarono subito efficaci e coordinate, presa dal torpore tornai in me mentre danzavano intorno ai seni senza mai toccarli direttamente però facendo in modo che si muovessero, troppo.
Più volte i capezzoli si scoprirono ed ogni volta li coprii in silenzio. Aveva la fronte luccicante dal sudore, ogni tanto qualche gocciolina scivolava via lungo il naso finendo sul mio corpo. Ad un tratto sentii un bruciore marcato sul capezzolo sinistro e capii che una di quelle goccioline cariche di sali minerali mi aveva colpita proprio lì. Risistemai il reggiseno mentre le mani volteggiavano sull’ombelico e il pizzicore scemava.
Dopo vari minuti Jean-Luc scese e cominciò a dedicarsi alle cosce usando su ciascuna entrambe le mani, io chiusi gli occhi per recepire meglio il massaggio e avendo ancora la sensazione di quelle dita indugianti sugli inguini. Probabilmente aiutate dal caldo notevole mi facevano sciogliere con facilità, troppa facilità. L’azione durò lunghi minuti, fossimo stati soli giuro che non ne sarebbe uscito illeso e chi se ne frega se poteva avere 15 anni di meno! Oramai rischiavo di cominciare a fare le fusa e lanciando un’occhiata a Pamela notai che continuava a studiarmi.
Scese ancora sino a ritrovarsi in ginocchio davanti ai miei piedi. Voleva finire dove aveva cominciato pensai. Fu a questo punto che notai una cosa nuova, spiazzante.
Mentre si occupava del collo del piede sinistro, la pianta del destro era a contatto coi suoi pantaloncini e quel che percepivo non lasciava spazio a dubbi. Sgranai gli occhi protetta dalla tesa del capello e sentii qualcosa di caldo sciogliersi tra le mie gambe mentre lui continuava. Non poteva non essersene accorto, guardai Pamela e il suo sguardo era inequivocabile, la pensava come me; la sua complicità mi diede la spinta decisiva e così, sincronizzandomi con le sue mani, adattai meglio il piede destro alla dura presenza celata sotto la stoffa.
Il ragazzo ebbe un piccolo sussulto, ma fece finta di nulla! Pensai:
– Hai capito qua, il ragazzo!?
Le sue mani aumentarono il ritmo e io non feci altro che adeguarmi, dando brevi occhiate non si poteva non notare quel che accadeva dentro i suoi pantaloncini: erano divenuti aderenti e la sudorazione era ormai ripresa copiosa!
Alcuni minuti dopo Jean-Luc finse un colpo di tosse, sentii sotto la pianta delle pulsazioni convulse, il torace si mosse come un mantice, stava avendo un orgasmo! Sorrisi soddisfatta mentre il mio slip proteggeva una verità umida agli occhi del ragazzo; percepivo le pulsazioni calmarsi mentre lui finiva il massaggio e mentre restava lì sulle ginocchia mi disse che se avevo gradito il servizio potevo contattarlo quando volevo presso la piscina. Lo ringraziai dicendogli:
– Ti chiamerò sicuramente. Non scordarti di mettere la t-shirt…
Lui sistemò le sue cose stando nella stessa posizione, poi si alzò di scatto e dopo averci salutate si avviò verso la sua postazione dandoci le spalle. Guardai Pamela con studiata teatralità e lei mi fece:
– Ma santo cielo!! L’hai fatto venire???
Scoppiammo a ridere, non occorreva rispondere.

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