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Racconti di DominazioneRacconti Erotici Etero

Il mio colore preferito? Il nero.

By 22 Novembre 2018Dicembre 16th, 2019No Comments

Ho sempre avuto un debole per gli uomini di colore.

Ma non ho mai avuto l’occasione di amarne uno.

Nella mia vita ho sempre avuto relazioni solo e soltanto con uomini bianchi.

Di uomini di colore, quand’ero ragazzina, ne giravano ancora pochi, i flussi migratori dall’Africa non erano così intensi come lo sono negli ultimi anni.

30 anni fa li vedevi solo in tv e vederne uno dal vivo, nel nostro piccolo paesino dove vivevo fino a poco tempo fa, era un fatto occasionale.

Erano per me un qualcosa di esotico, esseri “selvaggi” di un paese lontano.

Uomini misteriosi, con la loro lucida pelle color ebano, con i loro possenti muscoli scolpiti dalla natura severa di un continente ancora primordiale.

Per questo ne sono sempre stata attratta, qualcosa di proibito che la nostra cultura relegava ai margini della società.

No, non sto parlando di razzismo ma solo di paura di quello che non si conosce, di quello che esce dalla norma e ci disorienta.

Nel mio caso paura ma anche attrazione. Poli opposti che si attraggono.


Ma crescendo, diventando una donna matura, le mie fantasie da ragazzina sugli uomini neri si sono sopite, relegate da qualche parte del mio subconscio. Con il tempo ho seguito le regole che la nostra società pretendeva. Donna bianca – Uomo bianco.

E così alla fine ho sposato mio marito. Bianco come la neve.

Un matrimonio perfetto da cui è nata qualche anno fa una bellissima bambina.


La nostra vita, anzi la mia vita, ha preso una piega inaspettata quando mio marito, per una riorganizzazione aziendale della multinazionale in cui lavora, è stato promosso e gli è stato offerto un trasferimento in un’altra sede in una grande città. Un’occasione d’oro per la sua carriera ed il giusto riconoscimento per le sue capacità. Il rovescio della medaglia è che per permettere a mio marito questo avanzamento di carriera, dovevamo lasciare il nostro paesino e trasferirci, io dovevo lasciare il mio lavoro, la nostra bambina cambiare scuola. Ma come ho detto, era un’occasione imperdibile, una di quelle che si presentano una sola volta nella vita e così diedi tutto il mio appoggio alla scelta di mio marito e in breve tempo ci trasferimmo nella nostra nuova casa in città.


In fondo il mio lavoro non mi era mai piaciuto e con la promozione lo stipendio di mio marito ci permetteva di vivere più che agiatamente. Eravamo entrambi d’accordo che per il momento avrei fatto la casalinga, badato a nostra figlia e magari più avanti, quando le cose erano ben consolidate, avremmo anche pensato ad una seconda gravidanza.


Dopo qualche mese dal trasferimento nella nostra nuova casa, un giorno, dopo aver accompagnato mia figlia a scuola, tornai a casa, mi cambiai e usci per una salutare corsa. Avevo deciso da qualche giorno che avrei sfruttato il tempo libero che avevo per rimettermi in forma, non è che fossi fuori forma ma volevo evitare di mettere su qualche chilo standomene ad oziare in casa. Il parco, a pochi isolati dalla mia nuova casa, era ideale per l’attività fisica. Indossati i pantaloncini e il mio top da fitness andai a correre.

Entrai nel parco. Dopo qualche minuto, per variare il mio solito percorso, decisi di girare a destra anzichè a sinistra come facevo da giorni.

Mi accorsi presto che quel percorso era senza uscita, stavo ritornando sui miei passi quando un vecchio senzatetto di colore che sembrava sbucato dal nulla mi rivolse la parola.

“Cosa ci fa una bella signora da queste parti?”

“Sembra proprio che mi sia persa…” Gli risposi cortesemente sorridendo.

“Ti va di bere qualcosa assieme?” Mi dice agitando la bottiglia di liquore che ha in mano.


In quei pochi istanti sono tornate a galla mille sensazioni che avevo da ragazzina, essere a pochi centimetri da quell’uomo di colore ha risvegliato in me la mia passione atavica per la loro razza, qualcosa dal basso ventre in un lampo ha riscaldato tutto il mio corpo.


“Certo,” gli rispondo con naturalezza, “perchè no? Mi sembri una persona a posto.” Afferrando allo stesso tempo la bottiglia che mi stava porgendo.

“Mi stai prendendo in giro?” Mi chiede stupito.

“Assolutamente no.”

“Che ne diresti di darmi un bacio allora?” Mi chiede quasi per scherzo.

“Volentieri!”

L’uomo puzza e il suo alito è anche peggio ma senza pensarci appoggio le mie labbra sulle sue lasciandolo esterrefatto.

Un bacio veloce, solo labbra contro labbra.

Lui mi guarda rimanendo senza parole.

“Non ti è piaciuto?” Gli chiedo, “Ne vuoi un altro? Vuoi sentire la mia lingua?”

Senza aspettare una sua risposta avvicino alla mia bocca alla sua attratta come un’ape dal miele da quel suo odore nauseabondo.

Lui schiude le sue labbra e lascia che la mia lingua scivoli dentro la sua bocca, quel suo gusto acre mi fa impazzire ancora di più e la mia lingua si avvinghia presto intorno alla sua.

Il bacio si fa sempre più appassionato.

Sento la sua mano stringersi intorno al mio seno mentre l’altra scivola dentro i miei pantaloncini alla ricerca del mio sesso.

“Dolcezza, sei completamente bagnata qui sotto.” Mi dice toccandomi tra le gambe.

Aveva ragione la mia figa era in tumulto per quello che stavo facendo.

“Vieni con me” mi dice prendendomi per mano e trascinandomi tra i cespugli “ti porto a casa mia.”


In un angolo del parco, nascosta alla vista, addossata ad un fatiscente fabbricato, c’è una scatola di cartone con un paio di coperte sporche, alcune bottigle di liquore, qualche indumento unto e consunto e altre cose di scarso valore, le uniche possedute dal  vecchio senzatetto.

“Benvenuta a casa mia.” Indicandomi il suo giaciglio.

“Sei un angelo ancora non credo tu sia reale. Fammi vedere il tuo splendido corpo.” Mi dice accomodandosi all’interno del suo cartone.

Non mi sento di deludere il mio nuovo amico e lentamente mi tolgo il top e i pantaloncini offrendo alla sua viscida vista il mio abbondante seno e le mie curve sode.

“Oh Baby, sei bellissima, erano anni che il mio cazzo non era così duro per una donna.” Mi dice tirando fuori dai suoi luridi pantaloni un enorme cazzo di ebano. Un cazzo grande così non l’avevo mai visto prima. Una splendida verga scura.

Mi avvicino e lo prendo in mano, lo sento pulsare tra le mie dita. Lo annuso, il suo odore acre mi riempie le narici.

“Scusa dolcezza ma sono mesi che non faccio un bagno.” Si scusa lui.

“Tranquillo, ha il profumo che deve avere un cazzo come questo.”

Avvicino la bocca ed inizio a baciarlo, poi con la lingua lo assaporo dalla base fino alla punta. Quel gusto ripugnante non mi disgusta, anzi aumenta la mia eccitazione. Voglio sentire quel cazzo enorme dentro la mia bocca, la apro e lo lascio scivolare tra le mie labbra. Mi riempie completamente la bocca. Gli accarezzo le palle, mi sembra di avere due palle da tennis in mano da quanto enormi sono.

Cerco di ingoiare più carne possibile di quella verga che ho in bocca, voglio sentire fin dove può arrivare. Sento la sua mano sulla mia testa, la sento premere verso il basso, il suo cazzo si fa largo nella mia gola, lo sento penetrarmi il cavo orale in maniera che mai prima ho vissuto. Il mio naso affonda tra i suoi luridi ricciuti peli pubici. Quella fragranza inebria i miei sensi, li acuisce. Le lacrime iniziano a scendermi lungo le guance. Quell’enorme cazzo mi sta soffocando. Ma non sono mai stata meglio.

“Tesoro, nessuna donna mi ha mai fatto un pompino come questo. Sto per venire…”

“No, non venire.” Gli dico togliendomi dal suo cazzo. “Voglio sentire questo bellissimo cazzo dentro di me!”


Mi tolgo le mutandine che ancora indossavo e scivolo sopra di lui. Afferro il suo bastone di carne e lo dirigo tra le mie gambe. La mia figa è fradicia e quel cazzone si infila senza difficoltà tra le mie grandi labbra. Lo sento riempirmi completamente la figa. Inizio a cavalcare l’uomo sempre più selvaggiamente. Sento la punta del suo cazzo sbattere contro il collo dell’utero provocando piccole scariche di dolore accompagnate da grandi sensazioni di piacere. Nessun uomo era mai andato così in profondità nel mio corpo.

Chissà da quanto tempo quest’uomo non faceva sesso con una donna, ed infatti non ci mette molto a venire, in breve tempo sento il suo cazzo pulsare dentro di me.

“Oh siiiiii, riempimi con la tua calda sborra negra!” Grido.

In poco tempo sento fiotti di sperma riempirmi prepotentemente e completamente il ventre, è evidente che era molto tempo che il vecchio non veniva, il suo seme trabocca dalla mia figa e rivoli di sperma mi scendono lungo le cosce.

Lo bacio appassionatamente.

Lo guardo più vogliosa di prima e gli dico: “Voglio sentire ancora il tuo cazzo dentro di me.”

“Sul serio? Lo vuoi ancora?”

“Si, ma questa volta lo voglio sentire nel mio culo.”

“Nel tuo culo?” Mi chiede incredulo.

“Si. Voglio capire cosa si prova ad essere penetrata dietro da un bel cazzo nero come il tuo.”

“Allora ripuliscimi il cazzo e fammelo tornare duro. Non vedo l’ora di scoparmi il tuo bel culo bianco.”

“Tutto quello che vuoi.” Gli dico.


Gli ripulisco per bene il cazzo tutto ricoperto di sperma e dei miei umori. Sotto le mie vogliose leccate in pochi secondi è di nuovo perfettamente in tiro.

Il nero si porta dietro di me e punta la sua cappella contro il mio ano. Non sono nuova al sesso anale ma un attrezzo di tali dimensioni non ha mai profanato il mio corpo, tantomeno il mio culo. Ma aiutato dallo sperma uscito dalla mia figa riesce a scivolare facilmente dentro al mio buco. Fa male, brucia, ma gli dico di non smettere, lo voglio sentire tutto fino in fondo. Incitato dalle mie parole l’uomo mette più pressione alle sue spinte e lo sento entrare sempre di più.

“Oh siiiii, scopami il culo con quel tuo cazzo nero.” Grigo in estasi.

“Si Baby, non ho mai scopato una donna bianca nel culo. Sei fantastica.”

“Il tuo cazzo è fantastico!”

“Che gran troia che sei. Quanto ti piace il cazzo nero? Quanto?”

“Tantissimo!!! Mi piace tantissimo sentirlo nel culo.”

“Ascoltami baby: Voglio che tu torni da me ogni volta che potrai per farti scopare ancora. Volgio allargarti per bene i tuoi buchi. Capito troia?”

“Oh si! Ho capito. Verrò ancora a farmi scopare dal tuo cazzo nero!”

“D’ora in avanti sarai la mia puttana bianca. Il tuo culo appartiene a me. La tua figa appartiene a me. Hai capito troia?”

“Si tesoro, la mia figa e il mio culo appartengono a te. Tutto il mio corpo è tuo d’ora in avanti! Scopami, si scopami il culo!”

“Sto venendo troia, ora ti riempio il culo con la mia sborra.”

“Siiiii, riempimi, scopami con il tuo cazzo nero!”

Fiotti di caldo sperma mi inondarono il culo, riempiendomi completamente.

“Oh tesoro, nessun cazzo mi ha mai fatto godere così tanto, nessun uomo prima mi ha mai fatto provare quello che ho provato in questi ultimi minuti. Il modo in cui mi hai riempito è stato fantastico. Amo il tuo cazzo nero.”

“Baby, nessuna donna ha mai parlato così del mio cazzo. Torna quando vuoi, il mio cazzo è sempre pronto a soddisfare una donna bianca troia come te.”

 

Mi rivesto e lo saluto. Non prima di avergli dato un bacio d’addio appassionato.

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Dopo quella mattina di follia ho cercato di dimenticare quel che avevo fatto.

Non avevo mai tradito mio marito in anni di matrimonio ed ora l’avevo fatto con un vecchio sporco senzatetto di colore.

Ancora non riuscivo a credere a quel che avevo combinato. Non mi capacitavo di come potesse essere accaduto.

Non sarebbe mai più successo, avevo mio marito, mia figlia, la mia famiglia.

Avevo anche di proposito smesso di andare a correre in quel parco per non incappare di nuovo nel mio occasionale amante nero.


Ma i miei buoni propositi non avevano fatto i conti con la determinazione dell’uomo nero quando arriva ad assaporare la carne bianca…


Dopo circa un paio di settimane da quella mattina, stavo sbrigando un po’di faccende domestiche quando suonano alla porta.

Vado ad aprire e me lo trovo di fronte.

“Hey baby, non ti ho più vista al parco. Che fine hai fatto? Non sai che fatica ho fatto per scoprire dove abiti.”

Un calore improvviso sale dal mio ventre e mi scalda tutto il corpo.

Lo trascino dentro casa ed inizio a baciarlo selvaggiamente.

“Mi sei mancato Tesoro.” Gli dico sinceramente. “Ho voglia di sentire ancora il tuo cazzo nero dentro di me.”

“Tutto quello che vuoi Baby.”

Lo porto nella mia camera matrimoniale, lo spoglio e inizio a succhiargli quel suo splendido cazzo, voglio assaporarlo di nuovo da cima a fondo, ogni suo centimetro, dalla punta della cappella alla base dei suoi testicoli. Vogliose leccate lo portano in pochi istanti al massimo dell’erezione.

Mi sdraio sul letto e lo invito a penetrarmi.

Lui non aspettava altro e come un’aquila plana sulla sua preda e mi fa subito sua.

Mi scopa selvaggiamente e i miei orgasmi sono intensi, lasciandomi ogni volta disorientata e sempre più succube di quel meraviglioso lurido uomo nero, fino a quando non lo sento che sta per venire.

“Oh si tesoro, riempimi con la tua sborra, riempimi si!” Lo incito a venire dentro di me.

Fiotti di caldo sperma si riversano nel mio ventre.


Spossati ci riposiamo distesi sul letto che normalmente divido con mio marito.


Dopo un po’ lui mi chiede di potersi fare una doccia, visto che sono settimane, forse mesi, che non si lava seriamente.

“Ma certo. Anzi facciamo la doccia assieme. Voglio insaponare e lavare personalmente il tuo corpo.”

Entriamo in doccia assieme, ci laviamo a vicenda. E’ una sensazione magnifica sentire le mani di un altro uomo, uno sconosciuto, scivolare lungo il mio corpo insaponato, sentire le sue mani che afferrano le mie tette, sentire le sue dita che si infilano ripetutamente tra le mie gambe in cerca del mio sesso. Il piacere aumente. Anche a lui non dispiace che gli riservi lo stesso trattamento, gli mordicchio i capezzoli, lo bacio intensamente in bocca, gli massaggio sensualmente la sua asta nera. Quello che succede dopo è inevitabile, mi spinge contro il muro della doccia, mi piega in avanti e spinge il suo cazzo dentro al mio culo. Culo che è pronto a riceverlo e non aspettava altro. Culo che mi fa godere di nuovo in maniera impensabile. Culo che in breve viene riempito abbondantemente dal suo seme.

Dopo la doccia ritorniamo in camera, ho ancora voglia del suo cazzo, non ho ancora assaggiato la sua sborra e mi metto di impegno a fargli un pompino proprio con l’intenzione di farlo venire nella mia bocca. Quell’uomo è un portento della natura ed in breve, sotto le mie sapienti manovre orali, è di nuovo in tiro. Lo lecco, lo succhio, lo meno finchè finalmente non rilascia il suo prezioso nettare nero sulle mie papille gustative. Posso finalmente assaporare il suo gusto. Un gusto acre, selvatico, squisito. Ingoio fino all’ultima goccia, non spreco niente di quel prezioso liquido.


Mi lascio scopare ancora e poi di nuovo, ogni mio buco riceve ripetutamente la visita del suo stupendo cazzo nero.

Ci fermiamo solo per mangiare qualcosa a pranzo.

Poi di nuovo scopiamo fino a quando è ora di andare a prendere la mia piccola a scuola.

Gli chiedo gentilmente di non venire più a casa mia, anche questa giornata è stata una follia, non è giusto nei confronti di mio marito. Questa casa è il luogo intimo della mia famiglia.

“Certo Baby, tranquilla, rispetto la tua privacy.”

“Ti ringrazio.” Gli dico riconoscente.

“Se vuoi ancora vedermi, sai dove trovarmi.”

“Al parco.”

“Giusto. Di giorno mi trovi sotto il ponte, è poco più avanti sulla stradina dove ci siamo incontrati la prima volta.”

Gli ho dato un po’ di soldi, qualcosa da mangiare e un paio di maglioni che mio marito non porta più. Poi l’ho salutato sicura che non l’avrei più rivisto.

Quella storia non poteva andare avanti. Era una donna sposata, madre di una bellissima bambina. Lui era un vecchio senzatetto di colore. Senza fissa dimora. Un uomo che vedeva una doccia un paio di volte all’anno. Era stata una pazza a cadere due volte in tentazione. Ancora non capivo come potesse essere successo.


A discapito delle mie promesse, una settimana dopo all’ultima volta che avevo incontrato e dopo un paio di scopate insoddisfacenti con mio marito, una mattina dopo aver portato mia figlia a scuola, decisi di andare a trovarlo dove mi aveva detto che sarebbe stato.

Mi vestii con il mio completo da running e Andai al parco. Lo trovai come mi aveva detto sotto il ponte assieme ad un paio di altri senzatetto di colore.

“Questa bellezza chi è?” Disse uno dei due.

“Hey Baby I miei amici non credono che tu sei la mia donna.” Mi disse Jack

“Ciao tesoro, come posso fargli cambiare idea?”

“Togliti quei pantaloncini e fai vedere il tuo splendido culo ai miei amici.”

“Tutto quello che vuoi tesoro.” E così dicendo mi tolsi i pantaloncini mostrando il mio culo nudo ai suoi amici.

“Oh cazzo Non ci posso credere.” Disse uno dei due.

“È tutto vero,” gli rispose Jack, “Baby di a  questi uomini a chi appartieni.”

“Io appartengo a te. Cosa vuoi che faccia?”

“Mostra ai miei amici le tue tettone.”

“Tutto quello che vuoi tesoro.” E mi sfilai la maglietta restando completamente nuda davanti ai due nuovi sconosciuti.

“Cazzo che tette stupende.” Dice uno.

“Santo cielo! Questa è la donna bianca più bella che io abbia mai visto.” Gli risponde l’altro.

“Baby questi uomini non vedono una donna da molto tempo puoi fare qualcosa per loro?”

“Ragazzi volete fare sesso con me? Potete farmi quel che volete.”

“Sul serio? Succhierai il mio sporco cazzo negro?” Chiede uno.

“Sì lo farò!”

“Posso venire dentro di te?” Mi chiede l’altro.

“Sì, puoi venire dentro di me.”


Non credevo a quello che stavo per fare: stavo diventando la puttana di questi tre negri senzatetto.


“Bene allora prenditi cura dei nostri cazzi.” Dicono tirando fuori dai loro luridi pantaloni due cazzi maestosi

Sono sporchi e puzzano ma non vedo l’ora di sentirli in bocca e inizio subito a leccarli. Hanno un gusto favoloso che eccita in maniera selvaggia il mio corpo.

“Oh si baby Leccami il cazzo così dai baby.”

“La tua donna è veramente fantastica.”

“Gli piacciono da morire i cazzi luridi come i nostri” Dice Jack.

“Dai tesoro Puliscimi anche le palle.” Mi invita uno dei due.

“Tutto quello che vuoi rispondo.”

“Si dai pulisci quelle palle che sono mesi che non vengono lavate.”

“Le succhierei anche se fossero anni…” Rispondo.

Mi ritrovai così a leccare tre paia di enormi palle nere.

“Oh si baby ci stai facendo impazzire. Sto venendo. Ingoia la mia sborra negra troia.”

“Oh si tesoro qualunque cosa venga da voi.” Dico prima di mandare giù una bella razione di sperma di uno dei tre.


“È ora di infilare i nostri cazzi nel tuo meraviglioso corpo.” Mi dice Jack.

“E io non vedo l’ora di sentirli dentro di me.” Gli rispondo.

“È la prima volta in vita mia che scopo una donna bianca.” Dice uno dei due nuovi amici, infilando il suo cazzo nella mia figa bagnata.

“Mmmmmm, guarda come lo prende!”

“Eh sì amico la mia puttana va matta per i cazzi neri. La prima volta che l’ho conosciuta sembrava una signora per bene. Ora guardala, è qui che si fa scopare tra tre sporchi barboni negri in mezzo alla sporcizia. L’ho anche scopata a casa sua, nel suo letto matrimoniale. E mi ha anche preparato il pranzo.”

“Il pranzo??? Ti ha preparato il pranzo?”

“Si amici. Credetemi. Dopo averla scopata ci preparerà il pranzo a casa sua. Giusto Baby?”

“Si tesoro, dopo potete venire a casa mia a mangiare. Ma ora scopatemi ancora!”

Senza farsi pregare, un secondo cazzo negro scivola nel mio culo. E’ la prima volta in vita mia che che due uomini mi scopano assieme, uno in culo e l’altro nelle figa, ma non mi sono mai sentita così realizzata come lo sono ora. Jack non resta a guardare e offre il suo cazzo alla mia bocca affamata. Sono in paradiso.


La mattinata trascorre così, con tre cazzi che ripetutamente scopano i miei buchi e mi riempiono con la loro sborra più di una volta.

Verso ora di pranzo e dopo innumerevoli venute da parte di tutti, me compresa, siamo tutti esausti e come promesso li porto a casa mia per offrire loro un lauto pranzo.

 

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Finito di pranzare, Bob, uno dei due amici di Jack mi chiede se può approfittare della mia ospitalità per farsi una doccia.

“Certo Bob, il bagno è in fondo a destra. Mi piacerebbe anche lavarvi i vestiti.”

“Ottimo. Avrei anche bisogno che qualcuno mi lavasse la schiena.” Mi risponde lui sorridendomi con ovvio sottinteso.

“Vai pure avanti. Arrivo subito per aiutarti a spogliarti.” Gli risponde io con fare complice.

Quando entro in bagno Bob sta pisciando nel water. Mi inginocchio dietro di lui ed inizio a calargli i pantaloni. Mi ritrovo a pochi centimetri dal suo culo color ebano.

Come fosse la cosa più naturale del mondo, apro il suo culo con le mani ed inizio a leccargli il buco.

“Cosa stai faceeeeeeeeendo?!?!” Esclama Bob.

Il suo afrore mi riempie i setti nasali, mandando la mia eccitazione a mille. Le mie leccate si fanno sempre più intense.

“Oh cazzo…. nessuna donna prima mi ha mai fatto questo. Dove sei stata tutto questo tempo?” Mi chiede godendosi questo trattamento.

La mia lingua si insinua nel suo ano fin dove riesce ad arrivare mentre con la mano gioco con i suoi poderosi testicoli come fossero due palle da biliardo.

“Oh baby. Mi stai facendo impazzire, vorrei averti incontrato molto tempo fa.” Mi dice spingendo con la mano la mia testa ancor più dentro il suo culo.

“Ora girati, ho voglio di scoparti nel culo prima che tu mi faccia venire.”

“Certo tesoro, tutto quello che vuoi. Il mio culo è tuo. Puoi scopare il mio culo bianco quanto vuoi.” Gli dico offrendomi spudoratamente a lui.

In un attimo il suo cazzo è già dentro al mio culo, ormai avvezzo a prendere membri di quelle misure.

“Oh si dai, scopami il culo dai.” Lo incito.

“Si baby, il tuo culo bianco è nato per prendere dei grossi cazzi neri.”

“Si, si, scopa il mio culo bianco col tuo cazzone nero. Mi piace, mi piace, siiiiii…”

“Dimmi, ti piace prendere dei grossi cazzi neri e sporchi come il mio?”

“Si, mi piacciono i vostri cazzi sporchi e neri, mi piacciono!” Urlo in preda al puro piacere.

“Tu sarai la nostra puttana bianca, lo vuoi?”

“Lo voglio si. Sarò la vostra puttana bianca. Scopami ancora dai!”

Mi tira indietro la testa tirandomi per i capelli e mi ordina di aprire la bocca.

“Ingoia il mio sputo.” Mi dice mollando uno sputo enorme in bocca.

Ingoio senza problemi ormai sopraffatta da quella situazione di sottomissione e perversione.

“Ti piace lo sputo del negro, troia?”

“Oh si, mi piace, si.”

I suoi affondi si fanno sempre più feroci aumentando il mio piacere sempre di più.

“Sto venendo,” grido, “sto venendo con il tuo grosso cazzo nero nel mio culo, ohhhhhhhhh!!!!”

“Si, godi troia. Ora sei la nostra puttana. La nostra mogliettina bianca troia. Ti scoperemo la figa ed il culo ogni volta che vorremmo.”

“Siiiii, ogni volta che vorret….” non faccio a tempo a finire la frase che Bob prende la mia testa e la spinge in giù, nel water.

“No, cosa stai facend… glubglubgl”

“Zitta troia, voglio vedere il tuo bel faccino nuotare nel mio piscio.”

“No ferm.. glub… non farl… glubglu”

“Ora capirai come ci sentiamo noi ogni giorno.”

E mentre mi tiene la testa giù aumenta ancora di più la penetrazione del mio culo.

Riesco a riemergere dalla tazza del water solo per dire: “Sto venendo, sto venendo, ahhhhahaha.”

“Si troia sto venendo anch’io. Ti riempio il culo.”

“Amo il cazzo nero, amo il cazzo nero. Amo i vostri cazzi neri.” Grido in preda ad un orgasmo indescrivibile.

“Oh baby. E’ stata una scopata incredibile. Potrei restare a scopare il tuo culo bianco tutto il giorno baby.”

“Si tesoro. E’ stata fantastica. Mi hai riempito il culo come mai prima mi era capitato. Guarda quanta sborra sta ancora uscendo.” Dico mostrando a Bob il mio culo dove un piccolo rivolo di sperma esce senza soluzione di continuità.

“Sei una troia incredibile baby. Dov’eri quando io ero giovane?”

“Forse non ero ancora nata…”


Mentre Bob si prende quella doccia che ancora non ha fatto, io mi do una ripulita e con solo un asciugamano addosso torno in sala da pranzo.

“Qualcun altro vuole fare una doccia con me?”

“Io, io.” Dicono i due uomini neri all’unisono.

“Wow… non c’è bisogno di litigare.” Dico ridendo. “Posso prendermi cura di tutti e due assieme. Ma ci dobbiamo sbrigare, tra un’ora devo andare a prendere mia figlia a scuola.”

Tra una doccia e l’altra i due uomini mi scopano a turno mentre Bob, esausto dalla scopata precedente, si riposa sul divano.

Alla fine, sul pavimento del bagno, mi prendono assieme, uno nel culo e l’altro davanti. La doppia penetrazione è diventata per me la mia nuova religione. E fiumi di sborra riempiono nuovamente i miei buchi.

“Ragazzi, non ne ho mai abbastanza della vostra sborra negra… è così deliziosa.” Dico ingoiando le ultime gocce che ancora fuoriescono dai loro membri.

“Ora però dovete veramente andare. Devo dare una pulita e poi passare a prendere mia figlia. Comunque non vedo l’ora di rifarlo…”


Si, ormai non posso più reprimere questa mia insana passione per questo genere di uomini: vecchi, neri, sporchi, senzatetto e con grossi cazzi neri!

Resta solo da decidere quando rifarlo.


Saluto i miei tre stalloni neri come si conviene, con un bel bacio appassionato, e li accompagno alla porta.


Mia figlia mi aspetta.

Dopo qualche giorno da quella giornata fantastica il mio corpo era in astinenza. Dovevo al più presto porvi rimedio.

Portata mia figlia a scuola come ogni mattina, mi recai subito al parco in cerca di Jack, Bob e Frank.

Giunta sotto il ponte, dove li avevo incontrati la volta precedente, non trovai nessuno.

Mi guardai attorno ma nessuna traccia dei tre uomini.

Andai anche alla “casa” di Jack ma anche in quel luogo non c’era anima viva.

Ritornai verso il ponte e in lontananza vidi un senzatetto di colore che spingeva un vecchio carrello della spesa pieno di cianfrusaglie. Mi avvicinai nella speranza sapesse dove erano finiti i miei amici.

“Mi scusi, posso chiederle una cosa?” Chiesi quando gli fui vicina. “Sa dove sono i tre uomini neri che abitano qui sotto il ponte?”

“E tu chi sei? Un angelo?” Mi chiede guardandomi sorpreso.

“Sto cercando i tre uomini che di solito stanno qui. Ho un urgente bisogno di parlare con loro.” Cercai di insistere con il vecchio.

“Ma… sei tu la donna bianca di cui Jack va parlando continuamente?”

“Si, Jack. Lo ha visto? Sa dov’è?” Insisto.

“Ma veramente ti sei fatta scopare da Jack, Bob e Frank?”

“Beh, cerco solo di aiutare le persone meno fortunate.” Rispondo colta alla sprovvista dalla sua sfrontata domanda.

“Sono giorni che Jack va in giro a raccontare a tutti i senzatetto della città della sua donna bianca.”

“A tutti i senzatetto?” Chiedo quasi impaurita dalla sua affermazione.

“Si Jack, ha detto che ti piacciono i luridi cazzi neri. Io ho un lurido cazzo nero, baby. Jack aveva ragione o sta mentendo?”

Quella conversazione mi stava eccitando.

“No, Jack non sta mentendo. E te lo voglio dimostrare.”

“Vuoi dimostrarmelo?” mi chiede incredulo. “Vuoi dire che posso scopare il tuo corpo da favola’”

“Si tesoro, non voglio che i suoi amici pensino che Jack è un bugiardo. Lui mi ha aperto gli occhi ed ora lui è il mio uomo ed io gli appartengo. E io ti scoperò solo per dimostrartelo.”


Fu così che portai il vecchio Ronny a casa mia.


“Oh cielo. Non posso credere che sto per scopare una tale bellezza. Deve essere un sogno.”

“No tesoro. Sono reale. E puoi scoparmi come desideri”

“Allora è vero. Jack non stava mentendo.”

In un attimo il nero mi fu addosso. Afferrando e strizzando le mie bianche tette.

“Non c’è fretta caro. Il mio corpo è tuo e puoi farne quello che vuoi. Sono qui per realizzare ogni tua fantasia. Lascia solo che la tua mente scorra sul mio corpo bianco.”

“Hai un corpo da favola baby. Il mio cazzo è tutto in tiro per te.”

“Lo vedo, lo vedo.” Dico ammirando la sua lunga e pulsante verga scura. “Cosa vuoi farmi?”

“Voglio scoparti le tette. Voglio infilare il mio cazzo in mezzo alle tue tettone bianche!”

“Sono tutte tue.” Gli dico stringendomi le tette per meglio accogliere il suo membro.

Ronny infila il suo cazzo in mezzo al mio seno ed inizia a spingerlo avanti indietro nel mio solco intermammario con la sua cappella che ogni volta sfiora le mie labbra. L’odore selvatico del suo membro inebria i miei sensi. Allungo la lingua per sentirne il sapore. Poi senza preavviso mi ritrovo quell’enorme pezzo di carne in bocca. Ronny cerca di spingerlo più a fondo possibile, inizia a scopare la mia bocca come fosse la mia figa. Quell’asta nera ad ogni spinta entra più profondamente nella mia gola, mi sento quasi soffocare ma allo stesso tempo la mia eccitazione aumente. Senza rendermene conto la mia mano scivola tra le mie gambe ed inizia a stuzzicare voracemente il mio clitoride.

Le spinte del nero aumentano di velocità e potenza. I suoi testicoli sbattono contro il mio mento ed il mio naso affondo in mezzo ai suoi luridi peli pubici.

All’improvviso si mette a gridare e contemporaneamente il suo cazzo inizia a pulsare violentemente dentro la mia gola. Caldi schizzi di sborra negra mi riempiono l’esofago, sento il liquido scivolarmi fin dentro lo stomaco.

Al suo orgasmo si aggiunge il mio, un orgasmo sconquassante che mi pervade tutto il corpo.

Chissà da quanto tempo il vecchio non eiaculava, vista la quantità enorme di sperma che ancora continua a pompare anche quando finalmente decide di liberarmi la gola. Mi ritrovo la bocca ancora colma del suo prezioso nettare. Nettare che avidamente ingoio.

“Oh baby sei fantastica, la tua bocca è fantastica.”

“Oh tesoro, non vedo l’ora di sentire questo tuo cazzo dentro di me. Lo voglio nella figa ora.”

Senza farselo dire due volte Ronny si infila tra le mie gambe e spinge la sua mazza dritta dentro di me. Nonostante l’età il vecchio ci da dentro e imprime un tale vigore alle sue spinte che in pochi minuti un altro orgasmo mi sorprende all’improvviso. Mentre io sto ancora assaporando l’orgasmo lui si lascia completamente andare e sento un’altra abbondante razione di sborra riempirmi il ventre.

“Si dai, riempimi tutta. Riempimi con la tua sborra negra. Siiiiiiiiiiiiii…..” Grido sconvolta.

“Si troia. Ti riempio. Sei nata per farti fottere da grandi cazzi neri!”

“Si, sono la vostra puttanaaaaa. Amo i vostri cazzi neri. Li amooooooooo!”

Quando si toglie lacrime di sperma escono dalla mia vagina, le raccolgo con la mano e le porto alla bocca, assaporando di nuovo quel liquido paradisiaco.

“Oh baby, non ho mai conosciuto una donna bianca come te, non ho mai conosciuto nessuna donna come te!”

“Scopami ancora, ti voglio ancora dentro di me.” Gli rispondo portando la mia bocca sul suo cazzo. In pochi minuti riesco a resuscitare quel mostro di cazzo nero.

Ronny non crede a se stesso. Gli monto sopra e lascio scivolare di nuovo il suo membro dentro la mia figa. Inizio a cavalcarlo furiosamente. Voglio sentire il suo palo di carne penetrarmi il più possibile. Godo di nuovo. Godo intensamente. E’ tutto dentro di me. Bacio il mio amante ferocemente, selvaggiamente. Sento che sta per venire. Aumento il ritmo. Quando sento il suo seme riempirmi nuovamente il ventre, esplodo in un altro poderoso e intenso orgasmo.

“Oh si, riempimi ancora. Dai siiii!!!!!!!!” Grido, gemo, singhiozzo, piango di piacere.

Il suo cazzo è ancora dentro di me. Sento che non ha perso tono anche se è venuto. E allora continuo la mia cavalcata su quell’asta indomita. Continuo su e giù mentre il suo sperma defluisce dal mio corpo lungo la sua asta. Altri orgasmi si succedono, sia da me che da lui.

Dopo qualche decina di minuti cado spossata, ancora in preda a sussulti di piacere, sul corpo di ebano del mio amante.

Anche lui è esausto. Il suo membro ha dato troppo e questa volta penso non ci sia modo di rianimarlo… per fortuna.


“Spero di averti dimostrato che Jack non mentiva sul mio conto.” Gli dico.

“Me l’hai dimostrato Baby. Spero di rivederti presto.” Mi dice.

“Ogni volta che vorrai. La prossima volta voglio sentire quel tuo fantastico cazzo nel mio culo.”

“Non vedo l’ora di assaggiare quel tuo culo bianco.” Mi conferma.

 

Un bacio e se ne va.

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Dopo la mattinata passata con Ronny avevo deciso di prendermi una pausa.

Ma dopo qualche giorno la voglia di cazzo nero era ritornata.

Jack, Frank e Bob erano introvabili. Ronny mi aveva detto che ogni tanto loro, i senzatetto, cambiavano zona, in cerca di qualche spicciolo in più in qualche posto nuovo ma prima o poi ritornavano.


Tornando a casa dopo aver portato a scuola mia figlia, mi fermo ad un semaforo rosso. Mentre aspetto vedo poco distante un vecchio barbone nero dall’aria affaticata seduto su una panchina lungo la strada.

Subito in mezzo alle gambe sento muoversi qualcosa… la mia figa è in agitazione al solo pensiero di quello che mi passa per la testa vedendo quell’uomo.

Quando scatta il verde mi avvicino in auto all’uomo.

“Buongiorno, va tutto bene? Posso fare qualcosa per lei?” Chiedo.

“Va tutto bene Signora, sto solo riposando le mie vecchie ossa.” Mi risponde lui.

“Le posso offrire un posto fresco dove riposare e magari anche qualcosa da mangiare.” Gli propongo.

“Se insiste, non posso rifiutare una simile proposta, lei è proprio un angelo.” Mi ringrazia

Gli apro la portiera e lo invito a salire in auto.

“Un angelo con un corpo stupendo.” Dice ammirando le mie curve una volta a bordo.

“Come ti chiami?” Gli chiedo.

“Albert, ma gli amici mi chiamano Nonno Albert. Non so se è perchè sono il più vecchio di tutti o per la barba e i capelli bianchi che mi fanno assomigliare a Babbo Natale… ahhahahhaha.” Mi risponde ridendo.

Rido con lui e ci dirigiamo verso casa.


Arrivati a casa lo faccio accomodare in cucina e vado a cambiarmi. Con la scusa del caldo soffocante di questi giorni metto una magliettina molto leggera e un paio di short elasticizzati molto stretti che fanno risaltare ancor di più le mie forme.

Come promesso gli preparo un buon pasto che divora in un baleno, mi dice che era da tempo che non consumava un pasto decente seduto a tavola.

Guardandolo anche il mio appetito aumenta ma io sono sono affamata di cibo.

“Vediamo se ho altro da offrirti…magari un dessert.” Gli dico aprendo il frigo alla ricerca di un dolce. Con finto fare innocente mi piego a novanta gradi mostrandogli provocatoriamente il culo. Con i pantaloncini che indosso sono indecente.

La provocazione ha il suo effetto. Sento le sue mani afferrare l’orlo degli shorts e tirarli di scatto verso il basso. In un lampo mi ritrovo la sua lingua tra le chiappe alla ricerca del mio sesso.

“Questo è l’unico dessert che desidero ora.” Gli sento dire.

Con la testa praticamente dentro al frigorifero lo lascio slinguazzarmi la figa. La sento che voracemente si insinua dentro di me. Sento le sue mani allargarmi le chiappe per permettere di arrivare ancora più a fondo. La punta della sua lingua risale imperterrita la mia apertura stimolando inaspettatamente il mio punto G. Stringo sempre più forte la parete e la porta dell’elettrodomestico. In pochi secondi l’orgasmo conquista ogni più recondito angolo del mio corpo.

Mi giro, lo guardo intensamente. “Voglio il tuo cazzo.” Gli dico inginocchiandomi di fronte a lui e aprendogli la cerniera dei pantaloni.

“E’ meglio se me lo lavo prima.” Mi dice lui mentre mi ritrovo in mano uno splendido e notevole cazzo nero, sporco e puzzolente.

“A me piacciono così Albert, sporchi e con questo profumo paradisiaco.” Gli rispondo iniziando a leccare quell’obelisco nero. La mia bocca si riempie di quel gusto che ogni volta mi inebria i sensi e mi fa perdere ogni inibizione. Quando ritengo che quell’asta sia pulita alla perfezione mi metto a quattro zampe offrendo il mio corpo a Nonno Albert.

“Ora prendimi. Voglio il tuo cazzo nero dentro alla mia figa bianca.”

“Ti accontento subito troia.”

“Si dai, scopami, scopami, scopami. Fammi sentire il tuo cazzo fino in fondo, dai!”

Nonno Albert ci sa fare e mi scopa duro e profondo fino a riempirmi con la sua calda sborra.


“Piccola, ti scoperei ancora ma come vedi alla mia età non è così facile.” Mi dice indicando il suo membro moscio.

“Lascia fare a me, vediamo se questo ti aiuta.” Gli dico portandomi dietro di lui.

Gli allargo le chiappe e inizio a leccargli l’ano.

“Cosa stai facendoooo……???!!!!! ohhhhohhhhh, siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!!!”

“Ricambio il servizietto che prima tu hai fatto a me…” Gli rispondo

Infilo la lingua dentro al suo culo mentre con una mano gli accarezzo le palle e con l’altra gli massaggio il pene. In breve, accompagnato dai mugolii di piacere dell’uomo, l’organo ritorna turgido. Continuo a masturbarlo, voglio che ritorni duro come il marmo.

“Ohhhhhhh, nessuna donna mi ha mai fatto questo prima. Sei incredibile piccola!!!!”

“Adoro i vostri corpi sudati e sporchi, li ripulirei tutti solo per sentire il vostro gusto animalesco riempirmi ogni papilla gustativa.” Rispondo affondando sempre di più la mia lingua tra le sue chiappe.

Quel palo enorme si gonfia a dismisura nella mia mano sotto i continui attacchi della mia appendice orale umida e assetata di sesso.

“Ora prendimi di nuovo, scopami Nonno Albert, scopa la tua troia bianca, falle sentire quel tuo cazzo nero ancora.” Lo incito.

“Oh si piccola. Te lo ficco dentro fino in fondo, voglio che tu lo senta quanto ti fa godere il mio cazzone nero. Troia che non sei altro.”

Oh si, me lo fa sentire. Lo sento sbattermi contro le pareti interne del mio ventre, sento la sua cappella scivolare contro la mia cervice, lo sento pulsare nel mio utero. Sento il piacere inondarmi inesorabilmente tutto il corpo e godo di nuovo.

E poi ancora.

E poi di nuovo.


Dopo ore, non so se maledire il mio impegno di andare a prendere mia figlia a scuola, interrompendo questa assurda ma appagante sessione di continue scopate, o ringraziare per darmi la possibilità di staccarmi da quel cazzo che ormai per me è diventata una droga di cui più ne prendo più ne vorrei prendere.


Tornando verso la scuola riaccompagno Nonno Albert dove l’ho incontrato.

Prima di farlo scendere lo bacio in bocca appasionatamente.

“Non vedo l’ora di rifarlo,” gli prometto, “la prossima volta lo voglio nel culo quel tuo fantastico cazzo!”

“Nel culo? Nessuna donna ha mai preso il mio cazzo nel suo culo.” Mi dice lui guardandomi incredulo.

 

“Non sanno cosa si sono perse allora. A presto. Ciao.” Gli dico salutandolo.

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Dopo giorni di astinenza dal sesso con degli sporchi e zozzi uomini neri ero al limite della frustrazione. Avevo voglia di sentirli dentro di me, avevo voglio di sentirli in tutti i miei buchi, in particolar modo nei miei orifizi non deputati al sesso. (dedicato a Simo, n.d.a.)

Ma le mie soliti sessioni mattutine iniziavano a starmi strette, quelle due tre ore di sesso perverso e selvaggio non mi saziavano del tutto, dovevo trovare il modo di allungare i miei incontri con i miei amici senzatetto.


Neanche a farlo di proposito dopo un paio di giorni che mi stavo arrovellando il cervello per pianificare la cosa, mio marito mi annuncia che il fine settimana è stato invitato a partecipare ad una fiera di settore nella capitale assieme agli altri dirigenti della compagnia. Sarebbe partito venerdì dopo il lavoro e rientrato domenica sera. Wow, non credevo alla fortuna che mi stava capitando. Avrei portato mia figlia dai suoceri, i quali erano settimane che mi chiedevano di vederla e che erano ben lieti che lei passasse il fine settimana da loro per viziarla e coccolarla. Così io avrei avuto la casa libera per un paio di giorni.


Nei giorni successivi mi recai diverse volte al parco, anche in orari diversi ma non vidi nessuno dei miei instancabili amanti.

Finalmente venerdì mattina riuscii a trovare Jack all’entrata del parco.

“Ciao Baby, è un po’ che non ti si vede.” Mi dice

“Sei sparito, non ti ho più visto!” Gli rispondo

“Lo so, ho dovuto allontanarmi un po’ dai soliti posti. Dopo un po’ bisogna battere anche zone nuove per racimolare qualche soldo in più. Ho comunque saputo che hai conosciuto qualche mio amico.” Mi dice sorridendo.

“Tu non c’eri…” Gli dico ricambiando il sorriso.

“Vieni, andiamo a casa mia…” Mi dice

“Ora non posso. Ma ti aspetto stasera a casa mia. Mio marito e mia figlia non ci sono e quindi abbiamo la casa libera tutta per noi… fino a domenica…”

“Sul serio?” Mi chiede lui incredulo.

“Si. Porta anche Bob e Frank. Sarò la vostra serva bianca per questo fine settimana. Laverò, stirerò, cucinerò per voi… e non solo…” Gli dico facendogli ben intendere quello che ho lasciato in sospeso. Gli stampo un grosso bacio sulla bocca e lo saluto.

“Vi aspetto stasera per cena. Ciao. A dopo.”

Portata mia figlia dai suoceri. Sono ritornata a casa e mi sono messa subito ai fornelli, volevo inanzitutto preparare una buona cena per i miei ospiti.

Quando suonano alla mia porta è già tutto pronto e vado ad aprire.

Jack, Bob e Frank entrano in casa mia, con loro c’è anche Ronny.

“Ciao Baby, spero non ti dispiaccia se è venuto anche Ronny, era assieme a Frank e mi pareva maleducazione non invitarlo.”

“Tranquillo tesoro,” gli dico baciandolo, “più siamo meglio è…accomodatevi pure a tavolo, vi ho preparato una cena deliziosa.”

“Iniziamo bene,” dice Bob, “Non vedo l’ora di arrivare al dessert.” Aggiunge allungando una mano sul mio culo.

“Amici, ha detto che per questo fine settimana sarà la nostra serva bianca… la nostra schiava. Ma una schiava va in giro vestita?” Chiede Jack ai suoi amici.

“Ho capito tesoro.” Gli dico, iniziando a togliermi i pochi capi di vestiario che mi coprono e rimanendo completamente nuda di fronte a loro.

“Bene, sediamoci a tavola ed inizia a servirci troia.” Mi ordina Jack.


Gli servo subito la cena. Guardo affascinata i miei uomini che si ingozzano con tutto quel cibo che ho preparato per loro. Si vede che era da tempo che non mettevano sotto i denti un pasto decente. Gli osservo divorare in pochi minuti una quantità enorme di cibo. Gli ammiro, aspettando di essere io il piatto principale del loro banchetto.


Finalmente è arrivato quello che tutti stiamo aspettando. Rassetto in fretta e furia la cucina e poi mi dirigo verso la camera da letto.

“E’ ora del vostro dessert.” Gli dico guardandoli languidamente e portandomi ancheggiando verso la camera.

In pochi secondi mi ritrovo distesa sul mio letto con quattro luridi cazzi neri che desiderano la mia bocca. Li lucido per bene, assaporando come un nettare afrodisiaco la loro acre fragranza.

Poi il primo inizia a scoparmi nella figa mentre gli altri ancora preferiscono la mia bocca.

Lo lascio sfogare dentro di me, lo lascio inondarmi della sua sborra negra, lascio che mi riempa il ventre con il suo seme.

Dopo Jack si fa sotto Bob, mentre il primo riprende fiato.

Anche Jack si scarica copiosamente dentro al mio utero.

Quando è il turno di Ronny la mia figa ha bisogno di un attimo di pausa e gli offro cortesemente di scoparmi il culo. Il nero non ringrazia nemmeno e mi pianta il suo enorme bastone nero dentro al retto. Le sue potenti spinte mi sconquassano il corpo, provocandomi inebrianti brividi di piacere mai provati prima.

Anche Frank mi sfonda l’ano dopo che Ronny si è svuotato nelle mie viscere. Anche lui ci da dentro quasi si siano dati la gara a chi riesce a penetrarmi più a fondo.

Mentre Frank continua con i suoi affondi io resuscito i cazzi di Jack e Bob che sono di nuovi pronti all’uso.

“Ora voglio sentirli tutti e due dentro di me.” Gli dico guardandoli vogliosa.

Monto sopra Ronny, scivolando sul suo cazzo, offrendo a Jack il mio culo che subitaneamente penetra. Due enormi cazzi neri mi penetrano all’unisono, mi sento allargare i buchi sempre di più. Io mi muovo su Ronny mentre Jack si muove dentro di me. Quello che provo è indescrivibile. Il mio corpo sembra non aver mai desiderato altro.

“Oh si, dai fatemi godere, fatemi sentire i vostri stupendi cazzi neri, si, dai dai!!!”

“Si Baby, ti sfondiamo come piace a te, siiiiiiiiiiiiiiiii.”

“Voglio anch’io quel tuo culo bianco.” Mi dice Bob avvicinandosi a Jack.

Penso che Jack li lasci il posto invece sento la cappella del nero premere sul mio ano mentre l’altro cazzo è ancora dentro di me.

“Ehi, che cazzo vuoi fare, non entrerà mai anche quello….” Cerco di obiettare.

Bob non ascolta le mie parole. Continua a spingere invece. Io non posso fuggire bloccata tra gli altri due uomini. Al mio ano non resta altro che cedere e lasciare che un altro possente cazzo nero lo riempia ulteriormente. Dopo il dolore iniziale il mio sfintere sfondato si rilassa lasciando a quei due pali di carni dentro di esso di muoversi liberamente ed indipendentemente avanti ed indietro. Mi sento come si mi stessero aprendo in due, come un cuneo che spacca a metà un ceppo di legno. La sensazione è devastante e sconvolgente. Mi ritrovo a godere come una matta. Incitando i tre uomini dentro di me ad aumentare il ritmo con cui mi stanno chiavando.

“Si dai, scopatemi. Di più! Ancora! Apritemi!! Sfondatemi!!! Dai!!!!!!!!!!!! Scopate la vostra puttana bianca. Dai!!! Tu vieni qui, voglio che anche la mia bocca sia piena dei vostri cazzi.” Dico invitando Frank a mettermi il suo cazzo tra le labbra e a scoparmi la bocca.


Loro si muovono, io mi muovo, tutti ci muoviamo come un unico corpo.

Io godo, loro godono, tutti godiamo di questo sesso irreale e perverso.

Vengo scivolando sui loro corpi. Loro vengono dentro di me. Tutti assieme veniamo all’unisono, in pochi istanti cinque corpi raggiungono in perfetta sincronia l’apice del piacere, lasciando che piacevoli scariche di endorfine pervadano ogni angolo del nostro essere.

Quando escono da me un fiume di sborra si riversa dai miei buchi per diversi minuti.


Andiamo avanti a scopare per un paio d’ore, fino a notte fonda, quasi senza soluzione di continuità se non per permettere ai loro magnifici cazzi di tornare di nuovo eretti e operativi, fino a quando crolliamo esausti, gli uni sugli altri, avvinghiati come un corpo solo, nel mio letto matrimoniale.

Mi risvegliai la mattina seguente confusa, come fossi in uno strano sogno. Mi guardai attorno, vedendomi distesa sul mio letto, circondata da quattro splendidi corpi neri. Allora capii che non era un sogno, ero in paradiso.

Mi alzai senza svegliare i miei ospiti e mi infilai sotto la doccia per ripulirmi da tutto quello sperma che durante la notte si era rappreso sul mio corpo.

Dopodiche andai in cucina per prepare la colazione per tutti.

Attirati dal profumo di caffè, uno ad uno arrivarono in cucina nella loro sudicia bellezza.

“Dormito bene ragazzi?” Chiedo da buona padrona di casa.

“Erano anni che non facevo una dormita così!” Dice uno

“Ed in un letto vero per giunta!” Gli fa eco un altro.

“Spero la colazione sia di vostro gradimento.”

“Baby, sono anni che mangiamo quello che troviamo. Qualsiasi cosa tu ci prepari è mille volte meglio del nostro solito.” Mi dice Bob.

“Fai colazione anche tu con noi.” Mi dice Jack guardandomi appoggiata al mobile della cucina. “Infilati sotto il tavolo e serviti pure.” Aggiunge ridendo.

“Tutto quello che vuoi tesoro.”

Mi infilo sotto il tavolo e mi ritrovo attorniata da quattro salami neri, mmmmm colazione gustosa!

Mi ritrovo a leccarli uno dopo l’altro, lavorandoli anche con le mani. Sono ancora sporchi dal sesso della notte precedente. Sanno di sperma secco, dei miei umori, del loro sudore. Un mix ideale per iniziare bene la giornata. In breve sono durissimi e pronti ad eiaculare. La mia colazione è pronta: fresco succo di uomo nero direttamente dalla fonte. Ancora pochi istanti e inizio a mandare giù sorsi di quel liquido corroborante, sembra che la loro riserva interna sia inesauribile da quanto ancora riescano a produrne.

Quando siamo tutti sazi, ognuno a suo modo, della deliziosa colazione, mi offro di lavare personalmente i miei ospiti.

Uno ad uno li accompagno sotto la doccia, li insapono e li lavo accuratamente. Va da se che due corpi nudi sotto una doccia può finire solo in un modo. Ad ogni doccia corrisponde la relativa scopata. Il mio culo e la mia figa sono solo due buchi da riempire con i loro cazzi neri.

Dopo le docce lascio che si riposino e mi dedico a sparecchiare dalla colazione e a lavare i loro vestiti. Per la loro gioia resto sempre nuda, d’altronde sono nudi anche loro.

Quando la lavatrice è avviata torno da loro e scopiamo di nuovo, la doppia penetrazione, culo e figa, è diventata la base per ogni nostro rapporto, cambia la posizione e cambiano i cazzi che mi penetrano, ma non cambia il godimento di tutti noi cinque.

Il tempo di tirare fuori il bucato dalla lavatrice e ributtarlo nell’asciugatrice e poi riprendiamo quello che stavamo facendo. Andiamo avanti fino a ridosso del pranzo.

Lascio che si riposino di nuovo mentre preparo da mangiare e mi metto anche a stirare i loro vestiti. Mangiamo tutti con appetito visto tutte le energie spese durante la mattinata.


E’ la prima volta che mangio nuda con quattro uomini di colore anche loro nudi, e mi pare la cosa più naturale del mondo, mi sento perfettamente a mio agio.


Ridiamo e scherziamo e mi faccio raccontare un po’ delle loro vite, capisco quanto sono fortunata ad avere la mia bella vita e la mia famiglia mentre loro per ingiustizie della vita si sono ritrovati a perdere tutto, amori, lavoro, casa e dignità.


Mi sembra giusto da parte mia ridare a loro almeno in parte quello che la vita gli ha negato.

Appena finito di mangiare mi prodigo a sollevare come posso le loro pene: scopandoli di nuovo.


Il pomeriggio trascorre così, con i loro stupendi cazzi neri che fanno incursione più e più volte in ogni mio buco, riempiendoli ogni volta con copiose sborrate del loro delizioso nettare nero.


A malincuore verso sera li devo salutare, ho promesso a mia figlia di raggiungerla dai nonni e di trascorrere con loro la notte e poi rientrare a casa domani per il ritorno di mio marito.


In ogni caso ho promesso loro che oramai sono a tutti gli effetti la loro puttana bianca e che quindi sarò a loro disposizione ogni volta che vorranno.

 

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Una mattina mi alzai di malumore, la notte precedente mio marito aveva voluto far l’amore con me ma era durato solo un paio di minuti, lui era appagato ma io mi ritrovai totalmente insoddisfatta, quel suo piccolo e patetico pene bianco mi facevo solamente il solletico, rispetto ai grossi e possenti cazzi neri che ero abituata a prendere.

Dovevo per forza rifarmi della deludentissima scopata della sera precedente.

Accompagnai mia figlia a scuola, tornai a casa, mi infilai la gonna più corta che avevo (forse era una gonnellina di mia figlia…), una canottierina molto attilata (forse anche questa di mia figlia…) e mi diressi al parco.

Vestita così mi sentivo molto troia ma era proprio quello che volevo sentirmi, volevo che chiunque mi vedesse mi scambiasse per una vera puttana.

Andai diretta a “casa” di Jack ma non lo trovai, niente neanche sotto al ponte. Prosegui per il sentiero che mi portava oltre il ponte, in mezzo a cumuli di rifiuti abbandonati, vecchi elettrodomestici buttati alla rinfusa. Ero incuriosita da tale degrado. Assurdo come quest’angolo del parco assomigli più ad una discarica che ad un parco pubblico, inciviltà dei cittadini e negligenza dell’amministrazione comunale.

Faccio per ritornare sui miei passi quando da un angolo vicino ad un vecchio caseggiato una voce mi chiama.


Da in mezzo ad un mucchio di cartoni e vecchi stracci un grasso senzatetto di colore mi si rivolge in maniera sfacciata.

“Ehi bella signora. Sei proprio una bomba vestita così.”

La sua obesità era impressionante, tanto che mi chiedevo come potesse un senzatetto che a malapena riesce a fare un pasto decente ogni chissà quanto, potesse aver messo su tutti quei chili di troppo. Boh, sarà qualche disfunzione ormonale.

“Buongiorno” gli rispondo. Già solo per avergli rivolto la parola mi stavo bagnando.

“Vestiti così sembri proprio che tu sia in cerca di una scopata. O sbaglio?”

“No, hai proprio indovinato. Sono in cerca di un bell’uomo nero che mi scopi, uno come te!”

“Wow bella signora!!! Allora vieni qui vicino a George e vediamo cosa posso fare per te.”

Mi avvicino all’uomo. Più sento il suo olezzo più mi eccito. Quello che per gli altri è un odore ripugnante per me è un profumo afrodisiaco che mi scatena mille sensazioni nel corpo.

“Hai anche un buon profumo” mi dice Una volta che gli sono vicino.

“Tu puzzi invece ma il tuo profumo mi eccita da morire. È il profumo che devono avere gli uomini che piacciono a me”

“Entriamo lì dentro.” Mi dice indicando una vecchia casa abbandonata a pochi metri.

Entriamo e mi spoglio completamente lasciando che George possa ammirare il corpo della puttana bianca che si sta offrendo a lui.

“Vieni qui fatti toccare, ancora non riesco a credere a quello che mi hai promesso.”

“Credici George, puoi scoparmi in ogni buco che vorrai!”

“Tu mi rendi felice baby.”

“Sai cosa rende felice me George?”

“Cosa Tesoro?”

“Sentire il tuo cazzo dentro la mia figa.”

“Ti accontento subito. Spero che il mio cuore non mi tradisca proprio ora.”

Dai suoi pantaloni esce un enorme cazzo nero il cazzo più grosso che io abbia mai visto un attrezzo proporzionato all’obesità del suo proprietario. Ci monto sopra e lo lascio scivolare nella mia figa. Me la riempie completamente sento le mie pareti che aderiscono voluttuosamente a quella grossa asta nera.

Inizio un ritmico saliscendi gustandomi ogni centimetro di quel possente fallo nero. Voglio che ogni angolo del mio canale vaginale venga a contatto con quel magnifico trofeo.

Ad ogni mio movimento il piacere aumenta per entrambi, sento il suo cuore che aumenta la velocità sempre di più. Speriamo che Regga allo sforzo che gli sto imponendo con la mia marcia inesorabile verso l’orgasmo.

“Oh George il tuo cazzo mi stanno facendo impazzire, Dammi la tua lingua voglio baciarti”

“Tesoro, Sono anni che i miei denti non vedono uno spazzolino.”

“Non importa voglio…” Senza finire la frase la mia lingua è già nella sua bocca alla ricerca della sua lingua. Il bacio è talmente appassionato che dura qualche minuto. Le sue mani enormi strizzano violentemente le mie tette. Sto godendo come una cagna in calore. Il suo cuore batte in maniera incontrollata. Sento il suo cazzo che inizia a pulsare dentro di me.

“Vengo siiiiiiii” Grida l’omone.

In pochi secondi eiacula dentro di me una quantità incredibile di sperma mentre il mio bacio si fa ancora più intenso coronando il nostro orgasmo simultaneo.

“Oh George… mi hai fatto godere come non mai. Quanta sborra! Mi ha riempita per bene.”

“Tesoro, non sai quanto tempo era che non scopavo una donna, una bella come te per giunta! Erano anni che non sborravo!”

“Ne voglio ancora.” Gli dico baciandolo ancora in bocca.

“Cara, mi hai svuotato, mi ci vorranno giorni perchè mi riprenda.” Mi dice lui indicando il suo cazzo moscio.

Senza preoccuparmene, inizio a leccare quella proboscide umana, lo ripulisco dello sperma che la ricopre e non solo di quello, chissà da quanto non vede una goccia d’acqua.

Quella sborra ha un gusto delizioso e in pochi secondi il suo cazzo ritorna duro nella mia bocca. Continuo a lavormelo di bocca, di lingua e di mano, anzi di mani, lo devo impugnare con entrambe le mani per poterlo circondare completamente.

“Oh siiiiiii, vengo di nuovo.” Grida George.

Apro le labbra e lascio che tutto quel delizioso nettare mi entri in bocca. Me la riempie completamente. Mando giù diverse sorsate, anche se era appena venuto la quantità è considerevole anche in questa occasione.

“Tesoro, tu sei fuori di testa. Nessuna donna bianca mi ha mai scopato così prima. Ma cosa dico bianca, nessuna donna lo ha mai fatto!”

“George, le altre donne non sanno cosa si perdono a non farsi scopare da dei grossi cazzi neri…”

———————-

Una settimana più tardi, stavo uscendo dalla scuola di mia figlia, dopo averla accompagnata, quando incrociai un vecchio barbone di colore che stava spingendo uno scassato carrello della spesa pieno di cianfrusaglie. Solo a guardarlo mi stavo già bagnando tra le gambe.

Quando sono a meno di un metro da lui mi rivolge inaspettatamente la parola.

“So chi sei! Seguimi in quel bagno pubblico. Voglio sentire la tua figa sul mio cazzo.”

“Si signore.” Gli risponde, come se eseguire quell’ordine fosse per me la cosa più normale del mondo.

Entro in un malandato edificio che definire bagno pubblico è esagerato. E’ più appropriato chiamarlo cesso, l’odore e la sporcizia che ci sono all’interno sono nauseabondi.

“Sei proprio un gran figa!”

“Grazie.”

“Ho sentito che faresti qualsiasi cosa per un gran bel cazzo nero.”

“Hai sentito giusto. Cosa vuoi che faccia per te?”

“Inginocchiati e tirami fuori il cazzo.”

Adoro quei suoi modi rudi ed autoritari. Mi inginocchio, gli slaccio i pantaloni e mi ritrovo tra le mani un enorme e puzzolente cazzo nero.

“MMMMMMMM che bel cazzo lurido… proprio il genere che piace a me.”

La sua puzza mi risale subito le narici inebriandomi i sensi e portando a mille il mio desiderio per quella stupenda verga nera. Ho l’acquolina in bocca ancor prima di iniziare.

Voglio sentirlo in bocca, apro le labbra e lo ingoio, lo sento scorrere nella mia gola, sento il suo acre odore che mi pervade la testa eccitandomi all’inverosimile.

Lo lecco, lo ingoio, cerco di farmene entrare più che posso nella mia gola, ingoio e lecco anche le sue luride e gigantesche palle. Ho quel disgustoso ma afrodisiaco sapore sulle labbra, sulla lingua, in ogni anfratto della mia bocca.

“Girati, ora voglio scopare quella tua figa bianca.”

Mi giro, appoggiando le mani su un lurido water e offrendomi a quell’uomo.

“Ti piace questo cazzo nero troia?”

“Ooooooh, si, mi piace il tuo cazzo nero, siiiiii, mi piace. Siiiiiii, mi piacciamo tutti i cazzi neri… Sono la vostra puttana bianca, siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii.”

“Si troia si, goditi il mio cazzo allora….”

“Si dai, scopami.”

“ohhhhhh vengo ora ti riempio la figa cagna.”

“Oh siiii, riempimi con la tua sborra negra!!!!!!!!!!!!!!”

“Si troia siiiii!!!!!!!!!!!!!!”


“Cazzo… sei proprio una gran troia… non sai quello che ti farei…”

“Fammi tutto quello che vuoi, sono la tua puttana…” Gli rispondo ancora sconvolta dallo strepitoso orgasmo appena avuto.

Il vecchio non se lo fa ripetere due volte ed inizia a succhiarmi e mordicchiarmi le tette provocandomi delle incredibili scariche di piacere. Infila la sua faccia tra le mie gambe, leccandomi più a fondo che può la figa, facendomi godere ancora.

Quando si alza il suo cazzo è nuovamente duro.

“Apri la bocca troia.” Mi ordina

La apro e lascio che lui infili il suo cazzo dentro di essa.

Inizia a scoparmi la bocca, prima lentamente, poi mano a mano aumentando la velocità. Quel suo enorme cazzo ad ogni spinta affonda sempre di più nella mia gola fino a che le sue mani mi bloccano la testa contro il suo ventre. Ho il naso sprofondato nei suoi zozzi peli pubici ed il suo cazzo dentro per intero nella mia gola.

“Oh…. siiiii vengo di nuovo…. ahhhhhhhh”

Il suo cazzo inizia a pulsare dentro di me, sento fiotti di sborra calda schizzare nel mio esofago per poi scendere direttamente dello stomaco.

“Oh baby… sei fantastica…”

“E’ il tuo cazzo nero che mi rende così. Perdo completamente il controllo quando vedo un bel cazzo nero, completamente”

“Cazzo Troia, sei incredibile…” Mi dice allontanandosi da me.

“Dove vai? Abbiamo finito?”

“No cara, ma ho bisogno di fare una pisciata prima di continuare con te.”

“Usa me!” Gli dico

“Cosa?”

“Usami come il tuo cesso.”

“Stai scherzando?”

“No, non sto scherzando. Voglio che tu usi la mia bocca come fosse il tuo cesso.”

“Sul serio?”

“Si, punta il tuo cazzo verso di me e pisciami in bocca.”

“Oh cazzo, in tutta la mia vita non ho mai trovato una troia come te. Sei proprio sicura?”

“Si, voglio essere la più troia che tu abbia mai visto.”

“Eccoti accontentata troia!” Mi dice rilasciando un lungo getto di urina direttamente nella mia bocca.

Mi riempio la bocca con quel caldo liquido salato e quando è completamente piena mando giù tutto in un sorso.

“Oh baby, sei completamente fuori di testa… una come te la sposerei subito.”

“Mmmmmmm buona, ha un buon sapore.” Gli dico leccandomi le labbra.

“Se ti piace tanto ne ho ancora.” Mi dice puntando il suo cazzo verso di me e pisciandomi sul corpo come avesse in mano una canna dell’acqua.

“Oh si dai, pisciami addosso, fammi sentire quanto puttana sono.” Dico lasciando che il suo getto mi lavi completamente in ogni parte.

“Cazzo baby, dovresti darmi il tuo numero di telefono, ho voglia di scoparti ancora.”

“Non posso tesoro, se lo dassi a chiunque mi ritroverei un sfilza di neri che continuano a chiamarmi. Ma se vuoi, puoi dirmi dove ti posso trovare ed ogni tanto passo io a trovarti.”

“Affare fatto baby, affare fatto.”


Esco puzzolente da quel tugurio, non ho mai puzzato in quel modo prima di allora. Gli effluvi del piscio dell’uomo ancora mi inebriano i sensi e mi mandano ancora in estasi. Non pensavo di poter arrivare a tanto ma non ho nessun rimorso per quello che ho fatto, anzi ogni volta che passo il limite il mio piacere aumenta a dismisura.

 

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Una mattina rientrando a casa tardi, dopo aver accompagnato a scuola mia figlia e un giro di commissioni varie trovai un bigliettino nella cassetta delle poste.

“Ciao Baby, sono passato stamattina ma tu non c’eri. Purtroppo non mi trovi più al parco, il comune ha deciso di dare una ripulita e noi senzatetto non siamo più ben accetti li. Mi sono dovuto trasferire con alcuni amici alla discarica appena fuori città. Ti aspetto li domani mattina. Jack.”

Mmmmmmm, non vedo l’ora che arrivi domani mattina.

La mattina seguente come al solito accompagnai mia figlia a scuola e poi mi diressi subito in quella discarica. Un luogo abbandonato con cumuli e cumuli di immondizia, vecchi elettrodomestici dismessi, mobili buttati, pile di pneumatici abbandonati ovunque, carcasse di auto arrugginite, sacchi e sacchi con rifiuti di ogni genere. Sembrava di essere in uno di quei film post-apocalittici.

La attraversai tutta, non sapendo dove cercare Jack. Alla fine lo trovai in un angolo della discarica. Lui e altri senzatetto avevano messo in piedi un piccolo “villaggio”. Con qualche pezzo di legno e delle vecchie lamiere si erano costruiti dei ripari di fortuna, delle catapecchie che loro chiamavano casa.


“Ciao Baby, mi hai trovato vedo…” Mi saluta vedendomi arrivare.

“Jack…” saltando giù dall’auto gli corro incontro, gli salto letteralmente in braccio ed inizio a baciarlo profondamente. La mia lingua si avvolge bramosamente alla sua. Il suo gusto disgustoso mi riempie completamente la bocca. Quanto mi è mancato quest’uomo!


“Ehi Jack, allora è questa la bella signora bianca a cui piace da morire il cazzo nero?”

“Si si, è proprio lei la troia bianca di cui vi parlavo.”

Senza che me ne accorga, una decina di senzatetto neri si materializzano attorno a me. Uno più lurido e puzzolente dell’altro. Proprio come piacciono a me.

“Ma dai, una signora così per bene non può fare quello che ci hai raccontato.”

“Ragazzi, tirate fuori i vostri cazzi e la mia donna vi dimostrerà che è tutto vero.”

In pochi secondi mi ritrovai in ginocchio con dieci enormi cazzi neri davanti agli occhi.

“Da Baby, sono tutti per te.” Mi incita Jack.

Inizio a leccarne uno, poi un altro e poi un altro ancora. Sono uno più buono dell’altro, per quanto zozzi siano, quando li metto in bocca mi sembra di gustare la cosa più buona del mondo. Mi ritrovo a leccarne uno, mentre con una mano afferro già quello seguente e con l’altra tasto le palle enormi di un altro uomo. La mia figa sta letteralmente colando al solo pensiero che tra poco quella teoria di cazzi saranno solo per lei.

Le loro dita si infilano nei miei buchi, mi stanno preparando ad essere penetrata.

Un lurido materasso con delle enormi macchie di non so neanche cosa, compare dal nulla, mi fanno sdraiare su di esso mentre i loro cazzi girano ancora intorno alla mia bocca.

Mentre sto ancora succhiando uno di quei meravigliosi cazzi, uno dei senzatetto mi allarga le gambe, sento la sua verga strusciare contro le mie grandi labbra per poi sprofondare dentro di me. Sono completamente bagnata ed entra come un coltello caldo nel burro.

I suoi affondi sono profondi e possenti, sento la sua cappella sbattere contro la mia cervice, provocandomi scariche di dolore e piacere, il mio primo orgasmo non tarda a venire… seguito poco dopo da un altro quando un secondo lurido uomo prende il suo posto e poi un altro ancora.

I minuti passano e quegli uomini ormai mi hanno devastata con i loro cazzi, ogni mio buco è stato scopato più volte, gli orgasmi si sono ripetuti numerosi ma non sono ancora soddisfatta.

Sembra che mi leggano nel pensiero.

Sono sdraiata di schiena su uno di loro che mi scopa il culo mentre un altro mi sfonda di gusto la figa, poi lo toglie, invece di lasciare il posto ad un altro scende all’apertura del mio culo e lo spinge dentro.

“Oh si daiiiiii, due cazzi nel culo, si dai, apritemelo per bene, sfondatemi.” Mi metto a gridare per incitarli.

La mia figa non viene lasciata libera e subito un altro la riempie con il suo cazzo.

“Oh, si così, mi voglio sentire completamente piena. Amo i cazzi neri!”

Non capisco come ma un quarto uomo si infila tra i tre che già mi stanno scopando e lo sento puntare la sua cappella sulla mia figa.

“No, no, fermo, cosa vuoi fare, sono troppi…” Gli grido.

“Zitta troia, sei talmente aperta che ci sta anche il mio cazzo.” E senza dire altro lo spinge ancora più dentro.

Ha ragione, fa male ma nella mia figa entra anche il suo cazzo…

“Oh si, scopatemi dai, apritemi in due, fatemi sentire i vostri grossi cazzi neri, riempitemi tutt…”

Non riesco a finire la frase che un quinto uomo ficca il suo cazzo dentro la mia bocca iniziando a scoparla come fosse la mia figa. Mi stanno trattando come un pezzo di carne con dei buchi da riempire con i loro cazzi… sono in paradiso.

Godo più volte subendo questo trattamento, poi all’improvviso come fossero un unico corpo, gli uomini vengono quasi tutti allo stesso istante, sento nel mio ventre e nel mio intestino una quantità notevole di sborra riempirmi completamente, Quando si tolgono fiumi di sborra mi escono dalla figa e dal culo, come se all’improvviso fosse stata rotta una diga.

Gli altri uomini intorno mi ricoprono il corpo con il loro seme, diversi schizzi mi arrivano alla bocca, schizzi che ingoio avidamente, desiderosa di sentire il loro gusto animalesco.


“E’ la più bella scopata della mia vita.” Dice uno di loro.

“Anche della mia.” Conferma un altro.

“Hai trovato una donna fantastica Jack.” Aggiunge un terzo.

“Una troia bianca favolosa.” Dice un altro.

Una serie di complimenti volgari  arrivano anche dagli altri.

“Si. Avete ragione è fantastica. E’ sposata, ha un marito, una figlia, la sua bella famigliola bianca, le sue feste delle bella società… eppure guardatela, è qui in mezzo a noi come la più lurida delle puttane. A implorare di scoparla con i nostri grossi e luridi cazzi neri. Giusto cagna?” Mi chiede Jack.

“Si, adoro i vostri enormi e fantastici cazzi neri.”

“A chi appartieni tu?”

“Appartengo a te Jack.”

“E cosa sei?”

“Sono la tua puttana bianca Jack.”

“Brava la mia troia. Meriti di essere scopata ancora. Ma come vedi i miei amici sono a secco…” Mi dice indicando i cazzi mosci degli altri uomini. “Datti da fare se vuoi essere riempita di nuovo.”

I negri si sdraiano per terra, mi avvicino a quattro zampe, come una brava cagnetta, a quel tappeto di carne umana. Inizio a leccare avidamente e con ormai acquisita maestria il primo cazzo che trovo, anche se moscio le sue dimensioni, come quelle di tutti gli altri sono ancora esagerata rispetto ai cazzi bianchi che ho avuto l’occasione di vedere nella mia vita. Anche le loro palle non sono da meno, me le faccio scivolare in bocca, ma già ingoiandone solo una la mia bocca è completamente piena.

Uno di loro solleva le gambe offrendomi il suo culo.

“Leccami il culo donna!” Mi ordina.

Senza esitazione allungo la lingua ed inizio a slinguare quel suo fetido buco, inebriata dal suo gusto ed odore, la mia lingua si fa più audace e si infila dentro l’ano, i mugolii di piacere dell’uomo aumentano il mio piacere e mi ritrovo con la lingua completamente dentro al suo culo, con il mio naso affondato nelle sue palle.

Gli altri uomini non credono ai loro occhi e pretendono lo stesso trattamento, trattamento che non rifiuto a nessuno, in pochi minuti i loro culi sono perfettamente puliti e i loro cazzi nuovamente durissimi.

In breve mi ritrovo come pochi minuti primi con diversi cazzi che mi scopano nuovamente tutti assieme, litri e litri di negra sborra mi riempiono in ogni buco, fantastici orgasmi mi attraversano il corpo diverse volte. Come animali scopano furiosamente la loro femmina, la loro puttana bianca.

Dopo diverse ore sia io che loro siamo esausti. E’ giunta anche l’ora di tornare in città e prendere mia figlia all’uscita di scuola. A malincuore devo salutarli, promettendo loro che non mancherà certo l’occasione per rivederci tutti assieme di nuovo.

————————

Qualche giorno dopo ero in giro a far spese con mio marito, avevamo fatto tardi, così decidemmo di fermarci a prenderci qualcosa da asporto per cena.

Rientrando in auto mio marito mi dice: “Siamo proprio fortunati.”

“Cosa intendi?” Gli chiedo.

“Noi, con la nostra bella famiglia, il lavoro, i soldi. Nel vicolo qui dietro ho appena visto un vecchio barbone che rovistava tra i rifiuti del locale.”

“Bianco o nero?”

“Come?”

“Il barbone, era un bianco o un nero?”

“Nero, nero.”

“Hai ragione, siamo proprio fortunati. Sai cosa ti dico, dobbiamo ringraziare Dio della nostra fortuna e da buona cristiana mi pare giusto condividere questo nostro cibo con le persone meno fortunate.” Gli dico impugnando i cartocci di dibo appena comprati.

“Cosa vuoi fare?” Mi chiede mio marito.

“Porto il nostro cibo a quella persona nel vicolo, almeno per stasera farà un pasto decente. Tu torna dentro e compra di nuovo quello che abbiamo già ordinato prima.”

“Sei sicura? Ci vorranno venti minuti per riavere il nostro cibo.”

“Si Caro, sono sicura. E’ un piccolo sacrificio ma facciamo un’opera di bene. Ti raggiungo appena ho fatto.”

Scendo dalla macchina e mi inoltro nel vicolo dietro al locale mentre mio marito entra a riordinare la nostra cena.

In fondo al vicolo giro l’angolo e trovo il barbone visto da mio marito intento a rovistare tra i rifiuti.

“Buonasera.” Lo saluto.

“Oh santo cielo… e lei chi è?” Dice vedendo una bella signora molto elegante che gli rivolge la parola.

“Ti ho portato qualcosa da mangiare…” Gli dico facendogli vedere il sacchetto di carta che ho in mano. Mi giro, mi piego a novanta gradi, tiro su la gonna e abbasso le mutandine già completamente bagnate, appoggio i gomiti su un bidone della spazzatura, “E qualcosa da scopare…” aggiungo.

“Mi sta prendendo in giro signora?”

“Affatto, ma devi fare presto, ho mio marito che mi aspetta qua davanti.”

Il nero si porta dietro di me, tira fuori il suo lurido cazzo e lo infila dentro la mia figa.

“Signora, mi stai cambiando la giornata!”

“E tu la mia caro, si dai scopami, fammi sentire per bene il tuo bel cazzo nero dentro di me.”

Incitato dalla mie parole mi scopa come non ci fosse un domani, affondi veloci e potenti, in un attimo sto già godendo come una cagna.

“Oh siiiiii, Vengo…” mi dice.

“Si dai, riempimi…”

La sua calda sborra negra si riversa in potenti fiotti dentro al mio ventre.

Mi tolgo e gli ripulisco il cazzo con la lingua, voglio sentire il suo sapore nella mia bocca.

“Allora le voci che girano sono vere…”

“Quali voci?” Gli chiedo

“Di una bella mogliettina bianca che impazzisce per i cazzi neri.”

“Si, sono vere. Sono sempre alla ricerca dei vostri luridi e grossi cazzi neri.”

Lo bacio e me ne vado.


“Amore, ci hai messo un po’.” Mi dice mio marito quando lo raggiungo.

“Scusa, ma pensava che lo prendessi in giro quando gli ho portato il cibo. Ho dovuto assaggiare qualcosa anch’io per convincerlo che non ero uno scherzo…” Gli dico per rassicurarlo… in fondo gli ho detto la verità…

“Sei un tesoro Amore, sempre a preoccuparti per le persone meno fortunate.”

“Non sai quanto questo mi riempia di piacere. Mi fa stare meglio.” Eccome mi fa stare meglio!!!

 

“Brava Amore, sono orgoglioso di te.”

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