Skip to main content
Racconti Erotici Etero

Il Profumo della Notte

By 19 Agosto 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Un lampo improvviso e poi il boato. Il temporale tanto preannunciato sta arrivando e come da previsioni sembra essere piuttosto violento. Mi alzo per chiudere le finestre e d’un tratto le luci si spengono. Mentre raggiungo la finestra della camera da letto osservo fuori e noto che anche quelle esterne dell’illuminazione pubblica sono spente, probabilmente il fulmine avrà colpito qualche punto nevralgico della rete elettrica.
Un nuovo bagliore solca il cielo e qualche secondo dopo si ode un boato ancora più assordante, poi ancora nuovi lampi accompagnati da forti tuoni a distanza di qualche secondo. Guardo l’orologio, sono le 23.40, Sara dovrebbe essere rientrata da almeno una mezz’ora penso. Mentre mi auguro che non le sia accaduto nulla cerco nel letto sul quale mi ero appisolato poco prima se c’è il mio cellulare. Un minuto di ricerca e poi finalmente lo trovo, guardo se per caso mi abbia inviato un messaggio ma non c’è nulla, almeno dall’ultima telefonata del pomeriggio. Provo a fare il suo numero giusto per chiederle se va tutto bene ma risponde la segreteria telefonica.

Mi rassegno ad aspettare pazientemente e di farlo guardando dall’interno il temporale che oramai sta avvolgendo con la sua furia l’intero quartiere. Per me i temporali sono uno spettacolo di forza e di bellezza della natura, mi piace da morire assistere e più sono violenti e più mi eccito. Prendo la macchina fotografica e la predispongo per la circostanza, il problema è indovinare il momento in cui appare il bagliore ma con un po’ di pazienza e di fortuna ci si riesce. La fisso sul cavalletto e attendo. I primi fulmini li perdo perchè scatto in leggero ritardo così decido di premere prima il tasto e attendo che compaia il primo lampo. Poco dopo eccolo illuminare il cielo, lascio il tasto e controllo nel monitor il risultato. Non male, leggermente chiara ma soddisfacente. Chiudo ancora un po’ il diaframma e riprovo. Una, due, tre volte e poi verifico, non male davvero. I minuti passano e Sara ancora non rientra. Di solito non mi preoccupo, di solito non sono uno che tende a esserlo, ma stasera forse per via del tempo avverso un po’ lo sono. Riprovo a chiamarla con il cellulare ma risponde sempre la segreteria, così cerco di distrarmi proseguendo con il fotografare il temporale.

Ad un certo punto sento dei rumori provenire dal piano terra e penso che dovrebbe essere Sara. La chiamo ma non ottengo nessuna risposta. Richiamo. Nulla. I rumori cessano e io decido di verificare comunque. Nonostante non si veda un accidenti provo a raggiungere le scale. Di tanto in tanto mentre cammino o meglio trascino i piedi nell’oscurità per evitare di inciampare sento dei leggeri rumori. Chiamo di nuovo ma anche questa volta non ottengo risposta e il rumore cessa improvvisamente. Inizio a scendere le scale lentamente e ascolto con attenzione quando ecco che sento come un fruscio, questa volta non chiamo ma proseguo a scendere lentamente cercando di individuarne la provenienza. L’oscurità mi avvolge completamente, ora posso solo allungare le braccia e proseguire a tentoni. Fortuna che la casa di Sara la conosco bene e sono in grado di rendermi perfettamente conto di dove mi trovo anche se devo comunque procedere con molta cautela. Ad un certo punto intravedo un’ombra muoversi velocemente lungo il pavimento, le dimensioni non sono quelle di una persona così mi chiedo cosa sarà mai.
Ora si sposta verso di me, sembra un animale. In un primo momento mi chiedo cosa potrà mai essere e la risposta la ottengo qualche secondo dopo sentendo un miagolio. E’ il gatto, o meglio la gatta del vicino che di solito viene a farci visita passando lungo il giardino e saltando dentro alla prima porta o finestra aperta che trova e oggi, probabilmente spaventata anche dal temporale, sarà entrata prima che chiudessi le finestre. Mi abbasso e l’accarezzo, lei mi fa le fusa e miagola. Mentre le gratto la testa ho la sensazione che qualcosa non quadri e penso a come abbia fatto la gatta ad entrare se le porte al piano di sotto erano tutte chiuse, mi dico che o è entrata molto prima e si è nascosta per diverse ore oppure…oppure come ha fatto dato che se fosse entrata da una delle finestre del piano di sopra l’avrei quasi certamente vista? Mi viene da pensare che ci sia qualche porta o finestra aperta e proprio mentre mi alzo per andare a verificare sento uno strano odore o perlomeno mi sembra di sentirlo.
Non è un profumo, direi quasi un odore simile a disinfettante. Inizio a camminare strisciando i piedi per evitare di inciampare e sento che l’odore si fa leggermente più forte. “C’é qualcuno!” penso. “Si, sono sicuro, in casa c’è qualcuno oltre alla gatta…”.

Ora sento un secondo odore, questa volta sembra essere uno dei profumi che Sara usa mettersi addosso prima di uscire. “Si è quello!” penso. Ma se così fosse perchè si nasconde? Cerco di seguire quel miscuglio di odori come un cane segugio avanzando con le braccia protese, incontrando ostacoli diversi e inciampando di tanto in tanto. Talvolta vedo la sagoma della gatta passarmi accanto. Entro in cucina ma non vedo nulla, procedo e apro una porta, quella di uno sgabuzzino e anche li dentro non c’è nessuno. Sento l’intensità del profumo aumentare e poi diminuire per aumentare nuovamente. Penso che forse Sara mi vuole fare uno scherzo e gioca a nascondersi.
Non vedo nulla, è proprio buio completo. L’unica fonte di luce è il bagliore dei fulmini del temporale che illuminano la casa per qualche frazione di secondo e l’unico rumore è quello del tuono conseguente. Con le mani sento di essere arrivato ad una parete, mi appoggio e scivolo lungo di essa cercando di capire dove mi trovo. Sento la sagoma di una porta e intuisco essere quella del bagno piccolo. Proprio in quel momento vedo un’ombra muoversi, molto più grande di quella di prima della gatta, dalla sagoma riconosco essere quella di una persona. Mi fermo e rimango immobile ad osservare, questa si ferma anche lei e poi riprende lentamente a muoversi davanti a me, segno che non mi ha notato.
Potrei sorprenderla chiedendo chi sia ma decido di sorprenderla immobilizzandola. La osservo con molta attenzione e quando ritengo essere a portata di un solo balzo le sono addosso. Con un braccio le cingo il collo mentre con la mano le copro la bocca come ad impedirle di urlare e con l’altro circondo la vita, così la blocco impedendole di muoversi. Lei non sembra rimanere particolarmente sorpresa perchè a parte un sobbalzo iniziale per la sorpresa rimane pressochè immobile.

La riconosco…è Sara! O almeno così dovrebbe vista la fisionomia perchè ancora non ho ascoltato la sua voce. Mi avvalgo allora dei due sensi che in queste condizioni posso ancora utilizzare con successo: il tatto e l’olfatto. Con le mani inizio ad accarezzare i contorni di quel corpo e con il naso ispiro profondamente per cercare di distinguere meglio il suo odore. Mentre con un braccio continuo a bloccarla per il collo, con l’altra inizio la perquisizione. Ora sono su una spalla, scendo e arrivo ad afferrare un seno. E’ come quello di Sara, non molto grande ma sodo. Passo a sentire l’altro per verificare se vi siano differenze mentre con il viso sono sul suo collo inspirando profondamente il profumo, un profumo simile a quello di Sara e poi soprattutto l’odore naturale della pelle. “Si, è Sara. Riconosco il suo odore !” penso.
Potrei porre fine al ‘gioco’ chiamandola, scoprendola, ma decido invece di proseguire in silenzio. Decido di farmi aiutare anche da un terzo senso: il gusto.

Ora inizio a leccare la sua pelle vellutata iniziando dal collo. Inspiro profondamente e riprendo a far scorrere la mano sul suo corpo. Ora è sul ventre, scendo ancora più in basso e riconosco il tessuto di una gonna, di una minigonna visto che pochi centimetri ancora e il palmo della mano è nuovamente sulla pelle nuda di una coscia. Spudoratamente risalgo verso l’inguine e con sorpresa mi rendo conto che sotto lei è nuda!
Le dita si posano sul contorno del sesso, un sesso già caldo e umido. E’ in questo momento che lei lancia un gridolino soffocato. Mi porto la mano alla bocca e mi lecco due dita, torno verso quel sesso fremente e le inserisco, poi le estraggo e me le porto al naso: riconosco l’odore! Le porto alla bocca e le assaggio: riconosco il sapore!
Improvvisamente, dopo essere stata quieta fino ad ora, Sara cerca di divincolarsi, io con una mossa controllata di Judo cercando di non farle male la atterro e la immobilizzo mettendomi su di lei.
Sara non è d’accordo ma la disparità di forze tra noi non le lascia alcuna possibilità di scampo. Aspetto che si stanchi e quando non si muove più riprendo a toccarla. Non ho più pazienza, strappo i bottoni della camicetta con un paio di colpi e mi avvicino al suo petto nudo. Non porta reggiseno, Sara non lo porta quasi mai.
La mia bocca ora si appropria di un capezzolo, lo succhia, lo lecca e poi con le mani accarezzo a turno i suoi seni. Riprendo a leccare e succhiare. Scendo poi con avidità fino all’ombelico, mi soffermo un attimo a stuzzicarlo con la lingua e poi di nuovo giù. Alzo la gonna e affondo il viso tra le sue gambe. Sono troppo irruento perchè lei mi respinge con una mano, poi lentamente mi permette di riavvicinarmi ma facendomi capire di farlo con delicatezza. La vorrei divorare ma la accontento. Inizio piano a succhiarle il clitoride già duro, poi con la lingua esploro la fessura del suo sesso oramai fradicio di umori e la penetro. Sara inizia a gemere di piacere e ad ansimare mentre con la mano mi guida verso i punti sensibili dove vuole essere leccata. Io obbedisco. Il suo corpo è un continuo contorcersi, la schiena si inarca sempre più frequentemente e sento premere con forza il bacino verso la mia bocca.
Riconosco le convulsioni che la caratterizzano quando è oramai in preda all’orgasmo. Mi allontana. Io ne approfitto per alzarmi e togliermi i pantaloni e il resto degli indumenti. Il mio cazzo è felice di essere finalmente libero, non ne poteva più di rimanere confinato nei pantaloni. Mi abbasso e con sorpresa mi accorgo che Sara non c’è più!

“Dove cazzo se ne andata…” penso.
Mi giro, allungo le mani, inizio a camminare per cercarla ma lei sembra essersi dileguata. Nella stanza non c’è più, nel salotto nemmeno, in cucina…no, neanche la.
“Ma guarda questa scema…” penso “…proprio ora che…”
Non faccio a tempo a terminare con la mente la frase che io e Sara ci scontriamo. La blocco, lei cerca di svincolarsi, sente che ho il cazzo duro. Cerca di scappare ma mi è sufficiente prenderla per un braccio per riportarla da me. Mi metto dietro di lei, le alzo la gonna e inizio a penetrarla con foga, lei non pare soffrirne. Spingo fino a quando sono completamente dentro di lei e inizio a fotterla dapprima piano per poi aumentare sempre più la potenza delle spinte fino a sentirla gemere nuovamente.
Mentre la scopo mi da la sensazione che la sua figa sia più stretta di quella di Sara, ma non ci penso più di tanto, anzi meglio così. Dopo un po’ decido di cambiare posizione, la giro, l’abbraccio, le do un bacio frugando avidamente dentro la bocca mentre con il cazzo le massaggio il monte di Venere e lo passo lungo la fessura della sua intimità. La sollevo e lei intuisce come desidero proseguire così con le gambe mi avvolge i fianchi e mi mette le braccia attorno al collo. Non sono più abituato a quella posizione, la schiena mi da cenni di lieve sofferenza forse perchè pesa un po’ di più di qualche anno fa, quando prenderla in piedi non era un problema. Non mi interessa, la voglio così, pertanto la penetro e inizio a scoparla.

Qualche minuto dopo penso che sia preferibile cambiare nuovamente posizione, non vorrei rimanere bloccato poi con la schiena per giorni, così mi sdraio per terra e tenendola per una mano la tiro a me facendole capire di sedersi sopra. Lei si posiziona e inizia a muoversi su e giù. Il bagliore dei fulmini del temporale che ancora imperversa all’esterno illumina di tanto in tanto la stanza e mi permette di vedere la sagoma di Sara pur non potendo distinguerla distintamente. Riprende a gemere profondamente e grida di piacere ora le escono dalla bocca mentre sento le contrazioni del suo sesso ripercuotersi sul mio. Anch’io sono prossimo al culmine, cerco di resistere ma è troppo tardi e pochi istanti dopo esplodo dentro di lei.
Sara a quel punto si alza e se ne va in bagno mentre io rimango steso per terra a godermi i postumi dell’orgasmo. E’ ancora buio pesto e l’unico senso che in quel momento è in funzione è l’olfatto, il quale mi segnala distintamente l’odore presente in questa oscurità totale. Odore di sesso.

Leave a Reply