Skip to main content
Racconti Erotici Etero

*IL RASOIO D’ARGENTO**

By 1 Aprile 2005Dicembre 16th, 2019No Comments

In una libreria ho incontrato un uomo: ci siamo scambiati sguardi insistenti , mentre consultavamo, o fingevamo di consultare libri diversi.
I suoi occhi , strani, giallastri, allungati e grandi nel viso magro e tirato parlavano un linguaggio per me facilissimo da decifrare tanto che già gli stavo rispondendo nella stessa lingua fatta di sguardi più eccitanti di qualsiasi carezza , quando una donna gli si é avvicinata e con fare possessivo se l’é portato via.
Nella notte seguente ho fatto un sogno ( io sogno moltissimo, sogni di tutti i generi, anche erotici, che per lo più ricordo perfettamente al mio risveglio).
Eccolo.
Mi trovo in una stanza piena di luci soffuse, dalle pareti rivestite di damasco rosso dove abbondano gli specchi, con le cornici barocche e dorate. Qua e là sono sistemati vasi di orchidee bianche, il mio fiore preferito.
Una musica ritmata e martellante arriva, soffocata,dalla discoteca al piano di sotto; le pareti sono isonorizzate, questo &egrave il suo appartamento privato, la casa del proprietario del locale, il mio uomo della libreria.

Sono la sua Amante speciale, la preferita; per questo, nuda, in piedi davanti ad uno specchio enorme mi osservo attentamente e quello che vedo mi piace: passo la mano sui seni pieni,dove i capezzoli, tinti di rosso come le labbra della passera, spiccano simili a fragole mature; scendo al ventre piatto per indugiare sui riccioli del pube, mentre ammiro le lunghe dita dalle unghie curate, che risplendono con il loro grigio-argento lunare tra la folta nera peluria del pube e il cremisi delle mucose. Sono felice di sentirmi così bella, perché so che gli piacerò: lui é lì, da qualche parte, nascosto nell’ombra.
Infatti sento la sua voce, calda come una carezza:
-Vieni qui, Fede,vieni da me-
Avverto un crampo di eccitazione al ventre mentre mi sposto verso di lui . Mi appare davanti all’improvviso, alto e magro, il viso allungato, gli occhi verdi con bagliori giallastri da predatore, i denti bianchissimi, un anellino minuscolo di brillanti all’orecchio destro .
Si siede su una poltrona di cuoio nero, di fronte ad una grande specchiera, alla quale sta appoggiato un prezioso tavolino, un coloratissimo 700 veneziano.

Come sono sfavillanti e caldi i colori nei sogni: un’orgia per i sensi.

Allunga le mani verso le mie, guardandomi fisso: le sue pupille si restringono ed io, che già mi sento bagnare dal desiderio, mi allungo per bacialo; le nostre bocche si mangiano mentre le sue dita, impazienti, mi frugano il grembo; lascio le sue labbra e faccio per
aprirgli i pantaloni: lo voglio dentro di me, ovunque sia suo desiderio prendermi.

Ma lui mi allontana ,dicendomi, con voce bassa e tesa:
-Raditi, voglio vederti mentre ti radi-.
Non capisco che cosa vuol dire, resto interdetta, immobile di fronte al mio uomo della libreria.
-Raditi il pube, sul tavolino, dove dovrai appoggiarti c’&egrave un rasoio e vicino il sapone da barba. Siediti di fronte a me, appoggia la schiena allo specchio, e raditi ; ti piacerà ,vedrai…-
Cerco con gli occhi il rasoio , e con orrore, vedo che &egrave un rasoio da barbiere, strumento tanto caro al serial killer professionista che , impugnandolo come un coltello, affetta le vittime di turno.
Solo che questo é d’argento, con l’impugnatura istoriata di minuscoli ideogrammi.
I sogni sono davvero strani, a volte.
Mi controllo e mi sistemo come lui vuole, la punta di un piede tocca terra mentre l’altro é sollevato, per permettere alle labbra della mia fichetta di aprirsi: la sta fissando con desiderio, allora passo rapidamente le mie dita a solleticare il clitoride, come a prepararlo a quello che avverrà; ora non ho più paura, desidero solo che lui continui a guardarmi in questo modo.

Alla mia destra c’&egrave una ciotola piena di crema da barba, soffice, densa, sembra panna, vicino un pennello dal manico di avorio e, più in là, il rasoio, la lama splendente sotto le luci. Intingo il pennello nella tazza e inizio a passarlo in alto, sul pube: i miei riccioli neri scompaiono sotto tutto quel bianco; poi prendo in mano il rasoio: non mi fa più paura, anzi, vedere la lama che scende sulla mia carne tenera mi procura un oscuro piacere; quando inizio a radermi, al contatto diretto con il metallo, che rende glabro il mio monte di venere, l’eccitazione si fa palese: il clitoride si irrigidisce ed io gemo; vorrei toccarmi, ma il suo sguardo me lo impedisce; allora continuoa coprire di schiuma le grandi labbra, vicino al mio rosso tenero chicco, stando ben attenta a non sfiorarlo con il pennello troppo energicamente: l’orgasmo sarebbe immediato e so che lui non vuoi questo.

Ora il gioco si fa difficile: devo stare molto attenta nel passare il rasoio giù, fino a dove i petali grandi del mio fiore si congiungono, la mia mano trema dall’eccitazione, anche perché mi accorgo che il suo respiro si fa affrettato: guardo le sue mani stringere spasmodicamente i braccioli della poltrona, mentre, sotto i pantaloni, la sua eccitazione é evidente.
– Aspetta, Fede, non togliere tutta la schiuma- e la sua voce &egrave rauca, bassa,come inceppata.
Mi fermo, con il rasoio che risplende d’argento prezioso.
Lui allunga una mano, con due dita prende un fiocco bianco dalla mia passera e lo infila in bocca; ingoia, mormorando:
-Che sapore unico, nessuna donna &egrave saporosa come te…-
In quel momento so con sicurezza che la schiuma da barba &egrave diventata panna, i miei umori
di femmina hanno attuato la magica trasformazione.
-Lascia tutto, vieni da me, voglio mangiar la tua panna, fino in fondo-.
Guardo la mia fichetta glabra, con il roseo taglio netto che pare quella di una vergine.
Capisco perché mi ha voluta così quando la mia micia &egrave di fronte al suo viso, aperta, offerta, pronta per essere gustata.
Appena la sua lingua inizia a lambirmi con perizia, grido e i miei fianchi esplodono in un movimento convulso; lui li afferra, per avvicinarmi ancora di più : mi lecca, mi esplora, mi penetra, passando e ripassando sul clitoride, in tutti i miei anfratti di donna, fino al piacere finale, la mia piccola morte.
Dopo , aprendogli i pantaloni, libero il suo sesso, caldo, pulsante, vivo e mi calo su di esso,con un rapido movimento:
-Sei un lago di burro caldo- mormora; poche spinte e il suo seme mi riempie, lo sento colare giù per le cosce.
Mi abbandono contro di lui, sfiorandogli leggermente le labbra, con dolcezza , poi…
Mi ritrovo nel mio letto, con te accanto; sparite le luci rutilanti, la musica assordante, il rasoio, la panna, l’uomo dallo sguardo famelico ed animalesco.
E penso, sorridendo, che anche a te piace la mia passera tosata…

Vieni a
trovarmi sul mio sito: clicca qui!

Leave a Reply