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Il suo capo

By 21 Febbraio 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Il suo capo l’aveva desiderata fin dal primo giorno in cui era andata a lavorare da lui. Lei aveva sempre respinto le sue avances non solo perché era fidanzata ed innamorata del suo ragazzo ma anche perché trovava il suo capo un essere rivoltante. Non solo per il suo modo di fare, anche fisicamente. Ma un giorno, mentre lei stava lavorando nella sua stanza scrivendo ad alto ritmo sul suo pc come faceva sempre tutti i giorni fino a tarda sera, lui la chiamò nel suo ufficio dicendole che era una faccenda urgente. Lei andò da lui un po’ infastidita perché aveva ancora molto da lavorare e soprattutto perché, essendo rimasti solo loro due in studio, era possibile che lui facesse le solite allusioni sessuali e che tentasse di allungare le mani. Ma lo avrebbe rimesso al posto suo come tutte le altre volte, pensò. Entrò nel suo ufficio e lui era di fronte al suo pc che sorrideva. ‘Che c’&egrave?’disse lei. Lui sempre sorridendo disse: ‘Stasera penso che farai tardi’. ‘ma come!-disse lei-‘stasera ho un impegno, devo uscire col mio ragazzo, &egrave qui sotto che mi aspetta!’ ‘Aspetterà’disse lui con un tono che non ammetteva repliche. Lei subito pensò che le avrebbe smollato qualche pratica noiosa solo per il gusto di vederla schiattare di lavoro dato che era l’unico modo che lui aveva per sfogare i suoi impulsi su di lei. ‘Che devo fare’disse lei rassegnata. ‘Ricordi che la scorsa settimana hai portato il tuo pc personale a far aggiustare qui da noi?’ ‘Sì,perché?’ ‘Diciamo che nell’hard disk il tecnico ha trovato qualcosa di grosso che mi ha fatto pagare a caro prezzo’. Lei cominciò a rabbrividire’ Nel pc c’erano delle foto piuttosto spinte scattate col ragazzo una volta che erano un po’ brilli. Le aveva cancellate prima di consegnare il pc e temeva fossero state ripescate con qualche diavoleria informatica. In quel momento il suo capo girò lo schermo del computer e lo rivolse verso di lei. Le apparve una foto che conosceva bene e il cuore cominciò a rimbalzarle nel petto, il viso avvampò divenendo rosso per l’imbarazzo. Nella foto c’era lei sdraiata sul letto, completamente nuda, a gambe divaricate che con le dita si allargava le labbra della fica. ‘Queste foto mi sono costate qualche migliaia di euro’ disse lui ‘e spero siano stati soldi spesi bene. Non hai idea di quante seghe mi sia fatto ieri sera appena le ho ricevute, ho sempre pensato che non fossi una santarellina come hai sempre voluto far credere’. Lei non riusciva a dire niente, imbarazzata e agitata com’era. Lui allora cliccò un tasto ed apparve un’altra foto nella quale era impegnata in un famelico pompino col ragazzo, poi cliccò di nuovo e ne apparve una in cui premeva le sue tette attorno al cazzo del suo ragazzo. ‘E ne ho molte altre’aggiunse lui ‘dovresti saperlo’. Lei finalmente trovò le forze per dire qualcosa: ‘perché mi hai fatto questo?’ ‘Ma come, ancora non hai capito? Allora vedo di spiegartelo. Ho allegato queste foto ad una mail che &egrave pronta per essere inoltrata e tutti i pc dei nostri uffici ed anche a quelli delle nostre sedi delle altre città. Mi basta fare un click e tutti vedranno quanto sei puttana, rovinandoti carriera e la reputazione che tanto hai fatto in questi anni per guadagnarti.’ ‘No, ti prego”disse lei in lacrime. ‘Ah,ah,ah, e secondo te io ho speso tutti questi soldi per poi farmi commuovere da un ti prego? Dovrai fare ben altro per convincermi”disse lui sorridendo. ‘No, per favore’disse lei singhiozzando’ ‘Allora, innanzi tutto smetti di frignare che tanto non mi incanti. Smetti subito di piangere sennò lascio partire la mail’. ‘No, fermo! ‘ Che’ che cosa’ vuoi che faccia?’ disse lei completamente arresa. ‘Semplicemente tu da oggi in poi sarai la mia puttana personale che farà tutto ciò che le ordino altrimenti tutti riceveranno quelle foto’. ‘ma io” ‘E senza storie!’urlò lui ‘Hai capito o no che non sei in condizioni di dettare regole? Dovrai accettare tutto ed ubbidire senza fiatare sennò sono cazzi tuoi!’ Lei abbassò la testa e si arrese completamente: ‘Lasciami mandare un sms al mio ragazzo che farò tardi, sennò aspetta qua sotto inutilmente’. ‘No, ho un’idea migliore’ disse lui ‘Digli che scendi tra un po’ e chiedigli di aspettare qui sotto. Mi eccita da morire sapere che il tuo ragazzo &egrave qui ad un passo da noi mentre mi sbatto la sua donna!’ disse sorridendo. ‘Lei inviò un messaggio brevissimo: Amore, devo finire alcune pratiche puoi aspettare un’oretta? La risposta fu immediata ed ancora più breve: Ok amore.
‘Spogliati!’ordinò il capo. Lei con riluttanza si tolse la maglietta ed i pantaloni e rimase in mutandine e reggiseno. ‘Togliti anche quelli, che aspetti troia!’ intimò lui. Lei si slacciò il gancetto del reggiseno e lo lasciò cadere a terra, lui cominciò a massaggiarsi il cavallo dei pantaloni. ‘Anche le mutandine, zoccola!’ Fece un profondo respiro e si tolse anche quelle. ‘Ma non ti sei rasata la figa? Sei piena di peli, la prossima volta voglio che te la rasi tutta a zero! Così mi fai cagare! Sei una donna bona e devi avere maggior cura di questi dettagli, cazzo!’ Troppe volte lui si era sentito umiliato dai suoi continui rifiuti e adesso provava un forte piacere ad umiliarla in tutti i modi possibili. ‘Adesso mettiti a gattoni e vieni qui da me e inizia anche a miagolare’. ‘No, ti prego, non questo” ‘Cazzooo! Ho detto che non devi discutere! Basta invio la mail!’ ‘No, aspetta’ Miao’miao’miao iniziò a miagolare camminando a quattro zampe. ‘Brava gattina, così ti voglio! E adesso vieni qui e succhia questo!’ disse aprendosi la patta e sfilando fuori il cazzo turgido e arrapato. ‘Lo vedi com’&egrave grosso? Molto più grosso di quello del tuo ragazzo, ho visto le foto. Adesso prendilo tutto in bocca’. Lei si avvicinò a quell’affare che effettivamente era di grosse dimensioni ma che emanava un odore acre e fastidioso, un misto di sudore e odori intimi. Lei esitò un attimo. ‘Che cazzo stai aspettando, puttana! Prendimelo in bocca e dimmi che ti piace!’ Lei iniziò a succhiarlo e di tanto in tanto si fermava per dirgli che le piaceva succhiarglielo anche se non era vero. Lui cominciò a spingerle la testa per ficcarglielo fino in fondo fino a quando a lei non venne quasi da rimettere. ‘Dai, adesso sputaci sopra che più &egrave bagnato e meglio scivolerà dopo!’ Fece quello che il capo le aveva ordinato e poi, quasi all’improvviso, lui la prese da sotto le ascelle e la fece alzare e poi la sbatt&egrave sopra la scrivania facendo cadere tutti i fascicoli di lavoro. Le allargò le gambe e le sputò nella fica ancora mezza asciutta. Poi la penetrò in un sol colpo. Lei sentì il cazzo sfondarle le profondità e cominciò a gemere ma poi disse preoccupata: ‘Non hai messo’ahi’ il preservativo! Io’ahi’ non prendo la pillola! Ahi, ahi, ahi” ‘Cazzo, da domani inizi a prenderla. Per oggi non ti vengo dentro!’ Iniziò a sbatterla con violenza e lei gemeva ed urlava, le stava letteralmente sfondando la figa. ‘Mentre io ti scopo voglio che ti masturbi il clitoride! Forza fammi vedere quanto sei vacca!’ Lei non voleva perché masturbandosi sarebbe venuta e non voleva provare piacere con quella bestia schifosa. Ma lui la costrinse con le solite minacce. Inizio a masturbarsi, prima lentamente poi sempre più velocemente mentre lui intanto continuava a sfondarla e a strizzarle fortissimo le tette e a morderle i capezzoli. Lei vagava tra dolore e piacere fino a quando sentì che l’orgasmo stava per esplodere. ‘Oddio, sto per venire’ disse con un filo di voce. ‘Continua a masturbarti, zoccola, dai!’ Lei continuò e di lì a poco venne lasciandosi andare a sguaiati versi di goduria. Lui poi sfilò il suo cazzo dalla vagina sfondata di lei con l’intenzione di farselo riprendere in bocca ma, in quel preciso momento il cellulare di lei cominciò a squillare insistentemente. Era il suo ragazzo. Era già passata un’ora. ‘Forza, rispondi!’ ordinò il suo capo. Lei ubbidì. ‘Pronto amore? Se ne ho ancora per molto?’ Il suo capo scrisse su un foglio ’15 minuti’. ‘Ancora un quarto d’ora’ disse lei. ‘A tra poco’ Sì, ti amo anch’io’ disse lei abbassando lo sguardo per non incrociare quello del suo boss. ‘Allora, dove eravamo rimasti prima che il cornuto ci interrompesse?’ ‘Non chiamarlo così’ disse lei triste. ‘Senti zoccola, io chiamo chi voglio come mi pare. Così come a te ti chiamo puttana a lui lo chiamo cornuto! E’ chiaro?!’ Lei annuì con un semplice cenno dimesso. ‘Allora, adesso prendimi il cazzo in bocca che ho voglia di svuotarmi i coglioni, dai!’ Lei era sudatissima e distrutta. Goccioline di sudore le colavano da sotto le ascelle e dalle cosce. Non fece resistenza pur sapendo che il porco maiale le sarebbe voluto venire in bocca. E infatti’ ‘Dai, succhiami il cazzo troia! Che voglio riempirti lo stomaco di sborra calda! E non perderne neppure una goccia sennò sono guai! Hai capito?!’ Lei annuì continuando a succhiare. Di lì a poco lui disse: ‘Sto per venire, godo’ah godo’bevilo tuttoooo!’ Lei si sentì inondare la bocca da un caldo e amaro sperma e cercò di ingoiarlo come il capo le aveva ordinato ma il disgusto era tale che cominciò a tossire e lo sputò sul pavimento. ‘Che cazzo fai puttana! Sputi lo sperma del tuo capo?’ Incazzatissimo lui la spinse via e lei cadde per terra. Lui arrabbiatissimo le tirò due calci molto forti sul sedere. ‘Ahia!’ fece lei piagnucolando e chiedendo scusa. ‘Vaffanculo troia, se la prossima volta non lo ingoi tutto invierò quella cazzo di mail, ci siamo capiti?’ ‘sì’ ‘E adesso inginocchiati di fronte a me e dimmi che ti &egrave piaciuto e che sono il dio delle scopate! Dillo, forza!’ Lei, umiliatissima, si mise in ginocchio e gli disse tutto ciò che voleva sentirsi dire. ‘Ora vestiti e datti una lavata che puzzi di sudore e sperma da far schifo. Non vorrai che il tuo ragazzo si accorga che hai spompinato il capo e ti sei fatta sbattere come una baldracca! Ah ah ah” E se ne andò ridendo e dicendo: ‘Domattina ti faccio fare colazione con lo sperma’ A domani’. Lei, umiliata, degradata, sfondata e sudata andò nel bagno a sistemarsi più che poteva. La figa era tutta indolenzita e la bocca le puzzava di sperma e non aveva neppure il dentifrico oggi perché le era finito proprio il giorno prima. Si lavò i denti solo con spazzolino ed acqua, si lavò le ascelle e la figa e si rivestì più in fretta che poteva e finalmente uscì. Il ragazzo la aspettava in macchina e non appena entrò lui la baciò ma lei tenne le labbra chiuse e lo baciò a stampo. ‘Ma non puoi darmi un bacio vero?’ Scherzò lui. Lei sorrise e pregò che non sentisse strani odori, poi lo baciò e lui insinuò la lingua dentro di lei. Probabilmente sentì qualche odore strano ma non disse niente per gentilezza. ‘Andiamo a casa che sono stanca’ disse lei. ‘Ma avevo preparato una serata romantica”disse lui rammaricato. ‘Sono stanca, scusami, giornata infernale!’ ‘Il tuo capo ci ha di nuovo provato con te? Ma non ha capito che tanto non gliela darai mai?’ Lei sorrise e disse: ‘Oggi ho lavorato tantissimo, sono stanca ed ho pure mal di testa, mi porti a casa? Per favore” ‘Ok, va bene, andiamo a casa’. Lei capì di aver deluso le aspettative per la serata del suo ragazzo però poi pensò che le idee di scattare le foto con cui adesso veniva ricattata era stata un’idea del suo ragazzo ed un po’, forse anche più di un po’, cominciò ad odiarlo per questo. Perché pensava che, se lei era finita in quella squallida situazione, era tutta colpa sua!
La mattina dopo rientrò in ufficio e si mise subito a riordinare i fascicoli rovesciati dal capo la sera prima. L’ufficio brulicava di gente e sarebbe stato difficile per il suo capo sbatterla sulla scrivania come la sera prima. Però, quando le arrivò sul pc una mail del boss che le diceva di andare nella sua stanza rabbrividì. Non appena entrò lui le disse di chiudere la porta. ‘Ricordi cosa ti ho detto ieri sera prima di andare via? Che stamattina ti avrei fatto fare colazione con lo sperma.’ ‘Ma adesso qui fuori ci sono i colleghi, ci sentirebbero’ disse lei cercando di uscire da quella scomoda situazione. ‘E secondo te mi metto problemi? Secondo te non trovo niente da fare per trattarti da puttana? Ricorda che tu devi solo ubbidire sennò sai cosa ti succede!’ E così dicendo sfilò dalla tasca una provetta di plastica con del liquido dentro. ‘Stamattina, prima di uscire di casa, mi sono fatto una sega ed ho sborrato qui dentro. Adesso tu te lo bevi e non lo sputi come ieri sennò sono cazzi!’ ‘Ti scongiuro”provò a dire lei ma le arrivò un violento ceffone dietro la nuca. ‘Allora non capisci proprio un cazzo, allora sei proprio un’idiota! Ti ho detto che devi solo ubbidire! Lei allora prese la boccetta che era ancora tiepida, svitò il tappo e senza pensare ingurgitò il contenuto sotto lo sguardo lussurioso di lui. Trattenne un conato di vomito. ‘Adesso se vomiti o lo sputi ti prendo a calci nel culo come ho fatto ieri e chissà cos’altro, quindi stai attenta ok?’ Lei annuì in silenzio e con gli occhi lucidi di pianto. Fece per andare alla porta quando lui la fermò: ‘Ehi dove credi di andare? Mica ho finito con te.’ Prese un pennarello dal portapenne e le disse: ‘Lo vedi questo? Adesso tu abbassi un attimo i pantaloni e le mutandine ed io te lo ficco su per il culo.’ Lei capì che non poteva proibirglielo ed allora si abbassò i vestiti quanto bastava per fargli ficcare dentro quella pseudo supposta. Lui le diede un’altra violenta botta in testa. ‘Ahi, perché mi hai colpito?’ ‘Perché ancora non ti sei depilata! Cazzo cosa ti ho detto ieri?’ ‘Ma non ho avuto tempo, scusami e che” ‘Stai zitta puttana! Guarda qua che schifo. C’hai il buco del culo peloso come quello di un uomo. Sei davvero disgustosa. Non ti ci ficcherei il cazzo per niente al mondo. Sei proprio una merda di donna!’ Ci godeva ad umiliarla, lo faceva arrapare. Le ficcò il pennarello tutto nel culo lasciandone fuori solo una piccola parte. ‘Ora tirati su i vestiti e torna nella tua stanza!’ ‘Ma come, non me lo togli?’ ‘No, oggi lavorerai tutto il giorno con il pennarello nel culo’. Adesso vai. Anzi no, torna un attimo qui.’ Lei tornò indietro camminando in modo strano per via del pennarello. ‘Apri la bocca’ordinò lui’. Lei la aprì e lui ci sputò dentro. ‘Inghiotti il mio sputo troia!’ Lei lo fece a malincuore. ‘Adesso puoi andare. Lo sai, mi piace proprio trattarti da puttana!’
La sera lui le disse che sarebbero partiti nel weekend per un viaggio di lavoro. ‘In realtà andremo tutto il giorno in un albergo qui in città, in uno di quelli dove gli uomini che vogliono svuotarsi il cazzo ci portano le puttane ed i trans. E per domani voglio che ti rasi la fica per bene.’ Lei provò a dire qualcosa ma lui la zittì. ‘Taci lurida vacca. Domani verrai alle 10:00 in punto all’albergo Rey in via Molinari. E più arriverai in ritardo e più ti farò soffrire dopo.’ Lei quella sera andò a dormire tardissimo dopo aver litigato al telefono col suo ragazzo perché in quel weekend voleva passarlo con lei accusandola di pensare troppo al lavoro. E dopo la litigata passò più di un’ora al bagno per depilarsi l’organo genitale ed il retto. Il mattino dopo arrivò all’albergo alle 10:35 e il suo capo aveva uno sguardo che era tutto un programma. ‘Sei in ritardo’ disse sorridendo. ‘Scusami, i tram non passavano e quindi” ‘Zitta. Non hai capito che devi stare zitta?’ Poi si rivolse all’albergatore. ‘Mi dia le chiavi della stanza 32’. Poi salirono. Non appena dentro lui le ordinò di spogliarsi mentre lui armeggiava con una valigetta nera. Lei rimase in mutande e reggiseno. ‘Togliti tutto troia che non sei altro’. Lei con gli occhi lucidi si tolse pure quelli rimanendo nuda. Lui sorrise: ‘Sono contento che ti sei rasata la figa, adesso mettiti in ginocchio’. Lei obbedì. Lui iniziò a spogliarsi e nel giro di pochi secondi rimase in boxer. Poi tolse anche quelli ed era già in erezione. Un’enorme erezione che lei non pot&egrave non notare. Il cuore cominciò a rimbalzarle nel petto nell’attesa di quello che le avrebbe fatto subire. ‘Trentacinque minuti di ritardo non sono tollerabili. Dovrai scontarli in qualche modo.’ Lei era ad un centimetro dal suo pene eretto ma lui le diede le spalle e si inchinò in avanti, poi disse: ‘Per punizione adesso mi leccherai il buco del culo!’ ‘No, ti prego, non questo’. Lui si voltò di scatto e le diede un sonoro ceffone sulla guancia. ‘Non devi parlare zoccola. Devi solo ubbidire!’ Lei piangendo iniziò piano piano a leccare il buco del culo del suo capo. ‘Brava, sì’così’dai’ficcaci la lingua dentro’ sì dai leccami tutta la fessura delle chiappe, sì’dai’baciami e leccami il buco del culo, troia mangia merda!’ La voleva umiliare e degradare totalmente. Mentre lei, per l’ennesima volta, gli ficcava la lingua nel buco lui tirò un sonoro e maleodorante scoreggio. ‘Cazzo!’ disse lei ritraendo la bocca. ‘Continua lurida puttana, non smettere sennò sono cazzi tuoi!’ Lei, piangendo ricominciò a leccare quel buco maleodorante. ‘Succhia, puttana, succhia!’ Poi la fece mettere a pecorina sul letto e prese dalla valigetta nera un cazzo finto di circa 30 centimetri e di diametro molto spesso. Passò un liquido lubrificante sulla sua superficie e poi, un po’ alla volta, glielo ficcò dentro il buco del culo. ‘Ahi’ahi’ti prego, mi fai male, così mi spacchi tutto’ disse lei in lacrime. ‘E’ esattamente quello che voglio. Voglio sfondarti il buco del culo! Voglio fartelo diventare come quello di una vecchia mignotta!’ Glielo spinse dentro finch&egrave non fu tutto dentro. Lei lo sentiva fino in gola. Sentiva il deretano largo, in tensione, completamente farcito. Poi lui cominciò a toglierlo e a respingerlo dentro, sempre più velocemente. ‘No, basta, ti prego, mi fai male, ahi’ti prego’mi sfondi il culo così’ahi’ahi’ti prego’ahi’. ‘dì quello che ti pare, zoccola. Più ti lamenti e più mi arrapi’. Con il cazzo finto ancora nel culo, così com’era messa a pecorina lui si sputò sul cazzo e glielo ficcò tutto nella figa e cominciò a sbatterla e, mentre gli ficcava il cazzone dentro, con la pancia andava ad urtare il fallo finto spingendoglielo un colpetto alla volta nel culo ormai sfondato. ‘ahia’mi stai spaccando tutto. Mi fai male’basta ti prego’. ‘Lurida puttana puoi dire quello che ti pare tanto faccio quel cazzo che voglio. Ti voglio sfondare la figa e il culo contemporaneamente’. Mentre la pompava violentemente cominciò a premere il palmo della mano sul fallo finto spingendoglielo sempre più nelle profondità. Lei lo sentiva spingere fino al colon, un forte dolore ma stava anche cominciando a bagnarsi la figa. Sotto sotto il suo corpo si stava ribellando sempre un po’ meno. Spinse il cazzo finto di gomma fino a quando non lo vide sparire tutto dentro l’ano e vide il deretano chiudersi dopo il suo completo passaggio. ‘Oddio, che mi hai fatto’ esclamò lei che si era accorta dell’accaduto. ‘Zitta troia, ti sto sfondando come una puttana. Perché tu sei una puttana. Guarda come ti stai bagnando! Sei proprio una porca!’ ‘Ti prego’ahi’ti prego’mi sento il cazzo nell’intestino. Toglimelo ti prego’. ‘Non ci penso proprio, zoccola. Adesso tu lo fai uscire sforzandoti un po”. Lui smise di sbatterla e la fece inginocchiare. ‘Adesso mi prendi il cazzo in bocca e mi spompini fino a farmi sborrare e, nel frattempo, cerchi di cagare fuori il cazzone di gomma. E se non lo fai ti resterà dentro. Vedrai che piano piano ci riesci.’ ‘Ma come faccio?!’ disse lei in lacrime. ‘Come fai? Devi sforzarti. Devi cagarlo fuori, puttana! E intanto succhia questo’ disse lui ficcandogli il suo grosso uccello fino in gola. Lei, sudatissima, cominciò a spingere contraendo i muscoli del deretano e dell’intestino. ‘Non ci riesco!’ disse in lacrime. ‘Vorrà dire che resterà lì’ disse lui sorridendo. Lei riprese a sforzarsi, un po’ più di prima. Finch&egrave non sentì allargarsi il buco del culo fino quasi a spaccarsi. ‘Ahia’oddio’ahia’mi fa male’non ci riesco’ disse spingendo a fatica. ‘Continua a succhiarmi il cazzo mentre ti sforzi. Se smetti di succhiarmelo, quel poco di cazzo finto che hai fatto uscire te lo rificco ancora più in profondità.’ Lei, a quelle parole cominciò a succhiare il cazzo e a sforzarsi ancora di più. Cominciò a respirare a cagnolino per far rilassare i muscoli anali e continuava a spingere sempre di più. Quel cazzo finto le sembrava infinito. Cominciò ad emettere grugniti per lo sforzo che stava facendo. ‘Senti come grugnisci. Sei proprio una scrofa di merda!’ la insultava lui. ‘Continua succhiare che sto per venire. Dai’dai’dai che vengo’dai che sto per sborrare’bevilo tutto sennò di rificco dentro quel cazzone di gomma’dai che sborro’dai che sborroooooo’aaaahaaa” Lei si sentì inondare la gola da un caldo ed amaro sperma e lo ingoiò completamente, tutto quanto, perché non voleva che quel cazzone finto le fosse rispinto dentro. Ingoiò la sborra fino all’ultima goccia. Il capo, dopo essersi svuotato i coglioni la spinse via allontanandosi da lei ed andandosi ad accendere una sigaretta. Continuò ad ammirarla, tutta farcita di sperma che si dimenava e si sforzava per far uscire quell’enorme coso di gomma. Lei sentiva il fallo finto scivolarle pian piano, a poco a poco, tra le pareti del suo ano. Lentamente’lentamente’fino a quando arrivò a metà della lunghezza e lo sentì scivolare all’improvviso velocemente all’esterno dopo un suo ultimo e disperato sforzo. Il cazzo di gomma cadde per terra seguito da due pezzi di cacca e da una sonora scorreggia. Era umiliata ed esausta. ‘Che schifo!’ esclamò il suo capo. ‘Fai veramente schifo, ti sei cagata, senti che puzza di merda! Fai vomitare!’ Disse lui per umiliarla ancora di più. Lei non aveva nemmeno più la forza per piangere. Rimase lì per terra, seduta sulla sua stessa cacca finch&egrave lui, sollevandola per un braccio, le disse: ‘Vatti a fare una doccia che puzzi di sudore, sborra e merda. Lavati bene che non la voglio una puttana puzzolente’. La spinse sotto la doccia ed aprì il getto dell’acqua improvvisamente. Il gelo dell’acqua la fece sussultare. Rimase lì immobile sotto quel getto freddo per alcuni minuti, fich&egrave lui non uscì dal bagno tornando nella camera. Solo in quel momento lei cominciò ad insaponarsi e a lavare via lo sporco che aveva intorno. Ben sapendo che non sarebbe mai bastata tutta l’acqua del mondo per pulire via lo sporco che aveva dentro.
Quando lei uscì dal bagno lui era ancora nudo ed armeggiava con un telecomando. Accese la tv e quello che lei vide sullo schermo da 32 pollici erano le immagini delle porcate che avevano appena fatto. Vide lei che succhiava l’ano al suo capo e che lui le scoreggiava in faccia, poi lui mandò avanti e lei vide da varie angolazioni il suo povero culetto sfondato dal cazzo di gomma. ‘Bastardo!’ urlò. ‘Sei un bastardo!’ ‘Ehi puttanella, calmati. Ho registrato tutto’e allora? Se oggi hai fatto tutto questo con me per evitare che mostrassi le tue foto chissà cosa sarai disposta a fare per convincermi a non divulgare questo video, ah ah ah” Lei gli corse incontro piangendo e colpendolo con degli schiaffi al volto ma che non arrivarono a segno perché lui la fermo e la colpi a sua volta facendola cadere a terra. ‘Fermati troia, non ti azzardare. Ora tu sei mia, cosa ti inventerai per convincermi a non divulgare il video? Anzi’cosa mi inventerò” disse ridendo sguaiatamente. Lei capì che la sua strada verso la perdizione era appena cominciata. Lei capì che da quel momento in poi avrebbe potuto aspettarsi di tutto. Lui alzò il telefono e disse ‘Mi manda il servizio in camera alla 32? Il servizio particolare.’ Cosa poteva significare? Lei lo capì di lì a poco quando vide entrare in stanza una donna che,dalle fattezze, era certamente un trans. ‘Ciao tesorucci’ disse quello. Aveva delle tette enormi e, quando il suo capo le sollevò il vestito lei vide che di grosso non aveva solo le tette. ‘Lei &egrave Ramona, viene dal brasile, o se preferisci Ramon’ disse il suo capo. ‘Vieni qua tesoruccio’ le disse il trans tenendosi il grosso pene ancora mezzo moscio tra le mani. ‘Vieni qui a succhiarmelo’. ‘Ubbidisci’ ordinò il suo capo. Lei esitò un attimo ma poi glielo prese in bocca. Era un cazzo mulatto di notevoli dimensioni. Stava succhiando il cazzo di un trans e glielo stava facendo diventare duro. Il trans si sdraiò sul letto e continuò a farselo succhiare, mentre il capo la fece posizionare a pecorina ed incominciò un frenetico ditalino. Lei iniziò a sospirare. Il trans di tanto in tanto le chiedeva di ciucciarle un po’ le tette ed i capezzoli e lei ubbidiente lo accontentava per poi ripassare a succhiargli quella clava che aveva al posto del cazzo. Poi la fecero sdraiare sul letto a pancia in su ed il trans si mise sopra di lei ma al contrario in uno spintissimo 69. ‘Continua a succhiarmelo tesoruccio e non smettere finch&egrave non senti la mia calda sborra nella tua gola’. Il trans invece le allargò le grandi labbra della figa e cominciò a leccarle delicatamente il clitoride facendola gemere da matti. Lei stava impazzendo di piacere. Intanto il suo capo stava armeggiando ancora nella valigetta nera e tirò fuori nuovamente il gel lubrificante e cominciò a spremerlo sulla figa di lei. Poi inizio a ficcarla con due dita’poi tre’poi quattro’poi anche il pollice. Lei era così in estasi per il lavoro di lingua che il trans stava facendo al suo clitoride che si accorse delle intenzioni del bastardo del suo capo solo quando con un ultima spinta le infilò la mano intera nella fica. Cominciò a mugolare di piacere e a dibattersi quasi in preda a convulsioni. Urlava ma non si riusciva a capire nulla perché il trans le spingeva il cazzo sempre più in gola e slinguazzava il clitoride sempre più in fretta. Il capo inseriva e sfilava il pugno’poi lo riinseriva e lo risfilava’e lo girava facendolo ruotare all’interno delle pareti di una vagina ormai completamente larga e sfondata. Ad un tratto lei in preda all’eccitazione cominciò a muovere il bacino alla ricerca della penetrazione. Stava probabilmente per venire e cominciò ad assecondare i movimenti del pugno andandogli incontro col bacino. La mano ormai era entrata completamente fino al polso. Stava per godere’emise un lungo gemito che sembrava più un urlo di piacere e diede una botta così forte col bacino che il capo, spingendo e pistonando a sua volta vide il suo braccio entrarle dentro fino quasi al gomito. Senti distintamente le contrazioni delle pareti vaginali e dell’utero contrarsi attorno al suo braccio finche non venne fino all’ultimo gemito. Poi, sfinita, si fermò. Il Trans, che non era ancora venuto disse ‘Tesoruccio, così non si fa. Tu hai goduto’ed io?’ Ma lei era totalmente a pezzi ed esausta. Allora il trans si alzò in piedi e cominciò a masturbarsi fino a quando non venne, svuotando i suoi coglioni sul viso e sulle tette della ragazza. Il capo pagò il trans che uscì dalla stanza, poi andò a farsi una doccia lasciando la ragazza, la sua puttana personale, esausta sul letto con la figa sfondata e ricoperta di sborra sul viso e sul seno.

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