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Il tradimento di Antonella

By 7 Novembre 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Erano le 19 e Antonella era ormai rimasta sola nel grande open-space dell’ufficio in cui lavorava. Era ormai Novembre e come tutti gli anni si stava avvicinando sempre di più il momento in cui doveva presentare la relazione riguardante l’approvazione del budget per le attività dell’anno futuro. Come già fatto per l’anno precedente anche questa volta era stato dato mandato ad una società esterna di fornire una risorsa che si occupasse di questo lungo e noioso lavoro, e la sua società aveva mandato proprio lei. Antonella è una ragazza molto carina, capelli castani, alta 1.70, seconda di seno ma con un bel fisico che le aveva sempre fatto conquistare l’approvazione dei vari ragazzi con cui era stata fidanzata. Anche lei, come migliaia di ragazzi della sua età si era spostata dal suo paese nativo del sud Italia per cercare lavoro, e proprio come tantissimi altri l’aveva trovato in una grande città del nord. Quella sera si era trattenuta più del solito a causa di alcuni importi che non tornavano, alcune attività erano state definite ‘prioritarie’ dal suo capo e lei quindi aveva dovuto rivedere il tutto. Nel silenzio dell’open-space si sente la leggera vibrazione del suo telefonino che annuncia l’arrivo di un sms, Massimo, il suo ragazzo le aveva scritto ‘Amore, come va? Già preso il treno per rientrare? Ti ricordo che stasera vado in palestra’rientro dopo le 22, tu cena pure’. Eh si, perché Antonella faceva giornalmente la pendolare tra due città vicine, 40 minuti di treno e 10 a piedi per arrivare in ufficio, e, la sera specialmente, evitava volontariamente di fare troppo tardi in ufficio per non percorrere i viali bui vicino casa sua. Guarda l’orologio e si rende conto che ormai mancano circa 30 minuti alla partenza del prossimo treno, quindi deve sbrigarsi per andare in stazione. Chiude tutte le applicazioni aperte sul pc, e mentre clicca sull’icona per spegnere il computer si alza per andare in bagno prima di uscire. Nel corridoio che porta in bagno oramai non c’è più nessuno, lo stabile si è quasi svuotato, gli impiegati interni sono usciti già da un paio d’ore e oltre a lei nel palazzo saranno rimasti soltanto altri impiegati esterni. Mentre gira l’angolo per andare verso i bagni delle donne passa accanto a dei salottini usati per fare delle riunioni, e mentre li sorpassa nota che dall’ultimo proviene una striscia di luce da sotto la porta. Mentre passa accanto alla porta sente degli strani rumori all’interno, ma non ci fa caso più di tanto e passa oltre. Dopo aver fatto pipì riesce dal bagno e passa ancora accanto al salottino di prima, questa volta però, incuriosita da quanto successo prima, evita di far rumore e si avvicina silenziosamente alla porta chiusa. Mentre si avvicina sempre più, sente gli stessi rumori di prima, come se ci fosse qualche cosa che sbatta ripetutamente. Arrivata ormai a pochi centimetri dalla porta, inizia a sentire anche delle voci soffuse e incuriosita, decide di spiare dalla serratura. Immaginate la sua sorpresa quando guardando dal buco della serratura vede la sagoma di un uomo, di spalle, inginocchiato con le mani che divaricano le gambe di una donna allungata sul tavolo e la testa sul suo sesso. Antonella, incredula davanti a quella scena, si alza di scatto e torna di corsa nel suo open-space. Arriva tutta trafelata alla sua postazione, chiude il portatile che nel frattempo si era spento, lo mette in borsa, prende il cappotto e si avvia verso l’uscita ripensando alla scena che aveva visto. Nei 10 minuti di tragitto dall’ufficio in stazione, non riesce a levarsi dalla testa quella scena, ma soprattutto la sua mente era rivolta ad un particolare che aveva visto e che ora non ricordava più. Arrivata in stazione, va sul binario e sale sul treno, la carrozza è quasi vuota, ci sono 5-6 persone, allora si siede tranquillamente in uno dei 4 sedili (2 file di 2 sedili, rivolti uno di fronte all’altro). Mancano ancora 10 minuti alla partenza, prende dalla borsa il giornale acquistato la mattina in edicola e inizia a sfogliarlo cercando di distogliere il pensiero dalla scena altamente erotica in cui si è imbattuta poco prima in ufficio. Il treno sta quasi per partire e mentre si stanno per chiudere le porte, vede Mario, un ragazzo che come lei lavora presso quella società ed anche lui impiegato esterno, salire appena in tempo sul treno prima che si chiudessero le porte. Mario entra nel suo stesso scompartimento, la vede e la saluta, allora Antonella lo invita a sedersi vicino a lei e iniziano a chiacchierare:
‘Anto, anche tu fatto tardi oggi?’ chiede Mario mentre si siede di fronte a lei. ‘Si, ho dovuto rivedere tutti gli importi per le attività del prossimo anno, visto che nella riunione dei grandi capi di ieri sono cambiate tutte le direttive’ risponde lei facendo capire quanto gli avesse scocciata la cosa, e poi aggiunge ‘tu invece? Come mai prendi il treno a quest’ora? Di solito esci prima’. Mario allora risponde ‘ho dovuto finire un lavoro per la Dottoressa Rossi, siamo stati in riunione fino a 10 minuti fa, poi mi sono accorto che si era fatto tardissimo e son scappato, le ho promesso che avremmo terminato il lavoro domani’. Non appena Mario pronuncia questa frase, Antonella ha come un flash nella testa, si è appena ricordata cos’era quel particolare che poco prima non le veniva in mente, i piedi della donna sdraiata sul tavolo!!! Ai suoi piedi c’erano dei bellissimi tronchetti grigi, gli stessi che Antonella aveva visto ai piedi della Dottoressa Rossi quella mattina appena entrata in ufficio, se li ricordava benissimo dato che se ne era innamorata il weekend prima vedendoli nella vetrina di un negozio in centro, ma visto l’altissimo prezzo non se li era potuti permettere. Mario accortosi dall’espressione di Antonella che era successo qualcosa le chiede ‘Anto, tutto bene? Mi sembra quasi che sei assente’, lei di rimando ‘No, no’ è solo che stavo pensando ad una cosa” e mentre dice questo rivede la scena di poco prima, capendo che la donna sdraiata sul tavolo con le gambe aperte era proprio la Dottoressa Rossi, e che il tipo inginocchiato davanti a lei era proprio il suo collega Mario!! Incredula di tutto ciò si tuffa subito nel suo giornale per evitare di guardare in faccia Mario.
Antonella trascorre tutto il viaggio a far finta di leggere il giornale, per evitare di guardare Mario in faccia e sentirsi imbarazzata, ma nella sua testa c’è solo quella scena, e più passa il tempo più inizia a sentirsi anche un po’ eccitata dalla cosa. Arrivano finalmente nella città in cui vivono, scendono dal treno e vanno in metropolitana, qui i due però si separano, dato che vanno in direzioni diverse. Antonella prende la metro, arriva a casa, un bellissimo bilocale che divide con il fidanzato e dopo essersi spogliata e buttato tutti i panni nel cesto della biancheria sporca si infila in doccia, apre l’acqua calda e inizia a sentire la piacevole sensazione dell’acqua che le lava via anche la stanchezza della giornata appena trascorsa. Mentre si insapona i capelli, ripensa a quanto visto in ufficio ed automaticamente porta una mano tra le sue gambe, si lascia andare, inizia a toccare il suo sesso, che lentamente, sotto le sue carezza inizia ad eccitarsi sempre di più. Si tocca, inizia a gemere, si appoggia al freddo delle mattonelle dietro di se e porta anche l’altra mano tra le sue gambe. Mentre con una mano tiene aperte le grandi labbra, con l’altra inizia a passarsela per tutta la lunghezza del suo sesso, da sopra a sotto, soffermandosi sempre più all’altezza del clitoride e massaggiandolo prima con uno e poi con due polpastrelli. Mentre accelera i suoi movimenti inizia ad immaginare che al posto delle sue dita, ad accarezzarle il clitoride sia la lingua di Mario, con lei che si immedesima al posto della Dottoressa Rossi sdraiata sul tavolo con le gambe aperte’ accelera sempre più il movimento, adesso un dito della mano che prima le teneva aperta le grandi labbra inizia a farsi largo al suo interno, poi due ed infine tre, si ritrova così a stantuffarsi il sesso con tre dita mentre con l’altra mano si massaggia il clitoride, sempre più forte, fino a quando all’ennesimo sfregamento inizia ad urlare tutto il proprio godimento, sente che l’orgasmo sta per sopraggiungere e infila anche il quarto dito dentro, si appoggia sempre con più forza con la schiena contro le piastrelle fino a quando arriva l’orgasmo, lungo, liberatorio, che le fa perdere completamente le forze e la fa scivolare seduta sul piatto doccia. Piano piano inizia a riprendersi, si sente così strana, si è masturbata ripensando ad un suo collega e alla scena di lui che con la lingua le leccava il sesso. Non le era mai capitato prima di masturbarsi pensando ad un collega, lei che di indole non è mai stata una ragazza molto interessata al sesso, si accontentava di quello che faceva con il ragazzo, senza mai lasciarsi andare più del necessario. Si alza, finisce la doccia, e dopo una leggera cena si mette comoda in pigiama sul divano di casa. Mentre ripensa a tutto quello che le è successo quel giorno, sente il rumore delle ruote dell’automobile del fidanzato sulla ghiaia del parcheggio di fronte casa e contemporaneamente la vibrazione del cellulare causata da un SMS, lo prende, e legge il testo ‘Domani colazione in stazione? Mario’ e mentre realizza sente la porta di casa che si apre e il suo fidanzato che entra” continua ”
‘L’indomani, alle 7:30 in punto Antonella come di consueto raggiunge la stazione, e dopo aver comperato il biglietto del treno si siede su di una panchina ad aspettare che questo arrivi. E’ ancora presto, l’aria è frizzante, ma si inizia a capire che sarà una bella giornata di sole primaverile. D’un tratto, mentre è assorta nei suoi pensieri, si sente chiamare da una voce accanto a lei: ‘Ehi, Anto, buongiorno! Cos’è’.. non si risponde più ai messaggi?’, immediatamente alza la testa e vede il viso del suo collega Mario, ‘Ciao Mario, hai ragione, scusami, ma avevo la batteria scarica e il tuo messaggio l’ho visto soltanto questa mattina’sarà per la prossima volta’ e così dicendo capisce di essere ancora imbarazzata a causa della scena che ha visto ieri. Dopo aver scambiato due chiacchiere su temi generali arriva il treno, salgono e si accomodano su due sedili affiancati. Durante il tragitto il telefono di lei squilla, è il fidanzato che la chiama per salutarla e per dirle che la sera non l’avrebbe trovato a casa al suo arrivo dato che va a giocare a calcetto con gli amici. Una volta che riattacca, Mario non può evitare di farle notare quanto sia simpatica la sua suoneria, un motivetto di una canzone da discoteca di parecchi anni prima, che gli fa ritornare in mente quando era adolescente e andava per le prime volte in discoteca. Oltre a questo parlano del più e del meno, di come vanno le cose in ufficio, spettegolano su un paio di persone che lavorano presso quella società e così via, fino a quando non arrivano.
La mattinata per Antonella prosegue tranquilla, ha il suo da fare con il proprio responsabile, ma riesce comunque a portare a termine i lavoretti che doveva. Ad un certo punto, mentre sta lavorando su di un file excel, vede entrare nel suo open space la dottoressa Rossi. La dottoressa Rossi, per chi non lo sapesse, è una bella donna di circa 45 anni, alta, bionda, con un fisico tonico per merito delle lunghissime ore che passa in palestra, gambe lunghe e slanciate messe sempre in risalto da scarpe con tacchi. La dottoressa Rossi è sposata con un alto dirigente della società, economicamente non le manca nulla, basti anche vedere gli abiti firmati che ogni giorno indossa e l’auto sportiva con la quale arriva in ufficio tutte le mattine. Nel rivederla, Antonella ripensa alla scena della sera precedente, e le torna anche in mente la frase che il suo collega Mario le ha detto nel treno ”’le ho promesso che avremmo terminato il lavoro domani’! Questa cosa fino ad adesso non le era ancora tornata in mente, quindi inizia a pensarci su e decide che starà attenta ai suoi movimenti, per avere la conferma di quanto visto ieri.
Arriva ora di pranzo e come tutti i giorni, insieme ad un gruppo di persone interne della società decide di recarsi a mangiare nella trattoria vicina. L’appuntamento è sempre lo stesso, ci si incontra alle 13:15 fuori dal cancello di ingresso e si va in questo localino grazioso per trascorrere l’oretta di pausa pranzo. Mentre si incammina verso la trattoria in compagnia della signora Grazia, addetta alla contabilità della società, si accorge che sbadatamente ha lasciato la borsa alla sua scrivania, allora dicendo che li avrebbe raggiunti nel giro di 10 minuti, si volta e torna verso l’ufficio per recuperare quanto dimenticato. Una volta entrata, sale le scale che portano al quinto piano, dove si trova il suo ufficio e mentre attraversa lo stesso corridoio della sera precedente si accorge che l’unica porta chiusa è sempre quella dell’ultimo salottino in fondo, lo stesso posto dove la sera precedente aveva spiato il suo collega con la dottoressa Rossi, quindi subito l’immaginazione corre e pensa che i due amanti possano di nuovo stare chiusi lì dentro. Dato che per arrivare al suo ufficio deve passare proprio davanti ai salottini, decide di fare il meno rumore possibile, si avvicina e non sente nessun rumore, sollevata e al tempo stesso delusa dal fatto che i due amanti non fossero lì fa per andarsene quando all’improvviso sente un rumore provenire da dentro il salotto. Antonella si blocca, è convinta che il rumore che ha sentito sia quello di un gemito, si accosta di nuovo alla porta e questa volta decide di spiare dentro, si abbassa per guardare dalla serratura ma non riesce a vedere niente, i rumori sono confusi e non si capisce bene quanto sta succedendo dentro la stanza. Si ricorda che i salottini sono uno accanto all’altro, decide quindi di recarsi in quello accanto e come previsto nota che nell’angolo in alto c’è la grata per l’aria condizionata che divide proprio le stanza dove si trova con quella accanto, dove pensa che ci possano essere il suo collega Mario e la dottoressa Rossi. Chiude la porta, per evitare che qualcuno possa vederla, prende una sedia e la accosta al muro, ci sale sopra e riesce a guardare quanto accade dall’altra parte. Il suo collega Mario è comodamente seduto sul bordo del tavolo, con le gambe penzoloni e i pantaloni abbassati alle caviglie, mentre la dottoressa Rossi è inginocchiata a terra e ha in bocca il membro del ragazzo. Antonella quasi ha una scossa quando vede la scena, era proprio come se l’era immaginata, con i due che stavano continuando quello che avevano cominciato la sera precedente. Anziché scappare come fatto il giorno prima, Antonella quasi ipnotizzata dalla scena rimane immobile a guardare la dottoressa che con la bocca ingoia sempre più il membro del ragazzo, fino a quando arriva con le labbra a contatto con i peli pubici e comincia lentamente a risalire lungo l’asta, facendo si che man mano che il membro esce dalla sua bocca sia lucido della saliva che lei lascia. La dottoressa sembra quasi rapita dal membro del ragazzo, lo lecca, lo ingoia, alterna leccate all’asta a quelle alla cappella, il tutto mentre Mario le tiene la testa tra le proprie mani a darle il ritmo del pompino. Antonella inizia a sentire una strana sensazione di eccitamento, non le era mai successo prima, nemmeno nell’unica volta che il suo ragazzo era riuscito ad estorcerle di vedere insieme un film porno, anzi, era rimasta molto turbata e la serata era finita con una mezza litigata. Nel frattempo la dottoressa accelera il ritmo del pompino, Antonella riesce a vedere benissimo la sua bocca che velocemente inizia a fare su e giù, partendo dalla cappella e arrivando quasi fino alle palle del ragazzo, sempre più veloce, dopo un paio di minuti di questo trattamento, il ragazzo inizia a gemere sempre di più, inizia anche ad insultare la donna dicendole di come succhia bene e di quanto sia troia, la dottoressa, di tutta risposta continua a muoversi sempre più veloce fino a quando il giovane con un paio di rantoli più forti di quelli precedenti le dice che sta sborrando. Antonella vede la bocca della donna che si spinge più in basso possibile e si ferma, mentre il ragazzo le tiene la testa ferma con le mani. Dopo una trentina di secondi dove sembrava che il tempo si fosse fermato, la donna inizia lentamente a risalire con la bocca, mentre le labbra sono sempre serrate sul cazzo del ragazzo, risale sempre più, fino ad arrivare alla cappella, che sguscia fuori dalla bocca della donna. La dottoressa Rossi si alza in piedi con la bocca chiusa, si mette di fronte a Mario e apre la bocca mostrandola tutta piena fino all’orlo della sborra bianca del ragazzo, poi la chiude e manda giù. Antonella ha visto tutto, non si è persa nemmeno un secondo di quella scena, nemmeno quando la donna con uno schiocco della lingua sul palato riapre la bocca dopo aver deglutito e la mostra vuota. Non riesce ancora a credere a quello che ha visto, la dottoressa Rossi, una donna stimata in ufficio da tutti, intenta a fare un pompino da film porno ad un ragazzo che ha poco più la metà dei suo anni, ma soprattutto non riesce a credere che è molto eccitata. Si accorge solo ora che durante tutta la scena la sua mano si era intrufolata sotto la gonna ed aveva anche spostato i collant per finire ad accarezzare il suo sesso. Si riprende, toglie la mano dalle sue gambe, scende dalla sedia e la riporta accanto al tavolo, fa per aprire la porta ma proprio in quel momento il silenzio viene rotto dalla suoneria del suo cellulare, Antonella nella fretta della situazione ha dimenticato di togliere i toni che aveva alzato quando stava uscendo per andare a pranzo, vede sul display il numero della signora Grazia, la donna dell’ufficio contabilità con cui stava andando a pranzo in precedenza, lo afferra, preme il tasto del rifiuto della chiamata ed esce di corsa dalla stanza, sperando che nell’altro salottino nessuno abbia sentito il rumore del cellulare. Torna di corsa in ufficio, prende la borsa, e decide di uscire passando dalle scale di servizio, per non dover attraversare di nuovo il corridoio con i salotti. Una volta uscita il telefono riprende a suonare, la signora Grazia la sta chiamando per chiederle che fine abbia fatto, lei la rassicura e le dice che in 5 minuti sarebbe arrivata alla trattoria. Chiude la conversazione e si incammina verso il ristorante, riprende il cellulare, apre i messaggi e dopo aver scelto nella rubrica il nome del suo collega Mario scrive: ‘Ci vediamo stasera sul treno delle 19?’ ” continua ”
‘..Rientrata in ufficio dopo il pranzo, Antonella si concentra sul lavoro, indaffarata com’è a dar retta alle mille richieste di modifiche da parte del suo capo per la definizione dei vari budget per le attività del prossimo anno. Proprio mentre è con la testa china sul pc sente una voce che le chiede: ‘Ancora non sei pronta? Il treno parte tra 20 minuti” era Mario, che vista l’ora tarda e visto l’invito di Antonella a prendere il treno insieme era passato da lei per poter uscire dall’ufficio insieme. ‘Cavolo, sono già le 18:30, ero così intenta a lavorare che non avevo visto l’ora, spengo il pc e arrivo, tu se vuoi aspettami fuori dal cancello’ rispose Antonella. Arrivati in stazione dopo una camminata a passo svelto, i due ragazzi presero posto sul treno e appena saliti si misero seduti uno di fronte all’altro. Non appena si svestirono dei rispettivi soprabiti, il telefono di Antonella cominciò a squillare e negli occhi di lei passò un lampo di paura visto quanto successo durante la giornata. Si affannò a rispondere per evitare che la suoneria suonasse troppo, era Massimo, il suo fidanzato, che anch’egli uscito dal lavoro la chiamava.
M: ‘Amore, come va? Uscita dal lavoro?’.
A: ‘Si si, sono appena salita sul treno, ora parte e torno a casa, arrivo verso le 20’.
M: ‘Fai con calma, ti ricordi che io non ci sarò? Ti avevo scritto questa mattina dicendoti che questa sera sarei andato a giocare a calcetto con gli amici, poi andiamo a mangiare una pizza, non preoccuparti di aspettarmi sveglia, probabilmente farò tardi’.
A: ‘ah, ok, mi ero dimenticata della partita”
M: ‘sei la solita sbadata’
A: ‘peccato però, avrei voluto passare la serata insieme’.
M: ‘Dai, lo faremo domani, sai quanto ci tengo al calcetto con gli amici’
A: ‘..si, si, ok’ fa niente, buona serata allora’
M: ‘grazie amore, a più tardi’.
Antonella chiuse la telefonata un po’ arrabbiata con il fidanzato, non era la prima volta che Massimo preferiva andare a giocare a calcetto con gli amici piuttosto che stare con lei. Vedendo Antonella un po’ arrabbiata, Mario le chiese se ci fosse qualcosa che non andava, ma lei non era certo il tipo di ragazza che confidava i suoi pensieri ad un collega, quindi facendo finta di nulla gli rispose che andava tutto bene, a quel punto Mario disse: ‘Se non hai impegni per cena potresti venire da me’, questo invito la spiazzò completamente, erano anni che non riceveva inviti da parte di ragazzi, cioè da quando, 5 anni prima, si era fidanzata con Massimo e tutti gli altri ragazzi non le interessavano proprio più. Presa alla sprovvista non riuscì a rispondere subito, allora Mario, vedendo il suo imbarazzo aggiunse: ‘Scusami Anto, non volevo certo metterti in imbarazzo, il mio era un semplice invito a cena tra amici’. Ripresasi, lei rispose: ‘Figurati, non mi hai messa in imbarazzo, solo che pensavo che casa tua si trova dalla parte opposta della città, e sai quanto mi scoccia tornare a casa tardi’.magari se vuoi potresti venire tu da me’, non appena terminò la frase si stupì lei stessa di quello che aveva detto, aveva appena invitato un altro ragazzo a casa sua, anche se collega e anche se non c’era niente di male, mai si sarebbe aspettata di prendersi una libertà del genere, lei che fin da adolescente era sempre stata timidissima con i ragazzi. Mario accettò l’invito, dicendo però che si sarebbe sdebitato comprando lui tutto il necessario per la cena. Arrivati a destinazione, Antonella mostrò a Mario dove fosse il supermercato per fare la spesa, e mentre lui fosse andato a comprare il cibo, lei si sarebbe avviata a casa in modo tale da riuscire a fare una doccia. Arrivata a casa, subito si diresse in bagno, si spogliò ed entrò in doccia, e qui, come il giorno precedente iniziò a ripensare a quanto visto in ufficio, con la sola eccezione che questa volta, avendo anche fretta, evitò di toccarsi per far passare quello stato di debole eccitazione che le era venuta. Finita la doccia si recò in camera, aprì il cassetto della biancheria e mentre era indecisa su cosa indossare vide nell’angolo un completino che le era stato regalato da Massimo per un loro anniversario di qualche anno prima ma che lei non aveva mai voluto mettere, lei che era abituata a indossare biancheria semplice, ‘figuriamoci se indosso un brasiliano’e quel reggiseno poi’completamente trasparente’ non se ne parla nemmeno’ questa fu la sua reazione nei confronti del fidanzato la sera che ricevette il regalo. Ma sarà stata l’eccitazione di quello che aveva visto il giorno, sarà stato il fatto che non si era potuta ‘sfogare’ in doccia a causa dell’imminente arrivo del suo collega, lo prese, staccò il cartellino e lo indossò. Sopra l’intimo però decise di indossare qualcosa di molto più ‘normale’, sopra una polo bianca molto semplice e sotto dei pantaloni aderenti di tuta, che di solito indossava quando andava a correre o andava in palestra. Appena ebbe finito di vestirsi suonò il campanello, andò ad aprire e Mario entrò con le borse della spesa, andarono in cucina e lei si sorprese molto del fatto che il suo collega aveva comperato del branzino e una bottiglia di vino. Ancora più sorpresa fu quando le disse che non doveva preoccuparsi di niente e che ci pensava lui a cucinare, lei doveva soltanto apparecchiare, e così fu, mentre lui accese il forno e preparò la teglia da forno con tutto il condimento, lei iniziò a preparare la tavola. Infilato il tutto nel forno, lui si diresse verso il salotto, dove, oltre ad un divano e la tv, c’era anche il tavolo, e portò la bottiglia di vino precedentemente acquistata. ‘Che ne diresti di un’aperitivo pre-cena?’ disse lui, ‘Sei stato così gentile da preparare il tutto che non posso certo esimermi dal fare un brindisi con te’ rispose lei, e così facendo accettò il bicchiere di vino che Mario le porgeva. ‘Alla collega più carina che ho’ disse lui, e lei, diventando immediatamente rossa per l’imbarazzo non riuscì a rispondere niente. Nei successivi minuti parlarono del più e del meno, con lui che elogiava la bellezza dell’appartamento di lei, della cura e del gusto con cui lo aveva arredato. Mentre parlavano suonò il timer del forno, così lui si alzò e dopo aver detto ad Antonella di iniziare a sedersi, andò in cucina a prendere la cena. Tornò in salotto con i piatti già preparati, dove c’era il branzino su di un letto di verdure stufate. Lei si complimentò già solo per il piatto, dicendo che era la prima volta che un ragazzo cucinava per lei, e non appena assaggiò il tutto continuò anche a complimentarsi per la bontà del piatto. Durante tutta la cena i due ragazzi parlarono delle loro vite, lui le disse di come si fosse trovato bene a vivere in quella grande città, anche se la sua famiglia era molto lontana, lei invece dopo un leggero imbarazzo iniziò a confidarsi sempre più, parlando di quanto invece le mancasse la sua famiglia e di come un giorno vorrebbe tornare a vivere nel suo paese. A quel punto Mario le disse che comunque lei aveva il suo ragazzo, che vuoi o non vuoi riesce a far pesare di meno il fatto di essere lontana da casa, lui invece aveva lasciato anche la fidanzata al paese nativo, e si vedevano soltanto una volta al mese quando lui o lei raggiungeva l’altro. Conclusa la cena, Antonella disse che in frigo c’era della frutta, e che se lui avesse avuto un po’ di pazienza lei avrebbe preparato della macedonia, così dicendo si alzò da tavola e si diresse in cucina con gli occhi di lui puntati sul suo fondoschiena imprigionato e messo in risalto da quei pantaloni stretti e a quella visione, lui iniziò a sentire crescere una certa eccitazione. Si alzò da tavola e si diresse verso il divano, prese posto su di esso e aspettò fin quando Antonella tornò con la macedonia. Quando lei rientrò in salotto lo trovò seduto sul divano ed allora si diresse verso di lui con le ciotole di macedonia in mano. Arrivata, si sedette al suo fianco con le gambe rannicchiate, come soleva fare sempre e gli porse la ciotola con la frutta. Sarà stato per l’abbondante cena, l’aver bevuto tutta la bottiglia di vino, ma lei iniziava a sentire di nuovo quello strano senso di eccitazione, così quando le mani dei due si sfiorarono per prendere la ciotola di frutta, lei ebbe un brivido che non passò inosservato a lui. Finita la frutta, mentre lui raccontava la trama di un film che era andato a vedere al cinema la settimana prima, posò delicatamente una mano sul piede di lei. Continuavano a parlare, e lui cominciò un leggerissimo movimento della mano sul piede di lei, come fosse un massaggio, molto delicato. Lei al sentire quel massaggio così delicato avrebbe voluto immediatamente che lui smettesse, ma non riusciva a dire nulla, troppo imbarazzata della situazione. Il massaggio continuava, Mario, vedendo che non c’era reazione da parte di Antonella, iniziò a far risalire la sua mano piano piano, fino ad arrivare al ginocchio, poi riscendeva fino a prenderle di nuovo il piede in mano e a massaggiarle la pianta. Questo massaggio ebbe l’effetto di iniziare a far eccitare sempre più lei, che se da una parte si sentiva morire per l’imbarazzo che provava, dall’altra voleva che lui non smettesse proprio perché le iniziava a piacere. Dopo qualche minuto di questo trattamento in cui rimasero in silenzio, lui la guardò negli occhi e le disse: ‘Allora, Anto, ti è piaciuto lo spettacolo di oggi tra me e la dottoressa Rossi?’. A quelle parole lei si gelò, si bloccò completamente e sgranò gli occhi, diventò rossa in viso perché capì che era stata scoperta. Iniziò a balbettare qualcosa, ‘io’io’non so a cosa tu faccia riferimento..’ allora lui, che nel frattempo non aveva fermato il massaggio, aggiunse: ‘come no, non ci stavi forse spiando dalla grata? Ti ho sentito sai, ho sentito la suoneria del tuo cellulare’..ti è piaciuto o no quello che hai visto?’. Lei sempre più in imbarazzo non riusciva a rispondere, non sapeva cosa dire, Mario, approfittando del suo silenzio continuò il massaggio, ma questa volta iniziò a farsi più audace risalendo con la mano fin sopra il ginocchio di lei, che, sia ripensando a quanto visto il giorno, sia a causa del contatto della mano di lui sul suo pantalone attillato, iniziava a sentire salire sempre più l’eccitazione. La mano di Mario continuò a salire, arrivò all’elastico dei pantaloni di lei, ci giocò un attimo e poi riprese la sua corsa, sfiorò il suo ventre, lo accarezzò e facendo sempre una minima pressione risalì fino al suo viso, attraversando lo spazio tra i seni. La guardò negli occhi, lei sempre in silenzio, allora lui si avvicinò piano e mentre con la mano le accarezzava i capelli dietro la nuca, si sporse e la baciò sulle labbra’.
Massimo, il fidanzato di Antonella, nel frattempo, ripensando a quanto lei ci fosse rimasta male di dover rimanere da sola a casa, decise di non andare con gli amici a mangiare fuori, ma pensò di tornare a casa per farle una sorpresa’
”le labbra di Mario erano attaccate a quelle di Antonella, all’inizio ci fu un lieve accostamento, poi si schiusero entrambe e fecero si che le loro lingue iniziassero a toccarsi, a danzare vorticosamente una contro l’altra. La mano di lui che inizialmente era sulla nuca di lei inizio a muoversi, le sfiorò i lobi delle orecchie, l’accarezzò leggermente quasi solleticandola sul collo, seguì il profilo della sua spalla fino ad arrivare all’attaccatura del suo seno che sentiva pieno sotto la polo. Lei nel frattempo non capiva più niente, all’inizio era rimasta stupefatta del suo lento avvicinarsi, non sapeva come reagire, ma soprattutto non sapeva cosa davvero voleva, se lui si fermasse o se continuasse il suo approccio. Poi finalmente l’aveva baciata, aveva sentito le sue labbra dapprima sfiorare le sue e poi poggiarcisi sopra, aveva provato un brivido quando aveva leggermente socchiuso le sue e aveva percepito il tocco della lingua di lui sulla sua. Antonella era tutto un fremito, aveva quasi dimenticato cosa si provasse ad essere desiderata così, perché lui la faceva sentire desiderata, si stava eccitando come mai prima di quel momento e fece una cosa che mai aveva fatto prima, di sua spontanea volontà aveva poggiato la sua mano sul cavallo dei pantaloni di lui ed immediatamente aveva sentito l’eccitazione del suo collega. Lui si fermò, si staccò da lei e senza dire una parola si alzò in piedi aiutandola ad alzarsi a sua volta. Le prese il bordo inferiore della polo e lentamente iniziò a tirarlo su, scoprendo prima il suo ventre piatto fino ad arrivare al seno, i cui capezzoli sembrava volessero quasi dilaniare il tessuto semitrasparente del reggiseno, poi con un colpo solo gliela sfilò e la buttò a terra. I due si rituffarono sul divano, con le loro lingue che vorticavano sempre l’una contro l’altra, a quel punto Mario si staccò, prese fiato e iniziò con la sua lingua una lenta danza, passando dal collo di lei fino ad arrivare a succhiarle il capezzolo tramite la leggerissima stoffa del reggiseno. Antonella emise un gemito più forte degli altri, ma le piaceva, le piaceva immensamente quella sensazione che le stava facendo provare il suo collega. Si tirò su con il busto, si girò di schiena e gli disse: ‘presto, slaccialo’.’, lui non se lo fece ripetere due volte e subito sganciò il gancetto dietro la schiena, facendo cadere a terra l’indumento intimo che scoprì un seno non grande ma veramente ben fatto e soprattutto sodo. Ripresero a baciarsi, lei sentiva sempre più calore in mezzo alle gambe, lui invece aveva i pantaloni che gli tiravano per quanto la sua erezione voleva uscire, ricominciò a leccarle i capezzoli, passava da quello destro a quello sinistro, cercava di prendere più seno possibile nella bocca e iniziava a succhiare. Scivolò ancora più giù, si ritrovò con l’elastico della tuta di lei tra le labbra e iniziò a tirare verso il basso mentre con le mani massaggiava sempre il suo seno. Lei cercò di facilitare la sua operazione e piegò le gambe verso l’alto, lui prese al volo l’invito e le abbassò i pantaloni prima fino alle ginocchia e poi fin sotto ai piedi, dove dopo aver tirato via le scarpe da ginnastica fece lo stesso con la tuta. Si ritrovò a fissare Antonella dal basso verso l’alto, vedeva le sue gambe così toniche, il suo sesso era così bagnato che si potevano vedere i suoi umori anche attraverso lo slip, un modello a brasiliana che metteva ancora più in risalto il suo splendido sedere. Poi più su c’era il suo seno, così invitante con quei due capezzoli che spuntavano esplosivi verso l’alto. Non ci pensò più su e piano iniziò a risalire con la bocca sulle gambe, baciando i suoi polpacci, poi piano verso l’interno coscia, dove ad ogni bacetto faceva sentire la punta della sua lingua. Lei da parte sua era in un bagno di umori, le sembrava quasi che il suo sesso stesse pulsando, le sembrava quasi che colava per quanto era eccitata. Poi finalmente lui arrivò con le labbra sul suo slip, ne annusò il profumo, la fragranza e facendo scivolare le sue mani all’interno lo tirò con una tale forza che lo strappò in due. A lei non importava, quasi non si rendesse conto di quello che faceva, non appena si sentì libera del suo indumento aprì le gambe, più che poteva, e mettendo una mano sulla testa del suo collega lo spinse sul suo sesso dicendogli: ‘leccamela’leccami la figa’. Lui non aveva nemmeno aspettato che lei glielo dicesse che era già con la lingua in quel mare caldo di umori, gli sembrava che tutto il piacere di lei sgorgasse dal suo sesso come sgorga l’acqua di un torrente da una sorgente. Iniziò a leccarle le labbra esterne della figa, dapprima ne leccò una e poi l’altra, si spostava in continuazione, arrivò al clitoride e dopo averlo preso tra le labbra iniziò a succhiarlo come fosse un pene maschile, lei stava impazzendo, non capiva più niente, si agitava, stringeva i suoi capelli nelle sue mani quasi a volerglieli strappare e ansimava, ansimava sempre più forte’
Massimo intanto stava rientrando, aveva deciso di non continuare la serata con gli amici, ma di rientrare a casa dalla fidanzata appena dopo la partita di calcetto. Si era fatto la doccia al campo e poi via a casa, aveva deciso di non chiamarla, di farle una piccola sorpresa, convinto che questa lo avesse perdonato per averla abbandonata ancora una volta. Aveva deciso di parcheggiare la macchina fuori dal viottolo in breccia proprio perché non voleva che lei sentisse il suo arrivo, e ora si trovava incredulo ad osservare dalla finestra la sua ragazza che stava impazzendo con la bocca di un estraneo tra le gambe. Aveva sentito dei gemiti provenire dall’appartamento proprio mentre infilava la chiave nella toppa della serratura, incuriosito si era spostato sul fianco della casa, dove dava la finestra del salotto e aveva visto la sua ragazza che veniva spogliata da un altro. Era rimasto a guardare, impossibilitato a muoversi per lo stupore, si sentiva le gambe molli che sembrava non ce la facessero più a muoversi. Nel frattempo dentro casa Mario stava continuando a leccare la figa di lei, adesso oltre a succhiarle il clitoride aveva infilato un dito dentro e lo stava muovendo piano, lei emetteva dei gridolini, le piaceva tanto, da impazzire, poi lui ne infilò un altro e lei gradì ancora di più, li muoveva dentro e fuori, piano, poi sempre più veloce e sempre più in profondità, fino a quando lei con un grido venne e urlò tutto il proprio godimento, iniziò a tremare, non smetteva di venire, mai aveva provato un orgasmo così forte, strinse le gambe quasi a voler intrappolare la testa di lui, che con fatica riuscì a staccarsi e si mise a prendere fiato accanto a lei’.
‘In tutto questo Massimo, il fidanzato di Antonella, era sempre ad osservare i due amanti fuori dalla finestra, era scioccato, non credeva ai suoi occhi, e rimase a guardare anche quando Mario, ripreso fiato, si rialzò e tornò con la sua bocca a baciare le morbide labbra della ragazza. Lei ancora sotto l’effetto dell’orgasmo dapprima non rispose al bacio, ma poi, sentendo la lingua di lui che cercava di intrufolarsi aprì le sue labbra e iniziò a rispondere al bacio. Nel frattempo Mario, ricominciò a stuzzicare con la mano la figa ancora bagnata per gli abbondanti umori che le erano usciti a causa dell’orgasmo di qualche minuto prima. Le loro lingue ricominciarono la loro danza, ma stavolta Mario era un po’ più rude, anche a causa dell’erezione che ormai da molti minuti aveva nei pantaloni. A sorpresa Antonella si fermò, si rigirarono sul divano e lei passò sopra di lui, cominciò a sbottonargli la camicia, bottone dopo bottone, fino a ritrovarsi con le labbra attaccate al capezzolo, la camicia intanto era finita a terra, raggiunta dopo pochi istanti dalla cintura che lei aveva slacciato mentre era con le labbra incollata al petto di lui. Si mise seduta e lo fece alzare in piedi, gli sbottonò il pantalone e tirò giù la cerniera, fece scivolare i pantaloni ai suoi piedi, che ormai scalzo li sfilò insieme ai calzini fino a rimanere con i soli slip il cui tessuto era teso all’inverosimile a causa della prepotente erezione. Trovandosi davanti quegli slip deformati lei iniziò a dare dei bacetti sul tessuto, dove sotto si ergeva il pene di lui, Mario stava impazzendo, avrebbe voluto che lei glieli sfilasse e prendesse in bocca il suo membro, allora sfinito dalla voglia che aveva, si tirò giù lo slip e con una mossa fulminea prese il suo membro e lo infilò prepotentemente nella bocca di lei. Antonella sorpresa, ma per nulla dispiaciuta dalla cosa iniziò a leccare e succhiare quel cazzo duro, se lo sfilò e prese a baciarlo, partendo dallo scroto fino ad arrivare sulla cappella, per poi farla sparire tra le sue morbide labbra. Iniziò un lento su e giù, gustandosi ogni centimetro di quel cazzo, più le scivolava in bocca e più lei cominciava a prenderci piacere, portò automaticamente una mano tra le sue gambe e cominciò a masturbarsi dolcemente. Mario estasiato dal lavoro di bocca iniziò a gemere, lei allora tolse la mano che aveva tra le gambe e la mise sotto le palle di lui e iniziò a solleticarle per dargli ancora più piacere, mentre con l’altra lo segava piano e lappava tutta l’asta con la lingua. Sempre con lei seduta sul divano e lui in piedi, Mario era quasi al punto di non ritorno, sentiva salire sempre più l’orgasmo, e guardava lei che sotto di lui le prendeva il cazzo in bocca. Iniziò a spingere sempre più con il cazzo nella sua bocca, quasi volesse scoparla, vedeva le sue guance deformarsi quando la sua cappella arrivava all’interno delle bocca, e sentiva i rumori che lei produceva quando la sua cappella usciva e cercava di respirare. Era troppo eccitato e troppo eccitante era la scena, il suo cazzo che velocemente scorreva tra le labbra di quella che fino al pomeriggio vedeva come una ragazza molto casta, una che arrossiva di vergogna anche quando qualcuno le rivolgeva soltanto un saluto, ed invece ora era proprio lì a succhiargli il cazzo come quelle attrici che vedeva nei porno che scaricava da internet. Con un’ultima spinta le affondò ancora il cazzo in bocca, questa volta più a fondo ancora, quasi volesse arrivarle direttamente in gola e con un urlo cominciò a sborrare. Al suo affondo Antonella strabuzzò gli occhi, sentì il suo sperma che risaliva dal cazzo e lo sentì esplodere nella sua bocca, direttamente in gola, ebbe dei conati di vomito quando non riuscì a deglutire tutto lo sperma, un po’ lo ingoiò e altro ne fece uscire dalla bocca che iniziò a colarle dagli angoli, scivolarle sul mento e finire sui capezzoli. Velocemente sfilò il cazzo di lui dalla bocca mentre continuava a venire, dopo i primi 3 fiotti di sperma riversati nella bocca di lei, continuò imbrattandole le labbra e il mento con gli ultimi, mentre lei inginocchiata a terra tossiva e cercava di riprendere fiato. Sfinito dall’orgasmo lui si lasciò cadere sul divano, mentre guardava lei che piano piano tornava a respirare normalmente. Mario la guardava, aveva lo sperma dappertutto, sul viso, sui seni e le era colato addirittura sulle gambe, era la scena più eccitante che gli fosse mai capitato di vedere. Antonella era lì, carponi sul pavimento a riprendere fiato, quando all’improvviso sentì le mani di lui che le afferravano i fianchi e la facevano alzare. Si guardarono negli occhi, erano entrambi l’espressione della lussuria fatta persona, rimasero immobili quasi incantati, poi lui con una leggera pressione sulle sue spalle la fece inginocchiare e la riportò con la bocca di nuovo all’altezza del suo cazzo. Questa volta non usò violenza, ma anzi fu lei ad aprire nuovamente la bocca, far uscire la lingua e riprese a leccare le ultime gocce di sperma che gli erano rimaste attaccate alla cappella. Le piaceva quel sapore che mai prima d’ora aveva ingoiato, le piaceva vedere quanto lui la desiderasse, ricominciò piano a leccare tutta l’asta di lui, lo infilava tutto in bocca e poi lo faceva uscire lucido di saliva, continuò per un paio di minuti così, fino a quando il cazzo riprese vigore e tornò ad essere duro. Poi lei si alzò, lo spinse a sedere sul divano e gli salì a cavalcioni sopra, gli prese l’asta dura nella mano e se la portò all’imboccatura della figa, che aveva ripreso a bagnarsi durante il secondo pompino. Lo sentì duro appoggiarsi all’entrata della figa e piano piano iniziò a farlo entrare scendendo su di lui, lentamente lo sentiva entrare centimetro dopo centimetro, sentiva la sua figa che si apriva all’ingresso di quel palo di carne. La bocca di Mario era all’altezza dei seni di lei, cominciò a baciarle quei seni sodi, li stringeva tra le mani e li succhiava mentre il suo cazzo era arrivato alla fine della corsa entrando tutto nella sua figa. Antonella quando sentì la cappella di lui arrivarle fino all’utero emise un gridolino, mai il suo ragazzo era arrivato a toccarla fino in fondo, si sentiva piena, una sensazione nuova, rimase immobile a gustarlo tutto dentro di lei, poi lui le mise le mani sui fianchi e muovendo contemporaneamente il bacino cominciò a farla risalire, estraendo poco alla volta il cazzo dalla figa bagnatissima. Quasi ci rimase male quando iniziò a sentirsi svuotare, quando sentì che tutta l’asta usciva lentamente fino a fermarsi con la sola cappella dentro, ma poi con un colpo di reni lui la fece riabbassare completamente e in un attimo le tornò completamente dentro, lei urlò, aveva sentito le sue pareti vaginali allargarsi durante quell’intrusione violenta, e sentì sbattere di nuovo la cappella fino in fondo all’utero. Stavolta non ebbe tempo di sentirsi nuovamente piena che lui già la stava facendo risalire, arrivava a metà cazzo e lo reinseriva dentro, sempre con più violenza, sempre più veloce. La sua figa era un lago, ormai ad ogni affondo si sentiva chiaramente il rumore dei suoi umori al contatto del bacino di lui, era in paradiso, aveva un cazzo che la stava scopando come mai prima, aveva un’espressione estasiata quando lui portò una mano sulla bocca di lei facendole entrare due dita che lei prese a succhiare come fosse un altro cazzo. Oramai i gemiti di lei erano chiaramente udibili in tutto l’appartamento nonostante avesse quelle dita in bocca. Continuavano a scopare con lei che ormai danzava impalata su quel cazzo, quando lui portò una mano alle sue spalle i cominciò ad accarezzarle la nuca, poi scese dietro la schiena fino ad arrivare ad accarezzarle una natica. Contemporaneamente anche l’altra mano di lui iniziò ad accarezzare l’altra natica, le impastava, le stringeva, le allargava, aveva tutte e due la mani sul culo di lei che sembrava gradire sempre più quella scopata furiosa. Le dita della mano destra di lui scivolarono fino a toccare il suo cazzo che ormai fradicio degli umori di lei entrava in quella figa senza sforzo, raccolse un po’ di quegli umori e li iniziò a spalmare tra le gambe di lei, fino ad arrivare con la punta delle dita a sfiorarle la rosellina del sedere. Antonella si stava avvicinando all’orgasmo, aiutata anche dalle carezze della mano di lui che strusciava sulla figa. Le dita di Mario si fecero sempre più intraprendenti, fino a quando cominciarono insistentemente a strofinare sul buchetto posteriore di lei, bagnandolo tutto con gli umori che le uscivano dalla figa. Anche lui si stava avvicinando all’orgasmo, così all’improvviso, preso dalla situazione, forzò con il dito indice lo sfintere di lei, facendolo entrare fino alla nocca. Antonella sentì chiaramente il dito del collega farsi strada nel suo culo, vergine prima di allora, che mai aveva ricevuto nemmeno una carezza da parte del suo ragazzo. Mario sentiva che stava per venire, velocizzò l’andirivieni del cazzo nella figa e di pari passo iniziò a muovere il dito nel culo di lei cose se mimasse una penetrazione, faceva muovere la falange avanti e indietro, sentendo chiaramente come il suo buchino fosse stretto intorno al suo dito. Antonella stava impazzendo e all’ennesimo movimento iniziò a urlare: ‘godo, godo, godooooooo’.’ e vennè stringendo sia le pareti della figa attorno al cazzo di lui, sia lo sfintere imprigionando il dito. Sentendo lei che urlava il suo godimento, sentendo la stretta della figa al suo cazzo e sentendo anche il dito intrappolato all’interno di quel culo così perfetto, sentì risalire il suo sperma fino a quando eruttò all’interno della figa di lei, la inondò nonostante era già venuto in precedenza, lo sperma allagò la figa di lei e iniziò a uscirle dai lati, scivolando fuori seguendo il contorno del cazzo di lui fino a cadere a terra non prima di aver sporcato il divano. I due rimasero senza fiato, in tutto quel tempo non avevano parlato per niente, le uniche parole emesse erano state quelle del godimento di lei. Lentamente il cazzo si ammosciò e con un guizzo uscì dalla figa allagata, facendo riversare a terra lo sperma rimasto. Lei non accennava a muoversi, come se fosse svenuta in quella posizione, a cavalcioni su di lui, poi all’improvviso un rumore alle sue spalle la ridestò, la serratura fece un clic e la porta di casa si aprì’ ‘.mentre guardava la sua ragazza che veniva scopata da un altro, Massimo oltre alla rabbia stava provando anche un altro sentimento. All’inizio non riusciva a capire come potesse essere possibile, ma dopo l’incredulità e la rabbia, ora stava iniziando anche ad eccitarsi. Guardare attraverso la finestra la sua ragazza succhiare quel cazzo prima di impalarcisi sopra e scoparselo, era come guardare uno di quelle decine di filmini porno che scaricava da internet e che usava per masturbarsi. Quante volte aveva visto ragazze o mogli in filmini amatoriali che succhiavano, leccavano e si facevano scopare in tutti i buchi disponibili? E quante volte aveva immaginato che al posto di quelle donne estranee ci fosse la sua Antonella? A volte pensarla in quelle situazioni aveva il solo effetto di farlo venire molto prima, ma poi, passato il momento della masturbazione, con la mente fredda, quasi si vergognava dei suoi pensieri, mai avrebbe perdonata per un possibile tradimento. Ora invece si era trovato proprio in quella situazione, aveva visto tutto, non era intervenuto perché se inizialmente era incredulo, dopo aveva avuto il desiderio di vedere fin dove si sarebbe spinta quella che fino a 20 minuti prima era la sua principessa. Finito di assistere allo spettacolo non sapeva cosa fare, doveva entrare? E cosa avrebbe detto o fatto? Le avrebbe detto che era una troia, ok, ma poi? Le avrebbe anche detto che si era eccitato mentre la guardava prendere in bocca e succhiare quel cazzo? Le avrebbe raccontato di quanto gli era venuto duro vedere il cazzo di lui che le scopava la bocca e successivamente entrarle nella figa. Doveva anche raccontarle che vedere lo sperma di lui uscirle dalla bocca e dalla figa era stato lo spettacolo più eccitante che avesse mai visto e di quante seghe si era fatto immaginando quelle scene nella sua testa? Decise che non ne aveva il coraggio, si girò, tornò sui suoi passi e riprese il cammino verso la sua macchina. Aprì la portiera, salì, mise in moto e si avviò, decise di andare a farsi un giro e di rientrare più tardi, aveva bisogno di riflettere.
La porta di casa si aprì, Stefano, figlio del signor Gervasoni, il vicino di casa di Massimo e Antonella entrò dicendo ‘Permesso’ e rimase scioccato dalla scena che gli si parò di fronte, Antonella nuda, a cavalcioni di un ragazzo che non era Massimo, che lo guardava con gli occhi spalancati mentre gli dava le spalle e aveva ancora lo sperma che le usciva dalla figa completamente aperta. Non credeva ai suoi occhi, stava rientrando dalla solita serata al pub con gli amici quando rientrando in casa aveva notato le chiavi nella toppa dell’appartamento accanto. Senza pensare di dover prima suonare decise di aprire per dire ai due ragazzi che avevano dimenticato le chiavi fuori, ma invece si trovò davanti a quello spettacolo. Si eccitò ancora prima di avere qualsiasi reazione emotiva, non credeva ai suoi occhi, la sua vicina Antonella, quella ragazza che da 2 anni sognava di possedere durante le sue seghe, ora si trovava a due passi da lui in una posizione oscena, le vedeva la figa ancora lucida a causa dei suoi umori e dello sperma dell’altro ragazzo. Antonella immediatamente saltò giù dal divano, come se non si fosse accorta dello spettacolo che aveva già offerto cercò di coprirsi il pube con una mano e il seno con l’altra, mentre da terra riprendeva i suoi indumenti. ‘Cosa ci fai qui? Come sei entrato?’ gridò lei. Stefano continuava a guardare la scena eccitato, quasi non aveva sentito le parole uscire da quella bocca, occupato com’era a guardare prima i seni di lei e poi le sue natiche quando lei girandosi per infilarsi la maglietta gli aveva dato per un momento le spalle. La scena aveva qualcosa di grottesco, lei che ancora tutta trafelata si era ormai quasi rivestita completamente, aveva infilato anche i pantaloni della tuta, mentre lui, tirati di corsa su i pantaloni, infilata la camicia senza neanche abbottonarla, prese dall’appendiabiti il cappotto e passando davanti a Stefano uscì dalla porta senza nemmeno girarsi a salutare la collega. Rimasti soli i due, Antonella fissava Stefano con la faccia completamente paonazza per la vergogna. ‘Io veramente stavo rientrando a casa quando son passato davanti al vostro appartamento e ho visto le chiavi infilate nella toppa, volevo avvisarvi che le avevate lasciate fuori” rispose Stefano quando finalmente si ridestò. ‘Ok, lasciale sul mobile all’entrata, quello accanto a te e vattene via’ rispose ancora lei, sperando che la cosa finisse lì. ‘Uhm’quanta fretta, chi era quello?’ rispose il vicino. ‘Nessuno che possa interessarti’ tagliò secco lei. ‘Bhè, allora se è così’vorrà dire che magari potrà interessare a Massimo’, a quelle parole Antonella ebbe un tuffo al cuore.
A: ‘Tu, non glielo dirai, vero?’
S: ‘Perché non dovrei dirglielo?’
A: ‘Perché non sono fatti che ti riguardano’
S: ‘Come no? Massimo è un amico, è mio dovere informarlo di quanto sia troia la sua ragazza’
A: ‘Ti prego, non dirgli niente, ti scongiuro’ e dicendo questo iniziò a piangere.
Stefano allora le si avvicinò, lei piangeva a dirotto, disperata per il casino in cui si era ritrovata. Non riusciva a stare in piedi, aveva bisogno di sedersi, lui se ne accorse e la fece sedere sul divano. Dopo un paio di minuti si calmò, tornò a respirare normalmente e girandosi verso Stefano gli disse: ‘Per favore, non dire niente a Massimo, io lo amo, non so cosa mi sia successo stasera, per favore’. Stefano guardò Antonella, la vedeva impaurita, le faceva quasi pena, ma ora più che mai le sembrava ancora più sexy di sempre, quando più gli sarebbe capitata un’occasione come questa? Poteva finalmente realizzare il suo sogno, allora senza dire niente si alzò in piedi, slacciò la cinta dei pantaloni, li abbassò alle caviglie e disse: ‘Se vuoi il mio silenzio devi guadagnartelo” e così dicendo abbassò anche i boxer e mise in mostra un cazzo già eccitato di tutto rispetto. A lei tornarono le lacrime agli occhi, non credeva possibile una cosa del genere. Vedendo l’esitazione di lei, Stefano la spronò: ‘Povero Massimo, non vorrei proprio essere al suo posto quando gli racconterò di come ti ho trovata..’ Quelle parole furono la classica goccia che faceva traboccare il vaso, Antonella allungò una mano e impugnò il membro di lui, chiuse gli occhi mentre si avvicinava con la testa e tirò fuori la lingua. Al contatto della lingua di lei con il suo cazzo, Stefano rabbrividì, era una sensazione stupenda, piano piano lei lo leccò tutto, partì dalla cappella e arrivò fino in fondo, quasi a sfiorare le palle. Ritornò con la lingua sulla cappella, socchiuse leggermente le labbra e lo fece scivolare nella sua bocca. Era il secondo cazzo che succhiava quella sera, mai lo avrebbe creduto possibile fino a poche ore prima. Nel frattempo lui si stava godendo il trattamento della sua bocca, iniziò a dirle che era una troia, una pompinara, che la sua bocca era fatta per succhiare cazzi, mentre con il bacino iniziava ad aumentare l’andatura del pompino. Antonella sentiva scorrere tra le sue labbra quel cazzo che diventava sempre più duro e grosso. Anche questo era un bel cazzo, più lungo di quello del fidanzato, anche se aveva lo stesso diametro. Iniziò a prenderci gusto, gli insulti di lui la stavano iniziando a far eccitare, mai nessuno le aveva detto quelle cose, ogni volta che il cazzo usciva dalle sue labbra era sempre più lucido di saliva. ‘Troia, dimmi che ti piace succhiarmi il cazzo’ – ”mmhh, si” ‘ ‘Si cosa, troia?’ ‘ ‘Si, mi piace succhiare il cazzo’.dammelo, sborrami in bocca’ e dicendo questo lo guardò negli occhi mentre con la lingua gli avvolgeva la cappella. Stefano era eccitato come mai prima in vita sua, gli faceva quasi male per quanto sentiva duro il cazzo, vedeva Antonella che succhiava e leccava, gli aveva detto che le piaceva il cazzo, la vedeva che lo fissava negli occhi mentre la sua lingua non si fermava un attimo. Allungò una mano, la prese per i capelli e glielo ficcò di nuovo tutto in bocca, quasi ad arrivarle in gola. SI muoveva avanti e dietro con il bacino, aumentava e diminuiva la velocità tenendo sempre ferma la testa di lei, che impossibilità muoversi emetteva solo dei rumori incomprensibili. Capì che stava per venire, lo tirò fuori, iniziò a segarsi furiosamente e iniziò a sborrare. Il primo getto la colpì in piena fronte, il secondo tra i capelli, il terzo e il quarto invece le finirono direttamente in bocca, lei tirò fuori la lingua dove accolse le ultime gocce di sborra. Si riavvicinò al cazzo, lo riprese in bocca e con le ultime leccate lo ripulì completamente. Stefano si accasciò sul divano mentre lei cercava di ripulirsi con uno scottex dello sperma che aveva in viso. ‘Adesso alzati e vattene da qui’ disse lei. ‘Ok, me ne vado’ certo che sei veramente una troia’ Dopo queste parole lui si alzò, si diresse verso la porta, la aprì e la chiuse uscendo. Antonella si diresse verso il bagno, si spogliò completamente ed entrò in doccia. Accese l’acqua calda e ci si buttò sotto. Mentre si insaponava pensò a come aveva fatto Stefano a trovare le chiavi nella toppa, lei era sicura di averle messe al loro posto mentre entrava, potevano forse essere quelle di Massimo? E perché erano lì? Presa da questo dubbio colossale finì di risciacquarsi, allungò il braccio per prendere l’accappatoio proprio mentre il campanello suonò. Si infilò l’accappatoio, lo chiuse ed andò alla porta, aprì e vide Massimo con la borsa del calcetto ‘Scusami amore, ho dimenticato le chiavi a casa quando sono uscito’, e le passò accanto. Antonella frastornata non capiva, come poteva essere che le aveva lasciate a casa? Erano nella toppa’fuori’ a meno che’..
‘quella notte non fu semplice da trascorrere per Massimo, aveva ancora negli occhi il tradimento della fidanzata, ogni volta che chiudeva gli occhi gli tornavano alla mente le immagini di lei che si impossessava con la lingua e la bocca di quel cazzo, poi ci si impalava sopra e infine vedeva lo sperma colarle fuori dalla figa. Si alzò diverse volte quella notta, fino a quando vinto dalla stanchezza si addormentò che era ormai mattina. Quando alle 6:45 suonò la sveglia, lui si era addormentato da poco, non aveva la forza per alzarsi, ma facendosi forza si alzò dal letto, vide la sua ragazza che iniziava a svegliarsi, la guardò e sentì una strana eccitazione che li saliva, quindi decise di andare in bagno per prepararsi prima che lei se ne accorgesse. Antonella si alzò e come tutte le mattine preparò la colazione mentre Massimo era in doccia. Si sentiva ancora strana per quello che le era successo il giorno prima, non solo aveva scopato con Mario, il suo collega, ma poi aveva anche preso in bocca il cazzo di Stefano, il vicino, fino a farlo venire sul suo viso, e come se non bastasse non riusciva ancora a darsi una spiegazione di come avevano fatto le chiavi di Massimo a stare nella toppa, aveva pensato a tutte le ipotesi possibili ed alla fine non ne veniva a capo, non poteva credere che era rientrato mentre lei stava facendo sesso con il collega, che l’aveva vista e senza intervenire se ne era andato, si ripeteva che non era possibile, ma non riusciva a trovare altra spiegazione. Quella mattina ci mise più tempo del solito a vestirsi, si curò di più, indosso un vestitino corto fin sopra il ginocchio, autoreggenti nere, decoltè tacco 7 e un leggero giubbino sopra, si guardò allo specchio e si guardò con occhi diversi, nel suo sguardo c’era più malizia. I due ragazzi uscirono insieme di casa, salirono in macchina e Massimo accompagnò Antonella in stazione, lui parlava poco, lei quasi non ci fece caso presa com’era a realizzare gli avvenimenti del giorno precedente. Arrivarono e si salutarono con un casto bacio. Come tutte le mattina Antonella prese il treno, arrivò in ufficio e sentiva gli sguardi di tutti addosso. Parlò con un paio di colleghi che le fecero i complimenti per l’abbigliamento, le dissero che quella mattina era ancora più bella del solito, lei inizialmente arrossì, ma sotto sotto quei complimenti le facevano molto piacere. A metà mattina si alzò per andare a prendere una bottiglietta d’acqua alle macchinette, dove trovò Mario che la vide e si sentì un po’ in imbarazzo. ‘Ciao Anto’.come stai?’ ‘ ‘Bene grazie’Mario ascolta, dobbiamo parlare di quello che è successo ieri’ ‘ ‘Ieri? Perché? Cos’è successo?’ e mentre lo disse le strizzò l’occhio, poi continuò: ‘Anto, tranquilla, con me sei al sicuro, però facciamo così, nel pomeriggio dopo le 17 quando ormai escono tutti, accompagnami nel cortile a fumare una sigarette e ne parliamo’ ‘ ‘Ok’ disse lei, ‘a più tardi allora’. La giornata passò molto in fretta tra riunioni e consegne di lavori da fare, fino a quando alle 17 in punto le squillò il telefono dell’ufficio, vide il numero di Mario e rispose: ‘Ciao, dimmi’ ‘ ‘Se ci sei allora vieni a fumare una sigaretta? Ci vediamo giù in cortile tra 5 minuti..’ ‘ ‘Ok’ rispose lei, ‘arrivo’. Bloccò il computer, si alzò dalla scrivania e si incamminò per raggiungere il cortile. Per arrivare al cortile bisognava scendere nei piani interrati e passare all’interno di una grandissima area usata come magazzino. Mentre lo attraversava si sentì chiamare e vide Mario appoggiato dietro una colonna. ‘Che fai qui? Lo sai che dentro non si può fumare? Se ti vedono verrai ripreso duramente’ ‘ ‘Chi vuoi che mi veda? Ormai sono usciti tutti, non c’è più nessuno in giro’ e dicendo così allargò le braccia facendo effettivamente notare alla collega che erano soli. ‘Di cosa vuoi parlare?’ aggiunse lui. ‘Mario, vedi, quello che è successo ieri sera non so spiegarmelo’non ero io’non ero in me’ ‘ ‘Tranquilla Anto, da me non uscirà mai una parola, ti puoi fidare’ ‘ ‘Grazie, lo sapevo che eri un amico’ ‘ ‘Su dai, vieni qui, fatti abbracciare’ e mentre lui allargava le braccia lei si avvicinò lentamente. Mario la strinse a se, sentì il calore del respiro di lei sul suo collo, sentì la leggera pressione del seno sul suo petto e cominciò inevitabilmente ad eccitarsi. Le mani che prima erano poggiate sulla schiena di lei iniziarono lentamente a scendere, passarono sui fianchi e poi le strinsero forte il sedere. A quel punto Antonella cercò di svincolarsi dal suo abbraccio, ma lui era più forte e la teneva stretta, ‘Anto, tu mi piaci, sei così sexy, e anche a te è piaciuto quello che è successo ieri sera, non puoi negarlo’ ‘ ‘Ieri è stato un errore” ‘ ‘Ma quale errore?? Non mi sembra che ti sia lamentata mentre con la lingua sprofondavo nel tuo sesso e nemmeno quando sei venuta con il mio cazzo dentro di te” ‘ ‘Dai, Mario, adesso basta..’ ma mentre lo diceva, lui fece scivolare le mani più in basso fino alla fine del vestitino e lentamente ora le stava facendo risalire sulle calze. Arrivato al bordo delle autoreggenti ebbe un’esitazione ‘Ah, ma allora ti sei vestita proprio da troia oggi” e dicendo così con una mano cominciò a sfiorarle la figa da sopra le mutandine. ‘Dai Mario, ti prego..basta’dd’aii..’ e sentì le dita di lui che scivolarono dentro lo slip fino a sfiorarle il sesso. La bocca di lui intanto aveva iniziato a baciarla sulle labbra, che lei serrava per non rispondere al bacio, poi quando sentì un dito di lui scivolarle dentro l’aprì per la sorpresa e lui ne approfittò per infilarle la lingua dentro e iniziare a baciarla con più foga. Si stava eccitando, proprio come la sera prima, era in piedi, appoggiata a lui, con le sue mani che da dietro le avevano alzato il vestitino e la frugavano dentro le mutandine mentre oramai anche la sua lingua iniziava a rispondere al bacio. Sentiva il suo sesso che iniziava a bagnarsi, e lo sentiva anche lui che disse :’Ah, ma allora vedi che piace anche a te?’ ‘ ‘mm..nooo..non voglio’ ma era palesemente una bugia, si stava lasciando andare. Con un gesto repentino lui la allontanò, la guardava negli occhi e la fece inginocchiare facendo pressione sulle sue spalle. Lei aveva capito cosa voleva, e quindi come la sera precedente gli sbottonò i pantaloni, gli aprì la cerniera e li fece scivolare ai suoi piedi mettendo in evidenza lo slip che gonfio della sua eccitazione. Lentamente lo fece scendere, fino a far uscire solo la punta del membro di lui, che leccò immediatamente con la punta della lingua. Poi abbassò tutto lo slip, il membro eccitato uscì fuori rimbalzandole in faccia e lei immediatamente aprì la bocca per catturarlo. Cominciava a piacerle succhiare i cazzi, lo faceva con passione crescente, capiva quanto poteva piacere all’uomo e tentava di dargli più piacere possibile. Alternava leccate alla punta e a tutta l’asta, poi lo infilava tra le labbra e lo faceva scorrere fino a sbattere con il mento sullo scroto di lui. Ripeteva quel movimento aumentando sempre la velocità, le piaceva, si, le piaceva davvero, si eccitava, e portò una mano tra le gambe ad accarezzarsi il sesso. Nel frattempo Mario guardava le labbra di lei che scorrevano su tutta l’asta, cominciò ad apostrofarla con parole del tipo ‘troia’ti piace il mio cazzo’, ‘sei la miglior succhiacazzi che ci sia” lei iniziava anche a trarre piacere da quegli insulti, succhiava sempre con più foga, così come con più foga muoveva la mano sul suo sesso. Poi aprì gli occhi, guardò verso l’alto, li strabuzzò e rimase di stucco. Lui aveva il cellulare in mano e la stava filmando. ‘Noooo’che fai???’ e si staccò immediatamente da lui. ‘Zitta” e prendendola per i capelli lui le affondò di nuovo il cazzo in gola. ‘mmm’nnn’ooo..ghghgh’ cercava di protestare lei, ma inutilmente. ‘Dai, continua a succhiare e fa la brava, altrimenti questo video arriva direttamente al tuo fidanzato cornuto’ aggiunse lui. Lei chiuse gli occhi, non poteva credere a quello che le stava facendo. Poi lui estrasse il membro dalla sua bocca, la fece alzare in piedi, e spingendola verso una scrivania la fece piegare in avanti. Poggiò il telefonino davanti al suo viso, si vedeva il primo piano di lei e lui che si piazzò alle sue spalle. Poi scese con il viso dietro le sue cosce e con un movimento brusco le strappò le mutandine. Iniziò a lappare la figa e gli umori che ne fuoriuscivano, lei iniziò a gemere sempre con la camera puntata in faccia. Alternava leccate al clitoride ad affondi della lingua in profondità, la stava facendo impazzire dalla voglia, fino a quando lei disse ‘mettimelo dentro’ti prego non resisto più”’eccoti accontentata allora” e con un rapido gesto, si alzò e piazzò il suo membro all’ingresso della sua figa. ‘Che aspetti? Entra..’ lo incitò lei, ma lui sembrava non sentirla e continuava a strusciare il membro duro tra la figa e il solco delle natiche procurando sempre più piacere in lei che però voleva sentire dentro di se quel membro duro. ‘Daiiiii non resisto più’lo voglioooo’ quasi urlò lei, allora Mario, prese in mano il membro e dopo averlo indirizzato verso la sua figa lo introdusse con un gesto violent. ‘Ahhhhhhhh’ strillò lei, ‘siiiiiiiii, finalmenteeee’ e iniziava a godere la sensazione del cazzo che le stantuffava la figa. Il cazzo entrava in profondità tutto, poi piano piano, centimetro dopo centimetro veniva fatto uscire tutto, fino a quando la cappella si ritrovava tra le grandi labbra e poi con un colpo secco veniva reintrodotto tutto dentro con colpi violenti. Quel trattamento piaceva a lei che gemeva tutto il proprio godimento, mentre lui aveva un primo piano del bellissimo sedere di lei, con il suo cazzo che le entrava in figa e il tutto incorniciato da quelle calze autoreggenti che facevano di lei una troia da film. Mentre continuava nei suoi affondi inserì anche un dito nella figa, e alternandolo al membro cominciò a scoparla anche con quello. Lei stava impazzendo, sentiva chiaramente prima venire aperta dal cazzo di lui e poi quando questo usciva sentiva le dita che affondavano, ora aumentate a due, poi lui le portò fuori e con un movimento veloce ne reinserì uno nel forellino dietro. Facilitato dalla posizione in cui erano e dall’abbondante lubrificazione che il dito aveva subito all’interno della figa, quest’ultimo scivolò abbastanza facilmente dentro il culetto di lei che emise un urlò quando questo avvenne. ‘ti piace il dito nel culo, eh, troia?’ la insultò lui ‘ ‘siiii..dai’muovilo’ rispose Antonella. Era piegata a 90 gradi su di una scrivania, con un cellulare che la inquadrava il viso, un membro duro che la stava sbattendo ormai da diversi minuti e un dito nel culo, non ce la faceva più, stava per venire, Mario se ne accorse e velocemente sfilò il membro da dentro di lei. ‘Noooooo cosa fai? Rimettilo dentro’ gli disse, ‘certo, lo rimetto subito’ esclamò lui, che prese il membro con una mano, lo puntò al buchino posteriore di lei e iniziò a spingere. ‘ahhh..no’.non lì’.mi fa male’non l’ho mai presooooo’ si oppose lei, ma il collega non voleva saperne e continuava a spingere. Aiutato dagli abbondanti succhi di lei presenti sul suo cazzo, la cappella lentamente si fece strada attraverso lo sfintere, al cui ingresso lei gemette più forte, poi lentamente lo introdusse dentro fino a sentire sbattere le palle sulla figa grondante di umori. ‘ahhhh’stronzo’.mi stai facendo maleee..’ ‘ ‘fermati, abituati e poi vedrai come ti piacerà..’. Dopo un minuto abbondante in cui Mario era fermo con il membro nel suo intestino prese lentamente a muoversi all’indietro, lo fece uscire per metà e poi sempre lentamente lo rispinse dentro, il dolore che Antonella provava lentamente si affievolì con il passare dei secondi, ora stava provando qualcosa di diverso, qualcosa che non aveva mai provato, una sensazione di totale pienezza. Facendo sempre meno piano Mario si muoveva nell’intestino di lei, anche lui stava godendo per come il suo cazzo veniva strizzato da quelle pareti così strette, era una sensazione paradisiaca. Lui cominciò a fare affondi sempre più lunghi, lo estraeva fino alla punta, senza mai farlo uscire completamente e poi lo riaffondava tutto dentro, lei gemeva sempre più forte, poi Mario mentre con una mano le teneva allargate le natiche per godersi lo spettacolo, portò l’altro mano vicino alla figa, dove introdusse prima un dito e poi due. La sensazione che stava provando Antonella era impossibile da spiegare, si sentiva piena, si sentiva una troia, e ora, con le dita che le stantuffavano la figa era nuovamente vicino all’orgasmo. Anche lui stava quasi per venire, ormai la stava scopando da un po’, e non vedeva l’ora in cui finalmente si sarebbe liberato. Affondò sempre più velocemente nel suo culo, lo vedeva entrare ed uscire da quel buchetto che si apriva e chiudeva sotto le sue spinte. Lei ad un certo punto urlò, un grido spaventoso, stava godendo del doppio trattamento, provò un orgasmo sconvolgente, sentiva la figa che le pulsava e l’ano che si contraeva. A quella sensazione anche lui iniziò a riversarle tutto lo sperma nell’intestino, uno, due, tre’fiotti’mentre lo aveva infilato più in profondità che poteva. Si accasciò esausto su di lei, con ancora il suo membro nel suo ano. Ci vollero un paio di minuti affinchè i due amanti si ripresero. Lui le sgusciò fuori, afferrò il telefonino che aveva ancora la telecamera attivata e portatosi nuovamente dietro di lei fece uno zoom sullo sperma che iniziava a colarle fuori da quello che prima era un buchino stretto e ora invece, dopo aver accolto il suo cazzo, era bello largo.
Quello era troppo, mai si era eccitato così in vita sua, nemmeno guardando i film porno scaricati dalla rete. Nel momento in cui sul monitor del PC fece la comparsa l’inquadratura dello sperma di Mario che fuoriusciva dal culo della sua fidanzata, Massimo venne copiosamente, sporcò tutti i pantaloni, eruttò una quantità incredibile di sperma, come mai prima di allora. Venti minuti prima gli era arrivata quell’email da un indirizzo sconosciuto, lui l’aveva aperta e aveva scaricato il file video allegato. Stava quasi per svenire quando vide l’inquadratura del viso della sua ragazza mentre prendeva in bocca un cazzo. Poi aveva continuato a guardare tutto lo spettacolo offertogli dal video, e meccanicamente aveva sbottonato i pantaloni e si era preso in mano il membro eccitato. Aveva goduto come mai prima’. Erano 30 minuti buoni che Massimo si trovava sotto la doccia, dopo essere stato seduto per chissà quanto tempo alla scrivania a pensare che quello che aveva visto non poteva essere vero, aveva bisogno di sentire l’acqua sulla sua pelle, si era insaponato più volte, come se credendo che lavandosi a fondo, potesse andare via anche quello che aveva visto. Non sapeva cosa avrebbe fatto quando sarebbe arrivata la sua ragazza, se raccontarle tutto o se continuare a fare finta di niente e proprio mentre era immerso in questi pensieri la porta di casa si aprì ed entrò Antonella, ‘Massi’sei già arrivato??’ ‘Si, ho finito prima e sono tornato a casa, avevo bisogno di fare una doccia calda’. ‘Eh, già, anche io non vedo l’ora di entrare in doccia’ e così dicendo Antonella chiuse la porta del bagno alle sue spalle. Si spogliò, aveva ancora le mutandine sporche per via delle ultime gocce di sperma che le erano uscite dal culo, le prese, le annusò e le gettò nel cestino dei panni sporchi. Aprì l’acqua calda, prima di entrare in doccia si mise davanti allo specchio, si guardò a lungo, pensando che quello che le era accaduto negli ultimi giorni fosse qualcosa di assurdo, sembrava fosse un sogno, qualcosa che non sarebbe mai potuto accadere nella realtà o almeno non nella sua realtà, si riprese ed entrò in doccia. Dopo cena andò a sedersi sul divano accanto al ragazzo, Antonella aveva avuto modo di pensare anche a lui, a quello che gli stava facendo, ma aveva paura ad affrontare l’argomento perché sapeva che lui non le avrebbe mai perdonato il tradimento e sempre con questi dubbi nella testa arrivò il momento di andare a dormire. La notte trascorse molto agitata e la mattina Antonella non si sentiva molto bene, era spossata, quindi decise di non andare al lavoro, più tardi avrebbe mandato una mail al suo capo per avvisarlo. Massimo invece si alzò presto come ogni mattina, fece colazione, si vestì e dopo aver raccomandato ad Antonella di restare a letto e non prendere freddo uscì per andare al lavoro, quel giorno doveva andare in trasferta presso un cliente in una città a 3 ore dalla sua, ma sarebbe ritornato in serata. Antonella dopo aver dormito ancora qualche ora si svegliò che era quasi ora di pranzo, si sentiva già molto meglio, si alzò e vista l’ora tarda si ricordò che doveva avvisare l’ufficio. Guardò sulla scrivania della camera da letto e vide il pc di Massino, il suo invece era rimasto in ufficio, quindi decise di usare quello del suo ragazzo per mandare l’email. Lo accese, aspettò che il sistema operativo si caricasse e finalmente aprì la sua casella di posta elettronica. Dopo aver inviato la mail, più per perdere tempo che per altro, iniziò a curiosare tra le cartelle del pc di Massimo. Dopo aver girovagato tra varie cartelle di musica e film, si imbattè in una chiamata ‘XXX’, già dal nome aveva immaginato cosa ci avrebbe trovato dentro, sicuramente qualche film porno, quante volte Massimo le aveva proposto di guardarne uno insieme, cosa che lei invece aveva puntualmente rifiutato, così per curiosità cliccò due volte sull’icona della cartella e la aprì. All’interno c’erano decine di file video, tutti con nomi inequivocabili, Antonella iniziò ad aprirne qualcuno. Mentre apriva e chiudeva i vari file vide video in cui c’era di tutto, ragazze che prendevano cazzi in qualsiasi buco disponibile, orge, pompini’.poi ne aprì uno e rimase scioccata. C’era lei in primo piano, lei con in bocca il cazzo del suo collega. Com’era possibile??? No, si rifiutava di crederlo, non era possibile, come faceva quel video ad essere lì???? Il video nel frattempo andava avanti, ora il cazzo entrava e usciva dal suo culo, Antonella era ipnotizzata da quella scena, una cosa era farlo, sentire il cazzo che le entrava dentro, godere di quella penetrazione, un’altra era vedere la scena attraverso lo schermo del pc. Senza nemmeno volerlo portò una mano dentro il pantalone del pigiama, scostò l’elastico degli slip e iniziò lentamente ad accarezzarsi il sesso. Guardava il video e si masturbava, vedeva il cazzo che apriva il suo culo e lei prese ad infilarsi più dita dentro la fica, stava per godere, lo avvertiva, poi sentì dal video l’orgasmo del suo collega, vide il cazzo che ormai era piantato in profondità nel suo intestino e non faceva più dentro e fuori, continuava a masturbarsi, poi il cazzo uscì e vide tutta la sborra che prese ad uscire dal suo culo, infilò più in profondità le dita e venne, raggiunse l’orgasmo proprio mentre la sborra usciva dal suo culo. Ci mise un po per riprendersi, passato lo stordimento dell’orgasmo nella sua testa ricominciarono ad affiorare nuovamente le domande di prima, com’era possibile che quel video fosse nel pc del suo fidanzato?? Lui l’aveva visto, aveva visto cos’aveva fatto, perché non le aveva detto niente?? Non riusciva a capacitarsi, così fece l’unica cosa possibile, prese il telefono e chiamò Mario, il suo collega. ‘Ciao Anto, vuoi andare a prendere un caffè?’ rispose con tono ironico Mario, ‘Che cazzo hai fatto, stronzo?? A chi hai mandato il video??’ ‘Ah, te l’ha già detto il tuo ragazzo? Pensavo si limitasse a vedere com’è troia la sua ragazza mentre si sparava qualche sega’, ‘Che cazzo dici??? Perché gliel’hai mandato? Sei uno stronzo’. ‘Dai calmati, Anto, ascolta, se gliel’ho mandato c’è una ragione’. Tu non lo sai, ma l’altra sera che ero a casa tua, mentre stavamo scopando lui ci stava guardando dalla finestra’! ‘Che cosa?? Non è vero’, ‘Si invece, l’ho visto io, allora vedendo che non interveniva ho capito che è uno di quei ragazzi a cui piace veder scopare la propria ragazza con altri’. ‘Non è vero Mario, non è così’ e dicendo questo chiuse la telefonata. Iniziò a piangere, crollò sul letto in preda alle lacrime fino a quando non si addormentò sfinita. Era primo pomeriggio quando si risvegliò, sperava di aver sognato tutto ma le bastò guardare il pc ancora acceso sulla scrivania per rendersi conto che era tutto vero. Iniziò a pensare alle parole di Mario, al fatto che insinuasse che Massimo, il suo ragazzo l’aveva vista mentre scopavano l’altra sera e non era intervenuto, si spiegava finalmente anche il mistero delle chiavi nella toppa, era vero, era tutto vero, Massimo era rientrato, l’aveva davvero vista scopare con il suo collega e non era intervenuto, così come non le aveva detto niente dopo aver ricevuto il video in cui lei veniva brutalmente inculata, perché non le aveva detto niente? Era davvero come diceva Mario, gli piaceva davvero vedere la sua ragazza presa da altri? L’unica risposta possibile era si’era davvero così, aveva un ragazzo cuckold’

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