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Racconti Erotici Etero

Impaurita dal sesso fino a 30 anni

By 4 Dicembre 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

A 19 anni ero l’unica ragazza del mio gruppo ancora vergine. A me la verginità non pesava e non era di ostacolo alla masturbazione che già da qualche anno facevo con intensità non appena mi trovavo sotto le coperte oppure d’estate nuda sul letto. Non davo peso al mio aspetto non troppo bello e i ragazzi, forse, non mi trovavano particolarmente bella né interessante anche se le mie amiche mi dicevano che avevo delle gambe stupende e che ero carina. Una in particolare tentò di sedurmi ma non capii le sue mosse e mi ritrassi spegnendo le voglie della mia amica. Forse ne sarebbe nato un ingenuo ma intenso amore lesbico, oppure era anche il mio carattere che allontanava i maschietti.
Oltre al lavoro fin da ragazzina faccio tutti i giorni non meno di due ore di palestra e quindi ho ancora un culo da favola e due belle tette ancora su.
Con il gruppo di amici un venerdì sera precedente una festa nazionale andammo in discoteca e li di ragazzi carini ce n’erano veramente tanti; ne conobbi uno molto carino e lo abbordai. Lui stette alla mia iniziativa ed andammo in pista a ballare. Ero eccitata dall’ambiente ed anche l’avere in quel momento un ragazzo carino più del normale mi ha disinibito un po’ e con la sicurezza che mi distingueva mentre ballavamo gli dissi che mi sarebbe piaciuto se lui fosse stato il mio primo ragazzo. Salutai i ragazzi del gruppo ed uscimmo per andare a casa sua inseguiti dagli sguardi famelici di invidia delle mie amiche ed andammo a casa sua.
Entrati in auto mi dette una bacio allungando la lingua in bocca che gradii molto e non ne rimasi sorpresa. Durante il tragitto lo bacia continuamente e lo accarezzai passandole una mano sul collo e sulla nuca, sulle guance e toccandole le labbra con polpastrelli. Lui fu gentilissimo nell’aprirmi la portiera e nel scendere dall’auto limonammo tanto, così facemmo In ascensore. In realtà ero tesa essendo per me la prima volta con un ragazzo. Le amiche mi raccontavano tante cose; come si iniziava e come si finiva di scopare, come si baciava, come si toccava un maschietto, ecc.
Arrivati a casa sua mi sollevò la gonna e mi sfilò le mutandine e del mio stato di infoiata non se ne accorse nemmeno. Si sfilò i pantaloni, vidi quella ‘cosa’ dura tra le sue gambe ed il desiderio di toccarla, sentirla, era grande. Nacque in me la voglia di averlo dentro e lui non tardò a farlo. Mi infilò il cazzo tra le gambe. Sentii solo male e di quell’accoppiamento l’unica cosa che mi rimase fu il dolore ed anche il senso di vergogna unito alla paura, fino all’arrivo del ciclo mestruale, di essere rimasta incinta.
I miei sogni di un rapporto bello pieno di amore e tenerezze era svanito.
La mia stanza è al piano di sopra di una villetta a due piani con una finestra che da sul cortile da cui entra il sole tutto il giorno. Ha un bagno annesso che mi da una notevole privacy; sulla porta ho messo un cartello con la scritta ‘no entry’ e nessuno entrava senza bussare. La notte dormo sempre nuda per sentirmi libera e mi piace molto sentire le lenzuola a contatto con la pelle. D’inverno ho un bel piumone che mi scalda e d’estate invece un lenzuolo fresco. Ogni sera, tornando a casa mentre mi accingevo a dormire, notavo che il buco della serratura che si oscurava e poi di nuovo la luce. Dalla fessura sottostante la porta vedevo un’ombra che si spostava andando di qua di la. Scoprii mai chi fosse; poteva essere la mia unica piccola sorella che essendo ancora teenager cercava di spiarmi. Lei aveva una sua camera personale. Per avere la massima riservatezza nel fare sesso solitario misi un tappo di carta nella toppa, ma ogni sera vedevo che la carta non c’era più. Questo metti e togli è andato avanti per un bel po’ di tempo finché non l’ho messa perché inutile; scompariva sempre.
Il fatto che qualcuno mi spiasse significava che pur non essendo una dea ero comunque una ragazza con un corpo piacevole. Ciò mi inorgoglì non poco. Mi dissi “Allora piaccio a qualcuno! Non sono così male da essere repellente!”
La mia vita continuò così fino ad giorno d’estate in cui faceva molto caldo. Sentii dei rumori dietro la porta e poiché il mio letto era proprio davanti alla porta lo sguardo andò ad osservare la toppa della serratura da cui era visibile la luce e poi si oscurò. Era evidente che qualcuno mi spiava, così mi dissi tra me e me “adesso ti faccio una sorpresa!”
Feci finta di niente. Mi rigirai nel letto avvolgendo e svolgendo le lezuola, dando segni di insofferenza al caldo e sollevandomi un po’ mi tolsi la camicetta lentamente toccandomi i fianchi e le tette trattenute da un leggerissimo reggiseno che non tardai a togliere. Passai con le mani sulle mammelle stringedole per saggiarne il turgore e con le dita mi accarezzai i capezzoli già duri per l’eccitazione, poi mostrai le mutandine rosa di cotone.
Il mio clitoride era gonfio e sensibile, sporgeva un pochino perché la situazione mi eccitava ed avevo intenzione comunque di continuare per assaporare meglio le sensazioni che il sesso mi dava. Mi avvicinai alla porta e con le mani mi presi i lembi delle mutandine e me li sollevai all’altezza dei fianchi. Le mutandine si allungarono e si strinsero nel centro la fessura della fica penetrando tra le grandi labbra. Questa azione mise in evidenza e un po’ di pelo rosso chiaro che avevo lasciato sul pube uscendo dai lati del tessuto. Sentivo un respiro affannoso che cercava la persona tentava di smorzare ma, essendoci molto silenzio, lo sentivo e immaginavo anche lo sguardo su di me.
Lo strip che avevo in atto mi eccitava.
Mi allontanai un poco dalla porta affinché chi mi stava spiando vedesse solo la parte interessata.
Mostrai allontanandomi dalla porta le mie gambe lunghe da ballerina, bianche come l’avorio. Avvicinandomi alla porta afferrai il bordo delle mutandine e le abbassai lentamente muovendo i fianchi, spostando il peso da una parte e dall’altra come se avessi difficoltà ad abbassare le mutandine; quando pendevo da un lato le mutandine si soffermavano dall’altro e viceversa. Volevo che chi mi osservava assaporasse bene questo momento.
Il mio pelo riccio rosso, ora liberato, si distese . Si vedeva benissimo la fessura della figa e, per rendere ancora più erotica e lussuriosa la scena, presi una spazzola pettinandomi il pelo prima all’insù mostrando la fessurina e poi in giù nascondendola. Ciò mi eccitava ancora di più ed allora avvertii la sbroda uscire e bagnarmi le piccole e le grandi labbra. La voglia di sgrillettarmi si faceva sempre più strada nella mia mente.
Nonostante tutto non volevo dare la soddisfazione di vedermi godere così presto a chi mi guardava. Così allargai un poco le gambe e con le dita la aprii scostando le grandi labbra, le piccole le tirai in fuori e all’insù e le lasciai cadere aprendosi come due petali che si uniscono al centro; sembravano al punto di sbocciare. Si posarono sopra le altre mostrando la figa semi aperta.
Mi allontanai un poco affinché mi vedesse per intero.
Sollevai le braccia  inarcando la schiena e con il corpo creai l’esercizio ginnico del ponte mostrando la fica in tutta la sua bellezza con le gambe aperte. Con tutte le lezioni di danza che facevo ero diventata molto flessibile , potevo fare molto con il mio corpo, molte posizioni impensabili per chi era fuori di quel mondo.
Sentii che la figa spalancarsi ancora di più e un fremito mi assalì. A stento riuscivo a trattenermi dall’orgasmo che era più intenso che mai.
Nella posizione che avevo assunto feci si che vedesse bene la figa e che fosse l’unica visione e nient’altro; il resto del corpo era scomparso, la testa l’avevo all’ingiù dal lato opposto alla porta. Non vedevo ciò che c’era dietro di me ma in quel momento l’importante era mostrargliela per intero semi aperta.
Non sono riuscita a trattenermi, l’eccitazione era troppo forte. Il sapere che qualcuno mi guardava senza che lui sapesse mi faceva provare una forte sensazione trasgressiva che mi fece liberare un lungo orgasmo silenzioso;
Non sono venuta squirtando, per fortuna, come il mio solito e un rivolo di piacere scese lungo le cosce.
L’energia messa nell’orgasmo mi fece ribaltare a terra e passata l’ondata di piacere mi rimisi in piedi rivestendomi e comportandomi come se nulla fosse accaduto, come se quello che avevo appena fatto fosse solo routine di stretching. Vidi che dal buco entrava la luce lo spettacolo era finito e la persona se ne era andata.
Quella notte ripensai e ripensai a chi poteva essere la persoan che mi guardava e mi bagnai nuovamente a quel pensiero. Comunque nessuno di casa poteva dire qualcosa. Ne trassi la convinzione che non ero così mal fatta da essere rifiutata da un maschio.
Quelle esibizioni si protrassero per tutta l’estate e terminarono d’inverno. Chi fosse la persona non mi fu mai chiaro. Le mie esibizioni mi dettero tanti bellissimi orgasmi a cui non rinuncerei mai. Così mi sgrillettai per anni pur desiderando un uomo. Il ricordo della violenza subita svanì con il tempo.
La pratica della masturbazione la paraticai continuamente almeno ogni giorno. Il desiderio sessuale lo avevo sempre e facevo si che anche gli altri fossero interessati a me non solo per il sesso.
In discoteca, per la strada, nei ritrovi, mi sono sempre evidenziata con la mia personalità e per la mia eleganza nel vestire.
Continuavo però a restare sola, senza neanche un uomo ed ho, comunque, tutte le sere una grandissima voglia di scopare e devo quindi arrangiarmi; in questi casi, come si dice, chi fa da se fa per tre. Come avrete ben capito mi masturbo tutte le sere e ormai sono diventata una vera esperta.
una sera per provare una sensazione che non avevo mai provato prima spensi le luci, accesi le candele e misi un po’ di musica in sottofondo. In questi casi mi riprendo con una videocamera perché trovo eccitante rivedermi in questi momenti.
Mi spoglio davanti allo specchio, mi slaccio la camicetta e la sfilo, mi tolgo i jeans, poi il reggiseno e infine il perizoma restando completamente nuda.
Comincio a ballare davanti allo specchio portandomi le mani tra i capelli, mentre muovo lentamente il bacino.
Solamente a guardarmi mi eccito.
Fisso lo sguardo sui capezzoli già turgidi e poi sulla vagina.
Mentre ballo mi accarezzo la figa come una gattina e sento che sono bagnata. Porto allora la mano alla bocca e lecco il sapore del mio sesso e, proseguendo a ballare, la mia vagina si fa a poco a poco sempre più calda e vogliosa finché non sento pervadere il mio corpo da un fuoco ardente.
Mi guardo intensamente allo specchio ed  avrei una gran voglia di scoparmi da sola.
Vado sul letto, metto sul cuscino un asciugamano ruvido e ci salgo a cavalcioni per strofinarci il clitoride avendo una sensazione di piacere mi pervade tutta. Dopo un po’ la mia fica diventa un vero e proprio lago e ha una voglia irrefrenabile di essere penetrata. In casa non ho vibratori o cose del genere allora in sostituziaone prendo il primo oggetto che mi capita: un astuccio cilindrico per la penne di plastica lungo una ventina di cm. Inserisco questo oggetto nella figa e continuo a titillare il clitoride con le dita. Inizialmente sento dolore perché l’oggetto è grosso ma poi inizia il piacere. Chiudo gli occhi e immagino di avere nella fica non un pezzo di plastica ma il cazzo bello e grande di un uomo.
Inizio a godere, a godere e a godere. Vedo sul mio stravolto volto riflesso dallo specchio il piacere che aumenta fino all’orgasmo
“AH AH AH Si SI SI DAI SI SIhhhh!” il godimento aumenta e sale, sale “AH AH AH…….” ad un certo punto perdo i sensi.
Mi risveglio un’ora dopo circa stesa sul letto con l’astuccio che ormai era scivolato fuori dalla mia fica.
Questi sono degli esempi di come mi procuro il piacere solitario.
Avevo 30 anni e conobbi Franco che subito mi corteggiò. Era gentile, bello, piaceva a tutte le mie amiche.
In particolare la mia amica Paola, già sposata e divorziata, se lo filava alla grande cercando in tutti i modi di sedurlo con la camicetta sempre aperta sulle sue gran tette, mini al limite o spesso inguinali, scarpe a tacco alti e zeppa di colori sempre diversi e sgargianti, tenendo un atteggiamento spavaldo e seducente che faceva pensare ‘quello che faccio io non lo fa nessuno’.
Con l’esperienza avuta più di dieci anni prima restavo sempre diffidente ma Franco lo volevo. La chimica degli ormoni era in attività.
Improvvisamente scoprii che la masturbazione ed i sogni erotici fatti guardando i vari siti porno non mi bastava; volevo l’amore, volevo scoprire il sesso ed ora volevo lui.
Lui rideva, chiacchierava, scherzava, faceva lo stupido un po’ con tutte e tutti, mi accompagnava a casa mi baciava sulle guance e lasciandomi sola a fantasticare e ad accarezzarmi il sesso da sola.
Un giorno Paola mi invitò a cena, era senza il marito, “viene anche Franco” mi disse, “sa che ci sei tu”. Era estate. indossai solo un vestitino verde, sandali da modella col tacco alto. Nulla di nulla sotto. Lui era in jeans e camicia bianca, lei era sulla porta ad aprirmi con le labbra troppo rosse ed una minigonna da urlo. In quel momento la gelosia fu veramente tanata e mi intristì facendomi cambiare tutti i progetti fatti nel prepararmi. Con un calice di spumante in mano e Paola che si aggiustava il reggiseno sotto la camicetta suonò il telefono “Ci vediamo più tardi” disse la mia amica “vi lascio la casa libera!” e strizzando l’occhio a Franco sparì.
Restammo io e lui a guardarci mentre sentivo una strana sensazione tra le cosce che avevo provato tante volte ma ora ero con Franco che sorrideva e che senza esitazione e remore si spogliò restando totalmente nudo. Guardavo il suo bel corpo, le sue spalle larghe, il petto e il suo cazzo. Mi venne vicino, mi baciò, prese la mia mano e la appoggiò lì dove voleva lui ma era anche il mio obiettivo. Mentre lo toccavo sentivo la sua lingua sul collo, le sue mani che mi sollevavano il vestito, la sua erezione improvvisa quando si accorse che non avevo intimo. Avevo visto tantissime scene di quel genere su internet nei siti porno e mi sembrava di vivere in un set pornografico. Tenevo quel l’organo duro tra le mani con le mie unghie laccate e ben curate. Volevo lui, il suo membro, ero eccitata; mi sfilò il vestito e mi spinse gentilmente in ginocchio davanti al suo cazzo duro. Mi sentivo una vera porno star, tacchi alti e null’altro con la figa che mi colava.
Lui mi accarezzò la nuca guardandomi, poi per la prima volta in vita mia mi trovai con il suo glande in bocca e, pur avendo visto tante scene di sesso orale, non sapevo come fare. Quando aprii la bocca lui me lo mise dentro e per me fu incredibilmente naturale leccarlo.
“Tira fuori la lingua” mi disse guardandomi e immediatamente mettendolo in bocca. Morivo dal piacere. Un cazzo bello, duro, grosso, tutto per me. Mi scopava la bocca alla grande, lo sentivo in gola, avevo paura che me lo infilasse tutto ed avessi conati di vomito. Con una mano mi masturbavo mentre con l’altra mano gli toccavo il buchetto posteriore ed allo stesso tempo avvicinavo il suo bacino a me. Lui mi teneva le mani sul collo e tra i capelli dandomi il ritmo del bacino per farmelo sentire di più. Poi mi sollevò, mi baciò, succhiò la mia lingua, con le mie mani che tenevano amorevolmente il suo cazzo e sulle sue palle.
“Voglio scoparti” disse, “fallo!” risposi.
Non mi allargò nemmeno le gambe che mi ritrovavo aperte come una troia pronta alla chiavata, mi prese per le caviglie, mi guardò la figa, mi infilò il cazzo e mi trovai in paradiso “E’ bagnatissima e stretta, te la godo!” e mi infilò il cazzo fino alle palle andando ad infrangersi contro la bocca dell’utero.
Capii in quel momento cosa era il piacere, il sesso, mi entrò nella carne, nella figa, nel cervello, non avrei mai smesso.
Ebbi anche il mio primo orgasmo non solitario e così anche il secondo ed il terzo. Pensavo alle macchie che stavo lasciando sul divano della mia amica, ma non volevo che finisse.
Franco preso dalla foga mi disse “sei bella, sei sexy, sei porca”. Mi strinse le tette, cominciò a succhiarmi i capezzoli già duri, mi tolse il cazzo dalla fica e cominciò a leccarla. Inizialmente piano, le labbra, poi il clitoride ed allora gli godetti in faccia. Mi rimise in ginocchio e cominciai a fare il mio primo pompino “Sborrami in bocca” gli mormorai.
“Non è ancora finita” disse lui sorridendo.
Negli istanti successivi si sdraiò sul divano e mi sentii come la schiava che adorava il suo padrone, gli succhiavo il cazzo ed aspettavo il premio.
Come per incanto apparve Paola che si mise ad accarezzarmi le tette da dietro spingendo le sue sulla mia schiena e dicendomi “sei proprio una troia, una vacca, una gran puttana” leccandomi il collo con una lingua fantastica.
All’istante capii che per me il sesso iniziava quel giorno lì.
Mentre succhiavo lei prese a sgrillettarmi, mi leccò la schiena, piano, sempre più giù. Sapevo dove voleva arrivare ed io sapevo dove volevo che arrivasse. Mi mordicchiò i glutei, li allargò con le mani e mi leccò il buco del culo. L’effetto di quelle azioni mi fece godere come una troia mentre Franco mi infilava tutto il cazzo in bocca e io mi masturbavo quasi con violenza.
Mi sdraiarono sul divano, Paola si mise a cavalcioni con la figa sulla mia bocca in modo che la leccassi. Era bagnata anche lei e mi incitava colandomi sulla lingua il suo piacere.
Franco mi tirò verso di sé, allargò le mie gambe, strofinò il suo cazzo sulla mia figa umettandolo ed appoggiò la cappella dura sul mio sfintere ormai rilassato. Non feci in tempo a pensare se lo volessi o no. Quando spinse lo lasciai fare e quindi mi trovai quello splendido cazzo anche nel culo mentre mi godevo la figa della mia amica che pensò bene di sfregarmi il culo e la vagina sulla bocca mentre con una mano mi strizzava una mammella ed il capezzolo e con le dita dell’altra me le infilava nella figa.
Godevo tutta e tremavo per le scariche di goduria che avevo.
Paola mi scaricò in bocca il suo orgasmo, Franco mi tolse il cazzo dal culo sdraiandosi sul divano e guardandoci divertito.
La mia amica cominciò a segarlo, mi baciò e mi disse “prendilo tu, io so già com’è”. Non rifiutai l’offerta. Gli leccai la cappella, allargai le labbra e la bocca e lo presi tutto in bocca. Lo sentivo dentro e tutto sulla lingua.
“Piano troia” disse Paola.
Ripresi con una mano il cazzo duro con la cappella ormai viola e con l’altra mano mi Franco mi costrinse giù a spompinare. Mentre succhiavo Paola mi infilò due dita con le sue lunghe unghie rosse nella figa. Ebbi un altro orgasmo.
“Succhiami porca, fammi godere, ti voglio sborrare in bocca” mi incitava Franco. Era il mio primo bocchino e volevo vedere come finiva.
Paola cominciò a toccarmi il buco del culo con altre due dita, mi spostò i capelli “voglio vederti mentre ti gode in bocca” e spinse su e giù più veloce la mia testa prendendo a masturbare l’uccello di Franco nella mia bocca.
Impazzivo di libidine.
Lei si avvicinò e mi disse forte in modo che Franco sentisse “quando sborra devi ingoiarlo tutto e continuare a succhiare e leccare. Hai capito, puttana?” e mi infilò fino in fondo le due dita nel culo.
Sentii il cazzo diventare più duro, poi mi trovai la bocca piena di sborra. Erano getti forti, caldi, non acidi che mi erano graditi e quindi non smisi di succhiare e di pompare.
Era il mio primo ingoio, sentivo lo sperma in bocca, in gola, nello stomaco.
Mi ricordai dei discorsi delle mie amiche che sottovoce e molto intimamente mi raccontavano di situazioni uguali che mi hanno sempre eccitato e fatto sognare la notte durante i miei deliziosi ed amati ditalini.
Franco si dedicò poi a Paola tanto che quella sera finì con lui che godeva nel culo di Paola mentre lei gemendo di piacere mi leccava e mordeva la figa e si faceva leccare poi il buco del culo da cui colava la sborra del primo uomo che mi aveva fatto godere.
Ora poso dire di avere un amante ed anche una mante che mi ha dato solo un cenno di quel che può essere il sesso lesbico.

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