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Racconti Erotici Etero

INCIDENTE?

By 5 Marzo 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

INCIDENTE?

Sono sempre io, Marco’
Un’altra avventura che mi &egrave capitata realmente. Ho dovuto cambiare i nomi per ovvi motivi.

Stavo tornando in macchina da un’altra noiosa giornata passata in fiera, seguendo gli stands di numerose aziende nostre clienti, affinché i contatti ed i rapporti lavorativi continuassero ad essere buoni’insomma le solite cose che si devono fare quando si &egrave imprenditori’
Fin dall’uscita a piedi dal padiglione una fastidiosa pioggia cominciava a prendere corpo, bagnando sia quelli che, come me, correvano verso la loro macchina, per non risultare completamente zuppi, sia le autovetture stesse, che cominciavano stancamente ad incolonnarsi verso l’uscita dall’area della fiera’
Ora premetto che sono fidanzato da parecchio tempo, ma si sa, le scappatelle sono come le mele col baco’a volte capitano'(vedi gli altri miei racconti).
La mia fidanzata fa la hostess di fiera e, ovviamente, ha diverse colleghe , più o meno carine, con le quali stringe, a volte, rapporti di amicizia oltre che lavorativi.Alcune di esse, poi, capita che siano diventate sue amiche strette, tanto che siamo arrivati ad organizzare uscite con loro ed i loro rispettivi ragazzi, persone più o meno simpatiche’ma sempre, devo dire, si sono rivelate uscite piacevoli.
Una sua collega in particolare, Erika, le &egrave diventata molto amica’al punto da invitarci al suo matrimonio (peraltro con un ragazzo molto simpatico) e scambiare confidenze con noi sulla sua famiglia, etc’
Erika &egrave una ragazza più grande di me e della mia fidanzata, ha circa 36 anni.
Fisicamente &egrave alta sul 1,70, ha i capelli castani tendenti al rosso, mossi,lunghi e vaporosi’occhi grandi e profondi castani, voce molto sensuale e un fisico di tutto riguardo’tette rotonde e piene e un paio di chiappe che sembra disegnato da Giotto.
Io e lei, inconsciamente, abbiamo legato subito, forse anche per via del fatto che siamo dello stesso segno, Gemelli, e che in diversi argomenti e discussioni, durante le serate in compagnia ci siamo trovati ad essere d’accordo su parecchi punti, non lesinando sorrisi e occhiate di intesa ogni volta che si stabiliva la medesima conclusione. Ora’sull’irreprensibilità e la serietà di Erika non posso dire nulla. E’ veramente una brava ragazza, fedele, comprensiva, dolce’e davvero innamorata del suo uomo.
Ma &egrave pur sempre un essere umano.
La mia fidanzata ha sempre trovato in lei reciproco appoggio su tante questioni, e diverse situazioni ed espansività vietate a tante sue amiche, con lei erano cosa normale’
Ma come dicevo, &egrave pur sempre umana e fatta di carne’
Me ne accorsi una sera che ci salutammo, abbracciandoci per darci i due bacetti sulla guancia, stringendola sulla schiena, appena sopra i glutei, e ricevendo in cambio un lascivo rantolo di approvazione sul collo, al momento dello scambio dei baci ed una stretta passionale e decisa, sulla mia zona corporea corrispettiva , un po’ troppo prolungata’
Ma torniamo a noi’
Arrivai finalmente alla macchina dopo uno scatto finale da centometrista, dato che la pioggia cominciava a farsi davvero insistente.
Entrato in auto, finalmente mi tolsi l’impermeabile zuppo, e mi diedi una sistemata’se si può dire così!Misi in moto e mi diressi verso l’uscita ritrovandomi nel serpentone della via di imbocco all’autostrada, per tornare verso la città’
Mi accesi una sigaretta, accendendo lo stereo e mi misi a guardare fuori dal parabrezza, verso il grigio gocciolare di quel rientro, cominciando a rilassarmi e a rendermi conto che sarei rimasto in auto un bel po”
Ad un tratto guardai verso la pensilina del bus navetta che dalla fiera faceva tappa in città e vidi che era pieno di persone che aspettavano’poverini’che palle!
Stavo per distogliere lo sguardo, quando mi sembrò di scorgere una sagoma familiare’guardai meglio e’ma sì era proprio lei’Erika!
Presi in mano il cellulare e pensai che, passando davanti a lei e dirigendomi anche io in città, sarebbe stato cortese da parte mia darle un passaggio, cosicch&egrave avrebbe potuto certamente sedersi, avrebbe preso meno acqua e avremmo fatto il viaggio in compagnia’
Richiamai dalla memoria del telefonino il suo numero e premetti invio’
Fu divertente seguire in diretta la scena di lei che sentiva squillare il cellulare, lo cercava affannosamente nella sua borsa, tra le gente che la pressava per prendere meno acqua e lei che una volta trovatolo disse, avendo visto il mio numero, con tono cortese, come sempre:’Marco! Ciao! ‘
Ed io allora :’Ciao bella! Scusa se ti disturbo’ma volevo dirti che stai bene con l’impermeabile blu!’
E il suo viso stupito’dopodiché disse:’Ma dove sei? Anche tu in fiera?!’
E io:’Se ti giri verso destra mi vedrai due macchine più dietro della Golf rossa! Dai fai una corsetta qui che ti do un passaggio!’
E lei, scrutando tra le macchine:’Arrivo subito! Grazie!’.
Mise giù il telefono e, staccatasi dalla pensilina, cominciò a correre verso la mia macchina.
Le aprii la portiera pochi passi prima che giungesse alla maniglia e la feci entrare’
Si richiuse velocemente lo sportello alle spalle e si girò per salutarmi:’Ciao bello! Meno male che sei qui!’che razza di pioggia. Mi sarei senz’altro beccata un raffreddore se fossi rimasta ad aspettare sotto quella pensilina’Ma tu piuttosto,come mai da queste parti?’
E io:’Ciao’Sai al solito. Dovevo visitare dei clienti e dei fornitori’E tu? In che stand stai stavolta?’
Mi disse il nome di una marca giapponese di telefonini
Allora dissi:’Ah’ecco. Come sempre vi vogliono perfettamente vestite:tailleur, scarpe alte, etc”
E lai:’Esatto! Che palle’tutto il giorno a girare e lavorare su sti trampoli e dentro questi vestiti eleganti sì, ma scomodi da matti! Anzi scusa’.’
E così dicendo si slacciò l’impermeabile, lo aprì e cominciò a toglierselo, per metterlo poi sul sedile posteriore’
Ebbi così modo di osservarla:aveva un bellissimo tailleur gessato blu chiaro, fasciante, con giacca elegantemente chiusa davanti con 2 bottoni, un’ampia scollatura che metteva in risalto il fatto che sotto non portasse nulla oltre il reggiseno.La gonna,anch’essa ovviamente gessata,era appena sopra il ginocchio, molto fasciante e metteva in risalto le calze velatissime che Erika portava sotto, con al piede una decollt&egrave con tacco 12, ovviamente blu.
In tutto questo, i suoi capelli, già mossi per natura, grazie all’umidità della giornata e all’aria calda dell’abitacolo erano diventati ancora più vaporosi e ondulati, tanto da ricordare i cavalloni del mare in una giornata di burrasca’.
‘Ho paura che ci toccherà stare un po’ in macchina’guarda che coda’con sta pioggia!’ dissi io.
E lei:’Poco male’tanto il bus non penso che ci avrebbe messo di meno e poi’dai’almeno stiamo in compagnia e parliamo un po”.’ e finendo di dire così’si allungò leggermente sul sedile, mettendosi più comoda’
Restammo in silenzio per alcuni secondi, guardando entrambi in avanti, verso l’immobilità totale della fila delle auto in rotta di rientro. Poi ad un certo punto mi chiese:’Con Paola tutto ok? (Paola &egrave la mia ragazza)’l’ho sentita l’altro ieri e mi &egrave sembrata un po’ giù”.
Io le risposi :’Beh sai’un po’ le rogne a casa sua’poi sta studiando come una pazza’non trova nemmeno il tempo per dedicarsi un po’ a noi’e poi sempre l’agenzia per cui lavorate entrambe’quella rompipalle della vostra direttrice sta sempre a stressarla”.
E lei,sorridendo:’ Sì’&egrave vero &egrave davvero una bella rompipalle”
Attesi qualche secondo e poi le chiesi:’E tu con Fabrizio? (ovviamente Fabrizio &egrave suo marito)’me lo saluti sempre quando te lo chiedo?’
E lei:’Sì..sì..e lo saluto sempre.Ricambia’Le cose vanno abbastanza bene’come al solito”
Percepii una strana inclinazione nella sua voce’soprattutto nell’ultima frase’sembrava davvero una cosa detta tanto per dire’
La guardai come se dovessi aspettarmi qualcos’altro da sentire’
Lei se ne accorse. Abbassò lo sguardo e sospirò’Poi guardandomi mi disse:’No,Marco..In effetti le cose non vanno molto bene tra me e lui.Ha un sacco di menate per il lavoro’la sua famiglia, con il fratello e la sorella e la madre gli stanno sempre addosso e lui non si stacca da loro nemmeno un momento.Sta sempre a pensare a loro’mi tratta male e se provo a chiedergli qualcosa, mi manda a quel paese’Poi, appena ha un minuto libero, corre a giocare a calcetto con i suoi amici’dice che così finalmente riesce a rilassarsi’non so proprio cosa fare” e quest’ultima frase venne accompagnata con una parziale rottura della voce, prodromo del pianto imminente’
E infatti, dopo pochi secondi, singhiozzando, cominciò un pianto delicato ma doloroso al tempo stesso’
‘Ehi’Ehi’stellina! Non fare così’.’ le dissi, stringendole la mano sinistra con le mie due, delicatamente”Non te la prendere così’vedrai che si sistema tutto’&egrave solo un periodaccio’sai quanti ne abbiamo passati noi’anche ora’ma dài! Vedrai che và tutto a posto!’.
Nel frattempo, mentre mi tiravo fuori dalla tasca il fazzoletto bianco, per porgerglielo, in modo da farla asciugare, notai il cartello di ingresso all’autostrada che diceva ”INCIDENTE A 3 KM. TEMPO DI ATTESA 45 MINUTI’.Lentamente notai che tutte le macchine accostavano sul lato più estremo a destra, in prossimità della corsia di emergenza, spegnendo il motore’
Lo stesso feci anche io, mentre Erika cercava di ricomporsi’.la condensa ci mise poco a ovattarci in un mondo tutto nostro’
‘Sai”mi disse ‘ sei davvero gentile’scusa il mio sfogo” e mi guardò con due occhi da cerbiatta tenerissimi’
‘Non preoccuparti”le risposi’ Succede ogni tanto’l’importante &egrave che al momento giusto ci sia qualcuno vicino che cerchi di rincuorarti” e così dicendo le misi il mio braccio sulla spalla, appoggiando la mia mano destra tra i suoi capelli, delicatamente dietro la nuca’
‘Già..’mi disse guardandomi negli occhi”e oggi per fortuna c’eri tu”e mi appoggiò la mano sinistra, con naturalezza sulla coscia destra’
Non so cosa ci accadde’secondi di silenzio che sembravano interminabili’.a fissarci l’un l’altra’occhi negli occhi’e poi accadde’così’naturalmente’
Ci baciammo’.un bacio lungo, voglioso, passionale’con molta lingua’
Le nostre lingue sembravano indiavolate e infuocate’le nostre salive si mescolarono come un cocktail erotizzante e passionale’andammo avanti per cinque minuti buoni, durante i quali sentii il mio uccello diventare di marmo’costretto negli angusti meandri dei boxer e dei pantaloni’in cui sentii aumentare il suo respiro, evidente sintomo di eccitazione anche da parte sua’
Poi ci staccammo e, guardandomi, lei mi disse:’ Secondo te’pretendo troppo?”
E intanto io mi stavo aprendo i pantaloni, prima il bottone, poi la lampo’infine abbassando il boxer, quel tanto che bastava per liberare il mio obelisco di carne che aveva assunto ormai dimensioni di tutto riguardo (circa 20 cm!)’
‘Cosa pretendi?’ e così dicendo le guidai la mano destra intorno alla mia verga durissima, che ebbe un sussulto al contatto con la sua mano’
Lei cominciò a muovere la mano lentamente su e giù, lungo la mia asta, mentre io, con la mia mano destra le mettevo il palmo dietro la nuca e con le dite le afferravo i capelli dolcemente ma con decisione”Pretendo solo attenzione’ogni tipo di attenzione” mi rispose guardandomi con occhi languidi’
Allora io, cingendo più forte i suoi capelli, per farle capire che da quel momento avrei comandato io i giochi, le dissi:’Vuoi attenzione? E’ questo che vuoi?”e lei ‘Sì’sì &egrave questo!’ rispose quasi ansimando”E allora oggi ne avrai tanta’ma tanta!’ le dissi deciso’dopodiché spinsi con decisione la sua testa sul mio cazzo’le sue labbra arrivarono sulla mia cappella già semiaperte’
Ingoiarlo quasi tutto per lei fu come una liberazione’se lo infilò in bocca quasi grugnendo di piacere’Se lo fece girare tra le fauci per qualche secondo, assaporando il mio sapore di maschio’
Poi alzò leggermente la testa’per guardarmi, ed io ne approfittai per tirare tutti indietro i sedili, in modo da stare più comodi e reclinare gli schienali’Quindi mi disse:’Che buon sapore che hai, Marco’lo sapevo che eri anche tu attratto da me’mi piace da morire il tuo cazzo’&egrave bello grosso e lungo’me lo ero immaginato così, ogni tanto, ma dal vivo &egrave ancora meglio!”e io:’Grazie,tesoro’non pensavo di piacerti tanto’ma ora che hai in mano lo scettro del sesso ho un bel po’ di progetti per i minuti a venire’sapessi quante volte ho sognato di farmiti’ma ora non fermarti dai’succhia bene!’
Non se lo fece ripetere due volte’Cominciò a leccarlo dalla base, risucchiando in bocca anche un coglione per volta, con delicatezza ma con passione’poi si dedicò all’asta’leccando e rileccandola con perizia e devozione, dando anche ogni tanto dei piccoli morsetti, che mi facevano vibrare e perdere la testa’su e giù’lentamente ma incisivamente..poi comiciò a leccare la cappella, partendo dal frenulo e giocandoci con la lingua’che maestra da pompa!’leccò e rileccò la cappellona carica di sangue e quindi molto sensibile, per diverse volte’poi quando capii che stava per ingoiare l’uccello per intero, le tirai i capelli, che fino a quel momento non avevo mai lasciato’la costrinsi a tirare indietro la testa e a guardarmi’poi a muso duro le dissi:’Voglio che tu mi dica che oggi sei la mia troia! E che farai tutto ciò che ti dirò’dillo!’ e le diedi uno strattone leggero ai capelli”AH! Sì ok’! Oggi sono la tua troia! LA TUA TROIA! Fammi tutto quello che vuoi!Farò qualunque cosa per te!”disse fissandomi, vogliosa, negli occhi
Poi le spinsi la testa di nuovo sul mio cazzo dritto e lei cominciò a succhiarlo con una perizia ed una foga che mai in vita mia avevo trovato e provato’Sembrava indiavolata tanto si stava gustando il pompino’e guardarla succhiarmi la nerchia era una visione che mi mandava fuori di testa’ogni tanto lo tirava fuori completamente, per poi ricacciarselo tutto in gola’tanto che il suo naso arrivava ad infilarsi nei miei corti peli pubici’
Mi feci spompinare per 10 minuti buoni’
La pioggia continuava a ticchettare sul tetto della macchina, ma i mugolii e il rumore di risucchio che Erika emetteva ciucciando il mio uccello avevano un suono, dal mio punto di vista, ancora più romantico!
Poi mi sollevai’e dissi:’Sei una fantastica bocchinara, tesoro mio’ma ora voglio la tua passera!’
Lei mi guardò’sorridendomi sorniona’allora io incalzai:’Coraggio, zoccola’.spogliati! Ma non toglierti le scarpe e le calze’voglio che resti agghindata come una puttana da scopaggio!’
E lei mi rispose:’Ok, Marco’come vuoi tu”.
E così cominciò a togliersi la giacca, rivelando, sotto, un magnifico reggiseno di pizzo nero, che le incorniciava perfettamente i seni ben pieni e tondi’
Io nel frattempo mi ero denudato, con una velocità da speedy gonzales’rimanendo vestito solo della mia possente erezione’
Lei aveva proseguito sfilandosi la gonna e portando alla mia vista un meraviglioso paio di gambe ben tornite e un paio di calze autoreggenti con pizzo non molto alto ma molto ben rifinito’le sue mutandine mi fecero quasi svenire: aveva un perizoma, nero, semitrasparente attraverso il quale potevo scorgere qualcosa che presto avrei verificato’
Poi si tolse il reggiseno, aprendolo da davanti (che bel modello!) e lasciandomi godere della vista delle sue tette’belle, tonde, con i capezzoli turgidi e vogliosi’mi ci avventai sopra succhiandoli a più non posso! Lei dapprima sorrise poi cominciò ad eccitarsi nuovamente’.ero davvero arrapato!
Mi alzai per guardarla sdraiata e la osservai tutta’lei mi disse:’allora’così ti piaccio?”
io la fissai e le dissi:’C’&egrave ancora qualcosa da togliere’o sbaglio?”lei sorrise, bellissima’.Alch&egrave, io con un gesto quasi animalesco, le brancai con la mano sinistra il tessuto del perizoma e dando un forte strattone glielo strappai letteralmente di dosso, facendole emettere un gridolino di sorpresa e godimento al tempo stesso”Cazzo! Come faccio a tornare a casa senza slip, adesso?”mi disse preoccupata’
Io le risposi:’Non preoccuparti, tanto’da quello che mi dici, tuo marito non si accorgerebbe nemmeno se rientrassi in casa nuda!”
Poi il mio sguardo scese di nuovo tra le sue gambe e lì ebbi la conferma di quello che avevo intravisto’.Erika aveva la figa depilata!Bella rasata, come il guscio di un uovo! Meravigliosa!
Mi venne spontaneo dirle:’Cazzo che bella figa che hai! Sei proprio un gran troia a portarla così! Mi fai impazzire!”e lei:’Sono contento che ti piaccia’me la sono fatta ieri’così per sfizio’sono contenta che sia tu a provarla per primo, con questo nuovo look!’
Dopodiché, mi posizionai tra le sue cosce con la mia faccia e cominciai leccarla e succhiarla meglio che potevo’la sentivo gemere come una vacca’mi affondava le unghie nei capelli’la leccai avidamente e lungamente, ciucciandole e mordendole dolcemente ogni tanto il clitoride, strappandole dei veri e propri acuti di goduria e procurandole alcuni orgasmi’
Quindi venne il momento di inforcarla:sgusciai attraverso le sue gambe e senza dirle niente posizionai, aiutandomi con la mano destra, la mia cappella gonfia e rossa all’ingresso della sua meravigliosa vulva’poi con un colpo secco e profondo la penetrai completamente”AAAHHHH! Marco! Che bello’.che meraviglioso cazzo che hai!!! OHHH! Dammelo tutto’tutto!’ mi grugnì rocamente nell’orecchio’e io, mentre cominciavo a stantuffarla a ripetizione come un forsennato:’Certo che te lo do, bella troiona! Ti piace il mio cazzone,eh?! Dai’scopa, scopa, bella puttanona mia!”e lei:’SIIII! Si si’sono la tua troia’scopami come una puttana’la TUA puttana! AAH! AAH !AAH! AAHH!”
Le pistonai la fregna per un quarto d’ora buono’
Poi, essendo nella posizione del missionario, con lei sotto e io sopra, ebbi l’idea che mi avrebbe dato molto godimento in più’le sollevai leggermente la gamba sinistra, le feci piegare il ginocchio, in modo da far scapolare la sua coscia alla mia destra, avendo entrambe le sue gambe dal mio lato destro”Oh tesoro” mi disse ‘cosa mi fai? Una nuova posizione’sono in estasi!”Allora io le rivelai le mie intenzioni:’ Non proprio, bella la mia troiona’dato che sei mia’la MIA puttana’ho deciso che voglio marchiarti per quello che sei’voglio ricordarti mia” e mentre dicevo così, le sollevavo leggermente la chiappa destra in modo da esporla e bloccarla contro il sedile, quasi girata di tre-quarti, dandomi le terga e la faccia rivolta verro il finestrino del guidatore’poi lentamente, con abili e lenti movimenti delle mani le feci esporre il suo buchetto del culo, cominciando a massaggiarlo e lubrificarlo con i suoi stessi umori’Lei, a questo punto, mi disse:’ Ma che intenzioni hai’?Il massaggio &egrave molto piacevole,ma’.ti stanno venendo strane idee!?’ e io allora:’Quando hai detto che avresti fatto tutto quello che avrei voluto’ti ho preso in parola, bella puttanella mia” e lei:’Sì’ma’ma’lì non l’ho mai preso,Marco! Non l’ho mai dato neanche a Fabrizio!’No! non voglio mica!”e mentre si lamentava intanto io le avevo appoggiato la cappella all’ingresso dello sfintere, che sentivo bollente e tremante di paura”stammi a sentire”le dissi’ ora siamo qui’una santa non mi sembri, altrimenti non ci avresti messo tutta quella foga nel succhiarmi il cazzo’vero?! Non ti &egrave piaciuto,forse?’ e così dicendo le tirai di nuovo i capelli, domandola come una puledra agitata” Sì’&egrave vero’mi &egrave piaciuto tanto succhiarti il cazzo! Ma &egrave che’insomma’ho paura!’
Allora io, deciso, cominciai a spingere sulla sua vergin-rondella”Coraggio’tesoro’non aver timore’poi vedrai che ti piacerà’lasciati andare!”e lei comiciò un lungo lamento’finch&egrave con un colpo secco riuscii e sfondare il culo di Erika con un urlo di trionfo, da parte mia:’OOOOOOOHHH! Che meraviglia il tuo culo, bella troiona mia! AAAHHHH! Ora sì che sei mia!AAAHHH!” e un urlo di dolore da parte di lei:’AAAHHIIAA! Che male’ti prego’fai piano’cazzo che dolore! Sembra di avere una palla da biliardo nel sedere!’
Così cominciai ad uscire e rientrare attraverso il suo stretto budello, reso ancora più aderente dalla posizione in cui eravamo costretti in macchina’
Me la inculai per venti minuti buoni’Alla fine, godeva’:’AHHH! AHHH! Si, Marco’avevi ragione, dopo un po’ diventa fantastico’sei stato il primo a marchiarmi’Qui sarò per sempre tua! Il mio culo sarà per sempre tuo! AHHH! AAHH! Sono proprio la tua troia! La tua puttana porca! AAAHHH!’
Infine le dissi:’ Senti,sto per scoppiare’in macchina non si può sporcare e anche tu, non puoi tornare a casa con le cosce grondanti sperma, dato che le mutandine sono inservibili’cosa vogliamo fare, bella puttanona mia’OOOHH! Come sei calda e stretta!”
e lei:’ Lo so, porco’lo so cosa vuoi fare! AHH! AHH! Vuoi sborrarmi in bocca, vero?! Vuoi che ingoi tutta la tua sborra?’Dai, allora’fammelo’vienimi in bocca! Concludiamo nel più porco dei modi! AHHH! Dammi il tuo bel cazzone da ciucciare!”
Queste sue ultime parole mi diedero il colpo di grazia’e così facemmo.
Mi estrassi dal suo budello posteriore e le ficcai in bocca il mio uccello, pochi secondi prima che esplodesse come se fosse un idrante caricato a sborra calda e densa’Lei, diligentemente, se lo tenne in bocca finch&egrave non finì anche l’ultima goccia,’anzi’spremendomi i coglioni mi aiutò anche a far uscire le ultime stille che potevano esser rimaste’
poi guardandomi fisso negli occhi aprì la bocca ed estrasse la lingua, mostrandomi tutto il mio carico’infine sempre fissandomi, ingoiò tutto in un sol colpo, facendosi anche passare la lingua sulle labbra’quindi mi disse:’Prove sparite.Tutto a posto!’ e mi sorrise’
Ci mancò poco per farmi svenire.

Ci abbracciammo per qualche minuto’poi ci ricomponemmo’
Nel frattempo il traffico cominciava a riprendere e la coda andava smaltendosi’
Una volta vestiti e ricomposti, ci rimettemmo in marcia’

Non so come, ma non riuscivamo a guardarci’

La accompagnai a casa’prima di scendere, si girò, mi guardò prendendomi la mano e disse:’Grazie, Marco.Di tutto.’
E io:’Figurati Erika.Quando vuoi’.
Scese e chiuse la portiera.
Ingranai la prima e dopo pochi metri mi fermai al semaforo rosso.

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