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Incondizionatamente

By 1 Settembre 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

‘Cosa vuoi che faccia?’ chiese Ivana, nuda e abbandonata sul letto.

Lucio non rispose, le prese la mano e, guardandola nei suoi grandi occhi verdi, gliela portò giù, dove un piccolo cespuglio di peli rossastri e ricci copriva un monte di Venere paffuto e candido.

Lei cominciò a carezzarsi lentamente, con quella delicatezza che le permetteva di fare le cose più eccitanti senza essere mai oscena.

Lui la guardava soddisfatto. Sapeva che avrebbe potuto chiederle ogni cosa, e lei l’avrebbe fatta. Ivana percorreva col medio la sua piccola ferita, che si stava aprendo lentamente come un fiore. Un riflesso della luce sui suoi riccioli svelava la sua eccitazione.

– ‘Quando vuoi che mi fermi?’

– ‘Non voglio che ti fermi’ rispose lui, il glande che spuntava trionfante dall’elastico dei boxer

Alla mercè del suo uomo, Ivana si sfiorava, solo per farlo felice, anche se desiderava altro, desiderava lui, il suo corpo, il suo membro che la apriva, che la faceva sentire donna, regina, schiava, puttana, solo per lui.

Ivana accelerò il movimento, mentre lui le carezzava piano le cosce, rapito ed ammirato, finchè non venne, con un piccolo singulto, serrando le gambe e girandosi un po’ di fianco, come per sottrarsi per un secondo allo sguardo del suo amante.

Ora era lì, abbandonata, e Lucio decise era venuto il momento di darle quello che lei voleva, farle quello che lui voleva.

Abbassò repentinamente il boxer, senza nascondere una certa soddisfazione quando il suo cazzo saltò fuori rigido, il glande scoperto, congestionato.

Ivana non aveva bisogno di tempo per riprendersi, non aveva mai smesso di essere eccitata, e se lui non la penetrò subito, fu solo per godersi un ultimo sprazzo della sua dedizione. Si mise a cavalcioni del suo viso, le palle all’altezza della sua bocca.

‘Leccami’ le disse, e lei eseguì… la sua lingua sfiorò i testicoli, per poi salire più su, dove l’asta si ricongiungeva allo scroto. Arrivò al suo frenulo. Lui si sporse un po’ in avanti, per consentirle di avvolgere le labbra attorno al suo glande.

‘Maledizione’, pensò Lucio: qualsiasi cosa Ivana faceva, era così aggraziata ed elegante che non sembrava mai volgare.

Una regina che adorava il suo re, fino a farsi schiava per lui, ma senza mai perdere la sua nobiltà.

Lei era la sottomessa, lui lo sconfitto…. Almeno finchè non le avrebbe dato ciò che lei voleva.

Si sottrasse alla sua bocca, la serrò con un bacio, ed in un attimo fu dentro la sua fica, calda, umida, accogliente.

Sapeva che non aveva bisogno di essere delicato, sapeva che non era questo ciò che lei desiderava.

Cominciò a menarle stoccate furiose col cazzo, mentre la sua mano destra scivolava dietro la sua schiena, ed un dito cominciò a stuzzicarle l’ano.

‘Scopami’ urlava Ivana ‘sfondami’ e lui la prendeva in parola muovendo i lombi avanti ed indietro freneticamente, facendo risuonare nella stanza luminosa e silenziosa colpi che sembravano schiaffi.

Ivana si cingeva attorno a lui, le braccia attorno al collo, le lunghe gambe tornite intorno ai fianchi.

Quella donna che lo incitava a fotterla, spingendo il bacino in avanti, mugolando con la bocca semiaperta e gli occhi chiusi, il collo reclinato all’indietro, era la stessa che ogni sera entrava in casa sua timidamente, con lo sguardo un po’ basso, i passi lenti, come se stesse attraversando il portone di una chiesa a messa già iniziata, gli sguardi di tutti i fedeli addosso.

‘Cazzo vengooooo!!!’ urlò Lucio e anche Ivana venne, silenziosamente, beatamente, sorridendo con gli occhi chiusi.

Lui si accasciò su di lei, ansimando forte. Lei lo baciò vicino all’orecchio.

Lui sapeva che l’avrebbe amata per sempre. Lei sapeva che lo avrebbe perso presto.

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