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Racconti Erotici Etero

Incontro speciale con il destino

By 20 Ottobre 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

La storia, completamente reale, si svolge a Milano in una nota industria chimica (ometto il nome della società per ovvie ragioni); a quell’epoca avevo 26 anni, sposata con una figlia di circa 3, a parte la felicità della piccola, con mio marito tutto sembrava andare bene.
Il mio lavoro, segretaria del capo ufficio tecnico, mi piaceva, ero soddisfatta, il gruppo comprendeva anche altre 4 ragazze (più o meno della mia età) con il compito di assistenza ai tecnici che erano otto, eravamo un gruppo ben amalgamato ed esisteva un buon accordo fra tutti, gli orari erano normali e difficilmente ci si attardava oltre al normale e questo per cinque giorni alla settimana.
Lui (ALL) era sempre della stessa società, ma ubicato in un altro stabile distante circa 4 chilometri, progettista meccanico aveva naturalmente contatti, non troppo frequenti con noi, ma ci si vedeva saltuariamente con un semplice buongiorno, buonasera, come sta ecc. ecc..
Un giorno il mio capo mi chiama nel suo ufficio e mi avvisa che dall’inizio del prossimo mese ‘ALL’ avrebbe fatto parte del nostro staff dipendendo direttamente da lui e mi dovevo sobbarcare anche il lavoro che mi avrebbe dato; non ero molto d’accordo perch&egrave non avrei più avuto il tempo di fare quattro pettegolezzi con le mie colleghe e quindi (non era colpa di ALL se il mio capo lo aveva richiesto), la cosa non mi esaltava e soprattutto mi faceva vedere ALL come un classico tecnico indisponente ed esigente; vedendo la mia titubanza il capo mi ha spiegato che era un’ottimo tecnico e soprattutto allegro e pieno di vita.
Il giorno designato del suo arrivo, guarda caso, sono arrivata tardi per un problema di salute della mia piccolina (solito raffreddore che non mi permetteva di portarla all’asilo e quindi dovetti andare da mia madre) arrivai con un’ora di ritardo e quindi persi la presentazione ufficiale da parte del mio capo a tutto il gruppo del nuovo arrivato. Verso mezzogiorno ALL &egrave entrato nel mio ufficio presentandosi da solo (non era da tutti fare questo gesto), due parole striminzite, soliti convenevoli, e se ne &egrave andato.
A quel tempo la mia casa era a 100 metri dall’ufficio e quindi a pranzo facevo in tempo ad andare a casa a mangiare un boccone senza soffrire in mensa, seduta a tavola (naturalmente ero sola) stavo pensando a lui e cercavo di rivederlo come era vestito, che faccia aveva, direi che era una sensazione normale visto che dovevamo vivere insieme per otto ore al giorno, ma non era normale che mi cambiassi il vestito e che mi controllassi per bene allo specchio, ma non ci feci caso.
Dopo aver sparecchiato andai in ufficio e con una scusa qualsiasi cercai ALL, volevo guardarlo meglio per cercare di capire chi era, ma non era al suo solito posto in quanto il mio capo lo aveva mandato da un nostro fornitore, tornai in ufficio e dimenticandomi di tutto, ripresi il mio lavoro. Il mattino successivo mi cambiai di nuovo ed arrivai in ufficio prima del solito e vidi che ALL era già alla sua scrivania che stava leggendo il suo giornale, buongiorno, buongiorno, come sta, tutto bene io dissi che se avesse avuto bisogno di me ero in ufficio. Senza farmi notare ho cercato di guardarlo meglio e mi sono accorta che era ben curato nel vestire e che aveva un gradevole sorriso, un buon profumo (molto secco) ed era decisamente simpatico, peccato che era sposato, non pensavo a me ma alle mie colleghe che erano alla ricerca dell’anima gemella. Mai errore fu più grosso, più passavano i giorni e più mi diventava simpatico, aveva una parlantina sciolta di quelle che ascolteresti volentieri anche quando sei arrabbiato col mondo, sempre aggiornato, premuroso con tutti, di quelli che se gli avessi detto quando sono nata ti avrebbe fatto gli auguri senza mai scordarsene. A complicare (o migliorare a secondo dei punti di vista) le cose ci si &egrave messo il nostro capo che ha richiesto a lui un lavoro particolare e a me la stesura della relativa relazione, abbiamo lavorato a fianco per più di tre mesi era quindi gioco forza conoscersi meglio. E’ stato a questo punto, avendo saputo che non andava molto d’accordo con la moglie che mi sono permessa qualche confidenza sia mia che sua, pur rimanendo tutti e due ai nostri posti ovvero oltre a chiacchere, battute spiritose, e piccanti non siamo mai andati oltre.
Dopo circa 3 mesi eravamo molto affiatati, ma la tegola in testa era pronta a cadere, un lunedì mattina &egrave entrato in ufficio e mi ha detto che avrebbe preso 10 giorni di ferie, mi sono sentita mancare ero troppo abituata a vederlo mi sembrava un tempo lunghissimo, sorridendo gli ho detto che ne avremmo parlato più tardi in quanto avevo un lavoro urgente per il capo e non avevo tempo, normalmente lui non terminava mai alle 18.00 (essendo di 1′ categoria) ed io avevo in mente un piano. Ho rallentato il lavoro in modo di crearmi l’alibi dello straordinario, ricevendo il ringraziamento dal mio capo e alle 18.05 siamo rimasti soli, per sicurezza ho lasciato passare un po’ di tempo e poi sono andata nel suo ufficio. Ci siamo messi a parlare un po’ e poi di scatto mi sono avvicinata (eravamo in piedi con il bicchierino del caff&egrave in mano), ho posato il bicchiere e prendendolo di sorpresa gli ho infilato la lingua in bocca. Devo dire che dopo un’attimo di sorpresa ha reagito come me lo sarei aspettato, ovvero cingendomi la vita in un modo meraviglioso, credo sia stato il bacio più lungo che abbia mai provato in vita mia, la sua lingua roteava dentro la mia bocca, sentivo le gambe molli e quel che era peggio il suo cazzo si era fatto durissimo e premeva contro la mia figa, credevo di impazzire dalla gioia e dalla voglia che mi aveva fatto venire. Pazzesco oltre al bacio non abbiamo fatto niente malgrado l’ufficio vuoto, la mia disponibilità completa (avrei fatto qualsiasi cosa mi avesse chiesto) e la sua voglia che avevo sentito contro il mio ventre, ci siamo lasciati con la promessa che mi avrebbe chiamata in settimana per sapere come andava il lavoro. Il lunedì successivo ero triste, non mi andava bene niente, il tempo non passava, mi mancava terribilmente la sua voce calda e spumeggiante, mi mancava la pausa caff&egrave dove potevo respirare il suo profumo e la sua gioia di vita, quando ho sentito squillare il telefono, sono corsa con il cuore in gola sperando fosse lui, invece era il mio capo che mi avvisava che sarebbe rientrato più tardi e che era da un fornitore, come si suol dire ‘buon viso a cattiva sorte’, ho sorriso e ho continuato a bere il mio caff&egrave. Nel pomeriggio ero intenta a battere una lettera molto importante e quindi tutta la mia attenzione era rivolta al problema e le telefonate che arrivavano le liquidavo in breve tempo, ma alle 17.55, poco prima di uscire &egrave arrivata quella che ormai non aspettavo più, era veramente ALL che voleva salutarmi e sapere come stavo, avevo il cuore in gola, lo sentivo battere in modo pericoloso e fortemente, ero seduta perch&egrave anche le gambe non erano molto stabili. Siamo riusciti a parlarci per diversi minuti e mi ha detto che quel bacio aveva cambiato tutto il sistema e aspettava con ansia di ridarmelo, e qui ho commesso un’ulteriore errore perch&egrave gli dissi di non pensarci più che era stata una mia pazzia, che era tutto passato, saremmo rimasti ottimi amici e colleghi, ci siamo salutati e per ultimo mi ha detto, scordati tutto quello che hai detto, tanto io non ti mollo e mi ha salutato.
Sono uscita dall’ufficio che ero un po’ frastornata ma contenta, ho fatto la spesa, come al solito, e la panettiera mi ha chiesto se per caso avessi vinto alla lotteria, probabilmente sprizzavo tutta la mia gioia interna. Nel rientrare a casa ho pensato di controllarmi il più possibile non dovevo correre il pericolo di farmi scoprire (come con la panettiera) sono entrata, ho depositato la spesa in cucina andando verso il salotto per salutare mio marito, ma al suo posto ho trovato un biglietto che mi avvertiva che avrebbe ritardato perch&egrave andava con i colleghi a bere un’aperitivo. La cosa non mi ha dato nessun fastidio, avrei potuto sedermi sul divano e pensare a quanto mi aveva detto ALL e cercare di capire cosa voleva fare e soprattutto cosa volevo fare io. La prima domanda non aveva risposta sino a quando non tornava, ma la seconda era pronta, mi sentivo allegra, avevo tutto il corpo in fermento e il meglio di tutto era che avevo una gran voglia di essere sdraiata su un letto con ALL vicino che mi coccolava , con le sue mani che scorrevano sul mio corpo portandomi in estasi. Non mi ero neppure accorta che sedendomi si era alzata la gonna e il mio culetto sentiva il fresco della pelle del divano, ma anche la mia passerina stava reclamando più attenzione, istintivamente ho aperto le gambe e scostando le mutandine ho iniziato a masturbarmi, era meraviglioso, pensavo che erano le sue mani che mi cercavano, ma non le avevo mai conosciute e quindi sognavo tutto quello che mi avrebbe fatto, mi sono fermata per prolungare la gioia e mi sono alzata andando in bagno per togliermi la gonna e le mutandine viste che la voglia era maledettamente aumentata ho deciso di spogliarmi e infilarmi sotto la doccia, mi aveva sempre fatto un’effetto meraviglioso il getto caldo che colpiva il mio corpo, oppure prendere la doccia in mano e dopo essermi allargata le gambe dirigere il getto sulla passerina, oppure lasciare scorrere l’acqua sul corpo ed allargare le gambe e iniziare a fare entrare il dito sino a dove potevo per poi muoverlo senza mai farlo uscire sino all’arrivo dell’orgasmo, e anche stavolta ho ripetuto tutto quanto, solo che quando l’orgasmo &egrave arrivato dalla mia bocca &egrave uscito anche un flebile ‘ti amo ALL’. Mi sono asciugata e rivestita, anche perch&egrave mi sono ricordata che dovevo andare a prendere mia figlia da mia mamma. Strada facendo pensavo a lui e alla grande differenza con mio marito, perch&egrave lo avevo sposato? Visto che non mi sembrava un grande amore (visto l’effetto che mi faceva quando mi avvicinavo ad ALL), forse dato il tipo di educazione che avevo avuto era il sistema migliore per fare quello che volevo senza proibizioni; naturalmente fare quello che volevo non voleva dire solo sesso ma anche decidere quando leggere, quando andare a dormire, quando o cosa mangiare, se rimanere in casa vestita oppure mezza nuda ecc. ecc., certo sposandomi potevo fare quello che volevo ma non sapevo che finito un tipo di proibizioni ne avrei subito un altro tipo, ovvero ora sei sposata non puoi andare sa sola, non devi vestirti in modo sconveniente e via di questo passo e mentre prima era solo la mamma ed il papa’ ora vi era anche il marito. Bando a inutili piagnistei, come dice ALL non servono, quello che &egrave passato &egrave passato, quello che conta &egrave l’attuale e il futuro e su questo stavo puntando e pensando.
Dopo 15 giorni ALL &egrave rientrato in ufficio abbronzato e con la sua eterna voglia di vivere, ci siamo salutati come normali colleghi, posando i suoi occhioni sui miei sembravano volermi perforare e scendere sino a …..
L’occasione di rimanere soli (in ufficio) &egrave arrivata dopo poco tempo, mi ha chiesto quando avremmo potuto vederci e rimanere vicini a parlare di noi, gli dissi che avevo riflettuto e che avevo deciso che era meglio non continuare anzi, visto che oltre quel bacio che avevo rubato, non vi era stato null’altro fra noi, era meglio non iniziare. E’ passato circa un mese, ci parlavamo solo per lavoro, io stavo male quando lo vedevo o si avvicinava, mi tremavano le gambe, ero tutta sottosopra e la voglia di buttargli braccia al collo era sempre più forte, mentre lui non mi ignorava ma non andava nemmeno lontanamente sul discorso, sino a quando un giorno ci siamo trovati, per caso, in archivio (era un soppalco con nessun collegamento, tranne naturalmente una scala per accedervi) io stavo archiviando delle pratiche e lui &egrave salito per cercare dei disegni, quando l’ho visto ho sentito tremare le gambe, si &egrave avvicinato e senza profferire parola mi ha abbracciata baciandomi con un ardore che non avevo mai provato, non avevo una grande esperienza in tema (oltre a mio marito, ricordo qualche bacio o toccata furtiva a scuola), sentivo che mi stavo sciogliendo, non volevo ammetterlo ma desideravo che mi toccasse tutto il corpo, invece &egrave stato un bacio lunghissimo e meraviglioso, sentivo tutto il suo corpo contro il mio e quel che era peggio era che il suo pene durissimo era centrato sulla mia passerina facendomi bagnare le mutandine e meglio facendomi provare un’argasmo mai provato, senza neppure toccarmi stavo godendo … dei passi sulla scala ci hanno risvegliati e staccandoci immediatamente abbiamo fatto finta di niente. Io sono scesa, ho posato le cartelline sulla scrivania, sono andata in bagno, appena chiusa la porta ho avuto la conferma di come fossi bagnata, mi sono infilata il dito e dopo averlo tolto me lo sono infilato in bocca per sentire il sapore del mio liquido, per poi ridiscendere e farmi un ditalino stupendo, ho cercato di calmarmi e dopo essermi asciugata ho dovuto togliermi le mutandine, tanto erano bagnate, sono tornata in ufficio rimettendomi al lavoro, al lavoro si fa per dire perch&egrave continuavo a rivedere la scena e la voglia aumentava, anche perch&egrave la passerina e il culetto nudi sulla sedia, mi stavano procurando una goduria infinita e visto che ero sola in ufficio e che se fosse entrato qualcuno non si sarebbero accorti cosa facevo con le mani sotto la scivania ho deciso di rifarmi un veloce ditalino che mi ha portato immediatamente ad un nuovo orgasmo.
A questo punto ALL, visto come erano andate le cose, ha iniziato il suo lavoro ai miei fianchi, non passava occasione per trovarsi soli e scambiarci veloci baci, l’archivio era diventato il luogo ideale anche perch&egrave le altre persone non lo frequentavano, tutte le volte che riuscivamo a rimanere soli (si fa per dire) non perdeva occasione per rinnovarmi la richiesta di vederci fuori dall’ufficio, magari in qualche alberghetto compiancente e tutte le volte, reprimendo il desiderio e la voglia, gli dicevo che non me la sentivo di tradire mio marito, ma si vedeva lontano chilometri che era una bugia detta solo dalla mia bocca perch&egrave avevo paura (non sono mai stata una gran coraggiosa), paura che qualcuno mi vedesse, paura a dare i documenti ad un freddo portiere di albergo, paura che qualcuno si fosse accorto del mio stato quando fossi tornata a casa, paura che mi potesse capitare di dire il suo nome quando facevo l’amore con mio marito, insomma la voglia, il desiderio e l’amore per ALL aumentava di giorno in giorno in un modo stupendo e veloce, mentre la paura scendeva ma molto lentamente, troppo lentamente. Desideravo le sue mani sul mio corpo, volevo assolutamente sentire le sue labbra e la sua lingua sulla mia passerina, volevo poterlo stendere su un letto, io mettermi sopra e cavalcarlo come avevo sempre sognato ma che non avevo mai fatto con mio marito ma che era sempre stato nei miei sogni erotici.
Quante cose volevo, ma la paura era troppa, tanta come tanta era la voglia; ogni giorno che passava notavo che ALL non perdeva le speranze e la mia difesa stava vacillando sempre più, le mie mani scomparivano facilmente sotto la gonna per poter calmare la passerina, la pausa caff&egrave era un pretesto per stargli vicino e respirare il suo profumo, sperando che lui non perdesse la pazienza e continuasse a chiedermi di uscire. Un giorno (alla sera avevo avuto la solita discussione stupida con mio marito) mi sono alzata decisa a provocare ALL, non capivo perch&egrave lo facevo ma avevo una gran voglia di provocarlo e vedere sino a dove si sarebbe spinto, eravamo in primavera inoltrata, la giornata era bellissima e quindi decisi di mettermi una minogonna nera, mutandine strette bianche, senza calze, camicetta trasparente e relativo reggiseno bianco; certo non mi sarei vestita così se avessi dovuto prendere il tram, ma dato che abitavo vicino alla ditta non avevo problemi.
Quando sono arrivata in ufficio, abbastanza presto ALL non era ancora arrivato e senza pensare a tutto quello che avevo in testa, mi sono messa al lavoro. Verso le 10 mi ha chiamato chiedendomi se ricordavo una certa ditta e se sapevo dove era stata messa tutta la documentazione, &egrave stato un lampo, mi ci sono accese tutte le lampadine e la bocca ha risposto che ricordavo benissimo, erano in archivio sull’ultimo ripiano a sinistra, mi ha ringraziato chiudendo il telefono.
Sono rimasta delusa, speravo che mi chiedesse di fargli vedere dove erano le scartoffie, invece no, ho preso il coraggio a due mani, sono andata nel suo ufficio, era vuoto, c’era un biglietto che diceva che sarebbe tornato fra poco, sono uscita e ho sentito dei rumori che provenivano dall’archivio, sono salita e ho visto ALL intento a consultare una pratica.
Sono entrata e gli ho chiesto se aveva trovato quello che cercava, poverino mi ha guardata sgranando gli occhi e dopo aver deglutito mi disse che aveva trovato solo una parte e stava controllando, lo guardai e gli chiesi se volesse un aiuto, tanto il capo non tornava sino all’indomani e una parte del mio lavoro lo avevo già preparato, mi rispose che ero gentile e che accettava volentieri.
Mentre lui continuava a controllare quello che aveva trovato io salii sulla scala e presi la pratica in cima allo scaffale e raggiante gli dissi che si era dimenticato tutto un plico, si alzò e venne verso di me, ma a questo punto i suoi occhi non erano per il plico ma per le mie cosce e glutei, tese la mano per aiutarmi a scendere, ma arrivata alla sua portata mi chiese di fermarmi, prese il plico che avevo in mano e lo depositò a terra e iniziò ad accarezzarmi le gambe salendo lentamente verso il mio paradiso.
Avevo le gambe che mi tremavano, tentai di chiuderle ma non feci in tempo in quanto ALL si era già impossessato della fessura e stava entrando con il dito, lo tolse e se lo portò alla bocca per succhiare il mio nettare, poi mi fece chiudere le gambe e scivolare le mutandine sino alle ginocchia per poi allargarmi di nuovo le cosce, ero eccitatissima sia dalla situazione (che ho voluto con tutte le mie forse) sia dalla posizione molto oscena ma molto conturbante, entrò di nuovo dentro di me e inizio a muoversi come fosse stato un piccolo cazzo. Non impiegai molto a venire spingendo in avanti il bacino, senza aprire bocca mi fece scendere due scalini in modo che la sua bocca era arrivata all’altezza delle figa, prese una gamba e la posò sulla spalla aprendomi ancora di più e iniziò un lento lavoro di lingua che sfociò in un altro orgasmo. Nessuno mi aveva mai leccato la figa, nemmeno mio marito, avevo sentito dalle amiche che era bellissimo, ma mai e poi mai potevo pensare che si raggiungeva una simile goduria.
Non feci in tempo a riprendermi che la sua lingua continuò con più foga, stavo godendo meravigliosamente quando sentii un dito che cercava di entrare nel culo, ero sbalordita volevo dire di no ma non avevo la forza di respingerlo e con un colpo secco entrò inziando a muoversi avanti ed indietro e visto che la lingua non smetteva di tormentarmi ho mollato i freni e ho goduto, cercando di non gridare perch&egrave era troppo bello, non avevo mai provato niente di simile.
Volevo scendere dalla scala e prendergli il cazzo in bocca, ma dei rumori strani ci hanno costretti a sistemarci alla meglio e controllare le carte inerenti il lavoro. Quando la nostra collega &egrave entrata ci ha trovati distanti e intenti al lavoro, stavamo anche parlando, ALL per sviare il tutto ha preso spunto dalla nuova arrivata per dirci l’ultima barzelletta, a dire il vero un po’ spinta, ma gradita a tutte e due.
Per tutta la giornata sono rimasta in agitazione, avevo goduto, ma visto il tempo che lo sognavo ed aspettavo non mi era bastato, continuavo a rivedere la scena e la voglia aumentava, non riuscivo a stare ferma sulla scrivania, per fortuna il capo non era in ufficio e quindi tenendomi le gambe larghe riuscivo di tanto in tanto a pasticciarmi la passerina, ma non riuscivo a godere perch&egrave ero molto tesa e soprattutto perch&egrave eravamo diversi colleghi, quindi ho dovuto rimandare il tutto a quando sarei tornata a casa alla sera. L’archivio era diventato il nostro punto d’incontro, non avrebbe dato nell’occhio in quanto io come segretaria ne ero responsabile e lui per il suo lavoro di ricerca era autorizzato ad entrare senza nessuna difficoltà.
La cosa andava avanti da un po’ di tempo, sempre con incontri tipo mordi e fuggi ma non ci eravamo ancora ritagliati un pomeriggio o una mattina tutta per noi in qualche posto dove avremmo finalmente scoperto i nostri corpi. Avevamo scoperto invece, che nella palazzina a fianco della nostra vi erano diversi uffici vuoti, ALL era andato in avanscoperta e ne aveva trovato uno meraviglioso, praticamente porta di ingresso che dava su un corridoio dove vi erano 3 uffici senza porta e uno sgabuzzino con porta di legno e al suo interno vi erano delle scaffalature vuote e una miniscrivania. Naturalmente, con molta circospezione avevamo fatto la prova se tutto potesse andare bene, la chiave era al suo posto (una volta dentro e chiuso a chiave nessuna poteva accorgersi se vi era qualcuno dentro o no. Questa soluzione di permetteva di isolarci durante il pranzo (che non facevamo) oppure quando il capo era via per tutta la giornata. Era diventata la nostra alcova, qui finalmente ho potuto sentire la dimensione e la forza del cazzo di ALL dentro la mia figa, certo ci mancava il letto ma la miniscrivania &egrave stata partecipe di meravigliose scopate, potevo sdraiarmi, dopo essermi tolta le mutandine, mi prendeva le gambe innalzandole e appoggiandosele sulle spalle, con la mani libere mi apriva la figa e la testa rossa iniziava ad entrare, una volta arrivato in fondo dava un colpo di reni e mi sembrava di sentirlo in bocca, mentre lui pompava lentamente facendolo anche roteare io mi pasticciavo il mio forellino. ALL ha sempre avuto una resistenza enorme, poteva rimanere dentro di me per diverso tempo senza godere, mentre io riuscivo ad avere diversi orgasmi, poi quando dicevo che non ce la facevo più lui accellerava il movimento ed all’ultimo istante usciva per sborrarmi sulla pancia. Una volta, eravamo solo noi due in ufficio, ricordo benissimo era un mercoledì e c’era una giornata di sciopero) dopo aver sbrigato il lavoro al mattino, nell’ora di pausa siamo andati nel nostro posticino segreto, ma una volta entrati e chiusa la porta mi ha fatto togliere sia la gonna che le mutandine e dopo avermi fatto mettere alla pecorina, sdraiata sullla miniscrivania, ha tentato di entrare nel culo (lo desideravo anch’io ma avevo molta paura) malgrado averlo lubrificato con il liquido della mia figa e aver bagnato con la saliva la sua asta non siamo riusciti, forse era la paura, non l’avevo mai fatto, forse perch&egrave il cazzo di ALL aveva una ragguardevole dimensione, abbiamo dovuto rinunciare, ero dispiaciuta, ma nello stesso momento determinata a provare.
Mi sono girata e prendendo il cazzo in mano me lo sono infilato nella passerina così lo avrei lubrificato bene, dopo poco me lo sono tolto e mi sono girata ancora cercando di aprire al massimo le cosce mentre lui mi bagnava con la saliva il culetto tentando un nuovo assalto. Ho sentito con piacere che stava entrando ma il dolore era più forte del piacere, ALL si stava accorgendo che forse era meglio smettere, dicendomi che forse ci sarebbe servita un po’ più di intimità, avremmo riprovato magari su un buon letto (sì perch&egrave malgrado ALL insisteva continuamente a propormelo io avevo troppa paura e rimandavo continuamente con scuse varie).
A questo punto ero indispettita e la voglia di sentirmi riempire il culo era immensa, stavo pensando cosa fare, ma lui aveva già pensato a tutto e dopo avermi infilato il dito nella figa, solleticandomi, facendo aumentare la voglia di godere, ha tolto il dito e prima ancora che potessi dirgli perch&egrave lo aveva fatto, me lo sono sentito entrare nel culo, era stupendo, mi stava esplorando l’interno, non era quello che mi aspettavo ma mi stava facendo godere, ho cercato di aprirmi il più possibile per sentirlo meglio ma non ho fatto in tempo perch&egrave l’orgasmo mi ha investita in pieno. Non pensavo di poter godere in quella maniera solo con un dito nel culo, mi sono lasciata andare e sono sprofondata in un paradiso, il dito che si era fermato quando aveva sentito che stavo godendo, ora aveva ripreso a muoversi mentre con l’altra mano si insinuava nella passerina, ho cominciato a dimenarmi, stavo godendo nuovamente, era stupendo sentivo che le sue dita si stavano incontrando dentro di me, sembrava volesse abbattere quella sottile barriera, la mente stava sognando di avere il cazzo in bocca ma non era possibile, ma solo l’idea di quello che pensavo e desideravo, ho goduto cercando di non gridare. Dopo aver assaporato questa gioia, di essere infilata nel culo, ci siamo ricomposti e primo l’uno, poi l’altro siamo tornati nel nostro ufficio. Durante la pausa pranzo abbiamo parlato di tante cose e a questo punto mi sono decisa a dirgli che ero d’accordo di organizzare per la settimana seguente un incontro la mattina in qualche posto tutto per noi. ALL era allibito, non credeva alla proprie orecchie ho dovuto ripeterlo e gli ho anche detto che sarebbe stato bello per il prossimo martedì, in quanto sapevo che mio marito sarebbe stato fuori Milano per tutto il giorno, io avrei portato la bambina all’asilo e avremmo avuto tutta la mattinata per noi, per i nostri giochini, per i nostri desideri e soprattutto per il nostro amore.
Mancavano 5 giorni al fatidico martedì, volevo che fosse domani ma nello stesso tempo la paura mi consigliava di stare calma e di lasciare che lui potesse organizzare tutto in modo sicuro.
Non avendo ALL problemi di lavoro, essendo che era di 1′ categoria e quindi si autogestiva il lavoro, rimaneva il mio problema che &egrave stato risolto chiedendo mezza giornata di permesso per visita medica specialistica. La notte del lunedì non riuscivo a prendere sonno, continuavo a muovermi nel letto, mio marito come al solito dormiva come un ghiro, se fosse arrivato il terremoto non si sarebbe svegliato, non resistevo più, avevo una voglia incredibile cercando di muovermi lentamente mi sono alzata (nel caso si fosse svegliato, impossibile, ma non si sa mai) gli avrei detto che mi sembrava che la piccola mi avesse chiamata, e lui si sarebbe girato dall’altra parte), sono andata in bagno e mi sono spogliata, ero davanti allo specchio e i miei occhi saltavano dalle tettine al mio inguine che reclamava più attenzione, ho allargato le cosce e mentre una mano strizzava i capezzoli l’altra si &egrave aperta la strada e ho iniziato a masturbarmi godendo più volte, mi sono rimessa la camicia da notte e sono ritornata a letto (ripresa la mia posizione ho sentito delle fitte meravigliose che provenivano dalla figa e ricordandomi di essere senza mutandine mi sono masturbata nuovamente. Mi sono addormentata con il dito nella figa, e lì l’ho ritrovato al mattino quando la sveglia &egrave suonata, via di corsa a lavarmi e vestirmi, ho svegliato sia lui che la piccola, vestendola con calma per non destare sospetti, abbiamo fatto colazione e siamo usciti lui al lavoro con l’auto e io con la piccola a piedi verso l’asilo, non mi sembrava vero, fra non molto potevo essere tra le braccia del mio vero amore.
Arrivati davanti all’asilo ho avuto un tuffo al cuore non vedevo la macchina di ALL, ma mi sbagliavo, era tanta la gioia e la tensione che non mi ero accorta che era là, dove doveva essere abbastanza nascosta in modo di non dare nell’occhio a qualche conoscenza. Dopo aver lasciato la piccola sono uscita e come d’accordo sono andata verso l’auto e senza far finta di niente l’ho superata, sentendo che ALL aveva avviato il motore, mantenendo la stessa andatura ho svoltato in una viuzza a fondo cieco e lì appena sono entrata mi ha raggiunta, sono salita dietro e mi sono sdraiata in modo che nessuno mi avrebbe visto (certo sembra ridicolo quello che facevo, ma se anche la paura veniva sopraffatta dalla voglia, la paura era pur sempre presente. Ci siamo allontanati velocemente e quando ha pensato che tutto stava filando liscio si &egrave fermato per farmi salire davanti proseguendo verso il dolce nido che lui aveva trovato, un alberghetto piccolo poco fuori dalla città (si vedeva benissimo che lì si sono e si sarebbero consumati molti amori difficili, forse qualcuno era solo desiderio sessuale, ma da come era arredato sembra proprio un piccolo e dolce paradiso). Era la prima volta che entravo in un albergo furtivamente e le gambe non reggevano bene, mi ha preso la mano stringendomela forte e sorridendo, alla padrona ha consegnato i documenti, siamo saliti e appena entrati mi ha abbracciata baciandomi con tutto l’ardore, ma soprattutto con tutto l’amore di cui &egrave capace, più ci baciavamo e più le gambe ridiventano sicure e naturalmente più la voglia aumentava. Senza nemmeno spogliarci e senza staccare le nostre bocche ho sentito la sua mano che stava alzandomi la gonna (dal momento che era primavera inoltrata non avevo messo le calze e quindi …), mi ha fatto aprire le gambe e con un tempo enorme, secondo la voglia che mi aveva fatto venire, &egrave salito verso il mio paradiso, ha scostato le mutandine ed &egrave entrato con un colpo secco nella passerina, credo di ricordare bene che non fatto in tempo a entrare e uscire 2 o 3 volte che raggiungevo uno stupendo orgasmo, ho chiuso immediatamente le cosce, imprigionando il suo dito dentro di me. Era meraviglioso, volevo che continuasse a penetrarmi, ma nello stesso momento desideravo tenerlo dentro, sentire le mie contrazioni e sentire il suo dito che si muoveva, ma solo per quello che gli permettevo di muoversi. Mentre ci baciavamo ho sentito l’altra mano che aveva iniziato ad accarezzarmi le natiche per poi cercare di entrare nel culo, cercando di agevolare l’entrata lo dovuto allentare la presa sul dito, con il risultato di avere i miei due buchini riempiti e le dita che si muovevano senza mai fermandosi portandomi nuovamente a godere.
ALL era meraviglioso, non smetteva di baciarmi, le sue mani non stavano ferme, ma anch’io volevo essere attiva, allungando la mano ho sentito il cazzo in perfetta erezione. mi sono divincolata, ho fatto scendere la cerniera dei pantaloni, mi sono messa in ginocchio e iniziato a succhiarlo con tutta la voglia che avevo, lo succhiavo con tutto il mio amore, gli solleticavo le palle e ho infilato il mio ditino nel suo culetto portandolo ad una passo dall’esplosione. Lentamente si &egrave fatto sfilare il dito, ha tolto il cazzo dalla mia bocca e facendomi alzare e mettendomi a pecorina, ha infilato la seconda entrata, ha iniziato a pomparmi il culo mentre con la mano mi titillava la passerina, sentivo le sue palle che picchiavano contro le mie natiche e in un crescendo stupendo mi sono sentita arrivare un getto bollente nel mio culetto voglioso. Quanto tempo abbiamo passato in quella posizione non lo so ma era tanto bello che non mi sarei mossa per tutto l’oro del mondo, &egrave stato lui che mi ha risvegliata sfilandomi i suoi gioielli e lasciando cadere la gonna ci siamo guardati scoppiando a ridere, io con la gonna mezza su e giù, lui con il cazzo fuori dei pantaloni in modo non proprio nobile come si dovrebbe dire di un guerriero pronto ad un nuovo assalto. Ho preso la situazione in mano, cominciando a spogliarlo lentamente cercando di soffermarmi il più possibile sulle parti interessate, quando fu completamente nudo il guerriero era rivolto completamente in basso, non dava segni di risveglio, mi sono allontanata iniziando un lentissimo spogliarello, ad ogni capo che toglievo la mia voglia aumentava, il guerriero guardava ma non dava segni di vita. Dovevo riportarlo assolutamente alla sua giusta posizione, mi si &egrave accesa la lampadina rossa, mi sono tolta il reggisegno cercando di non farmi aumentare troppo la voglia e poi lentamente le mutandine e con un occhio al guerriero e l’altro alla mia passerina mi sono masturbata, &egrave stata come una sferzata, il guerriero ha aperto gli occhi e si &egrave raddrizzato in modo supremo, era pronto ad entrarmi dentro fino in fondo ma poich&egrave volevo condurre io il gioco ho buttato ALL sul letto, ho preso il cazzo in bocca portandolo alla durezza che volevo poi mi sono alzata e con le gambe ben aperte ho iniziato la discesa per potermi infilare il pistolone sino in fono alla passerina, quando &egrave entrato tutto gli ho messo le mani sul petto, sono scesa sino alla sua bocca e ho inziato a baciarlo cercando di stringere il più possibile la mia passerina in modo da fargli capire che era mio prigioniero e avrei comandato la danza, lui non poteva e non doveva fare niente e men che meno si doveva permettere di godere, avrei deciso io quando era ora. Mi sono rialzata dalla sua bocca e ho iniziato a muovermi avanti e indietro, senza alzarmi, in modo che potevo sentirlo tutto sino infondo, le mie mani correvano sul suo corpo per poi passare a strofinarmi la passerina, risalire sul mio seno che palpavo con molta goduria per poi riprendere il cammino in senso contrario, in pratica volevo usarlo per il solo mio piacere. Certo, dovevo controllarmi, ero sempre in procinto di godere, ma non era ancora arrivato il momento, non mi era mai successo una cosa simile e per la verità avevo sognato tante posizioni strane, ma questa mai, solo lui riusciva a far uscire dal mio io quella che ero e quella che volevo, non sono mai stata abituata a pensare quanto si può avere o dare con il proprio corpo, il primo uomo della mia vita, ovvero mio marito era privo di immaginazione erotica per lui contava solo il suo piacere e il tutto finiva in pochissimo tempo e ancora peggio non sempre riuscivo a godere così quando lui aveva finito e dopo essere uscito dal mio corpo si girava con uno striminzito buona notte, si girava e si addormentava lasciandomi con la mia voglia, l’unica nota positiva era che quando sentivo che si era addormentato e quindi poteva pensare a me stessa, mi eccitava moltissimo entrare con le mie dita nella mia passerina e sentirla piena di sperma al punto tale che entravo, mi bagnavo il dito che poi succhiavo avidamente come fosse stato nettare, l’unica nota negativa era che con la voglia repressa che avevo arrivavo in pochissimo tempo all’orgasmo. E’ stato un’orgasmo meraviglioso, ALL era ancora dentro di me duro come una roccia, io ero la padrona assoluta della situazione (devo essere onesta, non so quanto avrei resistito se fossi stata al posto suo, sapeva concentrarsi in un modo stupendo, avrebbe potuto rimanere in quella posizione per un tempo infinito), mi sono abbassata verso la sua bocca e ho iniziato a baciarlo, le sue mani stavano stringendomi i glutei, mi faceva male, ma mi piaceva immensamente, ogni stretta era un brivido che partiva dallo stomaco per finire all’interno della mia figa; sentivo il suo cazzo che pulsava e questo faceva aumentare sempre più la voglia che stava tornando sempre più impetuosa. Alzandomi lentamente, senza farlo uscire dal mio nido, ho appoggiato i piedi sul letto in modo di poter avere il bacino libero di poter salire e scendere in modo che potevo vederlo entrare ed uscire, ALL era teso, si vedeva che soffriva e che faceva di tutto per resistere, ma anch’io non ero diversa quindi guardandolo negli occhi e senza aprire bocca mi sono sfilata il pistolone mettendomi alla pecorina, ALL si &egrave messo dietro di me e ha iniziato la cavalcata.
Lo sentivo che spingeva sino in fondo, poi cercava di roterare il bacino in modo che toccasse le mie pareti facendomi morire meravigliosamente, mi sono sentita pesare la mani sui fianchi e con qualche colpo ben assestato ha scaricato tutto il suo contenuto facendomi godere nello stesso momento.
Ci siamo abbandonati esausti sul letto tenendoci per mano, dopo qualche secondo abbiamo iniziato a parlare di tutto, come se non fossimo a letto, ma fossimo stati in un salotto, stavamo ripercorrendo tutto quello che ci era successo, quanto tempo avevamo perso con inutili schermaglie, senza però dimenticare che le schermaglie in amore sono il sale, senza sale qualsiasi cibo sarebbe stato anonimo, mi sono avvicinata posando la mia testa sul suo petto, sentivo il suo cuore che aveva ripreso i suoi battiti regolari, caso vuole che un suo capezzolo era alla portata della mia lingua e quindi ho iniziato a leccarlo e mordicchiarlo, ho sentito la sua mano che si faceva strada fra le mie natiche e cercavo di arrivare verso l’ingresso di servizio, per facilitare la strada ho divaricato le cosce e ha iniziato a giocare con il mio dolce buchetto. Il mio occhio stava scrutando verso il basso ventre di ALL per vedere se il guerriero si riprendeva. Venendo vicino al mio orecchio mi ha sussurrato che se ci fossimo alzati potevamo andare in bagno a rinfrescarci e poi mi avrebbe fatto provare una posizione che non avevo sicuramente mai provato (poverino non sapeva che la mia unica posizione in cui facevo l’amore per modi di dire con mio marito era sempre la stessa, ovvero la classica posizione del monaco). La cosa mi aveva stuzzicato non poco, ci siamo diretti in bagno, &egrave stato stupendo prima lui mi ha lavata da tutte le parti e asciugata, poi &egrave stato il mio turno a lavare lui, era strano lavare un uomo e trovarmi il pistolino in mano che dopo qualche passaggio con acqua e sapone non dovevo più tenerlo diritto ma era lui che sosteneva la mia manina. Sempre tenendoci per mano siamo tornati verso il nostro campo di battaglia, stavo mettendomi sul letto quando ALL mi ha detto di mettermi con le mani per terra (offrivo sicuramente una bellissima vista del mio culetto all’aria). Ha passato le sue mano sotto la pancia e mi ha alzata aprendomi le cosce (mi sono ricordata che era un gioco che facevo da bambina con le mie amiche e che chiamavamo ‘la carriola’ , naturalmente il nostro era un gioco innocente mentre questo era …) abbassando la testa, fra le braccia ho visto il guerriero pronto all’uso mentre si avvicinava alla mia passerina, ho chiuso gli occhi attendendo l’entrata. Ho sentito la tua testa appoggiarsi sulla mia passerina e con un colpo secco mi ha penetrata lasciandomi senza fiato, &egrave stato meraviglioso, come se mi avessero violentata, la differenza che avrei gradito essere violentata più spesso. Mi teneva le gambe ben aperte e stava inziando la dolce danza, avevo tutti i muscoli tesi, lo sforzo di rimanere in equilibrio sulle mani non era facile, ma al pensiero che fra poco avrei goduto come mai mi era successo mi faceva venire tutte le forze, ero praticamente alla sua merc&egrave in quanto, tranne stringere la mia passerina per sentire meglio il cazzo strofinare le pareti, non potevo muovermi, era lui che comandava la danza. Ero allo stremo, non resistevo più, e guardando i suoi movimenti gli ho gridato di spingere più forte volevo essere sfondata e il porcone ha dato due colpi fortissimi facendomi venire e sentendo nello stesso momento un getto impressionante dentro il mio corpo, stremata mi sono adagiata sul tappeto ALL non contento dopo avermi fatto girare a pancia in sù si &egrave messo sopra puntando il suo cazzo ancora umido diritto verso la mia bocca che si &egrave spalancata per ospitarlo, aveva un sapore dolciastro (il suo sperma era ancora presente sull’asta mescolato con i miei umori) e ho iniziato a leccarlo senza nemmeno toccarlo, mentre lui ha aperto le gambe iniziando a slapparmi tutta, naturalmente si &egrave succhiato una buona parte del suo sperma che aveva scaricato dentro di me. Quando si &egrave accorto che non vi era più niente da bere si &egrave girato e ci siamo baciati per un tempo infinito. Ho passato le mie più belle 3 ore della mia vita, mi sentivo stanca, sfinita, ma contenta, e il mio corpo non era mai stato sollecitato in quella maniera e con quella intensità, rientrando verso casa abbiamo parrlato di mille cose, lo ascoltavo e gli rispondevo, era meraviglioso parlare in modo così sciolto, ma il mio cervello faceva tre lavori, era presente in quel momento, rispondeva pienamente al momento particolare, ma aveva una domanda impellente che si doveva fare e che voleva una risposta e l’unica persona che poteva soddisfare le sua esigenza ero io e solamente io. Ci siamo lasciati nel posto che ci eravamo incontrati e mi sono incamminata versa casa, vedevo la strada meno triste del solito, mi sembrava che le persone sorridevano più degli altri giorni oppure ero io che avevo cambiato qualcosa dentro di me, o forse qualcuno &egrave riuscito a farmi uscire tutto il mio io che si era nascosto per qualche motivo che non riuscivo a capire. Arrivata a casa mi sono svestita dandomi una bella risciaquata, ho mangiato un boccone di volata e mi sono rivestita per andare in ufficio, ero allegra ma anche tesa ed impaziente di rivederlo, anche se lo avevo appena lasciato. Arrivata in ufficio mi sono trovata una telefonata di ALL che mi avvertita che non sarebbe rientrato in quanto un nostro abituale fornitore aveva richiesto la sua presenza per un collaudo urgente, peccato perch&egrave avevo già fatto un bel pensierino per rimanere in intimità nel solito posto, ma pazienza, lo avremmo fatto domani. Ma, come si suol dire, al cuore non si comanda ma nemmeno alla figa, quando ha fame si fa sentire e anche se non &egrave un pranzo con i fiocchi almeno uno spuntino visto che ALL non veniva, il grande capo era via per tutta la settimana, ho inserito la segreteria automatica, ho preso dal cassetto la banana che avrei mangiato nel pomeriggio e mi sono diretta verso il nostro nascondiglio. Sono entrata guardandomi in giro, ho chiuso la porta e mi sono diretta verso il fondo dove gli scaffali si intersecavano e creavano il nostro angolino (questo era stato fatto da ALL spostando la fila in modo di lasciare un passaggio che una volta che noi eravamo dentro bastava spostare due ripiani e quello che era dietro non si vedeva più) ben protetto al punto tale che se anche qualcuno entrava non poteva vedere nulla. Ho posato la banana sullo scaffale e mi sono seduta sulla poltroncina (anche questa era opera di ALL, era comodissima, poteva sedersi ed io allargando le gambe facevo sparire il cazzo dentro d ime e cavalcare a mio piacere, oppure mi sedevo io e aprendo le gambe ALL in ginocchio mi leccava la figa ed altre varianti piacevoli), ho allargato le gambe come se lui fosse lì pronto a soddisfarmi e ho chiuso gli occhi. Stavo rivedendo tutto quello che avevamo fatto al mattino, mi sembrava di sentire il nostro ansimare o i gridolini di gioia che preludevano a un nuovo orgasmo, sentivo le sue mani sul mio corpo, sentivo l’odore dei nostri corpi sudati, mi sembrava di sentire il sapore dello sperma sulla lingua, ma quel che era peggio o meglio che sentivo la mia figa che si stava muovendo e cercava di attirare l’attenzione per essere coccolata. Mi sono alzata, ho sfilato le mutandine, ho preso la banana e mi sono risieduta di nuovo, ho allargato le gambe facendomi strada in quel bosco tutto nero per trovare la mia famelica fighina ( in quel tempo non avevo ancora scoperto la gioia della depilazione, era stato ALL naturalmente, a stressarmi per farmelo fare, e io in un primo momento non ero convinta, ma poi piano piano &egrave diventato un gioco erotico meraviglioso, sia se lo facevo da sola sia se me lo faceva lui), ho puntato la punta della banana, che avevo lubrificato bene con la mia saliva sull’entrata principale muovendola avanti ed indietro, ero talmente eccitata che stavo già venendo, quando un rumore strano mi ha fatto fermare, essendo il locale piuttosto buio non riuscivo a distinguere niente e soprattutto chi fosse. Era sicuramente una donna dal rumore dei tacchi, anche se cercava di camminare più lentamente possibile, procedeva lentamente perch&egrave non aveva acceso la luce, chi era, cosa volesse fare (ero rimasta ferma come ero, cio&egrave con le gambe aperte, con la banana metà in mano e l’altra metà dentro la passerina)… la figura avanzava verso un raggio di luce proveniente da una finestra sino a quando ho riconosciuto la persona, era Elisa dell’ufficio avanzamento lavori, cosa ci faccesse in questo posto, non era lontanamento di sua competenza, non lo sapevo. Ma le sorprese non vengono mai da sole ma accoppiate, la sua mano stringeva e tirava un’altra mano, era anche lei una donna, era Paola dello stesso ufficio, il mio cuore sembrava impazzito, avevo paura che si potesse sentire, avevo i muscoli indolenziti, gli occhi e le orecche erano al massimo della loro potenza, non potevo e non volevo perdermi niente di quello che stava avvenendo, pensavo che erano venute per cercare qualcosa, ma quello che cercavano lo avevano a portata di mano. Elisa si &egrave avvicinata a Paola e stringendola al suo petto le loro bocche si sono unite in un meraviglioso e infinito bacio, mi sembrava di sentire le loro lingue dentro la mia bocca, come potevo pensare a questo se non avevo mai provato a baciare una donna, sì forse qualche volta mi &egrave passato per la mente qualcosa ma mi usciva subito in quanto non mi interessava anzi forse mi infastidiva. Le loro mani, pur senza staccare le bocche, avevano iniziato a muoversi Elisa aveva alzato il grembiule e Paola mettendo in mostra uno stupendo culetto coperto da bellissime mutandine di pizzo bianco, Paola invece aveva alzato il grembiule dell’amica e dopo averle fatto aprire le gambe stava intrufolandosi nelle mutandine, a questo punto la temperatura probabilmente si era alzata, le due si sono staccate e dopo essersi slacciate il grembiule se lo sono sfilato rimanendo in reggiseno e mutandine (a parte il caldo naturale, anche la stagione aiutava perch&egrave eravamo all’inizio dell’estate). Elisa che sembrava quella che conduceva il gioco si &egrave messa dietro a Paola e dopo averle tolto il reggiseno, liberando due bellissine tettine, ha iniziato a palparle e strizzarle i capezzoli, non contenta, l’aveva fatta appoggiare ad una scrivania invitandola a sdraiarsi (tutto questo avveniva nel massimo silenzio), appena stesa gli ha fatto alzare le gambe sfilando le mutandine, poi si &egrave inginocchiata e posandosi le gambe di Paola sulle sue spalle ha posato la bocca sulla passerina iniziando a leccarla (la mia banana come per incanto ha ricominciato a muoversi), vedevo Paola che si accarezzava il seno sporgendo sempre più in avanti il bacino, poi mugulando di piacere ha schiacciato la testa dell’amica contro la figa, senz’altro stava godendo (la banana stava facendo il suo effetto e stavo godendo anch’io). Sentivo la lingua di Elisa che sbatteva contro la passerina di Paola, probabilmente voleva godere di nuovo, ma mi ero sbagliata perch&egrave stava allontanando la testa dal suo paradiso e alzandosi in piedi ha cominciato a leccare le labbra di Elisa come a pulirla. Era uno spettacolo meraviglioso, Elisa si era allargata le cosce e mentre l’amica la baciava le si era sfilato le mutandine iniziando un bellissimo ditalino, quando l’amica di &egrave accorta di cosa stava facendo, le ha tolto il dito infilandolo in bocca mentre le sue mani facevano saltare il bottone del reggiseno facendo uscire all’aperto due stupende tette piene e rigogliose (avevo già raggiunto due meravigliosi orgasmi, ma la vista di quei capezzoli duri e diritti mi hanno fatto divaricare le cosce iniziando un altro ditalino) Paola ha tolto il dito dalla sua bocca e dopo aver baciato e succhiato i capezzoli ha fatto girare l’amica e mettendola a 90′ gradi sulla scrivania gli ha aperto le cosce e con un colpo secco ha infilato sia la figa che il culo della poverina (questa volta il silenzio &egrave stato rotto da un grido di gioia che ha coperto il mio mentre raggiungevo un altro orgasmo). Non so quanto tempo &egrave passato, perch&egrave quando Paola si accorgeva che l’amica stava venendo si fermava, si succhiava il nettare dalle sue dita e ricominciava a pomparla (come avrei voluto essere anch’io in mezzo, chissà cosa sarebbe successo e cosa sarei riuscita a fare).
Elisa mugulando di piacere stava chiedendo all’amica di finirla, di farla godere, Paola forse impietosita e forse perch&egrave anche lei stava venendo (con la mano libera si stava masturbando) ha accellerato il suo movimento facendo godere l’amica. Ero allibita, non avevo mai visto due donne fare l’amore, non mi &egrave mai sfiorata l’idea di capire cosa si può provare (tenendo conto che sia Elisa che Paola sono sposate e mi sembra felicemente), certo vedendo quello che hanno fatto e con quale trasporto qualche dubbio o voglia mi &egrave venuta, se poi pensiamo quanto mi sono masturbata solo vedendole e sentendo i loro mugolii, mi sono chiesta se per caso non mi fosse venuta la voglia anche a me. Nel frattempo che facevo i miei ragionamenti, le due porcelline si stavano rivestendo, senza dimenticarsi qualche bacio di corsa o qualche pizzicotto sul culo e poi furtivamente come sono entrate prima l’una poi l’altra sono sgattaiolate fuori. Non sapevo più a cosa pensare, ovvero, mi era estremamente dispiaciuto che qualcuno avesse trovato il nostro rifugio segreto, ma d’altra parte se non fosse stato così non avrei mai assistito a qualcosa che mi &egrave piaciuto molto e che mi aveva inserito, nella mia testolina, il tarlo della possibilità di provare anch’io l’ebrezzza che leggevo sul viso delle due, mi sono ricomposta, ho sbucciato la banana che a questo punto &egrave sparita in bocca perch&egrave mi era venuta fame, sono uscita controllando che nessuno mi vedesse tornando al mio posto.
Mi sono immersa nel lavoro ma avevo voglia di vedere ALL per raccontagli tutto e sapere cosa ne pensava. Il pomeriggio quando ci siamo visti gli ho raccontato tutto mentre bevevamo il caff&egrave, era attentissimo e soprattutto molto interessato dal momento che i pantaloni denotavano un certo rigonfiamento, mi ha lasciata parlare senza aprire bocca e poi mi ha chiesto cosa volessi fare oppure quale era la mia opinione sulle persone viste. Non aspettandomi questa reazione sono rimasta senza parole, ha ripetuto la domanda cercando di renderla ancora più semplice, ovvero cosa volevo fare, ero interessata a provare anch’io questa nuova esperienza visto l’effetto che mi aveva fatto, la mia opinione voleva sapere cosa ne pensavo delle due attrici in gioco. Ho finito di bere il caff&egrave e poi, visto che il capo non era in ufficio, ci siamo seduti ed abbiamo iniziato a parlarne, gli ho spiegato perch&egrave ero nel nostro nascondiglio e cosa stavo facendo, gli ho spiegato qual’&egrave stata la mia prima reazione e tutto il seguito e dopo avermi fatto parlare a ruota libera mi ha guardata negli occhi e mi ha detto che non serviva più che rispondessi in quanto era chiaro, anzi chiarissimo che la cosa, anche se arrivata traumaticamente, mi era piaciuta molto, forse non ero ancora pronta a viverla in prima persona, sicuramente ero ansiosa di provare a riviverla un’altra volta, ma sicuramente da sola. Come al solito aveva centrato il grosso problema, ma spaccandolo sono diventati tanti piccoli problemi che si sarebbero sciolti facilmente, quello che non aveva previsto che tutto il discorso fatto aveva avuto l’effetto di eccitarmi, sentivo la passerina che fremeva e le mutandine erano già bagnate, così quando lui &egrave tornato nel suo ufficio mi sono masturbata godendo meravigliosamente. Abbiamo passato un lungo periodo meraviglioso fatto di tanto lavoro, ma anche tanta vicinanza che si tramutava in giochi sempre più belli fatti nel nostro angolino tranquillo, ero riuscita a rivedere all’opera le due porcone diverse volte, ma sempre da sola, avevo anche cercato di fare amicizia con tutte e due e ci ero riuscita a tal punto che avevo saputo molte cose della loro vita. Paola la più giovane, era sposata con un figlio, lui lavorava in periferia e quando arrivava a casa mangiava, poi usciva per andare con gli amici al bar rientrando sempre tardi, qualche volta la svegliava per fare la solita sveltina e poi si girava per dormire lasciandola con tanta voglia repressa. Elisa, sposata anche lei, era più sfortunata, aveva conosciuto suo marito dove lavorava anche lei, e nel periodo di fidanzamento avevano avuto pochissimi momenti di intimità, sia perch&egrave lui era piuttosto freddino e soprattutto voleva arrivare vergine al matrimonio. Quando finalmente si era sposata e quindi avrebbe assaporato le gioie dell’amore ma anche stavolta la sfortunata era arrivata al massimo del brivido, durante il viaggio di nozze, la prima settimana lui non &egrave stato bene (o per lo meno le aveva fatto credere che non stava bene), la successiva le era arrivato il suo ciclo, che guarda caso ha coinciso con un netto miglioramento dello stato di salute del marito; praticamente era tornata dal viaggio di nozze come era partita, ovvero ancora vergine. Tutte le sere andava a letto sperando che fosse la volta buona, ma non era così, tutte le sere c’era una scusa, mal di testa, un programma TV importante, vai pure a letto amore ti raggiungo subito, ma lei si addormentava sempre con la sua voglia repressa sino a quando un bel giorno gli arriva all’orecchio che lui &egrave gay, arrivata a casa lo affronta decisa a chiarire la situazione, e tra urla e pianti lui le confessa la verità.
Naturalmente esce di casa e torna da sua madre; cerca di ricostruire una nuova vita, trova un nuovo lavoro (dove poi incontra Paola), un piccolo monolocale tutto per s&egrave e ricomincia a sognare.
Durante la giornata, nel lavoro, l’amicizia e la confidenza con Paola aumenta, sono sempre assieme, si aprono e confidano le loro tristi storie e l’amicizia diventa sempre più forte. Poi un giorno la dea bendata le dà una mano a conoscersi meglio, il marito di Paola deve assentarsi per tutta la settimana (era un montatore meccanico) e quindi lei suggerisce ad Elisa se vuole andare da lei sabato sera, sarebbero uscite loro due ed il bambino (a quell’epoca aveva 4 anni), sarebbero andate in pizzeria e poi se voleva poteva fermarsi a dormire tanto il letto era grande ed il piccolo dormiva nella sua cameretta.
Arriva finalmente il sabato, si prepara per bene, come se dovesse incontrare un nuovo amore, arriva nel primo pomeriggio a casa dell’amica con un bel mazzo di fiori che &egrave molto gradito, conosce il piccolo, veramente molto bello e dolce e fa amicizia giocando con lui. Paola non perde momento per chiederle se vuole qualcosa, se può essere utile e visto che Elisa non voleva niente tranne poter giocare con il piccolo, lei tutta contenta le dice che approfitterà di questo per stirare, rassettare la casa, così che sia alla sera che all’indomani sarebbero state libere di parlare. Verso le otto si preparano per uscire e vanno in pizzeria, vedono un tavolo in fondo con la panchina e si dirigono per sedersi, il piccolo vuole stare a capotavola come fà il papà, loro sorridono e si siedono sulla panca, ordinano e parlano continuamente. Non erano mai state così vicine, Elisa sentiva la gamba di Paola contro la sua e quel caldo le piaceva molto, si sentiva bene. Finito di cenare sono andate a casa, la padrona di casa &egrave andata in camera tornando poco dopo con un bel pigiama che esaltava il suo corpo, dicendo all’amica se voleva le avrebbe prestato un suo pigiama; Elisa le disse che non serviva, aveva portato il suo, e che se le piaceva si sarebbe messa in libertà anche lei. Arrivate le 10.30 circa il piccolo aveva sonno e quindi lo hanno accompagnato a nanna. Quando sono tornate in sala Paola ha preso il visto dell’amica e le ha stampato sulle gote due dolcissimi baci per poi sedersi sul divano per continuare a vedere il film. Si erano portate, sul tavolino, qualche pasticcino e una bottiglia di spumante per festeggiare e rinsaldare ancora più questa amicizia. Il film scorreva senza che loro si accorgessero perch&egrave parlavano di tutto senza mai fermarsi, ogni tanto una pausa per mangiare i pasticcini e per inumidire la gola, ogni tanto mentre parlavano le loro mani si intrecciavano in una calda e dolce unione. Era arrivata la fine dei pasticcini e della bottiglia, erano allegre ed accaldate, &egrave stato a quel punto che Paola ha proposto di vedere un film che davano su un canale privato (ricordo benissimo che era TAM Tele Alto Milanese, eravamo alle prime uscite di filmini decisamente dai toni erotici, naturalmente dopo la mezzanotte).
Visto che tutto quello che ho scritto mi &egrave stato detto da Paola, che era la più incline a parlare, e anche la più aperta, ricordo che le chiesi su quale canale si vedeva e se era tutti i giorni.
Il film in questione si svolgeva su un’isola molto calda, come del resto lo erano i suoi abitanti. Mentre le scene si susseguivano, sempre abbastanza normali, qualche seno al vento, qualche bacio languido, loro si erano avvicinate e non parlavano più in quanto molto attente ed interessate: Paola la più intraprendente aveva preso la mano dell’amica e l’accarezzava, la quale sembrava indifferente e la lasciava fare anche perch&egrave, decisamente, non le dispiaceva. Qui Paola, quando me lo ha raccontato, era arrossita e sembrava stesse rivivendo la scena, mi disse che lo schermo aveva iniziato a trasmettere scene sempre più pepate ed eccitanti, Elisa aveva iniziato a muovere le gambe e stringeva sempre di più la sua mano, senza farsi accorgere guardava l’amica che si stava muovendo sempre di più, aveva il seno che si alzava e si abbassava continuamente, ma anche a lei quelle scene stavano eccitando.
Con la scusa di andare in bagno si alzò dicendole che tornava subito, entrata in bagno controllò lo stato della sua passerina e la trovò tutta bagnata, si tolse le mutandine, si lavò e tornò in sala. Stata entrando quando ha sentito dei rumori strani, &egrave tornata indietro entrando nella cameretta del piccolo, pensando che stava sognando, invece tutto era tranquillo, tornò in sala e il rumore proveniva proprio da lì, senza farsi vedere cercò di guardare cosa succedeva … Il film si era fatto più interessante ed Elisa aveva la mano dentro il pigiama, le gambe aperte, gli occhi chiusi e si stava facendo un ditalino, si &egrave avvicinata in silenzio posando le labbra su quelle dell’amica, facendole scivolare la lingua dentro. Elisa senza aprire gli occhi e continuando a masturbarsi ha risposto al bacio con tanta passione, un bacio bellissimo interrotto solamente dall’arrivo dell’orgasmo. Paola si &egrave seduta sul divano cercando di stare ferma, voleva lasciarla finire di godere poi le avrebbe chiesto scusa, non sapeva perch&egrave era successo ma era stato bellissimo, sembrava che Elisa avesse letto nel pensiero di Paola, ha aperto gli occhi e prendendo il viso dell’amica fra le mani ha reso il bacio con tutta la passione e la voglia che aveva in corpo. I loro visi erano bagnati dalle lacrime di gioia, non riuscivano più a staccarsi, le mani stringevano fortemente i corpi. Nessuno delle due riusciva più a parlare, tutto era fermo, solo gli occhi emanavano la luce della gioia che avevano provato. Sembrava che il tempo si fosse fermato, il silenzio regnava incontrastato solo la TV emanava immagini e suoni che tutti e due non sentivano. Paola, allora come padrona di casa, si &egrave sentita in dovere di alzarsi per fare un buon caff&egrave, mentre era in cucina a prepararlo si &egrave sentita abbracciare, due mani caldissime l’hanno circondata e due seni turgidi si sono schiacciati contro la sua schiena, la bocca di Elisa ha baciato un orecchio e subito dopo ha sentito: grazie di avermi sbloccata, beviamo il caff&egrave e poi vorrei aprirmi e confidarti il mio problema. Tornarono di nuovo in sala e presero a parlare ma visto che il problema era abbastanza grave e pesante, Paola ritenendo di fare cosa gradita, si alzò e spense la TV, accese in modo delicato la radio, ritornò verso l’amica e iniziarono a parlare. Le loro mani di erano unite, non si staccavano, dando a Elisa una grande forza per poter raccontare il tutto, impiegò molto tempo scusandosi continuamente (Paola le aveva detto che non vi erano problemi, se serviva anche tutta la notte, tanto domani era domenica e potevano dormire quanto volevano). Quando ebbe finito di raccontare tirò un grande respiro confidando, inoltre, all’amica che nessuno sapeva cosa le era successo, nemmeno la madre. Paola rimase un attimo in silenzio, aveva gli occhi pieni di lacrime, mentre al contrario Elisa si sentiva più leggera; certo, le disse, non deve essere stato facile sopportare un peso di questo genere. Poi dopo un attimo di riflessione e di assoluto silenzio, il suo carattere battagliero prese il sopravvento, guardò negli occhi l’amica e prendendo tutto il coraggio di cui disponeva chiese: ma allora sei vergine? altro silenzio e poi Elisa confermò la domanda senza nessun timore. Il ghiaccio che aveva nel cuore si era rotto d’incanto si sentiva più leggera e pronta ad affrontare qualsiasi altra domanda le avesse rivolto. Paola si alzò la prese per mano e le disse vieni tesoro andiamo a letto, dopo aver espletato le normali funzioni serali si coricarono (la luce soffusa della camera dava un senso di dolce, trasgressivo, stupendo che aiutò molto l’intimità delle due), la padrona di casa si girò, prese il viso dell’amica fra le mani ed iniziò a baciarle con tanto amore, Elisa assaporò la voglia, fece scivolare il corpo di Paola sopra di lei (cominciava a sentire il peso di un corpo umano, che tanto aveva sognato e desiderato, sopra il suo). Le gambe di Paola spingevano contro le sue facendole aprire, sentì la coscia che premeva contro il suo paradiso ancora intatto e questo le dava un brivido meraviglioso (la porta della camera da letto era stata chiusa per sicurezza, al massimo se il piccolo si svegliava avrebbe chiamato), le loro mani correvano su tutto il corpo senza fermarsi, la bocca di Paola si avvicinò all’orecchio dell’amica e le sussurrò se voleva perdere la sua verginità.
Tutto si sbloccò, lei rimase sconvolta, non sapeva più come comportarsi, da una parte la voglia era immensa, ma come faceva Paola che era una donna a farle perdere quel tabù che tanto la faceva soffrire, dall’altra la paura del dolore la bloccava, visto la titubanza o indecisione. Paola passò all’attacco, si alzò e senza mai staccare gli occhi da lei iniziò a spogliarsi lentamente, si diresse verso il suo armadio (certo vederla davanti era bellissima, ma anche il dietro aveva il suo fascino), lo aprì, tolse una scatola, ritornò verso il letto, prese le gambe di Elise e le chiuse, si mise a cavallo sopra di lei, aprì la scatola e tolse un magnifico fallo in gomma, la poverina sgranò gli occhi senza riuscire a profferire parola, preso in mano il fallo se lo introdusse in bocca per bagnarlo poi scese verso la sua figa, lo puntò e lentamente, ma molto lentamene lo fece sparire tutto dentro il suo corpo. Elisa non capiva più niente, si stava masturbando ma capiva che l’amica stava godendo meglio di lei, la guardò in modo supplichevole e le disse: Paola sono pronta dimmi cosa devo fare, non ne posso più. In una frazione di secondo il fallo uscì dalla sua figa per passare nella bocca di Elisa (solo per farle assaggiare il sapore dei suoi umori) poi lo posò sul letto e inizio a spogliarla, quando fu nuda le aprì le cosce e iniziò a leccarle la figa sino a farla godere così sarebbe stata tutta bagnata e pronta, poi si avvicinò e iniziò a masturbarla con la mano sul bottoncino miracoloso, scendendo lentamente verso l’entrata principale, il dito aveva iniziato il suo lavoro era entrato fino in fondo (naturalmente non aveva rotto niente), poi lo tolse e iniziò il lavoro entrando ed uscendo lentamente sino a portarla ad un orgasmo magnifico. Non volle lasciare che il corpo si raffreddasse e si girò sopra lei affondando la lingua nella figa, Elisa non riusciva più a stare ferma, inarcava le reni per sentire dentro di s&egrave la lingua e trovandosi davanti gli occhi la stessa cosa, anche se inesperta, regalò all’amica un’orgasmo splendido. Rimasero una sopra l’altra per diverso tempo, il caldo dei loro corpi li univa, era tutto bello e splendido ma ad Elisa mancava qualcosa che era decisa, non voleva più aspettare, se non era stato un uomo a farle perdere la verginità, che sia pure una donna, purch&egrave si faccia non era più tempo di aspettare.
Ricordava i primi tempi dopo che si era divisa, quando era a casa da sola, sdraiata sul divano a vedere la TV, ogni volta che sul teleschermo avveniva qualche scena un po’ spinta il suo corpo partecipava alla scena e reclamava quello per cui era stato fatto, ovvero dare ma anche ricevere amore in tutti i sensi e finiva immediatamente che volava via il pigiama, le mutandine e le sue mani si impadronivano della passerina cercando di spegnere gli ardori bollenti.
Avando davanti agli occhi uno stupendo culo diede degli schiaffetti sulle natiche, che risvegliavano le voglie di Paola che si spostò da sopra e mettendosi in ginocchio sul letto e vedendo quello che l’amica desiderava le sorrise e le chiese se era sicura di essere pronta, ricevendo un silenzioso assenso.
Scese dal letto e prendendola per mano la portò in bagno facendola sdraiare nella vasca, aprì l’acqua calda anzi bollente in modo che facesse dilatare e ammorbidire il tutto, la sua mano scivolò nell’acqua impossessandosi di quel buchino affamato, lo dilatò, lo tormentò ma senza arrivare alla fine, quando sentì che le labbra erano morbide la fece alzare e la riportò sul letto, facendola sdraiare e allargandole le cosce, usando tutte le precauzioni possibili. Posò le sue labbra su quelle di Elisa e iniziò a baciarla e quando la sentì gemere dal piacere affondò il fallo di gomma dentro la sua bocca e senza esitare iniziò a penetrare sino in fondo quella vorace ed impaziente figa.
Naturalmente aveva preso le sue precauzioni, mettendo sotto il corpo di Elisa un grosso asciugamano che risultò macchiato di sangue, lasciò che la piccola si calmasse e poi la fece alzare cercando di usare le parole più dolci possibili, ma Elisa, anche se dolorante era contenta di aver perso, anche se tardi, quel blocco mentale che le ostruiva la possibilità di rifarsi una vita. Dopo averla lavata, asciugata, con tutta la dolcezza possibile la riportò in camera, si sdraiarono con le mani nella mani, e si addormentarono.
Il sonno di Elisa, contrariamente a quello di Paola, non era tranquillo, passava dal dolore della passerina al dolce languore per quello che l’amica aveva fatto per lei, verso le quattro del mattino sentirono il piccolo che chiamava la mamma, che si alzò per vedere cosa volesse, un goccio di acqua, un bacio sulla fronte, una storiella raccontata con molto senno lo facere riaddormentare e così pote&egrave tornare a letto. Si sdraiò, spense la luce e si mise a pancia in giù (la sua posizione preferita) e chiuse gli occhi, le sembrava che il marito fosse lì accanto , sentiva le sue mani che si facevano strada fra le sue matiche, aveva una voglia pazza e allargò le gambe, stava sognando ma nello stesso tempo stava godendo, sognava che il dito del marito si togliesse dalla figa per entrare nel culo, fece scendere la sua mano verso la figa e spostò il dito del marito verso il culo e mentre quello entrò dalla porta di servizio, prese possesso della sua passerina masturbandosi, tutto il corpo stava risvegliandosi, anche la mente, sbarrò gli occhi e pensò come facevo a sentire la sua mano sul mio corpo se lui non &egrave a casa anzi non &egrave a letto con me. Allungò la sua mano oltre alla passerina e catturò il dito che la stava penetrando, non era un sogno era vero e in un baleno realizzò di essere a letto con l’amica. Allargò al massimo le cosce in modo che il dito potesse penetrarla al massimo e lasciò all’amica il compito di farla godere al massino.
Elisa era al massimo della voglia ma voleva regalare all’amica il più bel ditalino che avesse mai provato, fece scivolare anche l’altra mano verso il basso e mandando via la mano dell’amica entrò dalla porta centrale, le dita potevano muoversi e sentirsi atttraverso una leggera membrana, entravano e uscivano velocemente, Paola affondò il viso sul cuscino in modo di poter godere al massimo senza gridare (era sempre stato il suo sogno segreto, poter essere sfondata e gridare con tutto il fiato possibile senza preoccuparsi di farsi sentire, anzi il suo sogno si completava pensando di poterlo fare in un bosco, sdraiata per terra e con la possibilità di far uscire dalla sua gola tutti i gridi e le parole più oscene che le sarebbero passate nella mente quel momento. Stava godendo meravigliosamente e già stava pensando cosa poteva fare all’amica per ringraziarla di tutte le dolcezze che le stava dando, inesorabile l’orgasmo si stava avvicinando sino a raggiungere il cervello e tutto il suo corpo. Elisa lasciò le dita dentro il corpo dell’amica si riaddormentarono contente. Tutto questo racconto mi &egrave stato fatto da Paola in persona durante un pomeriggio, l’ufficio era deserto, tutti erano in missione, il lavoro lo avevo fatto al mattino e quindi le ho telefonato per farla venire da me, il suo ufficio era in un’altra ala del fabbricato. Certo quando siamo uscite alla sera il mio stato non era dei migliori, se qualcuno o qualcuna mi avesse fatto delle avances non avrei assolutamente rifiutato Abbiamo fattola strada assieme, parlando di tutto tranne di quello che mi aveva confidato, ascoltavo e rispondevo a tono, ma la mia testa era altrove. Arrivati alla fermata del bus ci siamo salutate con un abbraccio, io avrei proseguito a piedi mentre lei aveva circa mezzora di autobus, nell’abbraccio ho sentito i seni di Paola schiacciarsi contro i miei (un incontro impari, in quanto i miei erano una seconda minima contro una buona quarta dei suoi) dopo tutto quello che mi ha raccontato ero ancora tesa e quindi il contatto mi ha fatto un immenso piacere. Arrivata a casa mi sono liberata del vestito, mettendomi una sottile vestaglia e cercando di non pensare a tutto quello che era successo nella giornata ho iniziato i lavori domestici.
Mi sembrava di essere un automa, in quanto facevo tutto automicamente, ma la mia testa non era presente continuavo a pensare, ero arrivata al bivio non sapevo cosa decidere, il trillo del telefono mi ha risvegliata, ero mio marito, mi avvisava che la piccola aveva voluto rimanere dalla nonna a mangiare e che lui sarebbe andato in pizzeria con gli amici del lavoro per festeggiare il compleanno di uno di loro e che poi sarebbe passato a prenderla più tardi. Ottima notizia, avevo bisogno assoluto di rimanere sola per poter capire cosa volevo fare, in questo momento anche ALL mi avrebbe dato fastidio, in quanto eccitata come ero lo avrei buttato a terra iniziando uno dei nostri stupendi giochi, ma non avrei potuto esaminare la mia situazione e decidere cosa fare.
Mi sono diretta in sala, ho messo un disco (il mio preferito che ascolto sempre quando sono sola) e mi sono seduta sul divano iniziando a pensare mi sono rialzata subito in quanto mi ero dimenticata di spegnere la luce centrale, avevo bisogno di ascoltare la musica rimanendo in penombra, l’effetto della musica e della penombra mi avrebbe aiutata a ragionare con calma e capir e cosa volevo fare. Sono tornata sul divano e tutto si &egrave messo a fuoco, il problema era semplice, volevo assolutamente provare l’ebrezza di baciare una donna, di poterla dominare o di essere dominata da lei, ero pronta a fare tuto quello che mi avesse detto di fare, non avevo nessuna preclusione, unica condizione era che ALL fosse stato con noi, non sarebbe stato necessario che partecipasse ai nostri giochi se lei non lo voleva, oppure poteva farlo se lei lo desiderava, anzi per migliorare la situazione potevamo spogliarlo e tutto nudo farlo sedere sulle sedia, legargli sia le braccia che le gambe, poi ci saremmo messe alla giusta distanza iniziando a baciarci mentre le nostri mani spogliavano i nostri corpi, avremmo potuto vedere il sole (quando avevo molta voglia, dicevo ad ALL che avrei gradito vedere il suo sole alzarsi per poter meglio illuminare la mia stella) di ALL alzarsi, irrigidirsi e soffrire perch&egrave non poteva toccarsi mentre noi eravamo libere di fare tutto quello che volevamo. Era tutto chiaro, ero pronta per la prova, sì &egrave vero ma con chi? avrei potuto fare delle avances a Paola, che come mi guardava era chiaro che lo desiderava, ma io bench&egrave la desiderassi ero sempre dell’idea di ALL, mai con i colleghi (eravamo già noi fuori dal nostro credo), avrei potuto tentare con una signora del piano di sotto che tutte le volte che ci vedevamo non perdeva occasione di stringermi la mano ed accarezzarmi il viso dicendomi che avevo un gran bel corpicino, ma troppo pericoloso, avrei potuto, avrei, avrei, avrei, basta con avrei, ora basta, ora voglio. Ho parlato con ALL e con tutta calma ho espresso la mia idea del perch&egrave sono arrivata a questa decisione, e del perch&egrave non avrei cambiato idea, non era più il tempo di parlarne, era arrivato il tempo di agire, dal momento che anche lui era della mia stessa opinione, e vedeva la cosa dal lato buono, ovvero una nuova esperienza.
Ricordo quante volte, nel nostro dolce motel, mentre facevamo all’amore, o meglio ancora nella pausa tra una leccata e l’altra, guardavamo dei filmetti (nel nostro motel vi sono 6 canali con film porno per tutti i gusti) sempre più eccitanti, e guarda caso ultimamente scelgo sempre quelli a partecipazione preminentemente femminile, quando vedo due donne che si baciano sento un fremito per tutto il corpo, stringo le cosce e poco dopo mi sento tutta un fuoco, in quel momento sarei pronta a tutto e quando dico tutto &egrave tutto. Naturalmente a tutt’oggi &egrave ancora un sogno che spero possa avverarsi nel più breve tempo possibile.

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