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Racconti Erotici EteroTrio

Iniziò per sesso

By 18 Agosto 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Dovevo già essere in ferie, ma a causa di un guasto che aveva tenuto fermo il macchinario di mia competenza per tre giorni il titolare della piccola azienda che si occupa di costruzione di stampi per lo stampaggio di materie plastiche in cui lavoro da ormai otto anni mi aveva chiesto se ero disponibile, per recuperare il tempo perduto, a iniziare le ferie con qualche giorno di ritardo. Io accettai visto che quella settimana sarei rimasto comunque a casa e così il lunedì ero quindi l’unico presente in ditta, preparai il macchinario e lo feci partire, sapevo per esperienza che questa fase della lavorazione durava all’incirca sei/sette ore, così dopo essere rimasto qualche minuto a controllare che tutto funzionasse correttamente salii nel piccolo ufficio fresco grazie al climatizzatore a leggermi il giornale scendendo in officina di tanto in tanto per verificare l’avanzamento del lavoro. Ben presto mi stufai del giornale e iniziai a navigare in internet passando da un sito di video porno all’altro. Andai avanti così anche nel primo pomeriggio, verso le tre mentre ero impegnato a riprogrammare la macchina arrivò Nadia, la figlia del titolare che svolge mansioni di segretaria, per sistemare alcune cose inerenti la contabilità che dopo essersi fermata in officina a scambiare quattro chiacchiere con me salì in ufficio.
– E’ così che ammazzi il tempo mentre la macchina lavora! – mi disse quando salii anch’io indicando il monitor sul quale scorrevano le immagini di un video che stavo guardando prima di scendere in officina e che avevo lasciato aperto non sapendo che sarebbe arrivata.
Avevo una certa confidenza con Nadia, dovuta soprattutto al fatto che quando ero un semplice apprendista quasi tutti i giorni nella brutta stagione il padre mi mandava a prenderla all’uscita da scuola e durante il ritorno si chiacchierava e scherzava un po’, così le replicai ironico
– Perché tu invece non lo stavi guardando vero? –
– Certo che lo stavo guardando e guarda qua, mi sono talmente eccitata che i capezzoli sembra vogliano bucare la maglietta! – Non mi aspettavo una replica di questo tipo e meno ancora quello che successe subito dopo, Nadia si avvicinò a me, si alzò la leggera gonnellina a pieghe e portò la mia mano a toccare i suoi slip che erano fradici. Il tutto mentre sul monitor del PC continuavano a scorrere le immagini del video nel quale un addetto alle pulizie si scopava una gran troiona di impiegata nello stanzino delle scope. Inutile dire che mi ero eccitato di brutto, avevo la mano sugli slip di una bellissima ragazza, situazione che di per sé bastava a farmi impennare il cazzo, in più vedevo quello che da parecchi anni era un mio sogno ad un passo dal realizzarsi.
– Luca, scopami come quella vacca! – disse indicando con lo sguardo il monitor.
– E il tuo ragazzo che direbbe se venisse a saperlo? – Le chiesi mentre continuavo a massaggiarle la fighetta da sopra gli slip
– Uhmmm! Non ti preoccupare! Ora basta chiacchiere! – Mi ficcò la lingua in bocca cercando la mia, risposi al bacio mentre trafficavo con la lampo della sua gonnellina che feci scivolare a terra e infilai in dito sotto gli slip fino a raggiungere il suo buchino.
– Quello te lo devi meritare! – disse fermandomi, mi concentrai allora sulle sue tette, una seconda abbondante, prima massaggiandole da sopra la maglietta, poi volata via la sottile stoffa le ebbi a mia completa disposizione, le impastavo, strizzavo i capezzoli e li suggevo con la lingua. Mi fece poggiare al piano della scrivania e si inginocchiò tra le mie gambe, dopo averlo liberato imboccò il cazzo e iniziò a farselo scorrere in bocca serrando le labbra fino a che non l’ebbe ingoiato tutto. Lo percorse più volte per tutta la lunghezza, ogni volta facendolo uscire e picchiettando la cappella con la lingua, di tanto in tanto lasciava il palo e si dedicava allo scroto, lo soppesava e lo prendeva in bocca, sempre guardandomi negli occhi come una troia consumata mentre io godevo come un porco.
– Ora tocca a me! – le dissi interrompendo la sua pompa, mi rialzai e la spinsi indietro contro la libreria, mi inginocchiai di fronte a lei e iniziai a lavorarmi la sua fighetta, iniziai spennellando con la lingua le labbra esterne e poi iniziai ad entrate, trovai il clito e iniziai a picchiettarlo, Nadia presa dalla foga iniziò a muovere il bacino e messe le mani sulla mia nuca mi teneva schiacciata la faccia contro il suo pube, più leccavo e più si agitava – Si leccami tutta porcooooo!!! – mi diceva tra un sospiro e l’altro, mi piaceva leccare e così prolungai il più possibile il trattamento, poi sempre leccandola risalii fino a raggiungere le sue labbra, la baciai e poi piegando un poco le ginocchia mi posizionai con il cazzo all’ingresso della sua fighetta grondante e molto lentamente, assaporando le sensazioni di piacere che le sue contrazioni mi davano, entrai per tutta la lunghezza nelle sue carni. Altrettanto lentamente mi ritirai fino ad uscire quasi completamente e via, una serie di colpi secchi e veloci che la fecero sobbalzare tanto che per non cadere prima si puntellò ad un ripiano e poi senza mollare la presa mi strinse le gambe attorno ai fianchi incrociando i talloni dietro la mia schiena – Si daiii, sei un porcoooo, sbattimiiii! – – Siii porcona, ti scopo tuttaaaa! Continuai a lungo in questa posizione, poi mi fermai, mi poggiai di spalle alla libreria con Nadia davanti a me ma di spalle, la infilzai di nuovo e tenendola per le cosce la alzai da terra, inarcai un po’ la schiena all’indietro e ripresi a pistonarla mentre lei si aiutava nel movimento con dei violenti colpi di reni, la posizione era però scomoda cosi, senza sfilare la mia spada dal fodero avanzai verso la scrivania, Nadia si posizionò a gambe aperte in punta di piedi e io ripresi a scoparla più forte che potevo, di tanto in tanto girava la testa offrendomi le labbra sulle quali io mi gettavo affamato, come nel video poi le feci alzare la gamba sinistra fino a portare il piede a poggiare sulla scrivania, in questa posizione la sentivo molto più stretta, cosa che mi fece infoiare ancora di più, ormai la stavo sbattendo come la troia del filmato, cosa che le piaceva a sentire le urla di incitamento che mi rivolgeva e dai gemiti.
A un tratto mi fece fermare e si sfilò, mi fece distendere di schiena sulla scrivania e se lo prese in bocca percorrendo la mia asta per tutta la lunghezza velocemente e nel contempo con una mano si masturbava, mi salì sopra a smorzacandela, vedevo il mio palo scomparire lentamente in lei, quando arrivò a fine corsa iniziò a muoversi lentamente, spostò i lunghi capelli da un lato del viso e si piegò col busto in avanti, avevo le sue tettone sode che premevano sul volto, infilai la lingua nel solco e leccai fin dove riuscivo a raggiungere, le succhiavo alternativamente i capezzoli – Ti piacciono le mie tette? – – Si Siii, mi piacciono, ci morirei qui in mezzo!!! –
In questa fase era lei a dettare i tempi ai quali mi adeguai andandole incontro, sentivo che stavo per venire e la avvisai – Aspettami!!!!! – Mi ordinò e io non potei che obbedirle, – Siiiiiii! – gemeva, il suo viso trasfigurato era il ritratto della lussuria, la bocca semiaperta emetteva dei gemiti rauchi e un filo di saliva le colava dai lati. Era come me al massimo della libidine, ad un tratto sbarrò gli occhi urlando – Ahhhhh Siiiiiiiiii Godoooooo, dai bastardooo, vienimi dentrooo – Io che non ce la facevo veramente più a trattenermi la inondai con un mare di sperma.
Nadia veloce come un fulmine si mise a 69 e fece sparire il cazzo nella sua bocca ripulendolo mentre io raccoglievo con la lingua il suo sperma misto al mio che le usciva dalla figa che mi ritrovavo a pochi centimetri dal viso. Si volse verso di me e ci scambiammo un bacio lussurioso durante il quale ci passammo i succhi raccolti dalle nostre lingue.
– Te lo sei proprio meritato! – esclamò prima di rimettersi a 69 e avvolgermi il cazzo ormai a riposo tra le tettone che teneva strette una contro l’altra iniziando una spagnola meravigliosa, il mio amico si riprese in un attimo mentre io che avevo capito le sue intenzioni iniziai a lubrificarle l’ano e ad allargarlo con uno e poi due dita. Interruppe la spagnola e se lo riprese in bocca, un paio di pompate lubrificanti e si posizionò in piedi con il busto piegato in avanti, le gambe aperte e le braccia in avanti per puntellarsi al tavolo, io mi misi dietro di lei e puntai la cappella all’ingresso del retto, entrai a fatica, molto lentamente per farle il meno male possibile, lo sentivo cedere a poco a poco, mi ritraevo e poi riprendevo a scendere mentre lei gemeva, un misto di dolore e piacere finché entrai del tutto e rimasi fermo per qualche istante per farla abituare all’intrusione.
– Dai porco, spaccami!!!! – mi incitò impaziente Nadia, io non mi feci pregare e iniziai un andirivieni dapprima lento che andò aumentando man mano che la resistenza veniva meno. – Ohhhh siiii, spingilo più forteeeee Siiii” – mi incitava sgrillettandosi furiosamente e io saldamente ancorato alle sue tettone la accontentavo scopandola sempre più forte – Godoooooo! Siiiiiiiiiii Ahhhhhhhhhh! – Urlò con voce roca travolta dall’orgasmo mentre io continuavo a pomparla alternando le mie penetrazioni tra culo e figa. Il mio orgasmo tardava ad arrivare per la gioia di Nadia che continuava a gemere e incitarmi a spaccarla in due, un altro orgasmo, ancora più violento del precedente la sconvolse e le sue contrazioni portarono anche me al piacere – Dove la vuoi questa? – – Voglio berti! – disse girandosi, lo avvolse per l’ennesima volta tra le labbra e ingoiò tutto quello che tremando dal godimento le dispensai. Mi lasciai andare distrutto sulla poltroncina, lei si inginocchiò tra le mie gambe e mi ripulì il cazzo, poi mi si sedette in braccio e ci baciammo.
– Wow, che cavalcata! Questo si che si chiama scopare! – le prime parole che proferì dopo l’orgasmo – Dobbiamo assolutamente rifarlo, magari in un posto più comodo!!!-
– Concordo in pieno, la prima occasione che mastro lindo e’ impegnato organizziamo da me, sono tutti via in ferie e ho la casa libera! –
– Si chiama Giacomo, non mastro lindo! E comunque l’ho mollato qualche giorno fa’, mi aveva stufato e non scopava un gran ché! – mi rispose
– Meglio così! Quello e’ grosso e se si incazza non credo proprio che riuscirei a fermarlo! –
– La cosa non ti ha impedito di trombarmi alla grande però! –
– Era da quando tuo padre mi mandava a prendere te e la tua amica Martina a scuola che sognavo questo giorno, e certe occasioni quando capitano vanno prese al volo! –
– Già e intanto che aspettavi di scopare con me ti sei fatto Martina, maiale! – Sapevo che le due erano amiche per la pelle e immaginavo si confidassero le loro esperienze quindi non mi sorprese che Nadia sapesse di me e Martina
– Con Martina e’ cominciata per caso, ed e’ continuata perché entrambi vogliamo solo divertirci e farci qualche sana scopata ‘
– So tutto di te e Martina, e vorrei che fosse così anche tra noi –
– Ho l’impressione di essermi cacciato in un bel guaio, andrà a finire che mi spolperete voi due! –
– Possiamo sempre metterci d’accordo… come abbiamo fatto stavolta del resto!-
– Ecco perché è da qualche giorno che non si fa sentire, voleva che fossi in gran forma per tè! –
– Già, e la migliore delle amiche, non rischierei la sua amicizia per nulla al mondo! – Fummo interrotti dall’allarme sonoro del macchinario che mi avvisava che aveva finito la lavorazione.
– Il lavoro chiama! – esclamai, Nadia si alzò permettendomi così di alzarmi a mia volta, mi rivestii e prima di scendere le baciai tirandola a me palpandole per bene le chiappe sode. Rimasi in officina una mezz’ora a preparare il macchinario per la lavorazione successiva che avrei fatto partire l’indomani mattina, poi un salto negli spogliatoi a rinfrescarmi, un giro su in ufficio per un saluto a Nadia che si era rivestita e si era immersa nelle scartoffie e poi via a casa, dove, dopo aver mangiato mi addormentai sul divano senza nemmeno aver avuto la forza di farmi una doccia.
Ad eccezione di un SMS di Nadia non sentii ne lei ne Martina nei due giorni successivi nei quali mi concentrai sul lavoro e il mercoledì sera avevo finito, in perfetto orario sulla tabella di marcia che mi ero fatto. Pulii il macchinario e la mia postazione e provai a contattarla per lasciarle le chiavi del capannone che il padre mi aveva dato il venerdì precedente ma niente, cellulare sempre non raggiungibile.
Verso le nove di sera mentre mi stavo cambiando per uscire suonò il campanello, quando andai al citofono e chiesi chi era mi rispose Nadia, feci scattare la serratura elettrica del cancello e andai ad aprire la porta d’ingresso giusto in tempo per vedere Nadia e, sorpresa sorpresa, Martina che percorrevano il vialetto. Mentre avanzavano mi venne automatico confrontare le caratteristiche delle due ragazze, entrambe alte circa una decina di centimetri meno del mio metro e 78, castana chiara con i capelli che le arrivavano a metà schiena Nadia, più scuri e lunghi fino alle spalle l’altra, entrambe snelle e con gli occhi di uno splendido verde, leggermente più chiaro per Martina.
– Ho visto le tue chiamate e così siamo passate – esordi Nadia
– Ho le chiavi del capannone da restituirti –
– Quindi hai finito al lavoro! –
– Sì, da domani sono ufficialmente in ferie –
Dato che non avevano fretta, ci accomodammo in salotto a fare quattro chiacchiere bevendoci una birra, argomento ferie, mi dissero che il sabato sarebbero partite per Panarea, dove Nadia aveva prenotato per andarci con Giacomo ma visto che l’aveva mollato, aveva chiesto all’amica se voleva unirsi a lei e Martina aveva accettato, io invece sarei stato dieci giorni a Ibiza con gli amici e al ritorno sarei andato una decina di giorni in Liguria dove i miei parecchi anni addietro avevano comprato una piccola villetta.
– Nadia mi ha detto che sei stato grande l’altro pomeriggio! – esordi Martina cambiando totalmente discorso, io sorrisi e poggiata la bottiglia sul tavolo si alzò dal divano e venne a sedersi sul bracciolo della poltrona dove ero io – Non è che ora mi trascurerai? – chiese carezzandomi il cazzo da sopra i pantaloncini.
– Sono certa che ce ne sarà abbastanza per entrambe! – replicò Nadia che si era messa sull’altro bracciolo e mi carezzava imitando l’amica.
– Tu dici? –
– Dico, però cosa c’e’ di meglio di una prova per fugare i dubbi! – propose Nadia prima di baciare l’amica sulle labbra
– Ho capito che sarebbe finita così appena vi ho viste arrivare in coppia! – dissi interrompendo il loro siparietto
– Allora che aspetti? Datti una mossa! – replicò Martina – E’ da un po’ che non ti assaggio e comincio a sentire la mancanza del tuo passerotto! –
– Andiamo a metterci comodi allora – le risposi alzandomi, misi una mano sui loro meravigliosi didietro e le guidai in camera dei miei.
– E’ molto meglio della scrivania dell’altro giorno! – esultò Nadia che si era buttata sul lettone a saggiarne la morbidezza, si rialzò permettendomi di togliere il copriletto e poi ci si ributtò sopra tirandomi con sé, mi sfilò la maglietta e mi baciò, poi si tirò da parte permettendo a Martina di posizionarsi seduta sul mio bacino, si tolse il top e scivolò in avanti, piegò il busto verso di me offrendomi le sue tette, una terza, da leccare ben sapendo che era la mia passione e che sarei rimasto ore intere a giocarci. Mentre mi dedicavo al mio passatempo preferito Nadia aveva sciolto i laccetti degli slip che indossava Martina e li aveva fatti volare sul cuscino accanto alla mia testa, iniziò a scaldarle la fighetta, bastò poco perché iniziasse a gemere al ché Nadia mi sfilò in un colpo solo sia i pantaloncini che gli slip e iniziò a leccarmi prima la cappella e poi l’asta per l’intera lunghezza, aveva preparato la sua amica e ora preparava me e lo faceva esattamente come la volta precedente in ufficio. Quando fu soddisfatta del lavoro fatto fece indietreggiare Martina e puntò il cazzo all’ingresso della figa dell’amica che con maestria lo fece scivolare tutto dentro e iniziò un blando su e giù. Dopo essere rimasto passivo iniziai ad assecondare i movimenti di Martina imprimendo un’accelerazione alla cavalcata. – Siii Bravooo Siiii – mi incitava Martina mentre Nadia che nel frattempo si era spogliata si masturbava standosene in disparte. Continuammo finché le due non si cambiarono di posto, Nadia appena impossessatasi del mio palo diede un’ulteriore aumento di ritmo con Martina che di tanto in tanto le sfilava il cazzo dalla figa, se lo cacciava in bocca e poi glielo rimetteva dentro. Nadia era a un passo dal godere ma voleva prolungare il più possibile l’incontro, così si scambiò ancora di posto con l’amica e si mise a cavalcioni sopra il mio petto rivolta verso l’amica sbattendomi letteralmente la figa in faccia. Le due si baciavano e si carezzavano mentre io continuavo a pompare Martina sempre più furiosamente
– Dai Daiii Daiiiii Siiiiiiiiiiiiii – Url’ Martina piegandosi all’indietro prima di sfilarsi e rotolare di lato travolta dal piacere. “Una e’ soddisfatta, ora tocca all’altra” pensai tra me mentre Nadia come una saetta aveva sostituito l’amica e già danzava sul mio palo. La fermai e mi rialzai, la feci stendere di schiena e mi posizionai sopra di lei con le braccia tese ai lati della sua testa e partii con una serie di affondi violenti che la fecero sobbalzare sul materasso – Ahhh Ahhhh Ahhhhhh Ancoraaaa Ahhhh Ancooooora – urlava – Siiii, te ne do quanto ne vuoiiii! – Spostai le mani portandole sui suoi seni mentre Martina che le si era messa sopra la baciava sulle labbra e sul viso – Siiii, Siiiiiiiiiiiiii.” – gemeva Nadia scossa dai fremiti. Lestissima Martina si girò verso di me e lo prese in bocca, poche pompate e le riempii la bocca di sperma che lei ingoiò senza perderne nemmeno una goccia. Nadia si avvicinò e la baciò a lungo, poi si dedicò alla pulizia del mio cazzo che si stava smollando.
– Hai avuto la tua dose di sborra, ma la prossima e’ tutta mia – disse Nadia ridendo all’amica mentre eravamo ancora stesi sul letto spossati
– Già volete il bis, datemi un attimo per recuperare! – risposi divertito
– Non c’e fretta, abbiamo tutto il tempo che vogliamo! – Scoprii così che Martina aveva detto ai suoi che avrebbe dormito da Nadia che era a casa da sola
– Brave! Porcelline e bugiarde! – dissi prima di andare a farmi una doccia rigenerante. Mi aspettavo che mi seguissero invece quando tornai in camera le trovai che dormivano entrambe così dopo aver fatto un giro della casa per chiudere tutte le imposte mi misi anch’io a letto.
Verso le sette di mattina mi svegliai a causa del fastidio che mi procurava il ginocchio di Martina che involontariamente mi premeva all’altezza delle reni, senza farla svegliare riuscii a farle cambiare posizione, il sonno però non tornava e la vista del didietro di Martina che giratasi mi dava le spalle illuminato dalla luce che filtrava mi riaccese la voglia, mi avvicinai e puntai la cappella tra le labbra della figa entrando per pochi centimetri e restando poi fermo li, lei seppure addormentata percepì l’invasione spinse all’indietro fino a prenderselo dentro per metà, andai avanti e mi fermai tutto dentro. Rimasi fermo in quella posizione per un po’ e poi iniziai a muovermi molto lentamente, senza svegliarsi Martina iniziò a sospirare e a muoversi accompagnando i miei movimenti, portai una mano sul suo seno e iniziai a carezzarlo – Cosa stai facendo? – mi chiese a bassa voce ancora assonnata.
– Scusami, ma eri talmente eccitante che non ho resistito! – le risposi sempre parlando piano
– Continua pervertito, mi hai svegliato e ora completi l’opera! – Alzò una gamba per agevolarmi il movimento, continuai così per un po’ prima di puntarlo all’ingresso dell’ano spingendo per entrare
– Ahhh Bastardoooo. Senza nemmeno prepararmiiii! – Ormai ero partito, ignorai i suoi lamenti e ritrassi la mazza per poi tornare a scendere più a fondo mentre i suoi gemiti iniziavano ad essere più di piacere finché urlò – Siiii Spingilo dentro tuttoooooo! –
– Mi spacchi in dueeeeee Ahhhhhhhh – Il ritmo dei miei colpi era sempre più forte e Martina si lamentava, chiedeva di smettere ma io non ci sentivo
– Brutti maiali, ve la volevate spassare senza di me? – chiese Nadia che si era svegliata
– Nadia, ti prego. non ce la faccio più! – la implorò Martina. Nadia accese la luce e rimase un attimo a guardare l’amica – Non ci credo! Tu che butti la spugna? – Poi si mise con la figa davanti alla bocca di Martina che con il mio cazzo ancora saldamente piantato nel culo iniziò a leccargliela velocemente per poi passare a infilargliela insistentemente nel culo.
– Siii, ora dammelo! – Nadia si sistemò a pecorina sul letto e io dopo aver estratto il cazzo dallo sfintere di Martina mi sistemai dietro di lei e lo poggiai al suo anello esterno, me lo risucchiò dentro spingendo il culo all’indietro, era più stretto di quello di Martina e così mi muovevo più lentamente, dopo poche pompate sentivo che stavo per venire così cercai con la mano la sua figa per stimolarla mentre Martina ci guardava standosene in disparte.
– Me lo sento in pancia! Non fermarti!” – – Sii Bravoooo! Vengoooo! Oddioooooooo! – Accelerai ancora il ritmo e in brevissimo le contrazioni del suo orgasmo mi portano a allagarle il budello. Lo lasciai smollare, uscii e mi stesi a pancia in alto, Martina si avventò a leccare i succhi che iniziavano a colare dal buco del culo di Nadia che stesa su un fianco ansimava come se avesse corso una maratona, poi prese il viso dell’amica tra le mani e la baciò passandole tutto quello che aveva raccolto sulla lingua.
– E’ tuo, io il mio l’ho già avuto – le disse mentre Nadia sorridente le accarezzava la nuca, non so’ quanto rimasero allacciate in quel bacio prima di venire a baciare me.
Dopo quella battaglia spensi la luce e ci riaddormentammo tutti e tre, ci risvegliammo che erano le undici passate, mi alzai e andai in cucina a fare il caffè e le ragazze dopo una doccia mi raggiunsero.
– Andiamo, altrimenti scopriranno le nostre balle! – disse Martina all’indirizzo dell’amica. Una palpata di culo a entrambe mentre ci salutavamo con un bacio e le accompagnai alla porta.
– Nadia, non hai preso le chiavi! – gridai quando mi accorsi che le chiavi dell’officina erano rimaste sulla mensola nell’ingresso
– Le prende domani. – rispose Martina mentre salivano in macchina lasciando intendere che la sera sarebbero tornate, così fecero e fu’ un’altra notte di sesso sfrenato, l’ultima prima della partenza per le rispettive vacanze.
La vacanza a Ibiza fu’ all’insegna del divertimento e quando tornai, come spesso succede quando si va’ in vacanza con gli amici ero distrutto, avevo però la decina di giorni di assoluto relax in Liguria per riprendermi. I primi due giorni ero in compagnia dei miei, poi loro il sabato dopo pranzo ripartirono perché papà riprendeva a lavorare il lunedì e non voleva farsi la domenica in macchina. Verso sera mi arrivò un SMS di Nadia che diceva “Domani partiamo da Panarea, disturbiamo se ci fermiamo qualche giorno da te?” al quale risposi ” No problem, i miei sono ripartiti oggi, sono tutto solo!” Contro risposta di Nadia un ” Benissimo, preparati!” che lasciava intendere che intenzioni avessero. Il pomeriggio successivo all’ora che mi avevano comunicato andai a prenderle alla stazione ferroviaria, passammo da casa per lasciare i loro bagagli e per una doccia, poi uscimmo a mangiarci una pizza. Non erano molto loquaci e avevano solo fretta di tornare a casa, pensai fosse la stanchezza del viaggio in treno ma appena rientrammo mi spinsero in camera e si fecero scopare ripetutamente in tutti i buchi e avrebbero continuato ancora se distrutto non avessi alzato bandiera bianca
– Vediamo se si è ripreso il nostro passerotto preferito – mi chiesero la mattina successiva quando mi portarono la colazione a letto andando a saggiare con la mano la sua consistenza –
– Non ancora… questa notte mi avete distrutto… e se non lo lasciate in pace ancora per un po’ lo faccio entrare in sciopero! – aggiunsi visto che non la smettevano di smanacciarlo
– Scusa… ma avevamo un bel po’ di arretrati! – risposero quasi in contemporanea –
– Vorreste dirmi che in dieci giorni a Panarea non avete trovato cazzi degni di voi? – chiesi loro mentre seduti in cerchio sul letto facevamo colazione.
– L’hai detto, tanti ragazzetti sbruffoni con zero fantasia e poca durata! Tu invece?-
– Io ho conosciuto una bella svedesina, non al vostro livello di porcaggine ma comunque di quelle che lasciano il segno! –
Finita la colazione che per orario e abbondanza era più un pranzo sistemammo la camera che sembrava essere stata teatro del passaggio di un tornado e scendemmo in spiaggia dove restammo fino all’ora di cena. Ritornati a casa una sostanziosa cenetta preparata dalle ragazze e poi si ripeté il copione della notte precedente con le mie due valchirie che mi costrinsero ancora agli straordinari.
Il pomeriggio successivo che eravamo in spiaggia mi chiamò mio fratello – Problemi? – mi chiese Martina quando chiusi il telefono vista la mia espressione contrariata
– Domattina arriva mio fratello, sta tornando prima del previsto dal campeggio in Calabria perché sono tre giorni che piove a dirotto e si ferma qui qualche giorno, quindi ancora stanotte e poi fine dei giochi!! –
– Non e’ detto! – replicò Martina che poi strizzando l’occhio a Nadia aggiunse – Potremmo coinvolgere anche lui nei nostri divertimenti! –
– Il solito fortunato… sverginato da voi due! – replicai ironico
– Vuoi dire che il fratellino a vent’anni non ha mai… – chiese Martina come per avere conferma di quello che aveva sentito
– Già, che io sappia non ha incora inzuppato il biscotto! –
La mattina dopo andai a prendere Alessandro al treno, quando arrivammo le ragazze si fecero trovare che giravano per casa in costume e per salutarlo lo abbracciarono strusciandosi.
– Se sapevo che avevi compagnia non mi sarei fermato! – mi disse mentre sistemava il borsone in camera
– Guarda che non c’e’ nessun problema, e poi anche tu conosci Nadia e Martina! –
Ale si fece una doccia e scendemmo tutti insieme in spiaggia ma nel primo pomeriggio la stanchezza del viaggio si fece sentire e così tornò a casa a fare un pisolino accompagnato da Martina che disse di avere mal di testa.
– Se tutto va come deve stasera Ale sarà sverginato e dei nostri! – commentò Nadia quando Ale e Martina si furono allontanati
– Hai qualche dubbio? Tu e Martina sareste in grado di far cadere chiunque ai vostri piedi! – le risposi
– Grazie per il complimento –
– E’ la verità, piuttosto come avete scelto a chi sarebbe toccato il piacere? –
– A testa o croce! –
– Siete incredibili ragazze! ‘ dissi scoppiando a ridere
– Già!… Peccato che la monetina abbia premiato Martina – concluse Nadia con una punta di delusione per quello che era stato il verdetto della dea bendata.
– Su col morale! Penserò io a te, non sarà come svezzare un verginello ma e’ meglio di niente – le dissi
– Mi capisci sempre al volo! Sei un tesoro ‘ un ragazzo da sposare! – mi rispose mentre la trascinavo in acqua, raggiungemmo una posizione nascosta dietro gli scogli dove presi a palpeggiarli i seni che feci sgusciare fuori dal pezzo sopra del costume e a massaggiarle la fighetta .
– Uhmm, siii – gemette mentre con la mano infilata nei boxer da bagno iniziava a segarmi, ad un tratto si immerse e subito dopo sentii le sue labbra avvolgermi il cazzo in un pompino subacqueo che durò fino a che non dovette riemergere per respirare. Mi sedetti su uno scoglio che si trovava sotto il pelo dell’acqua e Nadia mi venne sopra a cavalcioni, scostò lo slip e diresse il mio palo all’imboccatura della figa, lo prese tutto in un solo colpo e iniziò a muoversi velocemente, io accompagnavo i suoi movimenti e la baciavo di continuo per smorzare i suoi gemiti che avrebbero finito sicuramente per richiamare l’attenzione di qualche bagnate finché non venimmo a breve distanza l’uno dall’altro.
Quando un paio d’ore dopo tornammo a casa non si sentiva nessun rumore, mentre ci avvicinavamo con circospezione alla camera da letto, teatro delle nostre battaglie notturne, iniziammo a sentire dei gemiti che aumentavano di intensità man mano che avanzavamo verso la stanza.
Sbirciammo senza farci vedere, c’era Ale sdraiato e Martina che lo cavalcava e nel contempo lo istruiva dicendogli come doveva muoversi, nonostante avessimo appena fatto sesso Nadia si inginocchiò tra le mie gambe e iniziò a spompinarmi e a sgrillettarsi mentre Ale e Martina sul letto in breve vennero.
– Sei ancora duro?! – sentimmo dire a una meravigliata Martina all’indirizzo di Ale, Nadia che mi stava ancora spompinando si fermò e mi guardò negli occhi come a cercare il mio consenso, io sorrisi e lei entrò in camera e salì sul letto
– Che ne dici di rendere la prima volta di Ale unica? – disse all’amica. Le due guardarono nella mia direzione e poi si buttarono su Ale che sembrava su un altro pianeta a giudicare dallo sguardo che aveva.
Nadia prese il posto di Martina che scese dal letto e venne verso di me che mi ero seduto sulla poltroncina di fronte al letto – Non male il ragazzo – mi disse riferendosi ad Ale appena si fu’ seduta sulle mie gambe.
Anche Nadia era prodiga di consigli al mio fratellino mentre lo cavalcava, sembrava un fantino che teneva a freno il suo cavallo in attesa del rush finale, chiesi a Martina di preparare il culetto dell’amica, lei capì al volo le mie intenzioni e torno sul letto, prima si mise con la fighetta sulla faccia di Ale incitandolo a leccargliela e prese a limonare con Nadia, poi si spostò dietro di lei e con la lingua le insalivò per bene il buchino, mi fece cenno di avvicinarmi e me lo prese in bocca, lo lubrificò per bene e mi posizionai dietro a Nadia, la presi per i seni e puntai la cappella all’ingresso dell’ano, lei capì subito, si fermò e si piegò in avanti per favorire la mia penetrazione incitandomi a entrare – Siiii Due cazzi insieme non li ho mai presi!!! Daiii spingiiiiii! – Martina si era messa accanto a noi e carezzava l’amica che ora provava anche un po’ di dolore oltre al piacere. Lentamente entrai e mi fermai quando capii che più di così non sarei riuscito ad avanzare. Presi a muovermi lentamente e dissi di farlo anche a Ale cercando di sincronizzarsi con i miei movimenti.
– Siiii!! Sono piena di cazziii! Siii Scopatemi! – urlava Nadia lussuriosa in balia dei nostri affondi, poche pompate e venne urlando mentre io e Ale continuavamo a scoparla finché venimmo entrambi dentro di lei. Mi sfilai, Nadia distrutta rotolò di lato e Martina prese a carezzarla delicatamente sul viso, rimase a lungo ansimante mentre Ale come un automa si alzò e si diresse in bagno.
– Mai provato un piacere simile – disse Nadia – Devi assolutamente provarlo! – aggiunse all’indirizzo dell’amica.
– Sono certo che non mancherà occasione! – risposi. Quando Ale finì mi feci anch’io una doccia e lasciai il bagno alle ragazze, che come d’abitudine lo tennero occupato a lungo mentre io e Ale preparavamo la cena.
– Certo che non credevo fossero così troie! – se ne uscì Ale mentre stavamo preparando la tavola facendomi incazzare di brutto.
– Ascoltami bene, Martina e Nadia sono due ragazze che vogliono solo divertirsi, e non due puttane, quindi non azzardarti a trattarle come tali o a farne parola con qualcuno, o giuro che anche se sei mio fratello ti sistemo per bene, chiaro? –
– Scusami, non volevo , ho capito, non creerò problemi a nessuno – rispose Ale che aveva capito dal mio tono che non stavo per nulla scherzando e quando ci mettemmo a tavola tra noi due era tutto chiarito e le ragazze non si accorsero di nulla.
Nei due giorni successivi le due “insegnanti”, Martina in particolare, si dedicarono anima e corpo all’istruzione sessuale di Ale senza però trascurare il sottoscritto, furono giorni e notti di fuoco durante le quali anche Martina provò la doppia penetrazione, esperienza che come lei stessa disse le mancava, poi venne il momento di ritornare a casa e dopo qualche giorno di riprendere il lavoro.
Verso la fine di settembre, sfruttando un fine settimana lungo grazie alla festa patronale che cadeva di lunedi, il venerdì sera partii per la casa al mare, avevo bisogno di starmene solo con i miei pensieri, al centro dei quali c’era Nadia per il quale provavo un sentimento che andava ben oltre il ‘divertiamoci con qualche scopata’ ma Nadia stessa involontariamente fece saltare tutti i miei piani. Il sabato mattina infatti poco prima di mezzogiorno tornando dal supermercato dove avevo fatto un po’ di spesa la trovai ad aspettarmi seduta sul gradino all’ingresso con un borsone accanto
– E tu che ci fai qui? – le chiesi più contrariato che sorpreso
– Anch’io sono felice di vederti! – replicò lei sarcastica – Ale mi ha detto che eri tutto solo e ho pensato di farti compagnia, ma forse era meglio se me ne stavo a casa! –
– No rimani e scusami se sono stato brusco – le dissi cercando di rimediare alla pessima accoglienza che le avevo riservato
Dopo un pranzo leggero e un caffè in un’atmosfera quasi surreale uscimmo per fare quattro passi in riva al mare approfittando della giornata soleggiata e calda
– Non sembra nemmeno lo stesso posto a vederlo praticamente deserto, mette malinconia! – mi disse mentre passeggiavamo a piedi nudi sulla battigia.
– Anche a me’ faceva lo stesso effetto le prime volte che ci venivo a stagione finita! – le risposi
– Cosa c’e’ che non va? – mi chiese lei aggiungendo poi – Ultimamente sei sfuggente, silenzioso e sono due settimane che non tocchi ne me ne Martina. Ti abbiamo fatto qualcosa di male? –
– Non mi avete fatto niente di male, semplicemente non voglio più a continuare a tenere il piede in due scarpe!
– Non ti capisco, cosa intendi dire? –
– Che da quando siamo rientrati dalle ferie mi sento male quando ti vedo tra le braccia di Ale e mi sento un verme quando sono con Martina. Da quando sei entrata nella mia vita mi hai conquistato, lo so’ che ci siamo promessi di divertirci e basta ma non ci riesco più, io voglio stare con te, solo con tè, senza dover dividere il letto con Ale e Martina, e darti tutto l’amore di cui sono capace. Lo so’ che quello che ti sto dicendo può sembrarti assurdo e capisco anche che tu possa essere diffidente visto che ho sempre proclamato con chiunque di non volere legami, non pretendo che tu decida adesso, su due piedi, ma solo che ci pensi ora che sai quello che provo – le dissi di getto
– Calma! Va tutto bene! – cercò di tranquillizzarmi Nadia vedendomi agitato – Non c’e’ niente di assurdo in quello che dici e non ho alcun bisogno di pensarci! – disse prendendomi il volto tra le mani – Se sono qui e’ perché a te tengo in modo particolare ‘ e poi ricordi cosa ti ho detto quel giorno che lo abbiamo fatto dietro agli scogli? – Andai mentalmente indietro a quella giornata e poi le risposi – Che sono un tesoro! –
– E che eri da sposare, e non l’ho detto così per dire, lo pensavo e lo penso tuttora, già allora iniziavo a capire che noi due siamo fatti per stare assieme e se mai avessi avuto qualche dubbio, sono spariti ascoltandoti prima, mi hai parlato col cuore, come mai nessun uomo aveva fatto con me. – A quelle parole la cinsi istintivamente alla vita attirandola a me e ci baciammo con passione e quando le nostre labbra si staccarono rimanemmo a lungo abbracciati guardandoci negli occhi mentre col dorso della mano le carezzavo dolcemente il volto, poi le passai un braccio dietro la schiena e tenendola stretta a me riprendemmo a camminare fermandoci frequentemente per un bacio o una coccola, non ricordo quante volte le ripetei che mi aveva reso l’uomo più felice del mondo e ogni volta lei mi rispondeva con il più dolce dei sorrisi.
Prima di rientrare a casa passammo al supermercato a fare un po’ di spesa visto che quella della mattina l’avevo fatta per una persona sola. Quando uscimmo dal piccolo supermarket Nadia venne attirata da un abito esposto nella vetrina del negozio di fronte, era di seta blu scollato sulla schiena, con la gonna che arrivava poco sopra al ginocchio
– Su di te starebbe una meraviglia! – le dissi –
– Tu dici? –
– Perché non entri e te lo provi? —
– Mi hai convinto! – mi disse entrando. Aspettammo qualche minuto che la commessa si liberasse e poi Nadia sparì con lei in direzione delle cabine di prova
– La sua fidanzata sta d’incanto con quel vestito. Perché non viene a vedere – mi disse la commessa quando, dopo qualche minuto la tornò per prendere anche dei completi intimi che Nadia le aveva chiesto da abbinare, la cosa non mi sorprese e sorridendo le risposi che preferivo non rovinarmi la sorpresa di quando l’avrebbe indossato per la prima volta. Una decina di minuti e ritornò con quello che Nadia aveva deciso di acquistare, saldai il conto e mentre aspettavo Nadia uscii per chiamare e prenotare un tavolo in un ristorante che conoscevo dove avevo intenzione di portarla la sera.
– Pazzo, hai speso un botto! Se sapevo che avresti pagato tu non avrei comprato niente! – mi disse Nadia quando uscì dal negozio con la busta
– Una follia ogni tanto ci sta’! E poi quel vestito li vale tutti, mia madre ne ha alcuni comprati qui parecchi anni fa’ e ancora adesso sono perfetti! –
– Grazie amore, allora mi regali anche le scarpe? – rispose lei rilanciando
– Certo! – le risposi prima di rispondere al suo bacio
– Scherzo! Ne ho un armadio pieno a casa e nel borsone che mi sono portata ne ho un paio che sono perfette! –
– Allora andiamo che è tardi! –
– Tardi per cosa? – mi chiese lei curiosa
– Sorpresa! Posso solo dirti che potrai sfoggiare subito i tuoi acquisti! – Nadia non chiese altro e abbracciati tornammo a casa dove ci preparammo per la serata
– Come sto? – mi chiese facendo un giro su se stessa quando fu’ pronta
– Da infarto! – Il vestito le cadeva addosso come se fosse una seconda pelle risaltando le sue splendide forme e le scarpe che aveva abbinato, con un tacco non troppo esagerato, la slanciavano.
– Mi viene voglia di spogliarti e farti di tutto su quel tavolo!- aggiunsi indicando quello della cucina
– Guarda che non sono più la sua troietta! – replicò lei
– Non ti ho mai considerato una troietta –
– Lo so’! Ti ho sentito quella sera quando hai cazziato Ale! –
– Credevo non ve ne foste accorte! –
– Lo so solo io, Martina era già sotto la doccia e non ha sentito nulla! – Mi baciò e poi aggiunse maliziosa – Però a fine serata ‘ se ti sarai comportato bene potrei accontentarti! –
Ci mettemmo in macchina, una decina di minuti e raggiungemmo il ristorante, un posto carino in collina. Entrammo e il cameriere, dopo aver verificato la prenotazione ci fece strada nella sala fino al nostro tavolo
– Addirittura le candele e i fiori! – esclamò Nadia quando lo vide
– Per te questo e altro… – Il cameriere tornò subito con gli aperitivi della casa che sorseggiammo mentre consultavamo il menù.
– E’ bello qui’, come l’hai scoperto questo posto? –
– Conosco i proprietari, ho anche lavorato al chiosco che avevano in spiaggia per qualche estate quando venivo in vacanza per tutta la stagione con nonna – Avevo appena finito di parlare quando il figlio di Paolo, uno dei proprietari, mi venne accanto
– Papi, chi e’ questa bella signorina? – mi chiese mentre Nadia mi guardò interrogativa, le stavo spiegando chi era il bambino quando proprio Paolo, che aveva osservato la scena da dietro il paravento uscì allo scoperto – Non si preoccupi signorina – esordì – E’ tutto uno scherzo che ho voluto fare a Luca. Mi scusi, ma quando ho visto la prenotazione a suo nome per un tavolo per due a lume di candela non ho resistito! –
– Lui e’ Paolo, uno dei proprietari, e questo bel bambino e’ suo figlio Ivan, di cui sono padrino di battesimo – spiegai a Nadia – E questa e’ Nadia, la mia fidanzata – dissi concludendo le presentazioni
– Allora fai proprio sul serio! Ora vi lascio alla vostra cena, divertitevi! – aggiunse prima di allontanarsi con il figlioletto. Dopo la cena squisita portai Nadia in un posto che avevo scoperto anni prima, un piccolo promontorio a picco sul mare dal quale poteva godere della vista tutta la costa illuminata per chilometri
Quando arrivammo le raccomandai di non avvicinarsi troppo al bordo perché non c’erano protezioni, lei si fermò qualche passo indietro dallo strapiombo e rimase in silenzio ad ammirare la vista mentre io le cingevo le spalle da dietro
– E’ un vero spettacolo! – fu’ la sua reazione – E un gran posto per fare colpo su una ragazza, chissà quante ce ne hai portate! –
– Ti sembrerà difficile da credere ma sei la prima che porto qui –
– Ma dai?! –
– Ho scoperto questo posto per caso una decina di anni fa’ e l’ ho sempre considerato il mio rifugio segreto anche se chiunque vive nella zona lo conosce, me ne sono innamorato dalla prima volta che ci sono venuto, a volte la sera uscivo e venivo direttamente qui, mi sedevo li per terra e ci restavo anche delle ore e mi ero ripromesso che in questo posto così speciale ci avrei portato solo una persona altrettanto speciale! –
– E’ la seconda dichiarazione d’amore che mi fai in meno di mezza giornata! –
– Hai ragione, sto esagerando, troppo miele! Però andarsene senza esserci scambiati nemmeno un bacetto ‘ –
– Sarebbe imperdonabile! – replicò lei prima di girarsi e cercare le mie labbra. Rimanemmo un po’ ad ammirare il panorama poi Nadia volle tornare a casa, per tutto il tragitto approfittò di ogni semaforo rosso per baciarmi e appena dentro casa mi baciò ancora, con irruenza, una mano cinta alla mia vita e l’altra dietro la nuca.
– Sei stato un cavaliere perfetto ‘ puoi farmi quello che vuoi su quel tavolo! –
– Non stasera però! – le risposi mentre tenendola per mano mi dirigevo in camera dove riprendemmo a baciarci staccandoci solamente per sfilarci i vestiti. Ad un tratto Nadia mi spinse indietro sul letto e agevolata dai miei movimenti mi sfilò pantaloni e slip che volarono in giro per la stanza
– Succhiamelo come farebbe un bimbo – disse avvicinandosi in modo che uno dei suoi splendidi seni fosse a portata della mia bocca, io non mi feci pregare e senza farmi prendere dalla foga presi il capezzolino tra le labbra e presi a succhiare e a stimolarlo con la punta della lingua, cosa che ripetei anche all’altro seno, mentre Nadia sospirava, poi con una mossa che la colse alla sprovvista capovolsi la situazione, ora era lei distesa sul letto e io sopra, passai l’indice della mano sinistra sulle sue labbra inumidendolo e presi a scendere, prima il mento, poi il collo, il solco tra i seni, il ventre fino agli slip che le sfilai molto lentamente, nonostante lo conoscessi già arretrai un poco per ammirare quello splendido corpo nella sua interezza che mi sembrava ancora più sensuale e invitante, prima di insinuare la testa tra le sue cosce dischiuse fino a raggiungere il suo prezioso fiore già luccicante per via dei succhi dal dolce sapore, leccai a lungo stuzzicando il clito e le labbra interne, con Nadia che si contorceva dal piacere e stringeva le cosce tenendomi bloccato in quel paradiso. Quando allargò le gambe liberandomi la testa capii che era il momento, mi posizionai con il membro duro come un palo all’imboccatura della fighetta penetrando lentamente per meta’, mi ritrassi e con la stessa delicatezza usata in precedenza riaffondai, questa volta per tutta la lunghezza del mio palo e mi protesi verso le sue labbra alla ricerca di un bacio, al termine del quale iniziai la mia danza alternando penetrazioni lente a affondi secchi e veloci che Nadia subiva gemendo, poi la situazione si ricapovolse, non so come mi ritrovai supino con Nadia sopra, ora era lei a dettare il ritmo muovendosi alla ricerca del massimo piacere e cercando spesso le mie labbra, poi strinse cosce all’altezza dei miei fianchi e prese a cavalcarmi furiosamente gemendo sempre più forte e quando allentò la stretta iniziai ad andare incontro ai suoi movimenti con dei poderosi colpi di bacino aumentando sia il suo che il mio piacere, ci scambiammo di nuovo le posizioni continuando i nostri giochi fino a che Nadia urlò squassata dal piacere, anche il mio orgasmo era vicino, continuai rallentando il ritmo finché venni spandendo il mio seme nel ventre del mio angelo che era supina sul letto ansimante con le braccia aperte.
Ancora oggi non riesco a trovare le parole per descrivere le fino ad allora sconosciute emozioni che provai vedendo quel suo corpo nudo che pure avevo imparato a conoscere e stimolare e lo sconvolgimento che provai quando il piacere ci travolse. Nadia stessa mi confidò la mattina seguente mentre pranzavamo che non aveva mai provato delle emozioni così violente e mi disse che ricordava di aver tempo addietro letto un articolo in cui era spiegato come lo stato psicologico influiva nel rapporto sessuale, giungendo alla conclusione che, per quanto riguardava noi, il tutto era dovuto alla consapevolezza del sentimento che ci legava.
Passammo due giorni meravigliosi, eravamo come su una nuvola, non pensavamo a null’altro che stare bene tra noi, solo il lunedì pomeriggio sulla via del ritorno iniziai a pensare a quello che sarebbe cambiato nella vita di tutti i giorni, mi chiedevo come avrebbero preso la notizia Martina e Ale, confidai questi miei pensieri a Nadia che invece era convita che la gioia nel vedere la sua migliore amica felice avrebbe prevalso sul dispiacere di non avermi più a disposizione per i nostri giochi e aveva pienamente ragione, infatti quando lo seppe fu’ felicissima per noi e lo stesso fu’ per Ale.
Smentendo il padre di Nadia che considerava la nostra storia come uno dei tanti flirt della figlia che sarebbe durato pochi mesi, dopo due anni di convivenza e tre di matrimonio siamo ancora insieme, più uniti e innamorati di allora.

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