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Katia, sesso e nuove perversioni.

By 5 Dicembre 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

La chiacchierata su Messenger proseguì nella più eccitante delle maniere. Nel giro di dieci minuti io e Katia stavamo già scambiandoci foto hard; lei mi confessò di essersi già ‘informata’ da Mary per quanto riguardava le mie misure, mentre io ero rimasto molto colpito dal suo enorme clitoride e non vedevo l’ora di succhiarlo. Decidemmo di vederci dopo qualche giorno a casa sua, vicino a Reggio Emilia; i suoi erano fuori casa per il weekend e io potevo fermarmi quanto volevo.

Dato che in quei giorni non potevo vedere Mary (che ovviamente era stata informata del fatto che io e Katia avremmo fatto sesso nel weekend), in quei giorni decisi di non segarmi in modo di arrivare all’incontro con Katia il più carico possibile. Feci un po’ fatica, anche perché la primavera era iniziata in tutto il suo splendore e di belle ragazze/donne scollate iniziavano a vedersene molte in giro, ed io in quel periodo ero particolarmente eccitato. Tant’&egrave che ricordo che in origine io e Katia avremmo dovuto vederci sabato sera, ma io le chiesi di anticipare l’incontro al pomeriggio.

Una volta arrivato scesi dalla macchina con il mio trolley e suonai il campanello. Faceva molto caldo per essere metà aprile e non si vedeva una nuvola all’orizzonte. Katia mi aprì, vestita con un paio di shorts e una canotta bianca molto larga: notai che non indossava il reggiseno e sorrisi di gusto. Mi baciò appena varcato la porta, poi mi mostrò brevemente la casa della quale mi colpì piacevolmente la grande luminosità, il salotto (dominato da un grande divano bianco in pelle) e la sua camera da letto, decisamente poco colorata e vivace per essere quella di una ragazza di 20 anni.

Mi offrì una coca e ci mettemmo seduti sul divano a bere e a parlare. Katia mi raccontò un po’ della sua vita, dei problemi della sua vita di coppia e delle pressioni dei genitori per il rendimento scolastico. Io la ascoltavo, ma ero decisamente deconcentrato dai suoi piedi che mi stavano massaggiando la zona pubica. Ci mettemmo poco ad avvinghiarci e ad iniziare a fare sesso. Potevamo non usare preservativi perché entrambi avevamo fatto i test delle malattie veneree.

Le sollevai immediatamente la canotta e presi a succhiarle i capezzoli, sbattendola sul divano. Nella foga le misi una mano negli shorts e sentii che non indossava nemmeno le mutande. La prima scopata fu qualcosa di simile ad uno stupro. Dopo averle tolto gli shorts le spalancai le gambe e senza nemmeno un mezzo preliminare le ficcai dentro la minchia fino alla radice. Katia urlò e cercò di divincolarsi; normalmente quando sento la mia partner soffrire mi viene da fermarmi, ma in quel caso presi a scoparla ancora più forte: più lei si divincolava e più io le stringevo il collo e spingevo con il bacino. Dopo qualche minuto, lei smise di urlare e piangere, diventando la femmina più mansueta che si possa desiderare. Io però ero infoiato di brutto e le venni dentro poco dopo averla domata.

Solo dopo averlo fatto realizzai che non avevamo parlato del fatto che lei usasse o meno anticoncezionali: ‘tranquillo ‘ mi disse ‘ uso la pillola da tempo’. Ad ogni modo, non credo me ne sarebbe importato qualcosa anche se così non fosse stato: avevo voglia di sborrarle dentro e lo avrei fatto anche se avessi saputo che lei non usava nulla. Fu una scopata che ancora adesso, a distanza di quasi dieci anni, ricordo con un certo piacere.

Il nostro sabato proseguì tra scopate furiose e film porno. Katia mi aveva detto di avere una certa passione per questi film ma di non essersi mai azzardata a parlarne con il ragazzo. ‘Con te voglio sentirmi libera, voglio sentirmi femmina e troia, – mi aveva confessato – so quello che fai con Mary e voglio che tu lo faccia anche con me’. Una cosa che mi sorprese positivamente furono i suoi gusti in tema di film porno: ‘vado matta per i negri e i loro cazzi fuori misura’, mi disse mentre stava inserendo il primo DVD. Katia disse che Lexinghton Steele era il suo attore preferito e che non sapeva cosa avrebbe dato per provare la sua mazza di quasi 30 cm, mi chiese se a me andava bene guardare un suo film e io accettai volentieri. A me questi discorsi eccitavano parecchio, perché anche io avevo una certa passione per i film inter-razziali, anche per quelli dove &egrave il maschio bianco ad accoppiarsi con una femmina nera.

Comunque sia, io il film lo guardai poco, perché vedendo Lex che scopava due MILF da urlo nel culo e Katia di fianco che si masturbava senza ritegno, non ci misi molto a tornare ad eccitarmi e a mettere la mia lingua su per la figa della mia partner. Lei continuava a sgrillettarsi e dopo poco esplose in una squirtata clamorosa che mi finì dritta in faccia; io con il cazzo così duro che mi sembrava esplodesse ricominciai a scoparla davanti mentre iniziavo ad infilarle qualche dito su per il culo.

‘Aspetta ‘ mi disse mentre stavo per mettere anche il terzo ‘ dietro sono vergine e voglio usare il lubrificante’. ‘Vergine? A me non sembra un culo vergine il tuo’, le risposti io sorpreso. ‘ E infatti non lo &egrave ‘ disse guardandomi in maniera provocante ‘ non mi ha mai inculato nessuno, ma ho provveduto io a masturbarmelo in solitaria con i miei vibratori’. ‘Ah! Hai capito la troietta! ‘ dissi ridendo ‘ Dai, porta qua anche i vibratori che sono curioso’. ‘Sì sì, curioso’ adesso te ne infilo uno anche a te su per il culo’ ‘ e mi fece l’occhiolino.

Io lì per lì non le risposi, anche perché quello che nessuno sapeva era che in passato mi ero già masturbato il culetto con un vibratore (non eccessivamente grosso) e che ogni tanto ripetevo la pratica. Il cazzo mi attraeva, non tanto come la figa, ma mi attraeva, anche se non ne avevo mai preso uno di carne. L’unica volta che mi ero trovato di fronte a un cazzo vero era stato quando ero stato con Gisele, la trans del primo racconto. Ma la voglia di ‘giocare’, di invertire i ruoli l’avevo da tempo. Semplicemente non avevo ancora trovato la partner giusta’ fino ad allora.

E poi, guardando Lexinghton Steele mi rendevo conto che da un lato ero eccitato dalla troiaggine delle su partner, dall’altra mi rendevo conto che un cazzone così lo avrei provato anche io.

(continua’)

Katia tornò in salotto con due vibratori, un gel lubrificante e un plug anale: “voglio che mi scopi il culo mentre io mi masturbo la passera con uno dei miei giochini”. Appoggiò il plug e il vibratore più grosso sul tavolo, poi si mise accanto a me sul divano a pecorina e si infilò uno dei due vibratori nella vagina. Io avevo il cazzo in stra-tiro e dopo essermelo bagnato con il gel lo infilai su per il culo della mia partner senza incontrare particolari resistenze.

Era un giochino che facevo molto spesso con Mary, che però può contare su di un fisico molto più imponente di quello di Katia. Sento il mio cazzo quasi lottare con il vibratore per avere il suo spazio nonostante non siano nello stesso buco, una sensazione nuova.

Riesco a reggere una decina di minuti poi non riesco più a trattenermi e vengo copiosamente. Nel frattempo Katia aveva goduto di brutto e continuava a masturbarsi con il vibro rimanendo a pecorina. Andai in bagno a rinfrescarmi un attimo e quando tornai, si era sdraiata a pancia in su e con un fazzoletto stava tenendo il mio sperma che usciva.

“Hai una bella collezione di giochi! – dissi divertito – Qual’&egrave il tuo preferito?”. “Guarda, quello che ho usato adesso &egrave quello più adatto per la mia passera, sembra fatto a pennello per lei, non &egrave eccessivamente lungo e largo, godo come una pazza con questo dentro di me. Spesso lo uso anche per il culo, ma preferisco masturbarmi con dietro il plug. Quando invece mi sento particolarmente puttana, in quei giorni in cui mi farei scopare da tutti i negri che incontro per strada, uso quello – e indicò quello rimasto sul tavolo – Le prime volte che l’ho usato mi ha anche sanguinato la figa, ma mi dà la sensazione di essere veramente stuprata e mi eccita!”

“E quello che hai detto prima? Mi infileresti davvero un vibratore su per il culo? – chiesi sorridendo – Guarda che magari ti dico di sì…”. Lei mi guardò un pelo confusa, poi mi disse “un sacco di ragazze sognano di sodomizzare un maschio o quanto meno di giocare con il suo culetto… un mio ex amava che gli infilassi un dito di dietro mentre lo spompinavo ma non sono mai riuscita a spingermi oltre… mi piacerebbe trovare un uomo con cui fare questi giochi”.

A quel punto io ero un attimo in imbarazzo perché non avevo mai confessato a nessuno la mia abitudine a masturbarmi di dietro e se Katia avesse risposto ‘no beh, stavo scherzando’, avrei ancora avuto la possibilità di ‘tirarmi indietro’; Mary aveva l’abitudine di leccarmi il culetto e infilarmi un dito, ma la cosa si era sempre fermata lì. Invece Katia aveva rilanciato e non potevo più tirarmi indietro. ‘Magari a me piace ‘ dissi fingendo curiosità ‘ chi può dirlo!’; le feci un occhiolino. Decidemmo di guardarci un film ‘normale’ assieme per rilassarci un attimo dopo le scopate furiose che avevamo fatto fino a quel punto del pomeriggio.

Sinceramente non ricordo bene quale film guardammo, ma credo che fosse una di quelle commedie idiote con Adam Sandler, o comunque qualcosa di molto leggero. Come ho già detto, faceva abbastanza caldo e infatti eravamo rimasti nudi e ci eravamo coperti con una coperta leggera, tipo di cotone. Dopo un po’ che guardavamo il film, Katia iniziò nuovamente a massaggiarmi il cazzo con i suoi piedi; chiaramente non avevo la possibilità di continuare a guardare il film e quindi mi sdraiai sul mio lato del divano, permettendo alla troia in calore di leccarmi. Lei non perse tempo e iniziò a prendere in bocca il mio cazzo semi-duro.

Però non le bastava e piano piano iniziò a baciare il mio membro sempre più verso il basso. Dopo avere leccato per bene anche le palle, facilitata anche dalla mia mania di depilarmi totalmente dappertutto, mi fece sollevare le gambe in aria (cosa che feci più che volentieri) infilò la sua lingua tra le mie chiappe. Dopo aver verificato che non avevo alcun imbarazzo iniziò ad giocare con l’indice e il medio attorno al mio ano, ma senza entrare o forzare. La cosa mi stava eccitando e ad un certo punto fui io a dirle ‘entra’.

Mi viene il cazzo duro persino ora che sto mettendo nero su bianco quel ricordo: per la prima volta stavo ordinando ad un’altra persona di violare il mio culo e la cosa mi eccitava di brutto. ‘Bene ‘ mi disse Katia ‘ ma prima faccio una cosa’. Si alzò e prese un po’ di gel lubrificante: ‘con questo riuscirò a entrare dentro il tuo culo più facilmente’. E infatti indice e medio entrarono come se nulla fosse. La zoccola iniziò a fare avanti e indietro, poi iniziò a massaggiarmi la prostata ed infilò anche l’anulare sempre senza interrompere il massaggio.

Dopo qualche minuto, Katia interruppe il massaggio prostatico e prese in mano il vibratore: ‘ora te lo ficco su per il culo e ti faccio godere, maiale’. Non ero mai stato così eccitato nemmeno quando a 13-14 anni mi facevo le prime seghe; stavo per prendere in culo un vibratore di dimensioni notevoli, ed ero infoiato come una troia in calore.

Katia puntò la cappella sul mio ano e iniziò a spingere; nonostante fossi ampiamente lubrificato, sentivo troppo male quindi mi sdraiai a pancia in giù, con la ciolla dura stesa al di sotto del bacino. La cappella riuscì a entrare, poi, piano piano, Katia iniziò ad infilare il cazzone di lattice sempre più in profondità. Ad un certo punto sentii l’ano cedere di botto, una sensazione meravigliosa: ‘mi hai rotto il culo, ora muovi il vibratore come si deve’, dissi.

La mia maitresse non se lo fece ripetere e iniziò letteralmente a stuprarmi. Questa nuova pratica sessuale mi piaceva da matti e provavo anche un gran piacere. Purtroppo però il mio cazzo si era rilassato (forse questioni anatomiche, non lo so); mi misi quindi a pecora e mentre Katia continuava a scoparmi, lo presi in mano e inizia a segarmi. In men che non si dica, il cazzo mi era tornato belle duro e dovetti faticare per non sborrare subito.

Dopo qualche minuto, Katia si era stancata e allora decisi di infilarmi il plug anale di dietro e di tornare a fare il maschio. Presi la mia troietta e le scopai la figa per qualche minuto. Poi venni in maniera molto copiosa nonostante fossi già venuto non so nemmeno quante volte. Eravamo entrambi molto stanchi e quindi ci addormentammo per un paio d’ore. Quando ci svegliammo, era quasi sera e decidemmo di prepararci per uscire a cena.

Dopo cena tornammo a casa e facemmo sesso (stavolta in modo “canonico”) e ci riaddormentammo quasi subito. Tutto il resto del weekend sarebbe trascorso più o meno così, mangiando e scopando quasi di continuo. Katia mi infilò ancora il plug ma non feci più la parte della “femmina”.

Finito il weekend, svanita l’eccitazione, subentrò la paura; la mia fu una serata piena di dubbi. Katia avrebbe raccontato in giro le mie perversione? Avrebbe raccontato tutto a Mary che poi a sua volta lo avrebbe raccontato in giro? Ero davvero a rischio 0 scopandomi senza preservativo una che conoscevo appena? Ma, soprattutto, ero diventato bisessuale? O lo ero sempre stato?

Ovviamente nessuna di queste paure aveva una qualche ragione d’essere, ma all’epoca le cose non mi sembravano così facili. Ad ogni modo quello con Katia era solamente la prima di una lunga esperienze passive, come racconterò prossimamente; era la prima volta che venivo sottomesso come una troia e la cosa mi aveva fatto impazzire di piacere. Occorreva continuare ad approfondire’ in tutti i sensi.

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