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Racconti Erotici Etero

Krystalya

By 2 Maggio 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Sono un fotografo professionista, uno dei migliori del paese. Nonostante sia relativamente giovane, quarantacinque anni, posso già vantare una discreta esperienza, in particolare nel campo della moda: le aspiranti modelle della città è da me che vengono quando vogliono un servizio fotografico che le aiuti a lanciarsi nel giro che conta. Molte di loro sono riuscite ad avere successo, alcune anche a livello nazionale o addirittura mondiale, arrivando a sfilare sulle più importanti passerelle della moda, diventando presentatrici televisive o attrici famose.
E per quanto riguarda me, ho il numero di cellulare di tutte quante loro, così se capita che passano in zona ci si mette d’accordo per uscire insieme… dopotutto come padre single posso permettermi di prendermi uno svago dal lavoro di tanto in tanto.

Un giorno ero impegnato con questa bellissima modella portoricana, una creatura minuta e perfetta con lo sguardo da cerbiatta.
Stavo finendo gli ultimi scatti, quando entrò una nuova cliente; lì per lì la notai solo di sfuggita, ero ancora troppo preso da ultimare le fotografie a quel gioiellino di ragazza, ma mentre questa si preparava per l’ultima posa, diedi un’occhiata veloce alla nuova arrivata. Si trattava di uno dei più bei culetti che avessi mai visto, messo in risalto da una minigonna corta corta, mentre le gambe erano fasciate da un paio di calze a rete nere da porcona. I capelli lunghi e neri erano lunghi abbastanza da coprirle la schiena. In quel momento mi stava dando le spalle e così non potevo vederla in viso, ma se il davanti era bello quanto il dietro doveva trattarsi di una ragazza da mozzare il fiato, persino più della portoricana che stavo fotografando.
Ritornai sulla portoricana per scattarle l’ultima foto, quella più provocante: la ragazza si era tolta la parte superiore del bikini e ora posava coprendosi il seno col braccio, mostrandomi un’espressione maliziosa e seducente, che avrebbe fatto effetto su chiunque.
Non su di me, comunque: chiamatela deformazione professionale, ma mentre reggevo una macchina fotografica non ero in grado di eccitarmi sessualmente per niente, nemmeno alla vista della più bella donna del mondo vestita (o svestita) degli abiti più provocanti al mondo. Ero troppo dedito al mio lavoro per cedere ai richiami della carne… inutile dire che però una volta posata la fotocamera, ero anch’io un uomo come tutti gli altri!
Presi tre scatti e la seduta fu finita. Guardai la ragazza rivestirsi e nel mentre tolsi il rullino dalla fotocamera e lo catalogai con le iniziali della modella, KS, chiacchierando con lei amabilmente del più e del meno. Quando ebbe finito di cambiarsi quasi non la riconoscevo più, con i jeans, il maglione e gli occhiali sembrava proprio una studentessa qualsiasi delle superiori. Mi diede un bacio sulla guancia e uscì veloce dal mio negozio.
Ora potevo dedicarmi alla nuova arrivata, miss bel culetto, e quasi fremevo dalla voglia di vedere finalmente il suo viso.
“Prego signorina. Come posso aiutarla?” le chiesi e quando si girò sentii un tuffo al cuore e rimasi basito.
La ragazza che mi si parava davanti, quella con la minigonna e le calze a rete da porcona, quella che avevo chiamato tra me e me “miss bel culetto”, era… beh, è un pò imbarazzante da dire.
Era mia figlia Denise.
“Ti baci tutte le ragazze con cui lavori, papi?” mi chiese con un sorriso malizioso.
Scossi la testa, cercando di non sembrare troppo scosso. Denise era una ragazza bella, bellissima. Non aveva niente da invidiare a tutte quelle ragazze che quotidianamente venivano da me chiedendomi di far risaltare la loro bellezza ed imprimerla su un pezzo di carta lucida; quindi in un certo senso non era poi così strano che venisse da me per chiedermi di fare lo stesso.
Ma allo stesso tempo Denise era anche una brava ragazza. Aveva il carattere schietto e sicuro di sè tipico di sua madre, la testa sulle spalle e ottimi voti a scuola; era sempre gentile con tutti, senza abusare mai della sua bellezza; e la sera quando usciva con le sue amiche non perdeva mai il controllo, beveva con moderazione e non era certo tipo da offrirsi al primo ragazzo che conosceva o che le offriva da bere. Una brava ragazza che sapeva farsi rispettare.
Era da quando aveva sedici anni che Denise mi chiedeva di farle un servizio fotografico: il suo sogno, diceva, era quello di diventare una modella famosa, di far vedere la sua bellezza a tutto il mondo e di provare che si poteva essere belle e intelligenti allo stesso tempo. Inoltre voleva provare a se stessa quale livello di bellezza avrebbe potuto raggiungere.
Ovviamente mi ero sempre rifiutato: conoscevo bene il mondo della moda e ciò che ci girava intorno, e sapevo che per quanto una ragazza potesse essere bella, per sfondare doveva prima offrirsi a qualche dirigente senza scrupoli… e una volta arrivata al successo, bisognava diventare anoressiche, e drogarsi per sopportare gli impegni asfissianti. Nessun padre avrebbe desiderato questo per la propria unica figlia.
Certo, ora che aveva diciotto anni, come potevo continuare ad impedirle di provare a realizzare questo sogno?
“A che stai pensando? Non alla modella di prima spero… avrà la mia età se non meno!” mi rimproverò Denise.
“Oh, scusa! Allora alla fine hai deciso di provarci proprio, eh?”
“A dire il vero per ora ho abbandonato l’idea delle sfilate. Vorrei partecipare ad un reality show.”
Lì per lì non seppi se essere contento o no: da una parte, l’idea che Denise, la ragazza con la testa sulle spalle di cui ero tanto orgoglioso, volesse essere ripresa ventiquatto ore su ventiquattro chiusa in una casa a non far niente mi lasciava perplesso e deluso. D’altra parte ero anche sollevato: il profilo caratteriale di Denise non mi sembrava certo quello che i selezionatori di simili programmi potessero prendere in considerazione, nè aveva il seno abbastanza grande o le labbra abbastanza carnose. L’avrebbero scartata di certo, lei ci sarebbe rimasta un pò male ma l’avrebbe assimilata. Poteva puntare a ben altro, con la sua bellezza poteva ambire a obiettivi ben più nobili.
“Va bene, ma a che ti servono le foto per partecipare ad un reality?”
“Così i selezionatori penseranno che faccio sul serio” mi spiegò lei, facendomi l’occhiolino. “Quante ragazze possono permettersi di presentare un servizio fotografico come curriculum?”
“Capisco… vuoi barare.”
Lei rise, ma non cercò di smentirmi. In ogni caso, sembrava davvero decisa. E anch’io avevo deciso: avrei accettato l’incarico. Era mia figlia, ma in quel momento era anche una cliente, e non potevo certo rifiutare ad una cliente maggiorenne e conseziente di darle quello per cui avrebbe pagato.
Ma stavolta sarei andato contro tutti i miei principi e avrei fatto un pessimo lavoro: bastava un filtro sbagliato o una luce leggermente fuori posto e le foto avrebbero assunto un aspetto amatoriale. Tanto per essere sicuro che non l’avrebbero accettata.
“Ho già le pose in mente. Possiamo cominciare?” mi disse.
Certo che potevamo cominciare: iniziai a fare gli scatti, e posa dopo posa, per quanto lei fosse assolutamente innocente e casta nelle posizioni e negli sguardi, mi accorsi con imbarazzo che mi stavo eccitando. Tempo di finire il servizio fotografico e ce l’avevo duro come non mai.

Passò qualche settimana e tutto sembrava dimenticato: Denise aveva presentato il curriculum ed era stata salutata con un freddo “le faremo sapere”, dopodichè non aveva più sentito notizie. Fortunatamente non sembrava esserci rimasta troppo male, nè aveva proposto di fare altre foto per altre partecipazioni televisive.
E per quanto riguarda me, mi ero praticamente scordato di quell’erezione durante gli scatti; inizialmente ero rimasto piuttosto scosso, e addirittura temevo di avere incosciamente dei desideri incestuosi verso Denise. Alla lunga invece mi ero convinto che il tutto fosse dovuto un pò al suo abbigliamento da porca, al fatto che non l’avevo riconosciuta all’inizio, e un pò al fatto che in quel periodo ero in astinenza da quasi un mese…
Il fatto è che da quando mia moglie, la madre di Denise, è passata a miglior vita, la mia vita sentimentale ha degli alti e bassi… sembra facile e bello uscire con decine di modelle, ma ogni volta che lo faccio io ripenso a lei e vengo travolto dai ricordi e dai sensi di colpa. Spesso ho degli attacchi di depressione che durano per diversi giorni, durante i quali proprio non me la sento di vedermi con qualcuna.
Tuttavia, il giorno dopo quel famigerato servizio ho provveduto a contattare KS, la modella portoricana, e dopo una cenetta romantica e un paio di birre in un locale, ho recuperato settimane di sesso perduto in una sola nottata.
Così sembrava tutto risolto, fino al giorno in cui…

Avevo voglia di altro sesso, ma nessuna delle ragazze sulla mia rubrica sembrava libera in quel momento; alla fine, piuttosto che consumare tutto il credito sul cellulare, avevo deciso di provare qualcosa di nuovo: un sito di incontri. Così, tanto per provare… al massimo, avrei avuto un appuntamento al buio e ci saremmo fatti due risate davanti ad una birra.
Trovai un sito di un’agenzia di escort e in prima pagina, nella classifica delle ragazze più in voga del momento, riconobbi una minigonna con calze a rete da porca, più un bel culetto da miss che ben conoscevo. Il viso era offuscato, ma non avevo dubbi che fosse una delle foto che avevo scattato io stesso a Denise! Dunque quei bastardi delle selezioni del reality show avevano vendute le foto ad un sito! Che figli di puttana.
Ovviamente non mi era passata nemmeno per la testa l’ipotesi che fosse stata Denise a iscriversi al sito e che lavorasse come accompagnatrice a pagamento: sul sito, era registrata con l’esotico e anonimo nome di Krystalya, e la sua pagina personale la descriveva come “una liceale porca e viziosa, incubo delle professoresse e delizia dei professori”.
Guardai anche la galleria fotografica e c’erano proprio tutti gli scatti che le avevo fatto quel giorno, tutti con il volto oscurato. C’erano anche i dati anagrafici, la data di nascita, e alcuni commenti rilasciati da coloro che erano stati suoi clienti; sebbene sapessi che era soltanto un falso, uno specchietto per le allodole, mi ritrovai a leggere un paio di messaggi: il primo aveva dato 5 stellette di voto descrivendo Krystalya come “ragazza seria e riservata, di grande classe. bella presenza e ottime prestazioni”. Il secondo era stato più esplicito, dicendo “lo succhia come una pompa idrovora, contattatela intanto che ce l’ha ancora piuttosto stretta!”.
La cosa mi mandava in bestia, non tolleravo che le foto di mia figlia e il suo buon nome venissero infangati in tal modo. Completamente dimentico del desiderio di contattare qualcuna per avere del sesso facile, decisi di contattare immediatamente il sito per conoscere questa Krystalya e parlarle faccia a faccia. Sapevo già che non era Denise, ma volevo intimarle di mettere le sue vere foto e far sparire quelle di mia figlia.
Mi registrai con la mia carta di credito e in pochi minuti ero già pronto: l’appuntamento con Krystalya sarebbe stato quella sera stessa.

Si trattava di un locale dove non ero mai stato. Ero seduto al tavolo da venti minuti e ancora non si faceva vedere… beh, del resto ero anche piuttosto in anticipo, ma era normale vista l’agitazione. Provai a telefonare a Denise per avvertirla che sarei arrivato a casa tardi, ma aveva il cellulare spento. La cosa mi innervosiva un pò… ma non certo per via di Krystalya. Sapevo bene che non erano la stessa persona.
Qualche minuto dopo mi arrivò un messaggio proprio da Krystalya (e per inciso, il suo numero di cellulare era diverso da quello di Denise, sappiatelo se davvero pensavate che mia figlia potesse essere una squallida squillo di lusso!) che mi diceva di essere nel bagno degli uomini e di raggiungerla lì.
Ci andai subito, ma non trovai nessuno. Entrai in una delle toilette e chiusi la porta… allora notai un buco all’altezza della mia vita, sulla parete di destra. Attraverso il buco, vedevo ora un paio di labbra di ragazza, contorte in un sorriso malizioso.
“Ciao” disse una voce familiare. “Io sono Krystalya. Ho pensato che avresti preferito avere un contatto piuttosto anonimo, almeno per le prime volte, così eccomi qui”
La voce somigliava davvero tanto a quella di Denise, ma ancora una volta, ero assolutamente sicuro che non poteva trattarsi di lei. Insomma, lei era brava, lei era seria, aveva la testa sulle spalle… era mia figlia, mi rifiutavo di credere che facesse la puttana.
“Non parli, eh? Sei timido? Non importa, con me puoi lasciarti andare. Se non te la senti di parlare, basta che ti abbassi la cerniera dei jeans e ti avvicini… al resto ci penserò io!”
La lingua di Krystalya si fece strada nel buco, muovendosi sensualmente su e giù, e io riconobbi il piercing che aveva anche Denise.
E finalmente mi rassegnai. La ragazza al di là della parete che mi chiedeva gentilmente di infilarle il cazzo in bocca era la stessa che indossava la minigonna e le calze a rete da porca nel mio studio due mesi prima, la stessa che avevo chiamato miss bel culetto, la stessa che me l’aveva fatto venire duro con un niente, la stessa che sul sito internet descrivevano come una pompa idrovora con la figa stretta. La puttana da cinque stelle. Mia figlia.
Il pensiero me lo fece venire duro di nuovo, più di quel giorno e più di quanto non lo avessi mai avuto duro prima; alla fine ogni mia inibizione aveva ceduto e l’avevo ammesso a me stesso: mia figlia Denise era proprio una gran bella gnocca, e non c’era motivo per cui non potessi infilarle il cazzo in bocca e godermi un suo sacro pompino. Si trattava nientepiù che di lavoro, come il giorno in cui le avevo fatto le foto.
E allora visto che avevo pagato avrei preteso il mio servizio, mi sarei fatto spompinare come mai prima tutte le modelle che conoscevo erano riuscite, e me la sarei goduta alla grande la troietta di mia figlia.

Quando le sue labbra si chiusero attorno alla punta del mio cazzo pensavo che sarei venuto all’istante; per un attimo mi ricordai dei pompini che mi faceva mia moglie, il meglio del meglio. Forse era questione di genetica, Denise aveva le stesse labbra morbide e sottili, fatte apposta per soddisfare un uomo. Poi iniziò a lavorarmelo e rimpiangevo un pò il non poter allungare le mani dietro la sua testolina, accarezzarle i capelli morbidi e profumati, e spingerla rudemente contro di me, soffocandola con la mia erezione. Lo succhiava alla grande, la troietta. Chissà come ci sarebbe rimasta male se avesse saputo che stava facendo una pompa a suo padre? Il pensiero mi eccitava e di nuovo pensavo che sarei venuto, e il pensiero della sborra che inondava la sua bocca mi fece sentire ancora più vicino all’orgasmo. Ma resistevo. Volevo godermela fino in fondo quella pompa, perchè sapevo che una volta terminata sarei stato travolto dal senso di colpa e dalla vergogna. Dubitavo ci sarebbe stata una seconda volta.
Ad un certo punto Krystalya, o meglio Denise, smise di succhiarmelo per smanettarselo un pò tra le tette: “Continui a non parlare, signor cliente? Devo dedurre che non ti sta piacendo?”
Cercando di storpiare la voce al meglio, dissi: “Mi piaci, Krystalya. Non ho mai goduto tanto in vita mia. Dimmi cosa sei.”
“Ahh, ti piacciono le parole sporche allora” disse lei e mi immaginavo il sorriso e l’espressione maliziosa che dovevano essere stampate sul suo volto.
“Sono la tua porca, vero signor cliente? Sono la tua puttanella in calore, non è così?”
Continuava a strusciarsi il cazzo tra le tette morbide e ad insultarsi e stavolta credevo di essere arrivato davvero al capolinea.
“Sono una monella, sono una bambina birichina, sono la tua troia papi!”
Avrei voluto dire di riprenderlo in bocca perchè stavo per venire, quando ebbi un idea migliore: uscii dal buco e dalla porta per andare direttamente da lei e riversare tutto il mio liquido direttamente sul suo volto. Sicuramente avrebbe aumentato la vergogna e distrutto completamente il nostro rapporto, ma perlomeno avrei avuto un’istantanea di mia figlia che non avrei mai dimenticato per il resto della mia vita: inginocchiata in un cesso pubblico con mezzo litro di sperma sparato in faccia.
Aprii la porta e alla vista del viso di Krystalya partì subito uno schizzo, e poi un altro e un altro ancora, abbondanti e bollenti, le seppellirono la faccia sotto una spessa e densa coltre bianca. A distanza di quasi un minuto dal primo, l’ultimo schizzo si stampò fiacco sul suo seno caliente.
La più grande sborrata della mia vita, senza dubbio. Adesso sarebbe arrivato l’oblio e la separazione eterna da mia figlia, ma ne era valsa la pena.
E in effetti iniziavo già a sentirmi in colpa, vedendola brancolare con le braccia, senza parlare nè respirare, con la sborra che le ricopriva tutto il viso rendendola irriconoscibile persino a me, suo padre.
“S-scusami! Ti prendo subito una salvietta.” le dissi, senza pensare che forse ero ancora in tempo per andarmene e far finta di niente. Forse lei non mi aveva visto prima che schizzassi su di lei, e così non avrebbe mai saputo che l’uomo che l’aveva quasi annegata era suo padre. Ma non riuscivo a ragionare così rimasi li, ad aiutarla asciugarsi, a tirarle via lo sperma dalla faccia finchè…
KS?
“KS? Eri tu?” le chiesi, sbalordito.
Lei arrossì e iniziò a guardarsi intorno nervosamente. “Oddio! Io… non ci credo!”
Le diedi la mano per aiutarla a rialzarsi e la riaccompagnai fuori nella mia macchina. Il sesso l’avevamo già sfogato, ora potevamo parlare.

Alla fine mi resi conto di quanto ero stato stupido: ero talmente suggestionato e ossessionato dall’idea che Krystalya potesse essere Denise, che mi ero confuso: Denise non aveva alcun piercing alla lingua, era KS ad averlo, così come era di KS la voce che mi sembrava tanto familiare.
Ma la cosa più stupida non era stata quella, che in fondo poteva benissimo essere un lapsus causato dallo stress di avere forse una figlia troia… la cosa più stupida l’avevo combinata settimane prima, il giorno del servizio fotografico a KS e Denise: per sbaglio, avevo inviato a KS le foto di Denise, e a Denise le foto di KS… probabilmente Denise aveva consegnato i rullini senza prima riguardarli, e lo stesso aveva fatto KS… col risultato che non essendo lei uguale alle foto, avevano dovuto oscurare il viso sul sito.
Così era tutto risolto e dopo essere stato rimproverato da Krystalya/KS per aver contattato una puttana di lusso anzichè una modella portoricana, rimaneva un solo problema… Denise. Come potevo ritornare a casa e guardarla in faccia dopo che avevo passato la serata a farmi spompinare immaginando che ci fosse lei attaccata al mio cazzo come una sanguisuga?
“Per questo c’è un solo modo” mi disse KS, stringendomi una mano tra la sua…

Venti minuti dopo ero sdraiato sul divano nel salotto di KS; lei uscì dal bagno e si mise in posa, dedicandomi un sorriso malizioso.
“Allora, le somiglio?” mi chiese.
La guardai a bocca spalancata: i capelli tinti di nero e sciolti, la minigonna da porca con le calze a rete e il trucco che le faceva apparire gli occhi più grandi e le labbra più sottili… era davvero riuscita a trasformarsi in una copia di Denise!
“Oddio, sei uguale!”
Lei ridacchiò felice: “Te l’ho detto che sono una maga con il make up. E’ un servizio che offro a tutti i miei clienti. La maggior parte vogliono proprio che mi trasformi nelle loro figlie, sai?”
“Allora pensi che sia un porco come loro?” le chiesi, vergognandomi un pò di me stesso e sentendomi perverso.
“No. Penso che tua figlia sia una gran bella figa e che tu abbia tutte le ragioni di volertela scopare” mi disse lei facendomi sentire meglio.
Certo, agli occhi di ogni padre la propria figlia è la più bella del mondo, ma a questo non ci volevo pensare adesso.
Adesso avevo davanti a me una vera miss bel culetto con cui giocare, scopare e su cui sborrare. Lei mi avrebbe chiamato papi e io l’avrei chiamata Denise e sarebbe stato bello e sensuale come un incesto.

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