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L’ Autunno – Capitolo 4 – All’ edicola

By 21 Ottobre 2020No Comments

Trascorsero 3 giorni e il week end passò via velocissimo, il freddo era decisamente aumentato e aveva fatto capolino anche la prima neve.
Claudia aspettava con trepidazione il giorno del compito di latino, non vedeva l’ora di lasciarsi alle spalle quel freddo e quell’umidità insopportabile fantasticando sulle spiagge assolate e il mare azzurrissimo che avrebbe trovato a Santo Domingo. Eppure il lunedì si dileguò senza eventi di rilievo e cominciò a pensare che quel professore l’avesse presa in giro. Non sapeva bene cosa aspettarsi, viveva quei giorni nell’attesa di qualcosa di indefinito.

Le due ore di latino del martedì trascorsero come nei giorni precedenti, il professore fece fare una breve esercitazione in vista del compito del giorno successivo. Claudia ogni tanto gli lanciava un’occhiata come se si aspettasse da un momento all’altro di sentirsi chiamare alla cattedra allo scopo di ricevere qualche segreta informazione…Ma non accadde nulla, alla fine della lezione il professore si raccomandò con gli studenti per il compito imminente e uscì dalla classe in perfetta concomitanza con la campanella dell’intervallo.
Claudia, nervosa e delusa, decise di andare al bar della scuola a comprare qualcosa e di uscire a fumare una sigaretta. Si trovava proprio al bancone del bar quando sentì una voce chiamarla.
”Signorina, buongiorno” le disse il professore che ben conosceva.
Claudia arrossì improvvisamente.
”Buongiorno” rispose con un filo di voce.
Il professore si appoggiò al bancone e ordinò un caffè al ragazzo del bar.
”Ha avuto modo di riflettere su ciò che le ho detto riguardo alla questione della circolare?” le chiese l’uomo, trattandola come qualsiasi altra alunna e senza neanche guardarla.
”Si professore.” Rispose Claudia, agitata e un po’ sorpresa da quella domanda e dal fatto di trovarsi ora di fronte quell’uomo in un contesto completamente diverso da quello precedente.
”Bene, sappia che il consiglio dei professori si riunirà presto a discutere sulla cosa. Abbiamo preso nota delle sue lamentele e di quelle degli altri rappresentanti di classe” le disse il professore in tono distaccato e austero.
Poi, assicuratosi che nessuno li stesse guardando, appoggiò una busta bianca sul bancone.
Claudia lo guardò e capì di cosa si trattava. Con gesto fulmineo afferrò la busta e se la mise nella tasca del giaccone.
Il professore terminò con estrema calma il suo caffè. Poi si girò verso la giovane.
”Bene, avremo sicuramente altre occasioni per discutere ancora della cosa. Poi riferirà ai suoi compagni” . Le disse guardandola appena e avviandosi verso l’uscita del piccolo bar.
Claudia, col cuore che le batteva a mille, aspettò che il professore se ne fosse andato poi corse fuori e, al riparo da sguardi indiscreti, tirò fuori la busta e la aprì. Con sua immensa gioia scoprì che la busta conteneva una versione di latino con a fianco la traduzione completa, sicuramente quella che avrebbe dato il loro professore nel compito in classe del giorno successivo.
L’ansia che l’aveva attanagliata nei giorni precedenti sfumò di colpo e Claudia, al colmo della contentezza, capì di avere in mano finalmente il tanto agognato lasciapassare per Santo Domingo.
Rientrò in classe con un piglio diverso, il pessimismo che la perseguitava da giorni sembrava scomparso come d’incanto. Essere stata così gentile con quel professore aveva sicuramente dato i frutti sperati…

Uscita da scuola prese come sempre l’autobus del ritorno ma prima di tornare a casa volle fare un salto a salutare Federico all’edicola, sicura che fosse al lavoro.
Ed infatti,appena in vista dell’edicola, lo scorse sul marciapiede intento a riordinare le riviste della vetrina laterale.
Era felice di vederlo, senza più la preoccupazione del compito di latino era improvvisamente diventata molto più sorridente e solare.
”Ciao Fede” lo salutò Claudia, avvicinandosi.
Il ragazzo fece un gran sorriso.
”Ciao Claudia” le disse mentre le si avvicinava.
Si baciarono un po’ timidamente e rimasero appena fuori dell’edicola a chiacchierare.
La scena non passò inosservata. Il padre di Federico, dietro il bancone principale del gabbiotto, scorse la giovane fidanzata del figlio e rimase ad osservare la scena. Fu colpito ancora da quel culetto fenomenale,che la ragazza metteva sempre in evidenza, seppur il freddo stagionale era più adatto a vestiti decisamente più pesanti. Non aveva certo dimenticato ciò che era accaduto solo qualche giorno prima e quasi maledì il figlio per il fatto di trovarsi lì, solo poco prima gli aveva chiesto se poteva andare a ritirare dei giornali dal fornitore ma quello scansafatiche aveva trovato ogni scusa per non muoversi. Avrebbe avuto la possibilità di trovarsi ancora da solo con quel fiorellino. Poi scosse la testa dandosi dello stupido per quegli assurdi pensieri che gli venivano in mente. Poco dopo i due giovani si avvicinarono ed entrarono nel retro dell’edicola, dove Claudia si tolse giacca e zainetto.
Non appena vide il padre di Federico un accesso rossore le illuminò il volto. Di certo la cosa non sfuggì ad un uomo scafato e osservatore come lui.
”Buongiorno Claudia” la salutò cordialmente.
”Buongiorno sig. Rossi” rispose Claudia, abbassando improvvisamente lo sguardo.
L’uomo tornò alla sua occupazione sorridendo soddisfatto tra sé. Era evidente che la ragazza non aveva dimenticato l’accaduto e che la cosa, bene o male, l’aveva parecchio colpita.
Li sentì parlottare ancora per una decina di minuti poi vide la ragazza allontanarsi.

Una volta a casa Claudia si tolse giacca e zainetto, fece un brevissima merenda e poi si chiuse in camera, decisa a imparare la versione di latino a memoria, sapeva che portarsela in classe sarebbe stato troppo rischioso. Prese la giacca per prendere la busta e,una volta rovistato nella tasca, si rese conto che la busta non c’era. Era sparita. Affannata cercò dappertutto, si disse che probabilmente le aveva cambiato posto. Apri lo zainetto, rivoltò due volte la giacca, guardò nelle taschine del maglione.
Niente da fare, la busta non c’era. Col cuore a mille ripensò a dove poteva averla lasciata. A scuola era impossibile, ce l’aveva ancora quando era scesa dal bus per tornare a casa.
Poi capì. Doveva averla lasciata all’edicola quando era entrata nel gabbiotto assieme a Federico e si era tolta la giacca. Evidentemente era scivolata fuori. Sperando con tutto il cuore che fosse ancora lì chiamò immediatamente Federico il quale le rispose che aveva già finito il turno di lavoro, stava recandosi agli allenamenti di pallone assieme ad uno suo amico. Claudia credette di impazzire. Ma Federico prontamente le disse:”Ma guarda che se torni all’edicola mio padre non andrà via prima delle 20. A fine giornata mio padre rimane sempre lì a riordinare un po”.
Claudia non perse tempo. Ancora con indosso la tuta da casa, afferrò la giacchetta e corse fuori, dirigendosi di volata all’edicola.
Fece tutta la strada di corsa e arrivò affannata all’edicola. Vide la luce ancora accesa, segno che il padre di Federico era ancora lì,anche se aveva già chiuso il gabbiotto.
Chiamò da fuori bussando alla piccola porticina laterale.
”Signor Rossi è ancora lì? Sono Claudia, ho dimenticato una cosa importante nella sua edicola” gridò.
L’uomo aprì la porticina. “Salve Claudia” le disse “Ma che cosa hai dimenticato?”.
”Mi scusi ma oggi quando sono venuta a trovare Federico devo aver perso una cosa. Dovrebbe essere lì da qualche parte. Ho chiamato Federico e lui mi ha detto che lei era ancora qui” gli disse, preoccupata che la busta potesse essere stata buttata o persa.
Il padre di Marco le sorrise.
”Ma certo, nessun problema. Entra dentro che vediamo dove può essere finita”
”Grazie mille” cinguettò Claudia. Una volta dentro controllò subito dove aveva appoggiato la giacca nel pomeriggio ma non trovò niente.
”Non ha visto per caso un busta bianca?” chiese Claudia all’uomo.
Il padre di Federico ci pensò su un attimo. “No, non mi sembra. Però se era qui deve esserci ancora senz’altro. Proviamo a cercare, Guarda da quella parte,io do un occhio di qui”.
Claudia si tolse la giacchetta. “Ok, grazie per l’aiuto” disse Claudia mettendosi a rovistare tra riviste e scatolini. Il posto era angusto ma strapieno di roba.
”Figurati, che problema vuoi che sia?” le disse sorridendole l’uomo.
Mentre la ragazza cercava dava le spalle all’uomo che ne approfittò per girarsi di tanto in tanto ad osservare il sederino della giovane. Presa dall’affannata ricerca della busta l’uomo ne pote osservare le chiappette che sobbalzavano ad ogni movimento e, quando la ragazza si piegava in avanti a cercare nelle riviste più lontane o negli scatoloni a terra, aveva a pochi centimetri quel culetto nella posizione più eccitante. La tuta che indossava poi ne metteva in risalto le rotondità e l’uomo cominciò ad eccitarsi.
Ma quando mi ricapita un’occasione del genere? Pensò.
”Qui mi pare non ci sia nulla. Provo ad aiutarti a guardare su quel lato, è molto più probabile che sia lì, ho spostato diverse cose nel tardo pomeriggio” le disse, avvicinandosi alla ragazza. Fianco a fianco rovistarono ancora per qualche minuto poi l’uomo si mosse, posizionandosi proprio dietro la ragazza.
L’uomo adocchiò una rivista riposta in un angolino sopra le altre, la prese e la gettò come se fosse un esca proprio dove stava cercando la giovane. Claudia vide caderle davanti agli occhi la rivista. Era una di quelle riviste che l’uomo teneva nel retro dell’edicola. Presa di sprovvista arrossì violentemente osservando l’oscena foto in copertina.
Fece quasi per ritrarsi e andò a sbattere col sederino proprio sul padre di Federico, che le si era messo astutamente dietro. Rimase pietrificata sentendo l’uomo dietro di lei e il suo bacino appoggiato al suo culetto.
”Ops, scusami, un’altra di quelle riviste che sono dove non dovrebbero essere” .
L’uomo appoggiò il suo bacino sul sederino di Claudia con più decisione, vedendo che la ragazza non si muoveva. Claudia sentì l’uccello dell’uomo appoggiarsi al suo culetto. Imbarazzata e sorpresa, non seppe cosa fare. Poi l’uomo si chinò leggermente in avanti, premendo maggiormente. Quasi abbracciando da dietro la ragazza, il padre di Federico prese a sfogliare la rivista davanti agli occhi di Claudia mentre sentiva il cazzo diventare sempre più duro. Claudia percepì netta l’erezione dell’uomo che le premeva sul culetto, coperto solo dalla leggera tuta che indossava.
”Cosa fa sig. Rossi?” chiese Claudia, col capo dell’uomo ormai quasi di fianco al suo.
L’uomo non rispose. Cominciò a strusciare il cazzo sul sedere della ragazza, facendolo scorrere il più possibile tra le chiappe della ragazza la quale,pur se in imbarazzo, spinse indietro il culetto per favorire ancora di più il contatto e si chinò leggermente, fino ad appoggiarsi al bancone.
Sentiva quel cazzo duro sfiorargli la fighetta e il sederino. Poi l’uomo con le mani, iniziò a palpeggiale le tette afferrandole da dietro. Le sentiva sode e gonfie, e prese a schiacciarle l’una contro l’altra e a seguirne i morbidi contorni coi palmi delle mani. Claudia gemette leggermente, nonostante fosse il padre del suo fidanzato sentiva l’eccitazione ingigantirsi ogni attimo di più. L’uomo fermò improvvisamente i movimenti del bacino. Con grande stupore dell’uomo, fu Claudia allora che iniziò a strusciare il suo sedere sui pantaloni dell’uomo. Agitava il culetto con lenti movimenti rotatori, e lo premeva quanto più poteva sulla patta dell’uomo al fine da farglielo diventare più duro possibile, desiderosa di sentire quell’erezione sfiorarle il buchetto del culo.
Il padre di Federico sorrise e lasciò che la ragazza si muovesse come voleva,osservando quel giovane e delizioso sedere agitarsi sui suoi pantaloni.
Claudia si piegò ancora di più in avanti, sculettando ancora sul cazzo dell’uomo. Cercava di aprire le chiappette il più possibile,allargando le natiche,mentre l’uomo continuava a giocare col suo seno. Poi l’uomo si slacciò i pantaloni e li abbassò di un poco, rimanendo coi soli slip aderenti. Si rimise nella stessa posizione e Claudia ricominciò lo strusciamento, come una cagnolina eccitata. Ora sentiva maggiormente il cazzo dell’uomo, ci passava sopra le chiappe al fine di sentirlo il più possibile, sentiva le palle grosse che le si appicicavano al culetto, l’asta dura che si strusciava sul suo buchino.
Sentì salire netta la voglia di essere scopata nel sedere, un desiderio così forte da farle perdere quasi ogni ragione. Si girò verso l’uomo, cercando di guardarsi il sederino che si strusciava sull’uccello dell’uomo, tutta rossa per l’emozione.
L’uomo riprese a sfogliare la rivista davanti a Claudia, osservandone il volto eccitato di profilo.
”Ti piacciono queste foto vero?”
”Si” disse Claudia. Il guardare quelle foto pornografiche accese ancor di più la sua eccitazione.
”Non dirai nulla a Federico, o sbaglio?” le chiese l’uomo.
Claudia negò con un deciso gesto della testa.
Poi l’uomo la afferrò ai fianchi, le massaggiò il culo,le passò le dita prima sulla fighetta e poi sul buchino del sedere. stava per sfilarle la tuta, l’avrebbe senz’altro inculata a dovere,aprendole quel piccolo e morbido sederino quando sentirono avvicinarsi dei passi. Rimasero in silenzio finchè qualcuno bussò alla porticciola.
”Papà? Claudia? Ci siete?”. Sentirono urlare.
Era Federico. L’uomo si staccò immediatamente da Claudia, che si ritirò su in men che non si dica.
”Si siamo qui” disse il padre mentre si riallacciava i pantaloni.
”Un attimo che ti apro” disse l’uomo, ringraziando il cielo di aver chiuso col chiavistello la porticina del gabbiotto.
Col cazzo ancora in erezione, il sig Rossi aprì al figlio,dopo essersi assicurato che Claudia si fosse ricomposta e che la rivista fosse sparita.
”Eccovi qui. Stavo andando agli allenamenti ma li hanno annullati, eravamo solo in 3!” disse sorridendo Federico.
”Ciao Fede” salutò Claudia, ancora visibilmente rossa in volto ed imbarazzata.
Federico la squadrò.

Tutto bene? Sembri stravolta” mentre il padre fece finta di rimettersi a cercare la busta.
”E’ solo che ho fatto di corsa tutta la strada. E la busta non riusciamo a trovarla” disse Claudia, che quasi non aveva il coraggio di guardarlo in faccia.
Il padre confermò:”Si ma deve essere qui per forza. Forse l’ho raccolta e l’ho appoggiata da qualche parte, ma proprio non ricordo dove.”
”Bè ora ci sono anche io ad aiutarvi, in tre la troveremo senz’altro” e si mise a controllare per terra.
Non passarono che pochi minuti che Federico trovò la busta, scivolata sotto uno scatolone.
”Eccola trovata” disse euforico il giovane.
”Bravo Fede” urlò saltandogli al collo Claudia.
”Bene ,possiamo andare” disse Federico “Ciao papà,ci vediamo a casa più tardi”.
L’uomo sorrise, poi guardò Claudia che abbassò lo sguardo e la salutò.
”Ciao Claudia, alla prossima.Sono contento che tu abbia trovato la busta”.
”Grazie per l’aiuto sig Rossi” ringraziò educatamente Claudia quasi senza guardare l’uomo.
Poi i due giovani uscirono, Claudia salutò Federico con un grosso bacio e tornò a casa, quasi sconvolta dall’esperienza e dal rischio corso.
Passò la sera ad imparare a memoria la versione e riuscì a ritrovare la concentrazione.
Quella notte prima di addormentarsi ripensò a quanto successo, si vergognò di quello che aveva fatto e si dispiacque per Federico. Ma nonostante questo,pochi attimi dopo, sdraiata nel suo letto, si abbassò le mutandine , aprì le gambe e iniziò a toccarsi la fighetta, che le si bagnò quasi immediatamente, per poi passare a giocare col buchetto del sedere. Si penetrò la fighetta con due dita, massaggiandosi il clitoride e , in pochi minuti, fa raggiunta da un intenso orgasmo, proprio quando il suo pensiero riandò a lei che nel gabbiotto strusciava il sederino sul cazzo duro del padre di Federico e quando si rese conto che ,in quei momenti, desiderava fortemente di venire inculata.

Questo racconto è opera di fantasia. Tutti i personaggi,gli episodi e le battute di dialogo sono da intendersi come del tutto immaginari. Niente di ciò che è narrato è da alludere a persone,cose o situazioni reali.
Per commenti o consigli scrivere a : psychedelicat1@yahoo.it

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