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La caccia è aperta

By 28 Maggio 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Racconto interamente di fantasia.

‘Benvenuto nella caccia’ il mio cervello mi ripeteva costantemente questo, anzi non me lo ripeteva solo il mio cervello ma tutto il mio corpo. Avevo il cazzo in tiro colpa di quelle ragazzine che giravano in leggins militari sventolando il loro culo a destra e a manca. Bel luogo la scuola, dove i fighetti comandano e le troiette sono comuni come le arance in Sicilia. Comandano’ secondo loro comandano. A scuola vige segretamente un ordine, si i fighetti e le rispettive ragazze sono in cima ma quando questi cazzeggiano tocca rimetterli in riga a gente come me’ che ha fatto della violenza un culto e non solo una filosofia di vita. Sia chiaro io non ucciderei mai nessuno ma ho fatto ricordare a molti ragazzi e ragazze a quale grado della società appartengono.
Nella mia classe ora però è arrivata una nuova alunna, studiava a Oristano e li se la cavava piuttosto bene. Si chiama Roberta ed era molto carina. Capelli ricci, bel sedere e belle gambe, una seconda di seno abbondante (o una terza scarsa fate voi). Forse un po’ troppo bassa ma nella botte piccola ci sta il vino buono. Purtroppo era una vipera, anzi una vera vipera’ Non perdeva occasione per sbattermi in faccia i suoi bei voti e la sua bella vita.
Io invece ho diciotto anni e sono alto 1 e 70, ho un fisico palestrato frutto degli aiuti dati a mio padre a lavoro (fa il pastore).
Roberta: ‘Manuel come ti è andato il compito di filosofia?’
Io: ‘Bene ho preso sette, tu invece?’
Roberta: ‘Ah ho preso più di te, otto e mezzo’
Io: ‘Capirai sono mesi che prendi più di me e non mi pare di essermi mai messo a piangere.’
Lei dopo la mia frase se n’è andata via piuttosto incazzata. Io la sera per scusarmi le mandai un messaggio.
Io: ‘Roberta scusami per oggi, sono piuttosto incazzato in questo periodo e non volevo risponderti male.’
R: ‘Tranquillo Manuel.. successo qualcosa?’
Io: ‘No è che ho difficoltà a giostrarmi con il tempo”
R: ‘Ah capisco, se è per scuola magari ti posso dare una mano”
Io: ‘Mi sarebbe molto utile, ho difficoltà in latino, facciamo da me domani?’
R: ‘Ok va bene, a domani.’
Aspettai l’ indomani con impazienza, sapevo quello che sarebbe successo. Mi sarei vendicato su quella troietta per tutte le volte che mi ha agitato il suo dito del cazzo davanti alla faccia. L’ avrei fatta soffocare con il mio cazzo in bocca e le avrei sfondato quel culo da troia.
L’ indomani la scuola procedette come al solito, all’ uscita da scuola io e Roberta andammo a prendere il bus. Roberta era vestita più o meno come al solito, una magliettina a maniche corte con una leggera scollatura e dei leggins neri che le fasciavano il culo perfettamente. In pullman non le rivolsi più di tanto la parola, anzi non la cagai per niente. Arrivati a casa mia, aprii la porta e mi misi a cucinare, mangiammo a sazietà e dopo una chiacchierata dove lei mi parlò del suo ragazzo e di quanto fosse bello iniziammo a studiare.
R: ‘Allora Manuel Virgilio cos’ ha scritto?’
M: ‘ l’ Eneide e poi quegli scritti sull’agricoltura.’
R: ‘Che si chiamano?’
M: ‘Boh”
R:’ come boh, li abbiamo studiati poco fa’ ma che fai mi pigli per il culo?’
M: “Forse, tu invece la stronza la fai sul serio oppure sei solo una ragazzina in cerca di attenzioni?” appena dissi questo lei arrossì di colpo e mi tirò uno schiaffo. Io le presi il braccio al volo e le dissi: ‘Inginocchiati troia e stai calma.’
R: ‘Come cazzo mi hai chiamato?’
La sua rabbia era esplosa ed io iniziavo già a pregustarmi la scena. Le torsi il braccio in modo da farla inginocchiare davanti a me e le dissi: ‘Troia, ed ora vedi di spogliarti altrimenti ti spezzo il braccio.’ Diedi un altro strattone per farle capire che non scherzavo.
R: ‘Ti prego Manuel, non farmi del male” (si era già calmato cavolo)
Lo schiaffo partì in automatico, lei rimase per tipo dieci secondi senza far niente poi al mio secondo ordine ‘Spogliati ho detto’ inizio a spogliarsi. Prima la maglietta nera, poi le scarpe ed infine i leggins neri. Era meravigliosa, quel fisico da ragazzina era incredibilmente tonico e sensuale, pronto ad essere umiliato.
‘Ti prego basta” mi disse Roberta tra le lacrime. ‘ Basta? Non abbiamo neppure incominciato, anzi ora sai cosa fai? Toglimi le mutande’con la lingua.’ Detto questo slacciai la cinta ed i pantaloni caddero da soli. Il suo viso era terrorizzato. La vedevo che non sapeva cosa fare. Per non far cadere la minaccia le torsi ancora un po’ il braccio. Lei in quel momento si riprese e fra le lacrime iniziò lentamente a leccarmi il pube. La sua linguetta andava a destra e sinistra, la vedevo che tentava di prendermi i boxer con i denti ma non ci riusciva. Ad un certo punto si trovò la mia cappella a due cm dalla lingua, in quel momento le lacrime iniziarono a scendere a fiumi e la sua lingua lentamente passò sulla mia cappella. Continuò a leccarmi per non so quanto tempo, la mia asta ora pulsava ma le mutande non riuscivano a scendere perché si rifiutava di leccarmi il culo. Aspettai con pazienza che iniziasse ma lei ormai era bloccata, non riusciva a muoversi’ non so se per paura o perché sperasse nella mia clemenza. Nessuna delle due però l’ avrebbe salvata da me.
Io:’ Beh allora? Che cazzo stai aspettando che scendano giù da soli? Se non l’ hai ancora capito dovrai leccarmi il culo per farle scendere.’
R: ‘Manuel ti prego’ qualunque cosa ma non questo.’
Io: ‘Ok qualunque cosa’ che ne dici se ti spezzassi un braccio, sai che sono in grado di fartelo e da questa posizione non mi costa niente anzi.’
R: ‘Ti prego Manuel non farmi del male”
Io: ‘Allora non hai capito un cazzo vero? Tu non mi preghi niente, io ordino e tu esegui come se fossi la più umile delle schiave. Non ti conviene farmi incazzare, sai bene cosa sono in grado di fare.’
R: ‘Va bene perdonami”
Io: ‘Ti perdono per 2 tue mancanze, la prima è per la tua strafottenza, la seconda è perché non mi hai chiamato padrone. Ora non avrai punizioni ma ti avverto’ un’ altra e non sarò responsabile delle mie azioni’ Ora inizia Troia’
Iniziò così a leccarmi il sedere e il cazzo per farmi scendere i boxer, ci mise almeno 10 minuti ma quando alla fine ci riuscì la mia asta fu bella luccicante e libera dalla prigionia dei boxer.
Io: ‘Bene ora inizia a leccarmelo e a succhiarmelo, ti avverto se ti ribellerai o se non ci metterai la passione dovuta ti prenderai 10 sculacciate al primo richiamo, 20 al secondo e 30 al terzo. Se i richiami saranno più di quattro le sculacciate diventeranno frustrate.’
Roberta in preda alle lacrime ebbe solo la forza di dire: ‘Va bene padrone’
Prese il mio pene in bocca leccandolo come se fosse un gelato e masturbandomelo con l’ altra mano’
Io: ‘Fermati”
Roberta si fermo subito terrorizzata, aveva paura tuttavia negli occhi era comparsa una strana luce, evidentemente si stava iniziando ad arrapare. Io le presi la testa ed iniziai lentamente a spingerla contro di me. Mi stavo godendo la sua bocca come se fosse una delle peggiori di troie e così si stava comportando. Mentre io la mandavo avanti e indietro, sempre più a fondo lei con la lingua iniziò a mulinare intorno al mio cazzo. Lo leccava come se fosse un ghiacciolo facendomi sentire quella linguetta che fino a pochi minuti fa mi aveva preso in giro. Me la fece sentire nell’unico modo in cui poteva, leccandomi il cazzo come la peggior troia mai esistita. Continuai a martoriare il suo animo con i peggiori insulti e la sua bocca con il mio pene finché non le scaricai in bocca tutto quanto il mio odio ed il mio ribrezzo per lei.
Io: ‘ Se ti azzardi a sputarne una sola goccia te ne pentirai amaramente, ora ingoia che ho un altro giochino in serbo per noi due.’

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