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La caduta della Ragazza Viziata

By 15 Maggio 2017Dicembre 16th, 2019No Comments

Da qualche giorno Giorgia aveva deciso di alzare il riscaldamento nel negozio di articoli sportivi che gestiva. Infatti nonostante fossero agli inizi di aprile il sole non era ancora sufficiente per permetterle di indossare vestiti leggeri come piaceva a lei. Spostando il termostato a 22 gradi invece poteva finalmente tornare ad indossare quei bellissimi pantacollant neri che le incorniciavano le gambe e il culo’ ma soprattutto poteva di nuovo tirare fuori quei top o canottiere scollate che con la sua terza di seno le facevano vendere tanto ai signori che entravano.
Giorgia era una bella ragazza di 23 anni, alta sul metro e 75 con un fisico longilineo e una terza di seno naturale che cercava di esaltare il più possibile. Era contenta del suo corpo e spesso le piaceva specchiarsi nell’attesa di clienti, ma il suo vero vezzo erano i capelli castani lunghi e lisci, che quella settimana aveva deciso di sfumare sulle punte con un leggero rosa.
Mentre si guardava allo specchio sorrideva di quella leggera trasgressione. I suoi genitori appena l’avrebbero vista si sarebbero infuriati, ma, pensò lei, volta più volta meno’
Lavorava in quel negozio comprato dal padre per cercare di farla lavorare in qualche modo, Giorgia aveva sempre fatto disperare i suoi, ma quell’occupazione sembrava finalmente averla soddisfatta. Infatti le vendite erano buone e si ritrovava ad avere molto tempo per sé.
Il rumore della porta la fece girare, finalmente alle 10:10 era entrato il primo cliente di giornata.
-Buongiorno, posso aiutarla?
Giorgia fu felice di notare come il nuovo entrato fosse un signore sui 30 anni davvero di bell’aspetto’ si trovò a pensare sorridendo che le sarebbe piaciuto molto servirlo, ma in un altro modo.
-Buongiorno, sì volevo vedere se avevate dei completini da tennis per me.
Giorgia lo indirizzò alla parte del negozio riservata al tennis, gliene fece vedere qualcuno e gli indicò i camerini nel caso avesse voluto provarne qualcuno.
Fu particolarmente soddisfatta nel notare che l’uomo non riusciva a staccare gli occhi dal suo corpo che quell’abbigliamento aveva finalmente messo in mostra. Si disse che quel giorno avrebbe sicuramente fatto ottimi guadagni.
Seguì con lo sguardo l’uomo che sceglieva degli abiti e si indirizzava verso i camerini. Poco dopo si sentì chiamare e lo raggiunse.
-Mi scusi signorina avrei bisogno di un aiuto- disse l’uomo aprendo la tenda ‘sono indeciso sulla taglia, questi pantaloncini sono troppo stretti?
Giorgia aveva davanti quell’uomo bellissimo di 30 anni che sapientemente si era mostrato a dorso nudo solo con i pantaloncini indosso. Aveva il fisico scolpito con anni di palestra senza neanche un pelo’ era davvero il suo tipo di uomo.
-mmmm non saprei, lei li ha già provati entrambi? Magari provi anche gli altri così le posso dare un giudizio migliore.
L’uomo la guardo e le sorrise, poi chiuse la tenda per cambiarsi. Nel farlo però, probabilmente di sua iniziativa, lasciò il lato della tenda dove c’era Giorgia leggermente aperto. Il camerino aveva sulla parete frontale un grosso specchio, Giorgia incuriosita rimase a sbirciare e vide l’uomo abbassarsi lentamente i pantaloncini e’ cosa?!? L’uomo aveva provato senza neanche utilizzare le mutande. A sconvolgerla ulteriormente fu però la dimensione del cazzo dell’uomo che ricordava vagamente una lattina. Fu probabilmente questo a farle uscire un verso roco dalla bocca che attirò l’attenzione dell’uomo che alzò lo sguardo e la fissò dallo specchio.
-M-mi scusi signore, lei non può provare senza intimo.
L’uomo allora in tutta calma aprì del tutto la tenda e tirandosi su i pantaloncini disse che lui non portava mai intimo e non ne aveva. Giorgia non sapeva cosa fare o dire, lui però le disse che se aveva degli slip li avrebbe comprati ed utilizzati per provare.
Giorgia imbarazzata e tutta rossa andò a prenderne un paio che vendeva come costume per l’estate, quando tornò lui era ancora in pantaloncini. Prese le mutande e aprendole le guardò.
-Signorina c’&egrave solo un problema’ queste credo siano troppo piccole, forse non ha visto bene- e così facendo si abbassò del tutto i pantaloncini rimanendo nudo.
Giorgia rimase a fissare quel cazzo enorme che nel frattempo si stava sollevando. Subito rimase a bocca aperta a fissarlo, poi alzò lo sguardo e incrociò gli occhi dell’uomo, in fondo una scopata non se la concedeva da un po’.
Spinse dentro l’uomo e in men che non si dica fu dentro il camerino a farsi togliere di dosso quell’abbigliamento così provocatorio. Sentì le mani di lui toccarle il culo mentre si sfilava la maglietta, poi lo sentì far scivolare giù alle caviglie i pantacollant e il tanga microscopico. Erano nudi e come due animali si avvinghiavano e si toccavano.
Giorgia lo spinse contro lo sgabello e lo fece sedere con la terza gamba che oramai svettava come un palo. Si tolse definitivamente le Converse e rimase completamente nuda alla sua mercé, piano piano si avvicinò a lui e, abbassandosi su quel cazzo maestoso, si impalò su di lui.
La prima impressione fu proprio di essersi seduta su una lattina, la vagina era dilatata come non mai e non riusciva neanche a godersi la penetrazione da quanto le costava respirare. Le mani dell’uomo le andarono subito ai fianchi per aiutarla a farlo entrare, pian piano iniziò a darle un’andatura che le permise di far entrare tutto quel palo di carne.
Una volta che Giorgia fu in grado di muoversi su di lui per lo sconosciuto fu il turno di afferrare quella terza di cui tanto andava fiera. L’uomo le prese le tette e iniziò a palparle, leccarle e mordicchiarle. Giorgia adorava ricevere quei trattamenti e sentiva l’eccitazione crescere dentro di sé.
Cerco di aumentare il ritmo per sentirsi tirare di più da quel cazzo ma l’uomo le mise due mani forti sul culo e la sollevò di peso lasciandola con il cazzo dentro. In men che non si dica era con la schiena contro la parete del camerino a gambe spalancate, tenuta su dalle gambe dell’uomo, ma soprattutto dal suo cazzo.
Sentì che mentre la pompava con più forza le sussurrava all’orecchio:
-E’ da quando ho messo piede qui dentro che sogno di scoparti’ devi essere proprio troia per farti montare da uno sconosciuto con il negozio aperto’ e se entrasse qualcuno?
-Ah.. oh’ sì.. no non entrerà’ nessuno, al mattino OH non viene mai’ AH HA nessuno.
Giorgia faticava a parlare, era presa da un orgasmo che sentiva montare ogni momento di più. Quel corpo e quella forza che lo sconosciuto riusciva a mettere nella scopata la stava facendo impazzire’ essere presa da un estraneo nel suo negozio poi le trasmetteva scariche incredibili di adrenalina’
Lo sconosciuto si chiamava Alexis, il giorno prima andando al lavoro al cantiere vicino aveva visto quella ragazza che apriva la serranda del negozio e aveva subito inquadrato che razza di cagna fosse. Decise che se la sarebbe montata il giorno seguente e che le avrebbe spaccato il culo, quella ragazza era probabilmente una che faceva i soldi con l’eccitazione dei clienti e lui andava matto per quelle così. Mai si sarebbe aspettato però di trovarla così disponibile.
Alexis lasciò le mani dalle cosce di Giorgia e le portò ai lati delle sue spalle, per un momento fu come se dovesse sostenerla solo con il suo cazzo e provò dolore, poi però la troia avvinghiò le sue gambe attorno a lui reggendosi. Lo desiderava forse più di quanto lui desiderasse lei.
Iniziò a sbatterla sempre più forsennatamente e ben prestò sentì i suoi gemiti acuti che lasciavano sempre più capire che era in preda ad un orgasmo sconquassante’ il suo cazzo fu presto bagnato in ogni centimetro della sua monumentale lunghezza dagli umori della ragazza.
Lasciò che l’eccitazione di Giorgia gli arrivasse a bagnare le palle poi si avvicinò ancora al suo orecchio e sussurrando ordinò di inginocchiarsi.
Giorgia dal canto suo aveva la vagina gonfia dei suoi umori, quel cazzo enorme era come un tappo per lei’ godeva ma si eccitava ancora di più a sentire che quello sconosciuto le faceva tenere i suoi umori nella figa da quanto era grosso’ quell’uomo si sarebbe meritato un pompino anche senza che glielo ordinasse.
In un baleno si inginocchiò e si trovò il pene-lattina di fronte, era davvero grosso e le palle sembravano mandarini. Si stupì della resistenza che stava dimostrando, avrebbe dovuto fare il miglior pompino della sua vita per farlo venire.
Per prima cosa leccò voracemente con la lingua la parte bassa degli addominali di Alexis, era come un marchio di fabbrica per lei, lo dedicava solo a chi davvero riusciva a farla godere e non poteva resistere a quegli addominali scolpiti. Presto arrivò con le labbra alla cappella e iniziò a forzarsi la mandibola per farlo entrare il più possibile. Era complicato riuscire a succhiare con forza quel cazzo ma ce la metteva tutta. Con la lingua cercava di non mollarlo mai neanche quando se lo faceva uscire per prendere fiato.
Alexis voleva godersi il viso da ragazza viziata che succhiava il suo cazzo da muratore albanese e allora con la mano le prese i capelli come a farne una coda. Ne approfittò anche per darle un ritmo, ma Giorgia era talmente eccitata che stava facendo un pompino da pornostar anche senza il suo aiuto.
Con la coda dell’occhio vide che con la mano sinistra la ragazza si stava toccando, le ordinò di continuare a farlo, ma che non doveva assolutamente venire senza che lui glielo imponesse.
Giorgia prese quest’ordine con ancora più desiderio, quella situazione la stava sconquassando ma l’essere così manovrata non fece che eccitarla ancora di più. Alexis dopo quella scopata sapeva benissimo che non poteva tenersi oltre.
Con entrambe le mani le afferrò la testa e iniziò a scoparle la bocca fino ad arrivare alla gola, con il suo cazzo sapeva che stava torturando Giorgia che infatti aveva gli occhi sbarrati e provava forti conati. Non resistette oltre, e come un fiume in piena iniziò a schizzare tutto il suo sperma dentro la bocca della commessa’ solo per gli ultimi due schizzi lo tirò fuori per sporcarle anche quel bel viso viziato.
Giorgia si era sentita soffocare quando l’uomo aveva iniziato a venire ma provò a ingoiare aiutandosi con la lingua, quando lui lo tolse dalla sua bocca riuscì ad ingoiare tutto il rimanente e a prendere finalmente aria come il suo corpo le imponeva. Quasi non si accorse di prendere altro sperma in viso da quanto le mancava respirare.
Alexis si buttò ancora nudo sulla sedia e riprese fiato mentre Giorgia faceva lo stesso. La vide pulirsi il più possibile il viso con le mani, era ancora più eccitante perché ora parte dello sperma le rendeva il viso lucido, e parte invece le impiastricciava i capelli.
A quel punto accadde però una cosa che Giorgia ricordò per tutta la vita: si aprì la porta del negozio e una voce per lei familiare la chiamò.

Continua’
-Cazzo!
Giorgia si lasciò sfuggire un’imprecazione, come aveva fatto a dimenticarsi che era giorno di consegna?? Cercò di darsi una veloce sistemata al viso mentre con la coda dell’occhio cercava i suoi vestiti.
-Tutto bene?
L’uomo, che le aveva appena fatto provare degli orgasmi incredibili, la guardava rilassato seduto sullo sgabello del camerino.
-Avevo capito che al mattino non venissero mai clienti- la schernì con quel sorriso magnetico che si ritrovava.
-Questo non &egrave un cliente’ &egrave quello sfigato della consegna merce, passami quei pantaloni.
Alexis però aveva intravisto una nuova possibilità molto intrigante, afferrò i pantacollant e il tanga ma invece che passarli alla ragazza aprì il camerino e li lanciò il più lontano possibile. Il top era rimasto fuori da prima.
-Ma che cazzo fai???- sibilò Giorgia ‘hai capito o no che &egrave entrato uno???
Ma Alexis sapeva benissimo cosa stava accadendo, a differenza di Pasquale che invece continuava a chiamare Giorgia. Probabilmente sentendo qualche rumore si indirizzò verso la zona dove si trovavano i camerini, a quel punto allora Alexis afferrò Giorgia dalle spalle e la lanciò fuori più forte che poteva.
Giorgia non provò a porre resistenza perché tutto si aspettava meno che una decisione del genere, prima che se ne rendesse conto era caduta completamente nuda sul pavimento di parquet. Appena alzò lo sguardo si trovò Pasquale a fissarla basito a un metro da lei.
-Pasquale girati! Ti sembra il caso di guardarmi così??
Giorgia provò a metterla sull’aggressivo, infatti conosceva bene quel ragazzo della sua età che da due mesetti le portava la merce. Sapeva quanto fosse imbranato, timido e sfigato, avrebbe ancora potuto farlo star zitto con le giuste minacce.
Alexis guardando il ragazzo capì subito che tipo era, il classico ciccione sfigato che nella vita poteva solo essersi fatto seghe su seghe. Come Giorgia l’aveva trattato poi era stato esattamente come si sarebbe aspettato da una ragazza così viziata.
-S-scusa Giorgia, n-non ti sentivo rispondere e pensavo c-ci fossero problemi..
Pasquale di era girato e nonostante non potesse vedere Giorgia si teneva comunque le mani paffute davanti agli occhi. Giorgia si voltò furente verso lo sconosciuto e si lanciò su di lui per riprendersi i vestiti.
Alexis fu però più rapito e, naturalmente, più forte: bloccò le braccia di Giorgia mettendole dietro la sua schiena e con una sola gamba le impedì di scalciare. Poi naturalmente le proibì di urlare con una mano sulla bocca.
-G-Giorgia tutto bene?
Pasquale sentiva dei movimenti strani ma la sua timidezza gli impediva di voltarsi per controllare, almeno fino a quando sentì una voce maschile.
-Ciao Pasquale, io e te non ci conosciamo ma voglio renderti la persona più felice di questo mondo. Vedi, questa commessa si &egrave appena fatta scopare nei camerini da me dopo che ci eravamo incontrati solo da 5 minuti. Stavo continuando l’opera ma poi sei entrato tu.
-Ma de-devo uscire? Non capisco- Pasquale era bloccato, vedeva Giorgia, la bellissima Giorgia, divincolarsi e guardarlo con odio, ma non sapeva come agire.
-Al contrario Pasquale, vorrei offrirti di unirti a noi, la tua amica Giorgia ha goduto parecchio e sono certo che se insisterò opportunamente accetterà di farti partecipare se sarò io ad ordinarlo. Tu però qui hai la possibilità di scegliere: se mi dirai che non vuoi far nulla io libero Giorgia, le lascio i vestiti e ognuno se ne va via’ ma se invece vai alla porta e tiri giù la serranda’ beh, allora ne verrebbe fuori una bella festicciola.
E con l’ultima frase Alexis sorrise di gusto al ciccione.
Pasquale era sconvolto da quello che vedeva e da quello che si era sentito proporre. La prima cosa che pensò fu che era il caso di chiamare la polizia, poi però i suoi occhi caddero sul corpo di Giorgia. Per settimane si era masturbato appena tornato a casa dopo gli incontri con lei, era sempre stata bellissima e lo eccitava da morire anche se lo trattava come una merda. Non poteva essere successo per sbaglio, lo sperma che aveva sul viso faceva capire chiaramente che aveva succhiato il cazzo di quell’uomo tutto muscoli che aveva davanti’
Giorgia da parte sua era certa che quello sfigato di Pasquale avrebbe accettato di finirla lì, doveva solo provare a toccarla e l’avrebbe disintegrato, quel ciccione di merda. Lo odiò quando si permise di abbassare lo sguardo sulle sue tette nude e sulla sua vagina depilata, ma rimase veramente sconvolta quando lo vide correre verso la porta per abbassare la saracinesca.
-Ho capito dal primo istante cosa cercavi da un uomo- Giorgia sentiva Alexis sussurrarle nell’orecchio ‘tu devi essere dominata per godere appieno’ lascia che io ti umili, sii la mia schiava oggi, ti farò provare sensazioni che neanche immagini’
Giorgia era preoccupata dalla piega che stava prendendo quella mattinata, il sesso, Pasquale e ora la chiusura delle serrande’ però quell’uomo aveva detto il vero. Stava provando sensazioni che mai avrebbe potuto immaginare. Si ritrovò a pensare se fosse stato così sbagliato provare’ Pasquale le faceva schifo con la sua pancia e il suo sudore, però lo sconosciuto era come un maestro’ chissà cosa avrebbe potuto farle sentire.
I dubbi svanirono quando oltre ai sussurri sentì il cazzo nodoso di Alexis che riprendeva vigore e alzandosi si insinuava tra le sue gambe. Sentiva già la sua vagina pulsare e quando con leggeri movimenti sfregò le sue grandi labbra sul cazzo duro anche Alexis capì che poteva evitare di tenerla ferma.
Appena lasciò la presa Giorgia rimase immobile in piedi con gli occhi chiusi. Sentì l’uomo venire davanti e afferrarle un seno con la mano forte prima di mettere le sue labbra tra l’incavo dei seni.
Arrivò con una mano al suo sesso e al primo tocco Giorgia iniziò già subito a fremere. Fu riportata alla realtà dalla voce affannata di Pasquale che aveva chiuso il negozio ed era ritornato correndo.
-Mettiti a quattro zampe a terra- le ordinò Alexis.
Come un automa eseguì, mentre anche Pasquale subì un ordine ma per lui molto più piacevole: di spogliarsi completamente.
-Adesso ti riserverò un trattamento che ti farà mugugnare di piacere come solo le vere cagne come te riescono a fare, però nel frattempo dovrai succhiare il cazzo al ciccione qui davanti, al minimo segno di incertezza smetterò subito e non saprai mai cosa ti sei persa.
Pasquale come impazzito dalla gioia era rimasto con i soli calzini di spugna bianca mezzi sporchi, dalla foga non era neanche riuscito a toglierseli. Sentito l’ordine sorrideva come un bambino a Natale e non appena Alexis si spostò dietro Giorgia si fece avanti.
Giorgia cercava di guardare il meno possibile ma le fu ordinato di tenere bene gli occhi aperti. Vide il ragazzo delle consegne con la pancia grossa e pelosa, il pene era abbastanza piccolo e nascosto da una folta peluria che le avrebbe sicuramente occupato parte della bocca. Non poté però esimersi dall’accogliere nella sua bocca dorata il cazzo di Pasquale quando lui glielo mise davanti.
Una volta avuta conferma del fatto che la commessa aveva preso sul serio i suoi ordini Alexis iniziò il suo lavoro. Afferrò le gambe snelle e perfette della ragazza e le allargò leggermente per poter inserire la lingua nel suo sesso. Leccarla era una delle sue specialità e la situazione che aveva creato aveva bagnato la vagina di Giorgia come un lago. Gli bastò fare le giuste penetrazioni e fu subito investito dagli umori provocati dall’orgasmo della ragazza.
Naturalmente non si fece fermare da un semplice orgasmo ma continuò a leccarla come un gelato, allargando la lingua rudemente o penetrandola leggermente. Era certo che la stava uccidendo di godimento.
Pasquale dal canto suo aveva sempre desiderato Giorgia, tutte le volte che tornava a casa dopo una consegna si chiudeva in bagno e si masturbava furiosamente. Non aveva mai neanche avuto una fidanzata e al massimo andava a nigeriane il sabato sera, tutte le volte però si immaginava di farlo con Giorgia.
Quella situazione gli sembrava irreale, però il suo cazzo era dentro le labbra della ragazza viziata che lo trattava sempre male e si sentiva le palle piene come mai lo erano state.
L’eccitazione per lui era ingestibile e quando oltre alle succhiate e leccate vide Giorgia provare un orgasmo in quella situazione non riuscì a trattenersi e si scaricò dentro la sua bocca. Lei provò a indietreggiare con la testa mai lui avanzando il bacino le impedì di staccarsi. Vide che lo guardava con occhi pieni di odio e schifo ma, forse per non indispettire lo sconosciuto, ingoiò lo sperma di Pasquale senza lamentarsi oltre.
Per Pasquale fu come una scarica di adrenalina e il cazzo non si afflosciò come faceva di solito, quella situazione e quella ragazza erano peggio del Viagra per lui. Le avvicinò una mano alla guancia e la indirizzò a succhiarlo ancora.
Giorgia aveva provato contai di vomito nell’ingoiare quello sperma, le faceva ancora più schifo l’odore che arrivava dalla sua peluria ogni volta che con la bocca arrivava alla base del cazzo. Se solo non stesse provando i più grandi orgasmi della sua vita non avrebbe mai continuato quel supplizio.
Sentì che Alexis si staccava dalla sua vagina e pensò avesse di nuovo voglia di penetrarla. Sentì però che diceva a Pasquale di tenerle occupata la bocca e non farla staccare per nessun motivo, consigliò poi di non venire di nuovo nella sua bocca ma di trattenersi il più possibile.
Nel mentre che realizzava il significato di quelle parole, Pasquale le mise entrambe le mani sulle guance tenendole il cazzettino piantato in bocca. A sconvolgerla però fu la lingua di Alexis che si dedicava al suo buchino posteriore.
Cercò di lamentarsi e divincolarsi ma Pasquale tenne, aveva paura. L’aveva già preso nel culo ma quel cazzo non era assolutamente alla sua portata.
Dopo vari tentativi decise di aspettare la sua impalatura senza fiatare, con paura. Gli sputi aumentavano e lo sconosciuto si aiutava con gli umori della sua vagina, sentì che strofinava il cazzo sulle sue labbra per bagnarlo ancora. Entrò prima un dito.. poi due’ le fece male quando li ruotò mentre era dentro per allargarlo. Poi però fu il momento.
Fu come sentirsi aprire il culo con un coltello arroventato, la cappella di quel cazzo-lattina entrava in lei e neanche il cazzetto di Pasquale riusciva a trattenere del tutto i suoi gemiti. Aveva la bocca spalancata e gli occhi vuoti mentre provava per la prima volta in vita sua un orgasmo anale.
Il dolore continuava ad essere tanto, si sentiva piena come mia avrebbe creduto. Sentiva Alexis afferrarla forte per i fianchi e dare l’andatura infernale, ben presto il suo culo fu in grado di accogliere a ripetizione quel cazzone.
Sentì i due uomini scambiarsi qualche parola ma non comprendeva, poi vide Pasquale togliere il suo cazzo e sedersi lì vicino. Lo sconosciuto allora si mise sopra di lei che ormai era sdraiata a terra con il culo sollevato e le mise una mano sulla schiena e una, forte, sul seno.
Iniziò a montarla come facevano i cani, con forza e rudemente. Giorgia stava impazzendo e non aveva più nulla a mascherare le sue urla che ormai erano solo più di godimento.
Alexis dal canto suo aveva trovato un culo perfetto, una troietta viziata da sbattere e nel negozio risuonavano solo più i versi animaleschi dei due amanti e lo sbattere delle loro carni.
Il pavimento sotto Giorgia ormai era bagnato dai suoi orgasmi continui e lo sconosciuto non poté più trattenersi a lungo: con ultimi colpi di una vigoria esagerata venne nel culo perfetto della ragazza, facendola sentire gonfiata come se dovesse esplodere.
Per qualche minuto i due rimasero a riprendere fiato a terra’ il primo ad alzarsi fu l’uomo, che fece girare Giorgia per, pensava lei, ammirare il suo corpo nudo con le tette che si alzava e abbassavano con il respiro.
Ancora troppo scossa per le sensazioni che provava, con il culo spaccato che le faceva un male cane non badò ai discorsi tra Pasquale e l’uomo.
-Ragazzo, ne hai ancora?- chiese sorridendo Alexis a Pasquale.
-Ne ho’ di cosa?
-Ma di sperma coglione! Se posso darti un consiglio non le sono ancora venuto in figa’ magari non usa neanche la pillola! Io al tuo posto ne approfitterei!
Pasquale a quelle parole si voltò verso quel corpo nudo e stupendo’ Non aveva neanche replicato da come era stravolta quella ragazza’ a differenza sua che invece aveva le palle e il cazzo che facevano male da quanto era pieno e voglioso’
In un attimo si mise sopra di Giorgia e puntò il suo cazzettino dentro la sua figa. Lei non si accorse neanche dell’intrusione da quanto era bagnata, si rese invece conto di avere più di un quintale di carne sopra di lei e questo la fece rivenire.
-Pasquale! Spostati che pesi troppo e mi fai male! Ciccione levati!
Ma Pasquale non si sarebbe tolto per nulla al mondo, quella figa calda e bagnata era meglio del paradiso. Si sentiva il cazzo avvolto e massaggiato, afferrava le gambe lisce della ragazza e sentiva l’eccitazione crescere come se non avesse sborrato da un mese’
Giorgia sentì la sua vagina improvvisa piena di un liquido estraneo, concentrandosi si rese finalmente conto che il ragazzo la stava scopando e le stava venendo in figa!
-Pasquale no! Ti prego esci! Non prendo nulla e non voglio che vieni dentro! Ti prego piuttosto in bocca ma esci!
Ma Pasquale nella sua testa stava provando cosa fosse il paradiso. Era così eccitato da Giorgia che il cazzo rimaneva duro e allora continuò a scoparla alla missionaria, non faceva neanche caso agli insulti della ragazza viziata, anzi forse finirono solo per eccitarlo ancora visto che dopo qualche minuto si ritrovò a svuotarsi ancora dentro di lei.
A quel punto allora non fu possibile continuare neanche per lui che si spostò sdraiandosi di lato.
Giorgia terrorizzata corse in bagno e cercò di far fuoriuscire tutto il passibile dai suoi buchi. Per un attimo provò vergogna oltre a paura e all’estrema eccitazione per quella mattinata.
Quando uscì dal bagno trovò i due ormai vestiti a scambiarsi parole sorridendo. Non sapeva cosa dire e rimase a fissarli prima di rendersi conto della sua nudità. A quel punto afferrò le prime cose che trovò sugli scaffali e se li mise.
Alexis le si avvicinò e le disse solo che anche se era stata fantastica, il suo era un addio. Pasquale mostrava invece un sorriso a 32 denti ma non provò ad avvicinarsi a lei. Li vide alzare la serranda e sparire alla sua vista.

Dopo qualche settimana Giorgia iniziò a sentirsi strana e a vomitare troppo spesso. Ebbe la certezza dei suoi sospetti quando dopo un mese non le arrivarono le sue cose’ poi quando i mesi furono due fece il test e seppe che era rimasta incinta. Si ricordava benissimo però di una cosa: lo sconosciuto le era venuto in bocca e culo’ LUI mai in figa’

Continua’
Giorgia visse i mesi successivi con un lentezza esasperante.
Inizialmente non diede troppa importanza a quella mattinata di puro godimento in negozio, alla sera ancora si sentiva appagata dagli orgasmi che l’avevano sconquassata e non diede peso a ciò che Pasquale aveva fatto.
Nei giorni successivi addirittura uscì con le sue amiche lasciandosi corteggiare da conoscenti in discoteca’ qualche palpata, magari dei baci e delle mani più insistenti ma niente più, ‘per un po’ basta cavolate’ si disse.
Tuttavia cominciò a sentirsi strana, prima l’umore che la rendeva estranea alle amiche, poi il sentirsi appesantita’ sua madre le fece misurare temperatura e pressione più volte perché la vedeva stranita. Dopo qualche insistenza riuscì persino a portarla dal medico: lì iniziò l’inferno di Giorgia.
Dopo qualche esame approfondito il medico le chiese seriamente se avesse ancora avuto le mestruazioni ultimamente. Giorgia non era mai stata particolarmente regolare quindi non ricordava quando le fossero venute l’ultima volta e lo comunicò al medico. Dopo qualche giro di parole eccessivo l’uomo nello studio comunicò a lei e a sua madre che Giorgia aspettava un bambino ed era già alla quinta settimana.
Giorgia si sentì cadere il mondo addosso, cinque settimane? Ma come era possibile? Era una vita che non scopava più’ o forse più che una vita quasi due mesetti, l’ultima volta era stata nel negozio con quei due’
Si alzò e tornò a casa bianca come un cencio, non sentiva sua madre che con le lacrime agli occhi le chiedeva chi fosse il padre e se non poteva fare più attenzione; si sentì sveglia solo dopo poche ore quando il padre, da sempre severo con lei, le urlò contro che questa era la goccia ch faceva traboccare il vaso.
Le chiese chi fosse il padre e lo urlava come se non potesse accettare bugie, Giorgia balbettando disse che era stata con Pasquale. I genitori non conoscevano il ragazzo, i loro benestanti amici non avevano figli con quel nome e solo dopo aver spiegato loro chi fosse il ragazzo li vide vergognarsi. Il padre di Giorgia, Maurizio, l’aveva incrociato qualche volta in negozio, un ragazzo cicciottello che lanciava occhiate alla sua figlioletta, mai avrebbe potuto immaginare un genero di quel tipo.
Nelle settimane che seguirono Giorgia venne forzata dal padre a sposare quel ragazzo; Pasquale non fu difficile da convincere, anzi sembrava fosse stato catapultato in paradiso.
Maurizio era deciso a educare sua figlia una volta per tutte, intestò il negozio non solo più a lei ma anche al futuro genero, comprò una casetta intestandola ad entrambi e comunicò alla figlia che non avrebbe mai più ricevuto un euro da lui, vivo o morto, se non si fosse tenuta stretta quella famiglia.
Giorgia rimase così legata per la vita ad un futuro che non le apparteneva. Nei mesi successivi anche gli amici la abbandonarono e si trovò sola con un pancione e un futuro marito sgradito agli occhi oltre che allo spirito.
Vivevano già insieme nella nuova casa da qualche giorno, Giorgia stava impanando delle bistecche per cena quando sentì Pasquale salutarla da dietro e avvicinarsi toccandole il culo con le sue mani sudice.
-Domani visto che &egrave domenica e il negozio &egrave chiuso pensavo che potremmo andare a pranzo dai miei, non &egrave il caso che prepari nulla tanto saremo solo noi.
-Va bene Pasquale, adesso lasciami finire in pace di preparare cena.
Maurizio aveva accettato di aiutare Giorgia con le spese e il futuro figlio a patto che lei diventasse una madre e moglie esemplare, per cui la ragazza si era abituata a essere il più gentile possibile con il futuro marito, pur disprezzandolo. Quella sera però era stanca e non voleva sentire ancora il cazzo di Pasquale strusciarsi sul suo bellissimo culo mentre cucinava.
-Dai amore mio’ stasera sei proprio eccitante con queste gambe lisce, lascia che mi ecciti un po’.
Giorgia non disse nulla ma si vergognò da morire a non poter mandare via Pasquale come avrebbe voluto. Lasciò il pollo e si lavò le mani, dietro di lei Pasquale si era già abbassato i pantaloni e aspettava il trattamento della moglie. Giorgia senza neanche voltarsi sentì la pancia del ciccione attaccarsi alla sua schiena, ben presto il cazzo di Pasquale cominciò a strusciarsi sulle sue gambe eccitandosi.
-Dopo che avrai partorito finalmente potremo scopare ancora, non sai quanto mi manchi non poter entrare dentro di te.
Giorgia afferrò il cazzo con una mano e iniziò a segarlo velocemente, come tutte le altre volte ci mise meno di un minuto a farlo venire. Sentì i fiotti di sperma caderle sulle cosce e sul culo protetto dalle mutandine, poi senza degnare Pasquale di uno sguardo si diresse verso il bagno per pulirsi.

Il giorno successivo alle 12:30 suonavano al campanello dei futuri suoceri, ad accoglierli come sempre venne il padre di Pasquale, Mimmo. Giorgia lo odiava, uguale al figlio come corporatura era un vecchio porco che approfittava sempre dei saluti per sfiorarle il culo o toccarla. Pasquale era brutto e grasso ma perlomeno era un buono, Mimmo invece era un sadico che aveva trattato la moglie come una puttana per tutta la vita.
Giorgia non si stupì neanche della mano del vecchio porco sul suo culo quando si avvicinò per dargli un bacio sulla guancia.
-Benvenuti! Il mio bel figliolo e la sua bellissima futura moglie! Sei sempre più bella Giorgia, non ci rendiamo conto di quanto siamo fortunati ad averti in famiglia!
Giorgia se lo immaginava bene quanto fossero fortunati visto che il figlio era economicamente salvo per la vita, ma evitò di aggiungere altro.
In cucina c’era Giovanna in piedi di fianco alla tavola già pronta, Giorgia aveva sempre provato una grandissima pena per quella donna. Bassina, forme generose e capelli chiari, aveva il volto di chi ha dovuto soddisfare un marito di merda per tutta la vita. Più volte Giorgia si chiese se era quello il destino che la attendeva.
Si sedettero a tavola e Giorgia si trovò tra i due suoceri. Il cibo era buono ma la ragazza era sempre più schifata da Mimmo. Parlava sbraitando e la pancia sbatteva contro il tavolo ogni volta che si allungava per passarle qualcosa. Era schifoso poi che le sue gambe sudate andassero sempre a cercare le sue lisce, Giorgia lo respingeva come poteva, ma non credette a se stessa quando sentì la mano dell’uomo che le toccava le cosce da sotto la tovaglia.
Cercò di spostarlo ma Mimmo sembrava aver deciso da un pezzo di attaccarla in quel momento. Infatti sentì che chiedeva (o meglio ordinava) al figlio mezzo scemo di andare a comprare una vaschetta di gelato dal bar sotto casa. Giorgia si offrì di accompagnarlo ma Mimmo disse che era incinta e non doveva fare tante volte le scale, quindi sarebbe andata Giovanna con suo figlio.
Con occhi imploranti Giorgia guardò il futuro marito ma quello non capì cosa stava per accadere, allora lei si rassegnò a quello che sapeva sarebbe successo a breve.
Appena la porta si chiuse Mimmo si alzò in piedi e avvicinandosi alla finestra aspettò che moglie e figlio passassero davanti alla finestra.
-Devi essere proprio una gran troia per esserti fatta ingravidare da quel coglione di mio figlio.
-Ma come cazzo ti permetti?? Vieni a dare della troia a me quando te mi tocchi il culo e le cosce appena ne hai l’occasione??
Mimmo, sempre dando le spalle a Giorgia, sorrise alla finestra.
-E’ proprio per questo che ti voglio. Noi due siamo più simili di quanto immagini.
A questo punto si voltò e camminando si avvicinò alla ragazza che stava ancora seduta.
-Posso solo immaginare quanto sia difficile per una strafiga come te vivere con mio figlio ed esserti ridotta così. Conosco di fama tuo padre però, ho saputo che ti ha messa alle strette e al primo errore ti lascerà sul lastrico a far la fame’
-Si può sapere che cazzo vuoi?
Giorgia sapeva che la aspettava un brutto quarto d’ora, sperava che Mimmo continuasse a parlarle così da guadagnare tempo, le sue parole però erano vere.
-Voglio che mi succhi il cazzo con la tua bocca delicata. Voglio che sia chiaro che questo &egrave un ordine, non puoi rifiutarti.
-E sentiamo, per quale motivo non potrei?
-Perché se non lo fai subito andrò da tuo padre e gli racconterò che oggi a pranzo tu hai ripetutamente insultato i tuoi futuri suoceri, che ci hai trattato come merde e che siamo veramente dubbiosi di averti come nuora.
-Ma non &egrave affatto vero!
-Certo che non &egrave vero, ma &egrave la mia parola, e quella di mia moglie che tanto fa che cazzo le dico, contro la tua. A chi crederà il paparino deluso da questi mesi difficili?
Giorgia tremava di rabbia. I rapporti con il padre era ai minimi storici e sapeva benissimo che non avrebbe minimamente preso in considerazione che Mimmo mentisse. Aveva bisogno dei soldi per mantenere un minimo la sua vita’ non poteva perdere pure quelli.
Non si mosse quando Mimmo spostò di peso la sedia su cui si trovava girandola di 90 gradi. Fissò l’uomo aprirsi la patta e far fuoriuscire dai boxer vecchi un pene largo e dalle dimensioni considerevoli, sembrava un dildo che una volta si teneva in camera.
-Apri la bocca.
Giorgia aprì e sentì quel cazzo animalesco farsi strada dentro la sua bocca, in un attimo si sentì le guance forzate e la gola bloccata dalla cappella. Il tanfo di sperma vecchio le entrava nelle narici mentre Mimmo le muoveva la testa mimando un pompino afferrandole i capelli. Poi le ordinò di cominciare a succhiarlo per bene.
Giorgia suo malgrado si ritrovò ad obbedire, con la mano afferrò il cazzo e provò un brivido lungo la schiena a sentire che la mano a malapena riusciva a chiudersi attorno ad esso. Se lo tirò fuori dalla bocca e lo fissò velocemente prima di iniziare a leccarlo lentamente con la lingua.
Sentì Mimmo fare un grugnito di gradimento, poi una spallina del suo vestito venne abbassata e il suo seno destro spuntò fuori. Le mani sudaticce dell’uomo iniziarono a palpeggiarla con foga mentre lei continuava il suo lavoro di bocca, ora alternava leccate a succhiate leggere.
-Sapevo che eri una troia nata, succhi meglio delle nigeriane che mi prendo con 40 euro alla sera. Queste tette poi sono stupende, sarai una nuora fantastica vedrai.
Giorgia suo malgrado provava sensazioni contrastanti, quel cazzo le riempiva la bocca e si sentiva piena. Le faceva schifo ma dopo mesi riprovava l’eccitazione animalesca che la prendeva in quelle situazioni. Quelle mani così schifose e appiccicaticce le strizzavano forte i capezzoli ed era certa che le sarebbero rimaste delle ditate alla sera’ però sentiva dalla vagina un formicolio sempre più umido’
Mimmo da parte sua credeva di dover insistere di più, aveva sganciato 20 euro al barista sotto casa per prendere tempo con quei dementi dei suoi famigliari e ora si godeva la bocca e le tette di quelle troietta. L’aveva già incrociata per strada negli ultimi mesi e le guardava sempre il culo, Giorgia era sempre stata una fighetta su cui farsi una sega, ma la fortuna che aveva avuto l’aveva sorpreso enormemente. Ricca, bella e soprattutto troia. Suo figlio gli aveva procurato una figlioccia di cui si sarebbe preso cura soprattutto lui.
A quei pensieri Mimmo si sentiva gonfiare sempre più. L’eccitazione del momento e il rischio di veder aprire la porta di casa lo portarono a lasciarsi andare e afferrare con entrambe le mani la nuca di Giorgia.
-Vengo!! Ingoia tutto puttanella!
Giorgia sentì la cappella forzarle la gola e si sentì mancare il respiro, subito dopo arrivarono i primi fiotti densi e dovette spingere la cappella con la lingua verso la guancia per non vomitare. Tutto lo sperma si accumulò però nella sua bocca e dovette ingoiare velocemente per non farselo cadere tutto sul vestito.
Poi Mimmo si staccò e finalmente prese fiato aggrappandosi allo schienale della sedia.
-Non hai fatto scappare proprio nulla eh? Si vede che ti piace ingoiare.
Giorgia non rispose nulla ma Mimmo notò il leggero sorriso che le era venuto. Rimase persino eccitato nel notare che il trucco era leggermente sfatto a causa della saliva con cui aveva leccato il suo cazzo. Giorgia aveva un viso che se la sarebbe trombata pura da incinta da quanto era arrapante.
Fecero appena in tempo a ricomporsi che Pasquale e Giovanna entrarono in casa sorridenti e felici per quella giornata in famiglia. Giorgia mangiò più gelato che poté per farsi passare il gusto di sperma dalla bocca e si vergognò quando Pasquale la baciò in bocca dopo l’insistenza dei genitori’ Mimmo in particolare se la rideva.
Quando andarono via da casa Mimmo si avvicinò al televisore e staccò la videocamera nascosta che era inserita da più di tre ore. Scaricò il tutto sul pc e notò con piacere che il filmato del pompino di Giorgia era venuto benissimo. Sorrise al pensiero che con questo filato Maurizio avrebbe definitivamente abbandonato sua figlia.

Nei mesi successivi la pancia di Giorgia crebbe sempre più e un mese prima del matrimonio diede alla luce suo figlio Luca. Al matrimonio era già in una forma migliore ma comunque la sua amica Jessica le disse che non sembrava più lei’ con un velo di malinconia Giorgia non poté che darle ragione.
La cerimonia andò bene anche se fu imbarazzante perché Giorgia aveva invitato solo i famigliari stretti e Jessica per la vergogna che provava a presentare la nuova famiglia’
Dal giorno del pompino almeno Mimmo non si era fatto più vivo sessualmente, ma mentre era seduta al tavolo da sola le si avvicinò e dal telefono le fece vedere due minuti di registrazione.
-Tra 15 minuti ti aspetto in bagno, non vedo l’ora di riprovare la tua bocca’
Giorgia non pianse perché sapeva che non sarebbe servito, però carica di rabbia si recò in bagno, dove si fece ancora sborrare in gola dal suocero, stavolta con addosso il vestito da sposa.
Era certa che non sarebbe finita lì, la aspettava una vita matrimoniale lunga e complicata.

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