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Racconti Erotici Etero

LA COLLEGA RITROVATA

By 7 Gennaio 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Quando Claudia entrò a far parte del nostro gruppo di lavoro, aveva da poco terminato la scuola: non era più una bambina, ma sicuramente era ancora abbastanza acerba. Aveva già scoperto i piaceri della vita, ma senza gustarli fino in fondo: doveva ancora capire che il suo corpo -se usato in modo opportuno- poteva diventare un’ arma letale. Ma nonostante la sua scarsa esperienza in materia, mi resi subito conto che la ragazza aveva delle indubbie qualità, che le avrebbero ben presto permesso di andare al galoppo…….una corsa senza fine nell’ universo dei sensi, una specie di paradiso le cui porte, una volta aperte, non si richiudono più. Purtroppo, in quel periodo ci capitò di lavorare insieme solo una volta: parlammo a lungo, imparai a conoscerla ma non ebbi modo di approfondire come avrei voluto. Tuttavia, era evidente che stava uscendo dalla sua tana…….come un cucciolo che per la prima volta viene lasciato libero di vagare dalla propria madre, affinch&egrave impari a cavarsela da solo! C’ era tanta energia e tanta voglia di affacciarsi alla finestra della vita, con tutte le gioie e i dolori che ci dona nella piccola quotidianità: quell’ incontro fugace si concluse con un bacio e un arrivederci a presto……….

I casi della vita mi allontanarono quasi totalmente dal mio ambiente di lavoro……..un ambiente che ho ritrovato solo da qualche mese: tra alti e bassi si riprendeva la routine di sempre, si ritornava alla normalità. E poi un pomeriggio, una tipica giornata di fine autunno, ero in cerca del collega con cui avrei dovuto interagire per quasi 24 ore intervallate da una pausa in albergo per trascorrervi la notte: entrando nella nostra sala di raccolta e smistamento incontrai proprio lei, Claudia……..sarebbe stata la mia compagna di doppio. Un attimo di smarrimento durato chissà quanto…….nei nostri sguardi quel bacio quasi rubato all’ inesorabile scorrere del tempo: erano trascorsi circa tre anni e la persona che avevo dinanzi era oramai una donna a tutti gli effetti……una donna con la “a” maiuscola, di quelle che ti stendono con un’ occhiata……..! Ancora ricordavo una ragazzina smarrita durante il suo primo giorno di lavoro, in cerca di una sedia e di una scrivania libere, ma probabilmente anche di s&egrave stessa: n&egrave trucco, n&egrave rossetto e nemmeno un semplice lucidalabbra che le rendessero giustizia, ma solo un malriuscito tentativo di fare dei propri capelli una treccia che servisse allo scopo, vale a dire che le permettesse seppur vagamente e molto alla lontana di preservare la sua femminilità………! Ma le memorie del passato erano destinate a finire nella pattumiera, perch&egrave la nuova (almeno per me) Claudia con il suo tailleur grigio, era a dir poco impeccabile: niente più (per sua fortuna) scarpe da ginnastica, bensì un paio di ballerine con un tacco non troppo impegnativo che racchiudevano i suoi velatissimi collant ed un azzurro chiaro che sfumava senza troppo risalto i suoi occhi, neri come i capelli lisci che non erano più accomodati in modo alternativo, ma cadevano sulle spalle quasi come se fossero dipinti. Il fondoschiena era rimasto invariato, ma almeno quella era da considerare una costante più che positiva, dato che si trattava di una -anzi di una doppia- rotondità perfettamente proporzionale e proporzionata al resto del corpo, che proseguiva la ricerca della perfezione con due tette ai limiti della quarta misura, e tenute su in maniera davvero egregia. Non avevo parole, anche perch&egrave sarebbero state comunque insufficienti a rendere l’ idea del piacevole spettacolo al quale stavo passivamente assistendo. E, a dispetto della postura, mi stupì anche il suo entusiasmo nel rivedermi, perch&egrave si fiondò per abbracciarmi e darmi un bacio sulla guancia, il cui schiocco risuona ancora nelle mie orecchie: tra l’ altro aveva fatto in modo -non so se volutamente o meno- che i suoi seni sodi si schiacciassero contro il mio torace. Un caloroso bentornato che non era passato inosservato agli occhi degli altri colleghi in quel momento presenti nella sala riunioni, i quali assistirono divertiti alla scena: più che altro ero proprio io l’ oggetto dei loro sguardi, nei quali c’ era anche una certa incredulità…….un punto di domanda…..! Fu subito chiaro dai loro atteggiamenti, che Claudia non era certo così espansiva con tutti e fu lei stessa a confermare un certo interesse nei confronti del sottoscritto, ribadendo che aveva più volte chiesto di me durante la mia lunga assenza: appresi tale notizia con piacere, e poich&egrave tutti i presenti non si stavano perdendo una sola virgola della nostra conversazione, capii che era arrivato il momento di uscire di scena ed invitai la mia interlocutrice al bar: infatti, avevamo quasi un’ ora a disposizione, prima dell’ inizio del nostro turno di lavoro. Posso solo immaginare gli altrui commenti quando uscimmo dalla sala.

Il bar aveva uno spazio riservato con divanetti abbastanza ampi e Claudia si sedette accanto a me: eravamo affiancati e la sua coscia urtava contro la mia…….il suo comportamento era molto spontaneo e affabile, quasi come se ci conoscessimo da chissà quanto tempo. In seguìto, avrei scoperto che nel nostro contesto lavorativo, Claudia era etichettata come una stronza presuntuosa con la puzza sotto al naso, che se la tirava anche un pò troppo e che non l’ aveva mai data a nessuno del gruppo. In effetti, il suo modo di fare e di apparire era ai limiti del puro snobbismo e quasi disprezzo nei confronti di tutto ciò da cui era circondata: era esattamente questa l’ immagine che forniva di s&egrave……..un immagine che però veniva meno quando era con me….! Era tutta apparenza oppure no? Ben presto avrei trovato una risposta alla mia domanda, perch&egrave lei dava confidenza e credito solo a chi davvero le andava a genio: evidentemente, anch’ io facevo parte di quella schiera…….
Inizialmente parlammo della mia attuale situazione e delle ragioni -tra l’ altro già note- che mi avevano impedito per un lungo periodo di tempo di dedicarmi al mio lavoro con almeno un minimo di continuità: era curiosa e interessata, ma nel contempo discreta, perciò non sconfinava e consideravo il suo approccio per niente invadente. Quindi parlammo un pò di lei ed ovviamente feci più volte riferimento alla sua metamorfosi: la nuova Claudia dimostrò di apprezzare molto le mie argomentazioni e mi anticipò ciò che nei giorni successivi avrei appreso sul suo conto: mi disse anche di non dare troppo credito e risalto a tali dicerie, perch&egrave si considerava una persona semplice e si divertiva un mondo a vedere i soliti criticoni della domenica, che non facevano altro che sbavarle dietro:

-Però non stà bene quello che fai, perch&egrave così li illudi!
-No, guarda che ti sbagli: io non ho mai illuso nessuno…….

Ma, dicendo ciò, se la rideva di gusto.

-Raccontala a qualcun’ altro: secondo me, te la tiri un pò troppo. Pensi forse di averla solo tu?
-Ma guarda un pò cosa mi devo sentir dire: hai ragione che sei tu…….altrimenti…….
-Altrimenti cosa?
-Te ne approfitti perch&egrave sai che ho sempre avuto un debole per te!
-Questa mi giunge nuova, anche perch&egrave &egrave la prima volta che affrontiamo l’ argomento.
-Ti facevo più sveglio!
-Mi dispiace ma la sfera di cristallo l’ ho lasciata a casa…….
-Certo che con te fare un discorso serio…….
-Mai stato più serio in vita mia: ti sembro il tipo d’ uomo che si prende gioco di una bella donna?
-Ecco, vedi…….quando t’ impegni riesci anche ad essere cordiale, galante, rispettoso……
-Nient’ altro? Voi donne diventate sempre più esigenti!
-E voi uomini sempre più insensibili, indelicati e str…..
-E dai! Non fermarti sul più bello!
-Se mi interrompi in continuazione, finisce che perdo il filo…….
-Lo faccio giusto affinch&egrave tu possa riprendere fiato!
-Non ho parole……E comunque -scherzi a parte- anche senza la tua sfera di cristallo…….A proposito……hai detto “bella donna”?
-Sì, ho detto proprio così!
-Sembrava quasi un complimento!
-Infatti, voleva esserlo ed &egrave tutto meritato…….

Claudia diventò seria, perch&egrave capì che non stavo più scherzando.

-Allora quel bacio non &egrave stato proprio casuale……
-Certo che no……

Non smisi di dirlo che si avvicinò ulteriormente e mi baciò senza serrare le labbra: altrettanto feci io e le nostre lingue inevitabilmente vennero a contatto. Fu un bacio lungo e appassionato e quando ci staccammo, avevo già il cazzo duro come il marmo: Claudia se ne accorse e sfiorò la patta con una mano, mandandomi in estasi.

-Allora almeno un pò ti piaccio?
-Giusto un pelino……Ora però dobbiamo andare, perch&egrave il dovere ci chiama………
-E’ vero! E per quanto riguarda noi, come la mettiamo?
-Nel senso?
-Non penserai mica di cavartela con un bacio ogni tre anni……..

La fissai con un pizzico di incredulità, anche perch&egrave l’ avevo incontrata forse tre o quattro volte e non era mai stata così aperta, disinibita………quasi sfacciata…….Anche lei mi guardò: mi aveva provocato e ovviamente attendeva una rezione da parte mia.

-Se ne fai una questione di numeri, allora ci possiamo dare un altro bacio!
-Certo che con te si fà notte e col rischio poi di ritrovarci entrambi senza un lavoro: allora facciamo così…..alle 19 ci vediamo in
albergo per la cena, poi salgo sù per cambiarmi e -se sei d’ accordo alle 21 sono da te: se non sono troppo indiscreta, vengo in
camicia da notte, perch&egrave tanto ci danno sempre camere adiacenti e poi……..dovendo dormire nella tua stanza, mi sembra molto
più pratico e comodo. Quindi porterò solo lo spazzolino………ecco, quello non devo dimenticarlo………!

Avrei voluto replicare con una delle mie solite pungenti battute, ma non ebbi nemmeno il tempo di realizzare quanto aveva appena detto, perch&egrave mi diede un bacio sulla guancia e si alzò di scatto per avviarsi verso l’ uscita: senza nemmeno guardarmi, mi disse di far presto a pagare, che intanto lei andava a dare il cambio ai nostri due colleghi, ai quali dovevamo subentrare per il turno pomeridiano. Rimasi a guardarla, mentre mille e mille pensieri affollavano la mia mente, finch&egrave la porta d’ ingresso si richiuse alle sue spalle: ma era davvero Claudia? Era spigliata……quasi autoritaria: indubbiamente era molto sicura di s&egrave! Forse anche troppo! Non che la cosa mi dispiacesse, anzi……l’ idea di farmela mi eccitava non poco, perch&egrave aveva un fisico di assoluto rispetto e che era impossibile non notare, ma mai mi sarei aspettato da parte sua un approccio così diretto e sbrigativo! La giornata era appena iniziata e viste le premesse……

Lavorammo a stretto contatto per quasi cinque ore: scoprii che Claudia era molto capace e professionale. Aveva appreso davvero tanto in un arco di tempo abbastanza ridotto e, a tratti facevo quasi fatica a starle dietro: parlammo solo di lavoro e di pratiche da evadere, ma non potevo fare a meno di guardarla con ammirazione. Francamente, l’ avrei molto volentieri sbattuta sul tavolo per scoparla senza tanti complimenti, ma non eravamo soli e lei -a differenza di me- era molto concentrata su ciò che faceva: quando la vedevo chinarsi sulla scrivania, il suo culo era davvero spettacolare e l’ idea di prenderla da dietro mentre le strizzavo le tette, era particolarmente invitante. Talvolta mi guardava e sorrideva: segno che le mie occhiate discrete non erano passate inosservate e forse nemmeno i miei pensieri. Immagino che per lei non era difficile immaginare cosa mi passasse per la testa!
Fortunatamente, il pomeriggio trascorse abbastanza rapidamente e dopo una rapida doccia, ci incontrammo -come stabilito- in sala ristorante. La sera e forse anche la notte, sarebbero state lunghe e indimenticabili:

-Certo che voi uomini avete fantasia da vendere……
-Prego?
-Tette e culo: solo quello vi interessa!
-Se il panorama &egrave buono, allora &egrave normale scattare qualche foto…….
-Soltanto che tu le foto le fai con lo scanner!
-A te non sfugge niente: dov’ &egrave finita quella ragazzina dall’ aria sprovveduta?
-Se vuoi ti rispondo con il dito medio e comunque mi sentivo addosso i tuoi sguardi pieni di desiderio……..
-Anche tu mi desideri!
-E’ la prima cosa sensata che ti sento dire da stamattina! Anch’ io ho tanta voglia: &egrave da un pò che non lo faccio…….
-Mi stai dicendo che anche una bellona come te può rimanere a bocca asciutta?
-Se manca la materia prima…….ed io non sono una che si accontenta…….di quelle che vanno con il primo che incontrano giusto
così per farsi riempire!

Anche il suo linguaggio era molto cambiato: andava a briglia sciolta! Evidentemente le davo sicurezza……

-Ti vedo pensieroso! Và tutto bene? Mi dispiace: forse sono un pò troppo diretta……
-Ma figurati! A te piace viaggiare sulla corsia di sorpasso……..sei come i treni che fanno poche fermate! Ma quando ti fermi, lasci
una traccia inequivocabile del tuo passaggio……..
-La prossima fermata sarà nella tua camera: anzi, se posso chiederti una cosa……così mi tolgo il pensiero……..
-Non devi mica chiedere il permesso!
-Più che una domanda &egrave una curiosità, ma &egrave meglio essere preparati…….&egrave assodato che io ti piaccia e che hai trascorso l’ intero
pomeriggio a fissare il mio fondoschiena e i miei seni, beh…….mi sta bene anche quello…..! Però…….
-Però?
-Ho notato che guardi spesso in basso: quando accavallo le gambe, i collant e anche i piedi…….in particolar modo quando ho tolto
le scarpe perch&egrave ero stanca! Ti piacciono i piedi femminili……..
-Non mi considero un feticista per eccellenza, ma &egrave una parte del corpo che ha il suo fascino e che può essere opportunamente
utilizzata per fare tanti giochi………
-Ne deduco che se ti allungo i miei piedini, riceverò un massaggio coi fiocchi?
-Sicuramente più tardi ti accontenterò: non vedo l’ ora…….
-Perch&egrave più tardi? Non si fà mai attendere una bella donna!

Eravamo seduti ad un tavolo per due, abbastanza piccolo e stretto…….di quelli quadrati: dopo qualche istante, i suoi piedi si accomodarono sulle mie cosce, mentre con le piante e la punta delle dita sfiorava in maniera sapiente e delicata la patta. La sala era ormai quasi vuota ed i camerieri venivano solo se chiamati: mi misi subito all’ opera e iniziai a massaggiarle le estremità. Più che un massaggio erano carezze e i collant leggermente sudati mi eccitarono ulteriormente. Tra l’ altro, Claudia continuava a spingere contro la mazza che era sempre più dura e desiderosa non solo di semplici carezze, bensì di trovare un luogo caldo e accogliente, dove trascorrere qualche ora di svago……..Il massaggio non durò così a lungo perch&egrave si trasformò ben presto in una specie di sega: il cazzo era stretto fra le piante dei suoi piedi, e con un leggero ma continuo movimento non dovette nemmeno impegnarsi più di tanto perch&egrave sborrai nei pantaloni. Ero alquanto imbarazzato e lei -la stronza- rideva come una matta: tuttavia riuscimmo a risolvere in fretta, perch&egrave mi diede il suo giubbino, che usai come barriera, in modo che non si vedesse la macchia che avevo sul davanti in bella evidenza.

Alle 21 in punto Claudia bussò alla porta della mia camera: qualche istante prima, mi aveva telefonato e mi aveva chiesto di non farla attendere. Il motivo era più che evidente e bastò una rapida occhiata d’ insieme per afferrare il concetto e la feci subito entrare. Indossava infatti una scollatissima e trasparente camicia da notte di colore rosa chiaro, abbastanza corta da mostrare parte delle natiche, tenute insieme da un semplice filo, il cui presupposto era di separarle più che di unirle: le tette perfettamente modellate, sembravano quasi opera di uno scultore e le aureole -altrettanto perfette per forma e dimensione- facevano da cornice a due capezzoli all’ insù, fin troppo invitanti per passare inosservati. Avevamo entrambi una voglia matta di assaporarci a vicenda e non perdemmo tempo in convenevoli: Claudia mi tolse i boxer che erano l’ unica cosa che indossavo e si sfilò le mutandine, lasciandole cadere sulla moquette. Quindi si inginocchiò e prese a farmi un pompino senza nemmeno ricorrere ai preliminari di rito, perch&egrave il cazzo era già bello duro e pronto: succhiava con voracità e senza sosta e andò avanti per qualche minuto; poi si alzò in piedi e mi spinse verso l’ ampio letto. Mi fece sedere in modo che tenessi le gambe fuori e -dandomi la schiena- si sedette sopra di me, impalandosi con un colpo solo: sentii la verga scivolare facilmente dentro la sua vagina, tanto era già fradicia dei suoi umori. Piantò i piedi a terra ed iniziò a muoversi lentamente, strizzando di tanto in tanto i testicoli: si inarcò all’ indietro e la parte superiore della schiena andò a comprimersi contro il mio torace. La posizione era molto invitante e riuscivamo anche a baciarci, mentre la mie mani -senza troppi complimenti- avevano afferrato le tette sode e le dita giocavano con i capezzoli: Claudia venne quasi subito e le contrazioni della fica cingevano d’ assedio la mia cappella, ormai anch’ essa prossima a capitolare. Lei infatti continuava a galoppare sull’ asta senza darmi tregua e aumentò man mano il ritmo, fino a quando la mia sborra calda non riempì la sua cavità: fu allora che si fermò impalata sull’ asta……..mi sentivo sprofondare nelle sue viscere………si alzò, ma solo per stendersi accanto a me. Avevo ancora il cazzo in tensione e le allargai le cosce per potermi distendere sopra il suo corpo: ero appena entrato con la lingua nella sua bocca quando con mano ferma afferrò la cappella per dirigerla verso l’ imboccatura…….con una leggera spinta sprofondai nuovamente dentro lei e presi a stantuffarla infoiato dalle sue labbra che si spalmavano sul viso, donandomi i suoi sapori e tutta la sua essenza di donna. La sentivo gemere e dimenarsi sotto i miei colpi mentre mi incitava a fotterla…….a farla godere come una vacca………a spaccarle l’ utero in mille pezzi: aveva perso ogni pudore e si dimenava vogliosa mentre martellavo fino a toccarla internamente……..venne ancora una volta e continuai a trapanarla……….ero anch’ io prossimo alla resa e uscii dalla sua fessura per risalire e accomodarmi fra le sue stupende tette, che strinse attorno al cazzo per farsi scopare anche in quell’ anfratto artificiale volutamente creato per farmi godere. Mi muovevo lentamente perch&egrave volevo gustare ogni secondo che passavo imprigionato fra le sue calde e rotonde sporgenze, mentre con le dita le titillavo i capezzoli, fino a quando esplosi in una sborrata che le imbrattò anche i capelli. Mi fece salire ancora più sù e aprì la bocca, leccando la cappella ancora intrisa dei nostri umori: percorse la verga in tutta la sua lunghezza e cominciò a solleticare i testicoli con la punta della lingua……..segno che aveva ancora fame. Del resto, con un simile trattamento il mio bastone di carne non accennava minimamente ad abbassare la cresta: a quel punto, Claudia si distese sulla pancia e nel farlo, si limitò a guardarmi per un istante e mi disse che prima di cena aveva provveduto a farsi un clistere. La sua affermazione era un chiaro invito e prontamente, mentre lei allargava le gambe per facilitare la mia successiva missione, mi posizionai tra le sue natiche e andai a cercare con la lingua l’ orifizio anale, che allargai leggermente con le dita -dopo averci sputato sù un paio di volte- per aprirmi un passaggio, finch&egrave non inserii il pollice, mentre con le altre dita le titillavo di tanto in tanto l’ imboccatura della passera: iniziò a dimenarsi con sempre più vigore e continuava ad eruttare come un fiuma in piena. Infilai due dita fin quasi in fondo…….ero riuscito a creare un varco e appoggiai la cappella sul buchino, spingendo leggermente in avanti, mentre Claudia sollevava il bacino quel tanto che bastava per garantirmi una migliore angolatura di ingresso. Diedi allora un colpo deciso e affondai fino ai coglioni come un coltello nel burro: la presi quindi saldamente per i fianchi, mentre lei si inarcava ulteriormente ed iniziai a fare avanti e indietro. Mi immersi più volte nelle sue viscere: la ragazza mugolava dal piacere mentre la penetravo a fondo e si distese sulla pancia invitandomi a fare altrettanto. Andai quindi a comprimere il torace contro la sua schiena, e contemporanemente con un gioco di reni e di bacino la chiavavo facendola sobbalzare ad ogni legnata, con la quale sprofondavo nel suo canale secondario. Lei, molto opportunatemente cercava di trattenersi, perch&egrave sapeva che eravamo in albergo e che non poteva urlare come avrebbe desiderato fare, perch&egrave le mi bordate diventavano sempre più vigorose: era prossima a capitolare ed allora la feci voltare, affinch&egrave si distendesse nuovamente sulla schiena. Piegò le ginocchia e allargò le cosce quanto più possibile, mentre il mio cazzo -in rapida successione e in maniera alternata- usciva dalla fregna per entrare nel condotto anale e viceversa: venne aggrappandosi alle lenzuola, mentre io -non avendo ancora scaricato- proseguii la mia opera di demolizione ancora per un paio di minuti, rallentando via via il ritmo, man mano che il momento fatidico si avvicinava sempre più……..ritardai quanto più possibile e quindi lo tirai fuori per sborrarle sul basso ventre, sul quale Claudia provvide a spalmare la mia crema e poi mise due dita in bocca leccando avidamente, per gustarsi le residue gocce di nettare. Questa volta fu la mia compagna che mi propose di distendermi e lo feci con piacere, mentre lei avvicinò la bocca alla mia verga e riprese a succhiare fino a quando -stremato dalla fatica- non abbassò definitivamente la cresta, per concedersi un lungo e meritato riposo. Altrettanto facemmo noi, che crollammo come due sassi e solo la sveglia della mattina seguente -proveniente dal solito trillino del telefonino di servizio- ci fece realizzare che la notte era trascorsa e che ci attendeva un nuovo giorno di lavoro: un giorno da iniziare indubbiamente all’ insegna del buon umore, magari non più di tanto freschi e riposati, ma di certo più che appagati per le piacevoli ore che avevamo trascorso insieme e che per la prima volta, ci avevano uniti in un unico e grande abbraccio. Anzi, grande ma non unico perch&egrave quel primo bacio ha lasciato un segno indelebile………ma questa &egrave un’ altra storia.

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