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La Coppia Diabolika

By 23 Settembre 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

La Coppia DiaboliKa

Il Fine Fantasma era il nome con cui era conosciuto. Un ladro simil-gentiluomo, più che altro di modi garbati e notevole playboy, che agiva misteriosamente, sempre sotto mentite spoglie. Maestro di travestimenti, era noto nell’alta società con tre diverse identità: un critico d’arte, un artista eccentrico, un nobile perennemente in viaggio in treno, su di un vagone privato.
Con la falsa identità dell’artista eccentrico, si era introdotto nella casa della Baronessa Bianca Della Massa Sforzi, una nobildonna di nell’aspetto, molto depravata e molto porcella, con l’intenzione di ritrarla e immortalarla in un un quadro.
L’intenzione del Fantasma era quella di rubarle i gioielli e la collezione di quadri di valore (i primi per ricavarne qualcosa, la collezione invece, da donare ai musei popolari), se poi magari ci fosse scappata anche una bella scopata con la Baronessa, tanto meglio…
…ma non appena giunse nella villa, la sua attenzione fu catturata dalla bella domestica: Marianna, una biondina dall’aria riservata e garbata, che lo fece invaghire al primo colpo….
…e infatti, non appena fu lasciato solo nella sua stanza per rifocillarsi, non perse tempo e corse ai piani inferiori della villa, e precisamente dalla cucina, da dove aveva udito provenire la voce di Marianna, che intonava gradevolmente una canzone.
Le arrivò alle spalle e le coprì gli occhi.
-Indovina chi è?
-Il Divino Pittore… è l’unico uomo che c’è ora alla villa…
-Sai mantenere un segreto?
-Sì…
-Io sono… il Fine Fantasma…
Un brivido corse lungo la schiena di Marianna, forse un po’ di paura, ma non solo, vista la fama di stallone che aveva il Fantasma.
Senza togliere le mani dagli occhi della giovane, le baciò il collo e scese sulle spalle, poi tolse le mani quando sentì che Marianna cedeva e le sfilò la veste…
Marianna si girò e lo baciò vistosamente, togliendosi poco alla volta i pochi abiti rimasti, poi si abbassò verso la cerniera del Fantasma e gli aprì i pantaloni, glieli abbassò e dai boxer tirò fuori il suo membro.
-Lo voglio in bocca- ansimò un attimo prima di iniziare a lavorarselo… e come lo lavorava! Una vera maestra! A tratti gli titillava la punta del glande, poi affondava lungo il bastone e gli leccava i testicoli, poi lo ingoiava per poi riprendere dal principio, a tratti velocissima a tratti lenta e delicata…
-Vengo Marianna, vengooo!!!- gridò un attimo prima di lasciar partire un fiotto di sperma che finì sul viso e sul busto di Marianna, che rapidamente si pulì con un po’ di carta d’asciugamano a perdere e pulì pure l’uccello del Fine Fantasma.
-Non avremmo mica già finito, eh? Disse lui ancora eccitato.
-No, però ho paura che quella stronza della mia padrona, se ti trova qui, mi prenda a frustate… stanotte verrò nella tua stanza… te lo prometto! Ora vai che devo finire di preparare la cena!

La cena fu impeccabile, Marianna era pure un’ottima cuoca… la sua padrona, al contrario, si dimostrava sempre più insulsa ad ogni minuto che passava… e che tiranna! Con Marianna non faceva che ripeterle: ‘Muoviti stronzetta!’; ‘Muovi quel culo, cretina!’; ‘Cosa stai combinando, imbranata!’… tanto che il Fine Fantasma, fece molta fatica a frenare le sue ire… ma alla fine lasciò correre, sempre più ammirato dall’eleganza naturale di Marianna… un portamento da Signora, nonostante fosse solo la serva.

Dopo la cena, andò nella sua stanza fingendosi assonnato, sperando che Marianna lo raggiungesse al più presto… Marianna era addirittura già nuda sul letto, ad attenderlo al lume di una piccola lampada.
Svelto, il Fantasma si svestì e chiuse a chiave la porta e in preda a un’incontrollata erezione procedette verso il letto, dove Marianna continuava a passarsi le mani sul corpo per invogliare il suo partner. Non appena fu alla giusta distanza, lo prese per il pene alla stessa maniera con la quale lo avrebbe preso per la mano e lo tirò verso di lei.
Lui non perse tempo e cerco di infilarglielo in bocca, ma non è possibile a chi narra, capire quanto fu lui a volerlo infilare e quanto fu invece lei a pretenderlo tra le labbra.
I pompini di Marianna erano un qualcosa di straordinario, il Fine Fantasma, pensò il quel momento che avrebbe fatto resuscitare i morti con un pompino del genere.
Andò avanti per un buon quarto d’ora, che al Fantasma sembrò durare molto meno da quanto gli piaceva.
-No… non fermarti proprio ora…
-Dovrò pur cambiare un po’, no?
-Fai di me quello che vuoi, tesoro!

Ciò che entrambi ignoravano in quel momento, ma che se anche lo avessero saputo non gli avrebbe fregato nulla, era che la Baronessa, dopo essersi messa in sottovesti sexy e profumata a dovere, stava avanzando verso la stanza dove i due amanti stavano regalandosi i loro attimi di passione.
Camminò lentamente per non svegliare nessuno, tra l’altro aveva ai piedi stivali con tacchi piuttosto alti, perciò temeva di fare rumore… quando fu nei pressi della stanza, pensò quasi di sfilarseli, ma non sarebbe stato facile, quindi pensò che l’artista suo ospite sarebbe stato orgoglioso di sfilarglieli, ma più si avvicinava alla porta, più degli strani rumori la turbavano… un gemere, un ansimare, molle di letti che scuotevano, perciò la Baronessa si avvicinò alla porta e spostò un frammento di legno che ne stava al centro, sul quale aveva fatto costruire alcuni anni prima uno spioncino dal quale avrebbe potuto vedere molto meglio che dal buco della serratura e più comodamente.
Quale non fu la sua spiacevolissima sorpresa, nel vedere che il divino artista da lei ambito, bello e ben dotato, preferiva ai suoi nobili buchi, quelli di una serva!
‘Guarda guarda la servetta e il sensibile artista… che due maiali! E guarda come sgodazzano!’
Infatti, i due amanti erano estremamente coinvolti in ciò che facevano, e quando la Baronessa li vide con i suoi occhi fare ogni genere di porcata, ignari che lei li stesse osservando, si sentì umiliata e desiderosa di vendetta.
-Dammelo! Lo voglio tutto… spingi, così, così!-erano le parole che Marianna pronunciava più spesso, e alla baronessa, che non l’aveva mai sentita usare termini simili, pareva di vivere un incubo…
‘Puttana! Gliela farò pagare! Eccome che la pagherà… aspetta che arrivi domattina, cara la mia biondina… e vedrai come ti sistemerò!’ pensava la Baronessa mentre cercava un luogo in cui appostarsi per la notte e sorprendere la sua rivale non appena fosse uscita dalla stanza dell’ospite.
Marianna, tuttavia non aveva alcuna fretta di lasciare la stanza, e ancor meno ne avrebbe avuta se avesse saputo cosa l’aspettava.
Continuava a giocare con il suo corpo e quello del suo amante, incurante del tempo che scorreva sulle loro teste… e quando dopo una notte intera passata nella più sfrenata lussuria, i due amanti, spossati si sdraiarono l’uno accanto all’altra,, continuando a baciarsi e ad accarezzarsi teneramente, l’idea di lasciare la stanza, era anni luce lontana dalle intenzioni di Marianna, che con il più dolce sguardo che si possa immaginare, guardava il suo amante, anch’egli entusiasta… infine antrambi si addormentarono abbracciati.

Era ormai metà mattina quando la Baronessa vide Marianna uscire furtivamente, nuda e con i suoi abiti tra le mani. Si nascose e aspettò che Marianna le voltasse le spalle, poi le arrivò rapidamente da dietro e la colpì alla testa con un candelabro, tramortendola.
-Sistemata… o quasi!- sentenziò, quando la vide cadere a terrà priva di sensi.

Il Fine Fantasma, nel frattempo, sotto la doccia, era totalmente all’oscuro di ciò che stava accadendo, anzi, il suo canto allegro e lo scroscio dell’acqua avevano coperto il tonfo a terra di Marianna.
Quando uscì dalla stanza, perfettamente rivestito, il Fine Fantasma capì però che qualcosa non andava… e si mise in cerca di Marianna, della quale ormai gli importava molto di più che dei gioielli…

Marianna, si riprese con un forte dolore alla testa e con la sensazione che qualcuno la tirasse per le braccia e per le gambe.
E non appena si rese conto di dove era, provò un misto di rabbia e paura. Nella sala dove in genere veniva a lavare in lavatrice, era stata improvvisata dalla Baronessa una sala di torture. I suoi polsi erano legati a bracciali che andavano a completare due grosse catene, alle sue caviglie altri due grossi bracciali collegati ad altre due grosse catene completavano la sua prigionia. Poi quando mise fuoco la situazione si accorse pure che davanti a lei, un grosso specchio che ne rifletteva completamente la nuda immagine, rispecchiava pure l’immagine di Bianca, la crudele Baronessa, vestita come la notte precedente e armata di frusta.
-Nooo! Padronaaa!! Che cosa vuole farmi?!!
-Farti male, puttanella… ora sì che sei sistemata, bionda!
-La scongiuro, padrona… non lo facciaaa!!
-E invece lo farò… voglio umiliarti…- e così dicendo alzò la frusta per colpire la schiena o le chiappe di Marianna, non le importava dove, l’importante era fare del male… ma prima ancora che potesse far schioccare il primo colpo, la porta dietro le sue spalle si spalancò, e il Fine Fantasma, entrò nella stanza.
-Molla quella frusta, puttana!
Un po’ sorpresa e un po’ in bilico con il braccio destro nel quale impugnava la frusta, Bianca non seppe reagire, così Il fantasma ebbe tutto il tempo di avvicinarsi al polso della baronessa e di stringerlo fino a fare cadere la frusta, poi la spinse contro il muro facendola franare a terra, e infine, dalla sua giacca tolse la pistola.
-E ora alza le mani, Baronessa dei mie coglioni!
Spaventata e un po’ tramortita dalla botta contro il muro, Bianca alzò le mani.
-Molto bene… se sarai brava ti risparmierò la vita… ora libera Marianna!
-Mai! Mai libererò quella puttana!
Senza minimamente scomporsi, il Fine Fantasma replicò:
-Forse non sono stato chiaro Baronessa dei mie coglioni… io non sono l’artista che credevi, ma sono Il Fine Fantasma… forse avrai sentito parlare di me… in genere non ammazzo nobildonne, ma posso sempre fare un’eccezione… soprattutto se non sono nobili d’animo… e una stronza che tortura la propria serva, non merita certo la mia pietà! Allora, rilancio la proposta: tu ora liberi Marianna e io ti lascio vivere, oppure tu non liberi Marianna, io ti ammazzo e poi la libero da me… che vogliamo fare?
La baronessa, prese le chiavi dal proprio corsetto in pelle, e liberò Marianna.
-Bene… e ora sarà Marianna a incatenare te!
-Speravo di sentirtelo dire, amore mio!
-Ehi, non eravamo d’accordo così!
-Taci Baronessa di ‘sti cazzi! Oltre a non essere in una posizione nella quale puoi dare ordini, io ti ho semplicemente promesso che se liberavi Marianna, non ti avrei ammazzata… non che ti avrei risparmiato il trattamento che meriti! Ora, Marianna… incatena quella puttana e mettile pure un bavaglio così non griderà!
-No, no… n-nooo…!
Ma l’urlo della Baronessa venne soffocato da una palla rossa collegata a due legacci di cuoio, e si tramutò in mugolio prolungato e continuo.
Mentre Marianna legava la sua ormai ex-padrona, il Fine Fantasma, si avvicinò alla lavatrice cercando di capire il meccanismo che la faceva funzionare dove aveva sede, trovatolo ebbe un’idea… prima però, c’erano i gioielli!
-Marianna, tesoro… tu sai dove sono i gioielli della Bronessa?
-Certo che sì… questa lurida troia li tiene nel cassetto della biancheria intima… nascosti in un paio di slip di pizzo rosso e nero…
-Buono a sapersi, vado a recuperarli mentre tu continui il lavoro.
-A dopo amore mio!
Il Fantasma corse nella stanza della Baronessa, cercò tra i cassetti e trovò quanto cercava!
Poi corse in fretta nella stanza che aveva lasciato e trovò Marianna, intenta a frustare con foga la Baronessa.
-Tie’! Tie’! Puttana schifosa! Volevi farlo a me, vero? E invece sono io a farlo te! Troia maledetta!
Il Fine Fantasma sorrise.
-Bel lavoro piccola… bel lavoro… ma ho qualcosa di meglio per questa baldracca d’alto bordo!
-Davvero?-disse Mariana rallentando il proprio ritmo di frustate-e che cosa?
Per tutta risposta, il fantasma andò verso la lavatrice, la scoperchiò e mise il meccanismo che ne regolava il ritmo in centrifuga, poi legò ad esso un’altra frusta e spostò il macchinario in modo che arrivasse per bene al culo della Baronessa che già appariva abbastanza striato dopo le vergate che Marianna le aveva alternato tra chiappe e schiena.
Il meccanismo menava colpi meno potenti di quelli che rabbiosamente Marianna le aveva dato, assetata di vendetta, ma arrivavano più veloci e cadenzati… con il ritmo, appunto della centrifuga.
La Baronessa aveva gli occhi velati dalle lacrime dettate dal dolore e dall’umiliazione che stava patendo, ma nonostante il velo di lacrime, poteva vedere grazie allo specchio di fronte, le performance sessuali dei due amanti.
-Dammelo tutto! Alla faccia di questa stronza! Guardaci baldracca! Guardaci bene! Guarda come scopiamo!!- gridava godendo tra un orgasmo e l’altro Marianna.
‘ e Bianca, che ormai avevo perso potere e gioielli, non aveva nemmeno il coraggio di meditare vendetta, ma sperava soltanto che quel supplizio finisse presto.
Il Fine Fantasma, dopo essere venuto sul viso di Marianna, orinò sulle chiappe di Bianca, che sanguinanti, bruciarono come se le avessero gettato dell’alcol.

-Portami con te Fantasma…
-Volevo chiedertelo io… insieme saremmo insuperabili…
-Lo so… io però non voglio più chiamarmi Marianna… d’ora in poi io sarò… Diabolika!
-Bene… allora insieme saremo la Coppia Diabolika!

Abbandonarono la villa dopo una mezzora, lasciando la Baronessa nell’identica posizione in cui era stata negli ultimi momenti.
Poi, giunti a distanza di sicurezza, fecero una telefonata anonima, che rivelava il furto compiuto dal e Fantasma che ora non agiva più da solo, ma accoppiato a una donna scaltra quanto lui.

Più tardi, con il travestimento del nobile e con una dama al seguito, il Fantasma giunse al suo vagone privato in compagnia di Diabolika. Insieme salirono sul treno, senza che nessuno sospettasse la loro identità, e una volta liberi dai loro sfarzosi abiti, si lanciarono in un amplesso che durò quasi tutto il tempo del viaggio…

…da allora, trascorrono il tempo tra rapine e sesso!

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