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Racconti Erotici Etero

La Danzatrice

By 4 Gennaio 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

Era una notte primaverile, i meli e gli aranci indossavano bianche vesti di fiori profumati e Driss, con 200 dirham in tasca, si sentiva ricco. Voleva dimenticare, ubriacarsi, prendersi la prima donna che capitava, fare qualsiasi cosa. Si fermò davanti un locale a luci rosse, la facciata modesta, le figure invitanti dei cartelloni, gli edonisti all’ingresso che lo squadravano dalla testa ai piedi attraverso il fumo azzurrognolo di sigaretta. All’interno il caos, la confusione che si risolveva in un falso ordine. Tre sale male isolate, tra musiche e danze si sceglieva la preferita, si ricercavano donne e tavolini. Driss si sistemò, i gomiti sul tavolino, appagato di fronte al liquore. Osservava di sottecchi le cameriere nella loro studiata gestualità di bionde europee, il rimmel, la cipria sul viso di tutte. Ancheggiavano ampiamente e civettavano con voce acuta per farsi notare. Il tavolino era quasi sulla pista e ordinò un altro bicchiere, fu forse allora che Aicha salì sul palco e sembrava che nella sala fosse disceso un momento di immensa felicità. Indossava una mascherina scura che le impediva di essere riconosciuta, il suo modo di svestirsi era un’arte. Innanzitutto si sciolse i capelli, agitandoli come una folta criniera. Poi si sbottonava il sottile soprabito, le sue mani erano lente, indugiavano carezzevolmente. Non si trattava con superficialità come le altre danzatrici, ma da donna che stabiliva attentamente le condizioni del proprio corpo. Il vestito nero le calzava come una seconda pelle e era pieno di ambigue aperture. Un gesto fu sufficiente ad aprire le spalle e a lasciar cadere il vestito sopra i seni, ma non oltre. A questo punto, decideva di guardare il pubblico estasiato. Poi, aprì la cerniera che mostrava le costole, l’inizio della curva del ventre. L’attenzione di tutti gli uomini era in quel gesto e pareva che i loro cuori palpitassero all’unisono, stabilendo il ritmo della danza. Persino le cameriere, di tanto in tanto, fermavano lo sguardo sulle parti più floride del suo corpo, che esplodevano dal vestito. La pelle di brace, ardente e contagiosa, i contorni morbidi affascinavano tutti quanti. Aveva l’abilità delle interruzioni, dei tempi lunghi. Si stirava, allungandosi, in modo del tutto particolare, come un gatto appena sveglio. E questo movimento agile e sinuoso, che interessava tutto il corpo, dava l’impressione che i seni fossero maneggiati con violenza. Solo allora, eccitata dagli occhi immobili, sollevava l’orlo del vestito. Si mostrava nuda e divaricava le gambe per liberare la sua femminilità piena. Questa era come un fiore che emergeva dalla terra umida e le sue labbra delicate come petali lasciavano i paganti senza fiato, la sala in un silenzio assordante. L’esibizione terminava così, gli uomini si consolavano nell’alcool rissoso o con le cameriere. Persino Driss, che non ricordava più il motivo della sua rabbia, si confuse tra il fumo e quella gente, con passo d’ubriaco della danza.

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