Fu con la professoressa di inglese Lorena P. che scoprii veramente quanto possa
essere reso schiavo e umiliato un timido studente al primo anno delle superiori
usando l’arma della soggezione, del potere e non ultima, la femminilità sfacciata che
ad un adolescente ma con l’esplosione ormonale in atto provoca una inconsapevole
sudditanza.
Autoritaria, pretendeva il massimo dai propri studenti e nella mia classe, eccetto il
sottoscritto e altri due compagni, tutti erano al passo con i progressi, ma io ero
l’ultimo della classe, e fu su di me che Lorena sfogò tutta la sua arroganza e
presunzione, arrivando ad umiliarmi davanti a tutta la classe che soggiogata dai modi
decisi e autoritari rideva di me, anche se poi tanti dei miei compagni mi mostravano la
loro solidarietà.
Io non reagivo mai, rimanevo a testa china impassibile, sopratutto perchè essendo
naturalmente stato messo nel banco di fonte alla cattedra che spettava al somaro
della classe, ero in preda a due sentimenti contrastanti, il quasi odio verso di lei per i
maltrattamenti subiti, e allo stesso tempo il non riuscire a staccare gli occhi dalle
forme seducenti del corpo di Lorena, che lei ostentava sempre con abbigliamento
molto eccitante nel pieno dei suoi 30 anni di femminilità esplosiva, alta, fianchi
stretti, sedere generoso nel giusto ma sodo e tonico, gambe lunghe e slanciate, seno
prorompente nella sua 4a misura. Non lesinava neanche sull’abbigliamento, gonne
aderenti per esaltare le forme, camicie o magliette sempre con scollatura generosa
per evidenziare la prorompenza della sua 4a misura, tacchi sempre alti per slanciare
le sue meravigiose gambe.
Ma il momento più difficile era quando si sedeva alla cattedra, che anteriormente non
aveva nessun pannello e mi permetteva di godere delle sue splendide gambe. Poi
venne il giorno della massima umiliazione, era iniziato da poco l’ultimo trimestre, alla
fine della lezione tutti prendemmo gli zaini per uscire al suono della campana, ma lei
mi invitò a rimanere per farmi un discorso, mi risedetti al mio posto, e lei iniziò una
ramanzina invitandomi ad un maggior impegno nell’ultimo trimestre che poi sarebbe
stato decisivo per il mio voto finale, intanto mentre parlava si era seduta alla cattedra
e quel giorno le sue gambe erano avvolte in calze nere di seta, mentre argomentava
incrociava spesso le gambe, il sentire lo sfregare della seta nei movimenti mi faceva
impazzire, e a furia di questi nervosi movimenti la gonna le si era leggermente alzata
e scoprii che indossava le autoreggenti, e la cosa mi fece bloccare inebetito davanti a
quella visione divina, ero talmente incantato che anche lei se ne accorse, raccolse una
biro per gesticolare e ad un certo punto le cascò prorio sotto la scrivania tra i piedi.
Rimase serissima a fissarmi, poi mi invito con il solito tono autoritario a raccoglierla.
Rimasi per un pò indeciso e sorpreso da quella inusuale richiesta, poi mi decisi, mi
alzai e arrivato vicino alla cattedra mi inginocchiai, ero si e no a 30 centimetri dalle
sue gambe, potevo quasi sentire il calore della pelle, poi mentre raccoglievo la biro
sfacciatamente allargò le gambe e vidi la sua fica avvolta da una mutandina nera
semitrasparente, a quella visione, come in un film comico, sorpreso dal gesto ebbi
uno scatto nervoso e diedi una craniata contro il piano della scrivania, lei scoppiò in
una risata strafottente, mi alzai e le porsi la biro imbarazzatissimo, tornò subito seria
e prima di lasciarmi andare con voce fredda mi disse che o mi impegnavo o mi
avrebbe segato senza tanti complimenti.
Quell’ennesima umiliazione però fece scattare in me qualcosa, mi misi a studiare
d’impegno e negli ultimi mesi di scuola feci dei progressi quasi miracolosi che mi
permisero di diventare uno dei migliori in classe, Lorena se ne compiaqque a fine
anno scolastico e fui promosso, ma ogni volta che mi fissava il suo sguardo aveva
comunque un qualcosa di strafottente nei miei riguardi, sembrava quasi volermi dire
che mi aveva dominato, e da allora non mi dimenticai più di lei, che l’anno dopo fu
trasferita in un’altra scuola: in me rimase la voglia un giorno di prendermi una
rivincita coi fiocchi, anche se difficilmente sarebbe successo visto che non la rividi più
per molti anni.
Ne passano 13, nel frattempo finiti gli studi sono diventato responsabile dell’import –
export nella ditta di mio padre, trattiamo generi alimentari e lavoriamo molto con
l’Inghilterra, convivo con la mia ragazza da pochi mesi e la mia vita sessuale è ottima,
ho una bellissima intesa con la mia donna, anche se a volte la vorrei più maliziosa nel
vestire, forse proprio in ricordo della mia professoressa Lorena. Essendo prossima
alla pensione la mia segretaria Marta, alla quale sono molto legato quasi fosse una
seconda madre, inizio ad avere diversi colloqui con varie aspiranti, che dovranno
avere la massima padronanza della lingua albionica. Una mattina entra Marta e mi
annuncia l’ennesima aspirante :
– Marco fuori in attesa c’è la signora Lorena P. per il colloquio, la faccio entrare? –
Preso in quel momento dalla lettura di un contratto, quasi non bado al nome
dell’aspirante e dico di farla accomodare, mentre sto ancora leggendo sento la porta
aprirsi e un rumore di tacchi che si avvicina,
– Prego si sieda pure –
la invito con un gesto della mano mentre non stacco gli occhi dal contratto,
– Grazie –
quando sento la sua voce improvvisamente focalizzo il nome che mi ha detto Marta e
una scarica mi attraversa il cervello, alzo lentamente gli occhi e mi trovo davanti la
mia ex professoressa ! Quando i nostri occhi si incrociano leggo nel suo sguardo
l’espressione classica di una persona che ha già visto. A parte qualche ruga che
denota gli over 40, devo riconoscere che Lorena è sempre una bella donna attraente,
poi per mascherare l’età ha un pò appesantito il trucco, che però la rende
decisamente più provocante, la invito a togliersi il cappotto, mi ringrazia
sorridendomi e se lo toglie, indossa una maglietta di lana con collo alto aderente, ma
la generosità del seno rende anche questo semplice indumento molto conturbante.
Indossa pantaloni di velluto anche questi attillati, e con piacere scopro che
fisicamente è rimasta praticamente la stessa, evidentemente pratica molto sport e la
vedo tonica.
Le stringo la mano presentandomi, anche a sentire il mio nome e cognome assume
per un’attimo l’espressione che aveva quando mi ha visto, poi mi dà il suo curriculum
di ex professoressa di scuole superiori laureata in lingue, e apprendo che si è da poco
separata e vive sola in periferia. Dopo qualche minuto di conversazione decido di
metterla alla prova e le faccio tradurre alcune lettere di miei clienti inglesi che
conosco quasi a memoria, traduce tutto molto bene, poi le detto una lettera da
tradurre, e anche quì si dimostra impeccabile. Nel leggere e scrivere ha indossato un
paio di occhiali stretti e leggeri che la rendono ancora più eccitante. Alla fine del test
rimango in silenzio per qualche istante fissandola per crearle un pò di tensione, poi
le faccio il discorso,
– signora Lorena, sarò sincero con lei, sono 3 giorni che valuto altre aspiranti, e molte
di loro si sono rivelate altrettanto capaci come lei, e, se mi è permesso, più giovani, e
nella nostra ditta l’immagine ha la sua importanza… –
faccio un’attimo di pausa fissandola per vedere la sua reazione, e la vedo molto in
ansia, poi proseguo,
– tuttavia, riconosco anche l’esperienza come altro valore importante, per cui ho
deciso di darle una possibilità, la assumo intanto per 6 mesi, e se saprà essere
all’altezza dei vari compiti, valuterò la possibilità di assumerla in via definitiva, le sta
bene? –
la vedo rilassarsi e aprirsi in un sorriso di gratitudine, si alza e mi stringe la mano
ringraziandomi, mentre si sta infilando il cappotto per uscire, le dico :
– un’ultima cosa signora Lorena, vorrei che in ufficio si vestisse in modo decisamente
più femminile, fa sempre un’ottima impressione sui nostri clienti inglesi, e si sa che
anche questo dettaglio è importante per il buon esito dei contratti –
si gira guardandomi intensamente e mi dice che sarà all’altezza, ci tieno molto a
questo lavoro. La invito a fermarsi da Marta per l’assunzione provvisoria e le do
l’arrivederci a lunedì prossimo.
Il lunedì Lorena si presenta in ufficio sorridente consegnandomi alcuni documenti, ed
è stata d parola, indossa un tailleur grigio gessato molto elegante e aderente, un
discreto spacco sulla gonna dietro, tacchi a spillo generosi e le sue splendide gambe
avvolte nella seta delle calze, occhiali stretti ma sexy e truccata di tunto punto. E’
molto premurosa nei miei riguardi, si capisce che non vuole fallire, ma ciò nonostante
la tengo in pressione, ogni piccola svista o disattenzione gliela faccio notare, ma lei
sempre a scusarsi senza mai avere un moto di reazione, dov’è finita la professoressa
autoritaria che mi aveva deriso? Sebbene sia disponibile e servizievole, mantengo un
certo distacco da lei, e arriviamo a venerdì sera, le chiedo di trattenersi per dettarle
una lettera ad un cliente londinese, accetta e siamo soli in ditta, le chiedo se le và un
caffè e accetta, si allontana per dirigersi alla macchina del caffè ma la invito a
sedersi, ci penserò io. Quando rientro in ufficio Lorena si è seduta a sorpresa sulla
scrivania con le gambe accavallate, la gonna le si è alzata non so se volontariamente o
involontariamente e noto la balza delle autoreggenti, ha decisamente due gambe
ancora bellissime, mi guarda intensamente mentre le porgo il caffè, penso di piacerle
e capisco che sta cercando di ottenere il posto fisso e il piacere, ma rimango ancora
distante anche se il fratello tra le mie gambe inizia a dare segni di tensione,
casulamente ho anche un paio di pantaloni di pelle molto aderenti neri e li mi viene
l’idea.
Mi siedo alla scrivania e la invito a sedersi alla sedia di fronte, ubbidisce sedendosi e
a di nuovo accavalla le gambe generosamente, inizio a dettare, mentre scrive muove
le gambe sfregandole dolcemente, sta tirando fuori tutta la sua femminilità, finito di
dettare la lettera me la faccio dare e leggo la traduzione, trovo un verbo scritto in
modo errato, la fisso negl occhi serissimo, il suo sguardo diventa ansioso, butto
nervosamente la lettera sulla scrivania
– Lorena non ci siamo, c’è un verbo scritto in modo errato, questa settimana lei è
stata direi sufficiente, ma mi aspetto di più, altrimenti alla fine dei 6 mesi no so se la
assumerò fissa, come le ho detto ha una concorrenza serrata, giovane e entusiasta,
quindi…
mi interrompe,
– la prego Luca, mi dia un’altra possibilità, per me questo posto di lavoro è
fondamentale, farò qualunque cosa per lei, sarò a sua disposizione in qualsiasi
momento e vedrò di essere al massimo dell’efficienza… –
– non trova deprimente e frustrante sentirsi sottomessa, non le dà fastidio ?
il suo sguardo si fa stupito e rimane a bocca aperta
– pensi a quante volte mi ha fatto sentire lei i queste condizioni, non ricorda ?
rimane ancor più sorpresa ma non replica alcuna parola, allora mi siedo alla scrivania
in silenzio e faccio deliberatamente cadere la penna ai miei piedi e le ordino di
raccoglierla. Subito è indecisa, ma poi si inginocchia davanti alla scrivania e quando
sta per raccogliere la penna apro le gambe e può così notare la consistenza del mio
uccello che è in fase di erezione, la sento farsi scappare un verso di supore, quando si
rialza la affronto dandole del tu per la prima volta
– non ti ricorda niente a posizioni invertite questa situazione, cara la mia ex
professoressa di lingue ? –
si ritrae sbarrando gli occhi e le si legge in faccia che ora ricorda tutto, rimane in
silenzio abbassando gli occhi rassegnata, quasi piange…
– prima hai detto che faresti qualunque cosa per questa assunzione fissa, vero ?
– si lo farei –
risponde in modo supplicante e speranzoso, ormai posso fare con lei quello che
voglio,
– sapessi cara Lorena quante volte mi sono masturbato pensando a quanto eri
sfacciata nell’esibire le tue grazie, poi soffrivo pensando a quanto eri dura con me
che ti adoravo –
– mi dispiace, ho abusato ingiustamente di un mio studente, ero giovane e mi eccitava
provocare voi maschi , ho esagerato col mio potere, lo ammetto –
mi alzo e mi avvicino a lei seduta, la sua testa è giusto all’altezza della cerniera dei
miei pantaloni e ogni tanto i suoi occhi cadono brevemente sulla mia patta gonfia,
– bene Lorena, se vuoi il posto fisso dovrai fare qualunque cosa io ti chieda nei
prossimi mesi, se sarai…. efficiente otterrai quello a cui ambisci…
– mi guarda fisso negli occhi sempre con atteggiamento umile e speranzoso
– qualunque cosa in qualsiasi momento – mi risponde supplicante
– ok adesso mi sbottoni i pantaloni tiri fuori il mio cazzo e mi fai un pompino come si
deve ! –
mi aspetto una reazione rabbiosa e violenta alla mia richiesta, invece con stupore mi
sorride da porca guardandomi maliziosamente
– ok capo –
mi prende per i fianchi e mi fa avvicinare al suo viso, lentamente mi slaccia la cintura
dei pantaloni, le mani le tremano non so se per l’eccitazione o per il nervoso,
propendo per la prima ascoltando il suo respiro che si fa più affannoso e veloce. Le
sue mani ora abbassano la cerniera dei pantaloni, poi infila la mano nelle mutande e
lentamente estrae il cazzo che è ancora non è del tutto eretto
– ha un gran bel pezzo di carne Luca… _
– ti piacciono i cazzi grossi, vero ? _
– i cazzi grossi piacciono a tutte le donne signor Luca… _
mi sorride mentre inizia a masturbare lentamente il mio uccello, le prendo la mano e
la allontano dal cazzo, poi la prendo per la testa con la mano destra
– senza mani, voglio solo la tua bocca e decido io ! –
lo dico in modo autoritario, Lorena si limita ad annuire completamente dominata, la
invito ad annusarlo, ubbidisce muovendo il naso dalla punta fino alle palle chiudendo
gli occhi e ansimando sempre più eccitata, sta uscendo la troia che è in lei
– alzati la gonna, voglio voglio vedere le tue cosce, allarga le gambe e masturbati –
ubbidisce subito, mi eccito vedendo la balza e il reggicalze, inizia a scapparle qualche
verso di piacere
– scommetto che sei già bagnata come una porca, ora fuori la lingua e iniza
lentamente a leccarmi il cazzo ! –
estrae la lingua grossa e carnosa e inizia lentamente a leccarmi con amore la cappella
scendendo poi fino alle palle e risalendo ritmicamente ansimando sempre più eccitata
mentre si masturba con vigore crescente,
– ora apri la bocca ! –
ubbidisce spalancando la sua splendida bocca carnosa con quelle labbra carnose e
accentuate dal rossetto, la prendo per la nuca e lentamente spingo fino a farle
ingoiare metà del cazzo che ormai è quasi nel pieno dell’erezione, lo fa ansimando e
senza apparente difficoltà nonostante le grosse dimensioni della cappella, la tengo
ferma in quella posizione mentre sento la sua lingua massaggiarmi il fusto, poi lo
faccio uscire dalla bocca e glielo sfrego sulla faccia, la cosa le piace, ansima di
piacere, poi di nuovo dentro la sua bocca per metà sempre tenendola per la nuca, ad
un certo punto di sua iniziativa si fa scivolare tutto il mio cazzo nella gola come se
niente fosse nonstante le generose dimensioni, ora mugola sempre più eccitata, la
blocco con tutta la sua faccia sul cazzo sprofondato in quella bocca così avida, poi
inizio lentamente a scoparla in gola, prima lentamente poi più veloce, ad un certo
punto per lo sforzo un grosso quantitativo di saliva le cola dalla bocca e si deposita
sul mio ventre, la lascio respirare, lei non demorde e mentre riprende fiato continua a
leccare e baciare l’uccello, poi di nuovo inizia a spompinare con maestria, lenti e poi
veloci su e giù sul cazzo e poi giù tutto in gola guardandomi con occhi da troia, dopo
qualche minuto sto per venire, se ne accorge e adesso succhia ritmicamente
affondando però tutta la bocca sul cazzo, esplodo in un’orgasmo violento e
lunghissimo dentro la sua gola profonda, mentre la sento venire mugolando di piacere
grazie alla masturbazione che le ho imposto. Quando lo tiro fuori daquell’incredibile
bocca lo ripulisce con cura e servizievolmente lo rimette dentro ai pantaloni
chiudendo poi la cerniera. la faccio rialzare, la prendo per i fianchi, la avvicino a me e
la bacio con passione, le nostre lingue si intrecciano, poi la allontano un pò
– promossa, ci vediamo lunedì alle otto puntuale, non escludo che dovrà fermarsi
ancora per qualche altro straordinario Lorena, prima di uscire mi avvicno al suo
orecchio e le spiego cosa dovrà indossare sotto per soddisfare la mia malizia,
_ bene signor Luca, e stato un piacere lavorare con lei stasera, ci vediamo lunedì – mi
sorride soddisfatta ed esce ancheggiando da troia soddisfatta.
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Bhe...è difficile che si ricevi un commento, Questo sito non è tantissimo frequentato da gente attiva :)
Una serie di racconti sempre più eccitanti, alla fine Gianni ha raggiunto il suo scopo
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Un vero cuck, lei senza problemi gli racconta, d'altronde lui glielo aveva permesso al telefono