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Racconti Erotici Etero

La massaggiatrice

By 1 Luglio 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

Da qualche tempo soffrivo di un fastidioso mal di schiena che non riuscivo a far passare. Un amico mi consigliò una massaggiatrice osteopatica ‘fantastica’ ti fa passare il mal di schiena in uno o due trattamenti!’. L’idea di rivolgermi ad una massaggiatrice non mi entusiasmava; già immaginavo qualche cinesina che con la scusa del massaggio arrivava rapidamente a proporti un ‘happy end’ costoso e poco soddisfacente lasciandoti con la schiena dolente come prima. ‘Ma no, cosa vai a pensare? Questa &egrave una seria, diplomata. Ha uno studio, ma se vuoi viene anche a casa tua’.
Mi lasciai convincere e le telefonai. Al telefono una voce calda e sensuale, un po’ roca, mi fece qualche domanda sui miei sintomi e mi chiese se preferivo a casa o in studio. Ci accordammo per l’indomani verso sera, a casa mia al rientro dal lavoro.
Il giorno dopo, rientrato a casa, mi feci una doccia e mi distesi a letto ad aspettare. Arrivò puntuale e mi trovai davanti una donnina, piccola, magra, bionda di circa sessant’anni, forse più. Aveva occhi nocciola molto profondi e in qualche modo ammiccanti. Non era bella, il viso era normale, il corpo minuto, poco seno’ ma emanava calore e immediata empatia.
– Piacere, mi chiamo Lella.
– Piacere mio, Antonio.
Non perse tempo con preliminari:
-Io ho bisogno che lei si stenda, possiamo fare sul divano – disse indicando il divano davanti a lei – ma sarebbe meglio un letto’
– Va benissimo in camera – risposi e le indicai la porta della camera da letto.
La osservai da dietro: portava una gonna al ginocchio, calze color carne e – sotto il soprabito che aiutai a togliersi – una camicetta bianca che lasciava intravvedere l’elastico del reggiseno.
In camera mi fece stendere sul letto e mi chiese di spogliarmi:
– Dovrebbe restare solo con gli slip – mi spiegò – anche se il suo dolore &egrave alla schiena, io le farò un massaggio completo: schiena, gambe, addome’ Molto spesso l’origine del dolore alla schiena &egrave una contrattura diffusa’
Un po’ imbarazzato cominciai a spogliarmi mentre lei si infilava un camice bianco abbottonato sul davanti e si metteva della crema sulle mani. ‘Per fortuna non &egrave una strafiga’ pensai ‘così non corre il rischio di farmelo tirare” Il pensiero di lei che si accorgeva di una mia erezione infatti, mi imbarazzava parecchio.
Mi stesi sulla pancia e mi misi comodo.
Lei restò in piedi accanto sul lato destro del letto e cominciò a massaggiarmi le spalle e la schiena. Le sue mani erano calde e piacevoli, davvero rilassanti. Sapeva muoverle con maestria e l’effetto rilassante fu immediato. Chiusi gli occhi e mi disposi a godermi il massaggio.
Dopo qualche minuto lei smise. ‘Ma come’ pensai deluso ‘&egrave già finito?’.
– Avrei bisogno di stare anche sull’altro lato – mi disse – ma il letto &egrave troppo largo e se vado dall’altro lato, lei resta troppo lontano’ Le spiace se salgo sull’altro lato del letto? Mi tolgo le scarpe così non sporco”
– Ma certo, si figuri signora, mi spiace che debba stare scomoda’
– Non si preoccupi, mi inginocchio e sarò comodissima! Più comoda che in piedi.
Così dicendo girò intorno al letto, si tolse le scarpe e salì sul letto inginocchiandosi al mio fianco. Io, sempre sdraiato sulla pancia, avevo la testa girata verso di lei e mentre saliva mi sembrò di intravvedere che indossava le calze e non un collant’ ‘Ma cosa vai a pensare’ mi dissi ‘ avrai visto male. Rilassati e goditi il massaggio’ e chiudendo gli occhi mi abbandonai alle sue mani.
Continuò non so per quanto tempo’ fantastico!
– Ora mi metterò a cavalcioni su di lei – mi disse – Mi dica se se la disturba o se le faccio male.
E così dicendo si sedette subito sotto le mie chiappe, a gambe larghe su di me. Io non vedevo nulla perché ero bocconi, ma non potevo fare a meno di immaginarmela. ‘Sarà pure vecchia’ pensavo ‘ma il suo modo di toccarmi e adesso di mettersi a cavalcioni su di me non &egrave niente male” E il mio uccello cominciava a dare qualche segno di vita, ma per fortuna prevalse la sensazione di rilassatezza e quasi mi appisolai. Percepivo in lontananza che lei nel frattempo si stava spostando sempre più verso i piedi. Le sue mani erano ora all’altezza dei miei fianchi e cominciavano ad andare sulle chiappe che però ignorò per passare alle cosce e poi giù per i polpacci ed infine i piedi.
– Dovrebbe girarsi sulla schiena ora…
Lentamente mi girai sulla schiena e lei cominciò il massaggio a partire dai piedi risalendo lungo le gambe, sempre restando a cavalcioni, ma senza sedersi su di me. A gambe larghe il gamice e la gonna si erano inevitabilmente alzati ben oltre il ginocchio ed ebbi la conferma che indossava un reggicalze bianco. ‘Cazzo, questa me lo fa tirare!’
E infatti, lentamente, ma inesorabilmente il mio uccello si ridestò e più che l’effetto rilassante cominciai a percepire un certo irrigidimento. Il cazzo cominciava ad indurirsi sotto lo slip e il rigonfiamento appariva sempre più evidente’
– Mi scusi, signore, ma qui sta capitando qualcosa’ – sussurrò lei con voce roca – mi scusi, ma dovrei intervenire anche qui’ lei si deve rilassare completamente’
E cominciò un lentissimo leggerissimo massaggio al cazzo senza togliere lo slip: con la punta delle dita mi seguiva l’asta, la solleticava dolcemente con le unghie, titillava le palle’ il tutto guardandomi negli occhi con una espressione sognante.
Io ero come inebetito. Non spiccicai una parola e mi godetti le sue mani sul cazzo.
Dopo qualche minuto di questo trattamento mi disse:
– Ora devo intervenire più a fondo, signore, le dovrei sfilare gli slip’
Alzò l’elastico degli slip e li tirò verso il basso. Il mio cazzo svettò con la cappella inumidita dai tocchi che aveva ricevuto.
– Ma che bell’attrezzo, signore’ mi permette di osservarlo da vicino?
La sua voce era un sussurro sensuale. Il fatto che continuasse a darmi del lei mi eccitava ancora di più e mentre lei si mangiava il mio cazzo con gli occhi e si passava lentamente la lingua sulle labbra mi sembrava di essere in paradiso.
Finalmente si imboccò il cazzo e cominciò un pompino coi fiocchi.
– Mi scusi, ma non vorrei sentirmi a disagio: io tutta vestita e lei tutto nudo’
E si tolse il camice, la camicetta, la gonna ed il reggiseno, restando solo con le calze ed il reggicalze. Le tette erano piccole ma sode, con areole scure e larghe e i capezzoli ritti. La figa pelosa, bionda, ben curata.
Piano piano, in ginocchio davanti a me continuò il meraviglioso pompino e intanto cominciò a sgrillettarsi la figa’

(continua)

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