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La mia avventura con Lucia e con la sua sorpresa

By 14 Giugno 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Era una giornata di giugno e io ero appena stato bocciato ad un esame che stavo preparando da molti mesi. Ero triste e molto incazzato, sia con me stesso che con il professore che mi aveva umiliato davanti a tutti. Il suo commento era stato: -Ma dove vuoi andare con questa preparazione?-; io non sapevo cosa rispondergli perch&egrave quel commento era arrivato a freddo dopo che avevo risposto a praticamente tutto, ma lo stronzo &egrave noto in tutta la facoltà per essere uno che pretende più di quello che c’&egrave scritto sui libri. Così risposi: -Sono mesi che studio questo esame, tutti i giorni, tutto il giorno!-. Lui esibì un sorriso beffardo come se non stesse aspettando altro e sbottò: -quello che conta non &egrave la quantità ma la qualità e se tu stai studiando da così tanto e mi sai dire solamente queste cazzate vuol dire che sei stupido e che non ci fai nulla in questa facoltà! Per cui alza il culo dalla sedia e vattene via.-
Così mi alzai da quella dannata sedia e uscii fuori dall’aula a testa basta, senza guardare nessuno e cercando di non far vedere gli occhi lucidi dalla rabbia e dalla disperazione, perch&egrave quella bocciatura poteva impedirmi di non prendere la borsa di studio l’anno successivo, e di conseguenza non mi sarei potuto permettere la casa in cui abitavo.
Io infatti sono uno studente al quarto anno medicina sono fuori sede in una grande città che preferisco non rivelare.

Comunque tornando al racconto, dopo essere stato bocciato tornai a casa, e mi fiondai in doccia per cercare di lavar via la mia rabbia e la mia delusione. Ero stato mesi chiuso in casa da solo per imparare tutte quelle nozioni, per cui ero mesi senza scopare, mesi senza toccare una ragazza. L’unica cosa che ebbi toccato in quei mesi era il mio cazzo.
Per cui mi sentivo come se avessi buttato via tutti quei mesi, di aver sprecato il mio tempo inutilmente. Per cui decisi di non stare a casa quella sera ma di uscire.
Alcuni miei colleghi che avevano passato l’esame mi chiesero di uscire con loro per festeggiare, ma io non avevo un cazzo da festeggiare. Nonostante quello ci pensai su perché sapevo bene che ci sarebbe stata anche Silvia, una mia collega davvero molto bella, era bassottina, magra, con un culo di marmo e delle tette incredibili. Quando la vedevi in costume era impossibile non fissarla a bocca aperta e lei sapeva benissimo quali erano le sue doti, infatti indossava sempre magliette molto scollate apposta per farci impazzire. Nonostante quello decisi di non andare, non volevo stare con quegli stronzi felici.

Per cui presi una macchina e iniziai a girare da solo. Girare in macchina mi ha sempre rilassato. Non era una grande macchina ( fiat panda del 2002, presa usata con i miei risparmi a 19 anni) ma faceva il suo dovere.
Per poter andare un po’ più veloce andai verso la periferia della città. Erano le 22:30 di mercoledì per cui non c’era molta gente in giro, però era l’ora in cui iniziavano ad uscire le puttane.
Io non ero mai andato a puttane, non ne ho mai avuto bisogno perché comunque sono un ragazzo che molte ragazze considerano bello, con un fisico asciutto ma muscoloso, per cui spesso riuscivo a farmi le mie scopate. Però in quel momento ero mesi che non scopavo e avevo addosso una voglia assurda e vedere quelle donne praticamente nude che mi facevano gesto di fermarmi mi fece venire il cazzo duro per cui accelerai per evitare di fermarmi.
Dopo 30 minuti di guida mi era venuta sete, per cui cercai un pub vicino su google maps e mi ci avviai.
Arrivato nella via del pub parcheggiai, scesi dalla macchina e mi avviai verso il pub.
Era quasi mezzanotte e quando entrai all’interno del locale scoprii che c’era meno gente di quanto mi aspettassi, ‘meglio così’ pensai, non avevo voglia di sentire gente ubriaca urlare cazzate. Mi sedetti in un tavolo di fronte al bancone, al centro del locale, il classico tavolo con gli sgabelli giganti.

Nel mentre che attendevo il cameriere, presi il telefono in mano sperando che qualcuno mi avesse cercato ma l’unica notifica che c’era era quella di un cazzo di invito a giocare ad un gioco di facebook. Rimisi il telefono in tasca e mi guardai in torno. C’erano 20 tavoli nel locale ma solo 5 erano occupati. In uno c’ero io, nel tavolo in fondo c’erano 4 uomini sulla 40ina ben vestiti, ‘saranno in città per qualche convegno’ dissi tra me e me. Dietro di me c’erano due coppie in due tavoli, e nel tavolo sulla mia destra c’erano due signore sulla 50 probabilmente due colleghe di lavoro senza mariti visto che nessuna delle due aveva la fede al dito.
Notai poi che nel tavolo accanto al mio c’era un bicchiere di vino bianco mezzo pieno ma che non c’era seduto nessuno, e mentre cercavo con lo sguardo se ci fosse il proprietario arrivò il cameriere per l’ordinazione. Ordinai una 0,50 weiss. Il cameriere annotò l’ordinazione in un foglietto e andò a preparare la birra e mentre guardavo il ragazzo intento a riempire il bicchiere, con la coda dell’occhio vidi che qualcuno era uscito dal bagno e si stava muovendo verso di me, girai la testa e vidi una strafiga bionda: la proprietaria del vino. Era una ragazza sui 25-26 anni, bionda con gli occhi azzurri, naso delicato e una bocca per cui avrei donato un rene per poterci mettere il mio cazzo. Sarà stata alta circa 1,75 quindi poco più alta di me, ma con i tacchi arrivava a 1,85 almeno. Aveva un vestito nero, che scendeva poco al di sopra del ginocchio, e che valorizzava un fisico perfetto già di suo. Probabilmente la stavo guardando con la bava alla bocca perché lei mi guardò e fece un sorriso malizioso.
Una volta arrivata al tavolo si sedette dandomi le spalle e mentre le fissavo il culo pensando a quanto fosse stretto quel buco arrivo il cameriere con la mia birra. Ringraziai, pagai e bevvi un grande sorso.

Mentre ero a metà birra accadde l’inaspettato, la figona si girò, mi guardò e disse: -Senti, io odio stare seduta da sola, mi fa sentire triste, mi posso sedere al tuo tavolo?-, io rimasi scioccato per la mia fortuna, ‘dopo tutta la merda che mi &egrave piovuta addosso, finalmente qualcosa sta andando per il verso giusto’ pensai, e risposi con un sorriso: -Certamente-.
Lei si alzo lentamente e si sedette affianco a me, -Io sono Lucia, piacere- disse, -Il piacere &egrave tutto mio-, replicai, -io sono Roberto-.
Lei sorrise e iniziammo a parlare del più e del meno, nel frattempo finii la birra e ordinai un mojito mentre lei continuò con il vino bianco. In quei minuti scoprii che lei lavorava in un negozio di consmetici, che era single da 6 mesi (fu una delle prime cose che le chiesi, perché ovviamente il mio obiettivo era di mettere la mia faccia in mezzo alle sue gambe) e che viveva da sola in quel quartiere e che si sentiva sola e per quel motivo era venuta in quel pub. Mi confidò inoltre che non aveva molti amici perché anche lei come me non era del posto e che si era trasferita li per lavorare. C’era un buon feeling tra di noi, ma mentre chiacchieravamo la birra fece il suo effetto per cui mi scusai e andai in bagno a scaricare la vescica.
Ci misi un po’ perché mentre parlavo con Lucia non potevo non pensare a come sarebbe stato farsi fare un pompino da quelle calde labbra, di come sarebbe stato toccare la sua lingua con la mia e di come fosse dolce la sua figa, per cui il mio cazzo era bello duro e feci fatica a far rilasciare lo sfintere interno.
Dopo che svuotai la vescica mi lavai le mani e uscii dal bagno e la prima cosa che notai &egrave che il mio tavolo era vuoto! Mi avvicinai a passo svelto guardandomi intorno per cercare dove fosse la ragazza, ‘Brutta troia, se n’&egrave andata via senza neanche salutarmi’ pensai, ma poi vidi sul tavolo un foglio di carta con scritto sopra: ‘Via Sardegna n’34, terzo piano’.
Mi stava per venire da piangere dalla felicità, chiesi subito al barista se sapeva dove fosse quella via e mi diede le indicazioni.
Era solamente a due isolati per cui andai a piedi a passo lento per evitare di raggiungerla in strada.
Arrivai al palazzo e trovai il portone aperto. Entrai lentamente e piano piano iniziai a salire le scale. Giunto al terzo piano c’era una porta aperta, e dentro era tutto buio.
Feci un lungo respiro ed entrai senza sapere a cosa stavo andando incontro. L’appartamento era buio, totalmente buio. Rimasi fermo subito dopo l’ingresso aspettando che i miei occhi si abituassero all’oscurità.
Già dopo pochi secondi iniziai ad intravedere qualcosa, un mobile sulla mia destra, una porta chiusa sulla mia sinistra. Proseguii dritto vedendo una luce fioca più avanti.
La casa doveva essere molto grande, ‘chissà come Lucia si possa permettere una casa così grande con uno stipendio da commessa’, pensai dubbioso mentre continuavo ad avanzare con passo incerto e con le mani protese in avanti per evitare di sbattere contro qualcosa. Dopo una decina di passi il corridoio terminò. A destra c’era l’oscurità più totale mentre a sinistra c’era una luce debole che proveniva da una porta socchiusa. Mi avvicinai.

Una volta arrivato fuori dalla porta bussai piano ed esclamai: -Lucia sei qui dentro? Posso entrare?-
-Entrai pure-, disse lei in maniera dolce.
Aprii la porta ed entrai.

Subito un profumo di fragole e vaniglia colpì il mio naso. Capii che proveniva da delle candele accese, poggiate su una scrivania affianco al letto. Sul letto invece c’era la mia dea, Lucia. Era ancora vestita come nel bar, ma aveva tolto i tacchi e stava sdraiata sulla pancia con le gambe piegate verso l’alto. Era super sexy.
-Speravo davvero tanto che venissi- disse lei.
-Come avrei potuto non farlo?- replicai avvicinandomi piano verso il letto per poi fermarmi a mezzo metro da lei.
-Che fai lì impalato?- mi chiese, -Vieni qui!-. Lucia mi prese la mano e mi tirò delicatamente verso di se. Io accompagnai il movimento della sua mano con il mio corpo sino a trovarmi a pochi centimetri dalle sue labbra. Da quella distanza potevo notare ogni dettaglio del suo viso, la pelle liscia, con sopra un leggero strato di terra, due piccole cicatrici sulla guancia sinistra dovute all’adolescenza, le sopracciglia perfette e due labbra carnose al punto giusto che aspettavano solo un mio bacio.

La baciai con passione. Il primo bacio fu senza lingua, ma dal secondo bacio entrò delicatamente nella sua bocca. Aveva un sapore fresco e delicato e il mio cazzo stava fremendo dentro i miei pantaloni.
Continuai a baciarla, mentre con una mano le accarezzavo la gamba e con l’altra i capelli.
Spostai la mano sinistra dalla gamba, lentamente, prima sull’anca, poi sul fianco sino ad arrivare alla spalla, dove delicatamente feci scorrere la spallina del vestito lungo il braccio senza che lei opponesse resistenza.
Così in men che non si dica restò in reggiseno. -Che dici, lo togliamo?- disse con voce sexy e provocante. -Se proprio insisti- replicai scherzosamente. Così, mentre la baciavo sul collo, portai le mani dietro la sua schiena e notai con somma felicità che era un reggiseno semplice con due ganci visto che ho sempre avuto problemi con i reggiseni. Glielo slacciai al primo tentavo e due tette belle sode comparvero davanti ai miei occhi.
Avendo da poco sostenuto l’esame di chirurgia plastica notai le piccole cicatrici areolari tipica delle protesi mammarie, per cui capii subito che erano rifatte, ma sinceramente me ne fregava davvero poco. Mi attaccai al suo capezzolo come se fossi un bambino affamato di latte. Inizia a leccarlo con la punta della lingua mentre lei iniziava ad ansimare leggermente mentre il suo capezzolino si induriva sotto le carezze della mia lingua. Passai all’altro seno per non farlo diventare geloso del suo fratellino e leccai con passione anche lui.
Mentre stavo per scendere verso la pancia, dato che il mio obiettivo era di scoparmi la sua bella figa, lei mi spinse con energia e disse: ora tocca a me, vediamo se vali la pena.

Mi sbottonò la camicia e mi tolse la cintura e vide attraverso i jeans che il mio cazzo era già pronto da essere utilizzato. -Wow, qualcuno qui &egrave già bello che sveglio- e mentre diceva queste parole mi baciava la cappella attraverso gli indumenti.
Sbottonò i pantaloni e li abbassò tirando fuori i 19 centimetri del mio cazzo, durissimo, pronto ad espellere tutto lo sperma che non avevo versato negli ultimi mesi di studi.
Lei come vide il mio cazzo sorrise e iniziò a leccarmi la cappella con la punta della lingua. Faceva dei piccoli cerchi con la lingua sul mio glande, passando sul prepuzio e ogni tanto scendeva giù con la testa.
Mi stava facendo impazzire.
Così le misi una mano sulla testa per dettare io il ritmo ma le prontamente mi diede uno schiaffo forte sulla mano.
-Ahi!- esclami di istinto.
-Qui comando io, non ti azzardare a dirmi come succhiarti il cazzo- rispose con voce decisa. -Non ci riprovare!- e riprese a leccarmi piano il cazzo, per poi iniziare a succhiare come Dio comanda.

Riusciva a prendere quasi tutto il mio cazzo in bocca e faceva dei giochi con la lingua che nessuno mai mi aveva fatto. Mi stava facendo godere come non avevo mai goduto prima, sarà stato il lungo periodo di astinenza ma stavo già per venire dopo pochi minuti di lavoretto e senza neanche accorgermene, spinto dal piacere più grande che avessi mai provato, feci un errore di cui mi sarei pentito: le misi di nuovo la mano sul capo.
Se si blocco all’istante: -Io ti avevo avvisato, ora verrai punito- disse Lucia. Io sorrisi perplesso non capendo che cosa intendesse.
-Visto che non sai tenere le mani apposto, queste mani ore te le lego al letto così non potrai più sbagliare-. Non ero mai stato legato al letto, ma l’idea mi aveva sempre stuzzicato, perché a letto a volta mi piace comandare, ma altre volte mi piace essere utilizzato, mi piace quando sto sdraiato a pancia in su e la mia partner mi cavalca sino a raggiungere l’orgasmo. Per cui non provai neanche a replicare, anzi le porsi le mani.
-Che cagnolino obbediente che sei- disse lei con ironia. E tirando fuori da sotto il materasso due corde che avevano un capo già legato alla rete del letto, mi legò le mani.
-Dov’eravamo rimasti?- mi chiese con un sorrisetto malizioso.
-Penso che tu lo sappia- ribattei.
Lei sorrise e riniziò a spompinarmi per bene, passando dal mio cazzo alle mie palle per ritornare al mio cazzo.
Era un pompino stupendo, come piacciono a me, con il mio cazzo bagnatissimo dalla sua saliva e la sua mano che mi sega violentemente mentre mi succhia le palle. Stavo per venire così la avvisai e lei si fermò immediatamente.
-Che fai? Continua!- eclamai.
-Mmm, supplicami e vedrò se continuare o meno- rispose.
-Dai Lucia, per favore, permettimi di sborrare nella tua bocca- dissi sporgendomi in avanti con la testa, mentre le mani erano ancorate al letto. -Sono da tanto che non sborro in bocca a qualcuno, ne ho davvero bisogno, ti supplico- aggiunsi facendo gli occhi dolci.
-Va bene dai, per questa volta continuo.-
Riprese così a segarmi aumentando anche la velocità rispetto a prima mentre con la bocca faceva un effetto sottovuoto attorno alla mia cappella.
-Ci sono quasi!- urlai, e dopo pochi secondi venni copiosamente con dei lunghi schizzi nella sua bocca, mentre inarcavo il bacino verso la sua faccia, spingendo il mio cazzo dentro la sua gola. Come l’orgasmo finì ricaddi sul letto con il culo, sospirai e chiusi gli occhi.
-E’ stato favoloso Luci- dissi- il miglior pompino della mia vita-.
Mentre ansimavo a bocca aperta, lei si staccò e sali verso la mia faccia per baciarmi. Non mi ha mai fatto schifo baciare una ragazza dopo che lei avesse preso e ingoiato il mio sborro, però stavolta la stronza non aveva ingoiato e mi sputò mezzo litro del mio stesso sperma nella mia bocca. Non me lo aspettavo minimamente e feci per girarmi di lato per sputare ma lei prontamente, come se si aspettava questa mia mossa, mi misi le mani sulla bocca per impedirmi di sputare.
-Brutta troia, cazzo fai- cercai di dire, ma la mia bocca era piena della mia sborra, per cui emanai solamente dei suoni gutturali che la fecero ridere di gusto.
-Credevi che avrei ingoiato il tuo sperma schifoso? Sei pazzo?- esclamò. -Ora da bravo cagnolino che sei, fai a vedere alla tua padrona come ingoi per bene, e dopo forse ti farò un bel regalo- continuò.
Io cercai di dimenarmi ma lei era a cavalcioni su di me e mi tappava la bocca mentre io avevo le mani legate. Stacco una mano dalla mia bocca e la porto sulle mie palle.
-O ingoi o te li strizzo sino a farle esplodere- disse minacciosamente.
Ero impaurito e non sapevo cosa fare. Lei vide la mia titubanza e afferrò con forza i miei coglioni facendomi male, così per farla smettere ingoiai il mio stesso liquido.
Lei sorrise e si alzò da sopra il mio corpo.
-Bravo il mio cucciolo bevitore di sperma- disse ridendo, e dandomi le spalle aggiunse.
-Hai fatto il bravo, ora ti meriti la tua ricompensa. Hai mai fatto sesso anale?- -Hai mai fatto sesso anale?- mi chiese Lucia mentre mi dava le spalle.
La domanda mi colse impreparato e dopo qualche secondo esclamai: -Una volta ho provato a farlo ma abbiamo dovuto smettere perché le faceva male-.
Lucia appena sentì questa frase iniziò a ridere a crepapelle.
-E’ così divertente come cosa?- le chiesi un po’ indispettito dalla sua risata.
-Si moltissimo- disse lei continuando a ridere. Nel mentre rideva si tolse il vestito e le mutande, e mentre si girava disse: -Fa ridere perché non hai capito che qui quello che lo sta per prendere in culo sei tu-. E mentre si girava mi mostrò cosa aveva in realtà in mezzo alle gambe: un cazzo di circa 14-15 centimetri in mezza erezione.
Rimasi scioccato.
Non sapevo cosa dire ma in un momento tutto diventò così ovvio. Come avevo fatto a essere così deficiente? Come avevo fatto a non accorgermene? Avevo tutti gli indizi per arrivarci facilmente:
1. Era decisamente troppo bella per provarci con me, e già da qui avrei dovuto capire che c’era qualcosa che non andava.
2. La casa troppo grande e troppo sfarzosa per una commessa. Sicuramente lo/la stronzo/a si prostituiva per guadagnare più soldi. Di sicuro un trans così bello aveva una parcella alta.
3. Le tette finte mi dovevano far sospettare qualcosa.
4. Ora che ci facevo caso aveva qualche tratto maschile.
Mi sentivo davvero stupido. La mia astinenza non mi aveva permesso di capire una cosa così ovvia.

-Cosa cazzo hai intenzione di fare?- dissi a voce alta mentre deglutivo.
-Mi pare ovvio- disse lei -Mi scopo prima la tua bocca e poi il tuo culo. Solo tu devi raggiungere l’orgasmo?-.
-Slegami subito figlio di puttana!-
-Ma non ci penso neanche- disse ridendo -Tu ora sei mio e non te ne andrai di qui fino a quando non lo voglio io-.
Nel mentre si avvicinò al letto con il suo cazzo mezzo in erezione e disse con un sorriso: – Su forza, ora mi fai un bel pompino-.
-Se ti avvicini con quel coso te lo stacco a morsi- dissi con tono sprezzante.
-Aspettavo che dicessi questo- replicò. Così aprì il comodino e tirò fuori un aggeggio che poi scoprì essere un ‘ring-gag’, un bavaglio per obbligare l’altro a tenere la bocca aperta.
-Visto che ti comporti male, sono costretta ad usare le maniere forti- disse Lucia che sembrava quasi felice ma sicuramente eccitata per il che io mi comportassi così. Si avvicinò al letto e con i piedi liberi scalciai verso di lei per non farla avvicinare a me, però lei con agilità schivo il mio calcio e salì sul letto mettendosì a cavalcioni sui mio stomaco. Sentivo le sue palle e la punta del suo cazzo sul mio ventre.
Visto che avevo le mani bloccate e visto che con le gambe non potevo colpirla, le sputai in faccia. Lei reagì dandomi un cazzotto in faccia fortissimo stordendomi per qualche secondo. Approfittò di quel momento per mettermi rapidamente e con professionalità il ring-gag.

Mi trovavo così, legato ad un letto, con la bocca spalancata e un trans su di me pronto a scoparmi la bocca e il culo.
-Ora sei pronto- disse lei avvicinando piano piano il suo cazzo alla mia bocca. Cercai di girare la testa e coprire la bocca con la spalla, ma lei mi blocco la testa con le due mani e mi mise il cazzo mezzo moscio in bocca.
Devo ammettere che non aveva un brutto sapore, anzi era molto buono. Per fortuna Lucia aveva un igiene impeccabile. Piano piano senti il suo cazzo crescere nella mia bocca sino a quando raggiunse l’erezione massima.
Così iniziò a muoversi scopando la mia bocca spalancata e sbavante, poiché non riuscivo a inghiottire la saliva che di conseguenza colava sul mio petto.

Lei aumentò il ritmo, mettendomi solamente metà cazzo in bocca sino a quando non diede un colpo profondo, mettendomi il cazzo nella faringe e restò così per qualche secondo e poi uscì e di riflesso tossii.
-Preferisco i pompini fatti con passione, ma anche così non &egrave male- disse lei mentre mi rimetteva il cazzo in gola. Stavolta però tolse una mano dalla mia testa e mi tappò il naso, impedendomi così di respirare.
Con il naso tappato dalle sue dita, e il cazzo dentro la gola, ero impossibilitato a respirare. Cercavo di prendere aria con la bocca ma il risultato era solamente di farla godere perché attorno al suo cazzo si creava un vortice di risucchio che la faceva impazzire.
-Bravooooooo- disse urlando, -Continua a succhiare-. Mi sembrava passata un eternità quando si stacco permettendomi di respirare.
Il suo cazzo e il mio petto era stracolmo di bava. Feci dei profondi respiri cercando di catturare più ossigeno possibile mentre lei rideva.
-Sei pronto per il secondo round? Non feci tempo a dire di no che mi aveva rimesso il cazzo il bocca scopandomi con forza.
Tolse il cazzo dalla mia bocca e iniziò a prendermi a schiaffi con la sua minchia mentre io mi divincolavo. Alternava i momenti in cui mi prendeva a schiaffi a momenti in cui si masturbava.
-Mi sono stancata di questa posizione- disse alzandosi improvvisamente. Si mise in piedi sopra il letto e si girò dandomi le spalle e abbassò il corpo mettendomi il suo bel culo in faccia. Iniziò a strusciare il suo buco di culo sulle mie labbra e sulla mia bocca piena di bava mentre si trastullava il cazzo.
Poi me lo rimise in gola e da quella posizione riusciva ad andare ancora più in profondità. Così facendo perno con le mani sulle mie anche mi scopò la faccia mentre le sue palle sbattevano contro il mio naso.
-Sto per venire- disse Lucia, -Cazzo si, sto per venire-. Dopo pochi secondi diede un colpo forte e sentì il suo sborro colpire la mia gola. Non potevo far altro che ingoiare il tutto aspettando che l’umiliazione finisse. ‘Ora che &egrave venuta, forse il mio culo sarà salvo’ pensai ingenuamente.
Lei si staccò e si alzò dal letto e mentre si avviava verso la porta disse:
-Ora vado a farmi una doccia, mi serve un’oretta per riprendere le forze e darti quello che ti spetta.
Tu mi raccomando, fai da bravo e non andare da nessuna parte-.
Ero legato ad un letto, al buio, con la bocca tenuta aperta da uno strumento di tortura. Nella mia bocca sentivo ancora traccia del suo sperma che non riuscivo ad ingoiare.
Mi sentivo totalmente umiliato e impotente, ma allo stesso tempo stranamente eccitato. Dopo tutto non era stato così male, anzi il suo sperma aveva un sapore migliore del mio, probabilmente perché Lucia seguiva un’alimentazione attente a accurata, magari mangiava molto ananas che le addolciva lo sperma.
Non potendo far nulla iniziai a pensare come sarebbe stato essere scopato da lei, se mi avrebbe fatto male, se mi sarebbe piaciuto.
Non avevo mai provato a fare del sesso anale. Solamente una volta una ragazza con cui ero stato mi aveva messo un dito in culo mentre mi faceva un pompino. Mi ricordo che non era stato doloroso, anzi, il suo ditino che mi spremeva la prostata mi aveva fatto venire subito inondandole la bocca con fiumi di sperma.
Certo, un dito non era un cazzo, però magari sarebbe stato piacevole anche quello.
Rimuginandoci sopra arrivai alla conclusione che visto che non potevo evitare di prenderlo in culo, tanto vale che me lo fossi goduto.

Dopo circa un ora, Lucia ritornò nella stanza. Aveva addosso solamente un asciugamano giallo avvolto attorno al suo corpo. Aveva i capelli biondi bagnati che le cadevano sulle spalle. Era bellissima.
-Ho mangiato e mi sono fatta una bella doccia ristoratrice. Ora sono pronta per il secondo round- disse avvicinandosi.
Si avvicinò al letto e si sedette al mio fianco. -Tu cosa hai deciso di fare? Ti vuoi comportare ancora da bambino cattivo o hai deciso di lasciarti andare?- disse.
Non potendo parlare avendo ancora la bocca spalancata annui lentamente.
-Aaah caro Roberto, così mi piaci-. Mi mise le mani dietro la testa e mi slegò il ring-gag.
Avevo i muscoli indolenziti in quanto avevo tenuto la bocca aperta in quella posizione per più di un’ora e mezza e come feci per chiudere la bocca, la mandibola scrocchio sonoramente.
-Grazie per avermelo tolto- le dissi. -Senti ho la bocca asciuttissima e impastata per via del tuo sperma, mi potresti dare un bicchiere d’acqua?-
Con un sorrisino sulle labbra Lucia disse: -Mi dispiace, ma le regole della casa non prevedono la possibilità di offrire bevande agli ospiti-.
-Dai su non fare la stronza!- replicai alterato -Mi hai legato al tuo cazzo di letto, mi hai stuprato la bocca, mi hai sborrato in bocca, mi vuoi sfondare il culo e non mi vuoi neanche dare un cazzo di bicchiere di acqua?-
In tutta risposta ricevetti un altro pugno in faccia e mi tirò la testa verso l’alto afferrandomi per i capelli. -Non provare a rispondermi mai più così o non sarò così gentile- mi disse. -Hai tanta sete? Io mi sto pisciando, se vuoi ti posso dare il mio liquido caldo dorato.-
-Piuttosto muoio di sete, brutta tr..- Sbam, non feci in tempo a finire la frase che mi diede un altro pugno di faccia.
-Mi hai stufato, sono stata buona e gentile con te e l’unica cosa che ho ricevuto sono insulti. Ora visto che hai tanta sete e mi hai rotto il cazzo, ti bevi il mio piscio oppure ti inculo senza lubrificante e dovrai passare la prossima settimana a pancia in giù nel letto dal dolore-.

Iniziai a dimenarmi, urlando di liberarmi e chiamando aiuto, ma l’unica cosa che ottenni furono le sue risate. -Testa di cazzo, nessuno può sentirti, la casa &egrave insonorizzata cosa credi?-.
Riprese il ring-gag in mano e mi disse:-Lo bevi di tua iniziativa o devo rimetterti questo?-.
Non sapendo cosa fare, ormai rassegnato annui.
-Non ho capito, cosa hai detto?- mi chiese.
-Berrò la tua urina- mormorai.
-Cosa? Non ho sentito, dillo a voce più alta e chiedimi per favore?-.
-Posso bere la tua urina per favore?-.
-Ooooh, ora ci siamo-.
Si sfilò l’asciugamano e salì in piedi sul letto.
-Apri bene la bocca-.
Ero impaurito, non volevo assolutamente che mi pisciasse in bocca, mi farebbe schifo quella uscita da una bella fighetta, figurati quella uscita da un cazzo. Per cui esitai ad aprire la bocca.
Lucia allora mise un piede sui miei gioielli e fece forse verso il basso facendomi urlare.
-Ecco ora che hai aperto la bocca tienila aperta sennò ti faccio esplodere una palla- disse ridendo.
Tenni la bocca spalancata.
-Bravo ragazzo, tieni pronto che arriva e guai a te se te ne fai sfuggire una sola goccia, non voglio sporcare il letto-.
Vidi che teneva il cazzo moscio nella sua mano destra e indirizzava la cappella verso la mia bocca. Decisi di non guardare per evitare di spostare la faccia facendole colpire il letto. Avevo troppa paura delle conseguenze.
Sentii il fiotto di liquido entrare nella mia bocca, era caldo e acidognolo. Il getto era debole, significava che per fortuna aveva la vescica mezza vuota, infatti durò poco, erano giusto due sorsi. Buttai tutto giù.
-Bravo vedo che ti &egrave piaciuta la mia bevanda- disse sghignazzando mentre scendeva dal letto.

-Ritorniamo ora alle cose serie- disse dopo pochi secondi. -Ora, tu non ti sei comportato proprio bene bene, per cui non ti sei meritato un vero lubrificante anale. Però ti posso concedere la saliva.
Per cui ora tocca a te decidere, cosa vuoi: saliva o niente saliva?-.
-Saliva!- replicai istantaneamente.
-Allora apri la bocca e preparati a succhiare- disse Lucia avvicinando il cazzo moscio alla mia faccia.
Ero titubante, ma tra farle un pompino e prenderlo in culo a secco, optai per la prima opzione.
Avvicinai la bocca al suo cazzo e lo accolsi tutto all’interno. Iniziai a lavorarci su aspirando con la bocca per farglielo diventare duro. Sapeva di bagnoschiuma misto ad urina.
Dopo pochi secondi lo sentii crescere dentro la mia bocca sino a raggiungere in un attimo la massima erezione.
Essendo io legato non potevo muovermi più di tanto, per cui era lei a decidere quanti centimetri potevo far entrare nella mia bocca. All’inizio mi permetteva di succhiarle solo il glande poi si avvicinò centimetro dopo centimetro sin quando non mi trovai tutto il cazzo dentro la gola.
Dopo 5 minuti di pompino si stacco.
-Hai fatto un bel lavoro, ora arriva la parte divertente-. Disse lei. -Tranquillo, sono pulita, faccio esami regolari ogni 6 mesi, e anche tu mi sembri pulito, per cui niente preservativo-.
Non sapevo come commentare per cui annui semplicemente.

Lucia si mise in ginocchio tra le mie gambe. Mi avvicinò la mano alla faccia e disse: -Leccami il dito medio-. Io feci come mi ordinò e cosparsi quel ditino di saliva.
Tolse il dito dalla bocca e lo appoggiò sul mio sfintere. Fece dei cerchi sul mio sfintere con il dito provocandomi forti brividi sulla schiena così che il mio buco si allargò leggermente così da poterci infilare il dito senza particolari sforzi. Feci un sussulto.
Una volta messo dentro il dito aspettò qualche secondo per far abituare il mio ano alla presenza di un intruso, dopo di che mosse il dito verso l’alto solleticandomi la prostata. Mi piaceva!
Ruotò il dito di 180′ e spinse verso il basso per allargare di più il mio buco.
-E’ bello stretto come piace a me; si vede che sei un verginello!- disse sorridendo. -Non voglio allargartelo di più sennò non c’&egrave gusto nello sfondartelo. Però mi sento buona per cui..- non finì la frase ma mentre tolse il dito dal mio culo, sputò sul mio ano.

Avvicinò il suo cazzo tenendolo saldamente in mano. Sentii la cappella appoggiarsi sul mio orifizio. Cercai di rilassarmi il più possibile. Sapevo che in ogni caso lei sarebbe entrata.
Iniziò a spingere e piano piano la cappella entrò nel mio culo. Pensavo che il più fosse fatto. Non mi aveva fatto neanche tanto male.
Ma il peggio arrivò subito dopo, quando spinse per far entrare tutto il tronco.
Bruciava. Bruciava. Bruciava.
Era come se un drago stesse soffiando fuoco sul mio buco del culo.
Urlai.
-Stai zitto frocetto- fu la replica di Lucia. -Ringrazia piuttosto che non sono negra- aggiunse ridendo.

Diede un colpo più forte, facendosi spazio attraverso il mio ano, che ormai era bello che aperto.
Iniziò a scoparmi il culo, aiutandosi a spingere facendo leva sulle mie gambe che erano all’insù per cercare di rilassare il più possibile lo sfintere.

Colpo dopo colpo, il bruciore passava, lasciando spazio ad un piacere sempre più forte.
Iniziai a gemere mentre il mio cazzo si induriva.
-Qui qualcuno &egrave frocio davvero- disse Lucia dando uno schiaffo al mio cazzo ormai duro come la pietra.
Iniziò a scoparmi sempre più forte. Sentivo ogni vena del suo cazzo sfregare contro le pareti del mio culo. Era meglio di ogni possibile previsione.
La spremitura della mia prostata ad opera del suo cazzo stava dando i suoi frutti, perché stavo per venire senza che mi sfiorasse il cazzo.
-Sto venendo- mormorai leggermente.
-Pure io- mi rispose Lucia afferrandomi il cazzo.
Iniziò a masturbarmi mentre mi trapanava il culo. Sentii lo sperma che si preparava ad uscire.
Ebbi uno degli orgasmi più forti della mia vita. Sentivo gli schizzi di sborro colpirmi il petto, il collo e la faccia; dev’essere che la stronza aveva indirizzato il cazzo verso la mia faccia al momento dell’orgasmo.
Anche lei era agli sgoccioli, si prestava a dare gli ultimi colpi prima dell’orgasmo.
-Che bella sborrata che hai fatto, ora tocca a me imbrattarti-. Tolse il cazzo dal mio culo e mentre si masturbava mi sborrò in faccia mentre urlava dal piacere.

Una volta finito mi leccò via lo sperma dal corpo e dalla faccia piano piano. Ogni volta che prendeva un po’ di sperma con la lingua, si avvicinava alla mia faccia e mi baciava passandomi lo sperma in modo tale che lo potessi ingoiare.
Così piano piano mi pulì completamente.

Appena fui pulito, Lucia mi slegò dal letto. Avevo i segni sui polsi e i muscoli delle spalle indolenziti, ma dopo tutto ero molto soddisfatto della serata.
Chiesi a Lucia se potevo farmi una doccia prima di andar via. Lei fu molto gentile e mi diede un suo accappatoio.
Mi feci la doccia, mi asciugai bene e mi rivestii.
Una volta uscito dal bagno, trovai Lucia in cucina che aveva preparato la colazione. Ridendo e scherzando si erano fatte le 6 del mattino.
Mangiammo assieme parlando del più o del meno come se nulla fosse successo e una volta finito la salutai con un bacio sulla bocca e andai verso la mia macchina con il culo un po’ dolente ma comunque felice.

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