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Racconti Erotici EteroTrio

LA MIA MIGLIORE AMICA

By 19 Febbraio 2020No Comments

par.1) Sua madre

“Per tanto tempo pensi di scoparti la tua migliore amica, ma poi ti ritrovi col corpo favoloso della mamma davanti, cosa fare? scoparla.”

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Stavo lì che aspettavo l’orario di apertura del centro commerciale fumando la mia sigaretta, quando seduta sulla panchina una donna mi accorgo fissarmi con sguardo dolce. Capelli corti con colore tendente al grigio, quindi di una certa età anche se dal fisico potrei dire una 50-enne niente male.

Non è un segreto che a me, 37 anni, la donna matura ha sempre attratto. Lei segue ogni mio movimento quando mi porto la sigaretta alla bocca e aspiro, allora comincio a provocarla giocando con il fumo che mi esce dalla bocca, mentre lei continua a fissarmi. Si aprono le porte del centro, lei si alza mentre spengo la sigaretta e mi passa vicino sfiorandomi (non so se casualmente o meno) la gamba con la mano… come al solito mi avvio al bar e mentre mi sto pagando il caffè lei si avvicina al bancone, così io: “cosa posso offrirle?” mi sorrise e si prese un cappuccino.

Mi avvicinai a lei per bere il mi caffè e inizia il discorso, poi mi accompagna fuori per un’altra fumatina, stavolta mi tiene compagnia ed è lei a fumare in maniera talmente sensuale che sento il mio pacco cominciarsi a gonfiare nei pantaloni. Con la scusa di parlarmi di tanto in tanto mi sfiora le mani, ormai non penso più a ciò che dice, la mia mente già la immagina nuda tra le mie braccia, magari in una bella vasca idromassaggio.

Facciamo un giro per il centro, lei fa delle compere, poi mi invita a casa sua a pranzo… il mio sogno si fa sempre più realtà. Arriviamo da lei, il posto lo conosco, la casa la conosco: è la madre di una mia carissima amica e collega dell’università… con lei ho rotto i rapporti una volta sposato, aveva paura che tra noi potesse nascere qualcosa: “la mamma di Silvia?”, sì proprio lei, quella voce che avevo sempre sentito per telefono ora era una donna che mi attraeva e che volevo mia.

A tavola mi chiese se avessi mai avuto qualche rapporto con la figlia e se l’avessi mai desiderata sessualmente, fui onesto e le dissi che negli ultimi tempi spesso la pensavo e mi rammaricavo di non averci mai fatto nulla… non era bella, ma mi affascinava e le dissi pure: “sì, mi affascinava come ora mi affascina l’idea di stare qui con te”.

Cominciai ad aprirmi, ormai era il momento di mettere via la maschera e dirle che la mia eccitazione era tale da volerla subito fare mia: lo feci e lei per nulla sorpresa: “secondo te perchè ti ho invitato a pranzo?” e accarezzandomi la guancia si avvicina con le labbra alle mie per un tenero e dolce bacio.

Continua il pranzo e tra un buon bicchiere di vino e l’altro si parla sempre più di sesso e su cosa ci eccita e cosa ci piacerebbe fare. Ci spostiamo di là sul divano ed ormai non si parla più, si comincia con un bacio, poi la accarezzo i fianchi infilando la mano sotto la camicetta per accarezzare quella quarta di seno, matura ma ancora bella tosta… di tanto in tanto mi dice: “e questo con mia figlia l’hai mai immaginato?” oppure “e meglio pensare di fare sesso con lei o accarezzare questo corpo che ora è tutto tuo e puoi farne ciò che vuoi?”.

Ciò che voglio?

Ok, mano nei pantaloni di lei per tastarle il culo, poi accarezzandole il fianco la porto davanti, via il bottone, giù la cerniera che le calo, la faccia sul ventre, poi con la lingua le passo per bene l’ombelico, poi scendo e stesso con la bocca le calo le mutandine, non ha molto

pelo, quindi con la guancia pungente per la barba folta, la accarezzo, mentre lei con molta foga ora mi succhia il dito, ora mi lecca il palmo della mano, ora mi guida a tastarle le tette ormai fuori dalla camicetta sbottonata e dal reggiseno calato. Le pizzico di tanto in tanto i capezzoli belli ritti, mentre con la lingua assaporo la sua maturità di donna che le esce dalla figa: “pensa anche a Silvia se vuoi, tanto è uscita di lì”. Ormai non sto più nei pantaloni, lei mi slaccia cintura e bottone e me li cala quel tanto per far uscire la mazza da fuori: “mamma mia, fammi provare cosa si è persa mia figlia, la voglio dentro di me, prima avanti e poi dietro”.

Mi alzo dal divano, mi sfilo pantaloni e slip completamente e le calo i suoi fino a giù le caviglie, la faccio stendere con le gambe aperte sul bracciolo e mi metto prima a 69… voglio un po’ che me lo spompini, che quella lingua che al centro commerciale accarezzava le sue labbra per provocarmi ora leccasse per bene il mio cazzo… più la penetro con la lingua, più lecca con foga. Quasi in contemporanea siamo entrambi all’apice della goduria: “è giunto il momento che sia tutta tua” velocemente mi giro e appena appoggio la mazza sul suo basso ventre scivola dentro.

L’esperienza della donna matura ora entra in gioco: eravamo talmente bagnati che scivolavo un’amore in lei nonostante le mie dimensioni, ma lei con molta maestria riusciva a stringermelo e a bloccare la sborrata che sentivo stava per esplodere da quello che ormai era un cannone armato. Mi diede un bacio forte, succhiandomi tutta la lingua quasi a strapparmela, la sentii mugolare per l’orgasmo, infatti mollò leggermente la presa e allora la inondai del mio succo che usci con tre spruzzi micidiali. Volevo restarle dentro, ma lei me lo tirò fuori, si alzo e lo ripulì per bene con la lingua: “adesso tocca al culo” mi disse e si mise a pecorina sul divano.

Ero sfinito, ma non resistetti a quella scena: lei poggiata con i gomiti sul divano, il buco bello aperto verso di me con la figa ancora gocciolante e i suoi seni ballanti al vento. Con la mano le pulii la figa e inumidii il mio cazzo, rimasto ancora di dimensioni accettabili, ma più morbido dopo essersi svuotato. Lo punto verso il suo buco posteriore, con la mano lo guido ad entrare ed una volta dentro comincio a cavalcarla, mentre con le mani le tengo i seni ben stretti. “Quando andavate a mare e la vedevi in costume, l’effetto che ti faceva il suo culo era questo?”

Insomma, la stronza continuava a provocarmi ed io più parlava più ci davo dentro (nel vero senso della parola). Dopo la seconda venuta ci buttammo sfatti sul divano e dopo una sigaretta accompagnata da quel po’ di vinello rimasto ci mettemmo nella vasca da bagno, dove ci rilassammo per più di un’ora, stando abbracciati e baciandoci e accarezzandoci. Avrei voluto farlo ancora, ma arrivò Silvia che si incazzò con entrambi: “Non ti ho più chiamato perché volevo scoparti, ma tu ti sei sposato e mi sono sentita di troppo! E tu come mi ripaghi? scopandoti mia madre?” e alla madre: “e tu stronza, sapevi i miei desideri erotici che volevo soddisfare con lui e te lo sei preso! almeno dimmi com’è stato, come me lo immaginavo io?”

Per ora vi dico solo che anche Silvia ha potuto constatare in seguito che le sue immaginazioni erano giuste.

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par.2) Un pompino sognato

“da tempo sognavo la sua bocca intorno alla mia cappella, ma…”

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Dopo che Silvia mi beccò con sua madre, finalmente ebbi la forza di aprirmi e dichiararle tutto il desiderio che provavo per lei, non era amore, per me restava la mia migliore amica, che conosceva di me più della mia attuale moglie e dei miei familiari tutti.

Anche lei si era dichiarata ed ora non restava altro che farci una bella scopata.

Non badammo a cerimoniali, andai da lei, salutai la madre alla quale dicemmo se ci poteva lasciare un po’ casa perché avevamo voglia di sesso…

Senza pensarci due volte mi avvinghiai a lei e comincia a baciarla mentre le mani le tastavano il culo. Lei muoveva il capo per far si che la mia lingua leccasse ogni punto del suo collo, i lobi delle orecchie. Senza esitazione le strinsi le tette tra le mani e poi accarezzandole il ventre scesi fino ad infilargliele nel pantalone, era stretto, non entravano quindi lei stessa se lo sbottonò ed io lo feci calare lasciandola solo con delle mutandine nere.

Alzò i piedi per sfilarsi il pantalone completamente, dopo di ché avvolse la gamba intorno a me spingendomi contro il muro. Ormai ero spalle al muro, lei si chinò e mi sfilò i calzoni. Il cazzo mi era talmente duro che la punta fuoriusciva dagli slip e subito lei la baciò guardandomi con due occhi pieni di desiderio, pieni di voglia del mio sperma, insomma, voleva farmi un pompino e negli occhi già vedevo lo sguardo di chi assetata si disseta alla fontana di un uomo.

Si avvinghiò sulla mia mazza e succhiava fino a infilarselo tutto in bocca. Di tanto in tanto sussultavo per cercare di evitare di venire subito e lei rispondeva stringendolo più forte tra le labbra, come a bloccare la sborra che stava là là per uscire. Anche se non avevamo mai fatto sesso c’era una certa sintonia, l’unica cosa di cui non si era mai parlato era proprio il sesso, dei nostri gusti e voglie, eppure eravamo lì che a ritmi ben sincronizzati scopavo col mio cazzo la bocca di lei.

Ormai era talmente grosso il mio fallo che faticava ad arrivare con le labbra fino in fondo, così al momento del mio ennesimo sussulto di piacere mollò leggermente la presa che uscì talmente tanta di quella sostanza che mi sentii venir meno nelle gambe, mentre lei con un sol colpo ingoiò quanto più potè, facendosi colare un po’ del mio seme dalle labbra.

Con il dito si ripulì succhiandoselo in un modo talmente sensuale che l’afferrai per le braccia e le diedi un bacio con il quale succhiai la sua lingua fino quasi a staccargliela. Mollò la mia bocca e si mise a pecorina davanti a me: “Hai preso il culo di mia madre, ora tocca al mio, voglio sapere quale dei due è migliore, se quello di una quasi 60-enne o di una 40-enne ancora fresca e tosta che potrà regalarti tutto il piacere che vuoi e quando vuoi?”

Glielo penetrai con non poca fatica, ma fu talmente piacevole che ogni nostro incontro da quel giorno terminò con un inculata che a lungo andare diventava sempre meno dolorosa per entrambi, insomma pian piano glielo stavo allargando quel buco (da me sverginato) fino a farlo diventare come quello della madre… che a dire il vero provai anche qualche altra volta.

Queste con la madre sono altre storie che con la figlia condivise con me più di una volta, anche tutti e tre insieme.

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par.3) Io, lei e l’altra

“Se pensi di scoparti una donna ed invece nel letto ti trovi la sua compagna…”

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Ormai io e la mia amica eravamo diventati amanti, ecco che i nostri 10 anni di amicizia si erano trasformati in intensi momenti di sesso a tutto spiano, ogni occasione era buona per una scopata, un pompino o un’inculata, spesso quando con la lingua le penetravo la figa aspettavo fin quando i suoi umori non dissetassero il mio essere facendomi sentire il suo sapore di donna, ed io la ricambiavo cospargendole il corpo del mio sperma che la mandava in estasi.

Una sera dovevo rimanere da lei a cena, ma quando mi recai da lei la trovai coricata insieme a un’altra donna, stavano facendo sesso, era una donna sulla 50ina, amica della mamma che spesso si fermava da loro e si era già scopata il padre e il fratello, oltre ad avere rapporti lesbici frequenti con la madre stessa.

Con lei era la prima volta che ci stava, anche se ci aveva già provato. In verità qualche sera prima anche con me cercava di provarci mandandomi delle frecciatine, ma sapevo che era lesbica e non ci feci caso.

Senza esitare mi calai i pantaloni e tolsi la camicia mi stesi sul letto di spalle a Silvia in modo che potesse sentire il mio cazzo tra le pacche e la voglia che avevo di incularla nonostante la presenza della donna. La donna allora abbracciando Silvia dal davanti con le mani riuscì a sfilarmi gli slip e a guidare il mio cazzo verso il buco di lei, in un colpo solo le stavo dentro mentre lei mugolava baciando l’amica della mamma.

“E’ fantastico” le disse “dovresti provarlo anche tu, appena mi viene dentro e si riprende te lo cedo”. Venni in poco tempo così usci dal suo culo e mi misi in mezzo a loro due insieme mi ripulirono per bene il cazzo con un mega pompino a due, tanto da farlo rizzare subito.

“Vediamo se tua madre aveva ragione su questo cazzo”, insomma io ero stato al centro dei discorsi sessuali tra la madre di Silvia e la sua amica, o meglio il mio cazzo lo era stato.

“fu così che quel giorno, per la prima volta, ho potuto godere di due culi quasi contemporaneamente”

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