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La moglie dell’ingegnere – 12. Lezione di stretching

By 5 Aprile 2022No Comments

Continuiamo così per un bel po’, alternandoci in ginocchio in mezzo alla stanza.

Io, sempre più esperta in quel gioco nuovo ed eccitante, lascio libero sfogo alle mie fantasie. Lo carezzo, lo percorro con lunghi colpi di lingua, imparo a modellare l’anello morbido delle labbra sul glande lucido, assaggio curiosa le gocce di liquido che ogni tanto si affacciano alla sommità e mi scopro curiosa, sempre più curiosa di conoscere il suo sapore intimo.

Lui, ogni volta che sta per venire torna giù, scosta di lato le mutandine, si tuffa in profondità a mimare un coito con la punta della lingua, immerge voluttuoso le dita nella mia vagina fradicia, le porta a titillare il mio buchetto posteriore, lappa a gran colpi il clitoride, e sempre si ferma un passo dal mio orgasmo.

Un tempo indefinito di carezze estenuanti e piacere sospeso, fino a che non mi libera definitivamente dalle mutandine e si rialza sorridente: “Non ci stanchiamo troppo, prof… è ora di andare a far lezione” dichiara trascinandomi in palestra… ma questo è totalmente matto.

Però che bella pazzia… penso mentre lo seguo di là. E come la notte prima, decido che se lui ha voglia di divertirsi, ebbene io non sarò da meno. E poi il desiderio di porre un termine a quel gioco esasperante di bocche e sessi mi tormenta, e mi sta balenando nella mente un piano… sono più matta di lui, se mi ci metto.

“Bene ragazzo, allora tanto per cominciare… un po’ di stretching Si parte dalla schiena: ti faccio vedere io come si fa.”

“Sì prof…” ride lui divertito sedendosi sulla panca come uno scolaretto.

Mi chino a 90 gradi, afferro uno scalino della spalliera e apro bene le gambe, stendendo braccia e schiena: “Mettiti dietro a me, e toccami schiena, addominali e cosce per capire la posizione giusta” intimo con tono professorale. E lui lo fa… oh se lo fa… Sento il suo bastone ancora umido della mia saliva appoggiarsi delicato lungo il solco dei miei glutei mentre le sue mani corrono a impadronirsi dei miei fianchi e lui comincia un delicato movimento di va e vieni che mi manda in visibilio. So che non potrà controllarsi a lungo, ma appena prova a penetrarmi lo sgrido: “Eh, no… quello dopo, caso mai… ora si fa lezione… devi ancora imparare la posizione delle cosce e degli addominali”

E ancora una volta lui sta al mio gioco: si inginocchia sotto di me, palpa delicatamente la mia pancia ormai fremente, corre con labbra golose a succhiarmi i seni, mi sfiora l’interno delle cosce, allunga le dita verso il frutto che poco fa gli ho negato, lo accarezza con movimenti che mi strappano un lungo singhiozzo di libidine pura, pizzica le grandi labbra gonfie di desiderio, le tira verso l’esterno a spalancare il mio ingresso intimo.

Ora sento le sue dita penetrarmi decise, alternarsi dentro di me sempre più liquide, sempre più veloci e correre a umettarmi l’ano, forzarlo leggermente facendomi sobbalzare. Quando le sue labbra si impadroniscono del clitoride irrigidito come un piccolo pene e lo succhiano con violenza, l’orgasmo che monta in me esplode finalmente incontrollabile, coronato dalla strana, nuova sensazione del suo dito che viola la mia apertura posteriore.

Ma la lezione non è ancora finita. Così mi rialzo barcollante, la vista annebbiata dalla libidine, e provo a dare un tono d’autorità alla mia voce: “Hai visto come si fa? Forza, che ora tocca a te” gli ordino cercando di recuperare un ritmo di respirazione accettabile. E lui ubbidisce, mettendosi docilmente in posizione…

“Bene, direi che va bene… naturalmente devo verificare… toccare con mano… Non ti muovere e lasciami fare” intimo decisa mentre mi lascio scivolare sotto di lui.

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