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La moglie…in prestito

By 17 Agosto 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

‘Pasticceria Pietrosanti sul lungomare di Nettuno’, questo era stato il mio ultimo contatto con te: un sms che precedeva il nostro primo incontro.

E così sei già li seduta a sorseggiare il tuo drink mentre io ti osservo da lontano. Sei proprio come nelle foto che il tuo generoso marito mi ha mandato.

Ho già preso la camera d’albergo per passare questa notte folle con te.
Sono combattuto tra la voglia di venir li e trascinarti via con me, o guadagnarmi una sedia e iniziare a chiacchierare per conoscerti meglio.

Mi muovo lentamente verso di te, ti sono quasi dietro.

Un’idea mi balena in testa.

Entro nel bar senza farmi notare dal tuo sguardo, mi avvicino al barista e gli chiedo se ti ha già portato il conto. Pago e mi dirigo con passo risoluto verso di te.

Ti sei finalmente accorta della mia figura: sono accanto a te e ti sto tendendo la mano come fanno i cavalieri nell’invitare la propria compagna a ballare.

Infili nervosamente il cellulare in borsa e provi ad alzarti, ma nel farlo non ti accorgi che il brusco movimento fa volare a terra il bicchiere da cui un attimo prima stavi bevendo.

Il fragore del vetro che va in frantumi sembra fermare il tempo.

Il tuo sguardo finalmente incontra il mio lasciandomi senza fiato. Per un attimo mi sembra che anche i miei occhi stiano facendo lo stesso effetto su di te.

La voce del cameriere ci riporta alla realtà – ‘Tranquilli, tranquilli, non è niente’

La tua mano raggiunge la mia e un bellissimo sorriso compare sul tuo viso.

Non ti ricordavo così bella – penso tra me e me.

Non c’è tempo per tutti questi pensieri, adesso che ti ho davanti la voglia di farti mia ha il sopravvento su tutto. Mi muovo e tu mi segui. Mano nella mano ci dirigiamo verso l’albergo poco distante.

Ho già le chiavi in mano, il portiere sa del nostro arrivo e non ci fermerà per le noiose procedure di registrazione.

Prendiamo le scale, sento che usare l’ascensore potrebbe significare momenti di sguardi e di silenzio imbarazzante.
Finalmente la porta della nostra stanza. Entriamo nella penombra e allo scatto della serratura siamo già avvinghiati in un bacio carico di passione.

Agitiamo mani e piedi per sbarazzarci dei vestiti superflui e in pochi istanti ci troviamo distesi sul letto stretti dalla voglia di godere reciprocamente.

Intravedo nel buio le autoreggenti bianche che mi fanno impazzire. Hai indossato dell’intimo che mi possa far girare la testa, ma in questi attimi concitati l’unica cosa che desidero follemente è che indossi me.

Passano velocemente gli istanti pieni di baci e di carezze lascive. Ti ritrovo accovacciata su di me.

Lentamente ti adagi sulla mia eccitazione facendo scorrere il mio sesso dentro di te.

Movimento dopo movimento il tuo pube arriva a sfiorare la mia pelle.

Pausa.

Pochi attimi intensi, carichi di piacere per permettere al tuo corpo di adattarsi al mio e gustarti la consistenza della mia eccitazione.

La tua schiena e il tuo bacino iniziano un lento, dolce movimento che ricorda il lieve dondolio di una barca in mezzo al mare.

I tuoi occhi sono fissi su di me, la tua bocca leggermente spalancata, le tue mani sui miei fianchi. Resto immobile estasiato dalla tua figura. Mentre il tuo corpo accenna a una dolce danza mi godo queste sensazioni lievi come una brezza marina.

In modo graduale, quasi impercettibile, sento i tuoi movimenti adesso più marcati e intensi. Riesco a percepire l’armonia dell’aria della Carmen nel ritmo che i tuoi fianchi, il tuo seno, il tuo ventre cominciano a seguire.

Una musica melodiosa comincia a sfiorare le mie orecchie, è il tuo ansimare sempre più netto.

Comincio ad accompagnare questo tuo danzare, cerco di leggere nei tuoi occhi il ritmo da dare a questa perversa danza per far si che tutto questo sia un crescendo di piacere.

Mi viene in mente l’immagine delle evoluzioni di due ballerini sul ghiaccio: basta un errore di coordinazione di uno dei due per trasformare lo spettacolo in una rovinosa caduta a terra.

Sento il sapore del ritmo di un tango argentino che adesso scandisce i nostri movimenti. Le tue mani hanno cominciato a stringere le lenzuola sotto di me, il tuo sguardo è diventato serio, ogni tuo muscolo si tende e si rilassa con decisione. E’ iniziato il tuo cammino verso le vette del piacere.

Ho voglia di vederti persa in un folle piacere, ho voglia di accelerare questo tuo perverso viaggio verso l’orgasmo. Con un colpo di reni mi tiro su e avvicino il mio viso al tuo seno.

Le mie labbra cercano sfiorano la tua pelle.
La mia lingua comincia a bagnare il tuo seno.
Poi, con uno scatto felino, con le labbra avvolgo il tuo capezzolo e comincio a leccare e succhiare con passione.

La tua risposta non tarda ad arrivare, il tuo respiro cadenzato che ricorda un maratoneta in corsa si trasforma in un lungo mugolio.

Non mi basta.

Uso una delle mani sorreggono il mio corpo per raggiungere l’altro seno.

Lo sfioro, ne palpo la sua consistenza, scivolo con le dita sul capezzolo per poi ricominciare daccapo questo piacevole gioco di carezze. La dolcezza iniziale del mio tocco diventa quasi subito in brutale passione: mentre la mia mano stringe decisa la tua pelle i miei denti affondano con forza sul tuo seno.

Per un istante vengo assalito dal dubbio che questa mia irruenza possa distoglierti dal piacere. Ma il tuo corpo mi racconta un’altra storia: i tuoi movimenti adesso son quelli deicisi di una cavalcata mentre i mugoli si sono trasformati in gemiti sempre più forti e acuti.

Siamo rapiti da questa folle corsa, nulla può fermarci.

Dopo pochi istanti l’orgasmo.

Nelle mie orecchie una dolcissima e adorata melodia che solo la tua voce sa comporre,
sulla mia pelle le gocce di sudore del tuo corpo, sul mio pube gli umori copiosi del tuo sesso.

E’ l’apoteosi dei sensi.

Mi trascini con te attraverso i movimenti del tuo ventre che sembra voler mungere la mia carne.

Chiudo gli occhi e vengo.

Vengo con te, dentro di te, e mi abbandono alle furiose ondate di piacere che attimo dopo attimo scuotono con violenza il mio corpo.

Spargo il mio seme nelle tue viscere, ti cingo con le braccia e spingo con tutte la forza che ho in corpo dentro di te.

Pochi istanti e mi ritrovo svuotato e privo di forze sulle lenzuola umide.

Il tuo corpo crolla ansimante sul mio.

Il piacere fisico va scemando lentamente, sostituito da uno più dolce e tenero: il tuo petto che spinge affannato sul mio, il nostro ansimare, l’odore di sesso che ha riempito questa stanza.

Vengo preso dal desiderio di suggellare questo momento con un bacio appassionato ma mi è impossibile raggiungere con le mie labbra le tue.

Poco male – penso – ci sarà ancora tempo e modo per questo e per altri mille piaceri che saprai regalarmi, adesso che ti ho scoperta.

EPILOGO

Son passati giorni da quel primo incontro, oggi sei in aeroporto, nell’attesa dell’arrivo di quel volo dal Canada. Mi hai lasciato a casa qualche attimo prima, adesso sei lì pronta ad abbracciare il tuo Alessandro.

In quel bacio che gli darai lui troverà uno strano sapore, lo stesso che ore dopo sentirà leccando il tuo sesso. E ne sarà felice perchè capirà che hai conosciuto finalmente ‘un nuovo amico’

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