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Queste le prendo io come trofeo. Giacomo raccolse le mie mutandine. Una volta rivestita e con la bottiglia di vino uscimmo dalla cantina. Una luce in fondo al corridoio ci indicava la via. Io lo seguivo a testa bassa senza dire nulla. Arrivati alla portineria Giacomo posò le chiavi, si giro verso di me e sorridendomi mi augurò una incantevole serata. Andai verso l’ascensore senza alzare lo sguardo. Volevo rifugiarmi da ogni sguardo indiscreto. Sentivo che stavo colando di umori sotto la gonna e mi scendevano giù lungo le gambe. Sentivo la fica pulsare e il buchino ben dilatato. Arrivata al nostro attico andai subito in bagno e feci una doccia calda e lunga. Mi lavai accuratamente, come se questo bastasse a lavare via il senso di colpa.
Ero spaventata e arrabbiata con me stessa. Come ho potuto cedere ad un uomo senza alcuna resistenza.
Cosa era accaduto. Mi stava crollando il mondo addosso. Tutte le mie certezze, tutti i valori nei quali credevo si sbriciolavano così davanti a m. E la causa di tutto ero io. Chi ero realmente? Qui pensieri mi tormentavano.
Cercai di riprendere il controllo di me stessa. Non è successo niente, anche se il mio corpo diceva tutt’altro. Ho fatto uno sbaglio, ma posso riprendere in mano il timone.

I figli erano rientrati da scuola. Da lì a poco sarebbe arrivato anche Ludovico. I bambini erano impazienti e anche io. Speravo in cuor mio che non trapelasse nulla. Ero terrorizzata che Ludovico potesse accorgersi di qualcosa. Mi affacciai dalla finestra e vidi mio marito giù in cortile. Aveva appoggiato la valigia a terra e si intratteneva con Giacomo. I due parlavano e ridevano. Quella scena mi terrorizzava. Cosa poteva mai dire Giacomo a mio marito.

Quando Ludovico entrò in casa i bambini fecero festa. Era solito portare loro dei regali durante i suoi viaggi. Cercai di nascondere il mio imbarazzo e andai a salutarlo. Dopo un bacio sfuggente mi allontanai subito da lui. La cena era quasi pronta e invitai la famiglia a sedersi a tavola. La cena si svolse allegramente tra risate e racconti. Messi a letto i bambini Ludovico venne in cucina. Mi abbracciò da dietro e mi baciò il collo. Ti sono mancato? So che te la sei cavata bene senza di me. Oggi Giacomo mi ha detto del problema con la luce in cantina e che sei rimasta bloccata. Un brivido freddo scese lungo la schiena. Mi irrigidì. Cosa aveva raccontato quel bastardo. Non potevo perdere il controllo e crollare. Mi girai verso di lui e lo baciai. Non è niente amore. Tutto passato. Dai vieni di là che ho voglia di te. Ancora panico. Nonostante desiderassi stare con mio marito, avevo il terrore che si accorgesse che ero stata usata da poco. Allora escogitai un piano. Vai di là e aspetti. Dopo essermi calmata andai di là. Lui era sul letto col telefono in mano. Io lo guardai con aria provocante. Poi mi avvicinai al letto e iniziai ad accarezzarlo. Piano piano piedi e poi sempre più su. Lui mi afferrò e mi tirò a sé. Ci baciammo a lungo come due ragazzini. Ti voglio Martina, disse lui. Calma comandante. Non c’è fretta. Gli bacai il collo e il petto e pian piano scendevo sempre più giù. Arrivata ai boxer sentivo il suo cazzo duro. Glie li sfilai e presi il su cazzo in mano. Iniziai a segarlo lentamente mentre lo guardavo e mi mordevo il labbro. Poi avvicinai la bocca e feci colare la saliva sulla cappella. Ludovico godeva e io ero felice nel farlo godere. Poi appoggiai le labbra sulla cappella e lo feci scivolare dentro. Movimenti lenti all’inizio. Poi accelerai con affondi sempre più decisi. Così non resisto disse lui. Sfogati amore mio, lasciati andare. Dopo poco venne nella mia bocca. Io continuai a succhiare e pulire tutto.
Ora voglio te. Aspetto ancora un po’ caro. Vado in bagno a sistemarmi prima. Così feci. Andai in bagno e aspettai abbastanza a lungo sperando che Ludovico si fosse addormentato. Così fu. Quando tornai in camera lui dormiva sereno. Mi sdrai vicino a lui e spensi la luce. Mi sono salvata, non potevo farmi scopare da Ludovico questa sera. Si sarebbe accorto dei miei buchi dilatati….

Continua…..

Giggio_30

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