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L’acqua tiepida mi stava rilassando. Ero felice di avere ritrovato l’infinità con mio marito. Per un breve lasso di tempo avevo accantonato i pensieri riguardo a ciò che era successo con Giacomo. Volevo illudermi che fosse stato un colpo di testa. Io non ero così o almeno volevo crederci. Decisi che nelle prossime tre settimane avrei risolto la situazione e tutto si sarebbe aggiustato.
Uscì dalla doccia e lasciai il posto a mio marito. Ero avvolta da un asciugamano e mi ero piazzata davanti allo specchio per truccarmi. Notai vicino allo scaffale dei trucchi il plug anale che di solito usavano con mio marito. Eccezione fatta per poco prima.
Interruppi mio marito sotto la doccia che allegro come mai stava canticchiando. Hai messo tu il plug vicino ai miei trucchi? Si amore. Perché? Vedrai a breve.
Non immaginavo le sue intenzioni. Uscito dalla doccia si asciugò brevemente. Tutto nudo si avvicinò a me e mi abbrciò da dietro. Sai che quello che è successo poco fa mi ha fatto venire ancora più voglia. Stai calmo stallone, gli dissi. Ora dobbiamo prepararci.
Lo so e allo stesso tempo mi tiro via l’ asciugamano. Restai nuda davanti allo specchio. Ci guardavamo riflessi. Ludovico iniziò ad accarezzarmi le spalle e lentamente scese verso il sedere al quale diede un lieve schiaffo. Smettila che mi fai sbagliare con il trucco, implorai. Ovviamente non mi ascoltava. Infilò la mano fra ne natiche e cercò il buchino. Dai non fare lo scemo. Basta ora. Non ci penso proprio, replicò deciso. Prese il plug sullo scaffale e lo porto alla bocca. Iniziò a leccarlo e riempirlo di saliva. Cosa diavolo fai, chiesi mentre applicavo il rossetto. Apri le gambe da brava. Mi piegai in avanti e aprì le gambe. Perché l’ho fatto. Non volevo eppure il mio corpo ha reagito in automatico.
Ludovico portò il plug all’entrata del sedere e spinse lievemente. Il plug entrò senza fatica nel mio culo. Soddisfatto disse. Ti ho aperta per bene oggi. Con una smorfia di stizzo lo mandai a quel paese. Poi mi disse. Voglio che indossi un vestito sexy e abbastanza corto e niente intimo. Nient’altro padrone replicai abbastanza stizzita. Dai amore, domani parto e sto via per un po’. Divertiamoci un po’ insieme. Aveva ragione, però quella partenza imminente mi fece tornare l’agitazione.

Mi accorsi subito che il mio vestito era fuori luogo. Anche se il ristorante era carino, restava pur sempre una pizzeria. Sentivo gli sguardi delle persone attorno su di me. Fui distratta quando mi sentì chiamare. Mamma mamma. Erano i miei cuccioli. Correvano verso di me. Come sei bella mamma.
Al seguito arrivarono i miei suoceri. Poco dopo i miei genitori e in fine mio fratello con la sua ragazza, Angelica. Solo di nome. Per il resto era una stronzetta viziata di venticinque anni. Il mio fratellino si era lamentato più di qualche volta con me. Malgrado questo non riusciva a lasciarla.
Ci sedemmo a tavola e ordinammo da mangiare. Mio marito rideva e parlava con tutti, ma sotto la tavola allungava la mano e cercava di farsi spazio fra le mie gambe. Ero imbarazzata ed eccitata. Non indossavo l’intimo, avevo il plug nel culo che premeva a contatto con la sedia. Gli scostavo la mano e gli dicevo di smetterla. Lui era divertito e mi sussurrò di sapere che ero sicuramente bagnata. Io gli dissi che era un maiale. Non poteva toccarmi la fica così. C’erano i bambini e difronte a me mio padre. Comunque si, sono bagnata. Aprì le gambe e lui fece scivolare la mano fino alla mia fica. Strusciò le dita e poi gli scostai la mano. Per questa sera e tutto gli dissi. Mi fece una faccia triste, ma passò il resto della serata ad annusarsi le dita. Faceva caldo. Un po’ per l’eccitazione, un po’ per il vino, ma la vampata finale arrivò quando vidi Giacomo entrare nel locale con sua moglie, la signora Maria.

La signora Maria e una bellissima donna sui cinquant’anni ca. Vestita sempre sobria ed elegante. Schiva negli atteggiamenti pur non essendo mai arrogante. Completamente diversa dal marito. Da giovane avrà fatto innamorare molti uomini.
Passarono vicino al nostro tavolo e ci salutarono cortesemente. Ora mi sentivo ancora più agitata. Mi resi conto di avere aperto le gambe automaticamente e che mi stavo bagnando ancora di più. Come era possibile. La voce di mio fratello mi distolse dai quei pensieri. Allora sorellona, ancora stai con questo marinaio da strapazzo. Franco e Ludovico andavano molto d’accordo nonostante la differenza di età. Sembravano due ragazzini sempre pronti a ridere e scherzare. Mentre l’oro si divertivano io osservavo con la coda dell’occhio il tavolo di Giacomo e della signora Maria. L’atmosfera non sembrava delle migliori. Si alternavano momenti di discussioni a momenti di silenzio fra i due.
Mamma devo andare in bagno. Mi alzai e portai la mia piccolina in bagno. Fatta la pipì le dissi di tornare dagli altri. Io l’avrei seguita a breve. Mi chiusi dentro, ma sentì bussare alla porta. Occupato dissi. Udì solo aprí immediatamente. Riconobbi la voce di Giacomo. Restai bloccata qualche secondo. Di nuovo apri. Girai la chiave lui si infilò subito dentro. Ecco la star della serata mi disse. Ti sei vestita da troia per il maritino vero. Il lo fissavo senza dire niente. Mi afferrò per il collo e mi spinse verso la parete del bagno. Mi cacciò la lingua in bocca e mi baciò avidamente. Senza battere ciglio risposi a quel bacio. Poi mi infilò una mano fra le gambe. Restò meravigliato di trovarmi senza mutande e con la fica tutta calda e bagnata. Allora sei proprio Troia. Fai i giochini con tuo marito. Nel mentre continuava a strofinarmi la fica, iniziai godere. Non ci mise tanto ad accorgersi che avevo un plug nel culo. A quel punto mi girò e mi fece piegare sul lavandino. MI alzò la gonna, afferrò il plug e lo estrasse di colpo. Il dolore mi fece restare senza fiato. Nel frattempo con le mani umide di saliva mi stava bagnando il culo. Lo sentì abbassarsi i pantaloni. Sapevo benissimo cosa stava per succedere. Potevo rifiutarmi, gridare aiuto. Ma non lo feci. Senti il su cazzo entrami nel culo. Mi stavo facendo violentare in un cesso pubblico. Mentre mi scopava, io mi guardavo allo specchio, godevo e mi eccitavo ancora di più. Lo sentì grugnire e da lì a poco mi sborrò nel culo. Nel estrarre il cazzo, infilò subito il plug. Ora la farcitura la porti a casa. Aprì la porta ed uscì. Restai da sola a riflettere. Questa volta era differente. Non avevo timore né paura. Anzi ero eccitata. A pochi metri c’era tutta la mia famiglia e trovavo piacere nel farmi sbattere da un estraneo a pochi metri di distanza.
Stavo toccando il fondo.
Mi tirai giù la gonna, controllo veloce al trucco ed esco dal bagno. Passo vicino al tavolo di Giacomo e della signora Maria. Mi dirigo verso l’uscita. Una volta fuori il locale accesi una sigaretta e aspirai profondamente. Voglio concludere la serata. Ho il culo irritato e sono stanca. Me ne offri una. Ci mancava solo lei. Angelica la fidanzata di mio fratello. Sei splendida questa sera. Forse troppo in tiro per una pizzeria. Non credi di attirare troppi sguardi. Contai fino a dieci per non mandarla al diavolo all’istante. Le sorrisi le dissi che mi vesto così per mio marito.
Senti, vorrei un consiglio da te. Da donna a donna. Oddio, ora devo fare da psicologa alla ragazza di mio fratello. Tu fratello, ecco insomma, non so come dirtelo non mi cerca quasi più se capisci cosa intendo. Si Cara capisco. Ecco vedi, forse c’è qualcosa che non va in lui. Li non ci ho visto più.
Iniziai ad imprecare contro di lei. In lui va tutto cara mia. Sei tu ad essere una fica di legno oltre che una gran rompi co…., mi fermai. Senti Angelica, sei una donna, oltre rompere le scatole sai essere sensuale? Sai stuzzicare un uomo? Sai come farti desiderare? Oppure aspetti che faccia tutto lui? Per ricevere bisogna anche dare, cara. Glie lo dai il culo? Mi fissava allibita. Ecco cara, fatti una domanda e datti due risposte. Da dentro il locale la scena sembrava furiosa in modo tale che uscirono tutti. Cosa succede, mi chiese Ludovico. Niente, mi sento poco bene. Vorrei andare a casa.

Continua

Giggio_30

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