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Racconti Erotici Etero

LA POLIZIOTTA E IL TIFOSO.

By 22 Novembre 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Domenica. Ultima di campionato. La mia squadra &egrave già retrocessa, un campionato mediocre e scarse soddisfazioni. Ma ho l’abbonamento, che faccio vado ugualmente? Dopo pranzo mi metto a giocare alla play, dopo vado a letto ma non riesco ad addormentarmi. Così esco e prendo lo scooter. Mancano pochi minuti all’inizio della partita,ma tanto non troverò certo fila all’entrata. Attraverso la città semi deserta e arrivo allo stadio. Poca gente fuori, anche il porchettaro e quello che vende le sciarpe e le magliette non ci sono. Bevo una spuma al bar, fa un gran caldo. Entro che sono già 20 minuti che le squadre sono in campo. 0-0. superato l’ingresso c’&egrave un gruppo di poliziotti che siedono all’ombra di un muro. La curva &egrave vuota, mi dirigo verso le scale, chi vuoi che mi controlli in questo mortorio? Ma dal gruppetto dei poliziotti si stacca una figura e mi viene incontro. Dai..non ci posso credere…avanza lenta. Divisa blu, casco, manganello. Non &egrave molto alto. Mi raggiunge con lentezza estrema..che palle..quando &egrave vicino noto che &egrave una donna: una poliziotta bionda, occhiali da sole giganti, cappello calato in testa, un bel seno sotto la divisa, la faccia si nota appena: naso lungo, pallida, bocca piccola, rossetto. ‘Alza le braccia’ mi fa.
Sbuffo. Che rompiscatole.
‘Avanti…’ fa e posa una mano sul manganello, non per mostrare forza ma come gesto istintivo, abituale.
Le alzo. Inizia a controllarmi le tasche. ‘Chiavi?’ ‘Sì, casa e scooter…’ e mostro i due mazzi. ‘E qui?’
‘Che diavolo ne so….ah..ecco…le sigarette.. posso andare ora?’
Sorride. Scuote la testa. ‘Tieni le mani su..’ ‘…Andiamo….’ mi afferra con forza un braccio e lo spinge su. Fa altrettanto col secondo. Prende a tastarmi prima la testa, quindi le braccia. Sono in t- shirt…che diavolo vuoi che nasconda?? quindi mi tocca sul petto..poi ancora le tasche, mi mette le mani sul culo, tasta, preme…che cazzo?? rimango di sasso, stupito e senza parole. Passa alle gambe, anch’esse nude sotto i jeans tagliati. Va su e giù sulle gambe. Ma cosa???io sono fermo, in sua balia. Continua a toccarmi le gambe. Torna su. ‘Voltati!!’ ancora senza parole. Scherza? Nessuno ci vede? Nessuno dice nulla? Ma questo &egrave un sopruso!! ehi! Questa poliziotta sta abusando del suo potere! Sono un semplice tifoso che va alla partita invece che essere al mare…’Andiamo, voltati!’ ripete,perentoria. Stringe ancora il manganello in cima,senza estrarlo. Mi volto. Deglutisco. Mi viene quasi paura. Lei torna a tastarmi le gambe. Piano. Lenta. Sono senza parole, respiro forte, il cuore accelerato. Ma che cazzo sta facendo ‘sta stronza? Ma i colleghi? Sale lenta e quando arriva al culo ho un sussulto! Torna a tastarlo con forza. Stringendo le mani pesanti. Ma invece di sentirmi umiliato, mi sento eccitato. Sì, eccitato. Il cazzo si sveglia di colpo e le sue mani sul culo mi sembrano violente e sexy. La sento premere. Ma nessuno ci vede? Ehi siamo in uno stadio! Eppure sono eccitato, quando smette di toccarmi il sedere mi dispiace. Mi tocca le spalle e sussulto. ‘Voltati!’ ordina. Lo faccio di colpo. Faccia a faccia con lei. Dietro gli occhiali giganti &egrave lontana. Ma sorride. Mi pone una mano sul pacco e lo sente, turgido. Tocca leggera stavolta. Mi massaggia il cazzo dai jeans. Va avanti per qualche secondo. Mi paiono interi minuti. Sorride.
‘Sei a posto..’
rimango impietrito. Non riesco a muovermi. Respiro profondamente. Il cazzo &egrave ancora più duro. Cosa faccio? Lei mi fissa. Beffarda. Non si muove. Io sono teso. Ho ancora le mani in alto come uno scemo. Saliva zero. Sudo. Siamo sotto il sole di giugno. Abbasso le braccia. Sorride. Io tremo di eccitazione a muovermi. Il cazzo mi pulsa nei pantaloni. Sogno di sbattermela lì in curva. Prenderla da dietro e montarla come una cagna.
‘Puoi andare…tifoso…’ dice. Ride.
Io fermo. Immobile, eccitato. Sogno di sbatterglielo fra i denti mentre vengo sborra calda sulla sua piccola bocca.
‘Ehi…hai capito?’
mi vedo sopra di lei che gli sbatto il mio uccello sui denti, lei gode eccitata. Ha il cappello da poliziotta, i ray-ban scuri.
‘Eh… faccio.
Sogno di possederla sul divano, tirandole la coda dei capelli, sotto il cappello da poliziotta.
‘Ok…vado… balbetto ma non mi muovo.
Lei tira fuori il manganello. Io sussulto. ‘Circolare….’ fa decisa.
Di riflesso faccio due passi indietro. Ci siamo solo io e lei nello spiazzo sotto la curva. Nessuno ci nota. &egrave assurdo.
Vorrei saltarle addosso e baciarla.
Metterle una mano sul mio pacco e farle sentire il mi cazzo duro.
‘Hai capito?’ chiede agitando il manganello.
‘Ho capito… dico senza convinzione. Infatti non mi muovo. Vorrei sentire ancora le sue mani sul mio culo.
‘Che aspetti?’
vado. Mi pare di dirle. Salgo la gradinata. Mi siedo da una parte. Fa un caldo africano. In curva saremo in 50, sparpagliati. Stiamo vincendo 2 a 1 e c’&egrave l’euforia di una festa finita. Penso solo a lei alla poliziotta. Sudo. Ho la bocca secca, il cazzo duro.
Finisce il primo tempo e scendo.
La cerco fra la poca ressa al bar. Vedo i suoi colleghi ma non lei. Bevo una pepsi. Mi metto all’ombra. La cerco insistentemente. Vorrei proporle di venire a casa. Me la sbatterei in veranda. All’ombra. Una coperta per terra e lei nuda sotto, io che la cavalco. Un tizio mi saluto, vuole parlare della partita,ma lo mollo subito. Voglio lei. Vado ai cessi, piscio con fatica per via dell’eccitazione del mio coso.
Mi lavo la faccia. Continuo a sudare. Le sue mani sul mio corpo. Premeva, tastava, controllava, ero nelle sue mani.
Il manganello, il suo sorriso beffardo.
Risalgo in curva. Mi siedo di nuovo ma penso sola a lei, la poliziotta, vorrei farmela, vorrei che lei mi facesse una nuova perquisizione più approfondita…
la partita riprende. Gli avversari pareggiano. Dopo un quarto d’ora i pochi tifosi iniziano ad andarsene. Giocano le riserve, tutto &egrave lento, il caldo terrificante. Scendo a cercarla di nuovo. Giro intorno, cerco i poliziotti. Stanco e deluso scendo ancora nei cessi. Deserti, sudo, sono eccitato e non riuscirei a pisciare. Mi metto la testa sotto la cannella dell’acqua. Piegato in avanti sotto il getto fresco, sento un oggetto duro spingermi da dietro. Tossisco. Faccio per voltarmi,ma un colpo secco me lo impedisce, volto solo la testa,ma delle mani mi fermano. &egrave lei! Sento il manganello che mi preme sulla parte interna delle cosce. &egrave lei, cazzo. Respiro forte. ‘FERMO!’ &egrave lei. Una botta col manganello mi spinge avanti. Le sue mani sul mio culo. Ohhh sììì. Mi forza in avanti. Mi sento di nuovo suo,ma vorrei girarmi e prenderla lì, nei cessi dello stadio. Lei non molla. Spinge, il manganello &egrave sotto il mio cazzo, preme. Spinge. Massaggia. Mi tiene sotto. Provo a liberarmi,ma lei conosce il suo lavoro. Non posso muovermi. Risale col manganello sul mio petto, lo infila sotto la maglietta. Sente il mio respiro affannoso, sente la mia eccitazione. FERMO ripete.
Fermo.
Mi palpa ancora, mi tocca il collo, mi tiene sotto.
FERMO.
Spinge. Tocca, palpa.
Mi infila una mano nei jeans.
Sente il mio cazzo di nuovo duro come il marmo.
Si allunga su di me.
‘Stacco il servizio alle sette. Dimmi dove abiti e ci vediamo lì!’
in un sibili dico il mio indirizzo di casa e lo ripeto.
BENE.
FERMO ANCORA…ci vediamo dopo. E mi spinge sotto l’acqua, ride e se ne va.
Rimango senza idee nei cessi dello stadio per un paio di minuti.
Stordito.
Poi scende un tifoso con la sciarpetta legata al polso.

La sera la poliziotta si &egrave presentata a casa mia. Era ancora in divisa. Mi ha spinto dentro la cucina, mi ha fatto mettere si spalle contro il frigo. Mi ha perquisito e palpato, mia ha legato le mani in alto mentre mi toccava e palpavo e spogliava e baciava e graffiava la schiena e i mordeva i capezzoli. Con la sua bocca piccola mi mordeva ovunque e graffiava.
Quindi mi ha ficcato la lingua in bocca e ci siamo baciati a lungo. Profondamente, con rabbia. Mi ha slegato.
Si voleva togliere il cappello da sbirra. Ho detto di no. L’ho afferrata alla vita, il suo corpo atletico e piccolo contro di me. Il profumo di donna e di servitore dello Stato. L’ho stretta a me e baciata.
Poi sul letto l’ho chiavata con gusto, affondando il mio cazzo nella sua figa. Davanti e dietro lei godeva e gemeva. I suo capezzoli ballavano e le sue tette sudavano. Rideva e godeva. L’ho presa con rabbia. Il manganello era sul letto, il cappello da poliziotta in testa. Il mio cazzo andava che era un piacere.
L’ho presa.
Le ho morso le tette e poi leccate, rosse, brucianti.
Quindi ho agitato il mio cazzo sopra la sua faccia e ho goduto sui suoi denti bianchi carini.

[per commenti, suggerimenti,critiche: dorfett@alice.it]

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