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Racconti Erotici Etero

La prima volta con Lorena

By 12 Novembre 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Non vi racconterò cosa mi e’ successo stasera. Preferisco parlarvi della prima volta che sono stato insieme a Lorena, che non si chiama così, ma per una forma di riservatezza e di rispetto nei suoi confronti preferisco non usare il suo vero nome. Ci conoscevamo da tempo, abbiamo un’amica in comune e una sera capitò che ci incontrammo ad un party. La conversazione si fece subito interessante e monopolizzai la sua serata : non potevo farmela sfuggire così bella bionda in quel vestitino leggero che lasciava intendere le sue forme perfette, corto sulle sue gambe dure come colonne, teso sui suoi seni, una meraviglia della natura, grossi pieni e alti : due bombe da sballo. Ci baciammo quella sera, con dolcezza, come se fosse un bacio di benvenuto di un angelo biondo dal viso dolce, il bacio era il benvenuto nel paradiso.
Ci rivedemmo due giorni dopo ; riuscii a strapparle un invito a cena che premeditatamente si svolse vicino casa mia, nella speranza di un dopocena più interessante. La conversazione era allegra e lei in quel tubino nero mi faceva impazzire. Sotto portava i leggins : durante tutta la cena il mio pensiero fisso era rivolto al momento esatto in cui glie li avrei strappati per fare breccia tra le sue cosce. Quel momento non tardò a venire : dopo cena ci dirigemmo a casa mia e durante il tragitto, seppur breve continuava a torturarmi l’orecchio tanto che in due kilometri fui costretto a fermarmi due volte perché non riuscivo a resisterle : la baciavo con foga, le nostre lingue si aggrovigliavano in vortici infiniti in cui si perdeva la percezione dello spazio e del tempo, trasporto totale in un’altra dimensione : mi guardò negli occhi e mi disse
‘Stasera io e te ci facciamo male !’
E io ‘parla per te !’
Ricordo il suo corpo sbattuto sull’uscio dell’entrata di casa mia mentre la baciavo, a fatica, infilai la chiave nella toppa :
‘questo non depone bene’ disse
e io ‘questa me la paghi !’.
Entrammo in casa nel buio più pesto, accesi alla svelta le tre candele basse sul tavolo che facevano luce abbastanza per vedere il suo corpo che si denudava mostrandomi il suo grosso seno adornato da capezzoli già turgidi per l’eccitazione. La strinsi subito a me per farle sentire la potenza del mio cazzo in piena erezione, mi liberai dei pantaloni e mi tuffai con la faccia in mezzo a quel seno per baciarle i capezzoli, leccarle il collo per poi arrivare alla bocca già ansimante ed affannata. Fu allora che mi guardò con un sorrisetto beffardo, mentre la abbracciavo stretta, e mi disse
‘Mi vergognerò per tutta la vita per quello che sto per fare qui con stanotte ma mi piaci troppo e non voglio perdermi nulla !’.
E così dicendo scese in ginocchio a tirare saettate di lingua sul frenulo, il mio pene come atto riflesso si irrigidiva verso l’alto come una molla, ripeté il giochino almeno tre volte prima di dischiudere le sue labbra carnose ed accogliere il la mia asta in bocca almeno per la lunghezza che ne entrava : cominciò così un pompino da oscar, senza l’uso delle mani, come piace a me, che intanto per aiutarla le avevo raccolto i lunghi capelli biondi assecondandola nei movimenti tenendola per quella coda di cavallo. Si accorse che ero ormai cotto quando più che assecondarla la guidavo per i capelli a soffocare di cazzo, glie lo spingevo in gola fino a vederla rossa in viso, la avvicinai alle palle che leccò con avidità ed ingordigia, ero al limite avevo una fottuta paura di venirle all’improvviso in bocca. Mi staccai per ricambiare il piacere, si distese con il ventre verso l’alto sul tavolo tenendo le gambe piegate e ben aperte, invitandomi ad esplorare ciò che si nascondeva sotto uno stretto vello di pelo, corto e ben curato. Cominciai dall’interno coscia negandole il piacere per il tempo che ritenevo opportuno, fingevo avvicinarmi al suo sesso per poi tornare alle cosce, quando la vidi inarcarsi sulla schiena mi decisi finalmente a fermare quella terribile privazione e spinsi la lingua nella sua figa scoprendola oscenamente bagnata. Il mio intento era esattamente prosciugare quel lago, ma la mia opera era vana poiché più beccavo e più ingerivo i suoi umori e lei più ne continuava a secernere. Dopo averle torturato il clitoride, ho spostato le mie attenzioni al suo buchino nascosto tra i glutei schiacciati sul tavolo.
‘Che intenzioni hai ? Non ci pensare proprio !’
Impugno il cazzo e comincio a strusciarglielo tra le labbra gonfie e bagnate, lei ha un sussulto quando il mio glande le strofina il clitoride
‘Stanotte sei mia e faccio quello che cazzo mi pare !’ e così dicendo la penetro lentamente, con un movimento fluido e lento, sentendo le carni aprirsi all’incedere del mio cazzo nel suo corpo, centimetro dopo centimetro, fino alla radice, fino a sentire le palle sbattere sulla sua rosellina su cui era colato tutto il suo piacere.
‘Oddio che cosa sei aaahhh’ eravamo in preda all’euforia di quella prima penetrazione che da lenta e dolce divenne, forte ed inesorabile. Estraevo tutto il cazzo, per affondarglielo di nuovo dentro, sentendo la punta impattare il collo dell’utero provocandole dei sussulti che la sconquassavano su quel tavolo, spingevo il cazzo verso l’alto mantenendole una coscia alzata con un braccio e premevo con l’altra mano sul suo ventre sentendo la mia asta trapanarla fino in fondo, la guardavo subire con la schiena flessa, ad un certo punto la sento ritrarre la coscia che mantenevo col braccio, ma io mi oppongo e continuo il mio traforo, sento sulla sua gamba quel velo di sudore comincia a tremare ‘Aspetta, fermo Amore fermo ‘ tu come mi vuoi ?’ non capivo, non riuscivo a capire cosa volesse, e ancora :
‘Tesoro ci hai giocato per mezz’ora prima, ora che altro vuoi ?’
‘Voglio il tuo culo !’
‘Quello non te lo concederò mai, se lo vuoi devi prendertelo !’
Non credevo alle mie orecchie : anche se con una farsa mi stava concedendo il suo magnifico culo ! La presi con foga per farla scendere da quel tavolo per metterla prona con le mani distese avevo il pene lubrificato dai suoi umori che al pensiero di possederla da dietro mi era venuto duro come la pietra. Lei ritrasse le braccia per portarle ai glutei che mi apriva davanti agli occhi. Quel gesto alla vista era una vera porcata, con quel gesto lei si concedeva a me in totale sottomissione, con quel gesto si era tradita dimostrandomi quanto desiderasse essere inculata. Non potei fare a meno di farglielo notare
‘Che porca che sei, sei a pecora davanti a me e ti schiudi il culo per farti montare come una vacca’ ‘Fallo e basta prima che ci penso, prima che mi accorga di quello che stiamo combinando !’.
La tenevo ferma con una mano sul fondoschiena con l’altra puntavo il suo buchetto che alla pressione sembrava non volerne sapere. Non potevo fermarmi, avrei voluto giocarci un po’ con le dita per prepararlo ma non c’era tempo, proprio non resistevo. Preso dalla smania ho spinto un po’ più forte, la cappella e mezz’asta le si conficcarono subito dentro, cominciò a dimenarsi e dopo il primo soffocato tentativo di emettere un suono riuscì a balbettare in preda ad un dolore lancinante ‘Aspetta ahhhh no, fermati ti prego, non così ! AAAAAAHHHHH che male’
mi accorsi di essere stato un po’ maldestro e lo sfilai subito per infilarlo di nuovo nella fica. Era ancora più gonfia di prima, la sentivo dilatata e tronfio di orgoglio, sapendo che ero stato io a ridurgliela in quello stato, bagnata e sfondata, tornai all’opera originaria dicendole
‘Ora lo voglio ! Non fare storie puttana che adesso ti devo fare il culo !’
La penetrazione e’ stata decisamente più facile questa volta, vedevo il mio cazzo scomparire tra le sue chiappe, incurante dei suoi lamenti
‘Ma e’ una tortura, non ce la faccio, fa troppo male !’ Glie lo spingo tutto dentro, impalandola fino alla base, sentendo il suo sfintere cedere man mano, sentendo il caldo del suo budello avvamparmi il cazzo e il suo buchino stringerlo in una morsa infernale. Le concedo qualche secondo per abituarsi prima di cominciare a stantuffare con forza. I lamenti cessano dopo pochissimo per far posto alla sinfonia della sua goduria. La vedevo leccarsi le labbra, la sentivo incitarmi a spingere più forte, le sussurravo quanto fosse troia con un cazzo in culo e la figa in fiamme. Ormai entravo ed uscivo da quel varco senza alcun problema, nell’estrarre il cazzo il suo buco mostrava un’apertura grande quanto una moneta,
‘Ti ho aperto il culo, adesso ce l’hai tutto rotto tesoro, stanotte torni a casa come una rotta in culo !’. La sbattevo senza ritegno e nel farlo i coglioni impattavano sulla sua fica emettendo una sorta di schiocco. La curiosità mi spinse a infilarle una mano tra le gambe. La figa ormai era un lago, gli umori le colavano sull’interno cosce, il clitoride era turgido come i capezzoli, cominciai a titillarglielo con le dita e dopo poco
‘No no, non ancora no noo nooo amore no godo godooooooo godoooooooooooooooo’ Il suo primo orgasmo e’ stato così forte che nel dimenarsi si e’ spostata tanto da farmi uscire dal suo culo ma prontamente l’ho infilzata di nuovo pompando con violenza decrescente sentendola sbattersi come in un’epilessia l’ho continuata a chiavare finché sono riuscito a resisterle per poi cedere al suo
‘Voglio che mi vieni in bocca ! Mi hai trattato da puttana fin dall’inizio, ora non perderti nel finale, voglio assaggiare il tuo piacere !’ proprio non ho potuto oltre : presa per i capelli a bocca spalancata le ho innaffiato la faccia che si cingeva con le mani spalmando tutto il mio seme sulle guance, in quella bocca aperta piena di sborra calda che le colava ai lati sulle grosse tette lucide di seme, mentre mi ripuliva bene la cappella senza perderne nemmeno una goccia. Ci siamo poi abbracciati teneramente, aveva gli occhi lucidi che sembrava stesse per mettersi a piangere, lo sguardo perso nel vuoto, e’ rinvenuta dopo alcuni secondi per dirmi semplicemente ‘Ti adoro !’ . Mi ha fatto perdere la testa !

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