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LA PROFESSORESSA DI FILOSOFIA

By 30 Settembre 2020Ottobre 3rd, 2020No Comments

Avevo deciso per curiosità di assistere ad un’ opera lirica ed avevo scelto un classico, l’ Aida di Giuseppe Verdi. Ero arrivato con un certo anticipo per gustarmi la bellezza del teatro, i suoi palchi, il sontuoso sipario. Seduto nel loggione ormai attendo l’ inizio quando dietro di me una voce conosciuta dice.

– Permesso , mi scusi.

Due gambe snelle coperte da una gonna nera appena sopra il ginocchio e un profumo vanigliato mi superano, mi giro e resto basito, la professoressa di filosofia di quinta liceo, e la fisso un poco lesso. Lei sorride. – Ci conosciamo, vero ? Non sei un viso nuovo.

Mi riprendo dalla sorpresa, nonostante sia decisamente cambiato in questi tre anni, non sono più il ragazzo brufoloso e rozzo e l’ anno da alpino mi ha dimagrito e anche scolpito, mi ha ricordato, almeno in parte.

-Chiari, signora, quarta e quinta tre anni fa.

– Ah, giusto, eri  uno di quei teppisti.

– Ero uno dei più tranquilli…

– Sì sì, eri un’ eminenza grigia che agiva nell’ ombra e mandava la truppa allo sbaraglio.

– Prof non dica così, eravamo ragazzini.

-Prima di tutto dammi del tu e chiamami per nome, che non sono più la tua professoressa.

La professoressa Alessandra Meschi era stata il sogno proibito  di noi liceali, nonostante avesse l’ età delle nostre madri, oltre i quaranta. E’ la classica donna a cui la natura ha dato il dono di non invecchiare e senza troppi sforzi. E’ alta e magra, un bel sedere ancora sodo, lunghe gambe e un seno piccolo ma proporzionato, spalle larghe che fanno pensare ad una attività fisica intensa, lunghi boccoli neri neri, occhi azzurri, naso sottile, labbra carnose ed una lingua tagliente che ti smonta in un amen. E’ sempre vestita con un tailleur con una gonna discretamente corta ed una maglietta attillata che mette in risalto il fisico perfetto.

– Sono sorpresa di vedere un mio ex allievo qui, bravo…Lucio ?

-Luca sign…Alessandra.

– Scusa.

-Figurati, con tutti gli studenti che avrai avuto.

– tu il mio nome lo ricordavi però

– Una donna bellissima non si dimentica.

– Luca, potrei essere tua madre. Grazie comunque, alla mia età certi complimenti fanno sempre piacere.

Inizia l’ opera, per fortuna mi sono preparato e non sfiguro con lei, che è una vera melomane, la serata vola via piacevolmente dopo il piccolo iniziale imbarazzo. All’ intervallo mi invita a mangiare qualcosa insieme agli altri loggionisti, scopro senza sorpresa la sua popolarità e vengo preso di mira con battutacce.

– Ale, stasera hai fatto il botto, era ora vederti con un bel ragazzo.

– E’ solo un amico Carlo.

– Se lo mangi con gli occhi.

– Ma cosa dici, troppo giovane.

– Ragazzo, tu cosa ne pensi, è troppo vecchia per te ?

– E’ splendida.

Mi dà uno scapellotto sulla nuca, bello forte pure. – Gli dai pure corda ?

– E bravo, non tirarti indietro, non te ne pentirai.

– Carlo, allora… torniamo, che ormai è l’ ora, altrimenti ci sfiniscono.

– So bene chi si sfinirà stanotte. – Risate generali.

– Simpatici i tuoi amici, non pensavo ne avessi così, ti facevo più da platea.

– Alla fine sono una popolana, Kant ed Hegel mi fregano.

– Sei veramente speciale.- con una mano accarezzo il fondoschiena. Lei dice il mio nome come per rimprovero ma lascia che continui anche più deciso, anzi, si stringe leggermente a me. Al termine beviamo il bicchiere della staffa con gli altri, che velocemente salutiamo.

– Ti posso offrire un caffè ? Abito qui vicino, senza impegni.

– Volentieri, andiamo.

L’ appartamento è piccolo e decisamente vezzoso, con libri che sbucano un po’ dappertutto.

– Se non ti dispiace mi metto in libertà, ho un male ai piedi…

Torna subito dopo con una sottile vestaglina di seta fiorata che la fanno sembrare ancora più giovane. Ormai sono troppo eccitato e la sfilo in un attimo, ora è davanti a me in reggiseno e mutandine di pizzo, deve averle indossate ora. Ha un corpo tonico e flessuoso, non posso fare a meno di abbracciarla forte e baciarla. Anche il reggiseno scompare e inizio a leccare e succhiare i piccoli capezzoli bronzei.

– Luca non ti fermare, ma piano ti prego.- Sarà l’ ultima frase che dirà quella notte.

Mi spoglio velocemente e preso dalla foga strappo i suoi slip, la metto carponi sul tappeto e la penetro deciso, lei mugola, il piacere è veramente intenso, accompagna i miei affondi con il corpo, rendendoli ancora più violenti. Prima dell’ orgasmo esco e eiaculo sul suo bel viso che gronda sudore. Ale prende il mio membro in bocca ed inizia a lavorare con tanta passione che in breve è già marmoreo. E’ veramente un’ esperta, lo prende tutto dentro sino alla gola, succhia ed aspira con tutte le sue forze, vengo abbondantemente e lei lo ingoia sino  all’ultima goccia.

-Brava, non avevo mai goduto tanto, che pompa !

Ora non posso più fermarmi, massaggio il suo buchetto ed entro con medio ed indice e allargo lentamente, lei pianta un urletto sorpreso e compiaciuto. Quando l’ orifizio sembra aver ceduto premo con il glande gonfio come non era mai stato, lei digrigna i denti e rantola sinchè non entra. Questa volta il grido è di dolore, con una mano tenta di fermarmi invano, dopo con entrambe le mani spalanca i glutei, nella speranza di avere un poco di ristoro, con tanta forza che le lunghe unghie segnano la morbida carne. Ansima rumorosamente, quando il respiro torna quasi normale con una spinta vigorosa penetra tutto ed comincio a pompare, la stringo ai fianchi tanto forte che lascio i lividi. In breve dal dolore lei passa al piacere totale, ancora, ancora supplica. Resisto fino a che un orgasmo selvaggio mi travolge ed inondo le sue viscere di caldo seme. Alessandra si sdraia stravolta, io mi siedo accanto a lei accarezzandola. 

– Spero sia la prima di tante notti, prof !.

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