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Racconti Erotici Etero

La professoressa imbarazzata e la classe irrequieta

By 5 Maggio 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

“Cosa &egrave successo professoressa?” sollevo il capo sorpreso per l’irruenza con cui sei entrata nel mio ufficio.
Sei sconvolta e agitata e questo rende ancora più sensuale l’immagine di donna che si presenta davanti ai miei occhi.
La camicia bianca che avvolge come domopack il tuo corpo perfetto.
La gonna appena sopra il ginocchio, quel tanto per essere maliziosa ma professionale.
Le scarpe con quel tacco appena un po’ più alto di quanto sarebbe comodo per le tue lezioni.
E quel bottone non chiuso che osa un po’ troppo sulla scollatura….
Sei fantastica e lo sguardo sconvolto e l’agitazione ed il rossore che velano il tuo viso ed il tuo sguardo
ti rendono ancora più appetitosa al mio sguardo.

“Mi dica professoressa, cosa le &egrave successo mi sembra sconvolta. Non &egrave da lei entrare nel mio ufficio senza bussare.”
Con voce serena e compiaciuta mi avvicino alla porta lasciata aperta dalla tua furia ed impeto e la chiudo, serrando la chiave senza
che te ne potessi accorgere.
Mi avvicino abbastanza da poter sentire lo splendido profumo che emanano i tuoi capelli che
mossi si adagiano sulle tue spalle.

Senza guardare da nessuna parte cerchi di spiegare in modo sconnesso ed imbarazzato.

“Signor Vicepreside &egrave successa una cosa tremenda nella 1^ E, quei ragazzi sono incontenibili ed oggi hanno superato ogni limite”.

Il fiato rotto dall’agitazione mentre le mie mani scorrono sulle spalle scendendo lente verso la schiena in un abbraccio che
poco lascia alla fantasia.

“Dimmi professoressa, cosa hanno fatto quei monellacci per sconvolgerti tanto?”

Serri le labbra e chiudi gli occhi mentre il mio indice percorre il tessuto troppo sottile di quella camicia bianca andando a cercare
la clip del reggiseno.

“Ero a lezione” e ti fermi mentre la mia mano indugia ora sul bordo della gonna.

“Dimmi troia, eri a lezione e poi?” ti sussurro nell’orecchio mentre con una mano avvolgo la tua splendida coppa 3S per stringere il tuo seno.
Troppo vicino per non poterti accorgere della erezione che preme sulla tua gonna.

“Mi scusi forse &egrave meglio che vada, non &egrave successo nulla”..cerchi di liberarti.

“No troia, adesso mi racconti tutto quello che hanno fatto quei monellacci” ed inizio a scorrere con le dita sul bordo del reggiseno
premendo sempre da dietro sulla tua gonna, avvolgendoti tutta in una stretta dalla quale non riesci a liberarti.

“Ma…no…non posso…”

“Si che puoi puttana, entri nel mio ufficio di corsa e senza chiedere permesso e adesso puoi, anzi, DEVI fare tutto quello che voglio, conosci le regole”.

“Ero a lezione e mentre ero intenta a spiegare i motivi che spingono l’Innominato a pentirsi, ho visto D in seconda fila che aveva infilato una mano
nella tuta e si stava masturbando” tutto d’un fiato senza pensare, così sconvolta come quando sei entrata.

“Ah vedo che non sono l’unico a cui fai venire il cazzo duro puttana…e tu cagna come hai reagito?” rido sarcastico prendendo la tua mano e portandola sui pantaloni.

Infilo una mano sotto la gonna scostando gli slip e premendo un dito sul clitoride. Sei bagnata e mordi le labbra quando infilo due dita dentro.

“vedi cagna quanto sei bagnata, deve aver sentito l’odore della tua figa vogliosa!!!! Adesso mostrami cosa ha fatto…”

La tua mano, spinta dalla mia, va sul mio pantalone. Senti il cazzo duro sotto il tessuto e ti costringo a stringerlo tutto e muovendoti la mano inizio a massaggiarlo.
Non riesci a parlare, sei bloccata, imbarazzata.

“Ti ho detto di farmi vedere cosa stava facendo troia, vuoi che ti insegni come prendere in mano un cazzo? Muoviti! non ho tutto il giorno per te!”

Rossa in viso ti abbassi spinta dalle mie mani che accarezzandoti i capelli ti costringono ad inginocchiarti.
Slacci il pantalone e vedi schizzare fuori il mio cazzo che titubante stringi tra le mani.

“Forza puttana…mettiti una mano tra le cosce” ti incito mentre inizi più decisa a segarlo.

Vedo il tuo sguardo languido, segno del piacere e dell’eccitazione che aumentano mentre muovi frenetica la mano tra le tue cosce ed allo stesso ritmo muovi sul mio cazzo che &egrave ormai turgido e scappellato.

“Adesso succhiamelo troia e fammi svuotare” ordino prendendo la testa e spingendola verso la cappella rossa. Premo sulle labbra, penetro la tua bocca
come una figa stretta, aprendola ed arrivando fino in gola. Hai un conato di vomito quando senti la cappella spingere sulle tonsille.

Frenetico scopo la tua bocca tenendoti bloccata mentre le tue dita affondano sempre di più tra le tue cosce.

“Godi puttana, godi del mio sapore”…aumentando il ritmo riverso nella tua bocca, direttamente nella tua gola, tutto il mio seme, mentre il tuo sguardo rivolto verso l’alto mi fa capire che
l’orgasmo ti ha travolta.

“Bene professoressa, prendo nota della sua segnalazione e convoco un consiglio di classe per domani mattina alle 9.”
Sei ancora in ginocchio ansimante e sbalordita mentre mi riallaccio la cintura tornando al mio posto.

“Mi raccomando professoressa, sia puntuale. Si ricordi che dovrà spiegare ai suoi colleghi l’accaduto, non sia troppo timorosa, ci sarò io a tenerla accesa”.

Sorrido e ti congedo.

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