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La professoressa ricattata discende nella lussuria parte 2

By 15 Febbraio 2020No Comments

Quando Giovanni arrivò alla porta si girò e disse a Sara, “Seguimi due passi dietro di me e comportati normalmente”

Come poteva comportarsi normalmente. I suoi capezzoli si stavano sfregando con la camicetta ad ogni passo, la sua figa era nuda sotto la gonna e, contro la sua volontà, si stava bagnando sempre più ad ogni secondo.

Con la camicetta mezza sbottonata, come le aveva ordinato Giovanni, si sentiva di mostrare più mercanzia di quanto fosse accettabile. “Si, signor Giovanni” rispose.

Giovanni aprì la porta e condusse la professoressa sconfitta attraverso i corridoi della scuola verso il parcheggio. La macchina di Sara era parcheggiata nell’ormai vuoto cortile della scuola. “Mi dia le chiavi” , richiese Giovanni.

Giovanni si sedette al posto del conducente mentre Sara a quello del passeggero. “Alzi la gonna professoressa”.

Sara la alzò leggermente.

“Più in alto”.

Sara la alzò fino a quando copriva a malapena la sua figa zuppa.

Giovanni accese la macchina e iniziò a guidare in direzione della casa della professoressa. A circa una ventina di minuti di distanza. ” Dobbiamo fermarci in un negozio prima di casa”

Il cuore di Sara si fermò un attimo e si ritrovò a pregare che Giovanni non la facesse entrare nel negozio con le sue tette e la sua figa così esposte.

“Mi dica professoressa, avete dei sex toys a casa?”

Sara non poteva credere che il suo studente le chiedesse una cosa del genere “Un vibratore, signor Giovanni”

“Nient’altro?”

“E’ tutto signor Giovanni”.

Giovanni fermò la macchina nel parcheggio di un supermercato. Questo era un supermercato molto grande, con un area passatempi, un’area per animali e un’area abbigliamento. “Andiamo professoressa, abbiamo un pò di shopping da fare, si ricordi 2 passi dietro di me”.

Sara si abbassò velocemente la gonna senza dare nell’occhio e uscì dalla macchina. Faceva un pò fresco e sentì i suoi capezzoli indurirsi leggermente. Si precipitò seguendo il giovane e atletico studente attraverso il parcheggio.

“Ha contanti o carta di credito con lei professoressa?”.

“Si Giovanni, ho entrambi”.

Giovanni si fermò e si voltò verso la sua professoressa “Come mi hai chiamato?”

“Gio… mi scusi signor Giovanni”.

“Sbottoni un altro bottone”.

“Per favore signor Giovanni. Mi dispiace”.

“Vuole che siano due bottoni professoressa?”

“No” disse Sara sbottonando il terzo bottone della sua camicetta. Ella sapeva che se si muoveva troppo in fretta avrebbe fatto uscire i suoi seni. Doveva muoversi piano.

“Prenda un carrello professoressa” Giovanni disse entrando nel supermercato.

Sara fece come ordinato e seguì Giovanni attraverso il supermercato verso l’area per animali domestici. “Prendiamo un collare per la mia nuova cagnolina, provi questo professoressa” disse Giovanni porgendole un collare sobrio nero.

“Qui?”

“Professoressa non mi piace ripetermi, se non vuole fare quello che le chiedo se ne può tornare a casa ed essere sicura che le foto saranno distribuite per lunedì. Ora si metta il collare”

Guardandosi intorno Sara mise il collare attorno al suo collo “E’ della taglia giusta Signor Giovanni”

“Vediamo, chiudilo”

Sara chiuse il collare attorno al suo collare, era della taglia giusta.

“Ora un guinzaglio, si spinga verso l’alto e prenda quella rossa professoressa”

Sara mise le mani sul collare per toglierlo prima che qualcuno la vedesse.

“Lo lasci al suo posto per ora professoressa”.

Sara si spinse verso l’alto per prendere il guinzaglio ma si rese subito conto che facendo cosi i suoi seni uscivano dalla camicetta. Usò una mano per tenere ferma la camicetta mentre con l’altra si spingeva per prendere il guinzaglio.

Giovanni attaccò il guinzaglio al collare, “Sembra perfetto. Li metta nel carrello professoressa”.

Sara ebbe difficolta a togliersi il collare senza che nessuno la vedesse e senza che Giovanni si arrabbiasse perché era troppo indietro.

Giovanni si diresse verso l’area per la casa, dove prese dei piccoli bastoni di legno duro di lunghezza circa 70 cm, delle strisce per il bucato, delle viti ad occhio e delle mollette. Si diresse poi verso le verdure dove prese tre cetrioli, delle carote, del peperoncino. Prese infine due scatole di ghiaccioli dall’area congelati.

Sara diventava sempre più nervosa guardando quello con cui riempiva il carrello.

Un ultima cosa, disse Giovanni dirigendosi nuovamente verso l’area casa dove prese 12 candele di cera d’api.

“La aspetterò in macchina” disse Giovanni lasciandola alla cassa, “Si sbrighi”.

Anche se tutti quegli oggetti erano di per sé innocenti sapeva che in realtà sarebbero tutti stati usati su di lei. Sara pagò tutta rossa in viso, con il seno e i suoi capezzoli duri appena nascosti dalla camicetta e con una figa incredibilmente zuppa.

Sara mise tutto nel cofano e poi salì in macchina. “La gonna”

Sara alzò rapidamente la gonna fino a quando copriva a malapena la sua figa come prima.

“Fermiamoci un attimo a mangiare” disse Giovanni “Ha fame?”

“Non ho fame”

Sberla. “Signor Giovanni”

“Ow.. mi dispiace signor Giovanni”

“Alza ancora la gonna, deve capire professoressa che, ogni volta che mi disobbedirà perderà qualcosa. E ovviamente sa cosa succede se si rifiuta completamente di obbedire”. Giovanni guidò fuori dal parcheggio mentre Sara alzava ancora la sua gonna. Si vedeva la sua figa. Si sentiva come una bambina che veniva punita per essersi comportata male.

Sara stette zitta mentre Giovanni guidava verso il drive in del Mc Donald’s.

“Non tocchi quella gonna professoressa. Cosa vuole mangiare?”

“Niente signor Giovanni”

La professoressa umiliata cercò di sprofondare nel sedile mentre Giovanni ordinava un menu completo per lui e due gelati alla vaniglia.

Giovanni fermò la macchina in un posto nascosto nel parcheggio del Mc.

“Apra la sua camicetta completamente professoressa”

“Mentre mangio voglio che lei mi intrattenga massaggiando le sue grosse tette con questo gelato alla vaniglia. Faccia attenzione a non sporcare la camicetta”. 

La professoressa sedeva nel parcheggio del Mc Donald, camicetta aperta e seno esposto insieme al suo studente di quinta e si spalmò il freddo gelato alla vaniglia su tutte le tette. Sara voleva obbedire a Giovanni. Il freddo del gelato causò i capezzoli ad indurirsi fino al punto di essere doloroso. “Ne metta un pò anche sulla figa”

La professoressa inzuppò le dita nel gelato e lo spalmò su tutta la figa. “Anche dentro professoressa”.

Il respiro cominciò a mancarle mentre le sue dita si muovevano da sole. Sara si sditò per una ventina di minuti mentre Giovanni mangiava con calma. Sara, anche se non se lo perdonava, diventava più vogliosa ogni secondo che passava.

Quando si stava avvicinando a venire Giovanni le ordinò di smettere e accese la macchina. “Non tocchi nulla”.

Sara restò così durante tutto il viaggio verso casa, pulendosi le sue dita succhiandole come le aveva ordinato Giovanni. Il sapore misto di gelato e figa la fece quasi vomitare. Era contenta di non essere venuta in questa situazione ma aveva un fuoco nella sua figa che chiedeva con forza di essere soddisfatto.

Giovanni parcheggiò davanti al garage di casa sua. “Porti dentro le cose e mi raggiunga in bagno. E’ disgustosa professoressa”.

Questo è il mio primo racconto, scrivetemi cosa ne pensate e come vorreste che la storia continuasse a mastersole95@yahoo.com. 

A presto.

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