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Racconti Erotici Etero

La puttana ufficiale della comitiva.

By 31 Gennaio 2018Dicembre 16th, 2019No Comments

Come mi chiamo? Poco importa il mio nome. La cosa più importante da sapere &egrave che Sabrina mi aveva sempre mandato al manicomio. Quando la vedevo o quando sentivo parlare di lei perdevo completamente la ragione.
Sono innamorato fradicio di Sabrina fin da quando eravamo ragazzi; sì perché siamo coetanei, e spesso abbiamo frequentato anche gli stessi luoghi di aggregazione, anche se lei in realtà non si era mai accorta di me, perché sono sempre stato un ragazzo molto timido. Ma ho fatto cose di cui non vado molto fiero, per esempio ho spiato più volte Sabrina al centro commerciale, facendo dei veri e propri appostamenti degni di un agente segreto. Come sapete Sabrina era proprietaria di un negozio di intimo ubicato al secondo piano di un grosso centro commerciale, e per molti anni sono andato lì con la speranza di poterla vedere, di potermi incantare guardandola armeggiare con la lingerie più provocante che c’era in commercio, e osservarla mentre con il suo atteggiamento amorevole si occupava dei suoi clienti.
Poi ad un certo punto lei se n’&egrave andata, e la gestione del negozio &egrave passata nelle mani di sua figlia Moana, che per carità era una bambola del sesso al pari di sua madre, una bionda col potenziale di una pornodiva, ma Sabrina per me era l’apoteosi dell’erotismo. Quando la vedevo passeggiare nel centro commerciale, per esempio quando si allontanava dal negozio per andare a bere un caff&egrave al bar, mi assaliva un eccitazione incredibile, era come se mi stesse per venire un attacco cardiaco, perché lei era il sesso in persona, una specie di divinità, e mi bastava di vedere le sue forme per capirlo, le forme che lei valorizzava e metteva in mostra per soddisfare il suo lato esibizionista. Perché diciamocelo, Sabrina un po’ esibizionista lo &egrave. I suoi leggings stretti (qualche volta di pelle) che mettevano in risalto le forme del suo culo burroso e le sue generose scollature parlavano chiaro. Le sue enormi tette erano spesso alla mercé di tutti, e non indossava mai il reggiseno, per cui quando camminava potevi vedere le sue tette cozzare l’una contro l’altra, e spesso avevi l’impressione che potessero uscire fuori da quelle scollature oscene e da quelle camicetta abbottonate solo a metà.
Guardare Sabrina faceva lo stesso effetto che guardare un film hard rigorosamente vietato ai minori di diciotto anni; ti veniva subito duro. Io la guardavo, &egrave vero, ma non ho mai tentato un approccio, perché non avevo abbastanza coraggio per farlo. Però non potete neppure immaginare quanto mi sarebbe piaciuto farlo. Mi sarebbe piaciuto avvicinarmi e dirle: ‘ciao Sabrina, tu non mi conosci, ma io quando ti vedo perdo la ragione. Tu sei la donna dei miei sogni, il mio desiderio proibito da sempre’. E certe volte chiudevo gli occhi e immaginavo lei che dopo aver ascoltato queste parole mi prendeva per mano e mi portava a casa sua, e facevamo l’amore, e lei per farmi venire mi faceva una colossale spagnola con le sue meravigliose tette. Poi riaprivo gli occhi e mi rendevo conto che quella cosa non sarebbe successa mai.
Tutto sarebbe rimasto invariato, lei per me non poteva che essere un desiderio irraggiungibile. Eppure Sabrina non era una moglie fedele, quindi un tentativo avrei pure potuto farlo, ma il guaio &egrave che non riuscivo a farmi avanti. Ogni volta che ci pensavo, per esempio quando ero al centro commerciale e lei era al bar a prendere un caff&egrave, mi bloccavo diventando come una statua di granito. Avrei potuto avvicinarmi a lei e magari abbordarla con qualche sistema frivolo, per esempio offrendomi di pagarle il caff&egrave, ma ogni volta mi paralizzavo e non riuscivo a farmi avanti.
Il fatto che mi faceva più male &egrave che sarebbe bastato veramente poco per farlo, perché mi accorgevo che gli altri uomini ci riuscivano, e lei si lasciava abbordare con una facilità incredibile, tanto che mi veniva da chiedermi come facesse suo marito a sopportare questa cosa. Sabrina era una donna molto socievole, quindi al primo tentativo di rimorchio lei ti dava già il suo numero di telefono, e se ti giocavi bene le tue carte potevi aspirare di certo a una delle sue spettacolari spagnole.
Sì, Sabrina era una po’ puttana, tanto &egrave vero che l’avevano ribattezzata Sabrina Bocca e Culo. Ma questo non intaccava neppure un po’ la passione che avevo per lei, anzi, mi confermava maggiormente il fatto che lei era una specie di dea del sesso. Forse era per questo che suo marito sorvolava sull’aspetto zoccolesco (perdonatemi questo neologismo) di sua moglie, perché in fin dei conti a una donna come Sabrina perdoneresti qualsiasi cosa, anche il fatto che non riusciva a fare a meno di andare a letto con altri uomini. La monogamia era per lei un concetto sconosciuto. Ma pur di averla come moglie, a quanto pare suo marito era disposto anche ad accettare questa cosa.
Ma in fin dei conti, come dargli torto? Anche io al posto suo avrei fatto lo stesso. Avrei accettato volentieri di vederla farsi montare da altri uomini; il fatto di sapere che poi alla fine lei sarebbe rimasta l’angelo del mio focolare mi sarebbe bastato a passarci su.
Come dicevo all’inizio, io e Sabrina eravamo coetanei, e spesso abbiamo frequentato gli stessi luoghi di aggregazione, e abbiamo avuto anche molti amici in comune, ma lei non si &egrave mai accorta di me, perché io a causa della mia insicurezza sono sempre stato una specie di fantasma, nel senso che seppure stavo in un contesto con altre persone neppure ti accorgevi di me, perché me ne stavo in un angolino buono buono senza dire nulla, soprattutto poi se in questo contesto c’erano delle ragazze. Andavo nel panico più totale. Forse &egrave per questo che non ho mai avuto una donna in vita mia.
Ricordo ancora una pasquetta di tanti anni fa. Ero stato invitato da un amico che avevo in comune con Sabrina, ma lei probabilmente era troppo impegnata a porcheggiare con tutti i maschietti presenti per accorgersi di me, che me ne ero rimasto in disparte (a causa della mia maledetta timidezza) a guardare la mischia di mani che si accalcavano con voracità sul suo corpo. Sabrina, nonostante alla festicciola ci fossero altre ragazze, dimostrò di essere la vacca ufficiale della situazione, permettendo ai ragazzi di farle cose (tipo sculacciate e palpate energiche alle tette) che le altre ragazze non avrebbero permesso mai e poi mai.
Prima di quella famosa pasquetta in campagna già avevo sentito parlare della mitica Sabrina Bocca e Culo. Dico ‘mitica’ perché era un mito per noi maschietti. L’unica che si offriva a chiunque in modo indiscriminato; bastava farsi avanti e lei faceva per te cose che avresti visto soltanto in un film porno. Cose che avrebbero fatto inorridire la maggior parte delle sue coetanee. Quindi, come dicevo, già avevo sentito molte storie porchissime sul suo conto, ma in quell’occasione (appunto la festicciola in campagna) ebbi modo di vederla e di constatare che quello che dicevano era vero: Sabrina era davvero una gran troia. Ricordo per esempio che ogni tanto qualcuno le dava una bella pacca sul sedere, e lei ogni volta faceva finta di arrabbiarsi, ma si vedeva chiaramente che le piaceva un casino.
Alla festa c’era anche quello che poi sarebbe diventato suo marito, il quale come me se ne rimase in disparte. Non erano ancora neppure fidanzati, eppure lui era molto infastidito da come i maschietti trattavano la sua futura moglie. Quasi come se in qualche modo sapesse che un giorno Sabri sarebbe stata la donna che avrebbe portato all’altare, e proprio per questo motivo il fatto che tutti i maschietti le ronzavano intorno palpandola e sculacciandola continuamente lo faceva stare d’umore nero. Probabilmente lui era l’unico maschio con il buon senso di vedere Sabrina per quello che era, e cio&egrave una ragazza bisognosa d’amore. Io e gli altri probabilmente, accecati dai bollori giovanili, in lei non riuscivamo a vedere altro che una puttana. Sì, anche io sono colpevole di questo, anche se me ne ero rimasto a distanza, ma lo avevo fatto con lo spirito voyeuristico che alimenta i guardoni che vanno nei parcheggi a spiare le coppiette che fanno l’amore. Io guardavo ma non toccavo, ma guardavo con eccitazione, con malizia, senza alcun rispetto, come se Sabrina fosse una bambolina del sesso creata appositamente per far godere gli uomini. Lo so che questo &egrave sbagliato, ma era proprio così che lei appariva ai miei occhi.
Discorso diverso invece per quello che poi sarebbe diventato suo marito, che invece la guardava con gli occhi dell’amore, in quel momento carichi di insofferenza e rabbia per il modo in cui gli altri stavano trattando la sua futura moglie. Lui non la vedeva come una bambolina del sesso come invece facevamo noi, e per questo motivo credo che Sabrina abbia preso la decisione giusta di diventare sua moglie. In fin dei conti lui era l’unico tra tutti noi a meritarsi una donna così speciale.
La seconda volta che vidi Sabrina Bocca e Culo fu la settimana successiva; ricordo che ero in centro con gli amici nel nostro solito luogo di ritrovo, un bar che si chiamava Jazz Caf&egrave, un posto tristissimo se ci ripenso, eppure era il ‘nostro’ bar, il luogo in cui ci riunivamo. Ebbene, quel giorno mi dissero che era il compleanno di un certo Pier Vittorio, un nostro coetaneo che conoscevo appena. Non era esattamente un membro della nostra comitiva, piuttosto era uno che saltuariamente si aggregava a noi. Mi dissero che avevano preparato per lui una sorpresa davvero speciale.
‘Oggi lo facciamo diventare un uomo’ mi dissero.
‘Che vuol dire?’ chiesi.
‘Giuliano ha chiesto a Sabrina Bocca e Culo di sverginarlo’.
A questo punto &egrave meglio che faccia delle precisazioni: Pier Vittorio era un verginello di quelli che ce l’avevano scritto in faccia. In fin dei conti molti di noi lo erano, anche io lo ero, ma di Pier Vittorio lo sapevano tutti, e questa cosa lo aveva reso un po’ una macchietta. Invece Giuliano era il playboy del gruppo, e con Sabrina aveva un rapporto speciale: lei era la sua amante fissa. Dico ‘amante’ perché Giuliano aveva una fidanzata ufficiale di nome Manuela. Ma erano più le volte che andava a letto con Sabrina che con lei. Pare che Sabrina avesse perso la verginità anale proprio con Giuliano. Ho sempre avuto l’impressione che lei fosse innamorata persa di Giuliano, ma che lui la usava solo come un buco da riempire. Con lei riusciva a fare tutte le cose che la sua fidanzata non gli permetteva di fare. E lei in questo lo accontentava su tutto, perché era come se in presenza di Giuliano perdesse completamente qualsiasi freno inibitorio (ammesso che ne abbia mai avuti di freni inibitori).

Continua…

Link al racconto:
http://paradisodisteesabri.blogspot.it/2018/01/sabrina-mi-manda-al-manicomio.html

Ricordo che l’appuntamento con Giuliano (e quindi con Sabrina) era sotto casa di Pier Vittorio. Lei era vestita come suo solito in modo porchissimo; aveva un abito rosso oscenamente corto che le metteva a nudo le sue spettacolari cosce nella sua interezza, e che a stento riusciva a nascondergli il culo, quel culo tanto ambito e da molti maschietti molto apprezzato per la sua particolare disponibilità nell’accoglierli. Il vestito aveva inoltre una generosissima scollatura da cui le sue tette non facevano che scivolare continuamente fuori, e lei ogni tanto le infilava di nuovo dentro (ma inutilmente, perché dopo cinque minuti uscivano di nuovo). Quando la vidi mi venne un tremore eccezionale, quasi come se avessi i sintomi influenzali; Sabrina era uno spettacolo della natura, e io di fronte a lei diventavo di pietra, incapace di fare qualsiasi cosa. Tutti i miei amici invece sembravano a proprio agio con lei, e la palpeggiavano e la stuzzicavano nei punti più proibiti, e lei se lo lasciava fare, come se da quell’orgia di mani sul suo corpo ne traesse piacere e divertimento. Eppure, mi chiedevo, come mai Giuliano lasciava che i suoi amici facessero di Sabri quello che volevano? Ovviamente perché per lui Sabrina non contava nulla, era solo un giocattolo con cui sollazzarsi, un giocattolo da condividere con i suoi amici. Probabilmente se avessero fatto la stessa cosa con la sua fidanzata, Manuela, allora Giuliano avrebbe spaccato la faccia a tutti. Con Sabrina era differente. Sabrina era la puttana ufficiale della comitiva.
Vi siete mai chiesti il motivo per cui Sabrina nonostante avesse avuto rapporti anali e orali con moltissimi uomini non era mai riuscita a trovare un fidanzato prima dell’arrivo di Stefano? Ebbene io mi sono fatto la mia idea, che &egrave la seguente: Sabrina era all’unanimità considerata un buco da riempire, una ragazza con cui fare cose che le altre ragazze avrebbero considerato immorali. Insomma, per la maggior parte degli uomini che erano andati a letto con Sabri lei non era, nella maniera più categorica, una donna da sposare. In fin dei conti chi &egrave che vorrebbe in moglie una donna che si &egrave fatta impalare dalla metà della popolazione maschile della città?
Sabrina era perfetta come amante, come giocattolo con cui divertirsi, ma non certamente come moglie. E si sa che gli uomini poi alla fine scelgono di sposare le ragazze meno sfrenate sessualmente, perché preferiscono avere una moglie che magari a letto &egrave un pezzo di ghiaccio piuttosto che avere una donna accanto con un passato da zoccola. Come se avere una consorte con un passato da mangiatrice di uomini fosse un disonore. Io ovviamente rifiuto questo pensiero; se ami una donna poco importa quale sia il suo passato. Però si sa, il maschio medio &egrave fatto così, vuole la moglie casta e l’amante porca.
Poi &egrave arrivato Stefano ed &egrave sbocciato l’amore. Ma a quanto pare lui, da quello che ha raccontato in alcuni dei suoi post, era completamente all’oscuro del passato maialesco di Sabrina. Lo ha scoperto soltanto alcuni mesi dopo il loro fidanzamento. Ma il fatto di averlo scoperto non aveva cambiato di una virgola il loro rapporto, anzi, Stefano sembrava eccitato all’idea di essere il fidanzato di quella che tutti chiamavano Sabrina Bocca e Culo. Perché essenzialmente (e non &egrave un segreto, d’altronde i diretti interessati lo hanno confessato più volte) in Stefano alberga da sempre un istinto cuckold, un’irrefrenabile passione nel vedere la propria donna fare l’amore con altri uomini. Certe volte penso che solo un uomo con questa tendenza avrebbe potuto sposare una donna come Sabrina. Solo se godi nell’essere cornificato allora puoi essere felice di avere una moglie come lei. E quindi proprio per questo motivo credo che Stefano e Sabrina siano la coppia perfetta: lei adora avere rapporti con altri uomini, e a lui piace guardare. Magari c’&egrave chi non lo condivide, &egrave ovvio, ma questo meccanismo era sempre riuscito a tenere vivo il loro matrimonio (a differenza di altri matrimoni che secondo l’opinione comune sono senza macchia e che poi scoppiano come una bolla di sapone).
Ma ritorniamo al racconto che avevo cominciato nel post precedente, ovvero quando mi trovai in qualità di spettatore al compleanno di Pier Vittorio, e i miei amici gli avevano preparato una sorpresa veramente speciale, cio&egrave Sabrina vestita come un pornodiva e pronta per essere penetrata. Il penetratore era appunto il festeggiato, Pier Vittorio, che era da sempre bonariamente deriso per il fatto che aveva ventiquattro anni ed era ancora vergine.
In effetti lui era il più ‘anziano’ di tutti noi, che avevamo tra i diciotto e i vent’anni, e nonostante fosse il più anziano era anche uno dei pochi ad essere ancora vergine. In verità anche io non avevo mai avuto rapporti con una donna, però loro non lo sapevano. Io ero stato più furbo rispetto a Pier Vittorio, il quale si era beccato la nomina di verginello del gruppo. Io ogni tanto andavo su Internet (che allora non era così utilizzato come adesso) e scaricavo delle immagini di ragazze, le stampavo e me le attaccavo con il nastro adesivo sul diario di scuola, e poi facevo credere ai miei amici che erano ragazze con cui avevo fatto l’amore. E loro, stupidamente, ci credevano. Quindi si erano fatti di me un’idea per cui ero uno che aveva molta fortuna con le ragazze. Invece non era niente vero. Ero uno sfigato come Pier Vittorio, ma loro non potevano saperlo.
In ogni modo entrammo in casa con ‘il regalo’ per Pier Vittorio e lui iniziò a tremare tutto per l’imbarazzo e per l’eccitazione. I suoi genitori non erano in casa, come sempre (stavano tutto il giorno a lavoro, avevano un emporio al centro aperto senza sosta dalla mattina alla sera).
‘Sorpresa!’ gridarono in coro. Io no, io ero come vi dicevo nel post precedente come pietrificato, come tutte le volte che c’era Sabrina. La sua presenza mi eccitava così tanto da rendermi quasi privo di vita.
‘Oggi, mio caro Pier Vittorio, ti facciamo diventare un uomo!’ esultò Giuliano, che prese una mano di Sabrina e la sollevò, e poi le fece fare un giro su se stessa affinché Pier Vittorio potesse ammirarla in tutto il suo splendore. ‘Guarda qui quanta bella roba. E il bello &egrave che per oggi appartiene a te e puoi farne ciò che vuoi’.
Pier Vittorio era nel panico, era come se non sapesse cosa fare e come comportarsi. Mi verrebbe da dire che era quasi come se fosse terrorizzato da Sabrina. Poi ad un certo punto sentii una cerniera lampo che si abbassava; era uno del gruppo che si era tirato giù la zip dei jeans e aveva tirato fuori il suo cazzo eretto fino all’inverosimile. Poi si rivolse a Pier Vittorio e gli chiese:
‘Cosa ti prende? Non lo sai come si fa? Guarda, adesso ti faccio vedere io’ a quel punto si mise dietro Sabrina, le alzò il vestitino e le spostò il sottile lembo di stoffa del perizoma, e si fece strada con la sua enorme sventola tra le sue natiche, premendo la cappella turgida contro l’orifizio anale. Con una spinta glielo fece entrare tutto dentro fino alle palle, poi la prese con decisione per i fianchi e iniziò a incularla davanti a tutti. ‘Vedi? &egrave molto semplice. Glielo sbatti in culo e poi te la fotti così, come sto facendo io’.
Devo dire che mi stupì molto la tranquillità e la naturalezza con la quale Sabrina si era lasciata penetrare, proprio lì, davanti a tutti. Come se non provasse alcuna vergogna nel farlo, e come se il senso del pudore non sapesse neppure cosa fosse. Ma la penetrazione durò poco, perché Giuliano con una spinta lo allontanò da lei.
‘Dai, non fare lo stronzo’ gli disse. ‘&egrave il compleanno di Pier Vittorio, non il tuo’ poi andò dal festeggiato e, dal momento che non prendeva alcuna iniziativa, gli mise le mani sulle spalle e lo guidò con la forza verso la sua stanza, e Sabrina gli andò dietro pronta ad eseguire ciò che le era stato chiesto di fare. Li vidi sparire dentro la stanza tutti e tre, ma Giuliano uscì quasi subito e si chiuse la porta alle spalle. A quel punto non vidi più nulla, quindi non so come andarono le cose. So soltanto che Sabrina fece l’amore (anale) con Pier Vittorio, e che quindi da quel giorno smisero di considerarlo il verginello ufficiale della comitiva.

Continua…

Link al racconto:
http://paradisodisteesabri.blogspot.it/2018/01/la-moglie-casta-e-lamante-porca.html A questo punto Sabrina per me era già diventata un vero e proprio tormento erotico. Pensavo a lei in continuazione. Però ad un certo punto successe qualcosa e lei per un po’ sparì dalla circolazione; una settimana dopo la ‘sorpresa’ a Pier Vittorio infatti Stefano si fece coraggio e si dichiarò a Sabrina, e lei quindi diventò la sua fidanzata, ragion per cui smise di concedersi analmente e oralmente al primo che gli capitava a tiro. Sabrina quindi essersi trasformata in una fidanzata fedele, e devo dire con sommo rammarico da parte di tutti i maschietti che fino ad allora avevano usufruito delle sue cavità. La storia di Sabrina Bocca e Culo sembrava ormai finita, e sicuramente sarebbe rimasta nella storia, ma sembrava proprio che più nessuno (a parte Stefano) avrebbe più goduto del suo meraviglioso corpo. Ma invece, come ben sapete, le cose non andarono così. Dopo sei mesi di fidanzamento (e di fedeltà) Sabrina Bocca e Culo ritornò alla ribalta. Era successo qualcosa infatti che aveva modificato radicalmente il rapporto che c’era tra lei e Stefano; un vero e proprio cambiamento di rotta. Da coppia come tutte le altre erano diventati infatti una coppia cuckold, e quindi si ritornò a parlare di lei e delle sue nuove avventure erotiche, che adesso condivideva insieme al suo fidanzato (e ad altri fortunati maschietti).
Per me però non rimase che un ricordo. E ogni volta che pensavo a lei sentivo come una specie di scossa al cuore che mi faceva soffrire. Mi sarebbe piaciuto davvero tanto avere una donna come lei, infatti ho sempre pensato che Stefano fosse uno degli uomini più fortunati del mondo ad avere una moglie così, disponibile e aperta ad ogni tipo di esperienza. Io, come mi &egrave già capitato di dirvi, non sono sposato, però ho molti amici che invece hanno una moglie, con la quale però hanno una vita matrimoniale piatta e priva di emozioni. Per questo dico che Stefano &egrave l’uomo più fortunato del mondo, perché avendo Sabrina Bocca e Culo come moglie ovviamente la sua vita matrimoniale era tutt’altro che piatta.
Rividi Sabrina e Stefano diversi anni dopo, per pura coincidenza. In quel periodo frequentavo una spiaggia nudista che si chiamava ‘Il Solito Posto’, un lembo di costa adibito alla pratica del naturismo. Ci andavo perché mi piaceva guardare le coppiette che facevano l’amore; alcune di queste lo facevano davanti a tutti, senza nessuno scrupolo, forse per puro spirito esibizionista. E quando lo facevano c’era sempre uno folto numero di guardoni (tra cui io) pronti a godersi lo spettacolo. Altre coppie invece lo facevano in acqua, lontane da occhi indiscreti, ma i guardoni venivano attirati ugualmente. D’altronde vedere una coppia che fa l’amore &egrave uno degli spettacoli più belli che la natura possa offrire. E quindi o lo facevano in acqua o lo facevano sulla sabbia davanti a tutti, noi guardoni eravamo sempre pronti a riempirci gli occhi dell’amore degli altri.
La spiaggia era frequentata anche da un discreto numero di bull in cerca di coppie cuckold, pronte ad accogliere nel proprio dolce talamo un altro uomo. Si distinguevano da noi guardoni prima di tutto perché avevano cazzi più grossi e fisici più prestanti, e poi perché li vedevi che puntavano le coppie di innamorati, li studiavano, e poi partivano all’attacco e iniziavano la fase del rimorchio. A quel punto li vedevi andare via tutti e tre insieme, verso qualche motel, o forse a casa della coppia (o del bull). E io sarei voluto essere una mosca per poterli seguire e poterli spiare durante la monta.
E proprio in questo contesto rividi dopo anni Sabrina (e Stefano). Ormai si erano sposati, e me ne accorsi dal fatto che entrambi avevano la fede al dito. Ricordo che ero lì sulla riva e camminavo buttando di tanto in tanto un’occhiata discreta in direzione delle coppie che quel giorno avevano deciso come me di venire alla spiaggia nudista. Era una giornata apparentemente piatta, e le coppie a quanto pare non avevano molta voglia di porcheggiare. A parte qualche bacio appassionato e qualche carezza amorevole, non vidi da parte loro prendere alcuna iniziativa peccaminosa. Poi ad un certo punto mi accorsi di loro; erano distesi sui loro teli di spugna, al riparo di un ombrellone azzurro. Sabrina si stava rilassando compilando un blocco di parole crociate, e quindi era assorta in quella complessa operazione. Stefano invece si guardava intorno, preso da chissà quali pensieri. In principio feci fatica a crederci, infatti dovetti guardarli più e più volte prima di appurarmi definitivamente che erano loro. Avrei riconosciuto Sabrina tra migliaia di altre donne; solo lei sprizzava erotismo da ogni poro, e non so per quale motivo adesso sembrava essere diventata ancora più eccitante di prima. Adesso sembrava aver raggiunto una maturità che l’aveva resa ancora più porca di quando aveva diciotto anni. Adesso era diventata una donna.
Quando mi accorsi di lei fui investito di nuovo, dopo tanti anni, dalla stessa e identica emozione che si impossessava di me quando entrambi avevamo diciotto anni. Era una specie di eccitazione che mi provocava un senso di irrequietezza, dettato forse dal fatto che sentivo di volerla possedere, ma allo stesso tempo sentivo di non avere il coraggio per farmi avanti, perché lei era troppo, lei era ‘il sesso’.
A quel punto iniziai a spiarli da lontano, e nel frattempo pensavo che avrei potuto fare qualcosa, mettermi in gioco anche io, giocare la mia carta con Sabri. D’altronde chiunque aveva avuto questa possibilità, quindi perché io non potevo? Sarei potuto andare da loro e presentarmi, e dire a Sabrina: ‘ti ricordi di me? Tanti anni fa siamo stati amici’. Ma a quel punto lei mi avrebbe detto di no, che non ricordava, perché obiettivamente come già ho avuto modo di dire lei non si era mai accorta di me, perché io me ne ero rimasto sempre in disparte tutte le volte che avevo avuto l’occasione di frequentare luoghi in cui c’era anche lei. E allora avrei fatto la figura del fesso e quindi avrei perso un’altra possibilità di possederla. E quindi questa cosa mi fece paralizzare, e non riuscivo a muovere un muscolo, e non riuscivo a fare altro che starmene lì a guardare come uno stupido.
Ad un certo punto sentii un rombo di una motocicletta che proveniva dal punto di ingresso della spiaggia nudista e quindi la mia attenzione si concentrò sull’origine di quel suono assordante, che in qualche modo sconquassò il silenzio e la naturalezza di quel luogo che io consideravo quasi magico. L’autore di quel frastuono era una specie di vichingo, vestito di pelle e di borchie, un tizio che non esagero se dico che aveva l’apparenza di una persona poco raccomandabile.
Dopo essere sceso dalla sua Harley lo vidi farsi strada verso la spiaggia, e spogliandosi del tutto (come tutti noi) tirò fuori il suo enorme cazzo che fece venire l’acquolina in bocca a tutte le donne presenti. E infatti vidi Sabrina guardarlo con un certo interesse. Ma cosa ci trovava in quell’uomo delle caverne? Mi chiedevo. La risposta probabilmente era semplice.
E notai che anche lui guardava Sabrina con una certa insistenza, tanto che ad un certo punto si avvicinò a lei (e quindi anche a Stefano), e dopo aver scambiato due parole con loro vidi lei alzarsi e andare via con lui, senza neppure rivestirsi. Salì in sella alla Harley e lui si mise davanti, accese il motore e poi li vidi sparire. Quello che stavano andando a fare era piuttosto evidente. Il vichingo stava per farsi una scopata epocale con la mitica Sabrina Bocca e Culo. Stefano invece era rimasto sul suo telo di spugna, direi in paziente attesa di rivedere sua moglie ritornare dalla monta.
La mia attenzione si concentrò proprio su di lui, che a quanto pare l’idea che sua moglie stesse facendo l’amore con un altro uomo non lo infastidiva neppure un po’. Avrei voluto chiedergli come faceva a starsene lì come se niente fosse. Come aveva potuto permettere che potesse succedere una cosa del genere, e cio&egrave che un emerito sconosciuto si portasse via sua moglie?
Non lo stavo giudicando, badate bene, ero soltanto curioso di sapere. Volevo sapere tutto di Sabrina, di quello che le piaceva fare, di quali erano i suoi interessi, quali erano le sue posizioni preferite nel fare l’amore, e soprattutto avrei voluto chiedere a Stefano come faceva a convivere col fatto che per Sabrina lui non era l’unico uomo della sua vita. Perché era così; lui non era l’unico.
Non credo che su questo blog se ne sia mai parlato, ma Sabrina ha un tatuaggio dietro il collo. Piccolo, ma ce l’ha. &egrave una lettera, una G stilizzata. Molti uomini che sono andati a letto con lei si sono interrogati sul suo significato. Cosa voleva dire quella lettera? Ebbene, quella era la G di Giuliano, il vero grande amore di Sabrina. E allora ritorno alla domanda di prima: come faceva Stefano a sopportare l’idea di non essere l’unico uomo di sua moglie? Cio&egrave, ogni volta che lui faceva l’amore con Sabri, e magari lo faceva standole dietro, e quindi era costretto a vedere quella G tatuata dietro il collo, come faceva a non sbroccare dalla gelosia?
Sua moglie aveva l’iniziale del nome di un uomo che amava alla follia stampata dietro il collo. Vi rendete conto? Una cosa che avrebbe fatto perdere la ragione a qualsiasi uomo. Certo, le lettera era nascosta dai capelli, per cui non sempre si vedeva, ma c’era.
&egrave strano che debba essere io a parlarvi di quel tatuaggio; cio&egrave voglio dire che trovo inspiegabile il motivo per cui non ve ne abbiano mai parlato né lei né Stefano, perché quella lettera, quella G impressa sul quel corpo divino, ha un significato profondo, ed &egrave un elemento fondamentale per capire Sabrina. Ma a questo punto &egrave bene che vi spieghi l’origine della decisione di fare quel tatuaggio. Era stato Giuliano a chiederle di farlo, anche se lei in principio era contraria, ma lui aveva insistito molto e così Sabrina se l’era fatto fare. Il punto &egrave che lei era così innamorata, così accecata dall’amore che provava per Giuliano, che se lui le avesse chiesto di mettersi a quattro zampe completamente nuda nella via principale della città ululando come una cagna in calore, ebbene lei lo avrebbe fatto.
Ma che senso aveva quel tatuaggio dietro il collo? Era chiaro, per Giuliano era una specie di marchio, una dimostrazione del fatto che lei era sua. Per questo le aveva chiesto di farlo, perché tutti dovevano sapere che lei apparteneva a lui. E ogni volta che Sabri avrebbe fatto l’amore con qualcuno, quel tatuaggio sarebbe stato lì a ricordare all’ingroppatore di turno che nonostante Sabrina in quel momento si stesse lasciando montare, lei apparteneva solo ed esclusivamente a Giuliano. E quindi ritorno alla domanda di prima: come faceva Stefano a tollerare questa cosa? Quel tatuaggio era così eloquente, era come se dicesse: tua moglie appartiene ad un altro uomo. Come poteva Stefano chiudere gli occhi di fronte a questa cosa?

Continua…

Link al racconto:
http://paradisodisteesabri.blogspot.it/2018/01/sabrina-ritorna-alla-ribalta.html E proprio mentre mi ponevo queste domande vidi Stefano alzarsi dal suo telo e con passi decisi raggiunse la riva, e si mise a osservare l’orizzonte con le mani premute contro i fianchi. Io ero a pochi metri da lui e mi venne quasi spontaneo rivolgermi a lui e chiedergli:
‘Ma non ti sei accorto di quello che &egrave successo?’ e lui mi guardò in modo perplesso.
‘Di cosa stai parlando?’.
‘Di tua moglie’ continuai. ‘Non ti sei accorto che &egrave andata via insieme ad un altro uomo?’.
‘Certo che me ne sono accorto’.
‘E ti sta bene questa cosa?’.
‘Non capisco, chi sono io per decidere cosa deve o cosa non deve fare?’.
‘Cavolo, sei o non sei suo marito?’.
‘Certo che sono suo marito, ma non vedo il motivo per cui dovrei vietarle di fare le sue esperienze e di vivere la sua vita’.
‘Scommetto che trovi eccitante il fatto di sapere che la tua donna &egrave da qualche parte che sta facendo l’amore con un altro uomo’ dissi.
‘Beh sì, lo ammetto, mi eccita un casino’ e a quel punto notai che si era portato le mani sul davanti, per coprirsi l’attrezzo che intanto era diventato duro per via del fatto che stava pensando a Sabrina che si stava facendo montare da qualcun’altro. ‘La cosa che non capisco &egrave perché tu mi stia facendo questo interrogatorio. Alla fine neppure ci conosciamo. O forse sì? In effetti hai un volto che non mi &egrave nuovo’.
‘No, non ci conosciamo’ mentivo, ci conoscevamo eccome. Ricordate la famosa pasquetta in campagna? Ma probabilmente lui non aveva neppure fatto caso a me, perché era troppo preso a guardare Sabrina che si faceva spupazzare da tutti quanti. ‘Comunque mi dispiace, il mio intento non era quello di giudicarti. Lascia che ti offra qualcosa da bere allo chalet per farmi perdonare’.
La spiaggia aveva infatti uno chalet di legno con dei tavoli, e fu proprio lì che andammo, in attesa del ritorno di Sabrina.
Davanti a due calici di vino rosso, e al riparo di un ombrellone fatto di canne e paglia, Stefano iniziò a raccontarmi della sua vita insieme a Sabrina. Era come un fiume che scorreva inarrestabile, senza omissioni né tentennamenti, e con la sincerità di chi non ha nulla da nascondere, perché nonostante quello che dicevano sul conto della sua donna lui era molto orgoglioso di esserne il marito.
‘Sapevo fin dal principio che lei avrebbe avuto altri uomini oltre a me’ mi disse. ‘Avrei potuto sposarla, e infatti &egrave quello che ho fatto, ma non avrei potuto fare nulla per fare in modo che lei non avesse rapporti con altri uomini, perché per Sabrina il concedersi, il poter soddisfare gli uomini &egrave un istinto naturale. Fare l’amore &egrave per lei quasi l’unica ragione di vita. E soprattutto poterlo fare con una moltitudine di partner diversi. Ma il fatto che lei abbia continui rapporti con altri uomini non mi fa sentire un marito trascurato, perché poi dopo aver fatto l’amore lei ritorna sempre da me. Anche se a dirla tutta nel suo cuore non ci sono soltanto io, ma anche un altro uomo. &egrave così da sempre e io non ho mai avuto nulla da ridire su questa cosa. &egrave un dato di fatto. Punto’.
‘E chi sarebbe quest’altro uomo?’ gli chiesi, ma in verità lo sapevo bene di chi si trattava.
‘Si chiama Giuliano, ed &egrave stato il suo primo grande amore. E io ho dovuto rassegnarmi al fatto che lei, nonostante abbia deciso di sposare me, continuasse ad essere innamorata di lui. Me ne sono accorto la prima volta che abbiamo fatto l’amore. Era la prima volta per entrambi, infatti lei prima di farlo con me si concedeva soltanto analmente e oralmente. E ricordo che quando lo abbiamo fatto io ero dietro di lei, e la penetravo tenendola per i fianchi. Ad un certo punto ho notato che dietro il collo aveva un tatuaggio; era una lettera, la G di Giuliano. Allora capii subito che Sabrina non sarebbe mai stata soltanto mia, ma anche sua. Quel marchio indelebile parlava chiaro, era come se dicesse: puoi scopartela quanto ti pare, Sabrina resta mia. Ma nonostante questo io ho amato mia moglie e la amo tutt’ora in modo incondizionato, nonostante sia consapevole che lei appartiene anche ad un altro uomo. D’altronde non posso nemmeno pensare di competere con la capacità che ha lui nel far godere Sabrina. Li ho visti fare l’amore, e ti assicuro che lui &egrave un vero toro da monta, capace di girarsi e rigirarsi mia moglie come un calzino. E lei poi, dovresti vederla come gli brillano gli occhi in sua presenza, e dovresti sentirla quando grida di gioia mentre fa l’amore con lui. Non c’&egrave nulla da fare, lui &egrave il maschio alpha, e mia moglie &egrave sua di diritto, e io non posso fare altro che accettare il fatto che lei appartiene anche a lui, perché solo lui &egrave in grado di soddisfarla sessualmente. Gli altri uomini che vanno a letto con Sabrina non sono che delle semplici avventure. Lui invece no. Lui &egrave qualcosa che va ben oltre una semplice avventura. In ogni modo io ho sempre preteso dagli altri uomini che vanno a letto con mia moglie il rispetto. Non mi importa se le dai qualche sculacciate, d’altronde lei adora essere sculacciata, o se le sborri sul viso, o se mentre lo state facendo ti rivolgi a lei con epiteti poco lusinghieri tipo ‘vacca’ o ‘puttana’, l’importane &egrave che tu lo faccia in modo rispettoso’.
‘Ma tu cosa fai quando lei si fa scopare da altri uomini?’.
‘Di solito guardo. Ti garantisco che vederla fare l’amore &egrave uno spettacolo senza paragoni. Lo fa così bene da farti restare a bocca aperta’.
Dopo un’oretta dalla sua partenza, rivedemmo Sabrina ritornare alla spiaggia nudista insieme al suo stallone vichingo, il quale la fece scendere dalla sella della sua Harley e dopo averle dato una sonora pacca sul suo bel culone burroso se ne andò via lasciandosi dietro una nuvola di polvere. Vidi Sabrina venire verso di noi; le sue enormi tette cozzavano una contro l’altra, con un movimento molleggiante incredibilmente ipnotico.
La vidi imboccare il sentiero fatto di pedane di legno che conducevano dal varco della spiaggia fino allo chalet, con il suo passo deciso ed elegante, a testa alta, come una predatrice di uomini che ha appena messo a segno l’ennesima conquista. Con il suo corpo semplicemente divino, morbido e rotondo nei punti giusti, con una pelle ambrata e tempestata di goccioline di sudore, come se fosse cosparsa di olio di oliva che luccicava al sole e che la rendeva all’apparenza scivolosa e ancora più porca di quello che era. E con quella fighetta, depilata alla brasiliana, cio&egrave con una striscetta verticale di peli che scendeva verso le sue calde labbra, verso quell’accogliente alcova della passione e della lussuria.
Ebbene, tutto quel ben di Dio si stava avvicinando a noi, e io non potevo sopportarlo. Era un qualcosa di sublime, che mi sconvolgeva, mi accecava per la sua incredibile bellezza, ma allo stesso tempo mi terrorizzava. Dovevo assolutamente andar via, sennò rischiavo di avere uno svenimento a causa di un eccessivo attacco di panico. L’emozione di trovarmi di fronte a lei, completamente nuda, mi stava letteralmente facendo mancare i sensi. Così dissi a Stefano che dovevo andarmene.
‘Aspetta, mia moglie &egrave ritornata. Se vuoi te la presento’.
‘Magari un’altra volta’ risposi, e scappai via. Se fossi rimasto sarei stato colto dallo stesso malessere di cui ero stato spesso vittima a diciotto anni, quando vedevo Sabrina che si lasciava smanacciare a destra e a sinistra dai miei amici, e io mi pietrificavo, ero incapace di fare e dire qualsiasi cosa. Era un malessere derivato dal fatto di trovarmi di fronte ad una creatura peccaminosa, la personificazione del vizio, di cui avrei anche potuto godere del suo corpo, dal momento che Sabrina offriva i suoi buchi con tanta generosità non vedo perché non avrebbe dovuto offrirli anche a me, ma era il coraggio che mi mancava. Ed era questo che mi causava il malessere. La volevo, più di ogni altra cosa al mondo, ma non potevo averla, perché ogni volta che la vedevo andavo in tilt, come un flipper dopo che &egrave stato sballottolato per bene.

Continua…

Link al racconto:
http://paradisodisteesabri.blogspot.it/2018/01/g-di-giuliano-ovvero-sabrina-era-sua.html

Io sono soltanto uno dei tanti appassionati di Sabrina, che ha avuto l’opportunità di poterla vedere dal vivo, e che ha avuto l’occasione di poter assistere ad alcuni degli episodi più hard della sua carriera di vacca da monta: la pasquetta in campagna, l’iniziazione al sesso di Pier Vittorio e infine la scena del rimorchio alla spiaggia nudista. Dopo questi tre episodi l’ho vista altre volte al centro commerciale; lo confesso, ogni tanto andavo lì al suo negozio a spiarla, da dietro le vetrine, e ogni volta sentivo la stessa tensione che si impossessava di me tutte le volte che lei era nel mio campo visivo. Sentivo il sangue salirmi alla testa, e maledicevo il mondo perché non avevo avuto la possibilità di averla, nemmeno una volta, mentre molti dei miei amici ci avevano fatto delle porcate tremende. C’era un mio amico per esempio che una volta se l’era fatta, sia analmente che oralmente, e poi lei lo aveva fatto sborrare praticandogli una delle sue colossali spagnole. E questo amico inoltre mi aveva raccontato di averle fatto una cosa davvero porca, una cosa che aveva visto fare a Rocco Siffredi in un film con Bobbi Starr, e cio&egrave l’aveva portata in bagno (erano a casa di Sabrina, i suoi genitori non c’erano per non so bene quale motivo) e l’aveva afferrata per i capelli e le aveva spinto la testa nella tazza del cesso e poi aveva tirato lo sciacquone, e nel frattempo la inculava, e ogni tanto gli tirava su la testa fradicia per farle riprendere fiato, e poi di nuovo giù, andando avanti in quel modo per quasi dieci minuti, con Sabrina con la testa infilata nel cesso e lui che la penetrava senza sosta.
‘Credimi, le ho rotto il culo’ mi disse.
‘Ma dai, non ci credo!’ gli risposi.
‘Ah no? Stamattina l’ho vista che andava a scuola e non riusciva neppure a camminare’.
Avevo sentito un sacco di storie sul conto di Sabrina, storie di scopate epiche, ma questa davvero le batteva tutte. In verità non so se si tratti di una storia vera, perché se ne raccontano veramente tante sul suo conto, e molte racconti non corrispondono alla realtà, ma sono frutto della fantasia popolare. Però se questo racconto &egrave vero &egrave molto significativo per capire la mancanza di rispetto che avevano nei suoi confronti tutti gli uomini che si portava a letto, i quali la consideravano nient’altro che uno sborratoio, un caldo buco da riempire. In questo Sabrina era molto ingenua, nel senso che dava via i suoi buchi anche a chi forse non li meritava. Ma non so se si trattava di ingenuità o semplicemente del fatto che lei adorava fare l’amore, in tutte le sue forme, anche le più deprecabili. Molti dicevano che Sabrina era nata proprio per quello scopo, e cio&egrave far godere gli uomini. I suoi genitori avevano generato una macchina del sesso. Io non so a cosa credere, non so perché lo faceva, so soltanto che lo faceva divinamente, lo faceva secondo me perché le piaceva farlo e basta. Sabrina &egrave una donna a cui piace sperimentare di tutto, e chiaramente da sempre gli uomini hanno approfittato di questa sua caratteristica per renderla una specie di donna oggetto, una bambola del sesso con cui fare qualsiasi tipo di porcata.
Poi ad un certo punto Sabrina &egrave sparita dal centro commerciale. La mitica Sabrina Bocca e Culo si era ritirata a vita privata, e probabilmente non l’avrei più rivista. Al suo posto, nel negozio di intimo, adesso c’era sua figlia Moana, anche lei bella da morire come una pornodiva, ma diversa. Il corpo non era morbido come quello di sua madre, era certamente più statuario, come quello di una modella, perfetto sotto ogni punto di vista, ma se devo dirla tutta preferivo il culo burroso e le curve di Sabrina al corpo senza difetti di Moana.
Che poi di Moana dicono che &egrave stata concepita durante una gangbang, quindi &egrave sì figlia di Sabrina, ma suo padre potrebbe essere chiunque. Ma in verità questa &egrave una storia inventata. Moana ce l’ha un papà, ma non &egrave Stefano bensì Giuliano, l’uomo che da sempre Sabrina portava nel cuore.
Ora tutto quello che mi resta &egrave questa videocassetta, un rarissimo sex-tape di Sabrina in cui la si può ammirare in una gangbang amatoriale, l’unico ricordo che ho di Sabrina. E penso che la custodirò come la cosa più importante che ho. E ogni sera, quando ritorno a casa dal lavoro, la infilo nel videoregistratore e riguardo quelle immagini senza mai stancarmi.
Rivedo Sabrina in piedi, circondata dai suoi tre partner, che le tolgono i vestiti e iniziano a smanacciarla dappertutto. A turno iniziano a succhiarle le tette e ad affondare le loro dita nei suoi caldi buchi. Le sculacciate si sprecano, d’altronde il culo burroso di Sabrina sembra fatto apposta per questo. E lei non dice niente, anzi, sembra che più schiaffi sul sedere prende e più il suo livello di eccitazione sale. Giuliano &egrave l’unico che la bacia in bocca, gli altri due invece nonostante ci provino lei glielo impedisce girando la testa.
‘Ho detto niente baci in bocca’ dice ad un certo punto, come se ci fosse un accordo ben preciso tra lei e loro. Sembrava che solo Giuliano fosse autorizzato a farlo. D’altronde Giuliano &egrave l’uomo che da sempre Sabrina porta del cuore, invece gli altri due sono solo due cazzi che a breve gli entreranno in culo.
Poi Sabrina si inginocchia e prende i loro cazzi in bocca, uno alla volta, mentre con le mani sega gli altri due che sono rimasti fuori, e a turno li sbocchina tutti. Quando &egrave il turno di Giuliano lui le prende la testa con entrambe le mani e gli affonda il cazzo fino alla gola, e Sabrina (con le palle dell’uomo che ama premute contro il mento) fa quasi fatica a respirare, e il suo viso diventa di un rosso intenso, e gli occhi gli diventano umidi come se stesse per mettersi a piangere.
‘Ma che fai?’ chiede uno. ‘Così la strozzi!’.
‘Tranquilli’ risponde Giuliano. ‘&egrave una cosa che facciamo sempre. Ormai Sabri &egrave diventata un’esperta dei soffoconi’.
Sì, Sabrina faceva qualsiasi cosa con Giuliano, qualsiasi porcata che le chiedeva di fare, lei non riusciva a dirgli di no. Perché era pazza di lui.
Dopo il giro di pompini, nel video Sabrina viene messa a quattro zampe sul letto, e ad uno alla volta i suoi partner gli si mettono dietro a turno, gli afferrano i fianchi e infilano nel suo condotto anale i loro cazzi. Inizia la monta, e lei rimane lì impassibile, con il culo offerto a tutti, di tanto in tanto beccandosi un sonoro sganassone su una natica. Ad un certo punto si sente Giuliano che ammonisce uno dei suoi amici:
‘Vacci piano, sennò così gli sfondi il culo’.
‘Ma se ce l’ha già sfondato! Guarda che culo da vacca che c’ha’.
‘Ci facciamo una doppietta anale?’ chiede Giuliano.
‘Dai, mettigli in culo anche il tuo cazzone!’.
A quel punto c’&egrave la scena clou del video, e c’&egrave Giuliano che si stende sul letto, Sabrina gli sale sopra e lui le infila il cazzo nell’orifizio anale, e quello di prima mettendosi sopra di lei con le gambe ad arco si fa strada dentro insieme a Giuliano, e quindi inizia una doppia penetrazione anale degna di un capolavoro del cinema porno. Sabrina non fa una piega, sembra avere il buco del culo ben dilatato e allenato per fare questo genere di giochi. Probabilmente per lei non era la prima volta.
Dopo cinque minuti di doppia penetrazione i due partner che al momento stanno montando Sabrina prorompono in una copiosa sborrata interna, quasi simultaneamente. Sfilano i loro cazzi dal condotto anale e un rigoglioso rigagnolo di sborra inizia a defluire fuori. A quel punto l’altro (che ancora non ha sborrato) tappa il buco del culo di Sabri con la sua trave e inizia a fottersela senza ritegno; anche lui &egrave prossimo all’eiaculazione.
‘Puttana, beccati in culo anche la mia sborra!’ e con queste parole anche lui le inonda il retto.
Sabrina &egrave stremata, non riesce neanche ad alzarsi dal letto. I suoi tre partner se la ridono e commentano la buona riuscita dell’operazione. Ad un certo punto Sabrina alza una mano in direzione della videocamera.
‘Per favore, volete spegnere quell’affare? Mi sono rotta le scatole di essere ripresa’.
E così il filmato si interrompe.
Sabrina era la dea del sesso, e quella videocassetta ne era la dimostrazione. E io ero uno degli adepti principali della setta dei suoi adoratori. Perché forse voi non lo sapete, ma sono tanti gli uomini che per Sabrina perdono letteralmente la ragione.

Fine.

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