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Racconti Erotici Etero

La ragazza pony express

By 8 Gennaio 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Sono una femmina nel pieno del suo vigore fisico, le mie amiche dicono che sono sensuale e piaccio molto. Che faccio arrapar gli uccelli. Il mio lavoro mi porta a girare in tutti i paesini della Val Camonica e lago d’Iseo a consegnare pacchi e pacchetti. So che alcuni amici, colleghi di lavoro mi farebbero volentieri un cappottino di saliva, dai loro sguardi capisco la voglia che hanno di spogliarmi’con gli occhi.

Claudio, uno di questi &egrave il più carino. &egrave sposato e forse per questo non si sbilancia molto.
Peccato perché con lui una voglia me la toglierei volentieri, ma non mi va essere io la prima.

Una mattina d’estate con il termometro sui 32 gradi e un’afa incredibile, la mia auto si ferma sulla strada del Montirolo e non ha più intenzione di muoversi. Via radio contatto la mia centrale e a rispondere &egrave proprio Claudio. Raccoglie il mio SOS e dice che viene su a vedere di sistemare il guasto.
Attendo una mezzoretta e vedo arrivare la sua auto, lui scende euforico come non l’avevo visto mai, si avvicina al cofano della mia Passant lo alza e inizia a trafficare, dopo alcuni minuti dice:
– Se paghi in natura la sistemo ‘ e sorride sarcastico. Io penso si sia fatto una canna perché diversamente non si sarebbe mai rivolto a me, con quel tono sfrontato.
– Tua moglie &egrave d’accordo? ‘ gli faccio freddandolo con lo sguardo.
Non voglio fargli capire subito quanto vorrei dargliela, anche gratis. Ho sentito già in me uno strano calore alla vista del suo viso virile, la barba di almeno due giorni, i capelli corvini, lunghi e un po’ mossi e quel corpo scolpito dalle lunghe sedute in palestra, un sorriso smagliante e due occhi penetranti, tanto da sentirmeli addosso come calda saliva eccitante.
– Lei &egrave la madre dei miei figli, tu sei una cosa speciale! ‘ controbatte lui.
Io sorrido vedendo l’uomo davvero su di giri, il sangue gli pulsa nelle vene del collo inturgidendole, con quel caldo sull’asfalto rovente sembra debbano scoppiare da un momento all’altro.

Claudio mi guarda con uno sguardo che non lascia nulla all’immaginazione, fissa i miei seni che fanno capolino dalla canottiera scollata e si piace dei miei capezzoli tanto duri da spingere in fuori la stoffa. I suoi jeans si gonfiano all’altezza dell’inguine. Io gli sorrido accondiscendente.

Il sole batte sulle nostre teste elettrizzate da un senso di libidine dolce e violenta allo stesso tempo, mollemente cerco riparo sedendomi in macchina, lui si avvicina e inizia ad accarezzarmi le cosce guardandosi in giro nel timore che arrivi qualcuno. La strada &egrave deserta, con quel caldo non gira nessuno, poi il posto &egrave isolato, poco frequentato anche quando la temperatura &egrave più mite. Io me ne frego, se ci vedono, lo sposato &egrave lui, io sono una donna libera e indipendente e finché non facciamo cose illegali nessuno può dirmi niente.
La mia gonna corta &egrave tutta sollevata e lui può vedere il triangolino rosso del mio tanga. Claudio sale con le mani tremanti, io non reagisco, ho voglia’lui mi sfiora la stoffa e il pelo della mia fica si rizza come quello di un gatto. Sento il clitoride già turgido e spero in dolci carezze. Claudio si intrufola con le dita e inizia a toccarmi, io allungo una mano e la passo sopra i jeans sentendo il suo cazzo marmoreo e lo massaggio, stringendolo ogni tanto sopra al tessuto.
Claudio non potendone più lo libera e io subito gli lo afferro con decisione. Per metterlo un po’ sulle spine, gli dico di stare attento se arriva qualche auto, in particolare delle forze dell’ordine, dato che ho l’intenzione di commettere il reato di atti osceni in luogo pubblico. Lui con la gioia negli occhi si tuffa sulla mia fica, mi strappa con i denti il piccolo tanga e inizia a leccarli in maniera veramente lussuriosa. Vuole il mio seno e io lo agevolo arrotolandomi la canotta sino al collo in modo da permettergli di stuzzicarmi i capezzoli, stringermi tra le sue robuste mani le mie lattee mammelle. Pervasa da tanto desiderio sensuale mi trovo a succhiargli l’uccello a bocca piena. Siamo riusciti, non so come, a farci un sessantanove in macchina. Si che &egrave una wagon station però dobbiamo essere dei bei contorsionisti a riuscirci. In realtà siamo due porcelloni con tanta voglia di scopare.
Lui mi viene in bocca e io non so quanti orgasmini o goduto.
Claudio con il cazzo ancora gocciolante mi inforca riempiendomi la fica di carne viva, non ha avuto nemmeno un attimo di respiro, &egrave uscito dalla mia bocca ed &egrave entrato nella mia fica.
Ora mi &egrave sopra, mi monta come un toro impazzito, ho in bocca il gusto del suo seme ma non mi dispiace, lui mi bacia e lo sente sulla mia lingua. Con due colpi secchi mi viene dentro accasciandosi.
Ci fumiamo una sana sigaretta mentre io gli prometto di dargli il mio culetto al prossimo incontro. Lui dice:
– Se aspetti una ventina di minuti il prossimo incontro &egrave oggi.
Io rido dandogli un buffetto sul cazzo floscio.
– Giarda che per usare il secondo canale questo coso deve essere duro, ma veramente granitico perché il mio buchino &egrave stretto e ci devi lavorare con pazienza prima di aprirti un varco.
Lui ride e getta la cicca dal finestrino. Passa la prima macchina da un’ora a questa parte, Anzi no! &egrave un trattore. Il guidatore ha il tempo di vedere la scena a ci fa un cenno di saluto. Io lo contra cambio senza tentare minimamente di coprirmi.
Claudio si ricompone e scende, traffica ancora due minuti con la testa infilata nel cofano poi mi chiede di avviare il motore, la macchina parte. Ci scambiamo un rapido bacio mentre m’infilo la canotta e la gonna. Purtroppo il tanga lo lascio sul sedile’&egrave inservibile, ma Claudio mi ha promesso che me regalerà 10,100,1000 la prossima volta’

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