Skip to main content
Racconti 69Racconti Erotici Etero

La realtà

By 18 Agosto 2010Febbraio 9th, 2020No Comments

E’ una storia strana, di quelle in cui pensi di non dover credere che duri il tempo di qualche scopata e poi via’ amici come prima, sai siamo diversi, non può funzionare etc. etc.
Quando tutto è cominciato io Antonio avevo 21 anni e lei Vittoria 29. Mostravo qualche anno in più a causa della barbetta quindi forse l’avevo un po’ ingannata, lei invece non mi aveva ingannato mi era piaciuta subito belle tette, niente pancia formosa al punto giusto. Ci siamo incontrati per caso ci siamo piaciuti e le ho chiesto di uscire. Quando mi ha detto l’età non nascondo lo stupore era bella, simpatica, sorridente e stava lì a parlare con me. Siamo andati in un posto carino, io mi ero vestito senza badare molto ai particolari, jeans polo colorata, lei aveva badato a tutto: stupenda gonna jeans sopra il ginocchio maglietta attillata e stivali alti al ginocchio : era alta quanto me. Non ci ho messo molto a perdere la testa, è stato tutto un gioco di sguardi, allusioni ci sapeva fare con le parole rispondeva a tono alle mie battute. Dopo cena siamo andati in un pub che conoscevo, musiaca carina luci soffuse, mi ero giocato il jolly insomma’ Prendemmo da bere e dopo poco l’alcool fece il resto. Le nostre lingue cominciarono ad incrociarsi le baciavo il collo le sfioravo i seni delicatamente e sentivo che i capezzoli erano belli irti. Anche lei non era da meno, non so come si era sfilata uno stivale e con il piede cominciava ad accarezzarmi la patta dei pantaloni e sentiva che il mio cazzo gradiva. Le effusioni si fecero un po’ spinte ed una cameriera si avvicino per stemperare l’atmosfera, chiedemmo il conto ed andammo via. Non mi era mai capitato, ero un po’ inesperto volevo tutto e subito. Salimmo in macchina provai a forzare ma lei era una donna vera, non una ragazzina di quelle che ci stavano subito, ti faceva sentire il profumo non te la dava era lei a prenderlo! Era l’alba del Venerdì ormai , mi disse di prenotare un albergo per un week- end insieme.
Pensai ‘sarà magnifico un week-end, con una più grande scoperò come un riccio’.
Non badai a spese, quattro stelle super lusso con vasca idromassaggio vista mare e servizio in camera per accompagnare il soggiorno ad un atmosfera lussuriosa, ma lei aveva fatto ben altro’ Arrivammo nel pomeriggio e dopo aver disfatto il piccolo bagaglio mi sdraiai sul letto. Vittoria era andata in bagno per rinfrescarsi dopo il viaggio visto che, nonostante fossimo in aprile le temperatura erano già alte. Passò un quarto d’ora e da un po’ non sentivo più l’acqua della doccia; incuriosito mi alzai e sbirciai dalla porta lasciata socchiusa. Non avrei sperato di meglio’ vidi Vittoria mentre si preparava, indossava un reggiseno rosso che a fatica conteneva la sua quarta abbondante ed un perizoma in coordinato che davvero poco lasciava alla mia immaginazione. Si era portata su i capelli con una matita e si stava mettendo il rossetto. Mi appoggiai alla porta, lei si girò di scatto ma non mi vide; tornai rapidamente a letto fingendo di dormire. Uscì dal bagno e si avvicinò, aveva capito benissimo che l’avevo spiata, ma resse il gioco. Si avvicinò e cominciò a baciarmi, mi godevo il momento fingendo di dormire, cominciò a mordermi le orecchie ci infilava la lingua poi passò al collo al petto. Inevitabilmente il mio cazzo mi tradì si mise sull’attenti e dal suo sorriso si vede che gradiva le attenzioni. Allora lei si girò e cominciò ad accarezzare le mutante con la punta delle dita mostrandomi il sedere. Era un fantastica visione, cominciai ad accarezzarglielo allargandolo delicatamente. Passarono trenta secondi le mutande volarono via assieme al perizoma e fummo avvolti in un saporito sessantanove. Aveva un sapore di pulito, fresca al punto giusto. Mi leccava il cazzo con vera sapienza, aggiungendo e togliendo la lingua salendo e scendendo dal glande alla base. Io le infilavo la lingua con delicatezza perché la barba un po’ le dava fastidio ma si vedeva che le piaceva.
Dopo un po’ lei si giro e si mise poggiata di schiena. Era un chiaro invito, stavo per infilare il preservativo ma mi disse di prendere la pillola e che era a posto; in un attimo fui su di lei; fu una sensazione stupenda, il mio cazzo entrò fino in fondo non senza resistenza e cominciai a pomparla di brutto. Lei di tutta risposta afferrò le mie chiappe e dettava il ritmo voleva comandare lei ed io glielo facevo credere. Ci girammo adesso era lei sopra e lo spettacolo era magnifico, i suoi seni stavano su e riempivano le mie mani alla perfezione. Muoveva il suo bacino seguendo un ritmo lento e profondo sentivo le sue natiche sulle mie cosce mi stava facendo impazzire. Eravamo entrambi al culmine del piacere, ci abbandonammo ad un orgasmo furioso lei si accasciò su di me io la strinsi e continuammo con gli spasmi per un altro minuto.
Il pomeriggio era stato molto interessante, era andato tutto secondo le previsioni. Dopo una rapida doccia (rigorosamente separati) ci preparammo per uscire a cena. Era stupenda, indossava un vestito nero, con un taglio obliquo che le scopriva in modo alternato una spalla ed un ginocchio, leggermente scollato molto sexy. Completava il tutto una scarpa con tacco alto che le faceva un polpaccio da vera pin-up. Avevo una voglia matta di strapparglielo di dosso ma da gran signore mi limitai a dirle che le stava d’incanto.
Andammo a cena in un posto consigliato dalla signorina alla reception, ci diedero un tavolo in riva al mare molto appartato. Il cameriere spense le luci ed accese solo la candela al nostro tavolo. Ordinammo un antipasto di mare con del buon vino bianco. Parlavamo fitto fitto, risate battutine sorrisi ammiccamenti anche l’antipasto assunse un sapor erotico, Vittoria sbucciò i gamberi con le mani e mi imboccò; per non essere da meno lo feci anch’io e lei di tutta risposta mi succhiò il dito, e con sorriso malandrino disse: ‘potrei prenderci gusto!’ La cena scorse via veloce, il silenzio che ci circondava era surreale così come quello che stava per accadere’.
Vittoria mi chiese di sederle accanto per vedere insieme le stelle che si riflettevano nel mare; non esitai mi affiancai a lei che appoggiò una gamba tra le mie. Reazione irreversibile, al secondo movimento della sua gamba il mio sesso si propone ed emerge dai pantaloni di lino. Lei sentendo la pressione sulla sua coscia mi fa un sorrisino da zoccola e comincia ad accarezzare la punta del monte’ Le nostre bocche si avvicinano e le lingue si incrociano in un appassionato bacio. Le infilo le dita nella fica e sento che è umida allora insisto e dalla foga che anche lei mette nel toccarmi il pisello sento che gradisce. Un attimo dopo e seduta sopra di me, le scanso il tanga e gli infilo il cazzo dritto nella fica, le afferro i fianchi e la muovo come un fuscello lei accompagna i movimenti con sapienza si spinge poggiando le mani alla ringhiera, le sue natiche sono sulle mi e cosce, la penetrazione è massima. Le afferrò i seni che mi sembrano enormi, glieli strizzo con forza lei gradisce e mi assesta un colpo di bacino schiacciandosi su di me con la schiena. L’orgasmo è servito si contrae a tal punto che quasi mi stritola l’uccello ed io vengo copiosamente dentro di lei. Scorgiamo in lontananza il cameriere con i primi ci ricomponiamo, finiamo di cenare e torniamo in albergo.
La notte fu tranquilla ero eccitatissimo, mi svegliai per controllare se era tutto vero, indossava una camicia da notte che lasciava vedere i capezzoli. Non ebbi il coraggio di svegliarla pregustandomi già la colazione a letto del mattino seguente e decisi di riposare anch’io.

Leave a Reply