Skip to main content
Racconti Erotici EteroTrio

La Regina

By 23 Marzo 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

La Regina mi fece cenno con un dito di avvicinarmi a lei. Aveva un cazzo di 30 centimetri e due tette sode da perderci la testa. La pelle ambrata e labbra gonfie di piacere. Gli occhi neri e profondi lasciavano immaginare desideri di ogni genere. Una finissima catenina d’oro le scendeva dal collo nel solco dei seni e si univa al giro di perle che le cingeva la vita.
Raggiungemmo la ragazza in piedi sul basso tavolino che si reggeva a due corde nere che pendevano dal soffitto. Alti stivali di pelle nera le fasciavano le gambe.
‘Tu cura il suo gioiello. Io mi occupo del suo scrigno segreto.’ mi disse e scomparve tra le natiche della giovane, che si irrigidì sotto i colpi di lingua della Regina.
Alzai gli occhi e vidi il viso della ragazza sciogliersi nel piacere.
Appoggiai la bocca alla sua fica pelosa e affondai la lingua tra le sue labbra socchiuse. Sentii il calore esplodere da quel sesso eccitato e invadere il mio volto. Strinsi le mani attorno alle natiche che la Regina teneva spalancate, la tirai a me e aumentai il ritmo vorticoso della mia lingua su quella vulva calda. Il clitoride tremava come un piccolo cazzo. Lo leccavo e lo stimolavo. Non vedevo l’ora di bere il succoso nettare del suo orgasmo. Affondavo il naso tra le morbide pareti. Il mio obbiettivo era farla venire in fretta e numerose volte.

Sul divano in fondo alla sala due uomini erano avvinghiati in un bacio profondo, mentre un terzo, inginocchiato ai piedi del sofà si dava da fare a succhiare quei due bei cazzoni duri. Gli ansiti del terzetto arrivavano sino a noi, mescolandosi con i gemiti che nascevano dalla bocca della nostra dea.
Un dito dalla lunga unghia smaltata raggiunse le mie labbra. Era il dito della Regina che voleva infilarsi tra le pieghe lussuriose della fica che stavo leccando. Lo succhiai e poi lo lasciai al suo lavoro masturbatorio, mentre io tornai a leccare quella fonte inesauribile di voluttà.
Sentii la ragazza agitare il bacino e gridare forte, mentre un getto caldo bagnava la mia lingua e il mio volto. L’orgasmo la stava scuotendo, noi non ci fermammo. La volevamo portare sino alle più alte cime del sesso.
Sull’altra poltrona Laura ci guardava estasiata, accarezzandosi un seno morbido e facendo scorrere un vibratore sopra la stoffa delle mutandine, già fradicia dei suoi umori.
La sua carne abbondante mi chiamava a sé ma quello era un frutto che avrei colto più tardi. Ci scambiammo uno sguardo carico di desiderio e lei baciò il suo fallo artificiale, passando voluttuosamente la lingua sulla punta.
Un fremito intenso mi corse lungo la schiena fino a giungere al mio cazzo duro, il mio livello sessuale stava raggiungendo vette inesplorate.
Allungai la mano e afferrai il grosso membro della Regina. Era duro e caldo, l’ampia cappella scura emetteva una goccia di liquido, vi passai sopra il pollice e poi feci scorrere la mano lentamente in giù, fino a raggiungere le palle gonfie e tese.
Il terzetto di uomini aveva cambiato posizione, ora quello che prima succhiava stava inculando il biondo, mentre il terzo, un mediorientale dalle sopracciglia folte lo spompinava da sotto mettendo in bella mostra un uccello dritto come un fuso.

La Regina fece scendere la dea dal suo piedistallo e la condusse verso la poltrona di Laura, la fece inginocchiare davanti al caldo tesoro celato dalle mutandine e le disse di restituire quello che noi le avevamo appena fatto. La ragazza non se lo fece ripetere due volte e tuffò il viso tra le cosce eburnee, scostò gli slip e affondò la lingua nel centro assoluto del piacere di Laura che gemette di delizia.
Io e la Regina ci arrampicammo sui braccioli e mettemmo a sua disposizione i nostri cazzi. Lei li afferrò e li sbocchinò a turno con quelle labbra di miele che si ritrovava. Sentivo la sua lingua guizzare sotto alla cappella mentre la testa saliva e scendeva e la mani accompagnavano il movimento. Con la mano destra afferrai un suo seno e il suo sorriso si aprì in lussuria. Iniziai a muovere il bacino aiutando Laura in quel pompino orgiastico.
Il mediorientale si staccò dal terzetto maschile e raggiunse le natiche della dea inginocchiata ai piedi di Laura. Le accarezzò da sopra suscitando la sorpresa nella ragazza, che girò la testa abbandonando per un attimo il suo lavoro di lingua. Il mediorientale le sorrise e le mandò un bacio, poi guardò la Regina che annuì. ‘Aspetta solo te.’ disse.
Il ragazzo si succhiò un dito e lo bagnò di saliva. Con una mano allargò le chiappe della dea e infilò il dito umido nel buco stretto del suo culo. La ragazza inarcò la schiena e gemette appoggiando la guancia alla fica fradicia di Laura. Il mediorientale iniziò a lavorarla lentamente, avanti e indietro. La ragazza riprese a leccare la vagina eccitata che aveva davanti agli occhi e poi gridò… di piacere. L’uomo aveva sostituito il dito con il suo lungo uccello. La ragazza si aggrappò alle cosce di Laura e lasciò che il dolore del primo momento cedesse il passo al piacere più assoluto.
La Regina scese dalla poltrona e sostituì la fica di Laura con il suo grosso uccello. Le labbra della ragazza si chiusero intorno alla cappella e si misero a succhiare forsennatamente al ritmo che il mediorientale dava al suo culo aperto.
‘Inculala.’ mi disse Laura indicando Regina. E condusse il mio membro verso quelle chiappe sode.
‘Ho carne per te, Regina.’ le sussurrò all’orecchio mentre con una mano le allargava le natiche e con l’altra direzionava il mio uccello verso il buco del piacere.
‘Vieni, mio maschio.’ mi disse la Regina prima di spingere indietro il bacino e far affondare il mio sesso nel suo culo senza sforzo alcuno.
Sentii il calore del suo ano avvolgere il mio cazzo duro. La mano di Laura si posò sulle mie chiappe e mi invitò a prendere il ritmo seguendo quello della Regina che chiavava la bocca della dea.
Laura mi pizzicava il sedere e mi accarezzava il petto. ‘Scopala fino in fondo.’ mi diceva, ‘Falle sentire fin dove arriva la tua asta.’
Quelle parole, la scena che si stava svolgendo intorno a noi, tutta l’atmosfera intrisa di sesso, stavano spingendo la mia mente e il mio corpo ai più alti gradi dell’eccitazione. Ma sapevo anche che non avrei dovuto finire lì. Volevo affondare il mio sesso in quello di Laura. Volevo condividere con lei il mio piacere ed esplodere insieme.
Laura scese sotto di me e si mise a succhiarmi le palle mentre il mio uccello si faceva largo nelle carni della Regina.
I tre uomini ora scopavano come forsennati. Il mediorientale scopava il biondo che era cavalcato dal terzo. Gridavano oscenità e ansiti di piacere. La Regina sollevò il viso della dea dal suo cazzo e la indirizzò verso il terzetto. Con una mano mi fece interrompere la cavalcata e anche ella si diresse verso gli uomini. Tenendo il suo poderoso cazzo tra le mani lo infilò le culo del mediorientale che urlò di gioia e rinnovò il vigore con cui si scopava il biondo. La dea fece alzare il terzo dal palo del biondo e si mise a succhiarlo in un 69 forsennato, mettendo a disposizione del terzo le natiche che le spalancò e vi infilò il suo attrezzo di marmo.
Sdraiata sul tappeto Laura spalancò le cosce, mettendo in mostra il suo caldo fiore dischiuso. La fica era aperta e brillava di eccitazione. Attendeva solo me e il mio cazzo sgocciolante di voglia. Le appoggiai le palle sul viso e lei me le succhiò, poi scesi e le accarezzai la punta dei seni con la cappella lasciando gocce di eccitazione su quelle tette meravigliose.
Scesi ancora e la mia asta si trovò davanti a quella caverna del piacere.
‘Vieni.’ mi disse Laura in un sussurro libidinoso. Con la punta dell’uccello strusciai la sua fica bollente. Partii dal punto sensibile tra il culo e la fica e salii per poi scendere di nuovo e di nuovo ancora. Volevo farla impazzire dal desiderio. Stringendolo con la mano lo mossi in circolo, seguendo la linea frastagliata delle sue grandi labbra fradice. La sensazione che ricevevo mi si propagava per tutta la spina dorsale.
Di colpo affondai dentro di lei lasciandola senza fiato. Il suo calore mi avvolse, i suoi umori inondarono il mio scroto, le sue dita affondarono nella mia carne e mi tirarono a sé.
‘Scopami. Scopami.’ disse con la voce rotta.
La ascoltai e presi il ritmo, seguendo quello che le sue unghie segnavano sulle mie natiche.
Le afferrai una gamba e la strinsi a me, portando il piede verso la mia bocca. Annusai quel piedino dalle dita smaltate e decorate. Mentre il mio cazzo apriva il piacere di Laura, la mia lingua prese a roteare sulla caviglia e poi sul collo e quindi su ogni dito delizioso. Li succhiavo con avidità, godendo della loro forma sotto la mia lingua. Desideravo che stringessero il mio cazzo e ci giocassero.
Sul divano Regina e la sua coorte erano impegnati nel treno dell’amore. Il biondo si riteneva il più fortunato poiché aveva il cazzo del mediorientale piantato tra le chiappe e il suo che stantuffava con vigore le terga della Regina. Quest’ultima, felice della sensazione di una verga dura dentro di sé, teneva saldamente il suo affare affondato nel buco oscuro della dea che mugolava di piacere mentre si succhiava avidamente il vibratore di cristallo.
‘Mi fai morire…’ mi gridò Laura. ‘Sto eplodendooooooooo…..’ affondò ancor di più le unghie sulle mie chiappe e un getto caldo inondò il mio sesso. Urlò il suo piacere spalancando le labbra e riempiendo la stanza del suo orgasmo.
Io rallentai il ritmo e accarezzando le contrazioni vaginali che sentivo. Il suo viso si aprì in un sorriso soddisfatto. Allungò le mani e me le appoggiò sul petto.
‘Mio cavaliere…’ mi disse lanciandomi un bacio lascivo.
Sorrisi e le diedi un colpo più profondo. La sentii contrarsi. Poi con le mani allontanò il mio bacino dal suo.
‘Adesso ti meriti la ricompensa.’ disse rivolta al mio pene quando mi ebbe fatto sedere sulla poltrona. Fece cadere un filo di saliva sulla mia cappella arroventata e poi cinse l’asta con i suoi seni prosperosi. Stringendoli con le mani iniziò a masturbarmi lentamente e profondamente. Era una sensazione deliziosa. Di tanto in tanto lubrificava lasciando cadere la saliva dalla punta della lingua. Oltre all’eccitazione fisica anche la mente era in preda alla libidine estrema.
Il gruppetto del divano si era diviso in due. La Regina seduta scopava il biondo che aveva il volto deformato dal piacere. Il mediorientale si beava del terzo cazzo nel culo. La dea, in ginocchio davanti alle due coppie, con il vibratore piantato nel buco posteriore, accarezzava i cazzi liberi e le palle di tutti.
‘Venite…’ diceva. ‘Copritemi di sborra.’
Non si fece attendere nessuno. La Regina masturbò il biondo fino all’orgasmo che giunse quasi contemporaneamente al suo, condotto dalla mano candida della dea. Pregni di sesso e eccitazione, anche gli altri due esplosero ciascuno con la mano dell’altro, inondando il viso della ragazza inginocchiata.
Davanti a quella visione paradisiaca di una fontana di sperma anche il mio orgasmo non si fece attendere. Lo annunciai a Laura che, mentre i fiotti erompevano scuotendomi fin nel profondo, spalancò la bocca e non si fece scappare nemmeno una goccia del mio caldo nettare.
Tutti sudati e accaldati ci lasciammo cadere sui divani, accarezzandoci l’un l’altra per prolungare i piaceri appena goduti.
La Regina raccolse con un dito della sborra dal corpo della dea e lo portò alla bocca del ragazzo più vicino, che succhiò il caldo seme del desiderio.
Gli altri fecero lo stesso, scambiandosi dita, lingue e stille di piacere.
Laura mi prese per mano e mi condusse al divano. ‘Assaggia con me.’ mi disse sedendosi ai piedi della Regina. La dea avvicinò il seno alla mia bocca offrendomi quel bianco banchetto. Non avevo mai provato lo sperma, nemmeno il mio. Guardai Laura negli occhi e lei mi sorrise, invitandomi a mettere da parte ogni remora e deliziarmi di quell’ambrosia. Seguii il suo consiglio e baciai le tette della dea, allungai la lingua e raccolsi della sborra ingoiandola. Era ancora calda, salata e un po’ viscida, ma non mi sembrò per niente male. Diedi un’altra leccata, con la mano della dea che mi accarezzava i capelli.
Laura si era gettata sul cazzone della Regina, ora mezzo moscio, e lo stava ripulendo ben bene. Lo stesso, me ne accorsi improvvisamente, stava facendo il biondo sul mio, e gli altri due si restituivano il piacere l’un l’altro.
Nessuno aveva intenzione di perdersi nemmeno una goccia di piacere che, nello stato in cui eravamo, si sarebbe ripetuto a breve.

Leave a Reply