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La sera cela i sogni

By 22 Gennaio 2018Dicembre 16th, 2019No Comments

Scesi le scale che portavano al pian terreno con tutta fretta, era di certo una visita inaspettata, ma vedere Rachele in piedi sulla soglia di casa mia valeva la pena d’esser disturbati. Da tempo era diventata la protagonista principale di molte mie fantasie notturne, che spesso terminavano con focosi scambi amorosi in solitario. Non era una di quelle ragazze particolarmente belle, eppure l’insieme delle sue curve e di tanti piccoli particolari, davano vita ad uno scenario stupendo: quei capelli lunghi e scuri, raccolti in una treccia spessa, occhi verdi, verso il nocciola, incastonati in un viso leggermente spigoloso dalla forte abbronzatura; scendendo lungo il collo, con una dolce curvatura, si raggiungevano due abbondanti seni che competevano in sensualità con i fianchi abbondanti, ma non troppo larghi da rovinarne la figura; arrivando ai piani bassi lo spettacolo continuava presentando due lunghe gambe muscolose e un lato B che descriverlo sarebbe stato in ogni caso riduttivo.

R: ‘Hey Mic, penso proprio che l’uscita di oggi salti no?! Scusa se mi sono presentata qui all’improvviso, ma avevo già comprato una cassa di birre e ormai ero già in macchina. Ti va se salgo e facciamo due chiacchiere sul balcone? O per caso disturbo?’

M: ‘Ma tu disturbi sempre, dovresti saperlo! Dai muoviti che prendi freddo vestita così’

Indossava un vestito unico azzurro pastello, con tema floreale. Era smanicato con un’abbondante scollatura sulla schiena, che ogni tanto si spostava sul davanti, e terminava con una gonna non troppo corta, ovviamente indossato senza calze e abbastanza aderente da provocarmi qualche brivido a sud.

M: ‘Dai lo sai che il mercoledì i miei son sempre fuori per cene di lavoro, e per grazia divina mio fratello non &egrave nei dintorni a domandarmi film, giochi e qualsiasi altra cosa in mio possesso. Se n’&egrave andato da sua morosa’

Entrammo in casa: un ampio open space, con poche pareti a separare qualche stanza, arredato in un mix tra moderno e legno. Nel salotto un’ampia porta finestra si apriva su un balcone abbastanza grande da ospitare feste intime, con tanto di gazebo, e abbastanza nascosto da occhi esterni da concedere la giusta intimità agli invitati.

Misi in fresca la cassa di birra e ne portammo con noi in terrazzo una mezza dozzina.
Dopo averne bevute un paio e qualche ora di chiacchiere inutili, mi spostai verso argomenti più delicati.

M: ‘Allora con Ale come &egrave andata a finire?’

R: ‘Non fare il finto tonto, sai che l’ho mollato. Non mi andava, pensava già a progetti in grande, e io non cercavo una storia del genere, sono ancora giovane per certe cose”

M: ‘Giovane?? Ma se a breve sarai in età da nipotini! Addirittura io fatico a credere tu abbia 24 anni ogni tanto’

R: ‘Vaffanculo! Tu piuttosto simpaticone, con quella tipa che era passata a lavoro poco tempo fa? Mi sembrava foste usciti un paio di sere’

M: ‘Bah, nulla di che, alla fine era più o meno come Ale: uscita da una storia difficile cercava un ragazzo dolce in cui annegare’

R: ‘Allora brindiamo all’essere single! Cin-cin. Almeno ha adocchiato qualche altra tipa che potrebbe soddisfare i suoi delicati gusti sir?’

Prima di procedere con la risposta, dovete sapere che io e Rachele lavoravamo assieme ormai da un anno in un locale piuttosto frequentato e, dopo i turni di chiusura, spesso uscivamo a berci qualcosa e fare due chiacchiere. Io pian piano ho iniziato ad essere attratto da lei, ma nulla di sentimentale, semplice istinto sessuale, d’altronde era difficile resistere a quel corpo, e aveva qualcosa nello sguardo e nei modi di fare che mi eccitava alla morte. Ormai eravamo alla terza birra, scura e doppio malto, per cui non eravamo proprio del tutto lucidi e decisi dunque di rischiarmela, vista l’occasione d’oro di questa serata.

M: ‘Beh vede milady, in realtà &egrave un po’di tempo che tengo d’occhio una certa ragazza. Non &egrave per niente male e da poco si &egrave perfino lasciata col ragazzo, ma frequentiamo gli stessi posti non vorrei che”.

Mi interruppe e cominciò a guardarmi con un sorrisetto furbo.

R: ‘Guarda che vedo come mi guardi a lavoro. Tu pensi di riuscire a farlo di nascosto, ma noi ragazze vediamo sempre tutto, &egrave che facciamo finta di nulla caro il mio sir. Perfino come ti comporti e i tuoi modi ti ingannano”

Rimasi stupito di questo colpo di scena, ero quasi preoccupato di aver rovinato tutto. In una certa misura mi ero mostrato interessato di proposito, giusto per tastare il terreno, ma non immaginavo avesse intuito tutto. Fui colto alla sprovvista, per cui pensai di ritirarmi sulla difensiva e provare a giocarmela per fare in modo di cambiare argomento.

M: ‘Pensavo di essere più bravo nel fare certe cose losche, mannaggia. Dai senti, mi dispiace, vado a prendere un altro paio di birre e poi cambiamo discorso, devo ancora raccontarti di quel mio viaggio a Bratislava e di cosa ho combinato’

Rientrai ed andai verso il frigo. Mentre armeggiavo con le birre la sentii avvicinarsi da dietro e, nel rialzarmi, lei mi posò le mani sopra gli occhi. Avvicinando le labbra al mio orecchio mi sussurrò sensualmente.

R: ‘Sei davvero poco furbo caro Mic, non hai proprio capito nulla” intanto con le mani mi fece capire di tener chiusi gli occhi, mentre scendeva lungo la schiena portandomi le mani indietro: ‘Stasera non si cambia argomento, ora lo affronteremo assieme, anzi, per ora tu non farai proprio nulla, se non seguire la mia voce e quello che ti dice di fare’.

Mi ritrovai con le mani legate e ora mi stava perfino bendando e imbavagliando. Ero decisamente eccitato da tutta questa situazione.

R: ‘Ora spogliati!’

M: ‘No dai, non subito così, mi vergo” Mi assestò una bella sberla sulla guancia.

R: ‘Ti ho forse detto che potevi parlare? A me sembra di aver chiaramente specificato che l’unica cosa che farai da ora sarà seguire quello che ti dico. Per cui forza, nudo!’

Ammetto che mi piaceva lo scenario, era uno dei miei desideri proibiti provare il mondo della dominazione, &egrave che non avevo mai trovato qualcuna che me lo chiedesse esplicitamente e io non avevo mai avuto l’iniziativa per proporlo. Mi spogliai e mi sdraia a terra, a pancia in giù, come mi aveva ordinato subito dopo.

R: ‘Dimmi, hai delle corde, delle fascette da elettricista o dello scotch grosso?’

M: ‘Si, si, trovi tutto nell’ufficio di mio padre’

R: ‘Resta qui e non ti muovere, intanto piega le gambe e porta verso l’alto i piedi’

Così feci e mentre la sentivo armeggiare nella mia testa cominciarono a fluire mille immagini di ciò che stava per accadermi, così cominciò già ad indurirsi, nonostante la posizione non gli consentisse di raggiungere la piena erezione.

R: ‘Bravo, vedo che hai ubbidito. Sei proprio bellino visto da qui’

Cominciò a legarmi le braccia in modo da immobilizzarle ulteriormente, inoltre mi legò le gambe in modo che rimanessero divaricate, e successivamente le unì ai polsi, costringendomi in una classica posizione di bondage con le braccia che tiravano le gambe e viceversa.

R: ‘Ora mio caro, avrà inizio il divertimento, almeno per me, per te potrebbe essere appena cominciato il peggior giorno della tua vita’. Continua’
R: ‘Sai, sei stato molto maleducato ad approfittarti di me, godendo della mia visione a lavoro, senza chiedermi il permesso di farlo’

Mi assestò un forte colpo su un gluteo che mi causa dapprima molto dolore, seguito da un forte brucio persistente.

R: ‘Uhmm vediamo, non penso basti questo a perdonarti, diciamo che altre 15 potrebbero bastare. Conta per me mio caro’

15??? Già la prima mi era bastata a capire cosa voglia dire essere frustati, ma addirittura 15? Mentre questi pensieri scorrevano nella mia testa, lei non perse tempo e assestò il secondo colpo, troppo concentrato sul dolore non contai.

R: ‘Cominciamo maluccio. Ho detto di contare, per questa volta sei perdonato ma alla prossima”

Riprese e questa volta prestai più attenzione al mio compito nonostante ad ogni colpo lei aumentasse l’intensità delle frustate.
Finalmente l’ultima, mi veniva quasi da piangere.

R: ‘Che bel culetto rosso che abbiamo fatto, uhhh.’

Mi prese per i capelli e mi sollevò il volto avvicinandolo e mi leccò dalle labbra fino alla fronte.

R: ‘Stasera sei tutto mio, che emozione’

Mi slegò le gambe e mi ordinò di rimanere in piedi con le gambe divaricate, ovviamente ero ancora bendato ed imbavagliato.

Cominciò a baciarmi le labbra, piano e superficialmente, e lentamente si spostava lungo il collo e il profilo della mascella appoggiando solo lievemente le labbra sulla mia pelle, quasi in un tocco delicato. Quando scendeva lungo i lati del collo un fiume di brividi mi attraversava, e il tutto mi eccitava ancora di più di quanto già non lo fossi. Scese fino al petto e cominciò a leccarmi i capezzoli con la punta della lingua, fino a farmeli diventare turgidi, a quel punto ne morse uno, rubandomi un mugolio di dolore, al quale rispose con una risata divertita.

Nel frattempo le sue mani esploravano ogni centimetro quadrato della mia pelle soffermandosi sulle sporgenze e stringendole quasi a soppesare la mia forma fisica. Stava scendendo sempre più, era già ai fianchi, quasi al pube, e lì sotto ero già al massimo della mia erezione, gonfia, pulsante. Nella mia testa il passaggio successivo era lei che si chinava e prendeva il mio sesso tra le labbra, accarezzandolo con la lingua e la gola.
Lo prese tra le mani e lo accarezzò, sentii che si sporgeva, ma arrivata vicino gli diede un bacio sulla punta e risalì ridacchiando.

R: ‘Speravi davvero fosse così facile per te stasera?’

Sentii lo scorrere di una lampo e poco dopo il frusciare di un vestito che veniva rimosso.
Poggiò la schiena, nuda, sul mio petto mentre il suo sedere poggiava sul mio pene. Cominciò a muoversi e strusciarsi con movimenti volutamente lenti e prolungati, ballava come quando ci si struscia in discoteca, solo che eravamo nudi entrambi.

R: ‘Senti come sei già duro’ Mmmmh, bastava così poco? Per fortuna non mi hai mai vista con certi vestitini, altrimenti avresti dovuto nasconderti’ Che bello sentire il tuo desiderio, ma ancora più bello vedere che non puoi soddisfarlo’ MI vorresti prendere ora, sbattermi e sentire quanto bagnata e calda sono. Vorresti afferrarmi i seni, baciarmi, toccarmi ovunque, fare qualsiasi cosa pur di sfogarti vero?’

Abbassò una mano sul mio membro, continuando a strusciarsi, e cominciò a masturbarmi delicatamente

R: ‘Vorresti che ti facessi una bella sega? O meglio ancora, che lo prendessi tutto in bocca e te lo leccassi tutto’ ahah senti come pulsa quando ti ecciti ahaha. Dai, pensavo fossi addirittura preso peggio, invece potrei anche accontentarmi”

Proseguì con una lenta sega, mentre nel frattempo si era girata e aveva cominciato a stuzzicarmi con i seni e la punta dei capezzoli, mentre assaggiava qui e là dandomi morsi e graffiandomi con le unghie. Ogni tanto si spostava verso il volto e comincia a baciarmi e leccarmi le labbra, mentre io imbavagliato e legato, ero impotente a tutto ciò.

R: ‘No dai, niente per ora, forse più tardi se sarai bravo e te la sarai meritata’

Sentii qualcosa di molto umido posarsi sulla punta del mio pene’ era la sua vagina. Iniziò a passare il mio pene attraverso le sue labbra, come su delle rotaie bagnate, ed io sentivo tutti suoi umori colare ed il caldo che emanava.
Spostò il bacino e scivolai solo un paio di centimetri all’interno e rimase in quella posizione, stimolandosi con piccole oscillazioni, senza mai lasciarmi entrare oltre la punta. Mi infilò due dita in bocca attraverso il bavaglio e mi ordinò di leccarle per bene, e così feci, col maggior impegno possibile.

Si stava masturbando, muovendo freneticamente le dita sul clitoride, stimolandosi col mio pene come fosse un comune dildo. Io mugugnai disperato, provavo a chiederle di farmi sfogare, di poter partecipare, ma lei continuò ad ignorarmi.
La sentii venire. Un orgasmo violento, con tanto di spasmi e urla smorzate, mi morse una spalla per tacere e mi graffia lungo tutte le scapole. Si avvicinò all’orecchio e slacciando il bavaglio e la benda disse.

R: ‘Beh, il tuo cazzo se la cava anche senza di te sembra. Senti come mi hai fatto godere’

ed avvicinò le dita al naso

R: ‘annusa l’odore di una donna felice, ed ora lecca caro’ disse infilandomele in bocca, spingendo fino alla gola.

Ebbi quasi un conato di vomito quando le portò così infondo, ma subito le rimosse, evidentemente soddisfatta.

M: ‘Ti prego Rachele, ti supplico, fammi godere, fammi partecipare’ dissi con più disperazione possibile, per provare ad impietosirla, stavo scoppiando dalla voglia.

R: ‘Scusa, non mi sembra di averti dato il permesso di parlare, o sbaglio? E comunque Rachele &egrave per quando chiacchieriamo, ora mi devi dare del lei, sii educato tesoro’

M: ‘Mi scusi, dovevo essere meno frenetico’ ma Rach’ Volevo dire, mi scusi ma sto scoppiando, la prego, mi faccia sfogare’

R: ‘No no, a quanto pare hai bisogno di essere educato, altrimenti crescerai viziato e senza morale e modo di comportarsi. Per ora potrai accontentarti di questo”

Si abbassò e prese in bocca il mio pene. Piangevo quasi dalla gioia di quella visione. Cominciò a muovere la testa su e giù, abbracciando la punta con la lingua. Era stupendo, soprattutto dopo tutta quell’attesa, ma proprio mentre me lo stavo godendo e cominciavo ad assaporare l’orgasmo, si allontanò.

Spostò le mani dietro di me e mi portò verso il tavolo, si mosse dietro di me e assicurò una delle corde che mi bloccavano le braccia alla gamba del tavolo, così che non mi fu più possibile muovermi da lì.

Si diresse verso il piano cottura di fronte e vi si sedette a gambe divaricate.

R: ‘Se osi distogliere lo sguardo giuro che ti lascio lì come sei e me ne vado’

Un po’per stare al gioco, preso dall’eccitazione, e un po’per paura che potesse davvero fare qualche pazzia del genere, non osai distogliere per un solo momento lo sguardo.

Si portò due dita alla bocca e comincio a spompinarle imitando i movimenti di un pene, mentre con l’altra mano si massaggiava eroticamente i seni ed il corpo. Una volta inumidite iniziò a muovere le dita attorno al clitoride, molto lentamente e con ampi movimenti, come a volermi mostrare i dettagli della sua vagina. Presto anche l’altra mano raggiunse il sud del suo corpo e divaricò le labbra, guardandomi con uno sguardo ardente e provocatorio, fece scivolare la punta del medio sulla lingua e poi l’inserì solo parzialmente, cominciando a stimolarsi.

Il ritmo andò crescendo, spezzandosi momentaneamente per qualche carezza provocante lungo il corpo, gli sguardi si facevano sempre più intensi seguendo il ritmo incalzante. Ormai c’era frenesia nelle zone del clitoride e le dita in vagina erano diventate due che si muovevano con gesti brevi e secchi, dentro e fuori, come fosse stato il mio sesso. La vedevo tendere le gambe, portarsi una mano dietro la testa stringendosi i capelli, palparsi i seni e pizzicare i capezzoli, mordere le labbra: un meraviglioso spettacolo di passione, provocazione e dominazione su di me.

R: ‘Vorresti essere qui ora, con il tuo cazzo dentro che mi pene pompando, mentre le tue mani mi stringono, e invece guardati, legato, senza possibilità di far nulla. Dimmi, mi vuoi?’

M: ‘Si la voglio, la voglio con tutto me stesso, come non ho mai voluto nulla’

R: ‘Beh mi spiace allora! Ahaha’

Accelerò il ritmo, cominciò ad ansimare pesantemente, stava venendo e nel farlo, si alzò e venne vicino a me, e appoggiandosi di schiena cominciò a baciarmi mentre venne, tra contrazioni muscolari e gridolini, che si spegnevano tra le nostre lingue che si incrociavano.

R: ‘Forse il segreto dell’uomo perfetto e di legarvi tutti così e fare come vogliamo! Sono stata davvero brava con te, e tu hai obbedito come un bravo schiavetto, bravissimo’

disse stampandomi un bacio sulla guancia.

‘Ora vorresti finalmente avermi?’

La guardai intensamente, e senza nemmeno parlare, annui disperato e sconfortato, ormai avevo capito il suo gioco, e nemmeno ci speravo più.

Invece mi slegò, ero libero!

Fine seconda parte.

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