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La settimana più umiliante della mia vita

By 3 Settembre 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Ciao a tutti!
Questo &egrave il mio primo racconto, spero sia apprezzato.
La vicenda che vi narro &egrave accaduta qualche anno fa, in questo prologo andrò a descrivere i protagonisti della storia che seguirà e l’inizio della settimana che ricorderò per sempre.

Anna (che poi sarei io): Sono alta un metro e settantadue, sono snella anche se non anoressica, il seno sicuramente non &egrave il mio punto di forza in quanto poco appariscente anche se per come la vedo io meglio piccolo ma sodo che averlo flaccido; tutto il contrario il mio sedere, bello voluminoso e sodo, il quale ha ricevuto un sacco di apprezzamenti nel corso della mia vita. Completano il quadro capelli neri e lisci che arrivano poco sotto le spalle, occhi azzurri.
Nell’estate dei fatti avvenuti avevo 24 anni, non sono mai stata un’educanda dato che ho avuto le mie storie e storielle e mi piace il sesso, anche se sono sempre stata una ragazza in pubblico abbastanza pudica e mai attratta da particolari perversioni o situazioni non convenzionali.

Giovanni: All’epoca era il mio ragazzo (stavamo insieme da quasi quattro anni), &egrave il classico gigante buono: alto quasi due metri, un po’ di pancetta, proprio il tipo di persona che &egrave sempre gentile, evita ogni genere di lite, un po’ timido, un po’ anche “pacioccone” dai, tutto il contrario di quel che suggerirebbe l’apparenza fisica da orco :D, all’epoca pure per lui 24 anni

Andrea: Amico del mio ragazzo e anche mio, alto un metro e settantacinque circa, fisico ben definito ma senza eccessi, sempre pronto a fare casino, simpatico, un po’ sbruffone, il classico animale da festa, anche lui nostro coetaneo

Monika: La ragazza di Andrea. Di origini polacche, alta un metro e sessantadue-un metro e sessantatre, capelli portati corti biondi (tinti), occhi scuri, fisico nella norma, con qualche curva più di me (anche perch&egrave sedere a parte &egrave difficile averne di meno), la più giovane del gruppo dato che aveva 19 anni quell’estate.

La situazione era questa: io, Giovanni e Andrea ci conoscevamo da tempo, uscendo e frequentando lo stessa compagnia di amici prima che io e GIovanni ci mettessimo assieme. Nell’anno precedente il racconto Andrea aveva terminato l’università, e si era trasferito in un’altra città per la laurea specialistica, per cui l’avevamo un po’ perso di vista, avendolo visto in svariati mesi solo in pochi fine settimana quasi sempre coincidenti con festività o altro quando rientrava in città per un periodo di tempo di qualche giorno.
Ragion per cui quando abbiamo deciso di prenotare un appartamento in Sardegna per una settimana di ferie a giugno, da parte mia e del mio ragazzo c’era parecchia voglia che il tempo volasse e la tanto agognata settimana di vacanza arrivasse. L’unica piccola “ombra” era data dal fatto che Andrea avrebbe portato la sua nuova ragazza Monika, che noi conoscevamo poco o nulla: Giovanni l’aveva vista in due occasioni, io praticamente mai dato che in una di quelle due serate non ero uscita e nell’altra ero arrivata in ritardo perch&egrave avevo altri impegni, vedendo Monika e presentandoci ma praticamente senza scambiare neanche due chiacchiere dato che poi dopo pochi minuti in quella stessa serata ci eravamo divisi, noi al cinema e loro in un locale con altri nostri amici.
A me non dava troppo fastidio passare una settimana con una sostanziale sconosciuta, e di solito nemmeno al mio fidanzato, ma si vedeva che aveva qualcosa di strano e che non sembrava completamente a suo agio, anche se non espicitava ad alta voce questo suo disagio.
Al che qualche giorno prima della partenza decisi di chiedergli se ci fosse qualcosa che non quadrasse, e lui se ne uscì con un discorso del tipo: “Ma no, niente, sono felice di passare una settimana con Andrea; e la sua ragazza, beh… l’avrò vista 4-5 ore in vita mia, non mi pare il caso di impuntarsi su una prima impressione. Detto questo, &egrave una persona con cui a pelle mi pare di non trovarmi… mi pare proprio una gran stronza, e poi sai Andrea com’&egrave fatto, a volte &egrave un po’ uno sborone, ecco mi pare che con lei sia sempre un po’ fuori giri” al che io dopo lo sbigottimento iniziale scoppiai a ridere (ridarella che divenne contagiosa pure per lui) prendendolo in giro per il fatto che allora pure lui ogni tanto trovava delle persone antipatiche, e non era poi così “buonista” dato che come spiegavo nelle presentazioni non l’ho praticamente mai sentito dire nulla di negativo su nessuno.
A posteriori devo ammettere che avesse fin troppa ragione…

Vab&egrave, arriviamo al dunque: arriviamo alla domenica della partenza, io e Giovanni saliamo sul retro dell’auto, e dopo pochi minuti Monika sul sedile del passeggero era già nel mondo dei sogni lasciando solo noi tre a parlare.
Arriviamo all’imbarco, miracolosamente le operazioni che a volte si protraggono per ore sono state abbastanza rapide, e quindi siamo rapidamente nelle nostre cabine sul traghetto. L’altra coppia ha declinato il nostro invito a trascorrere un po’ di tempo insieme preferendo restare in cabina per la traversata, e quindi quando in serata abbiamo terminato la traversata e ci siamo rivisti per scendere in auto e attendere lo sbarco, per noi Monika era ancora più o meno un oggetto misterioso, dato che non c’erano praticamente state occasioni di parlare.
In compenso durante lo sbarco (anche qua più rapido del solito) e il breve viaggio in auto verso l’appartamento, ho avuto modo di concordare con l’opinione del mio ragazzo: era una persona non particolarmente gradevole, con un’aria di superiorità e un fare un po’ intimidatorio, per cui mi interrogavo se la nostra convivenza sarebbe andata liscia o meno.
Arrivati all’appartamento, vuoi per l’ora comunque piuttosto tarda, vuoi per il viaggio che &egrave durato comunque mezza giornata, disfiamo le valigie, diamo un’occhiata all’appartamento (carino e anche leggermente più grande di quanto pensassimo) e dopo poco siamo nelle rispettive camere da letto.
Stavolta sono io quella che era sull’orlo della dormita, per cui nel giro di qualche minuto terminava per me la giornata del nostro arrivo in villeggiatura.

Continua… L’inizio delle ferie &egrave stato il più dolce possibile, col mio Giovanni che mi ha svegliata delicatamente abbracciandomi e baciandomi il volto. Dopo qualche minuto di coccole, si &egrave alzato per andare a preparare la colazione per tutti mentre io ero ancora alle prese col risvegliarmi del tutto.
Una volta completamente sveglia raggiungo gli altri in cucina, facciamo colazione, e discutiamo un po’ dei programmi della giornata. Non essendo molto pratici della zona ed essendoci svegliati prendendocela comoda, l’idea &egrave per il primo giorno di cercare una spiaggia rimanendo in zona, evitando di sobbarcarci una dose eccessiva di viaggio in auto, in attesa magari di venire a conoscenza da qualcuno di qualche spiaggia carina a distanza comunque ragionevole.
Mangiamo, torniamo nelle nostre stanze per prepararci e poi via, alla ricerca del nostro angolo di paradiso!
Fortunatamente dopo una ventina di minuti intravediamo dalla strada quella che sembrerebbe essere una bella striscia di sabbia che si affaccia su una piccola baia, o insenatura. Parcheggiamo in una zona dove ci sono svariate casette e un parcheggio (probabilmente si trattava di una specie di resort o qualcosa del genere, realizzato però in modo intelligente e diverso da tanti ecomostri che si vedono in giro dato che le costruzioni erano già pressoch&egrave invisibili a qualche centinaio di metri di distanza), e ci avviamo lungo questa pineta cercando di arrivare al mare, impresa più complicata del previsto dato che la strada da fare esclusivamente a piedi aveva parecchia pendenza ed in un paio di punti prevedeva quello che ci &egrave sembrato un discreto allungamento del percorso dalla traiettoria più diretta per la discesa.
Arrivati sulla spiaggia capiamo che comunque &egrave valsa la pena di fare questa piccola fatica: ci sono pochissime persone, un gradevole venticello, e il panorama &egrave nettamente superiore alla media, quantomeno per noi che d’abitudine ci rechiamo al mare in posti molto più affollati sull’alto Adriatico.
Troviamo un angolino dove piazzarci ed iniziamo a svestirci per metterci in tenuta da spiaggia: per quel che riguarda i ragazzi Giovanni ha dei boxer gialli lunghi fin quasi al ginocchio, Andrea degli slip un po’ da esibizionisti ma che fanno risaltare il suo fisico tonico, mentre noi ragazze abbiamo entrambe un bikini, Monika di colore blu scuro tendente al nero, mentre io ho un due pezzi non coordinato: reggiseno a laccetti nero con fantasia floreale, slip senza lacci laterali color verde chiaro con dei piccoli pois blu scuro.
Appena terminato di toglierci gli abiti sopra i costumi, operazione che come al solito svolgo in modo lento e controllando in giro che nessuno mi stia fissando per magari cogliere qualche scivolamento del costume, Monika si leva subito il reggiseno, invitandomi a fare altrettanto. Di fronte al mio rifiuto lei e Andrea iniziamo a pungermi, chiedendomi di cosa abbia paura vista la scarsa abbondanza del mio décolleté e la distanza delle persone più vicine, ma dato che non avevo mai preso prima d’ora il sole in pubblico in topless insisto nel mio rifiuto anche se ciò ci porta a un mezzo battibecco.
Dopo esserci crogiolati un po’ al sole ci facciamo il primo bagno della giornata, interrotto dopo un po’ dalla pausa per il pranzo al sacco che ci eravamo portati. Durante i momenti in acqua e la consumazione del cibo l’atmosfera si fa gradualmente più distesa e rilassata, e ad un certo punto Andrea accenna pure a delle specie di scuse per aver insistito tanto sulla questione topless, alle quali ribatto che non fa nulla, non me l’ero presa più di tanto.
Terminato il pranzo altri momenti intervallati di sole&abbronzatura e bagni in acqua. Durante una di queste altro piccolo momento d’attrito quando decidiamo di fare una sfida con noi ragazze a cavalcioni dei rispettivi fidanzati che cerchiamo di disarcionarci a vicenda, dopo un paio di vittorie per coppia arriviamo alla sfida decisiva in cui entrambe le squadre sono molto più guardinghe, e dopo svariati minuti di studio, finte e controfinte il confronto termina con un aggancio in cui iniziamo a spingerci e tirarci quasi senza alcuna logica, fino a che Monika non ha la brillante pensata di tirarmi un sonoro ceffone al seno sinistro, cogliendomi di sopresa, e cercando di ripetere la stessa mossa provoca il mio arretramento troppo impetuoso per evitarla causando così la mia rovinosa scivolata in acqua.
I miei deboli tentativi di protesta per la mossa poco leale causano sghignazzate e prese in giro da parte dei nostri avversari, lenite solo in parte dal tentativo di consolarmi abbracciandomi da parte di Giovanni.
Dopo questo giro in acqua torniamo per l’ennesima volta sulla spiaggia, e ci accorgiamo che causa il piacevole venticello che avevamo salutato con tanto favore in mattinata abbiamo sottovalutato il picchiare del sole, e abbiamo tutti salvo Giovanni delle mezze arrossature o principio di scottate nei punti in cui probabilmente ci siamo spalmati di crema in modo meno accurato: Andrea ha le porzioni delle gambe solitamente coperte dai boxer ma oggi scoperte a causa dello slip che indossa che tendono al rosso, Monika ha la parte inferiore dei seni e un paio di ‘strisce’ sulla pancia, mentre io ho la parte bassa della schiena appena sopra gli slip e la natica sinistra più colorata del normale.
Visto che per essere la prima giornata ci siamo comunque fatti la nostra buona dose di sole ed acqua, che data la carenza di posti ombreggiati sulla spiaggia rischiamo di rovinarci con una scottatura tutta la vacanza, e che nel rientrare possiamo cercare di dare un’occhiata a un paio di paesi nella zona per vedere cosa offrono in quanto a negozi ed eventuale svago serale, decidiamo di interrompere la fase spiaggia.
Torniamo verso l’appartamento, dopo esserci fermati a far spese, e una volta lì Monika va a presidiare per prima il bagno per farsi la doccia… restandovi però per un sacco di tempo e togliendoci così la possibilità di farla prima che sia pronta la cena, durante la quale scopriremo peraltro che per la maggior parte del tempo passato in bagno era al telefono dopo aver ricevuto una chiamata.
Ceniamo, iniziamo un po’ a sbevazzare e decidiamo di non uscire in serata. Durante la cena e il dopocena inevitabilmente si finisce col parlare di tutta una serie di storie ed aneddoti riguardanti noi tre che ci conoscevamo da più tempo, il che da un lato &egrave un bene dato che per conversare Monika ci racconta un po’ di lei facendocela conoscere meglio, dall’altro sembra un po’ tagliarla fuori dalla conversarzione, il che mi pare agitarla più di quanto già non lo sia di natura.
Dopo un giorno in cui l’abbiamo frequentata da mattina a sera, penso di averla un po’ inquadrata: quella che a prima vista mi era sembrata scontrosità &egrave vera e propria incazzatura, nervosismo, da l’impressione di essere una persona sempre sul punto di scattare contro tutti in particolare se la si contraddice su un qualunque punto.
La serata prosegue e a un certo punto si torna a parlare della sfida in acqua a disarcionare l’altra ragazza, al che complice l’alcool e il fastidio per il trucchetto usato nell’assalto decisivo io mi scaldo un po’, inavvertitamente facendo il gioco di Monika che a un certo punto proclama: ‘Siamo noi la coppia migliore, e oggi non abbiamo vinto per caso… te ne devo dare un’altra dimostrazione ora?’ Normalmente lascerei cadere la questione, ma vista la continua insistenza di Andrea e Monika ribatto a ogni loro scherno o risolino con un: ‘dai, subito, quando volete’, sicch&egrave Giovanni rimane l’unico a trovare l’idea balorda, ed alla fine &egrave costretto ad ‘arrendersi’, continuando comunque a mugugnare che &egrave una pessima trovata.
Monika sembra aver preso la guida del gruppo e inizia a proporre lo svolgimento della sfida per dirimere la questione, che prevedono un ‘combattimento’ tra i due ragazzi prima e poi tra di noi, proclamandosi sicura che me entrambi usciranno facilmente vincitori. Per una delle rarissime volte in vita mia vedo Giovanni accigliarsi ed alzare la voce, esclamando che ‘&egrave una cazzata. Sono grosso il doppio di Andrea, non ha alcun senso che ci si confronti tra di noi, c’&egrave troppa disparità’ al che Monika ribatte ‘da quanto ne so non hai mai fatto alcuna attività agonistica di lotta, mentre il mio Andrea fa fit-boxe, e lui ha un fisico da guerriero non da ciccione come il tuo’.
Giovanni continua a ribadire, senza perdere la calma, che &egrave un ragionamento senza alcun senso e alla fine si arriva a una specie di mediazione: andiamo a prendere un materasso da uno dei letti, lo trasciniamo in sala e organizziamo lì questa specie di combattimento improvvisato, nel quale però non ci dovranno essere colpi violenti, al minimo accenno di infortunio o di resa altrui si fermerà il tutto.
Monika esasperata alla fine accetta ogni condizione, sottolineando che ‘tanto Andrea ti distruggerà comunque, panzone’.
I ragazzi si preparano sul materasso, levandosi le magliette e rimanendo coi costumi indossati in giornata. Giovanni ribadisce per l’ennesima volta che ci stiamo comportando da bambinetti immaturi e al momento del via rimane immobile aspettando che Andrea tenti di slancio di colpirlo; con una mossa che non ho ben visualizzato afferra Andrea per il braccio che si stava avvicinando a lui, lo proietta oltre le proprie spalle (con una rapidità per me insospettabile per una persona della sua stazza) e lo inchioda a terra, con la mano ancora premuta sulla sua spalla gli chiede: ‘cedi, così vediamo di evitare di farci del male’ al che il nostro amico fa un cenno con la testa, e si rialza per venire aggredito verbalmente dalla sua ragazza per l’essere stato ‘uno smidollato’ a farsi ribaltare e a cedere così rapidamente. Io faccio per esultare ed abbracciare Giovanni che ha vinto in…. non so, qualcosa come 4 o 5 secondi, ma mi sembra più perplesso che felice, al che lascio perdere.
Dopo aver sbraitato un po’ anche Monika sembra sbollire e dichiara: ‘beh… noi ragazze dovremmo fare una lotta un po’ meno violenta, niente prese o voli come quello di prima, ma quando una delle due sarà chiaramente sopraffatta dall’altra dovrà arrendersi riconoscendo la superiorità altrui. Va bene?’ Al che io senza manco rimuginarci sopra accetto al volo, e inizio a togliermi maglietta e gonna per iniziare la lotta.
Non so da cosa dipenda, se da quanto ho appena visto tra i ragazzi, o dall’aver bevuto un po’ troppo a tavola, o al fatto che ho la possibilità di far tacere questa piccola (più bassa di me di 10 cm e più giovane di 5 anni) stronza, che si sta lentamente spogliando come facesse uno strip-tease per rimanere pure lei in bikini, fatto sta che la situazione inizia ad eccitarmi e non vedo l’ora di iniziare.
Quando ci viene dato il via la nostra partenza &egrave notevolmente più lenta e ragionata di quella dei ragazzi: invece di avventarci rapidamente l’una sull’altra ci giriamo attorno, lentamente, entrambe consce del fatto che stiamo dando un bello spettacolino ai nostri fidanzati dato che entrambe siamo belle ragazze, esponendo nei nostri bikini due bei fisici, e che anche visivamente c’&egrave un notevole contrasto tra di noi: io alta e slanciata, lei più piantata e curviforme, io mora lei bionda, io dalla carnagione abbastanza pallida lei invece di una tonalità più scura.
Lei cerca in un paio di occasioni di farsi sotto ma non sembrano tentativi troppo convinti, forse aver visto il suo uomo ribaltato in pochi istanti l’ha un po’ scossa o forse sta cercando di farmi scoprire e devo cercare di non abboccare, fatto sta che più o meno ripetiamo i minuti di studio dell’ultima lotta a cavalcioni in acqua del pomeriggio. Anche stavolta &egrave lei che rompe gli indugi stavolta allungando il suo braccio verso il mio collo e cercando di darmi uno strattone ai capelli, mossa che evado e vado a ricambiare con maggior successo riuscendo a darle una tirata anche se non troppo efficace credo, visti i suoi capelli parecchio più corti dei miei e il fatto che con uno schiaffo sul polso mi fa mollare quasi subito la presa. I ragazzi iniziano a ridacchiare ed a incitarci, Andrea con maggior vigore ma pure Giovanni ora sembra preso dall’atmosfera ed ha smesso di rimuginare sull’opportunità di queste sfide.
Il confronto continua, e Monika &egrave sempre più cauta e sulla difensiva: ormai &egrave lei che cerca di sottrarsi ai miei tentativi di spintoni o di afferrarle le braccia o la testa, fino a che a un certo punto nello spostarsi lateralmente mi appare notevolmente sbilanciata, e ne approfitto per farle una specie di sgambetto sulla gamba d’appoggio. Lei incespica e cade goffamente sul suo sedere, al che io ne approfitto e la prendo per i capelli ritirandola in piedi, e sussurrandole: ‘Non facciamo più tanto le sbruffone ora, vero?’ Al che i ragazzi sbottano rispettivamente in un ‘vai Monika, reagisci!’ e ‘Continua così, Anna!!’.
Scaldate da questi incitamenti io continuo a tirarla per i capelli e lei fa altrettanto, arrivando in una situazione di stallo in cui entrambe siamo un po’ ridicolmente di piedi una di fronte all’altra, quasi abbracciate, ma con la testa rivolta più o meno verso l’alto a causa degli strattoni altrui.
Stallo che si interrompe quando per un istante lei allenta la presa (cercando di posizionarsi meglio?) ed allontandosi leggermente da me: non so cosa mi colga in quel momento ma vedendo il rossore emergere dalla parte bassa del suo reggiseno, vado a pizzicarle il sottotetta sinistro, causando un suo strillo ‘ahia ahia, che male!’ che esalta ancora di più gli incitamenti dei ragazzi e la mia aggressività.
Vado infatti ad attaccarmi ancora a lei, che ha portato le braccia sul reggiseno per coprirsi o massaggiarsi la parte colpida dal mio pizzicotto, e cercando quindi di chiudere le mie braccia dietro la sua schiena in modo da poter manovrare alle sue spalle ed averla con le braccia bloccate tra noi e impossibilitata ad afferrarmi o spingermi. Il piano inizialmente riesce, mentre lei cerca di liberarsi riesco prima a tirarle un pugnetto sulla scapola, poi a dare l’ennesimo strattone ai capelli che stavolta la vede grugnire per il dolore, ma nei suoi tentativi di divincolarsi abbassandosi e costringendomi a fare altrettanto per non farla uscire dalla presa a un certo punto riesce a liberare un braccio. Con il quale procede alla mossa che da quel momento in poi non fa altro che portare alla mia capitolazione: riesce con la mano libera ad afferrare da dietro la schiena le mutandine verdi del mio costume ed a tirarle repentinamente verso l’alto, causando uno sfregamento doloroso sia contro la mia patatina che soprattutto contro la parte della natica arrossata dal sole, e che mi causa un bruciore che stavolta fa emettere a me uno strillo di dolore e causa applausi scroscianti di Andrea nonché il cambiamento d’inerzia della contesa.
Da qua in poi infatti inizio ad andare in netto svantaggio: porto entrambe le mani dietro la schiena ad altezza culo per evitare altri attacchi al mio slip del costume, e così facendo Monika mi afferra i polsi tenendoli fermi con una mano mentre l’altra rimane completamente libera. La sua presa sui miei polsi &egrave più salda dei miei infruttuosi tentativi di liberarmi, e così con la mano libera mi circonda il collo… per andare a slacciare il mio reggiseno del bikini! Di fronte alla sua dichiarazione ‘te l’avevo detto stamattina che saresti rimasta tette al vento’ inizio a piangere e ad andare in panico non riuscendo più ad elaborare strategie valide. Infatti nel momento in cui il mio reggiseno ormai slacciato cade a terra &egrave Monika a restituirmi lo sgambetto di prima ed a mandarmi sedere a terra, e quando mi afferra una gamba la mia reazione impanicata per evitare di mostrare il mio seno esposto &egrave quella di ruotare pancia a terra, cosa che le consente di montarmi sulla schiena e immobilizzarmi. In questa infausta posizione Monika decide prima di rendermi del tutto inoffensiva, legando le mie mani dietro la schiena col mio stesso reggiseno, e poi iniziando a sculacciarmi alternativamente, dicendo: ‘vediamo di rendere entrambe le chiappe rosse allo stesso modo!’ e provocando fischi e ululati da parte di Andrea (che mi guarda in faccia con evidente sorriso di scherno) e il silenzio di Giovanni, che dalla mia posizione non riesco a vedere e di cui mi domando come stia reagendo.
Dopo qualche sculacciata Monika sembra cambiare idea, cosa di cui al momento sono grata e sollevata…. erroneamente. Si alza leggermente, mi ruota in posizione supina con il sedere e le gambe ormai giù dal materasso dato che chiaramente la lotta &egrave terminata e si siede appoggiandosi al mio collo ed al mio mento, iniziando a giochicchiare con i miei capezzoli, alternando carezze e pizzichi per stimolarmi. Io ormai sono completamente nel pallone, in fatto di sesso sono sempre stata riservata al massimo, per me &egrave una vergogna il farmi vedere nuda tant’&egrave vero che mi depilo (poco) da sola, non mi sono mai fatta vedere nemmeno in topless in spiaggia… e ora sono qui, con una smorfiosa che mi ha soggiogato fisicamente lasciandomi a petto nudo, sculacciandomi, che sta giocando col mio seno di fronte al mio ragazzo ed a un mio amico, trattandomi come un suo gioco erotico… e la parte peggiore di tutte &egrave che di fronte alle sue provocazioni tra le quali: ‘Dai, ma sono tette queste? Sembrano dei foruncoli’ ‘Ammetti che sono la migliore, e vedrò di eccitarti ancora di più’ ‘Dai arrenditi, lo sai anche tu che hai perso’ &egrave che non riesco a proferire alcuna parola sensata, piagnucolando per la sconfitta… ma non volendo che lei smetta, visto che iniziano ad arrivare svariate ondate di piacere al mio basso ventre. Dopo poco i miei lamenti iniziano ad essere intervallati da trattenuti gemiti di piacere, e quando lei afferma: ‘Ma guarda quella chiazza sulle mutande… si sta bagnando, la nostra cara puttAnna’ spostando una mano dai miei capezzoli all’accarezzarmi la vagina da sopra il tessuto del costume, allargandomi le gambe per far vedere meglio la macchia dei miei umori sulle mutandine, penso di essere al culmine dell’umiliazione.
Il quale, ahim&egrave, &egrave ancora lungi dall’arrivare. Le carezze di Monika si altenano sensualmente sopra e sotto le mie mutandine, mi stanno facendo perdere la testa ed ormai i miei gemiti iniziano a non essere più tanto trattenuti, mi sento sempre più bagnata e la cosa non sfugge alla mia nemica, che dopo un paio di rumorose sditalinate al mio clitoride (con rumori osceni che rimbombano in tutta la stanza, del tipo squirch, sblorch, e così via) mi causa un orgasmo talmente forte da farmi contrarre le gambe, fare una spruzzata di umori sulla sua mano ed emettere un rumoroso’mmmm’ di piacere. Lei estrae le mani dalle mie mutande dicendo: ‘Guardate quanto &egrave venuta’ esponendo le dita che colano alcune gocce sulla mia pancia. I ragazzi sono ammutoliti da questa esibizione, e quando Monika mi da un paio di leggeri pugnetti sulla pancia per spargere le gocce dei miei umori in giro, accade il patatrac supremo: per l’eccitazione, per l’umiliazione, per la sua abilità nell’eccitarmi, per il fatto che questa maledetta ha occupato il bagno per una vita prima di cena e non ci vado da un sacco, sento uno stimolo intrattenibile e inizio a pisciarmi addosso.
Per quella che mi sembra una vita si sente solo il pssssc e il gocciolare sul pavimento (nella testa mi passa un pensiero parzialmente consolatorio: quantomeno non ho inondato il materasso), interrotto dall’esplosione della risata di Monica che afferma ‘altro che puttAnna, da oggi ti chiamerò: la Pisciona!’
Poi si alza, decidendo di concludere degnamente la sua vittoria con una scena magistrale. Nel momento in cui finalmente mi libera dal peso del suo corpo non ho la forza né fisica né mentale per reagire, l’unica cosa che riesco a fare &egrave cercare lo sguardo dei ragazzi, che sembrano entrambi allupati, anche se lo sguardo di Andrea &egrave di godimento puro, quello di Giovanni &egrave un misto di… non so, forse disprezzo ed eccitazione. La cosa non sfugge nemmeno a Monica che si avvicina al mio ragazzo, gli piazza le mani sui boxer e da un paio di strette al suo uccello… al termine delle quali entrambi fanno una faccia sorpresa, al che capisco che con un paio di colpi di mano ha fatto venire il mio uomo già eccitatissimo dalla mia umiliante disfatta.
Dicevo della scena finale: Monika mi sfila sensualmente le mutandine del costume, ormai più che verde chiaro diventato color verde-giallognolo, esclama: ‘Ecco la foresta pluviale!’ alla vista del mio inguine cosparso di peli luccicanti per i liquidi che li cospargono, da un’annusata alle mutandine affermando: ‘mmm, ma che lurida la nostra Pisciona!’ e poi come ulteriore segno di dominazione mentre mi piazza un piede sul ventre in segno di vittoria me le infila in bocca, facendomi sentire il sapore acre che hanno: d’altronde portavo il costume dalla mattina, il sapore che sento &egrave un misto di sale, sudore, umori della mia vagina e piscia.
L’incontro termina con lei che dice: ‘Magari non siamo la coppia migliore dato che Andrea ha perso malamente… ma IO sono la migliore, dato che mi &egrave bastato poco per farvi orgasmare entrambi!’. Dopodich&egrave si rivolge al suo uomo: ‘andiamo a letto, vedo che lì sotto stai esplodendo’ e si incamminano verso la camera, mentre il mio ragazzo con un’espressione contrita per quanto accaduto anche a lui cerca di venire a consolarmi però Monika ci ripensa, torna indietro e mi apre la bocca prendendosi i miei slip, esclamando: ‘Li tengo come segno di vittoria, cara Pisciona, anche se sono luridi quanto chi li indossava, in fin dei conti la settimana scorsa ho compiuto 19 anni e questo lo considero il tuo regalo, ah ah ah!’.
Giovanni mi prende in braccio, mi porta in camera, cerca di biascicare qualcosa in segno di scusa, non so se per non averci fermato prima o per essersi fatto fare una sega causata dalla mia sconfitta, non voglio sentire nulla e gli intimo di stare zitto mentre mi rannicchio piangendo nel letto, sapendo che il sonno tarderà ad arrivare a causa dell’eccitazione, dell’umiliazione e dei rumori che sentiamo provenire dall’altra stanza dove Monika sta festeggiando la sua superiorità su di me con una scopata selvaggia.

Continua…

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