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La Sorella Che Non Ti Aspetti

By 16 Marzo 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Matteo scese le scale che il sole era sorto da poco. Non aveva chiuso occhio turbato da lo spettacolo che la sera prima si era presentato ai suoi occhi.
Matteo aveva 23 anni 3 mesi e 6 giorni, ma certe cose non era ancora abituato a pensarle, figurarsi a vederle!
Era tornato a casa nel cuore della notte, sicuro che i suoi fossero a letto, come sua sorella Sabrina, una ragazza di 18 anni appena compiuti
Quello che non si aspettava di trovare era trovare sì i suoi a letto addormentati, ma sua sorella Sabrina in salotto con un ragazzo che avrà avuto circa l’età di Matteo.
Sabrina era senza reggiseno e se ne stava in ginocchio davanti al ragazzo, ben sdraiato sul divano. Il ragazzo aveva i pantaloni abbassati e l’uccello teso fuori. Un bell’uccello massiccio e lucido di saliva che Sabrina spargeva con attenzione lungo tutto l’asta e la cappella gonfia e violacea.
Sabrina non si era accorta di Matteo, così come l’altro ragazzo, troppo preso a farsi succhiare l’uccello che a notare l’arrivo dell’ospite non desiderato.
Matteo rimase in silenzio a guardare quello spettacolo della natura. I capelli castani lisci di Sabrina si muovevano appena mentre con le labbra serrate scorreva quel palo di carne di buone dimensioni e completamente rasato. Le palle sobbalzavano, glabre e pulite, ad ogni affondo nella gola della ragazza che mugolava e faceva colare saliva dai lati della bocca. Prendeva fiato con un sonoro “Ah!” ogni cinque o sei pompate e mentre con una mano segava l’asta rigida, con l’altra accarezzava le palle tese e gonfie, accarezzando anche il buchetto che tanto faceva lamentare il maschio sotto tortura.
-Piccola, sto per venire – disse il ragazzo, ma Sabrina non aveva intenzione di muoversi.
Allargò bene la bocca e continuò la lenta sega finché con un ruggito il ragazzo cominciò a schizzarla di sborra. Sborrò come un idrante, sulla sua faccia, sui capelli e solo in minima parte in bocca. Sabrina rise e leccò con gusto quello che riuscì a recuperare.
Il ragazzo si rivestì in fretta e Matteo fece appena in tempo a nascondersi nel ripostiglio prima che uscisse.
E non dormì per tutta notte. Si fece un caff&egrave ma subito se ne pentì. Voleva provare a dormire ma la scena di sua sorella che fa un lavoretto del genere ad un ragazzo sconosciuto lo aveva eccitato a tal punto da non prendere sonno. Forse non avrebbe dovuto eccitarsi così, ma d’altronde sua sorella era una bella ninfetta, e vederla sotto una luce così sexy e porca lo aveva completamente fatto andare fuori di testa.
Matteo sentì un rumore e subito si ricompose. Fu sorpreso di vedere Sabrina in cucina con addosso solo il leggero pigiama e le culotte grigio perla.
-Buongiorno, già sveglio?- chiese lei
-Non riuscivo a dormire… vuoi un caff&egrave?-
Sabrina annuì e Matteo mise subito la moka sul fuoco.
-Sei tornato tardi?- chiese di nuovo lei.
-Non tanto- rispose Matteo e verso lo zucchero nella tazzina.
-Tu invece?-
Sabrina si strinse nelle spalle
-Normale-
Il caff&egrave salì facendo borbottare la moka e Matteo le servì alla sorella.
Sabrina sorrise e si mise a mescolare la tazzina. Matteo rimase fisso sopra di lei. Era attratto da quel seno florido coperto, ora dal pigiama sbottonato. Aveva visto quel seno nudo e coperto di sperma appena qualche ora prima e ora gli sembrava di sentirne l’odore.
-Oh? che fai?- Sabrina si coprì la scollatura ridendo. Matteo si mosse e chiese scusa.
-Dai, fa niente, scherzo, lo so che sei un buongustaio- e gli fece l’occhiolino.
-Oh, anche tu non scherzi-
Matteo si rese conto di aver detto qualcosa di troppo. Sabrina fece una faccia strana e trangugiò il suo caff&egrave. Si mise a ridere e si avvicinò a Matteo, abbracciandolo.
-Vedo che &egrave mattina per tutti, anche per capitan pisello, qui sotto …-
Matteo cercò di divincolarsi, scusandosi per la sua erezione, ma Sabrina fece finta di nulla, anzi, spinse il suo pube contro il pisello eretto del fratello. Emise un lamento basso.
-Quanta grazia…-
Si staccò da Matteo e lo guardò negli occhi. Matteo era allibito. La vide allontanarsi e raggiungere la porta del bagno che chiuse dietro di se.
Rimase lì, con l’uccello duro e la ninfa a neanche cinque metri, pronta per infilarsi in doccia.
La mattina passò per Matteo come un sogno da occhi spalancati. Si chiuse in camera dove l’erezione non accennava a diminuire, anzi, sapere la sorella ad un passo da lui, nuda, sotto la doccia, faceva tendere all’inversoimile l’intero uccello. Si tolse i pantaloni e la cappella viola come una prugna lo guardava dal basso, strizzandole l’occhio.
“Avanti, dammi una bella strizzata” le ripeteva, mentre Matteo non poteva fare a meno di eseguire, trascinato dalla forte eccitazione.
Si mise nudo sul letto &egrave impugnò l’uccello con entrambe le mani. Dava colpi secchi, decisi, che scoprivano l’intera cappella quasi con dolore. Il trattamento faceva lacrimare sottili gocce di seme lungo la punta e poi giù fino alle mani tese come quando si guida il motorino per troppo tempo. Una frenata, e poi via di nuovo a tenere rigido il bastone di carne.
-Matteo?- la voce di Sabrina. Non sapeva quanto fosse passato, non molto se aveva finito la doccia, ma la voce di sua sorella, gli fece aumentare il ritmo fino a farlo esplodere in un orgasmo eccezionale. I passi di Sabrina si avvicinarono alla sua porta, e Matteo fece appena in tempo a coprirsi con la coperta che lei entrò in camera.
L’uccelo di Matteo continuava a sborrare e Sabrina entrò come una furia coperta solo dall’accapatoio, con i capelli umidi e profumati di shampo.
-Tutto bene? Come mai sei di nuovo a letto?- la sborra continuava a shizzare dalla cappella per tutta la coperta, sulla pancia e sulle gambe di Matteo che a stento tratteneva un lamento. Si schiacciò le braccia contro il petto e emise un lungo sospiro.
-Non mi sentivo tanto bene, volevo vedere se mi pasava questo mal di testa…- la prima cazzata che gli passò per la mente. Poco male, non aveva nulla di meglio in mente.
-Oh, tesoro…vuoi un th&egrave? Mi asciugo i capelli e lo preparo-
-Magari, grazie. Intanto vado in bagno, mi faccio una doccia, vedo se migliora…-
-Ecco bravo, che il bagno &egrave ancora caldo per la mia di doccia!- Sabrina fece un balzo giù dal letto e sgattaiolò in cucina. Matteo riprese a respirare e si pulì con il lenzuolo.
-Ma quanto sono stronzo…- disse fra sé e sé, e fece una corsa, nudo, verso il bagno. Si infilò dentro e chiuse la porta dietro di se.
Con un grosso respiro si riprese e accese l’acqua nella doccia. Segarsi pensando alla sorella che fa pompini e che si struscia contro il suo cazzo. Questo &egrave essere malati!
Si mise a sedere sul water e non poté fare a meno di notare le culotte che neanche mezz’ora prima Sabrina portava. Sgualcite e impregnato del suo odore. No, meglio, dell’odore della sua teneera fighetta.
L’uccello di Matteo ebbe un sussulto e in pochi secondi riprese consistenza.
-Ma stai scherzando? E’ uno scherzo?- parlò più al suo cazzo che a sé stesso questa volta. Poi la mano fece il resto. Prese le culotte e le annusò. Avevano un odore dolcissimo ed erano umide, forse un po’ di sudore della notte, forse altro. Matteo si ritrovò a leccarle con la punta della lingua, ad occhi chiusi mentre con la mano scorpiva la cappella ancora bagnata dall’orgasmo precedente.
“Dio che profumo delizioso” pensava, e mentre pensava la mano continuava la sega a ritmo con l’acqua che scrosciava nella doccia.
-Matteo? Posso entrare? Ho il th&egrave- ecco,a di nuovo alla porta, e di nuovo come un fulmine Matteo lasciò le culotte e si infilò in doccia. L’uccello gli sbatté ovunque prima che potesse rispondere.
-Un attimo che sono ancora in doccia- prese di nuovo l’uccello con entrambe le mani e pregò per venire subito. Prego e segò e prego ancora. E poi strinse la cappella fino a farla pulsare. Ed esplose di nuovo un grande orgasmo che corpì di sborra tutta la parete della doccia. Piastrelle lavabili ovviamente.
Si diede un lavata veloce e infilò l’accapatoio.
-Entra pure- Sabrina entrò con la tazza di th&egrave.
-Intanto io mi vesto. Se hai bisogno di qualsiasi cosa chiama, ok?-
“Qualsiasi cosa?” pensò Matteo, mentre le palle a penzoloni ancora gli pulsavano per il veloce orgasmo appena avuto.
Matteo rimase in bagno ad asciugarsi i capelli. Si mise l’asciugamano in vita e si guardò allo specchio.
-Vabb&egrave’- disse fra se e se e prese a pettinarsi. In realtà era abituato a mettere un po’ di gel e basta sui capelli, ma decise di provare un diverso tipo di acconciatura.
Tutti in avanti, ma sembrava un bambino ritardato. Lì sparò a destra con la punta, e già lo convincevano di più. Sospirò stanco e si stiracchiò con le braccia per aria.
Due seghe in neanche un quarto d’ora. E in più non aveva praticamente dormito. Poco male, era sabato e avrebbe perso un po’ di tempo a recuperare il sonno arretrato.
Uscì dal bagno con solo l’asciugamano e tornò verso la sua camera. Appena entrato vide Sabrina sistemargli il letto. Il suo letto. Il letto dove aveva sborrato come un jet qualche minuto prima
-No!- gridò e fece uno scatto per fermare sua sorella. Nello scatto l’asciugamano si slacciò e Matteo lo dovette afferrare al volo per coprire il suo uccello.
-Cristo Teo! Mi hai fatto venire un colpo!- disse Sabrina. Lasciò la coperta sul letto e si mise a ridere.
-Senti Tarzan, ma sei scemo?-
-No, perché?-
-Ti stavo solo rifacendo il letto-
-Sì, no, lo so. E’ che pensavo di dormire un altro po’. Non preoccuparti, non serve- disse Matteo. Non era del tutto una bugia. E forse poteva anche crederci.
-Ok, ma non c’era bisogno di gridare- diede un bacio in fronte al fratello e uscì ‘ Buon riposo. Io esco con Martina. Ci vediamo dopo-
Matteo salutò appena. Si buttò sul letto lasciando solo l’asciugamano a coprirlo. Si perse a pensare quanto lo aveva eccitato vedere Sabrina succhiare il cazzo di quel ragazzo e fra l’eccitazione e la stanchezza chiuse gli occhi e si addormentò.
Dormì per poco, forse nemmeno una mezz’ora, e lo svegliò il campanello. Si alzò di scatto e rimase nudo. Infilò in fretta una canotta e un paio di pantaloni da basket, corti e leggeri e corse alla porta. Mentre il campanello suonava di nuovo.
-Sì?-
-Ci sarebbe un pacco da ritirare per Sabrina Magli-
-E’ mia sorella, venga pure- disse Matteo. Il corriere era un ragazzo dell’est, fece firmare a Matteo sul suo tablet e consegnò il pacchetto a Matteo.
Un pacchetto in cartone, con doppio giro di nastro e i sigilli di garanzia. Sabrina non gli aveva detto che aspettava una consegna. Lo appoggiò sul tavolo e si mise a guardare la Tv. Avrebbe dovuto studiare per un esame, però non era proprio la giornata adatta.
Si stese sul divano e accese la TV. Si mise proprio dove stava la notte scorsa l’amico di Sabrina. Con un cazzo dura nella bocca di sua sorella. La bocca umida e profonda di sua sorella Sabrina che succhiava quel palo di carne e’
La porta di ingresso si aprì e sentì la voce di Sabrina e Martina. Matteo tornò in se con l’uccello duro che spiccava dalla tela leggera dei pantaloni.
-E che cazzo’- si mise un cuscino addosso e si stese veloce, interessato a seguire un programma di cucina di cui in quel momento non capiva nulla.
-Ciao Teo, stai meglio?- chiese Sabrina
-Un po’ grazie. Ciao Marti-
-Ciao Matteo, stavi male?- chiese Martina. Matteo sollevo le spalle.
-Dormito male, mi riprenderò. Mangi con noi?-
-Sì grazie- rispose Martina.
-Questo quando &egrave arrivato?- strillò Sabrina dall’ingresso. Matteo si girò, come anche Martina. Sabrina saltellava avanti e indietro sorridendo come una pazza.
-Poco fa, ha detto che era per te e’-
-Sì, s, grazie! Mi ero scordato che dovesse arrivare! Grazie!- Diede un bacio sulla guancia al fratello e corse di sopra con Martina. Entrambe ridacchiavano e parlavano a bassa voce. E poi Matteo sentì la porta della camera di Sabrina chiudersi.
Una reazione che non si aspettava. E che lo incuriosiva, sì. Forse un po’. In realtà parecchio. Decise di non pensarci. Prese fuori una pentola, una padella e qualche verdura dal frigorifero.
Perché sua sorella fosse tanto eccitata dal pacchetto era un mistero che lo tormentava. Era una zanzara che gli ronzava nell’orecchio e che non lo faceva dormire. Come il pompino che aveva visto quella notte.
Smise di preparare il pranzo e salì le scale. Deciso, si avvicinò alla camera di Sabrina e si accorse di quanto fosse silenziosa la sua stanza. Avvicinò l’orecchio alla porta. Un sospiro, basso. Forse un risolino, ma tutto ovattato, come sott’acqua.
Si chinò e sbirciò dal buco della serratura, e vide quello che non avrebbe mai pensato.
Martina era seduta sul bordo di un sedia, senza pantaloni e mutandine. Si teneva stretta allo schienale dietro di se con entrambe le mani. Sabrina era chinata a terra, senza maglietta, con soltanto una canottiera e gli slip, e con un dildo nero e vibrante che entrava e usciva dalla figa di Martina.
Affondava nelle carni rosa della ragazza e quando usciva portava con se la pelle molle che circondava la tenera fighetta. Il dildo era decisamente grosso, più di 20 centimetri, ma Martina non aveva paura ad aprire le gambe e accettare quella bestia in lattice dentro di se.
Sospirava muta in un ululato silenzioso, guardando il soffitto, mentre Sabrina sorrideva e le accarezzava le gambe con la mano libera.
L’uccello di Matteo si irrigidì immediatamente. Voleva andarsene ma non ce la faceva e più vedeva Martina essere penetrata, più la sua voglia di segarsi aumentava. Non resistette, impugnò l’uccello con la mano destra scostando i pantaloncini di lato, senza toglierseli e prese a segarsi. Cercava di andare a ritmo con la sorella che ormai faceva entrare quella bestia con una certa agilità.
Martina cominciò a contorcersi e a boccheggiare qualcosa a Sabrina.
-V-Vengo’-
Sabrina non rallentò. Sfilò il dildo e lo infilò in bocca alla sua amica, per non farla gridare. Mise due dita a gancio dentro la fighetta umida di Martina e cominciò a martellarla come un trapano pneumatico.
I lamenti di Martina erano attutiti dal cazzo finto che aveva in bocca, ma le gambe e i piedi presero a contorcersi e a tremare fino a quando la ragazza emise un sibilo basso e prolungato e spruzzò dalla figa. Spruzzò, letteralmente per almeno un metro e mezzo con getti potenti e ritmati. Tre, poi quattro fino a sette spruzzi che la fecero crollare sulla sedia senza forze.
Matteo quando vide Martina squirtare davanti ai suoi occhi trattenne il respiro. Strinse il suo uccello con la bocca spalancata e si strinse le palle alla base. Il godimento fu tanto in quello che vide che bastarono un paio di colpi secchi per farlo sborrare per la terza volta, quella mattina. Una sborrata secca, non molto carica ma che fece contrarre tutte le palle al ragazzo.
Matteo perse solo pochi secondi per raccogliere la sborra che aveva in mano e correre al piano di sotto più silenziosamente che poté. Si infilò nel piccolo bagno-lavanderia e si sedette sul water.
Era allucinato, a dir poco, ma ancora eccitato come non mai. Mise i pantaloni a lavare e prese un paio di pantaloni già sporchi. Cercò di rimettersi in sesto un momento, ma la mano gli tremava ancora.
Sentì le ragazze scendere in cucina, e una, forse Sabrina, ridacchiare.
-Teo? Sei in bagno?-
Ecco, ora doveva uscire per forza. -Teo?-
Sabrina continuava a chiamare Matteo dalla cucina.
-Arrivo, arrivo!-
Matteo cercò di tranquillizzarsi mentre cercava di calmare la sua eccitazione. L’uccello, nonostante l’orgasmo appena avuto, il terzo, era ancora barzotto. Poco male, coprì tutto con la maglia larga e uscì dal bagno.
Sabrina stava sullo sgabello, aveva acceso la TV, e la sua amica Martina era vicino a lei. Beveva e appena sentì Matteo uscire dal bagno si girò e gli fece un sorriso.
-Scusate, ora finisco di preparare- disse Matteo, cercando di non fissare negli occhi la ragazza. La stava ancora pensando aperta in due dal dildo nero e poi travolta da uno squrting eccezionale.
-Ma se ci prendiamo una pizza? Così non cucini e non perdiamo tempo-
-Non perdo tempo. Cio&egrave, nessun problema-
-A me la pizza va. La portano fino a qua?- chiese Martina. Sabrina fece una pernacchia e si mise a ridere.
-Se, magari, siamo in mezzo alla campagna del nulla! Faccio un salto a prenderle- e detto questo stava già andando a mettersi scarpe e cappotto.
-Per me una ai funghi-
-Ma dove vai. Vado io, così fai compagnia a Marti-
-Teo sei in mutande praticamente!- ridacchiò Sabrina ‘Faccio prima io, in mezz’ora sono qui. Cotto e olive giusto?- e detto questo usci di casa con le chiavi della macchina.
Matteo rimase in silenzio un momento. Si sentiva soltanto la Clerici in TV che diceva qualcosa ai suoi cuochi. Martina si versò un altro bicchiere d’acqua.
-Ma guida già da sola?-
-Chi?-
-Tua sorella! Matteo, tutto ok?-
No, niente era ok. Era solo in casa con Martina, normalmente non sarebbe mai stato un problema, ma dato che neanche dieci minuti prima l’aveva vista a gambe aperte godere mentre veniva scopata da sua sorella Sabrina con un grosso dildo nero, no, non si sentiva ok. Si sentiva imbarazzato, eccitato, colpevole e stordito. Tutto mischiato assieme condito da un velo di incredulità.
-Sì’lei fa un sacco di cose da sola. Avete 18 anni no?- parlò senza filtro, pensando al pompino fatto al ragazzo da sua sorella, proprio nel divano lì accanto.
Martina ridacchiò e lanciò uno sguardo sottile e prolungato a Matteo. Davvero? Forse era solo l’impressione del ragazzo. Matteo non riusciva più a fare filtro ai suoi pensieri, e le parole uscivano senza pensare.
-Che tu sappia Sabrina si vede con qualcuno?-
-Perché? Le fai da guardiano?- chiese Martina sempre con un sorriso. Matteo sorrise a sua volta.
-No, ma l’ho vista in giro con un ragazzo. Moro, abbastanza alto- ‘con un uccello grosso così’ avrebbe voluto aggiungere, ma forse non era il caso.
-Mi viene in mente solo Simone di alto e moro. So che si sono visti ieri era per un aperitivo, ma non so se si ‘frequentano’-
Matteo scosse la testa e si girò per aprire il frigo. Ma che cazzo stava dicendo? E poi perché ne parlava con Martina? La testa gli stava andando in confusione, aveva bisogno di spegnere e riaccendere tutto il sistema, come un computer con troppi programmi aperti da troppo tempo.
-Matteo ma sei geloso di tua sorella?-
La domanda lo colse alla sprovvista. Geloso. Non era geloso, non lo era mai stato. Forse non si era aspettato che sua sorella facesse certe cose. Non adesso. E non davanti ai suoi occhi.
-No, ma figurati. Mi preoccupo per lei’sai, fratello maggiore- disse Matteo. E forse era la verità. Voleva che stesse bene, che non soffrisse. Quelle cose da fratelli che pochi capiscono.
-E tu ti vedi ancora con Mary?- chiese Martina. Matteo chiuse il frigo dopo aver preso la bottiglia di Coca.
-Mary non la vedo da un mese oramai. Forse non eravamo proprio fatti l’uno per l’altro- quel pensiero su sua sorella lo aveva un po’ tranquillizzato e stava riuscendo ad avere un dialogo normale con Martina.
-Non serve mica che sia quella giusta, no? Cio&egrave, intanto che aspetti di trovarla’per passare un po’ il tempo’- Martina non finì la frase e si mise a ridere come una pazza. Matteo la guardò e rise anche lui.
-B&egrave Marti? Dai, veramente da puttaniere mi vedi?-
-Ma no dai! Che male c’&egrave a divertirsi?-
-Sì, va bene hai ragione. E’ che per me sei l’amica di mia sorella che giocava in camera con lei. E adesso mi parli di andare a letto per fare due salti, dai!- disse Matteo ridendo. Martina si fece seria di colpo e lo guardò negli occhi.
-Che male c’&egrave, scusa?- parlò seria e diretta negli occhi del ragazzo. Matteo sentì l’aria attraversargli il petto e di nuovo l’eccitazione spingere dal basso ventre fino all’inguine.
-Nessuno. Nessun male. Giochi ancora con Sabrina, no?-
Che cazzo aveva detto? Che cazzo aveva detto! Gli era uscita, così, il filtro si era danneggiato di nuovo e le parole uscivano senza pensare. Cazzo.
-Giochiamo, abbiamo solo cambiato giocattoli- e detto questo prese la mano di Matteo, gli massaggiò il palmo, le dita, fino a arrivare all’indice e succhiarlo come una cannuccia in una lattina.
-Oh cazzo’- biascicò Matteo mentre il suo uccello tornava duro come il marmo, di nuovo.
-Sai, sono cresciuta in questi anni. Non gioco più soltanto-
-Immagino’- disse Matteo ricordando sempre il suo squirting di poco prima.
-Vuoi giocare con me, Teo?-
Martina prese la mano di Matteo e la portò sul suo seno. Matteo reagì d’istinto e si mise a stringerlo, prima delicato, poi una stretta più rigida. Martina trattenne il respiro e poi sospirò eccitata.
-Se fai così mi fai eccitare sai? Lo sai che mi piaci un casino’-
Matteo sapeva che Martina aveva un debole per lui, ma si sa: fratello maggiore della migliore amica. Può capitare. Non pensava certo di mettersi a palpare le tette di Martina in cucina mentre, come sottofondo in TV, la Clerici intervistava Bigazzi sulle proprietà delle fave.
Martina prese Matteo per il braccio e lo trascinò al divano lì accanto, lo spinse delicatamente sulle spalle e Matteo non poté fare altro che sedersi e allargare le gambe. Martina si mise in ginocchio e comincio a palpargli il petto, poi le spalle e poi a scendere giù, fino al ventre e all’inguine.
Matteo emise un lamento basso e piegò il collo all’indietro, ad occhi chiusi. Sentì Martina armeggiare con i suoi pantaloncini e glieli sfilò da sotto il sedere. Rimanevano solo i boxer bianchi e tesi come una tenda da scout.
-Che bel cazzo abbiamo qui’- Martina cominciò a leccare la stoffa passando dalla punta allo scroto stretto nel tessuto. Matteo cercò di prenderle la testa e allontanarla. Cosa stava facendo? Stava facendosi fare un pompino da Martina. Proprio da Martina, nella stessa posizione in cui la sera prima aveva visto sua sorella Sabrina succhiare il cazzo a quel ragazzo. La cosa lo stava facendo eccitare ancora di più.
Prese la testa di Martina e la spinse sul suo cazzo.
-Calma stallone. Tranquillo, ti farò un soffocone che te lo ricordi a vita- e detto ciò, Martina sfilò i boxer a Matteo liberando il suo uccello: era davvero grande. Anche Matteo se ne rese conto. Sì, in generale aveva un bell’uccello, ma in quel momento era davvero turgido e grosso come mai Matteo lo aveva visto in vita sua. E anche Martina ne fu colpita.
-Ah però’e tu tenevi questa bestia nascosta solo per te’che egoista- e imboccò la punta stringendola fra le labbra. Era come una pompa sottovuoto per alimenti. Succhiava via l’aria e risucchiava l’uccello di Matteo verso la gola.
Matteo si limitava a lanciare dei lamenti più o meno prolungati mentre vedeva il suo uccello sparire fra le labbra di Martina. E quando la guardava ad occhi semi chiusi rivedeva il volto di sua sorella Sabrina, attaccata al suo cazzo che gli massaggiava le palle mentre copriva di saliva la sua carne tesa.
-Puoi venire quando vuoi. Mi piace il sapore il bocca- disse Martina. Matteo ebbe un sussulto. Quella ragazzina lo mandava ai matti. Allargò le gambe e mise le mani sulla nuca di Martina, spinse delicatamente il cazzo in gola alla ragazza, fino alla base. Sentì il respiro solleticargli le palle, e poi la liberò in un attimo. Martina si sfilò l’uccello dalla bocca e prese fiato con un sospiro fortissimo.
-Ti piace la gola profonda?- disse ridacchiando e riprendendo fiato. Matteo in tutta risposta le appoggiò la punta del cazzo sulle labbra.
-Oh sì, parecchio- era accecato dell’eccitamento e ora voleva soltanto sborrare. Di nuovo, per l’ennesima volta, quella mattina.
Martina si sparse un po’ di saliva sulla mano sinistra e leccò un po’ la punta del cazzo, dietro al frenulo.
-Ora ti faccio impazzire’ti faccio godere come non mai- imboccò il cazzo fino a metà e lo strinse fra le labbra. Mentre con la mano destra prese a segarlo leggermente, la sinistra scese a massaggiare le palle, prima piano poi, più forte e sempre più in basso, fino a raggiungere lo sfintere del ragazzo.
Matteo si irrigidì. Non aveva mai provato a infilare nulla nel suo culo, nemmeno un dito mentre si segava, anche se aveva sentito che portava i ragazzi a un forte godimento. Strafatto com’era di piacere, si lasciò andare e si fece massaggiare il buchetto dalle dita di Martina.
Prima l’indice torturò tuta la cresta e poi anche il medio prese a massaggiare il bordo del buchetto. Infine, senza preavviso, Martina infilò entrambe le dita in un colpo solo. Due dita, per la prima volta, entrarono nel culo di Matteo che emise un lamento prolungato e poi si accorse di godere.
La bocca di Martina affondò sull’uccello e intanto le dita premevano sulla parete interna nel culo di Matteo. Era come sentirsi il cazzo afferrato dall’interno, ancor più in profondità che dalla base.
Matteo prese a mugolare e sentì presto il pizzicorino che si avverte prima dell’orgasmo.
-Marti’sto venendo- Martina sollevò la bocca dall’uccello del ragazzo, sorrise, gli baciò la pancia e lo guardò negli occhi.
-Sborra. Sborrami in bocca’dai!- e riprese il cazzo di Matteo fra le mascelle. Riprese a battere le due dita dall’interno del culo. Riprese a segarlo con la mano libera finché Matteo non lanciò un grido secco e veloce, seguitò da un innumerevole serie di scatti e brividi.
Cominciò a sborrare nella gola della ragazza e gli sembrò di non vedere più nulla. Il mondo era scomparso. Sentiva solo le contrazione del’ suo uccello e il liquido bollente passare dalla punta della cappella alla gola di Martina. Poi, pian piano, dal vuoto iniziò a rivedere il voltò di Martina, impegnato a leccare la sua cappella e la sua asta. Succhiava e leccava come un gelato che si sta sciogliendo e poi sfilò le dita del culo di Matteo.
-Vado a darmi una sistemata. Tu respira un po’, casomai’- Martina sorrise e si diresse verso il bagno dove poco prima Matteo si era rifugiato.

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