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La sorelle liceale

By 16 Ottobre 2017Dicembre 16th, 2019No Comments

Sono un classico ragazzo universitario fuorisede che ha deciso lasciare il suo paesino del sud per andare in una prestigiosa università del nord iniziando una vita completamente diversa. Non &egrave il mio primo anno universitario e quindi non sono una matricola, sono al terzo anno di giurisprudenza e ho da poco compiuto 23 anni. Negli anni sono riuscito a creare una sorta di delicato equilibrio nella mia nuova vita, riuscendo a far incastrare vita sociale e studio, rendendo la propria vita piena di soddisfazioni ma senza far mancare quel pizzico di divertimento e svago necessario.
Sembrava un giorno come tanti, finché una mattina mia madre mi chiamò al telefono dicendomi, a sorpresa, che sarebbe arrivata mia sorella a trovarmi e che doveva stare con me minimo una settima, poiché, lei insieme a mio padre avevano approfittato di un’offerta last minute e sarebbero partiti in una crociera proprio oggi. Sinceramente non reagii molto bene a quella forzata richiesta nell’ospitare mia sorella, ma non avevo scelta visto che era già in viaggio e fra circa un’ora sarebbe arrivata.
Io e mia sorella abbiamo sempre avuto uno strano rapporto, probabilmente dovuto anche alla differenza netta dei nostri caratteri. Secondo molti ha il carattere uguale a mio padre, invidiosa, possessiva e direi anche poco socievole, mentre io, al contrario, sono un ragazzo molto socievole e solare a cui piace sempre scherzare e fare amicizia. L’unica cosa positiva che compensava il suo carattere era il suo aspetto fisico, motivo per cui non nego di essere stato sempre geloso nei suoi confronti anche se qualcuno si avvicinava a lei anche per salutarla. Lei &egrave più piccola di me, ha 17 anni e frequenta ancora il liceo. Per essere una ragazza la sua altezza &egrave sopra la media, 1.73 di pura eleganza e femminilità, fisico perfetto, magra e sportiva con una seconda abbondante di seno, pelle color olivastra per via dell’abbronzatura estiva, un viso molto delicato e sensuale con occhi verde smeraldo e capelli mossi castani con colpi di sole biondi.
Guardai l’orologio e in fretta e furia provai a sistemare un po’ la mia camera. Abito da solo in un bilocale spazioso e, avendo finito gli esami della sessione estiva, spesso facevamo feste con la mia comitiva numerosa di amici a casa mia, e ancora vi erano residui e disordine dell’ultima dello scorso weekend. Provai a nascondere più prove possibili, tra cui bottiglie di alcolici semivuote, bicchieri e anche dei preservativi dentro la mia stanza, conoscendo mia sorella era capace di andar a spifferar tutto ai miei genitori riguardo a ciò che facevo invece che studiare, e già immaginavo questa lunga e interminabile settimana con lei da recluso in casa. Visto le tempistiche a disposizione non sono riuscito a fare un granché, e nel bel mezzo delle pulizie suona il citofono, era lei.
Entrò in casa mia come se il nostro rapporto fosse perfetto, era sorridente e stranamente felice di vedermi, quasi non la riconoscevo. Era come se fosse diversa, la vedevo più cresciuta e non più tanto una bambina. Presi la sua valigia e la posizionai in camera mia, visto che l’unica stanza disponibile era la mia e dovevamo dividere il letto matrimoniale. Lei si accorse subito del mio finto sorriso nel vederla ma stranamente mi disse una cosa che mi stupì: ‘ stai tranquillo non ti sarò d’impiccio, sarai libero di fare quello che vuoi, so che non sono molto gradita ma prometto di non dire nulla a mamma’ Sinceramente non sapevo se fosse una sua tattica oppure se diceva la verità, l’unica cosa era che in serata c’era in programma un’altra festa a casa mia e con il suo avvento avrei voluto disdire, ma quasi quasi dopo le sue parole l’avrei fatta ugualmente.
Nel pomeriggio io rimasi in cucina a studiare mentre lei riempiva il mio armadio dei suoi vestiti, ne aveva tantissimi e solo per una settimana! Mentre studiavo pensavo alle parole che avrei potuto usare con lei per dirle della festa di sta sera, e dopo qualche ora mi decisi a farlo. Lei accettò senza fare una piega, era stranamente entusiasta di questa mia proposta ribadendo che non era mai stata in una festa universitaria in casa e che era curiosa.
Le ore seguenti le passai a parlare con i miei amici al telefono per organizzarci riguardo ad alcolici, gente che doveva venire, musica e altre piccole sciocchezze, dandoci appuntamento a casa mia per le 22:00.
La presenza della mia sorellina iniziava a farsi sentire, erano le 21:45 e lei era da un’ora chiusa in bagno, le bussai più volte per spronarla a darsi una mossa ma la sua risposta era sempre la stessa ‘Tranquillo ho quasi finito’. Quando lei uscì dal bagno io ero ancora in condizioni penose, andavo in giro per casa in mutande portandomi dietro i vestiti da indossare, lei invece era fantastica. Non avevo mai visto mia sorella sotto questa luce, era bellissima e non sembrava neanche quella ragazzina impertinente che io ricordavo, indossava una gonna larga nera ad altezza della coscia accompagnata da calze a rete a maglia larga con tacchi neri abbastanza alti, una maglia bianca elegante molto leggera senza spalline. Io ero in mutande e sinceramente ero anche un po’ imbarazzato alla vista dei suoi abiti che creava quella sorta di ‘vedo non vedo” e il mio corpo iniziò a dare qualche reazione, fortunatamente avevo sul braccio i vestiti da indossare, e senza fare movimenti troppo palesi, li posizionai sul mio bacino per nascondere quella che sembrava l’inizio di un’erezione.
Era la prima volta che mi capitava ciò, non avevo mai avuto una reazione del genere nel guarda mia sorella e sinceramente tutto ciò mi turbava un po’, ma dopo una doccia fredda questi strani pensieri sparirono. Uscii dal bagno indossando un semplice pantaloncino azzurro e una camicia bianca, vedevo mia sorella in salotto che sistemava sul tavolo le birre in modo da creare più spazio possibile.
Erano le 22:15 quando sentii suonare il campanello, finalmente quei ritardatari dei miei amici sono arrivati, pensai. La cosa positiva era che erano venuti tutti insieme, quindi non dovevamo aspettare più nessuno e potevamo già iniziare a fare baldoria. Quella sera eravamo in 16 fra ragazzi e ragazze, compresi me e mia sorella, molti miei amici non si aspettavano di vedere già una ragazza a casa mia, pensando che fosse una mia nuova conquista, visto che da come era vestita e dal suo fisico non dimostrava affatto gli anni che aveva ma sembrava quasi nostra coetanea, ma, appena venuti a sapere che era mia sorella fra incredulità e sguardi fugaci, iniziarono a osservarla con più interesse. Tutto ciò mi mandava in bestia, ero geloso ma non potevo fare scenate quindi ci passai sopra senza aggiungere altro.
La festa procedeva bene, come di consueto c’era musica per creare una certa atmosfera, fiumi di alcol e fumo giravano in abbondanza creando di conseguenza un ambiente festoso e vivace. Lasciai spesso mia sorella sola con dei miei amici mentre io scherzavo e bevevo con delle ragazze, ma spesso l’occhio cadeva su di lei, dove minuziosamente, osservavo le gesta e le carezze di troppo di qualche mio amico. Come sospettavo almeno sulla timidezza mia sorella non era cambiata molto, non parlava un granché e si limitava a rispondere a discorsi con qualche parola o risatina, ma più passava il tempo più la vedevo ridere, la cosa strana era che aveva sempre il bicchiere pieno pensando che fosse sempre lo stesso ma invece mi sbagliavo, i miei amici glielo riempivano di continuo.
I livelli di sobrietà avevano passato ormai da tempo i limiti di coscienza, e un mio amico nel mezzo dell’euforia propose un gioco che stupii a tutti. Si alzò dal divanetto mentre era seduto accanto a mia sorella, la guardò, abbasso la musica con il telecomando per attirare la nostra attenzione, e rompendo il silenzio propose con un’aria da giullare:’ Ragazzi! Ho una proposta! Che ne dite di fare il gioco dell’armadio!?’
Per chi non lo conoscesse, il gioco dell’armadio, &egrave un gioco che principalmente si fa da adolescenti scambiandosi i primi baci, dove ragazzi e ragazze si dividono in due gruppi distinti, si fa un sorteggio e i fortunati entrano dentro uno stanzino stretto e buio per circa 10 minuti, senza parlare e far capire la propria identità simulando di essere perfetti sconosciuti.
C’era uno stupore generale visto che non eravamo più dei quindicenni per questo genere di giochi, ma stranamente tutti erano interessati, soprattutto le ragazze. Vedendo l’approvazione di tutti e non mi rimase che sistemare lo sgabuzzino da usare come stanzetta, ma sentivo come se c’era qualcosa che dimenticavo, ed era proprio la presenza di mia sorella a quel gioco! Mi ero completamente dimenticato di lei! Non sapevo come la pensasse se era d’accordo o meno, visto la nostra età di certo non ci si limitava a qualche bacio dentro lo stanzino! Iniziai a cercarla preoccupato ma era troppo tardi, le ragazze l’avevano trascinata nell’altra stanza per iniziare il sorteggio, e i miei amici fecero lo stesso con me senza darmi possibilità di voltarmi per chiamarla.
Colui che propose il gioco prese una bottiglia di vodka vuota, lo posizionò a terra e iniziò a farla ruotare per decidere il fortunato prescelto a iniziare questo intrigante gioco. Io avevo lo sguardo perso, ero solo preoccupato per mia sorella senza badare a quella bottiglia che ruotava velocemente, fumavo nervosamente finché la bottiglia non si fermò di botto. Contemporaneamente una nostra amica urlò dalla stanza adiacente ‘ Ragazzi.. a che punto siete? La nostra fortunata &egrave già dentro lo stanzino che aspetta!!!’ Senza aggiungere altro il fortunato si alza da terra con uno sguardo da vincente, uno sguardo di colui che sa che già andrà in buca. Nell’entusiasmo generale i miei amici iniziano ad incitarlo con frasi del tipo ‘ Vai e castigala!’ o ‘ Divertiti e farla urlare! Vogliamo sentirla gemere!’ Io lo guardavo dal basso verso alto mentre speravo che all’interno non ci fosse mia sorella, pensavo che le ragazze erano 8 e la probabilità che uscisse lei erano basse. Appena sentimmo la porta chiudersi a chiave, tutti incuriositi ci recammo dietro alla porta dei due prescelti per capire chi ci fosse all’interno per esclusione, io mi guardavo attorno per provare a capire quale ragazza era entrata, e sfortunatamente mia sorella non era all’esterno con le altre ragazze, era dentro.

Continua

Continuo: La sorella liceale, si consiglia di leggere la prima parte per capire meglio la trama ed entrare infondo nella storia!

Appena sentimmo la porta chiudersi a chiave, tutti incuriositi ci recammo dietro alla porta dei due prescelti per capire chi ci fosse all’interno per esclusione, io mi guardavo attorno per provare a capire quale ragazza era entrata, e sfortunatamente mia sorella non era all’esterno con le altre ragazze, era dentro.

Il sapere che lei fosse lì dentro mi creava un nodo in gola, iniziavo ad innervosirmi ed agitarmi sentendomi quasi impotente nel far evitare la situazione che si stava creando. Nonostante io e mia sorella non avessimo un bellissimo rapporto ero visibilmente preoccupato, la mia testa era invasa da domande, preoccupazione e dubbi. Non sapevo nulla di lei dal punto di vista sessuale, non sapevo se avesse avuto altre esperienze con l’altro sesso o se fosse vergine o se tutto ciò la potesse turbare rovinando del tutto il nostro rapporto per sempre. Durante questa mia confusione provai a farmi spazio in mezzo ai miei amici che curiosavano divertiti dietro la porta, afferrando la maniglia e provando ad aprirla con forza, ma sfortunatamente era chiusa a chiave. Subito mi rivolsi al genio che aveva avuto questa brillante idea di fare questo gioco, che casualmente teneva anche la chiave di quello stanzino avendone il pieno controllo: ‘ Dammi subito quella chiave’ dissi con tono furioso. Lui in una risata generale e nel consenso di tutti rispose’ Hey’hey amico! Non ti preoccupare &egrave solo un gioco! Non &egrave più una bambina la tua sorellina!’ poi mi afferro per un braccio e mi trascino qualche passo più indietro in disparte e mi sussurrò: ‘E poi non hai nulla di cui preoccuparti.. la tua sorellina &egrave in buone mani..si divertirà! Lo sappiamo entrambi che colui che &egrave lì dentro con lei ha un bestione di 20 cm in mezzo alle gambe!’ Scoppi’ a ridere e si allontanò per tornare ad origliare dietro alla porta. Io strinsi i pugni dal nervoso, volevo reagire e spaccargli la faccia, ma visto la situazione non feci altro che rassegnarmi. Presi una bottiglia di rum, e iniziai a sorseggiarla qualche passo distante dal resto del gruppo, provai ad affogare le mie preoccupazioni e timori nell’alcol.
I minuti passavano e dal silenzio generale tutti in coro iniziarono a fare versi di stupore divertiti, la mia sorellina iniziava gemere. Si sentiva come se qualcosa all’interno sbattesse sulla porta, e non ci voleva un genio per capire chi stava sbattendo cosa. Fra le risatine generali i miei amici di tanto in tanto si giravano ad osservarmi, alcuni ridevano mentre altri avevano sguardi di consolazione da parte mia.
Il tempo sembrava scorrere lentamente, controllavo dal display del telefono i minuti che passavano, anzi i secondi! Ogni minuto trascorso lo accompagnavo da sorsi abbondanti di rum, era come se stessi provando una lenta tortura emotiva. I gemiti da lì dentro aumentavano e i commenti squallidi di invidia da parte delle mie amiche anche.
Mentre ero immerso nei miei pensieri finalmente sentii la chiave inserirsi nella serratura della porta per poi aprirsi. Barcollando mi recai velocemente in mezzo ai miei amici, la luce entrò dentro quella piccola stanza buia rivelando tracce di ciò che era successo al suo interno. Entrambi non erano visibilmente pronti all’apertura, ed era come se fossero stati colti di sorpresa. Subito provarono a rivestirsi, il mio amico si allacciò la cintura dei pantaloni ed uscì con sguardo fiero e soddisfatto. Si girò subito verso quella ragazza che le aveva regalato piacere ancora anonima, per capire chi si fosse appena scopato, e appena vide mia sorella fece uno sguardo misto fra stupore e felicità. Si avvicinò a me guardandomi con aria finta dispiaciuta poggiandomi una mano sulla spalla. Ero incazzato nero, avrei voluto spingerlo a terra, ma poi vidi mia sorella anche lei in preda a sistemarsi il più in fretta possibile abbassandosi la gonna e addrizzando la maglia. Era rossa e sconvolta, non potevo mai sapere cosa fosse successo lì dentro, usci senza incrociare il mio sguardo, guardava a terra mortificata mentre provava a sistemarsi i capelli ormai scombinati dall’amplesso appena avuto. Era come se fosse diversa, anche i suoi abiti come se mancasse qualcosa, ma nelle condizioni in cui mi trovavo non riuscivo a collegare, la prima cosa che feci fu afferrarla con forza per un braccio mentre provava ad allontanarsi dal resto di noi. Volevo parlarci, volevo chiarire, volevo sapere, ma lei continuava a guardare a terra mortificata. Non riuscì a dire neanche una parola perché poi una delle ragazze la allontanò da me trascinandola di nuovo in quella stanza per decidere nuovamente la fortunata. Lo stesso fece un mio amico mentre mi poggiò un braccio attorno al collo sorreggendomi e trasportandomi nell’altra stanza. Si ricominciava, eravamo di nuovo tutti in cerchio e la bottiglia torno a ruotare. Io la osservavo con sguardo perso, non me ne fregava nulla del gioco, era come se fossi in un altro mondo pieno di rammarico e sensi di colpa nel aver dato questa stupida festa oggi. I miei pensieri furono interrotti da grida di euforia dei miei amici, scossi la testa e guardai la bottiglia che puntava verso di me. Non realizzai subito il significato di quella bottiglia, ma le urla e le acclamazioni dei miei amici mi fecero rendere conto che sta volta il fortunato ero io. Ebbi una sorta di sbalzo di umore, non sapevo se esultare o rinunciare per via del mio stato d’animo, ma tutti mi incitarono con frasi ‘Dai adesso &egrave la tua ora!’ oppure ‘ Riscattati e non ci pensare!’
Mi aiutarono ad alzarmi da terra, ero veramente parecchio ubriaco, e mi accompagnarono verso lo stanzino buio. Mi spinsero al suo interno chiudendo la porta alle mie spalle, non stavo capendo quasi nulla, non sapevo se già lì dentro ci fosse una ragazza o meno. Poggiai la mano sulla parete per reggermi in piedi, aspettai qualche secondo fermo immobile, fuori dalla porta c’era un silenzio quasi surreale. La stanza era completamente buia, non entrava uno spiraglio di luce, l’aria era anche pesante, c’era aria di sesso lì dentro, e subito lo collegai con ciò che fosse successo prima. Come un flashback mi passò in mente mia sorella, provando a pensare cosa avesse provato a stare qui dentro con un estraneo. Nel silenzio sentivo un respiro oltre al mio, pensavo che la ragazza che mi era stata predestinata dovesse ancora entrare, ma invece era già li. Mi salì il cuore in gola, allungai le braccia nel vuoto iniziandole a muoverle come un cieco provando a capire dove fosse la ragazza, sfiorai qualcosa di morbido di fronte a me. Era sicuramente poggiata sulla parete, io feci un passo in avanti e mi ritrovai con tutto il mio corpo poggiato su di lei. Ero un po’ imbarazzato se devo essere sincero, e anche lei sembrava abbastanza rigida. Per sciogliere il ghiaccio poggiai una mia mano dolcemente sui suoi capelli accarezzandoli per poi scivolare verso il suo viso, provavo inutilmente a intuire chi fosse quella ragazza dai suoi morbidi e leggeri lineamenti. Al mio contatto ebbe come un sussulto, ma non fece cenno di scappare, anzi poggiò una mano sui miei fianchi e mi spinse leggermente verso di lei. Percepivo che si stava avvicinando, sentivo il suo respiro diventare sempre più forte e intenso vicino al mio viso, poi la sentii sollevare da terra come se si fosse messa in punta di piedi per cercare il mio volto e, ad un tratto, sentii le sue morbide labbra poggiarsi sulle mie. Rimasi stupito da questo gesto, non mi aspettavo che in questo gioco la ragazza facesse il primo passo. Chiusi gli occhi e mi lasciai trasportare da questo bacio che diventava sempre più intenso e passionale, era un mix di sapori e sensazioni, aveva le labbra molto morbide e le nostre lingue iniziarono a ruotare una sopra l’altra percependo una sorta di mix di sapori alcolici dovuti a ciò che probabilmente avevamo bevuto entrambi. Dolcemente la mia mano scivola dal suo viso verso il petto, poggiandosi timidamente sul suo seno sinistro. Le sento fare un piccolo balzo, come se quel mio tocco leggero le avesse provocato una scossa che penetrava velocemente tutto il suo corpo. Mentre continuava quell’intenso bacio, sentii la sua mano poggiarsi sulla mia sopra al suo seno, la muoveva come se si stesse massaggiando il seno con la mia mano, come se mi stesse dando coraggio e forza per incitarmi a non fermarmi. Questo gesto mi provocò subito un’erezione, e visto il contatto dei nostri corpi, probabilmente avvertì anche lei che qualcosa dentro di me iniziava a smuoversi. Iniziai ad assecondare i movimenti della sua mano, massaggiando il suo seno autonomamente con movimenti circolatori, mi accorsi solo ora che non indossava il reggiseno e ciò continuò ad eccitarmi, solo un sottile strato di tessuto separava la mia pelle dalla sua. Contemporaneamente mi distaccai dalle sue labbra e mi avventai sul suo collo come se fossi un predatore in cerca di carne, iniziando ad alternare baci delicati e morsetti rigorosi. Ad ogni bacio la sentivo come se si stesse lasciando andare e trascinare dalla situazione, inarcò la testa indietro assecondando e agevolando i miei baci, la sentii gemere e stringersi forte al mio bacino per sentire meglio la mia erezione che cresceva. Risalii il suo collo a morsi per poi aggrapparmi con i denti sul suo lobo dell’orecchio mordendolo con forza, il mio respiro caldo le solleticava la pelle creandogli dei brividi precedili su tutto il suo corpo, mentre la mia mano si fece più audace ed entrò dentro la sua maglia abbassandola bruscamente, iniziando così a stringere con il mio indice e il mio pollice il suo capezzolo turgido. La mia vista era inesistente a causa del buio, ma era come se tutti i miei altri sensi fossero amplificati, soprattutto tatto e olfatto travolti dalla passione di quel momento. Mentre le torturavo il lobo dell’orecchio il mio olfatto mi fece percepire un profumo a me famigliare, mi ricordava molto quello di mia sorella e per un istante aprii i miei occhi spalancandoli nel buio temendo il peggio. Non mi fermai, non avevo abbastanza prove per dire che lei era mia sorella, ma il cuore mi stava salendo in gola. Lei iniziò ad entrare una mano sotto la mia maglietta e massaggiare i miei addominali, io in quel momento mi ricordai che solo lei fra le ragazze portava le calze a rete quella sera, e inoltre mia sorella indossava anche un reggiseno, indumento che questa ragazza non aveva, e con mano tremolante e rigida alzai la sua gonna per poi accarezzare il suo culo perfetto. Fuori c’era uno strano silenzio, ne risatine, ne bisbigli complici, era come se i miei amici fossero spariti e la cosa iniziava a insospettirmi non poco. A primo impatto mi concentrai solo solla perfezione delle sue curve per poi iniziare ad accarezzarlo per sentire se questa ragazza indossava o meno le calze a rete, sentivo la pelle liscia senza nessun ostacolo, non le indossava. Feci un sospiro di sollievo e il mio battito tornare alla normalità, era come se mi fossi tolto un peso di 100 kg da sopra le spalle, ora potevo dare finalmente libero sfogo a tutte le mie voglie. Iniziai a palpare quel fantastico culo piccolo e sodo con l’intero palmo della mia mano, le mie lunghe dita invece solleticavano la sua intimità, che a mia sorpresa era un lago e non indossava neanche il perizoma. Dentro di me sorrisi, ero felice e provai a intuire quale delle mie amiche era tanto trasgressiva da venire in una festa senza intimo, nel frattempo la sua mano scivolava sopra i miei pantaloni, proprio dove si era formata la mia erezione, iniziando a palparla e a testarla con la sua piccola mano.
Io feci mezzo passo indietro, in modo da agevolare i suoi movimenti sulla mia erezione. Ero eccitatissimo ed era come se il mio cazzo non vedesse l’ora di uscire, intanto, io mi distaccai dal suo orecchio e tornai a baciarla, le mie dita sotto di lei si fecero più audaci, e il mio dito medio si intrufolò dentro la sua fantastica e fradicia figa con estrema facilità. Era calda, ma stranamente non era stretta come mi aspettassi, fra me e me pensai che doveva essere una vera troia bella sfondata da cazzi di ogni misura. Lei ebbe un sussulto facendosi uscire un gemito di piacere intenso, il clima si stava surriscaldalo e sapevamo entrambi che avevamo i minuti contati, così lei iniziò a prendere in mano la situazione, mentre ci baciavamo, sentivo il rumore della mia zip aprirsi, per poi sentire i miei pantaloni e le mie mutande scendere a terra in un colpo solo. Si staccò dalle mie labbra e la sentii inginocchiarsi dinanzi a me, poggiai la mia mano sopra la sua testa, afferrando i suoi capelli come se le stessi facendo una coda, dove le mie dita erano una sorta di elastico che la manteneva integra. Ad un tratto sentii la sua testa spingersi in avanti e un’ondata di piacere e calore travolgere tutto il mio corpo, sentivo il mio cazzo completamente avvolto, aveva tutto il mio cazzo dentro la sua bocca. Inarcai la schiena e feci uscire un gemito di piacere, lei soddisfatta di ciò inizio a muoversi avanti e indietro. Era veramente una gran pompinara e mi reputavo fortunato che ci fosse lei dentro la stanza con me no un’altra. Con la mia mano iniziai a spingerla sempre più forte, ormai ero io che avevo preso le redini del gioco, ero io che le imponevo velocità e forza di come doveva entrare il suo cazzo dentro la sua bocca.
L’eccitazione mi stava travolgente sempre di più facendomi perdere il controllo, con l’altra mano strizzai forte la sua tetta quasi a farle male, ma lei da brava non interrompeva ciò che mi provocava un immenso piacere. Lei non dava segni d’interruzione, non demordeva e continuava il suo operato, ma io ero quasi al limite, di solito duravo molto tempo durante un rapporto sessuale, ma non capivo se era la situazione o se era proprio questa ragazza che stava riuscendo ad abbattere tutti i miei freni inibitori. Sento l’orgasmo salire, lascio velocemente la presa dal suo seno e poggio entrambe le mie mani sulla sua testa, stringendole forte e muovendola a mio piacimento come se fosse un mio giocattolo sessuale, con un forte colpo di bacino la spingo contro il muro facendole battere la testa contro quella superfice dura, strinse un po’ la presa con i denti sul mio cazzo come cenno di dolore, ma non mi importava, e iniziai a tenere bloccata la sua testa e scopare la sua bocca mentre muovevo il mio bacino con grande velocità. Sentivo il mio cazzo entrare nella sua piccola e stretta gola, percepivo che stavo per esplodere da un momento all’altro, e nel giro di pochi secondi bloccai la sua testa con forza e spinsi con tutto il mio peso il mio cazzo dentro di lei soffocandola. Il mio sperma iniziò ad uscire, sentivo dei spasmi come se stesse tossendo o soffocando, e una volta terminato il mio piacere uscii il mio cazzo dalla sua bocca, con un mio dito raccolsi lo sperma che aveva attorno alle labbra e gli inserii sensualmente e dolcemente il dito sulle sue labbra, incitandola ad ingoiare. Si alzò di scatto, la sentivo affannata, e si avvicinò al mio orecchio facendomi sentire il rumore mentre deglutiva il mio abbondante sperma. Fece una dolce risatina divertita, per poi baciarmi inaspettatamente. Sentivo il mio sperma ancora nella sua bocca, il sapore forte si mischiava con le nostre salive, ero un po’ disgustato ma eccitato nello stesso momento e la lasciai fare. Ero eccitato e la mia erezione non dava cenni di fermarsi, ne volevo ancora, sia io che lei.

Continua.

Continuo: La sorella liceale, si consiglia di leggere la prima e la seconda parte per capire meglio la trama ed entrare infondo nella storia!

L’eccitazione mi stava travolgente sempre di più facendomi perdere il controllo, con l’altra mano strizzai forte la sua tetta quasi a farle male, ma lei da brava non interrompeva ciò che mi provocava un immenso piacere. Lei non dava segni d’interruzione, non demordeva e continuava il suo operato, ma io ero quasi al limite, di solito duravo molto tempo durante un rapporto sessuale, ma non capivo se era la situazione o se era proprio questa ragazza che stava riuscendo ad abbattere tutti i miei freni inibitori. Sento l’orgasmo salire, lascio velocemente la presa dal suo seno e poggio entrambe le mie mani sulla sua testa, stringendole forte e muovendola a mio piacimento come se fosse un mio giocattolo sessuale, con un forte colpo di bacino la spingo contro il muro facendole battere la testa contro quella superfice dura, strinse un po’ la presa con i denti sul mio cazzo come cenno di dolore, ma non mi importava, e iniziai a tenere bloccata la sua testa e scopare la sua bocca mentre muovevo il mio bacino con grande velocità. Sentivo il mio cazzo entrare nella sua piccola e stretta gola, percepivo che stavo per esplodere da un momento all’altro, e nel giro di pochi secondi, bloccai la sua testa con forza e spinsi con tutto il mio peso il mio cazzo dentro di lei soffocandola. Il mio sperma iniziò ad uscire, sentivo dei spasmi come se stesse tossendo o soffocando, e una volta terminato il mio piacere uscii il mio cazzo dalla sua bocca, con un mio dito raccolsi lo sperma che aveva attorno alle labbra e gli inserii sensualmente e dolcemente il dito sulle sue labbra, incitandola ad ingoiare. Si alzò di scatto, la sentivo affannata, e si avvicinò al mio orecchio facendomi sentire il rumore mentre deglutiva il mio abbondante sperma. Fece una dolce risatina divertita, per poi baciarmi inaspettatamente. Sentivo il mio sperma ancora nella sua bocca, il sapore forte si mischiava con le nostre salive, ero un po’ disgustato ma eccitato nello stesso momento e la lasciai fare. Ero eccitato e la mia erezione non dava cenni di fermarsi, ne volevo ancora, sia io che lei.

Il mio corpo risentiva ancora l’orgasmo appena raggiunto, cuore a mille, sudorazione, respiro pesante e quella stanchezza improvvisa quasi appagante, ma ciò che dimostrava il mio corpo era diverso da ciò che voleva la mia mente, volevo ricambiare il favore, volevo farla godere, volevo farla mia e farle ricordare per sempre questo giorno di pazzia nello sgabuzzino con un ragazzo di cui non sapeva l’identità. La mia erezione fortunatamente non dava cenni di abbandonarmi, sorrisi compiaciuto. Avevo ancora il sapore di quello strano bacio, era di fronte a me e sentivo il suo respiro caldo scontrarsi contro la mia pelle. Decisi di sorprenderla, l’afferrai per le spalle e la spinsi contro la parete creando un frastuono sordo, lei fece una risatina stupita ma non affatto di dissenso. Le mie mani cercarono le sue nel vuoto mentre il mio corpo aderiva completamente al suo pressandola soprattutto con il mio sesso che puntava dritto alle sue gambe, trovate le sue mani nel buio, le afferrai con forza per i polsi, quasi a farle male e le inchiodai alla parete tenendole con forza impedendole qualsiasi movimento. Lei non faceva opposizione, anzi sembrava quasi curiosa su dove volessi arrivare, e non aspettò molto a scoprirlo.
Con le mani bloccate iniziai a morderla nuovamente il collo, ma non più con la delicatezza iniziale, questa volta i miei morsi erano forti al punto di farle un male misto al piacere, dei morsi da lasciare il segno come segno del mio passaggio. I miei denti afferravano la sua carne pressandola per qualche minuto per poi scendere centimetro dopo centimetro fino a raggiungere il suo splendido e morbido seno che avrei voluto tanto strizzare con forza con entrambe le mie mani, ma questo mi avrebbe fatto lasciare la presa di controllo che stavo esercitando su di lei, decisi quindi di affidarmi solo alla mia bocca raggiungendo alla cieca i suoi capezzoli. Iniziai a succhiarli con tutta la forza che avevo in corpo, mentre li tenevo fra le mie grinfie, la mia lingua ruotava e solleticava la punta del capezzolo per stimolarle più piacere possibile. Lei provava invano a dimenarsi per il piacere mentre le mie mani non le davano possibilità di movimento, sentivo il suo respiro mutarsi velocemente da affannoso in dolci e innocenti suoni di godimento, ma sapevo che sfortunatamente avevo i minuti contati, avrei voluto dedicare tutto il mio tempo disponibile solo al suo fantastico seno, ma il mio scopo era farla godere come non mai.
Liberai i suoi capezzoli dalla morsa dei miei denti, lei fece quasi un sospiro e un suono misto fra liberazione e rammarico, difficile da descrivere ma molto percepibile dalla reazione del suo corpo. Mi inginocchiai velocemente sotto di lei mentre tenevo ancora ben salde e bloccate le sue mani, non volevo dargli neanche un attimo di tregua e velocemente mi intrufolai sotto la sua gonna con la testa, faceva molto caldo lì sotto, si sentivo un forte e strano odore di sesso ma, soprattutto, sentivo il suo nettare scivolare abbondantemente dalla coscia. Decisi di iniziare proprio da lì, leccando dal suo interno coscia, proprio quella goccia abbondante e densa del suo succo. Era dolcissima e non vedevo l’ora di arrivare alla fonte! Affondai la mia testa alla sorgente del suo piacere inserendo velocemente tutta la mia lingua dentro la sua succosa e bagnatissima figa, iniziando a leccarla per poi infilarla il più a fondo possibile per poi ruotarla dentro di lei. Era caldissima, era buonissima, talmente buona al punto che iniziai a succhiare con forza, bevendo il più possibile la sua essenza, sembrando quasi un avaro che volesse prosciugarla e averla tutta per sé. Lei iniziò a tremare, strinse le sue cosce contro la mia testa, i gemiti si tramutarono in veri proprio urli e con la foga del momento riuscì addirittura a liberarsi dalle mie presa, afferrandomi con forza per i capelli spingendomi la testa, con tutta la forza che aveva in corpo, contro la sua figa, mentre lei si lasciava quasi cadere di peso su di me, quasi sedendosi. Io stavo soffocando, mi mancava letteralmente l’aria sotto quella gonna e in quella morsa. Il mio viso era bagnato, respiravo a stento ma non volevo demordere, e nonostante tutto continuai a leccare e succhiarla, mentre, con le mani ormai libere, afferrai con forza il suo culo da sotto la gonna iniziando a strizzarlo violentemente. Sentivo il suo orgasmo vicino, ma non volevo finirla così velocemente, volevo farla godere scopandola.
Decisi di interrompermi sul più bello, proprio mentre il suo respiro e i suoi gemiti si facevano sempre più forti e assordanti e il suo corpo avere spasmi incontrollati, non si aspettò questa mia reazione e si fece scappare un spontaneo ‘ Nooo’ con voce affannata. Subito mollo la presa delle mani dalla mia testa per posizionarsi le mani dinanzi la bocca per evitare di dire altre parole di troppo che avrebbero potuta farla riconoscere. Sarei un pazzo a negare che non ho provato a capire di chi fosse la voce, e addirittura sospettare di chi appartenesse, ma in quel momento di eccitazione e ubriachezza, era il mio corpo e il mio istinto animale che voleva prelevare sulla ragione. Mi alzai di colpo, afferrai entrambi i suoi seni con le mie mani e li strinsi con forza e la girai contro il muro, feci pressione con il mio petto contro la sua schiena schiacciandola senza darle possibilità di movimento, mentre le mie mani continuavano ad afferrare i suoi seni e le mie dita come delle pinze a stritolare i suoi capezzoli. Alla cieca, diedi un colpo di reni all’indietro, per poi successivamente fare un colpo di bacino in avanti forte e assestato riuscendo ad infilare tutto il mio cazzo dentro la sua figa fradicia.
Avevo già scopato altre volte nella mia vita, ma quella volta la potrei definire la più bella e appagante di tutte, la sua vagina era stranamente larga, ma non ci feci molto caso e mi concentrai soprattutto alle sue contrazioni che tentavano di stritolare il mio cazzo mentre il suo calore vampante mi creava un appagamento unico. Lei urlò forte, spezzò il suo respiro trattenendolo dentro di sé finché non iniziai a muovermi sempre più velocemente e con colpi sempre più assestati e in profondità. Ad un tratto quel momento fu quasi interrotto dal bussare della porta, catapultandomi nella realtà, ricordandomi che ero dentro uno stanzino e avevo i minuti contati, una voce ruppe lo strano silenzio di fuori urlando ‘Manca un minuto!!!!’. Entrambi in contemporanea sbuffammo di dispiacere, e decisi di accelerare il più possibile per appagarla. Il mio bacino sbatteva contro al suo culo risuonando per tutta la stanza come se fosse un tamburo, sentivo lei contrarsi sempre di più, come se stesse tentando a venire e liberarsi da quel peso dell’eccitazione ed esplodere in un orgasmo liberatorio. Strinsi sempre di più i suoi capezzoli, ma ormai li avevo tartassati talmente tanto che la loro sensibilità andò sempre più scemando, decisi quindi di spostare le mie mani sotto di lei, posizionando un dito su suo clitoride e l’altro, a sua insaputa, nel suo ano. Iniziai a muovere prima il mio dito sul clitoride ruotandolo come non mai, e quasi in contemporanea, entrai due dita dentro il suo culo alla sprovvista. La sentii irrigidirsi come un pezzo di legno, bloccò il suo gemito e la sentii perdere le forze, sentivo solo contrarre da impazzire le mie dita e il mio cazzo e lei tremare quasi come se avesse delle compulsioni mentre urlava come una pazza. In tutto questo contrarre io non riuscii a trattenermi e scaricai la mia seconda ondata di sperma dentro di lei riempendola proprio durante il suo orgasmo.
Gli urli tornarono sospiri affannosi fino a scemarsi per poi cadere sul pavimento entrambi senza forze, ma anche sta volta la realtà dei fatti ci venne sbattuta nuovamente in faccia con i rintocchi alla porta. Io non avevo forza di parlare e neanche di muovermi, sentii solo un mio amico urlare quasi intimidito: ‘ Ragazzi… abbiamo deciso di cambiare le regole mentre eravate dentro, per rendere tutto più misterioso vi faremo uscire uno alla volta al buio in modo da non riconoscervi, quindi esca prima la ragazza, noi spegneremo le luci e vi aspetteremo nel salotto’. Tutto ciò mi sembrava strano, da un lato un rammarico di non poter capire con chi avessi fatto questa fantastica scopata, dall’altro il brivido e il mistero nel capire da solo chi fosse. Ci alzammo e provammo a rivestirci il meglio possibile, sentimmo la serratura girare e la porta aprirsi e nel buio più totale sentivo i passi della mia amante uscire discretamente. Dopo qualche secondo uscii anche io e mi recaii nella stanza insieme agli altri ragazzi, c’era un silenzio quasi imbarazzante, nessuno accennava o chiedeva come fosse stato come era successo nel turno precedente, sembravano quasi ammutoliti, e la cosa che mi turbava di più era proprio che erano gli unici a sapere chi io mi fossi scopato dentro quello stanzino.
Il giocò continuo per un’altra oretta, e fino ad allora sia io che mia sorella fortunatamente non uscimmo nel sorteggio. Conclusa la serata iniziai a sistemare un po’ la cucina, mia sorella mi raggiunse per darmi una mano. Sentii di nuovo quel profumo che sentii dentro lo stanzino, mi si blocco il cuore per un istante, iniziai a guardarla meglio e notai che aveva dei strani segni su quasi tutto il collo. Ad un tratto mi si gelò il sangue, tutto iniziava ad avere un senso, il profumo, la mancanza di intimo della ragazza a causa della sua scopata precedente con il mio amico, la sua figa larga e i miei amici che hanno escogitato questa tattica del non farci vedere. Afferrai la sua maglia e abbassai leggermente per osservare meglio quei segni che ricordavano molto i punti in cui avevo dato i morsi. Lei non disse nulla e appena vide il mio sguardo scioccato a bassa voce e guardandomi negli occhi timidamente mi disse: ‘P’p-pensavo che l’avessi capito’
Mi sentii mancare, mi coricai sul pavimento e fra me e me mi ripetevo ‘ Mi sono scopato mia sorella’

Fine

Mi scuso per l’attesa nel fare uscire il continuo della storia, spero che sia stata di vostro gradimento.
PS: scusate per gli errori, sfortunatamente scrivo di getto e difficilmente riesco a rileggere attentamente prima di pubblicare, (se volete segnalarmeli fatelo via email sia per questo che per altri miei racconti e io provvederò a sistemarli)
Commenti, critiche o consigli sono graditi!
Inoltre volevo proporre alle ragazze, che se qualcuna fosse interessata nel creare un roleplay o solo scoprire come funziona di scrivermi in privato e io sarò lieto di darvi tutte le informazioni possibili!
EMAIL: roleplayer1.93@gmail.com

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